redazione il torinese

La Cineteca della Deportazione

Inizia mercoledì 24 gennaio la rassegna per le scuole “Cineteca della Deportazione”, con la presentazione e proiezione di quattro pellicole sulla Shoa. Tutti i film verranno presentati alla stessa ora – alle 10.oo – nella sala Proiezioni del Polo del ‘900  a Palazzo San Celso, al n. 4 di Corso Valdocco a Torino. Il primo film è “Jona che visse nella balena” di Roberto Faenza,1993, 90’. Presenterà la pellicola Matteo Pollone, dell’Università di Torino. Le altre proiezioni avverranno i seguenti giorni: Giovedì 25 gennaio , “Il diario di Anna Frank”, di George Stevens, 1959,154′. Presenta il film Elena Ottolenghi, costretta, da adolescente, a nascondersi per sfuggire alla cattura e alla deportazione come ebrea; Martedì 30 gennaio, “Monsieur Batignole”, di Gérard Jugnot, 2002, 100’. Presenta il film Bruno Maida , storico, dell’Università di Torino;Mercoledì 31 gennaio, “Ogni cosa è illuminata”, di Liev Schreiber, 2005, 105’.Presenta il film Matteo Pollone, dell’Università di Torino.

La rassegna cinematografica è a cura dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese.

Ingresso libero su prenotazione. Info: ancr.didattica@gmail.com – tel. 011 4380111 – 011 4338697

Le pellicole:

Jona che visse nella balena”,di Roberto Faenza,1993, 90’.

Amsterdam 1942. Jona ha quattro anni e vive insieme ai suoi genitori ebrei. Un giorno vieneportato via dai nazisti insieme alla madre, trasferito prima nel campo Westerbrock e poi a Bergen-Belsen, un campo di transito in Germania. Qui i genitori possono vedersi sempre più raramente e il padre muore per gli stenti. Mentre la madre di Jona è gravemente ammalata vengono nuovamente trasferiti, ma il convoglio viene bombardato e i sopravvissuti sono liberati dall’Armata Rossa. La mamma muore e Jona viene affidato ai vecchi amici dei genitori ad Amsterdam.

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Il diario di Anna Frank”, di George Stevens, 1959,154′.

Trasposizione cinematografica del diario della giovane ebrea olandese costretta con la sua famiglia a una vita in clandestinità e poi deportata a Bergen Belsen. Prova convincente di regia di George Stevens che, come operatore dell’esercito americano, aveva filmato le terribili immagini della liberazione di Dachau. Il film fu premiato con 3 Oscar.

 

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Monsieur Batignole”, di Gérard Jugnot, 2002, 100’.

Parigi, luglio 1942. Edmond Batignole è un salumiere che tenta di sopravvivere durante l’occupazione tedesca evitando di prendere posizione e curando soltanto gli affari. Quando il futuro genero denuncia i vicini ebrei, la famiglia Batignole riesce a recuperare il prestigioso appartamento vuoto. Simon, uno dei figli della famiglia ebrea, riesce a far ritorno in quella che era la sua casa. Batignole comprende di essere la sua sola speranza di sopravvivenza e in un primo momento nasconderà il bambino. Poi cercherà di attraversare clandestinamente il confine per portare Simon in Svizzera.

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Ogni cosa è illuminata”,di Liev Schreiber, 2005, 105’.

Tratto dal romanzo omonimo di Jonathan Safran Foer, autore anche della sceneggiatura del film. Un giovane ebreo americano si reca in Ucraina per cercare la donna che ha salvato suo nonno durante l’invasione nazista. In questo viaggio nella memoria Jonathan viene accompagnato dal giovane Alex e dal suo nonno cieco, ma in realtà ben vedente, che ha sempre con sé il suo cane guida.

A TORINO DA TUTTO IL MONDO PER DIVENTARE ESPERTI DEGLI SCAVI

Al via la nuova edizione del Master del Politecnico di Torino in “Tunnelling and Tunnel Boring Machines” 

Aula Magna “G. Agnelli”, Politecnico di Torino, C.so Duca degli Abruzzi, 24

 

Al via l’undicesima edizione del Master di II livello del Politecnico di Torino in “Tunnelling and Tunnel Boring Machines”, un corso di specializzazione che risponde a una domanda di professionalità specifiche in rapido aumento in tutto il mondo. Il percorso formativo, promosso dall’ International Tunneling and Underground Space Association e dalla Società Italiana Gallerie, prevede lezioni accademiche integrate con il contributo di esperti di aziende edili, produttori di macchine, aziende di progettazione e professionisti, per fornire le conoscenze multidisciplinari necessarie per lavorare in questo settore.

 

Le opportunità di carriera per gli studenti che intraprendono il Master sviluppano una professionalità specifica di interesse per le ditte di progettazione, le società di costruzione coinvolte nel tunnelling e per i fornitori e produttori di strumenti del settore.

 

Molti gli studenti internazionali iscritti a questo corso, che provengono, oltre che dall’Italia, da Colombia, Corea del Sud, Grecia, India, Moldavia per un percorso formativo ormai riconosciuto a livello internazionale che si avvale anche di esperti e docenti provenienti da diversi Paesi, dall’Austria a Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svizzera, Turchia e USA. Tutte le lezioni si svolgono in lingua inglese ed è possibile confrontarsi fin da subito con concreti casi di realizzazioni di gallerie, grazie alla collaborazione con le aziende

La Giornata della Memoria con Fondazione Crt

Dal 22 al 30 gennaio la Fondazione CRT porta la Giornata della Memoria nelle scuole: oltre 3.000 studenti di quattordici istituti delle medie e superiori del Piemonte e della Valle d’Aosta assisteranno alla lezione concerto “La nota dolente”, realizzata dalla Cooperativa La Fabbrica dei Suoni, nell’ambito del Progetto Diderot della Fondazione CRT, che da quest’anno vede la partecipazione della Fondazione CRC per le progettualità sulla Provincia di Cuneo.

Questa lezione concerto si dipana fra narrazione, musica dal vivo e mimo, per raccontare la complessità delle esistenze umane durante la Shoah. Tre saranno gli elementi protagonisti di questa toccante performance, che non vuole essere un concerto commemorativo, ma una dolente narrazione, che riporta in vita, seppure per poco, volti, nomi e vicende profondamente umane: la voce di un’ebraista e cantante del gruppo klezmer Mishkalé (Maria Teresa Milano), la musica dell’Ensemble di Musica da Camera, formato da giovani musicisti (Stefano Arato, fisarmonica; Federico Macagno, clarinetto e clarinetto basso; Marcello Trinchero, tromba e flicorno; Flavio Pannacci, trombone ed euphonium), studenti di Conservatorio di II livello e l’arte gestuale e corporea di un mimo (Silvana Scotto in arte Sosol mimo clown). Arrangiamento musicale a cura del M° Antonello Mazzucco.

“Varcare la soglia delle aule per parlare di Shoah è un compito particolarmente delicato e difficile, che deve rifuggire dal banalizzare o ritualizzare questo appuntamento spogliandolo del suo vero significato: un messaggio di cui deve farsi carico l’intera società civile, partendo dai banchi di scuola – sottolinea il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia – ‘La nota dolente’, iniziativa sviluppata nell’ambito del progetto Diderot della Fondazione CRT, intende avvicinare le nuove generazioni all’eredità della storia attraverso il linguaggio universale dell’arte, della musica”.

È prevista una replica serale dello spettacolo, aperta al pubblicomartedì 23 gennaio alle ore 21, presso il Teatro Civico di Busca (CN). Ingresso libero sino a esaurimento posti.

Di seguito l’elenco degli appuntamenti che si terranno nelle scuole:


22 gennaio

• Alessandria: Istituto Comprensivo “Carducci – Vochieri” – Scuola Secondaria di I Grado, recita ore 8.30 (141 studenti) Aula Magna – Piazza Massimo d’Azeglio, 15 Alessandria;
• Mombercelli (AT): Scuola Secondaria di I grado C. Zandrino”, recita ore 11.20 (150 studenti) presso la Chiesa Parrocchiale di San Biagio – Via Umberto I, 20 – Mombercelli

23 gennaio
• Dronero (CN): Scuola Secondaria di I grado “G. Giolitti”, recita ore 8.30 (262 studenti) presso il Cinema – Teatro “Iris” – Piazza Martiri della libertà, 5 Dronero;
• Piasco (CN): Istituto Comprensivo Costigliole – Venasca, Scuola Secondaria di I grado di Costigliole e di Piasco, recita ore 11 (150 studenti) presso Sala Polivalente – Via Umberto I, 145 Piasco

• Venasca (CN): Istituto Comprensivo Costigliole – Venasca, Scuola Secondaria di I grado di Venasca e Sampeyre, recita ore 14.30 (150 studenti) presso Salone Comunale – Via G. Marconi, 19 Venasca

24 gennaio
• Torino: Scuola Secondaria di II Grado “IPSSEOA Colombatto”, recita ore 9.30 (170 studenti) presso Piccolo Teatro Operti – Corso Siracusa, 213 Torino
• Torino: Scuola Secondaria di I grado “IC Manzoni”, recita ore 11.00 (200 studenti) presso Teatro Agnelli – Via Paolo Sarpi, 111 Torino;

25 gennaio
• Vercelli: Scuola Secondaria di I grado “Pertini”, recita ore 8.45 (188 studenti) presso Aula Magna – Corso Tanaro, 3 Vercelli
• Varallo (VC): Scuola Secondaria di II grado “D’Adda” recita ore 12.45 (230 studenti) presso Teatro Civico – Piazza Vittorio Emanuele II, 18 Varallo (VC)

26 gennaio
• Bra (CN): Scuola Secondaria di II grado – IPS “V. Mucci”, prima recita ore 10.00, seconda recita ore 11.30 (650 studenti) presso Centro Polifunzionale – Largo della Resistenza, 15 Bra;

29 gennaio
• Asti: Liceo Scientifico Statale “F. Vercelli” recita ore 10 (120 studenti) presso Cinema Parrocchiale Lumière Corso Dante Alighieri, 188 Asti

• Trino Vercellese (VC): Scuola Secondaria di II grado – Istituto alberghiero ” S.Ronco” recita ore 13.00 (250 studenti) presso Teatro Civico – Corso Italia, 72 Trino (VC)

30 gennaio
• Madonna dell’Olmo (CN): Scuola Secondaria di I grado – Istituto Comprensivo Cuneo Oltrestura recita ore 8.30 (218 studenti) presso Salone dell’Associazione Pro Loco – Via della Battaglia, 1 Madonna dell’Olmo;
• Cuneo: Scuola Secondaria di I grado – Terzo circolo di Cuneo recita ore 11.30 (161 studenti) presso Aula Magna – Via Vittorio Bersezio, 33 – Cuneo.

Il progetto Diderot della Fondazione CRT ha coinvolto, in oltre 10 anni, 770.000 studenti, oltre 37.000 classi, più di 52.000 gli insegnanti, per un impegno complessivo di circa 18 milioni di euro della Fondazione.

Al via la missione salvataggio Gtt, in arrivo 178 nuovi bus Euro 6 a gasolio e metano

L’annunciato  piano industriale per salvare Gtt (e i suoi lavoratori) ha inizio. Il consiglio di amministrazione dell’azienda del trasporto pubblico torinese ha dato il via libera  all’acquisto di 178 nuovi bus Euro 6 a gasolio e  metano. L’azienda parla di “operazione epocale” per rilanciare la crescita dall’attività e la  qualità del servizio per gli utenti. Il bando per i primi 114 mezzi, e l’opzione per gli altri 64 entro marzo 2019, sarà pubblicato a breve. Il  cda  ha dato l’ok anche a una nuova modalità di gestione della manutenzione dei mezzi: per i nuovi veicoli è previsto il  regime di full service. Per acquistare i nuovi mezzi verranno investiti  51,5 milioni di euro,  80 compresa la manutenzione. A gara tra qualche mese anche l’acquisto di 40 nuovi tram.

 

 

(foto: il Torinese)

PRIVATIZZAZIONE GTT: SABATO E DOMENICA RACCOLTA FIRME

REFERENDUM PER CHIEDERE DI VENDERE ALMENO IL 51%
Sabato e domenica 20 e 21 gennaio, dalle ore 15 in Piazza Castello angolo via Roma si terrà un tavolo di raccolta firme in calce ad una petizione popolare che chiede al Consiglio comunale di indire un referendum consultivo con l’obiettivo di mettere in vendita almeno il 51% di GTT. L’iniziativa è stata lanciata dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta, SiAmo Torino, Idea – Popolo e Libertà, Cittadini per Torino, Gruppo giovani del centrodestra e Alleanza per la Città. Ecco il quesito proposto: “Volete voi che la città di Torino venda almeno il 51% di GTT, al fine di potersi dedicare meglio ai suoi compiti di regolamentazione e pianificazione del trasporto pubblico locale, nonché di controllo degli standard qualitativi del servizio, e di affidare a gestori professionali l’organizzazione più efficiente del servizio, col migliore rapporto fra qualità e costi per la collettività?” Occorrerà raccogliere almeno 300 firme di cittadini residenti a Torino per avviare l’iter della petizione secondo quanto previsto dallo Statuto della Città.

L’addio a Guido Filogamo, medico e uomo

di Pier Franco Quaglieni

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All’età di 101 anni è mancato il professor Guido Filogamo, uno dei luminari della medicina torinese, emerito di  Anatomia umana, per otto anni preside della Facoltà di Medicina di Torino. I giornali lo hanno ricordato prevalentemente come fratello del presentatore radiofonico  Nunzio, mentre il grande vecchio era un vero scienziato di fama internazionale , allievo del mitico Giuseppe Levi e amico , tra gli altri, di Rita Levi Montalcini. Mi trovai molte volte a contatto con lui ,a partire dal mattino ,quando ,più o meno alla stessa ora ,facevamo colazione al caffè Platti, una consuetudine che è durata anni. Ogni mattina Guido aveva la sua osservazione o la sua battuta sempre puntuale ,sempre colta e raffinata .Era un uomo dotato di ironia sottile, l’esatto contrario dei giovani d’oggi. Spesso ci incontravamo sul 67 perché ogni giorno, anche in tarda età ,si recava al suo istituto  universitario di cui fu direttore. Poi venne a parlare al Centro Pannunzio e ad un certo punto si iscrisse anche e partecipo ‘ ai lavori del Comitato scientifico e direttivo, dando il suo contributo dotto e insieme appassionato. I medici di una certa età l’hanno avuto tutti come docente e lo consideravano maestro. Era un uomo brillante anche a cena, amabile e colto conversatore. L’Università di Torino e l’Università  in generale perdono  un suo punto di riferimento .Era un uomo di scienza imbevuto di umanesimo che  lo portava a vedere nel malato soprattutto un uomo. In lui il medico si identificava con l’uomo.

Dopo l’incidente al Regio torna in scena la Turandot

IL COMUNICATO DEL TEATRO
Giovedì 18 gennaio, dopo la fine del secondo atto di Turandot – a sipario chiuso – durante la preparazione della scena per il III atto, si è verificata la caduta accidentale di un elemento di scena a causa del disallineamento del sistema di sollevamento del plafone sul quale era posizionato. La caduta della semisfera che rappresentava la luna ha ferito due artisti del Coro che, dopo essere stati prontamente soccorsi, sono stati ricoverati con un codice giallo al Pronto Soccorso degli ospedali CTO e San Giovanni Bosco. L’opera è stata ovviamente interrotta e il pubblico è stato invitato a lasciare la sala, operazione che è avvenuta in maniera ordinata.  Ivana Cravero fortunatamente è già stata dimessa e Marco Sportelli, la cui situazione clinica è stata giudicata non grave, lo sarà entro poco tempo. In Teatro sono in corso tutti gli accertamenti, le autorità intervenute hanno comunque stabilito che il palcoscenico è agibile e che lo spettacolo questa sera potrà andare in scena benché senza il movimento del plafone.  «Siamo davvero dispiaciuti», commenta il sovrintendente Walter Vergnano, che ieri sera è subito arrivato in teatro e ha accompagnato i due artisti del Coro al Pronto Soccorso, dove è stato raggiunto anche dalla Sindaca Chiara Appendino.   «Oltre   alle   indagini   degli   organi   competenti   abbiamo   avviato internamente tutti gli accertamenti necessari a capire la dinamica dell’incidente e, a integrazione delle prescrizioni ricevute, abbiamo deciso di non utilizzare anche gli altri tre plafoni presenti. La sicurezza dei lavoratori è sempre stata una nostra priorità e continuerà a esserlo. Un augurio di cuore a Ivana Cravero e Marco Sportelli di una pronta e completa guarigione, speriamo di riaverli presto con noi». Siamo spiacenti che gli spettatori presenti ieri in sala non abbiano potuto assistere alla parte finale dello spettacolo. Purtroppo non ci è possibile ospitarli nelle  prossime   recite   di  Turandot  –  dato   il   tutto   esaurito   –  né  è  possibile aggiungere una recita. Stiamo studiando una soluzione per ovviare alla delusione del nostro affezionato pubblico che ci segue sempre con grande passione. Al più presto verranno comunicati ulteriori dettagli. 

ActionAid e Camaieu insieme per l’indipendenza economica delle donne che hanno subito violenza

Per tutto il periodo dei saldi invernali, negli store Camaieu di tutta Italia sarà possibile sostenere il progetto Donne: identità al lavoro

Ha preso il via in occasione dei saldi invernali l’importante collaborazione fra il marchio d’abbigliamento francese Camaieu e ActionAid in favore dei diritti delle donne. Dall’8 gennaio, infatti, in tutti i negozi Camaieu d’Italia, è possibile supportare il progetto Donne: identità al lavoro, scegliendo di arrotondare in eccesso alla cassa il totale della propria spesa e di donare ad ActionAid. Donne: identità al lavoro sarà realizzato a Milano a partire da marzo e coinvolgerà circa 20 donne che hanno subito violenza: l’obiettivo del progetto è infatti quello di promuoverne l’indipendenza economica, dando loro l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro, formarsi e raggiungere la propria autonomia. “Siamo molto contenti che Camaieu abbia deciso di sostenerci nell’avvio di questo importante progetto – ha dichiarato Beatrice Costa Responsabile del Dipartimento Programmi di ActionAid Italia – Ci auguriamo che tutti i clienti che entreranno negli store Camaieu nei prossimi giorni, vorranno unirsi a noi in questa iniziativa, scegliendo di supportare questo percorso che consentirà alle donne coinvolte di riprendere in mano la propria vita lavorativa”. Da quanto emerge dal rapporto di ActionAid “Una via d’uscita dalla violenza. Politiche e pratiche per promuovere l’indipendenza economica delle donne” realizzato nell’ambito del Progetto Europeo WE G0! (Women Economic-independence & Growth Opportunity)[1], l’82,5%[2] delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza ha un basso livello di indipendenza economica, contro il 17,5% che è economicamente indipendente. Il 40,9% delle donne che ha subito violenza lavora, mentre il 59,1% non ha un’occupazione. Il 73,7% ha figli a carico e solo il 13,3% vive in una casa propria, contro il 14,8% che ne condivide la proprietà con il marito/partner. L’indipendenza economica si rivela dunque un fattore decisivo per uscire da situazioni di violenza domestica. Le protagoniste di Donne: identità al lavoro seguiranno dei percorsi di empowerment finalizzati a far emergere i propri talenti e risorse e a rafforzare la propria autostima. Parallelamente, le partecipanti seguiranno degli incontri di orientamento lavorativo per favorire la ricerca attiva del lavoro, ricevendo informazioni sul funzionamento generale del mercato del lavoro, sui canali da attivare, su come affrontare un colloquio e preparare un buon curriculum vitae. Sono previsti anche dei corsi di formazione specifica e l’attivazione di alcuni percorsi di tirocinio. Fra le aziende che offriranno questa possibilità alle partecipanti, figura anche Camaieu, che ha deciso di sostenere il progetto sin dal principio, attraverso l’iniziativa che avrà luogo nei suoi negozi durante i saldi invernali.
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ActionAid è charity partner del progetto Libellula di Zeta service: https://www.progettolibellula.com/

Sciatore si scontra con una ragazza di 22 anni sulle piste. Lei è grave, lui è fuggito

DAL FRIULI VENEZIA GIULIA

Una  sciatrice di 22 anni è  in gravi condizioni dopo lo scontro in pista con uno sciatore che si è allontanato poco dopo l’arrivo dei soccorsi. L’incidente è avvenuto sul Monte Varmost a Forni di Sopra, Udine). In base la ricostruzione fatta dai carabinieri  di Tolmezzo , la giovane stava sciando quando, per motivi ancora da accertare, si è scontrata con l’altro sciatore. I militari dell’Arma sono impegnati a cercarlo e hanno lanciato un appello perché si presenti .

 

(FOTO ARCHIVIO)

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

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Assassinio sull’Oriente Express – Giallo. Regia di Kenneth Branagh, con Judi Dench, Michelle Pfeiffer, Johnny Depp, Penelope Cruz e Branagh nelle vesti di Hercule Poirot. Altra rivisitazione cinematografica del romanzo della Christie dopo l’edizione firmata da Sidney Lumet nel ’74, un grande Albert Finney come investigatore dalle fiammeggiati cellule grigie. Un titolo troppo grande per non conoscerlo: ma – crediamo, non foss’altro per il nuovo elenco di all star – resta intatto il piacere di rivederlo. Per districarci ancora una volta tra gli ospiti dell’elegante treno, tutti possibili assassini, una partenza da Istanbul, una vittima straodiata, una grande nevicata che obbliga ad una fermata fuori programma e Poirot a ragionare e a dedurre, sino a raggiungere un amaro finale, quello in cui la giustizia per una volta non vorrà seguire il proprio corso. Durata 114 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Benedetta follia – Commedia. Regia di Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Ilenia Pastorelli, Lucrezia Lante della Rovere e Paola Minaccioni. Guglielmo, in depressione stabile, è il proprietario di un negozio di arredi sacri e abbigliamento d’eccellenza, per il piacere e l’eleganza della moltitudine di porporati romani. Depresso anche per il fatto che la moglie lo ha appena abbandonato perché innamorata proprio della commessa del suo negozio: quando come un ciclone entra nella sua vita una ragazza di borgata. Opera con un buon inizio se poi non prendesse la strada delle vogliose signore che in un modo o nell’altro vogliono accaparrarsi il misero quanto problematico single. Con una comicità che fa acqua da ogni parte (in sala piena ho contato un paio di risate davvero convinte), non priva di momenti quantomai imbarazzanti (oltrepassando di gran lunga, all’italiana, lo spudorato ma tranquillo divertimento della scena clou di “Harry, ti presento Sally”, la signora che nasconde il cellulare “nel posto più bello del mondo” finisce per ritrovarsi in una storiellina soltanto fuori dei limiti; l’attore/regista che si mette a fare il cicerone all’interno di palazzo Altemps a Roma denuncia tutta la sua odierna mancanza d’idee, lontanissimo dalle cose migliori; e poi le pasticche, i balletti, le cianfrusaglie tra colori e suoni…). La gieffina Pastorelli rimane se stessa in ogni occasione, immutabile se non fosse per i cambi d’abito (sempre più ristretto), alla ricerca dei begli effetti che una Ramazzotti ci ha dato in altre occasioni. Godetevi la manciata di minuti della Minaccioni. Un toccasana. Durata 109 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Coco – Animazione. Regia di Lee Unkrich e Adrian Molina. Fa parte di una famiglia che certo non stravede per la musica il piccolo Miguel e lui non ha altro sogno che diventare chitarrista. Questo il preambolo; e a dire quanto la Pixar guardi allo stesso tempo ad un pubblico di bambini (ma, per carità, senza nessun incubo) e di adulti, ecco che Miguel si ritrova catapultato nel Regno dei Morti a rendere omaggio ai tanti parenti che non sono più attorno a lui. Durata 125 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Come un gatto in tangenziale – Commedia. Regia di Riccardo Milani, con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Claudio Amendola e Sonia Bergamasco. Quando gli opposti si attraggono. Ovvero l’incontro tra Giovanni, intellettuale di sinistra, abitazione nel centro di Roma, tutto quadri e libri, in riunione a Bruxelles a parlare di periferie e di quanto sia opportuna la contaminazione tra l’alto e il basso, e Monica, borgatara di una periferia stracolma di extracomunitari, piena di tatuaggi, dal più che dubbio gusto nel vestire, consorte in perenne debito con la giustizia: incontro che nasce quando i due ragazzini dell’una e dell’altra parte iniziano un filarino che punta deciso al futuro. E se l’incontro portasse l’intellettuale e la borgatara a rivedere le loro antiche posizioni? Durata 98 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Corpo e anima – Drammatico. Regia di Ildiko Enyedi, con Alexandra Borbély e Géza Morcsànyi. Un film dove si mescolano realtà e sogno, immerso nella cruda realtà quotidiana (pur con qualche momento d’ironia) ancora più acida se si pensa all’ambientazione in un mattatoio. Una coppia “lontana”, lui direttore di quel luogo, lei addetta al controllo qualità, introversi entrambi, chiusa nelle proprie solitudini, scoprono di condividere ogni notte lo stesso sogno, essere una coppia di cervi in un bosco invernale. Orso d’oro all’ultima Berlinale, “Corpo e anima” è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Un film capace di tracciare il racconto della storia d’amore che unisce due solitudini, sospendendolo con lucidità visiva tra la materialità della vita reale e l’impalpabile spiritualità del sentimento”. Durata 116 minuti. (Classico)

 

Ella & John – The Leisure Seeker – Drammatico. Regia di Paolo Virzì, con Donald Sutherland e Helen Mirren. Tratto dal romanzo americano di Michael Zadoorian, con alcune varianti apportate dalla sceneggiatura scritta dallo stesso regista in compagnia di Francesco Piccolo, Francesca Archibugi e Stephen Amidon (a lui già Virzì si rivolse per “Il capitale umano”), è la storia della coppia del titolo, svanito e smemorato ma forte John, fragile ma lucidissima Ella, è il racconto del loro viaggio, dai grattacieli di Boston ai climi di Key West, lungo la Old Route 1, anche per rivisitare con la (poca e povera) memoria il vecchio Hemingway – John è stato un professore di letteratura di successo che ha coltivato con passione lo scrittore del “Vecchio e il mare” -, un viaggio che ha la forma di una conclusiva ribellione ad una famiglia e soprattutto a un destino che ha riservato per lei il cancro all’ultimo stadio e a lui l’abisso dell’Alzheimer. Momenti di felicità e anche di paura in un’America che sembrano non riconoscere più, una storia attuale e un tuffo nella nostalgia (quella che guarda agli anni Settanta), a bordo del loro vecchio camper, mentre corpo e mente se ne vanno. Un’occasione, per ripercorrere una storia d’amore coniugale nutrita da passione e devozione ma anche da ossessioni segrete che riemergono brutalmente, regalando rivelazioni fino all’ultimo istante. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Blu, F.lli Marx sala Groucho, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Ferdinand – Animazione. Regia di Carlos Saldahna. Non ha mai avuto vita facile il libro dell’americano Munro Leaf da cui oggi nasce questo cartoon di Saldahna (già premiato autore di “Rio” e dell’”Era glaciale”), libro del ’36 su cui franchisti prima e nazisti poi non poco s’accanirono (era, inevitabilmente, nell’animo di Gandhi). La vicenda del toro decisamente pacifista diverte oggi bambini e anche adulti dal cuore pronto a rilassarsi, pronti a simpatizzare con un animale che è destinato a combattere nell’arena ma che al contrario preferisce circondarsi di fiori, fugge da chi gli impone quelle regole, stringe amicizia con una piccola animalista. Lieto fine che s’impone, al fianco del “pericolosissimo” toro altri simpatici personaggi, tra cui da non lasciarsi sfuggire la capra Lupe. Durata106 minuti. (Massaua, Uci)

 

Insidious – L’ultima chiave – Horror. Regia di Adam Robitel, con Kirk Acevedo e Lin Shaye. Il regista continua il proprio viaggio nella paura, con porte cigolanti o che sbattono all’improvviso, occhi sgranati e biancastri, abiti che ballano, vocine tremolanti e piene di terrore, demoni terribili, legami indissolubili tra qui e l’Altrove. Elisa ha il potere di richiamare i morti, per questo viene convocata nel New Mexico da una famiglia che abita la casa che l’ha vista bambina. Reincontrerà tutti i fantasmi del suo passato e proverà a sconfiggerli. Durata 103 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

L’insulto – Drammatico. Regia di Ziad Doueiri, con Adel Karam e Kamel El Basha (Coppa Volpi a Venezia). A Beirut, un incidente tra due uomini, un operaio palestinese che è caposquadra di un cantiere con l’incarico di una ristrutturazione e un meccanico di religione cristiana. Quando costui, Toni, rifiuta di riparare una vecchia grondaia che ha bagnato la testa di Yasser, questi lo insulta, e gli insulti si accompagnano alle percosse, per cui l’incidente finirà in tribunale: situazione aggravata dal fatto che la moglie di Toni ha per lo spavento dato alla luce prematuramente una bambina che lotta tra la vita e la morte. Un caso particolare che adombra un conflitto molto più allargato e mai cessato: come ancora dimostra il processo, dove un padre e una figlia, difensori dell’una e dell’altra parte, esprimono due diverse generazioni e un giudizio diametralmente opposto. Durata 110 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Jumanji – Benvenuti nella giungla – Avventura. Regia di Jake Kasdan, con Dwayne Johnson, Karen Gillan e Jack Black. Un fenomeno che ha più di vent’anni (eravamo nel 1996) e che ricordiamo ancora oggi per il personaggio, Alan Parrish, interpretato dal compianto Robin Williams, attore al culmine del successo dopo la prova in “Mrs. Doubtfire”. Hollywood non dimentica e rispolvera un passato di ottimi botteghini. Messi in punizione nella scuola che frequentano, quattro ragazzi scoprono un vecchio videogame. Una volta dato il via al gioco, essi vengono catapultati all’interno del sorprendente meccanismo, ognuno con il proprio avatar. Assumeranno altre sembianze, entreranno nell’età adulta: ma che succederebbe se la loro missione fallisse e la vita di ognuno finisse intrappolata nel videogame? Durata 119 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Leo da Vinci – Missione Monna Lisa – Animazione. Regia di Sergio Manfio. La giovinezza di un futuro genio, che inizia a sperimentare le sue prime invenzioni, come lo scafandro, con cui raggiungere un tesoro sul fondo del mare di Montecristo e scongiurare il matrimonio dell’innamorata Lisa con il solito pretendente di ricca casata. Ma qualcuno gli darà parecchio filo da torcere, come quei pirati che giocheranno ogni carta pur d’impadronirsi del famoso tesoro. Ma Leonardo è pur sempre Leonardo. Durata 85 minuti. (Massaua, Uci)

 

Morto Stalin se ne fa un altro – Commedia. Regia di Armando Iannucci, con Steve Buscemi, Micael Palin, Olga Kurylenko, Simon Russel Beale. Scozzese di nascita ma napoletanissimo per origini paterne, Iannucci ci ha dato una delle opere più godibili degli ultimi anni, ricca di effetti sulfurei, di una sceneggiatura che supera con facilità la risata fine a se stessa per immergersi nella satira più corrosiva, per graffiare e far sanguinare un mondo ben sistemato sugli altari. Il vecchio castiga ridendo mores, in folclore politico. Ovvero la morte del baffuto Stalin, che ha appena impartito l’ordine che gli sia recapitata la registrazione di un concerto che però registrato non lo è stato. Orchestra, pubblico e pianista dissidente, tutti di nuovo al loro posto. Ma le preoccupazioni sono e saranno ben altre: quella sera stessa, era il 28 febbraio 1953, il dittatore è colpito da un ictus e le varie epurazioni delle vette sanitarie in odore di tradimento fanno sì che le cure non possano arrivare che in ritardo e infruttuose. Cinque giorni dopo, passato lui a miglior vita, può così cominciare l’arrembaggio alla poltrona tanto ambita da quanti tra i collaboratori l’hanno vistosamente sostenuto o tacitamente avversato, a cominciare da un atterrito Malenkov chiamato da un ridicolo Consiglio a reggere le sorti dei popoli. Senza dimenticare, tra il tragico e il ridicolo, le mosse dei tanti Mikoyan, Zukov, Bulganin, Molotov e Berija in atteggiamenti da vero macellaio sino a Nikita Kruscev (un impareggiabile Steve Buscemi, ma ogni personaggio si ritaglia un momento di gloria), astutissimo nel saper raccogliere le tante intenzioni, lotte, sospetti, accuse, sparizioni dei propri colleghi, e capace di afferrare il primo posto. Tutto questo sullo schermo, applaudito al recente TFF, risate e sberleffi come non mai: apprezzato, ma allo stesso temo ti chiedi quanto sia stato giusto cancellare la vena tragica di quelle giornate. E del poi. Durata 106 minuti. (Centrale, anche in V.O.)

 

Napoli velata – Drammatico. Regia di Ferzan Ozpetek, con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Beppe Barra, Luisa Ranieri, Anna Bonaiuto. In una Napoli piena di ambiguità e di misteri, in bilico tra magia e superstizione, tra follia e razionalità, Adriana, ogni giorno a contatto con il mondo dei non-vivi per la sua professione di anatomopatologa, conosce un uomo, Andrea, con cui trascorre una notte di profonda passione. Si sente finalmente viva ed è felice nel pensare ad un prossimo appuntamento. A cui tuttavia Andrea non verrà: è l’inizio di un’indagine poliziesca ed esistenziale che condurrà Adriana nel ventre della città e di un passato, dove cova un rimosso luttuoso. Durata 110 minuti. (Eliseo Rosso, Massimo sala 2, Reposi, Romano sala 1)

 

L’ora più buia – Drammatico. Regia di Joe Wright, con Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Lily James e Ben Mendelsohn. L’acclamato autore di “Espiazione “ e “Anna Karenina” guarda adesso al secondo conflitto mondiale, all’ora decisiva del primo anno di guerra, alla figura del primo ministro inglese Winston Churchill. Nel maggio del ’40, dimessosi Chamberlain e da poco eletto lui alla carica, inviso al partito opposto e neppure in grado di poter contare sui suoi colleghi di partito, mentre le truppe tedesche hanno iniziato a invadere i territori europei, Churchill combatte in una difficile quanto decisiva scelta, se concludere un armistizio con la Germania dopo la repentina caduta della Francia oppure avventurarsi nell’intervento di un conflitto armato. Mentre si prepara l’invasione della Gran Bretagna, si deve pensare alla salvezza del paese, grazie ad una pace anche temporanea, o l’affermazione con una strenua lotta degli ideali di libertà: una delle prime mosse fu il recupero dei soldati intrappolati sulle spiagge di Dunkerque (come già ad inizio stagione ci ha insegnato lo stupendo film di Christopher Nolan). Oldman s’è già visto per il ruolo assegnare un Globe, sta sopravanzando sugli altri papabili per quanto riguarda gli Oscar. Durata 125 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico anche V.O., Lux sala 2, Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

 

Poesia senza fine – Biografico. Regia di Alejandro Jodorowsky. A Santiago del Cile, all’inizio degli anni Cinquanta, l’autore della “Montagna incantata”, ventenne, coltiva il desiderio di diventare poeta in opposizione al padre che per lui sogna un futuro di medico. Fermo sulle proprie decisioni, abbandona la famiglia, si rifugia in una comune di improbabili artisti e inizia il viaggio della sua vita. Durata 100 minuti. (Centrale, F.lli Marx sala Harpo)

 

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione – Fantasy. Regia di Gabriele Salvatores, con Ludovico Girardello, Valeria Golino, Galatea Bellugi e Xsenia Rappoport. Perseverando all’interno di un filone che pare non appartenere al cinema di casa nostra, l’autore premio Oscar di “Mediterraneo” offre a distanza di tre anni, con la crescita del protagonista, il secondo capitolo di Michele, ancora tra le strade e i cieli di Trieste, ancora nella tristezza per la perdita della madre adottiva e ancora alla ricerca di un qualcosa che gli permetta di conoscere appieno i suoi superpoteri. Entrano in gioco, incontro alla necessità, la conosciuta sorella gemella e la madre naturale, entrambe decise a rapire un cattivassimo magnate russo e costringerlo a liberare altre persone pure esse dotate di quegli stessi poteri, tra le quali lo stesso padre dei ragazzi. Già non eravamo stati del tutto soddisfatti della fase iniziale: e il seguito è messo lì per dirci che dovremmo aspettarci una terza puntata? Durata 96 minuti. (Uci)

 

La ruota delle meraviglie – Drammatico. Regia di Woody Allen, con Kate Winslet, Justin Timberlake, James Belushi e Juno Temple. Inizio anni ’50, pieni di colore nella fotografia di Vittorio Storaro o rivisti in quelli ramati di un tramonto, un affollato parco dei divertimenti a Coney Island, quattro destini che s’incrociano tra grandi sogni, molta noia, paure e piccole speranze senza sbocco. Ginny è una ex attrice che oggi serve ai tavoli, emotivamente instabile, madre di un ragazzino malato di piromania, frequentatore di assurde psicologhe; Humpty è il rozzo marito, giostraio e pescatore con un gruppo di amici, che ha bevuto e che ancora beve troppo, Carolina è la figlia di lui, rampolla di prime nozze, un rapporto interrotto da cinque anni, dopo la fuga di lei con un piccolo ma quantomai sbrigativo gangster che adesso ha mandato due scagnozzi a cercarla per farla stare zitta, ogni mezzo è buono. Rapporto interrotto ma la casa di papà è sempre quella più sicura. E poi c’è il giovane sognatore, Mickey, che arrotonda facendo il bagnino e segue un corso di drammaturgia, mentre stravede per O’Neill e Tennessee Williams, artefice di ogni situazione, pronto a distribuire le carte, facendo innamorare l’ultima Bovary di provincia e poi posando gli occhi sulla ragazza. Forse Allen costruisce ancora una volta e aggroviglia a piacere una storia che è il riverbero di ogni mélo degli autori anche a lui cari, impone una recitazione tutta sopra le righe, enfatizza e finge, pecca come troppe volte nel suo mestiere di regista, non incanta lo spettatore. La (sua) vittima maggiore, che più risente del debole successo è la Winslet di “Titanic”, che pur nella sua nevrotica bravura non riesce (o non può, obbediente alla strada tracciata dall’autore) a calarsi appieno nel personaggio, come in anni recenti aveva fatto la Blanchett in “Blue Jasmine”. Durata 101 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Star Wars: Gli ultimi Jedi – Fantascienza. Regia di Rian Johnson, con Mark Hamill, Daisy Ridley, Carrie Fisher, Laura Dern, Benicio del Toro e Adam Driver. Luke Skywalker si è ritirato in un esilio volontario, in un nascondiglio segreto ai limiti del pianeta sperduto. La giovane Rey ha bisogno del suo aiuto, nell’incontrarlo gli donerà la vecchia spada laser appartenuta alla sua famiglia. Vecchi e nuovi personaggi, ultima apparizione della Fisher, indimenticabile principessa Leia, ad un anno esatto dalla scomparsa. Immancabile per il pubblico che da sempre segue la saga. Durata 152 minuti. (Ideal, Uci)

 

The midnight man – Horror. Regia di Travis Zariwny, con Robert Englund, Summer Howell, Emily Haine e Michael Sirow. In una vecchia casa, la giovane Alexandra cura la nonna malata ed è presa dalla curiosità quando scopre nella soffitta un gioco racchiuso in una scatola, un foglio ne spiega le regole: se i giocatori (la ragazza non è sola) le seguiranno, apparirà “l’uomo di mezzanotte” capace di trasformare in realtà gli incubi più spaventosi. Se vorranno salvarsi, dovranno sfuggirgli – a lui, in grado di trasformarsi in nube nera come in qualsiasi altra sembianza – tra lo scoccare della mezzanotte e le 3 e 33 minuti. Durata 95 minuti. (The Space, Uci)

 

Tre manifesti a Ebbing, Missouri – Drammatico. Regia di Martin McDonagh, con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish e Lucas Hedges. Da sette mesi le ricerche e le indagini sulla morte della giovane Angela, violentata e ammazzata, non hanno dato sviluppi né certezze ed ecco che allora la madre Mildred compie una mossa coraggiosa, affitta sulla strada che porta a Ebbing, tre cartelloni pubblicitari con altrettanti messaggi di domanda accusatoria e di “incitamento” diretti a William Willoughby, il venerato capo della polizia, onesto e vulnerabile, malato di cancro. Coinvolgendo in seguito nella sua lotta anche il vicesceriffo Dixon, uomo immaturo dal comportamento violento e aggressivo, la donna finisce con l’essere un pericolo per l’intera comunità, mal sopportata, quella che da vittima si trasforma velocemente in minaccia: ogni cosa essendo immersa nella descrizione di una provincia americana che coltiva il razzismo, grumi di violenza e corruzione. Da parte di molti “Tre manifesti” è già stato giudicato come il miglior film dell’anno, i quattro recenti Golden Globe spianano la strada verso gli Oscar. Durata 132 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo Grande, Greenwich sala 2, Uci)

 

Tutti i soldi del mondo – Drammatico. Regia di Ridley Scott, con Mark Wahlberg, Michelle Williams, Charles Plummer e Chistopher Plummer. Il film già celebre ancora prima di uscire sugli schermi: per la velocità con cui il regista ha ricompattato set e troupe per tirare ex novo le scene in cui compare il vecchio e arcigno Paul Getty che ha lasciato i tratti di Kevin Spacey straccusato di molestie sessuali da mezza Hollywood di stampo maschile per acquistare quello altrettanto marmorei e forse più puliti di Plummer, che in quattro e quattr’otto s’è candidato ai Globe. Cambio di casacca per narrare del rapimento del rampollo Getty (per cui il nonno, l’uomo più ricco del mondo, non avrebbe messo a disposizione un solo penny, la prima richiesta fu di 17 milioni di dollari, avendone altri 14 di nipoti chissà come sarebbe stato per lui il futuro!) nel luglio del 1973 – era il tempo dei figli dei fiori, dell’amore libero e della droga a gogò – ad opera dell’ndrangheta. La parte dell’eroe positivo va alla madre del ragazzo che lotta con ogni mezzo per la sua libertà mentre il negoziatore con i delinquenti è il paratone Wahlberg. Durata 132 minuti. (Romano sala 3, Uci)

 

Un sacchetto di biglie – Drammatico. Regia di Christian Duguay, con Dorian Le Clech, Batyste Fleurial e Christian Clavier. Joseph e Maurice hanno rispettivamente dieci e dodici anni, la loro famiglia è ebrea, abitano a Parigi. Quando la pressione delle persecuzioni diventa insostenibile, i genitori decidono di mandarli al sud, nella Francia libera, perché raggiungano i fratelli. Non è soltanto un viaggio attraverso il paese occupato, è anche un percorso per una crescita interiore. Incontri, difficoltà di ogni genere, sorprese inaspettate, il quotidiano aiuto reciproco per sfuggire alle truppe di occupazione, l’ingegno e il coraggio per sfuggire al nemico e ricongiungersi con la famiglia. Durata 110 minuti. (Eliseo Rosso, Greenwich sala 3, The Space, Uci)

 

Il vegetale – Commedia. Regia di Gennaro Nunziante, con Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti e Ninni

Bruschetta. Fabio è laureato in scienze della comunicazione e all’improvviso si ritrova a gestire la società paterna, cresciuta a suon di malaffare. Lui è forte della propria onestà, lascia Milano e se ne va al sud, in cerca d’aria nuova: finirà a raccogliere frutta agli ordini di un caporale di colore, unico bianco in mezzo a cento immigrati. Dovrà tenere a bada una sorellina pestifera che per lui non ha nessuna considerazione, ma in compenso troverà anche una maestrina dal cuore tenero. Durata 90 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Wonder – Drammatico. Regia di Stephen Chbosky, con Julia Roberts, Owen Wilson e Jacob Tremblay. Auggie è un bambino di dieci anni, una malformazione cranio facciale ha fatto sì che non abbia mai frequentato la scuola. Quando i genitori prendono la decisione che è venuta davvero l’ora di affrontare il mondo degli altri, per il ragazzino non sarà facile. Al tavolo di Auggie, in refettorio, nessuno prende posto, un gruppetto di compagni continua a divertirsi a prendere in giro il suo aspetto. Poi qualcuno comunicherà ad apprezzarlo e ad avvicinarsi a lui. Durata 113 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Reposi, The Space, Uci)