redazione il torinese

Luigi Serralunga tra simbolismo e Liberty

FINO AL 18 FEBBRAIO

Con un raffinato “Autoritratto”, olio su tela del 1918, si inizia il lungo percorso espositivo della selezionatissima antologica dedicata a Luigi Serralunga – fra i più valenti interpreti della cultura artistica italiana di fine Ottocento inizi Novecento – e ospitata, fino a febbraio, nelle Cucine Reali della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Serralunga aveva allora 38 anni e, in cornice, mostra uno sguardo intenso, occhialini alla Cavour e baffi folti moderatamente rigirati all’insù. Il bianco colletto della camicia libera il volto dal fondo in ombra del soggetto. Nato a Torino nel 1880, da famiglia borghese legata all’amministrazione regia, nel ‘18 aveva già da tempo terminato gli studi all’Accademia Albertina di Belle Arti, dove suo provvidenziale maestro era stato soprattutto Giacomo Grosso, pittore già affermato – giunto al successo con la prima Biennale di Venezia – e riferimento costante ( a volte in modo fin troppo eccessivo) per tutta la carriera artistica di Serralunga. Che, dopo aver iniziato ad esporre dal 1904 (e lo farà ininterrottamente fino al 1939, anno precedente la morte) alla Società Promotrice di Belle Arti, andò gradualmente affermandosi nella nutrita e non facile scena artistica torinese, confrontandosi puntigliosamente con artisti del calibro di un Lorenzo Delleani o di un Leonardo Bistolfi e di un Giovanni Guarlotti. Pittore particolarmente amato dalla nobiltà e dalla buona borghesia sabauda, Luigi Serralunga partecipò anche alle Quadriennali torinesi del 1923 e del 1928, oltreché alle rassegne organizzate sempre a Torino dalla Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti, nell’ambito del Circolo degli Artisti, e dalla Società Amici dell’Arte, come testimoniano le cronache artistiche del tempo, a firma di Emilio Zanzi, critico della “Gazzetta del Popolo” e della rivista “Emporium”. Apprezzato pittore, Serralunga fu inoltre valente maestro di giovani (allora) promesse dell’arte, come Mattia Moreni e soprattutto Ettore Fico, suo vero “pupillo” ed “erede morale e pittorico della sua opera”, al punto che un buon numero di suoi dipinti sono oggi confluiti nella stessa Fondazione Ettore Fico. E qui il cerchio si chiude. E’ infatti proprio sotto la direzione artistica del MEF – Museo Ettore Fico, in collaborazione con Ordine Mauriziano e Reverse Agency, che nasce la grande antologica di Stupinigi (un’ottantina le opere esposte), curata da Andrea Busto e prima iniziativa in assoluto del Sistema Cultura Nichelino. Un primo passo, per una collaborazione che si auspica possa procedere ed evolversi nel tempo. Luogo espositivo ideale e di forte suggestione, gli ampi spazi delle Cucine Reali della Palazzina. Qui l’itinerario si snoda fra i temi più cari al pittore, in linea con una poetica che “incarna i dettami della tradizione tardo-simbolista, contaminata dalle suggestioni provenienti dalla grande stagione della pittura figurativa ottocentesca”. Ecco allora i “ritratti”, soprattutto di nobildonne ed esponenti della ricca borghesia torinese (ma in parete c’è anche, datato 1907, un interessante e vigoroso “Ritratto di Orsola”corpulenta donna di servizio che Serralunga fissa con evidente e bonaria simpatia e una bimba in “Preghiera” del 1913 che è un autentico soffio di delicata poesia); e poi i “nudi” (il “Nudo su fondo rosso” del 1910 e “Specchio e piumino” fine anni Venti, quadri in cui l’influenza di Giacomo Grosso – per certa opacità e velatura del segno, così come per la stessa postura delle figure ritratte – si fa sentire con evidenza, a tratti fin troppo marcata come nel sensuale “Nudo disteso” del 1916); per terminare con vigorose “nature morte” e con altrettanto robuste e mosse “scene di caccia” ( esemplare la “Lotta di cani con un cinghiale” del 1915). Altro dato interessante della mostra, in modo particolare rispetto ai “nudi” e ai “ritratti”, é l’accostamento dei quadri alle copie di foto originali (stampe a sali d’argento) eseguite dallo stesso pittore e successivamente elaborate al cavalletto. Dipinto e foto della stessa modella in posa raccontano in fondo di quanto l’ispirazione, l’istinto e la visionarietà dell’artista possano tradursi, alla resa dei conti, in “narrati” parzialmente o assolutamente diversi dalla realtà cristallizzata in un semplice scatto fotografico. Esempio eclatante, la grande “Lea”, olio su tela del ’32, “modella di lusso” come lei stessa amava definirsi. Certo non più giovane ma con classe da vendere. Rossetto sgargiante e smalto alle unghie, sontuoso abito scuro, portamento sofisticato e altero, dalla fierezza aristocratica nella posa fotografica; pensierosa e sobria, avvolta in una semplicissima tunica nera priva di orpelli e ornamenti che dir si voglia nell’opera pittorica. Atmosfera di silente e malinconica riflessione, il quadro fu acquisito dalla Gam nel 1942, dopo la mostra postuma organizzata dagli amici di Serralunga al Circolo degli Artisti e accompagnata da una commossa presentazione di Giovanni Guarlotti.

 

Gianni Milani

 

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“Luigi Serralunga tra Simbolismo e Liberty”

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino , tel. 011/6200634 – www.palazzinastupinigi.it  Fino al 18 febbraio

Orari: mart. – ven. 10-17,30/ sab.- dom. e festivi 10-18,30/ lun. chiuso

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Le immagini:

– Luigi Serralunga: “Autoritratto”, olio su tela, 1918

– Luigi Serralunga: “Specchio e piumino”, olio su tela, fine anni Venti
– Luigi Serralunga: “Natura morta con pesche e uva”, olio su tela, prima metà anni Trenta
– Luigi Serralunga: “Lotta di cani con cinghiale”, olio su tela, 1915

Juve-Barcellona, è già sold out

E’ subito tutto esaurito per il match Juventus-Barcellona, nel girone D di Champions League, il prossimo 22 novembre all’Allianz Stadium di Torino. Sono bastati  pochi minuti di libera vendita e i tagliandi sono andati esauriti, informa la società bianconera. La squadra di Allegri sta cercando di conquistare i punti per la qualificazione. Ha  3 di vantaggio punti sullo Sporting Lisbona e  negli ultimi due turni deve affrontare gli spagnoli  in casa e poi l’Olympiacos ad Atene il  prossimo 5 dicembre.

“ULTIMO COVO”. BOETI (PD): “SUL TERRORISMO NON SI GIOCA”

“Considero offensivo, per le vittime del terrorismo e i loro familiari, un gioco di ruolo che ripropone uno dei periodi più cupi della storia del nostro Paese”: lo dichiara il vice Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Nino BOETI, presidente del Comitato Resistenza e Costituzione dell’assemblea subalpina, Comitato nato in quei tragici anni, nel 1976, per difendere i valori fondanti la nostra Repubblica contro ogni estremismo. “Tra il 1969 e il 1982 si contarono 361 morti e 750 feriti. In quegli anni 40 mila persone, per lo più giovani, sono state denunciate per atti di violenza politica, 20 mila di loro sono state inquisite per la lotta armata, 15 mila hanno conosciuto il carcere, 7 mila sono state processate per associazione eversiva, banda armata e insurrezione contro lo Stato. Alcuni protagonisti di quelle vicende non hanno mai mostrato pentimento per i loro crimini. Sono ferite che continuano a sanguinare e sulle quali non si può giocare con superficialità. Bisogna ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, cosa ha significato per il nostro Paese la stagione del terrorismo e quante vite sono state stroncate dalla cieca violenza ideologica, e non mi pare proprio che iniziative come ‘L’ultimo covo’ possano in qualche modo servire a questo scopo”.

 

RADICALI – AUMENTANO GLI ABBANDONI DI RIFIUTI: AMMINISTRAZIONI INVESTANO SU CONTROLLO E NUOVE TECNOLOGIE

Boni: “In alcune zone del Torinese vengono buttati nei rii mobili, divani, medicinali e rifiuti pericolosi”

In molte aree circostanti la città di Torino è sempre più evidente la presenza diffusa della pratica di abbandonare rifiuti illegalmente. Un monitoraggio effettuato dai militanti radicali evidenzia in particolare tra Gassino t.se e Castiglione e sulla superstrada Torino-Chiavasso molte zone di abbandono con cumuli di materiali assai ingenti che spesso contengono anche rifiuti pericolosi. Dello smaltimento dei rifiuti abbandonati e delle tecniche di prevenzione e controllo si parlerà a Ecomondo tra il 7 e l’11 novembre a Rimini

Dichiara Igor Boni (Coordinatore Associazione radicale Adelaide Aglietta):

“In alcune zone del Torinese vengono buttati nei rii o accumulati nottetempo al margine della strada mobili, divani, macerie, medicinali e rifiuti pericolosi. Le amministrazioni comunali, già povere di denaro, sono costrette a spendere soldi per ripulire i rifiuti abbandonati. Sono costi non prevedibili che tolgono risorse al resto dei servizi. Inoltre i rischi di inquinamento delle acque superficiali e del suolo è rilevante. Eppure esistono tecnologie che con poco costo consentono di individuare colpevoli e ridurre gli eventi criminosi. Oltre alla verifica dei rifiuti abbandonati illegalmente dove possono essere reperiti utili indizi sulla provenienza è opportuno installare nelle aree di abbandono foto-trappole (molto più economiche dei classici impianti di videosorveglianza) che inviano le immagini rilevate in tempo reale. Esistono inoltre applicazioni che consentono alle guardie ecologiche, operatori del comune, vigili, etc. di fotografare e georeferenziare con un semplice smartphone gli abbandoni rilevati, i dati vengono convogliati direttamente agli uffici comunali, i quali possono gestire nel tempo le segnalazioni registrate. La comunicazione dei nuovi provvedimenti alla cittadinanza, ha l’effetto immediato di dare la percezione del controllo del territorio e consente di individuare alcuni dei responsabili degli illeciti. L’investimento in questi dispositivi,  insieme ad una campagna di informazione sulle modalità di smaltimento dei rifiuti (spesso gratuite!), ritorna all’amministrazione rapidamente, dato che gli abbandoni diminuiranno così come le spese dello smaltimento dei rifiuti abbandonati”.
(foto: il Torinese)

Arrestato il rapinatore seriale di farmacie

Gianluca Cammarata, di 41 anni, è il rapinatore seriale arrestato dai carabinieri della Compagnia Oltre Dora, che ha compiuto  sette colpi nelle farmacie in quindici giorni, con il volto coperto e brandendo un coltello. Le rapine sono avvenute tra il 4 e il 20 ottobre, ha rubato in tutto  3.370 euro. Nell’arco del  2017 i carabinieri hanno arrestato 94 rapinatori  autori di 124 rapine nella sola Torino.

Arte e occulto alla Pinacoteca Agnelli

La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli prosegue il suo percorso di ricerca sul tema del collezionismo e presenta PARANORMAL. TONY OURSLER VS GUSTAVO ROL, una raccolta ideale costituita dalle opere dell’artista americano e da una selezione di oggetti appartenenti alla sua enorme collezione legata al mondo dell’occulto, posti in relazione all’attività paranormale e alle opere presenti nelle collezioni torinesi di Gustavo Rol, attivo a Torino nella seconda metà del Novecento.

Le opere sono state individuate da Tony Oursler insieme al curatore della mostra Paolo Colombo e inserite in un ambiente concepito dall’artista stesso che in questa occasione presenterà anche una serie di nuovi lavori, gli Ex Voto, ispirati alla visita alla Chiesa della Consolata di Torino. Marcella Pralormo, Direttrice della Pinacoteca Agnelli, si è occupata della sezione della mostra dedicata a Gustavo Rol, con un lungo lavoro di ricerca delle persone che lo hanno conosciuto e frequentato, rintracciando e selezionando insieme a Tony Oursler e a Paolo Colombo i dipinti e gli oggetti appartenuti a Rol, presenti nelle collezioni private torinesi.

 

Ideatore della video-scultura, Tony Oursler è uno dei più innovativi artisti a utilizzare il video come mezzo espressivo. Le sue opere non si limitano a esprimersi attraverso l’immagine video, ma utilizzano e sovrappongono scultura, design, installazione, proiezioni multimediali, proiezione singola (single channel projection), registrazioni e performance interagendo anche con lo spettatore. Tra i suoi lavori più noti troviamo le proiezioni di volti su superfici di tessuto arrotondato e su altri materiali, eterogenei quanto effimeri, come il fumo; volti che declamano testi solitamente poetici utilizzando un linguaggio criptico e che sono a tutti gli effetti apparizioni proiettate su degli oggetti con presenza scultorea.

 

Oursler ha collezionato per anni oggetti, pubblicazioni, ephemera legati al paranormale, lasciandosi profondamente ispirare per molte sue opere: fotografie di fantasmi, testi di pseudo-scienza, tecnologia primitiva per la creazione di illusioni visive, hanno arricchito negli anni un archivio che oggi conta oltre 15.000 elementi.

Un interesse che ha una profonda radice nella storia familiare dell’artista: suo nonno, Charles Fulton Oursler, scrittore, giornalista e sceneggiatore – autore tra le altre cose di “La più grande storia mai raccontata” (1949) che ha ispirato il celebre film degli anni Sessanta – aveva frequenti interazioni con Sir Arthur Conan Doyle, scrittore inglese sostenitore dello spiritualismo e del paranormale ed è stato grande amico di Harry Houdini, che ha sostenuto nella sua battaglia contro le frodi dei falsi medium durante gli anni Venti, fino alla pubblicazione del libro “Spirit Mediums Exposed” (1930), che rivelava proprio le tecniche di frode.

 

Un percorso che trova innumerevoli legami con la figura di Gustavo Rol, nato nel 1903 da una famiglia della ricca borghesia torinese. Un personaggio fuori dal comune, amante delle arti e pittore egli stesso, colto e carismatico: dopo aver lavorato come giornalista e bancario si è dedicato per tutta la vita alla sua grande passione, l’occulto. I suoi sostenitori gli hanno attribuito proprietà paranormali, i suoi critici hanno parlato di “mentalismo”, ma Gustavo Rol si è sempre dichiarato semplicemente un ricercatore e sperimentatore, con l’unico obiettivo “di incoraggiare gli uomini a guardare oltre l’apparenza e a stimolare in loro lo spirito intelligente“. Un uomo che ha attraversato il Novecento lasciando una traccia profonda nell’immaginario collettivo e nelle numerose personalità internazionali con cui è entrato in relazione: da Walt Disney a Marcello Mastroianni, da alcuni presidenti della Repubblica Italiana, come Giuseppe Saragat e Luigi Einaudi, al presidente John Fitzgerald Kennedy fino alla Regina Elisabetta II. Federico Fellini – di cui in mostra possiamo ammirare due disegni – lo definisce “sconcertante”, legandosi a lui con una profonda amicizia. 

 

Nella lunga intervista presente in catalogo, Paolo Colombo ragiona insieme a Tony Oursler   su numerosi aspetti della sua collezione e del suo agire artistico anche in relazione ai dipinti di Rol, alcuni dei quali pare si animassero, come quel paesaggio con un uomo lungo la strada che capitava si spostasse in punti diversi del dipinto nel corso del tempo. “Quella storia per me è stata la chiave del progetto: l’immagine in movimento. Si lega al balzo tecnologico e la tecnologia è il trauma contemporaneo a cui faccio riferimento […] : l’essere umano contro la macchina” – sostiene Oursler. Un trauma che dialoga con gli eventi drammatici raccontati negli ex voto presenti al Santuario della Consolata di Torino, fonte di ispirazione per gli ultimi lavori di Tony Oursler, realizzati appositamente per questa mostra. “In questa serie, manualità e uso dei macchinari vanno di pari passo. Passo così tanto tempo davanti a un computer che mi piace davvero poter dipingere o comunque poter fare qualcosa di manuale […]. Negli ex voto più antichi si vedono i guai provocati dai primi fallimenti tecnologici, bombe, scontri automobilistici. Uno, che amo particolarmente, mostra un uomo che rischia di essere maciullato perché i suoi vestiti sono rimasti incastrati in un ingranaggio. Da qui c’è un salto, ed ecco le mie nuove opere e i nostri traumi odierni: intelligenza artificiale, scorie radioattive, pensiero magico, […].

 

L’allestimento della mostra è progettato da Marco Palmieri che nel percorso espositivo affianca le installazioni video di Tony Oursler ai dipinti di Gustavo Rol, i contributi e le testimonianze di quanto accadeva in presenza di Rol alla collezione sul paranormale di Oursler, articolando un racconto per immagini che permette allo spettatore di osservare da un nuovo punto di vista – e forse provare a comprendere – fenomeni inspiegabili.

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PARANORMAL

TONY OURSLER VS GUSTAVO ROL

a cura di Paolo Colombo

dal 3 novembre 2017 al 25 febbraio 2018

 

Il catalogo della mostra è edito da Corraini. Gucci è partner della mostra.

 

 

Collezione Permanente e Mostra Temporanea
Biglietti ingresso: Intero €10; Ridotto €8 gruppi, over65, convenzionati; Ridotto speciale €4 scuole e ragazzi 6-16 anni; Gratuito 0-6 anni non compiuti, disabili, Abbonati Musei Torino Piemonte e Torino+Piemonte Contemporary Card

Chemioterapia, Sant’Anna: stop alla caduta dei capelli

Per la prima volta all’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino arriva una rivoluzionaria apparecchiatura per aiutare le pazienti sottoposte a chemioterapia a non perdere i capelli, grazie all’Associazione “Insenoallavita” Onlus. Si chiama “Paxman Scapl Cooling” e serve a contenere uno degli effetti più comuni ed angoscianti provocati dalla chemioterapia: la caduta dei capelli, che si verifica a causa dell’atrofia parziale o totale della radice del bulbo pilifero, ‘attaccato’ dal farmaco.

L’alopecia ha un impatto negativo sulla qualità di vita dei malati di cancro, indipendentemente dal sesso e dall’età, induce un cambiamento dell’immagine corporea e, in particolare, dalla donna è vissuta come una diminuzione di femminilità in termini di estetica e sensualità. Presso il Day Hospital Oncologico dell’ospedale Sant’Anna, dopo un periodo di training formativo per lo staff infermieristico con il dottor Saverio Danese e la dottoressa Elisa Picardo, è in funzione per le pazienti il nuovo dispositivo, donato grazie al contributo di una paziente, come spiega il primario della Ginecologia e Ostetricia ospedaliera e Presidente dell’Associazione, dottor Saverio Danese: “L’alopecia viene vissuta come una continua dimostrazione della propria malattia, alterando le relazioni sociali e familiari. Questo problema fisico ed emozionale può portare ad una riluttanza o rifiuto a sottoporsi a trattamenti chemioterapici”.  L’apparecchiatura è dotata di due postazioni, che vengono impiegate in contemporanea alle sedute di chemioterapia, alle pazienti viene fatta indossare una cuffia, simile ad un casco da parrucchiera, che abbassa la temperatura del cuoio capelluto, producendo una sensibile riduzione del flusso di sangue ai follicoli piliferi, preservandoli in questo modo dalla distruzione. “Come Day Hospital Oncologico – sottolinea Danese – abbiamo formulato un preciso protocollo di utilizzo di questo strumento, per poterne studiare i risultati e garantire alle nostri pazienti la possibilità di accedere al trattamento col massimo del beneficio atteso“. L’utilizzo di questo strumento e la sua diffusione rappresentano una speranza di migliorare la qualità di vita delle pazienti sottoposte a chemioterapia.

Come nasce la cuffia Paxman

La storia degli imprenditori Paxman inizia negli anni ’50 del secolo scorso, con l’invenzione di un sistema di raffreddamento per la birra. La produzione dell’azienda, però, è destinata a mutare radicalmente. La moglie del figlio del fondatore, infatti, si ammala di tumore al seno. E il consorte Glenn, aiutato dal padre Eric e dal fratello Neil, decide di investire tutta la propria conoscenza nel campo dei sistemi di raffreddamento per plasmarli e renderli utili ai malati di tumore che devono sottoporsi alla chemioterapia. Stando vicino alla moglie malata, Glenn si rende conto ben presto di quanto sia difficile accettare, soprattutto per una donna, la perdita dei capelli durante i trattamenti chemioterapici. Un dolore che lui vuole riuscire ad evitare a chi soffre già per una malattia grave. La moglie diventa la prima donna a sperimentare la ‘cuffia’, anche se su di lei lo strumento, ancora ‘primitivo’, non sortisce l’effetto sperato. Dopo alcuni mesi la malattia, inesorabilmente, strappa a Glenn l’amore della moglie per la quale ha tanto lottato. Ma, ormai, la famiglia ha segnato la propria storia. Dopo diversi studi e ricerche, nel 1997, la Paxman produce il primo prototipo ufficiale della ‘cuffia’ che viene installata presso la Huddersfield Royal Infirmary. Oggi Paxman è l’unico produttore di questo tipo di tecnologia. Il sistema di raffreddamento del cuoio capelluto è utilizzato in Gran Bretagna. La ‘cuffia’ è stata installata anche in alcuni ospedali di Svizzera, Francia, Germania e Giappone.
Come funziona la ‘cuffia’ refrigerata

Il requisito fondamentale di un farmaco chemioterapico (il termine deriva dalla parola greca ‘chemio’ che significa chimica ed il suffisso terapia) è la selettività del bersaglio, che lo porta all’eliminazione delle cellule neoplastiche, preservando il più possibile la salute di quelle sane. Si tratta, però, di un requisito puramente ideale, dal momento che non esistono farmaci chemioterapici in grado di agire esclusivamente sulla massa tumorale e non presentare effetti collaterali su altri tessuti dell’organismo anche se, solitamente, questi ultimi sono in grado di tornare alla normalità al termine della terapia. Paxman non è altro che una cuffia di silicone morbido, collegata ad un impianto frigorifero compatto, che viene posta sulla testa del paziente prima, durante e dopo il trattamento chemioterapico. La temperatura del cuoio capelluto viene abbassata gradualmente, facendo circolare un refrigerante speciale all’interno della cuffia, ed è mantenuta costante per tutto il periodo del trattamento, partendo da circa 20 minuti prima e continuando anche a fine seduta per un periodo di tempo che può variare da 45 minuti sino a 2 ore. La perdita dei capelli a seguito di alcuni trattamenti di chemioterapia si verifica a causa dell’atrofia parziale o totale della radice del bulbo pilifero, “attaccato” dal farmaco. Il sistema del raffreddamento produce invece una sensibile riduzione del flusso di sangue ai follicoli piliferi, preservandoli in questo modo dalla distruzione. Il sistema Paxman può essere efficace su una vasta gamma di farmaci chemioterapici.

Piazza San Carlo, arrivati gli avvisi di garanzia: indagati anche la sindaca e il questore

E’ in corso la notifica degli avvisi di garanzia per la tragica notte del 3 giugno in piazza San Carlo, quando per la calca creatasi durante la proiezione della finale di Champions, rimasero ferite oltre 1500 persone e in seguito una donna morì. Al momento gli avvisi consegnati sono una decina, compresi – come riportano i principali siti web di informazione – quello alla sindaca Chiara Appendino, al suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana e al questore Angelo Sanna. Gli altri sono destinati a funzionari comunali che si occuparono della macchina organizzativa della serata. La procura della Repubblica, dopo avere ascoltato negli ultimi 5 mesi centinaia di testimoni, ha puntato le indagini sulle presunte carenze nella sicurezza, ad incominciare dalla presenza di transenne metalliche troppo pesanti e delle bottiglie di birra che causarono, rompendosi, tanti feriti. Altri avvisi di garanzia (in tutto una quindicina)  potrebbero essere consegnati a funzionari delle diverse istituzioni coinvolte nell’organizzazione della serata, durante la quale la “catena di comando” non ha tragicamente funzionato.

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AGGIORNAMENTO I provvedimenti giudiziari notificati sono inviti a comparire relativi a un  prossimo interrogatorio. La procura procede per i reati di lesioni, omicidio colposo e disastro colposo. La sindaca Appendino scrive in un post su Facebook: “Offrirò come sempre la massima collaborazione agli inquirenti poiché è interesse di tutta la cittadinanza che vengano ricostruiti i fatti e definite le responsabilità di ognuno”

 

(foto: il Torinese)

La Regione dà il via alla campagna antinfluenzale. Vaccino gratis per le categorie a rischio

La campagna regionale che partirà il 6 novembre rammenta che “l’influenza è una malattia stagionale che rappresenta un problema di salute da non trascurare a causa dell’alto numero di persone colpite e per le possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio”. E’ quindi importante proteggersi e prendere per tempo le precauzioni necessarie. Da lunedì 6 novembre la campagna stagionale di vaccinazione, con la quale l’Assessorato regionale alla Sanità intende raggiungere il 75% dei soggetti interessati, proporrà gratuitamente la vaccinazione a chi, a causa del proprio stato di salute, si trova in

condizioni di maggior rischio: persone dai 65 anni in su; coloro che hanno tra i 6 mesi ed i 64 anni e soffrono di malattie croniche che, in caso di influenza, possono sviluppare gravi complicazioni. La Regione ricorda che, oltre alla vaccinazione, misure efficaci per prevenire le infezioni respiratorie sono: lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce, rimanere a casa nei primi giorni di malattia respiratoria febbrile per non contagiare le persone con cui si viene in contatto. Vengono coinvolti anche i farmacisti che, in virtù dell’accordo siglato dalla Regione con Federfarma e Assofarm, consegneranno ai medici e ai pediatri i vaccini che l’Asl di appartenenza del medico ha deciso di utilizzare. I farmacisti si impegnano anche a sensibilizzare i pazienti sull’importanza della vaccinazione. Lo scorso anno in Piemonte l’influenza ha colpito 560.000 persone e ha fatto aumentare gli accessi al Pronto soccorso ed i ricoveri in ospedale, è stata una rilevante causa di assenza dal lavoro. Durante la stagione sono state somministrate 640.000 dosi di vaccino. Informazioni dettagliate ed aggiornate sono disponibili su www.regione.piemonte.it/sanita e possono essere richieste direttamente ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta o ai servizi vaccinali delle Asl

In 10 mila nel weekend alle Ogr

Per il fine settimana dell’arte contemporanea le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino hanno accolto 9.946 persone
Diversi gli appuntamenti in programma: la grande mostra “Come una falena alla fiamma” organizzata in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; il convegno di AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani) sull’impatto del digitale sull’arte contemporanea e sui musei; la programmazione di Club to Club e agli otto concerti antologici dei Kraftwerk .
I concerti si chiuderanno martedì 7 novembre mentre la mostra proseguirà fino al 14 gennaio.
Un dettaglio dei numeri:
– 150 partecipanti al convegno AMACI
– 5.896 ingressi alla mostra “Come una falena alla fiamma”
– 4.900 presenze ai concerti
– tra questi 326 appartenenti alla stampa e ai media