redazione il torinese

Razzismo sul bus, si cerca l’uomo che ha insultato la ragazza

I carabinieri di Grugliasco stanno cercando di identificare l’uomo che nei giorni scorsi si è reso protagonista di un episodio di razzismo nei confronti di una ragazza di origine africana. A bordo di un bus, il 63, che collega la cittadina della cintura torinese al capoluogo, la giovane è stata apostrofata da un uomo sui 60 anni che l’ha anche urtata al ginocchio muovendosi sul bus, urlandole “torna al tuo paese”. La ragazza ha avuto la solidarietà della sindaca Chiara Appendino.

“The Broken Key”. Alla ricerca del Sacro Graal

Il 14 novembre prossimo al cinema Ideal anteprima del nuovo film del regista torinese Louis Nero. Nel cast di eccezione Franco Nero e Rutger Hauer 

 

 

Dopo aver esplorato i segreti di Dante nel docufilm intitolato “Il mistero di Dante”, il regista torinese Louis Nero è tornato dietro la macchina da presa, immergendosi nuovamente nei misteri della storia italiana e scegliendo, ancora una volta, una città ricca di esoterismo e di radici mitiche quale Torino. Lo ha fatto con il suo ultimo film dal titolo The Broken Key, che vanta un cast di tutto rispetto, con attori quali Christopher Lambert, Rutger Hauer (l’attore in Blade runner, protagonista del monologo “Ho visto cose che voi umani. ..”), Geraldine Chaplin, William Baldwin, Michael Madsen, Franco Nero, Kabir Bedi e Maria De Medeiros. Il film, che uscirà nelle sale dal 16 novembre prossimo, verrà presentato in anteprima in una serata speciale per il pubblico martedì 14 novembre prossimo, con proiezione alle 21.30 al cinema Ideal di Torino, in corso Beccaria 4. ” The Broken Key – spiega il regista Louis Nero – vuole rappresentare la ricerca del Sacro Graal, che si concentra nella chiave spezzata. Il protagonista, il ricercatore inglese Arthur J. Adams, viene spinto a compiere questo percorso avventuroso dal suo mentore, il professor Moonlight.

La sua ricerca del frammento mancante di un antico papiro, protetto dalla misteriosa confraternita dei seguaci di Horus, risulta ostacolata da una serie di misteriosi omicidi legati ai sette peccati capitali. Uno di questi, l’accidia, è impersonato dall’attrice Geraldine Chaplin, che è anche il guardiano del paradiso celeste, con sede nella Mole, punto centrale di tutto il film”. “Sono tuttavia molte le location che ho scelto per girare il film – aggiunge Louis Nero – tra cui alcune delle più belle piazze torinesi, quali piazza Castello e piazza Statuto, carica di esoterismo, alcuni palazzi prestigiosi come Palazzo Cisterna, dove ho collocato l’abitazione del professor Moonlight, il Palavela, dove ho girato alcune scene sul tetto, la galleria di Diana della Reggia di Venaria, il Museo Egizio e la Sacra San Michele, sede del paradiso terrestre”. “Il protagonista del mio film – conclude Louis Nero- dovrà anche addentrarsi nei meandri di una metropoli del futuro, una Torino del 2033, specchio della sua anima, dove circoleranno soltanto più quali auto delle Jaguar degli anni Settanta, ma riattualizzate in versione elettrica e con I Pad sul cruscotto, e sarà lì che riuscirà a ritrovare il pezzo mancante della chiave e a salvare l’umanità”.

 

Mara Martellotta

 

Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura

FINO AL 18 FEBBRAIO 2018 San Secondo di Pinerolo (Torino)

La sua prima mostra, ospitata nel 1935 alla Galleria “Il Milione” di Milano, dove espose opere di pura “astrazione musicale”, fu impietosamente stroncata nientemeno che dall’allora futurista Carlo Carrà, che le dichiarò “opere intelligenti, ma non sculture”. Troppo spigolose, troppo essenziali, prive di pathos. Troppo astratte (e per di più con quella strana declinazione al “musicale”) per essere allora comprese nella loro intima cifra stilistica ed emozionale. Si dovrà arrivare del resto agli anni Sessanta – con Calder o con Giacometti, solo per fare qualche nome – per concedere anche alla scultura quell’“audacia concettuale” già in precedenza sperimentata senza grossi inciampi interpretativi in campo pittorico. Certo, per l’allora trentaquatrenne Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986), dovettero rappresentare un boccone piuttosto amaro le dure parole riservate da cotanto maestro alla sua opera, dove “la musica– scriveva l’artista – mi ha richiamato, disciplinando con le sue leggi, distrazioni e divagazioni in un discorso equilibrato”. Ma non per questo allentò la forte passione e la voglia di ricerca tesa alla realizzazione della “forma pura” su cui per anni aveva lavorato a Torino nello studio di Pietro Canonica e poi all’Accademia di Brera a Milano come allievo di Adolfo Wildt e fianco a fianco con Lucio Fontana con cui strinse un lungo importante sodalizio, aderendo anche al “Kn”, il Manifesto di Carlo Belli, che Kandinsky definì come il “Vangelo dell’arte astratta”, così come al movimento parigino “Abstraction-Création”. Per non dimenticare la convinta partecipazione, insieme al gruppo degli astrattisti milanesi, alla prima mostra collettiva di arte astratta tenutasi nello studio di Casorati e Paulucci a Torino. Ingegnere per formazione (si laureò al Politecnico di Milano nel 1924, diplomandosi nello stesso anno anche come pianista professionista) ed artista per vocazione, a Melotti – che alla giusta notorietà arriverà alla fine degli anni Sessanta con due grandi personali meneghine alla “Toninelli” e a “Palazzo Reale” seguite da un’altra dedicatagli dal “Forte Belvedere” di Firenze, affermandosi come uno dei massimi esponenti dell’arte del Novecento – la “Fondazione Cosso” dedica, nelle sale del Castello di Miradolo, una bella retrospettiva dal titolo esemplare, “Quando la musica diventa scultura”, tesa anche a festeggiare (anniversario nel 2018) i primi dieci anni di attività della Fondazione. Artista poliedrico, Melotti fu insieme scultore, pittore, ceramista, scrittore e grande appassionato di musica. Della sua ricerca creativa, la mostra, curata da Francesco Poli e da Paolo Repetto, vuole sottolineare i due principali aspetti: da un lato i temi connessi alla sua profonda ispirazione musicale (con sculture che ricordano partiture musicali, perfino nei titoli che vanno da “Preludio” a “Contrappunto piano” così come a “Tema e Variazione” o a “Scala Musicale”), dall’altro quelli con valenze “più narrative, mitiche e favolistiche”. Il tutto attraverso un percorso espositivo contraddistinto da oltre ottanta opere – dalle note sculture in ottone e acciaio, alle raffinatissime ceramiche e ai dipinti, in prevalenza tecniche miste su carta o su pannelli in gesso – esposte in quattordici sale del Castello, dov’ è possibile apprezzare anche la bellezza e la singolarità dei suoi “pensieri” e “aforismi”. Di grande interesse anche la sezione centrale della rassegna “Assonanze”, dove le opere di Melotti sono poste a “dialogare” con quelle di grandi artisti che ne influenzarono la produzione o con i quali si legò di profonda amicizia. A cominciare da Fortunato Depero, anche lui roveretano e frequentato nella città capoluogo della Vallagarina, insieme all’architetto Gino Pollini – fra i fondatori del razionalismo italiano – al compositore Riccardo Zandonai e soprattutto al nipote prediletto, il celebre pianista Maurizio Pollini, del quale incoraggiò la carriera; per proseguire con Arturo Martini, Giorgio De Chirico, via via fino a Giorgio Morandi, Paul Klee, Vassili Kandinsky, Joan Mirò, Alexander Calder, Lucio Fontana per finire con Osvaldo Licini, Atanasio Soldati ed Ezio Gribaudo. A fare da suggestivo corollario all’esposizione, anche un’inedita installazione sonora di Roberto Galimberti (progetto artistico “Avant-dernière pensèe”), sulle note della rara partitura “44 Harmonies from Apartment House 1776”, composta da John Cage nel 1976 e presentata nella versione per quartetto d’archi di Irvine Arditti. E, in conclusione una particolare novità: la rassegna prevede infatti uno speciale allestimento per i più piccoli, per le scuole e le famiglie, dal titolo “Da un metro in giù”, con spazi espositivi che si compongono di pareti tattili e sensoriali, di quadri luminosi e pavimenti trasformati in scacchiere, mondi di narrazioni e personaggi immaginari.

Gianni Milani

“Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura” – Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (To), tel. 0121/376545 – www.fondazionecosso.com Fino al 18 febbraio 2018 – Orari: ven. 14/18,30; sab. dom. e lun. 10/18,30 tutti i giorni possibilità di visita su prenotazione

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Nelle immagini:

– Fausto Melotti: “Scultura n. 11”, gesso, 1934

– Fausto Melotti: “Preludio II”, ottone, 1961

– Fausto Melotti: “Contrappunto piano”, ottone, 1973

– Fausto Melotti: “Kore”, ceramica, 1950

– Fausto Melotti: “Scultura n. 16”, 1935

La ripresa esiste, ma…

Quando chi governa la smetterà di fare propaganda e di raccontare un Paese che non esiste, oppure di scaricare le responsabilità dei propri insuccessi su quelli che c’erano prima, sarà sempre troppi tardi. Questa é una delle ragioni, tra le tante del crescente distacco tra la politica e i cittadini

I numeri sull’andamento della nostra economia dovrebbero essere oggetto di una riflessione preoccupata da parte delle autorità di governo del nostro Paese, non per negare una ripresa che esiste, ma per individuarne i limiti e per selezionare gli interventi necessari per “irrobustirla” in occasione della discussione sulla Legge di Stabilità. In Europa è  in atto una ripresa vera dicono sia la Commissione Europea che Draghi, che qualcuno in queste ore  cerca di delegittimare, ma l’italia è l’ultima in classifica. Insisto: l’ultima; quindi tutti crescono più  di noi. Non è la prima volta che questo succede, ma è un dato che dimostra come le scelte di politica economica compiute in questi ultimi tre/quattro anni siano state sbagliate e/o  inadeguate. Nel 2017 la crescita sarà stata dell’1,5% ,ma nei prossimi due anni scenderà?all’1,3% il prossimo anno, per attestarsi all’1% in quello successivo. Sono previsioni naturalmente che, in quanto tali, lasciano il tempo che trovano, ma è di questo bisognerebbe discutere anziché di una Legge di Bilancio che sembra pensata in funzione dei tornaconti elettorali che si sperano di ricavare alle prossime elezioni politiche. Se le prospettive dovessero essere queste c’è poco da stare allegri sia per quanto riguarda l’occupazione che l’andamento dei conti pubblici. In questo quadro andrebbe fatto un discorso di verità sulla occupazione alla luce del fatto che i posti di lavoro che sono stati prodotti sono per lo più precari. Si sono destinate quote crescenti del bilancio pubblico per sviluppare la domanda interna e per favorire con forti incentivi ” il tempo indeterminato ” ma poi si scopre che a farla da padrone è stata la precarietà ; una precarietà che rende impossibile realizzare qualsiasi ” progetto di vita”. Lo scambio avrebbe dovuto essere il seguente: noi vi togliamo un po’ di diritti ( anziché estenderli a coloro che non li hanno ) ma la tipologia di contratto prevalente diventerà ” il tempo indeterminato” e avrete un salario dignitoso. Non è stato cosi! Per non parlare del rischio che terminati gli incentivi quei lavoratori possano perdere il loro posto di lavoro. Per le statistiche un contratto di 1 giorno equivale ad un posto di lavoro in più. Se poi quel lavoratore viene assunto sempre per un giorno altre due volte, i posti di lavoro diventano tre. Quel lavoro dura in tutto tre giorni, impegna sempre la stessa persona che poi continuerà a  rimanere disoccupata per gli altri 362 gg dell’anno , ma questa verità viene taciuta. Aveva ragione quel mio amico che mi aveva spiegato che le bugie sono di tre tipi: le grandi bugie, le piccole bugie e le statistiche.  Il problema naturalmente non sono le statistiche ma chi le interpreta a propri o uso e consumo. 
Wilmer Ronzani
(foto: il Torinese)

Omaggio a Ceronetti

A Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino (via Maria Vittoria, 12), avrà luogo l’OMAGGIO A GUIDO CERONETTI, TORINESE FUORI ORDINANZA. UN POETA CONTRO IL CONFORMISMO ED IL CONSUMISMO


L’omaggio a Guido Ceronetti, poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista, drammaturgo, che ha compiuto 90 anni l’agosto scorso, indagherà i multiformi aspetti del “genio” dell’autore, ad esempio, come traduttore dei classici latini e della Bibbia, come poeta anticonformista contro il consumismo imperante, come autore ed animatore del “Teatro dei Sensibili”, come assertore della scelta vegetariana.

Relazioni di: GUIDO DAVICO BONINO, storico del teatro; GIUSEPPE BIONDI, Ordinario di Lingua e Letteratura Latina; SARA KAMINSKI, Docente di Ebraico Moderno; VALTER VECELLIO, giornalista; CARMEN NICCHI SOMASCHI, Presidente nazionale dell’Associazione Vegetariana Italiana; GIOVANNI RAMELLA, critico letterario. Verrà inoltre proiettata la video intervista a Ceronetti realizzata dalla giornalista Vinicia Tesconi nella sua abitazione a Cetona. Coordinerà Marina ROTA.

Gtt, rivoluzione trasporti? Forse aumenta il biglietto del tram. Ma la sindaca è scettica

La “rivoluzione” del trasporto pubblico era stata annunciata da tempo, sotto la Mole. L’idea è quella di abolire lo storico biglietto cartaceo di tram e bus per caricare tutto sulla carta  elettronica Bip. Un’evoluzione che eviterebbe il fenomeno dei “portoghesi”.  Il problema è che Gtt e Comune, realtà in grosse difficoltà finanziarie, starebbero pensando di aumentare le tariffe. Ad oggi esistono tre prezzi: 1,50 per il tragitto urbano, 1,30 solo extraurbano e 1,70 urbano più suburbano. Ma presto, con il nuovo anno, la corsa semplice potrebbe salire da 1,50 a 1,70, e verrebbe eliminata quella da 1,30, così da poter disporre di un biglietto  valido  a Torino e in tutti i Comuni della cintura. Ma a Palazzo Civico, ad incominciare dalla sindaca Appendino, sono molto prudenti per evitare il malcontento degli utenti. Si sta inoltre pensando di valorizzare gli abbonamenti settimanali e di adottare un nuovo biglietto giornaliero: quello attuale  costa 5 euro. Quello nuovo dovrebbe avere  un costo pari all’ andata e ritorno di una corsa semplice, 3,40 euro nel caso del biglietto unico a 1,70 e sarebbe valido  tutto il giorno con corse illimitate sulla metropolitana.

 

 

(foto: il Torinese)

Quando la curiosità è infinita

All’Accademia delle Scienze,  ingresso gratuito

L’INFINITA CURIOSITA’. UN VIAGGIO NELL’UNIVERSO IN COMPAGNIA DI TULLIO REGGE

Sino al 18 Marzo Torino ospita, nel magnifico palazzo dell’Accademia delle Scienze, “L’infinita curiosità. Un viaggio nell’universo in compagnia di Tullio Regge”, una mostra che esplora i temi più affascinanti della fisica contemporanea (relatività, teoria quantistica, struttura della materia, astrofisica e cosmologia, particelle elementari). Un appuntamento da non perdere non solo per gli appassionati di scienza ma anche per chi sa che la curiosità è il motore della conoscenza. Pensata per tutti coloro che vogliono provare ad esplorare e capire l’universo attraverso il linguaggio solo apparentemente complicato della fisica ed in particolare per le scuole e per le famiglie. La mostra è divisa in sei sezioni ed è strutturata come un viaggio nell’universo, dall’immensamente piccolo all’infinitamente grande, per capire come la semplice realtà quotidiana si spieghi attraverso profonde quanto affascinanti leggi della fisica. Un viaggio curioso e divertente che permetterà a tutti di sentirsi un po’ scienziati… accompagnati da una guida d’eccezione: Tullio Regge, uno dei più grandi scienziati della generazione venuta dopo Enrico Fermi. Esperimenti, exibit, documenti… grandi e piccini rimarranno affascinati dalle sei sezioni della mostra! Passeggiando fra libri e documenti preziosi, sbirciando tra lettere autografe di Einstein e installazioni spettacolari, i visitatori possono salire su un aereo per osservare il fenomeno delle Glorie, viaggiare tra neutrini ed onde gravitazionali, sperimentare le variazioni spazio-tempo, indossare un visore 3D per entrare nelle opere di Regge… La mostra, realizzata in collaborazione con Compagnia di San Paolo, è gratuita e aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18.

 

Istituzioni e politica in campo contro la transfobia

Il 18 novembre a Torino si terrà la Trans Freedom March, una manifestazione organizzata dal Coordinamento Torino Pride in occasione del Transgender Day of Remembrance (TDoR). Il TDoR è una ricorrenza che si celebra dal 1999 e che vuole commemorare le vittime dell’odio e del pregiudizio anti-transgender. «Anche quest’anno, come ogni anno, apprezzo il sempre maggiore coinvolgimento che vi è attorno alla ricorrenza. Quello della transfobia è un tema che spesso viene ritenuto marginale e che a fatica si riesce a comunicare rispetto alla sua importanza. Abbiamo a che fare infatti con una differenza più difficile da accettare, ma che può essere assunta a emblema del rispetto del principio di autodeterminazione. È per questo motivo che il valore di questa battaglia è simbolicamente importante, perché l’autodeterminazione spesso diventa un principio difficile da applicare» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. «La transfobia non è una questione lontana da noi. Ho voluto ricordare il caso di Brunella, uccisa nel febbraio del 2012 a Novara da due uomini che prima sono stati condannati all’ergastolo e poi hanno visto la propria pena ridotta a 18 anni. Brunella è stata offesa anche nel ricordo perché all’epoca tutti parlavano del suo caso come de “il transessuale” assassinato. Neanche nella morte hanno rispettato il suo genere» – ha continuato Monica Cerutti. «Le celebrazioni però non sono nulla se non sono accompagnate da fatti concreti. Ne voglio segnalare quattro: quest’anno abbiamo chiesto ai sindaci dei Comuni capoluogo di ospitare gratuitamente il manifesto della #TransFreedomMarch; abbiamo istituito per i dipendenti della Regione Piemonte il tesserino identificativo “consono al genere d’elezione”; stiamo rafforzando il CIDIGEM – Centro Interdipartimentale Disturbi d’Identità di Genere che si trova presso la Città della Salute di Torino; stiamo, grazie alle leggi regionali 4 e 5 che sono state approvate l’anno scorso, progettando azioni concrete che riguardano l’inserimento e il reinserimento lavorativo. Oltre alla sensibilizzazione le istituzioni devono mettere in campo politiche» – ha concluso l’assessora.

Ponente ligure: turisti tassati? No grazie

UNA DELLE METE PIU’ AMATE DAI TORINESI

A noi pare un grave errore la tassa di soggiorno in 7 località importanti del Ponente Ligure. il turista va attratto, direi premiato, non punito con un balzello in più. Comprendiamo le ragioni che hanno portato alla tassa per coinvolgere nelle spese i non residenti  in quanto i servizi erogati durante la stagione turistica riguardano un numero alto di  persone in più, rispetto ai residenti. Ma è l’opportunità politica  che ci sembra ancora più importante dei principi  in quanto il turismo deve attrarre e il momento e’ difficile. In questo quadro la tendenza a vacanze italiane  va sfruttata al massimo  e non  penalizzata . I turisti portano comunque ricchezza. Le amministrazioni civiche devono garantire ai turisti e ai residenti il meglio. Solo così si diventa concorrenziali e si realizza un progetto di espansione turistica di cui si sente la necessità nelle strutture alberghiere e commerciali che languono. Prima si deve garantire a chi arriva il meglio, poi si potrà pensare anche alla tassa turistica.


Pier Franco Quaglieni

vice presidente del Centro Pannunzio

Pioggia di medaglie per i pattinatori dell’Ice Club Torino Asd

Circuito Internazionale dell’Ice Challenge 2017 di Graz e Trento Cup 2017

La coppia di pattinaggio artistico di recente formazione composta da Sara Carli e Marco Pauletti, tesserati per l’Ice Club Torino Asd, ha debuttato, in categoria junior, nel circuito internazionale ISU dell’Ice Challenge 2017, a Graz (Austria), conquistando la medaglia d’oro nella competizione. Carli/Pauletti, allenati da Cristiana Di Natale, hanno totalizzato 113.44 punti, realizzando, in entrambi i segmenti di gara, il triplo loop lanciato e sollevamenti di livello 4. La coppia che ha pattinato un programma corto sulle musiche di “Alexander”, mentre nel lungo ha interpretato la colonna sonora del “Mago di Oz”, ha, inoltre, registrato un notevole miglioramento anche sulle componenti artistiche del programma. Sara Carli e Marco Pauletti si preparano ad affrontare un altro appuntamento internazionale a Innsbruck e, a dicembre, i Campionati italiani assoluti che si svolgeranno a Milano. Sempre nella gara di Graz, nel singolo femminile, categoria senior, la medaglia d’argento è andata alla torinese Giada Russo che ha pattinato un programma lungo sulla colonna sonora del film “Parla con lei” di Pedro Aldomovar. Anche nella Trento Cup 2017 – Fisg si sono affermati gli atleti dell’Ice Club Torino, diretto da Claudia Masoero: Raffaele Zich ha conquistato l’argento nella categoria Advanced Novice Elite e un altro argento è andato alla pinerolese Desiree Podda tra le Advanced Novice Elite – 1°gruppo.

 

Barbara Castellaro