redazione il torinese

Che noia la campagna elettorale prefabbricata

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto

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Mancano una ventina di giorni effettivi di campagna elettorale, per ora fiacchina, ma non c’è da stupirsi.  Gli ardori della campagna referendaria sono oramai un lontano ricordo. La fanno da padrone gli argomenti nazionali, parlano solo i leader alla televisione. Gli stessi  sono incuranti di spararla grossa. Al mio  paese una volta si chiamava demagogia.Ma tant’è, non è più tempo per le cose serie.  Continua ad essere serio votare, ma la pazienza dei cittadini è messa a dura prova. Pazienza sempre democratica, anche perché non votare può essere una manifestazione di civile dissenso.E poi, dai, diciamocelo in un proporzionale senza preferenze c’ è ben poca democrazia. E mancando la scelta per il candidato si toglie pathos alla campagna . Tutto stabilito a tavolino, tutto concordato preventivamente. Si, forse non saranno totalmente sicuri di come andrà a finire, ma il canovaccio è già scritto. Ma – attenzione – non vuol dire che proprio nulla stia accadendo. Piccoli incontri, magari a casa di tizio o caio giusto per convincere gli indecisi, che sono tantissimi. Poi la concorrenza tra gli schieramenti. Lega e Forza Italia concordi nel non essere d’accordo su nulla. Alla ricerca del primato elettorale. Salvini non la manda a dire: chi dei due partiti avrà più voti esprimerà il Presidente del Consiglio. Presidente della Repubblica permettendo. Con Fratelli d’Italia che non vuole essere solo i terzo incomodo. Noi con l’Italia è la quarta gamba del tavolo. Quante sigle “Italia” per il nordico Salvini lontano dai tempi di Pontida . Ma si sa, Roma val bene una messa. Anche con i pentastellati non si scherza.Contro la casta ed i politici di professione e dopo 12 mila aspiranti candidati, gli uscenti si sono riproposti con qualche ” spruzzata” di societa civile. A Torino scricchiola il loro consenso nelle periferie ed i mercati dopo i permessi dei grandi centri commerciali virano verso la lega. Forconi erano e forconi rimangono. Più che meno tasse vorrebbero l’abolizione delle tasse. I pentastellati non si preoccupano, li aspettano altri lidi molto più altolocati. Danno l’incarico a Francesco Gallieri di organizzare l’ incontro in Gran Bretagna dove  Di Maio comunica a tutta la finanza internazionale che prima scherzavano ed ora sono un partito di governo. L’ organizzatore non scherza in quanto a rapporti. Classe 1982 é di famiglia torinese buona, collaboratore niente popodimeno che di Giulio Tremonti, arrabbiato con il Berlusca che non l’ha ripreso. Collaborazioni editoriali con Belpietro e  Limes. E poi il centro sinistra. Qualcuno nel Pd é moderatamente contento di come stanno andando le cose.Ad esempio Luca Cassiani che dopo 4 anni di fermo diventerà consigliere regionale.E garante del senatore Stefano Esposito.Loro sono certi. Se il pd scenderà al di sotto del 25% Renzi dovrà trovarsi un altro mestiere. Se sopra, segretario a vita. Con Gariglio che non mollando la segteteria regionale pensa già alle regionali, portandosi avanti con il lavoro.E poi l’indistruttibile Mimmo Portas a cui hanno promesso che il Ministro Padoan opterà per altri collegi.Tutti o quasi tutti avranno in posto al sole. I sondaggi: fa cappotto il centro destra con dei magri 20% pentastellati. Lberi ed Uguali da un minimo del  4 ad un massimo dell’8.Pd al palo ed un 2% da dividere tra casa Pound, Potere al Popolo i comunisti di Rizzo, sinistri di critica anticapitalista, repubblicani ecc. Briciole lasciate sul tavolo dei grandi.Con una mia personale domanda:  perché si presentano?  Forse la risposta sta nei rimborsi elettorali previsti dalla legge.Poco di nobile. Incertezza assoluta. Come la carambola sul biliardo le palle rinbalzano da un punto all’altro. E dopo il voto?  Mi sa che le forze politiche sono comunque   condannate  nel trovare un accordo per evitare nuove elezioni. Le forze politiche tedesche hanno scelto stabilità anche per rispondere a populismi e nuovi fascismi che traggono linfa vitale dall’instabilità politica. All’entrata del Museo di Tel Aviv  sulle persecuzioni naziste c’è una piccola targhetta. Con tre cifre:8 16 33. In Germania negli anni trenta si votò tre volte in tre anni. Le cifre sono la percentuale ottenuta dai nazisti alle votazioni.Forse la storia non si ripete ma qualche insegnamento dobbiamo trarlo. Troppe promesse elettorali.Troppe notizie palesemente false.Troppe prese in giro. Ma chi vota dovrà chiedere poi di garantire governabilità. Governabilità per l’economia. Governabilità per investimenti. Governabilità per la comunità italiana ed europea e per la nostra democrazia.

La protesta dei lavoratori Embraco sbarca al Festival di Sanremo: in 50 davanti all’Ariston

La protesta dei  lavoratori della Embraco, azienda di Riva di Chieri del gruppo  Whirlpool,  ormai licenziati è sbarcata a Sanremo . Circa 50 i dipendenti dell’azienda di compressori per frigoriferi che hanno ha sfilato in corteo fino in piazza Colombo, vicino al teatro Ariston. I licenziamenti provocati dalla  delocalizzazione degli impianti  in Brasile, Cina e Slovacchia , hanno suscitato la dura presa di posizione del ministro Calenda, che ha fissato un vertice giovedì  prossimo  a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico. L’avvio della procedura di licenziamento  è stata comunicata ai lavoratori il 10 gennaio scorso. Se entro il  25 marzo non si troverà un accordo per i dipendenti non ci saranno altre opportunità.

Nel Giorno del Ricordo sassi e bottiglie contro la polizia dai manifestanti dei centri sociali

Alcuni  manifestanti  dei centri sociali, partecipanti al corteo antifascista di Torino, organizzato nella zona di corso Cincinnato, nel Giorno del Ricordo delle Foibe, si sono speparati dalla sfilata per lanciare   sassi, bottiglie e una bomba carta contro le forze dell’ordine. L’episodio è avvenuto in via Luzzati. Per fermare l’attacco è stata effettuata una carica da parte degli agenti. E’ stato inoltre fermato un manifestante, mentre poco prima diversi manifestanti avevano tentato di intercettare il raduno di Forza Nuova, ma sono stati tenuti distanti  da polizia e carabinieri.

 

(foto: archivio)

Uomo incendia l’auto e si suicida tra le fiamme

DAL VENETO

A 80 anni si è suicidato  a Vicenza dopo aver appiccato il fuoco all’auto sulla quale si trovava. Il corpo è stato trovato dalla polizia ormai carbonizzato, ma le testimonianze della moglie, alla quale poco prima l’80enne aveva annunciato che si sarebbe tolto la vita, lasciano pochi dubbi sull’identità della vittima. La donna ha detto alla polizia che il marito si trovava in uno stato di profondo disagio psichico dopo un incidente di due anni fa, e ha cercato di convincerla ad uccidersi assieme. Lei si è rifiutata e l’uomo è salito sulla sua auto, recandosi in  una zona isolata alla periferia della città. Con una tanica di benzina, avrebbe incendiato l’auto mentre si trovava all’ interno.

Gioia bianconera su Twitter dopo la vittoria

“Questo gruppo sa trasformare lo straordinario in ordinario”. Così twitta Gianluigi Buffon, dopo la vittoria per 2-0 al Franchi di Firenze contro la Fiorentina. Anche Higuain riprende dopo un lungo silenzio a  twittare: “Grande vittoria oggi!! Grande squadra!”. “Vittoria sofferta ma fondamentale. Non c’è tempo per gioire, si inizia a pensare al Tottenham”, commenta invece Andrea Barzagli.

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)
 

Sul Giorno del Ricordo

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione del Giorno del Ricordo, celebrato giorno 10 febbraio, istituito con la Legge 92/2004, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale del secondo dopoguerra intende evidenziare la lodevole iniziativa promossa dalla regione Toscana, dal titolo: “Viaggio di studio sul Confine orientale”, finalizzata alla visione “autoptica” da parte degli studenti dei luoghi teatro dei fatti storici relativi alle foibe.

Si potrà seguire il percorso sui siti della Regione Toscana e Toscana Notizie, sulla pagina Facebook Toscana Memoria all’indirizzo https://www.facebook.com/toscanamemoria/ e sulla pagina Facebook dell’Istituto ISI Pertini di Lucca all’indirizzo https://www.facebook.com/pertini.lucca.gov.it/ e con gli hashtag #toscanamemoria e #giornoricordo.

In coincidenza della giornata del 24 marzo dedicata al diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime (ONU) gli studenti dell’ISI Pertini di Lucca, con il supporto della prof.ssa Katia Giannelli, interverranno nel corso del dibattito di approfondimento culturale, organizzato dall’Area di potenziamento socio-economico dall’istituto, dietro interessamento del DS, prof.ssa Daniela Venturi,  e dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani per condividere con i propri coetanei punti di riflessione ed esperienze vissute. Tutte le scuole che vorranno aderire potranno contattare il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com); successivamente verranno divulgate le modalità operative per la partecipazione.

È fondamentale il recupero della memoria storica di avvenimenti così significativi e drammatici per il nostro Paese; informare le giovani generazioni sul proprio passato anche se doloroso, costruisce l’unico viatico per l’acquisizione della consapevolezza dell’importanza di valori universali come la pace, la tolleranza e la giustizia. La civiltà si costruisce attraverso la cultura. Le Foibe, luogo simbolo di una tragedia italiana, possono e devono diventare motivo di riflessione, perché venga contrastata ogni forma di violazione della prerogative altrui e la vita umana venga considerata sacra.

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani si associa al pensiero espresso recentemente dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla ricorrenza: “Le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema”.

prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

 

I fondi M5S per la tutela del territorio

“Quasi ogni anno il Piemonte viene colpito da alluvioni e fenomeni legati al dissesto idrogeologico con gravi ripercussioni sull’ambiente e sulle infrastrutture.  Abbiamo deciso di dare un forte segnale restituendo parte del nostro stipendio per questa importante voce di bilancio”. Così il gruppo regionale M5s,  che  ricorda che la Giunta regionale del Piemonte ha inserito nel bilancio di previsione 102.948.77 euro per le emergenze da calamità naturali ed interventi di ripristino “soldi restituiti dal Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle. La tutela del territorio è una priorità del Movimento 5 Stelle, in futuro si dovrà investire maggiori risorse nella prevenzione e sempre meno in opere inutili”.

Mr.Pack, a Volpiano 8 tonnellate di plastica raccolte nel 2017

Nel 2017 Mr.Pack  ha raccolto 8 tonnellate di plastica e sono stati 64mila gli imballaggi per uso domestico depositati nel punto di piazza Italia. «È un ottimo segnale – commenta Andrea Cisotto, vicesindaco con delega all’Ecologia del Comune di Volpiano – che dimostra la crescita della sensibilità dei cittadini in materia di riciclo dei rifiuti e incoraggia l’Amministrazione a proseguire nella direzione di promuovere comportamenti rispettosi dell’ambiente». Nel 2017 la raccolta differenziata a Volpiano ha raggiunto il 54,89 per cento, pari a 4.060 tonnellate sul totale di 7.398 tonnellate; la media di rifiuti indifferenziati raccolti è di 203 chili per abitante. «Il nostro obiettivo – prosegue Andrea Cisotto – è ridurre a 190 chili, entro il 2019, il conferimento medio di indifferenziata per abitante». Il deposito degli imballaggi in plastica nel punto Mr.Pack consente di ottenere una riduzione sulla Tari (la tassa rifiuti) di 10 euro ogni 1.000 punti raggiunti, fino ad un massimo di 30 euro; inoltre, il contribuente che accumula il maggior numero di punti ha diritto all’esenzione per l’anno di competenza. Ogni punto equivale a 100 grammi di anidride carbonica non emessa in atmosfera.

Precipita dalle impalcature e muore nel giorno del suo compleanno

Valerio Rocco, 60 anni, aveva deciso di lavorare anche nel giorno del suo compleanno. Stava ristrutturando per conto dell’azienda per cui lavorava una grande Villa a San Mauro. Per cause ancora da accertare e’ caduto dalle impalcature ed e’ morto . A nulla sono valsi i soccorsi per salvare la vita a questa ennesima vittima di incidente sul lavoro.

L’orrore delle foibe, il dolore dell’esodo, i drammi del confine orientale

La giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo del dramma degli italiani delle Venezie e della Dalmazia. Le foibe e l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia sono una ferita sulla quale nel nostro Paese è stata a lungo stesa una cortina di silenzio. Da tempo ormai la parola foiba non descrive più semplicemente il territorio del Carso triestino e giuliano ma è diventata l’atroce, simbolo di una tragedia che si è consumata sul confine orientale e che ha come sfondo la seconda guerra mondiale, il fascismo di frontiera, il totalitarismo titino. Migliaia di italiani uccisi dall’esercito di liberazione iugoslavo e gettati nelle foibe, cavità naturali il cui nome, mutuato dal dialetto giuliano,  deriva dal latino fovea, cioè fossa, cava. In due momenti, durante il conflitto e nell’immediato dopoguerra. le foibe furono il palcoscenico di esecuzioni sommarie quando i partigiani del maresciallo Tito vi gettarono migliaia di persone colpevoli di essere italiane, fasciste o contrarie al regime comunista. Da questi massacri deriva il termine infoibare. E poi circa 350.000 italiani costretti, dopo il Trattato di pace che assegnò l’Istria alla Iugoslavia, ad abbandonare le terre delle origini con un tragico esodo, disperdendosi nel mondo. Il Giorno del ricordo va considerato come un segnale di ulteriore pacificazione e di riconciliazione dell’Italia repubblicana. Si è trattato, è vero, di una tragedia a lungo rimossa ma ricordarla rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la Repubblica: libertà, tolleranza,  convivenza pacifica, rispetto della dignità umana e della persona. Nessuna  violenza che mortifichi quei valori può essere giustificata, neanche come risposta a violenze subite. Nessuno può negare che il fascismo, con l’occupazione militare italiana, abbia usato il pugno duro contro le popolazioni istriane, in una dolorosa catena di soprusi, misfatti e violenze. Le ritorsioni, a loro volta terribili e disumane, sommarono dolore e violenza a violenza e dolore. Gli studiosi sono ancora alla ricerca di documenti, di dati e non vi sono conclusioni condivise sulle ragioni della ferocia dei combattenti di Tito, ma non vi è dubbio che quella fu una tragedia con tante facce. Le foibe furono il prodotto di odi diversi : l’odio etnico, nazionale, ideologico. Secondo alcuni storici si trattò di un fenomeno dovuto sia alla politica di italianizzazione forzata da parte del fascismo, che mirava all’annullamento dell’identità nazionale delle comunità slovene e croate, sia alla politica espansionistica di Tito per annettersi Trieste e il goriziano. Lo storico Gianni Oliva sostiene  che “affinché al tavolo delle trattative di pace venisse riconosciuta la sovranità di Belgrado sul territorio giuliano, occorreva che nessuna forma di opposizione contrastasse l’annessione. E dunque bisognava contrastare i movimenti antiannessionistici anche con l’eliminazione fisica di tutti coloro, fascisti o antifascisti, fossero in grado di organizzare e dirigere quei movimenti“. La lunga notte della guerra fredda ha impedito per troppo tempo una lettura meno ideologica di quelle vicende. Ora quella contrapposizione frontale è, almeno per quanto ci riguarda, alle spalle. È possibile una elaborazione condivisa che consenta analisi più serene e obiettive? Non è cosa facile ma è altrettanto necessaria. Come dichiarò Carlo Azeglio Ciampi, e sottolineò poi Giorgio Napolitano “la tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani“. Fa parte della storia del Paese. Ristabilire il dovuto riconoscimento di quelle vicende tragiche e dolorose  è necessario per la costruzione di un’Europa poggiata su basi di condivisione che rendano più estesi e radicati i valori fondamentali della convivenza tra diversi, del multiculturalismo, del pluralismo etnico e religioso. Claudio Magris, con lucida efficacia , scrisse “..sulle frontiere si sono da sempre scatenate e si scatenano le passioni scioviniste più furibonde, con il loro bagaglio di violenze, provocatrici a loro volta di cieche vendette foriere anch’esse di feroci rappresaglie“. Gli storici hanno il compito di continuare a ricercare documenti e testimonianze per portare alla luce fatti ed eventi, che aggiungano ulteriori pezzi alla verità storica. A tutti gli altri, a partire da chi ha delle responsabilità pubbliche, rimane il dovere di creare una memoria critica e solidale, di creare le condizioni per una verità civile e condiviso, secondo un ordine di valori che condannino ogni forma di totalitarismo, razzismo e nazionalismo sciovinista.

Marco Travaglini