redazione il torinese

Incendi, Chiamparino: “La politica deve mettere a disposizione i mezzi. La Regione lo ha fatto”

Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, in un’intervista al Corriere della Sera descrive così la situazione della montagna piemontese ferita dagli incendi di questi giorni:

“I terreni sono secchi come il ferro. La terra, sotto strati di foglie secche, se la tocchi rimbomba. Il fuoco va dove il vento lo fa andare. C’è una guerra contro le fiamme casa per casa che coinvolge i volontari dell’Antincendi boschivi e i Vigili del fuoco per difendere le abitazioni – prosegue – Gli elicotteri per il fumo stagnante hanno avuto anch’essi difficoltà a centrare l’obiettivo”. Secondo il presidente “ci sono state denunce di inneschi dolosi che non è sembrato poi fossero tali. Lasciamo alle autorità inquirenti fare il loro lavoro” e che alla base “c’è un problema di pulizia dei boschi. Mi raccontavano che una volta nelle borgate litigavano tra vicini per strapparsi le foglie secche da raccogliere perché le mettevano a fare il lettime nelle stalle. Adesso altro che raccogliere le foglie, c’è un’incuria diffusa”. Su  Radio1  ha parlato invece della questione aerei ed elicotteri: “In Piemonte sono operativi 5 Canadair, incluso quello dirottato sull’incendio a Varese. Il problema è che magari le condizioni meteo non permettono di operare, ieri per esempio non consentivano ai Canadair né di approvvigionarsi nei bacini alpini a causa del troppo vento in quota, né di intervenire perché il fumo concentrato in basso non permetteva di centrare gli obiettivi”.

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Sulla sua pagina Facebook, Chiamparino ha inoltre pubblicato un lungo  post: “Come saprete sabato e domenica sono stato nei luoghi colpiti dagli incendi: Bussoleno, Caprie, Rubiana, Giaveno, Cantalupa, Locana, accompagnato dai volontari dell’A.I.B, dai vigili del fuoco, dai sindaci, dalle persone che lì abitano. Ho visto con i miei occhi, ieri, la guerra contro il fuoco, combattuta casa per casa, e le difficoltà dei soccorritori alle prese con il vento e il fumo. Ho visto anche la grande preparazione e professionalità di un sistema che funziona, persone con esperienza e competenza che sanno come e quando agire. Siamo in emergenza dal 5 ottobre, sono passati 25 giorni, e l’emergenza continuerà fino a quando non ci saranno mutamenti delle condizioni meteo. Ma anche in questi giorni di massima emergenza non c’è stato un danno alle persone, sono stati marginali i danni alle cose o alle infrastrutture: non è stata fortuna, ma l’abnegazione e la professionalità dei volontari e degli operatori antincendio, che sono arrivati in Piemonte da ogni parte d’Italia e che ringrazio ancora. Sono invece un po’ stufo di tutti quelli che in questi giorni di emergenza si stanno scoprendo allenatori della Nazionale sbandierando soluzioni e schemi di sicuro successo: perché non ne esistono, e perché la lotta al fuoco è seria e va affrontata con competenza, non con faciloneria e improvvisazione. Credo che non spetti alla politica decidere quali e quanti Canadair far alzare in volo, ma spetta alla politica metterli a disposizione, ed è quanto abbiamo fatto quando abbiamo dato piena disponibilità di budget per tutte le operazioni di soccorso, sulle quali devono però decidere i corpi addetti”. Dal 10 ottobre le squadre antincendio regionali e dei Vigili del fuoco hanno dovuto affrontare più di 300 incendi, più o meno importanti, con l’impiego di circa 300 volontari per turno. Soltanto domenica 29 sono stati gestiti 39 incendi con 602 volontari coadiuvati dai Vigili del Fuoco. I mezzi impiegati sono stati 195 ed è stata allertata anche la componente della Protezione civile, pronta a dare assistenza alla popolazione su richiesta dei sindaci”.

GG – www.regione.piemonte.it

Piemonte flagellato. E la Regione?

Il Piemonte è flagellato dagli incendi. Non voglio fare  polemica strumentale. Questo è un gioco che non mi è mai piaciuto. Però  la gestione del fenomeno non può essere fatta prevalentemente in termini di comunicazione come stiamo assistendo per lennesima volta da parte di Chiamparino. Non serve a molto la foto con la camicia a scacchi e la pacca sulla spalla. Come mai si è aspettato  prima di  chiedere lo stato di calamità e comprendere la gravità della situazione? Non si poteva intervenire in modo più massiccio per evitare questo inferno? Qual è la strategia da seguire per  salvare il nostro patrimonio boschivo  ed agire, se possibile, in prevenzione? Per esempio, farsi carico di un sistema di monitoraggio capillare attraverso la  protezione civile. Ancora, approvare un programma per incentivare unazione di pulizia che da anni  non viene fatta.Cento anni fa i nostri boschi erano più puliti di oggi perché i proprietari li curavano. Sono degli esempi , però, la sola  visita nelle zone colpite non basta.

Roberto Cota

Sentenza esemplare: i due giovani bulli condannati a 8 anni e sei mesi

Per mesi, tra il 2013 e il 2014  lo avevano fatto ubriacare e mangiare escrementi,  violentato con un ombrello, e fatto appartare con una prostituta. I due ragazzi torinesi autori di queste angherie sono stati condannati  otto anni e sei mesi di carcere dal tribunale di Torino. La loro vittima prediletta era un loro compagno di scuola allora 16enne, loro sono di qualche anno più grandi. Uno dei legali di parte civile, l’avvocato Maria Giovanna Musone, scrive l’Ansa, parla si “sentenza esemplare”.

Marco Briolini, terzo appuntamento con “Vestiti d’Artista”

E’ iniziato il terzo appuntamento con l’artista in “Vèstiti d’Artista” o “Vestiti d’Artista” il progetto nato in concomitanza del Salone del Mobile di Milano, da un’idea di Cinzia Sassone, fashion designer ed illustratrice di moda. Il progetto “Vestiti d’Artista” riunisce un gruppo poliedrico ed eclettico di designer, di artisti e intellettuali impegnati a promuovere la contaminazione tra il mondo della moda e quello dell’arte: la scuola Arte e Moda di Rita Corino che diventa atelier di lavoro e galleria d’arte, il pittore e critico d’arte Piergiorgio Panelli consulente del progetto ed artista egli stesso e poi designer, pittori, scultori, poeti, già noti e non, che lavorano sul territorio, ma anche con un respiro territoriale che va al di là dell’ambito prettamente monferrino. Influenzandosi a vicenda arte e moda creano una sinergia, un’ispirazione che permette di costruire abiti e modelli diversi e originali. Tessuti studiati, creati, costruiti insieme agli artisti che diventano opere da indossare. Il terzo degli artisti/espositori, nella sede di Arte e Moda in viale Morozzo di San Michele 5 a Casale Monferrato, è, da sabato scorso 21 ottobre, Marco Briolini, che ha raccolto il testimone da Piergiorgio Panelli. Marco Briolini, alessandrino di nascita, vive e lavora nel suo studio di comunicazione a Casale Monferrato.

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La sua formazione artistica gli ha permesso di sperimentare stili diversi, dalla pittura alla grafica, dal figurativo alla pop art, approfondendo quest’ultima in particolar modo, in quanto gli permette di trattare temi di ogni tipo, dal mondo della natura popolato da immagini di pesci ai prodotti di consumo e personaggi famosi e non. Negli ultimi dieci anni, dopo aver sperimentato in passato vari linguaggi e mezzi espressivi, tra cui la pittura ad olio su tele e chine nere o colorate su carta, si è dedicato al disegno su tavole utilizzando tempere unitamente a smalti e acrilici, pigmenti, etc. attraverso una neopop-figurazione fatta di immagini mediante l’utilizzazione di un archivio delle stesse tratte dal vasto repertorio massmediatico. All’inaugurazione del suo periodo ha preso parte il pubblicitario Elio Carmi, mentre l’assessore alla cultura Daria Carmi era passata il giorno precedente al vernissage, e ha avuto parole di elogio per l’iniziativa. Spiega Cinzia Sassone, direttore artistico del progetto: “Marco Briolini e i suoi ritratti POP dai toni sgargianti e policromi mi hanno permesso di creare 2 outfit un po’ sixties   dove il COLORE è protagonista. Il tailleur GERONIMO ha dettagli unconventional : il giacchino couture in tessuto jacquard 3D è arricchito con ricami , punti luce e vezzose piume sulle maniche così come la gonna a trapezio monocromo. Il ritratto di DALI’ diventa una stampa patchwork a scacchi sul top over annodato davanti, l’ho abbinato alla vaporosa gonna color-blocks , un po’ tutù , multistrato, dall’allure romantico ”

 

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INFO E CONTATTI
ARTE e MODA c.e.s.i.p.

Viale Morozzo San Michele 5   15033 Casale Monferrato (AL)

Tel.. 0142590395 arteemoda.cesip@gmail.com www.arteemodacasale.com
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Detenuto evade dal permesso premio

Stava scontando una pena per diversi reati commessi quando era ancora minorenne

Un detenuto romeno di 23 anni è evaso durante un permesso premio. Non ha fatto più rientro al carcere Ferrante Aporti, dove stava scontando una pena per diversi reati commessi quando era ancora minorenne. Il sindacato della polizia penitenziaria Osapp denuncia l’accaduto.

“Ecco perché Grasso ha fatto la scelta giusta”

Sulle colonne del giornale  ”  La Repubblica ” Stefano Folli, uno dei piu bravi commentatori politici, critica la decisione di Grasso, molto polemico verso il Rosatellum e l’apposizione della fiducia, di non essersi dimesso dalla Presidenza del Senato prima della approvazione della Legge.

A sostegno della sua tesi cita l’episodio verificatosi in occasione della approvazione della ” legge truffa” del 53 quando il sen. Giuseppe Paratore, Presidente del Senato, essendo in dissenso, si dimise prima che la legge truffa fosse votata. Il provvedimento venne approvato solo dopo l’elezione del suo successore. È una critica che non condivido e cerco di spiegarne le ragioni. Il Presidente del Senato è la seconda carica dello Stato. Se si fosse dimesso dalla carica prima della approvazione del Rosatellum  l’iter del provvedimento sarebbe diventato incerto e problematico. E questo si sarebbe verificato a pochi mesi dalla fine della legislatura e mentre sta per iniziare la discussione sulla legge di stabilità. Non oso immaginare le polemiche che quella decisione avrebbe scatenato, aggiungendo un ulteriore elemento di instabilità nella crisi delle nostre istituzioni . Sopratutto non oso pensare cosa avrebbero scritto  sui loro editoriali autorevoli commentatori politici, compreso lo stesso Folli. Il Presidente Grasso sarebbe stato accusato delle peggiori nefandezze; per esempio di essersi comportato in quel modo per impedire l’approvazione della legge elettorale e di aver voluto favorire l’iniziativa dei gruppi di opposizione. Secondo me Grasso ha fatto la scelta giusta. Ha denunciato che la decisione di porre la fiducia rappresentava una gravissima forzatura, difendendo le prerogative del Senato e la possibilità di emendare il provvedimento,  ma non si è messo di traverso. Poi una volta approvata legge, nel modo e con i contenuti che sappiamo, ha comunicato la scelta di abbandonare un Partito che ha rottamato anche la sua cultura istituzionale. I democratici dovrebbe imparare da Grasso e da Veltroni che, diversamente dalle invettive che al Presidente del Senato hanno rivolto alcuni esponenti del Pd, ha ricordato che il Pd è stato fondato affinché uomini come Grasso, un simbolo della lotta alla mafia, potessero entrarvi a far parte. Evidentemente non è più così. Ricordo, per averle vissute,le polemiche  del gruppo del PCI  nei confronti di Nilde Iotti, Presidente della Camera dei Deputati di fronte ad alcune sue decisioni che noi pensavamo che avrebbero favorito la maggioranza e la sua determinazione a difendere le sue prerogative e il ruolo delle istituzioni che vengono prima delle persone ( e delle loro ambizioni di potere) e dei partiti. Grasso è rimasto tra coloro che continuano a pensarla così e la sua decisione merita rispetto. In ogni caso non hanno titolo per criticarlo coloro che hanno considerato il Pd una ‘ porta girevole’ da utilizzare in base a convenienze e tornaconti personali o che  cambiano corrente a seconda di dove tira il vento.
Wilmer Ronzani

Mercatini di libero scambio e sicurezza

Recentemente fa a Torino si è consumata una vera e propria tragedia in pieno giorno, all’interno della struttura del mercatino di libero scambio sito in via Carcano: il nigeriano Kahlid Be Greata ha ucciso con un unico fendente alla gola Maurizio Gugliotta, originario di Catanzaro, ma residente da tempo a Settimo Torinese

Un omicidio apparentemente per futili motivi, che deriverebbe, all’origine, da un diverbio sugli spazi all’interno della struttura, che non può che colpire inevitabilmente l’opinione pubblica sia per l’oggettiva gravita del reato sia per il contesto dove si è consumato. Questi mercatini, ormai costituitisi nelle città più grandi, sono oggetto di dibattiti sia sui giornali sia tra la gente, molto spesso non solo per la loro ubicazione, che sembra essere sempre improvvisata in qualche zona d’ombra e, quindi, facilmente soggetta a degrado, quanto per la più completa mancanza di servizi igienico-sanitari a norma, per la manifesta inadempienza rispetto agli obblighi fiscali, la non tracciabilità di quanto commerciato e, infine, per la sicurezza intesa non solo quale rispetto di norme riguardanti la legge penale, ma soprattutto per quelle spesso non scritte del vivere civile, anche perché chi vuole aprire una attività di vendita al dettaglio in termini regolari viene sottoposto a una serie di procedure che, a molti, oggi sembrano non poco vessatorie.

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L’immigrazione nel nostro Paese sta diventando sempre più un fenomeno invasivo non solo nei numeri, ma anche nella percezione della presenza di individui, tendenzialmente africani, ai quali, in nome di una presunta “accoglienza”, ma, mi realtà, di una degenerazione della stessa, si concede nei fatti, rispetto a tanti italiani in evidente difficoltà, un binario preferenziale: vitto e alloggio presso una cooperativa convenzionata, la possibilità di lavorare, alla fine, quale ambulante presso un mercatino di solidarietà, dove lo scontrino fiscale è un optional e lo spazio assegnato costa giusto qualche euro al giorno. Ovviamente chi ha un occhio attento sa che la realtà non è proprio così come quella che appare, visto che, come è emerso anche dai media, vista la criticità del fenomeno, in molti centri di accoglienza queste persone, delle quali una parte è composta da riconosciuti profughi e da una restante di cercatori di fortuna, sono effettivamente costrette a soggiornare in strutture sovrappopolate, senza un numero di docce adeguato e, in alcuni casi, mal nutriti, oggetto di una feroce speculazione da parte di chi li gestisce in termini convenzionati con l’amministrazione pubblica. Molte di queste donne entrano nel racket della prostituzione, mentre gli uomini presenziano costantemente tutti i bar cittadini nell’intento di questuare la carità nell’insofferenza dei titolari dei pubblici esercizi e dei loro clienti. Chiaramente il fenomeno, nella sua complessità, non poteva che venir politicizzato dalle parti, spesso anche in termini invasivi e violenti, cercando di inserire la polemica in situazioni che hanno, in realtà, prettamente origine da violazione del diritto sia da parte delle Prefetture nella collocazione dei migranti in strutture troppo spesso non a norma, secondo i criteri di abitabilità tramite bandi di gara confezionati con urgenza e dei quali, pur essendo atti pubblici a pena di nullità, si fa molta fatica a entrarne in possesso o addirittura in visione, da parte delle cooperative, nei termini di ospitalità delle persone a loro affidate, in ultimo ai richiedenti asilo che, in molti casi, probabilmente vivendo situazioni di forte stress, turbano la quiete pubblica con schiamazzi nei migliori dei casi.

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Tanto clamore anche a livello nazionale sta destando la vicenda dell’asilo Govone sito a Genova Pegli, nella frazione di Multedo, dove la Prefettura locale ha affidato al momento una dozzina di migranti ad una cooperativa, che li avrebbe collocati all’interno di una struttura di proprietà di un ente religioso di suore, che ha ereditato la palazzina a seguito di una donazione di privati, con il vincolo della destinazione di uso ad asilo per bambini, nella sorpresa e, quindi, anche nella paura di tutto il quartiere che, necessitando di una struttura dove affidare la propria prole nelle ore lavorative, si è visto chiudere dalle suore una struttura a tutti gli effetti efficiente e più che giustificata da un punto di vista economico e sociale, salvo poi, alla fine della recente estate, in termini del tutto casuale, assistere alla sua riapertura, questa volta per ospitare inizialmente centinaia di migranti, salvo poi aver constatato la reazione del quartiere, dopo aver ridimensionato il progetto iniziale. Ho sentito troppe volte apostrofare questi residenti come razzisti, fascisti nei termini più ottimistici, e quali semplici egoisti; ma, nei fatti, chi può coscientemente criticare una mamma italiana di quarant’anni con due figli piccoli, che si ritrova proprio nel mezzo del quartiere, per chi non lo conoscesse, pedonalizzato da stradine più che veri e propri passi carrabili, una struttura con soggetti scarsamente identificati dei quali si sa poco e niente e sui quali i primi a non essere trasparenti e di dialogo con l’opinione pubblica sono le istituzioni con i loro rappresentanti e dirigenti?

 

Ruffino: “Gli artigiani hanno bisogno di aiuto dalle istituzioni”

“L’artigianato torinese e piemontese chiede il sostegno delle istituzioni per semplificare la burocrazia e per poter creare lavoro e sviluppo”.

È’ quanto afferma Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, a margine dell’assemblea di Confartigianato Torino.

“Per le imprese è fondamentale che la pubblica amministrazione sia efficiente. Ma, purtroppo – prosegue Ruffino – nei rapporti con le imprese così non è’: la Città metropolitana è assente, le Unioni dei comuni non funzionano a dovere, i Suap, gli sportelli per le attività  produttive, non decollano e gli artigiani restano privi di servizi importanti. Bisogna dare risposte concrete a chi lavora. Nella mia attività in Consiglio regionale sto puntando sulla riduzione dell’imposizione fiscale sui capannoni e sull’ abbattimento totale o almeno in parte per  le nuove

attività artigiane”.

“La politica deve essere più incisiva nell’aiutare chi , come gli artigiani genera lavoro e sviluppo. Per quanto mi riguarda – conclude Ruffino – proporrò nuovamente anche in sede di assestamento di bilancio misure specifiche. Bisogna anche puntare sulle imprese 4.0, sulla rete internet ultra veloce per i Comuni. Come auspica il presidente Dino De Santis, credo anche io fermamente nel dialogo tra le imprese artigiane e le istituzioni per realizzare progetti utili e concreti. Perché artigianato vuole dire certamente tradizione ma anche innovazione orientata al rilancio dell’occupazione e dell’economia”

Piemonte in fiamme: dopo lo spegnimento un altro mese di lavoro contro la ripresa del fuoco

AGGIORNAMENTO Evacuati ieri, oggi tornano a casa i 650 abitanti di Mompantero. Il vento, fortunatamente, è in calo. L’autostrada Torino-Bardonecchia, che era stata chiusa tra Chianocco e Oulx, ora è riaperta.  Otto vigili del fuoco sono rimasti intossicati nel corso delle operazioni di spegnimento che proseguono, anche con l’ausilio dei canadair.

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Sono ancora ore critiche per gli incendi in Piemonte. A Susa è stata evacuata una casa di riposo con 190 anziani ed è stato predisposto un centro di accoglienza per 200 persone. E’ stata chiusa l’autostrada Torino-Bardonecchia tra Chianocco e Oulx. Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, che in questi giorni è stato nella zona dei roghi ha sottolineato che “Le operazioni, coordinate da chi ha la sensibilità e le competenze per farlo, devono continuare sino a che l’allarme non finirà. Un ringraziamento va pertanto rivolto ai volontari dell’Aib, della Croce Rossa, della Protezione civile e ai Vigili del fuoco. La Regione ha deciso di coprire le spese necessarie per l’utilizzo dei mezzi aerei”. Molti i giovani sono arrivati nelle zone in fiamme per unirsi ai volontari. La Regione sottolinea in una nota che “occorre una pianificazione forestale e una gestione sostenibile della ricchezza bosco, perché ci sono boschi abbandonati e terreni incolti da recuperare. In questa direzione potrà giocare un ruolo importante la recente legge regionale sull’associazionismo fondiario”. Fino a poche ore fa erano ancora attivi 13 incendi nei territori di Mompantero, Bussoleno, Traversella, Cumiana, Locana, Roure, Cantalupa e Frossasco in provincia di Torino, Demonte, Pietraporzio, Casteldelfino e Bellino in provincia di Cuneo. Non va dimenticato che una volta spento un incendio si dovrà lavorare ancora per 30-40 giorni fino ad arrivare al terreno, in modo da evitare casi di ripresa del fuoco. Sulla pagina Fb del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco si legge che non ha avuto sosta ” l’azione di spegnimento da parte dei vigili del fuoco dei numerosi fronti di incendio che stanno interessando sia la provincia di Cuneo, in particolare i comuni ad alta quota di Bellino e Casteldelfino, e sia quella di Torino. Dal 15 ottobre sono stati effettuati dalla flotta aerea del Corpo Nazionale 437 lanci. Nel cuneese stanno operando 10 squadre di vigili del fuoco via terra, supportate da un Canadair ed un S64 Erickson, divise tra i territori di Bellino, Pietraporzio e Casteldelfino. In provincia di Torino sono 40 le squadre VVF che stanno fronteggiando i roghi e, nonostante il forte vento e la non piena visibilità a causa delle nubi di fumo, 4 i Canadair in volo”. Le maggiori criticità si sono verificate nei comuni di Monpantero, Locana, Frossasco, Cantalupa, Cumiana e Traversella. Un sospetto piromane è stato scoperto nel Biellese.

 

(foto: VV. FF. Comando provinciale Torino)