In Piemonte sono definitivi i risultati delle elezioni europee, che vedono la Lega primo partito, con il 37,1% dei voti. Il carroccio è seguito dal Pd: con il 23,9% dei consensi supera il Movimento 5 Stelle, precipitato al 13,2%. Forza Italia si ferma al 9,08%, Fratelli d’Italia il 5,98%. +Europa – Italia in Comune conquista il 3,3% d, il 2.31%
Europa Verde e l’1,5% La Sinistra. Sotto l’1% Partito Comunista (0,94%), Partito Animalista (0,81%), Popolo della Famiglia (0,57%), Casapound (0,36%), Popolari per l’Italia (0,26%), Partito Pirata (0,26%), Forza Nuova (0,15%) e Autonomie per l’Europa (0,14%). Il Pd a Torino è il primo partito, con il 33,47% dei voti. I 5 Stelle, il partito della sindaca Chiara Appendino non va oltre il 13.33%.
Irregolare da due anni presto sarà espulso
Gli era stato notificato il rifiuto del permesso di soggiorno ed intimato di lasciare il territorio nazionale entro 15 giorni dalla Questura di Cuneo, questo a marzo di due anni fa, ma continuava a restare in Italia.
Tutto almeno sino a pochi giorni fa, quando una pattuglia Polfer del Nucleo Scorte, inviata nello scalo di Carmagnola per servizi di prevenzione e vigilanza, lo ha identificato sulla banchina: al seguito, un passaporto marocchino scaduto e null’altro. Accompagnato al Gabinetto di Polizia Scientifica per il fotosegnalamento, è risultato essere tuttora irregolare e i due ricorsi che aveva presentato contro il decreto di rigetto del permesso di soggiorno, entrambi rigettati. L’uomo, marocchino 30enne, domiciliato in Fossano, è stato posto a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino ove sono state avviate le procedure per l’espulsione dal territorio nazionale.
Di Pier Franco Quaglieni
Milano è stata al centro delle più importanti vicende politiche italiane del secolo breve
Ha fatto bene il “Corriere della Sera” a riproporre il volume di Pierre Milza e di Serge Bernstein “Storia del fascismo” edita in Italia nel 1980 E’ un ‘opera che mantiene una sua validità perché soprattutto Milza e’ stato uno storico importante, anche se pochissimo conosciuto in Italia. Lo storico italo- francese non è assimilabile alla storiografia gobettian- gramsciana che vide nel fascismo l’autobiografia della nazione e una dittatura di classe che stroncò la classe operaia. Milza ha visto nel fascismo una complessità che sfugge ai grossolani manicheismi di cui molta parte della storiografia italiana si fece invece portavoce. Milza non amava le semplificazioni e l’opera riproposta consente un’analisi storica non ideologica, distante dalle vulgate italiane, tanto fastidiose quanto incapaci di riflettere in termini storici, e non solo meramente politici in senso stretto, sul fascismo. Il volume analizza il fascismo dal suo atto di nascita del 1919 in piazza San Sepolcro a Milano alla sua fine – vergognosa soprattutto per gli antifascisti – a piazzale Loreto sempre a Milano nel 1945 . L’inizio e la fine coincidono con la stessa città e questo è un dato che meriterebbe un approfondimento perché Milano è stata al centro delle più importanti vicende politiche italiane del secolo breve . Tuttavia l’opera di Milza e Bernstein si rivela anche datata ed abbastanza di parte perché cita una sola volta Renzo De Felice ,lo storico del fascismo più importante in assoluto che fu oggetto di infami ed astiose polemiche da parte di certa storiografia. E lo cita per l’” Intervista sul fascismo” e non per la colossale opera su Mussolini iniziata nel 1965 ed ultimata con la pubblicazione postuma e incompleta dell’ultimo volume nel 1997 .
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Nel volume l’opera defeliciana è citata nella bibliografia ,ma viene ignorata del tutto, anche eventualmente per confutarla , nei capitoli del lavoro, pur pregevolissimo, ripubblicato. Io avevo saputo direttamente da Felice dei non buoni rapporti con Milza che pure non si deve assolutamente collegare alla storiografia marxisteggiante. So bene che due storici che si occupano dello stesso tema sono rivali difficilmente sono disposti a dialogare tra i loro. Nel campo storico ,come in tutti gli altri campi, ci sono antipatie e rivalità e questo è un tipico caso nel quale si evidenzia il rifiuto quasi aprioristico del grande storico italiano del fascismo. Il volume riproposto dal “Corriere “ e’ comunque sicuramente ancora molto fruibile dal grosso pubblico che non l’ha letto o sentito, malgrado sia uscito quasi quarant’anni fa. L’iniziativa editoriale del “Corriere” merita comunque un plauso perché affronta il tema del totalitarismo ,dedicando volumi a Fidel Castro ,a Pol Pot ed altri dittatori di sinistra. L’unico ragionamento storico sostenibile e’ infatti quello che riguarda i regimi totalitari ed autoritari del secolo scorso, senza limitarsi al fascismo e al nazismo, come troppo spesso si è fatto in passato. Sarà decisivo ,per valutare a pieno l’opera ,leggere i volumi su Lenin e Stalin che ci auguriamo escano presto e che siano stati affidati a storici di valore e non sia riproposizioni di vecchi libri. Soprattutto sarà
decisivo, se ci sarà,quello dedicato a Lenin il cui furore giacobino, sanguinario e liberticida non fu meno forte di quello staliniano. Anche Trotsky meriterebbe un volume, perché la sua idea di rivoluzione permanente era altrettanto terribile ,forse persino peggiore di quella di Stalin di cui pure Trotsky fu vittima . Se confrontiamo le iniziative editoriali con quelle di altri giornali, non possiamo non apprezzare il lavoro che sta facendo il gruppo Cairo rispetto alle corte vedute e al fiato cortissimo del gruppo De Benedetti che si diletta a pubblicare libretti sui proverbi piemontesi, in verità abbastanza provinciali.
scrivere a quaglieni@gmail.com
Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino twitta dopo la mezzanotte: “Un commento sul voto regionale sarà possibile solo sulla base dello spoglio reale, ma è evidente che se gli exit poll venissero confermati, la vittoria di Cirio e del cdx sarebbe netta. In attesa dei risultati ufficiali, ringrazio chi mi ha votato e chi mi ha sostenuto ed aiutato”.
L'isola del libro
Rubrica settimanale sulle novità in libreria
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Ed Sanders “La famiglia” – Feltrinelli – euro 25,00
Fu una notte maledetta quella tra 8-9 agosto 1969 in cui la moglie di Roman Polanski, l’attrice Sharon Tate, incinta di oltre 8 mesi, ed altre 4 persone furono massacrate dai seguaci della setta satanica di Charles Manson, in una villa di Cielo Drive, a Bel Air (Olimpo delle star hollywoodiane). La carneficina è ricordata non solo nel film “Once upon a time in Hollywood” (“C’era una volta a Hollywood”) che Quentin Trantino ha portato al Festival di Cannes, ma è anche al centro del libro di Ed Sanders “La famiglia”, pubblicato un anno fa ed ora più attuale che mai. Se volete saperne di più è nelle oltre 600 pagine del volume che trovate la ricostruzione perfetta e particolareggiata della vita e degli orrori di Charles Manson, di come stregò e manipolò i suoi seguaci. Avvertenza per l’uso: maneggiare con cura perché è decisamente crudo, diretto e non tralascia nulla. Ma è forse il modo migliore per sapere come andarono le cose. Sanders per anni ha fatto approfondite ricerche, intervistato persone e consultato monumentali documenti giudiziari per ricostruire i drammatici fatti che gettarono nel panico la California. Il clima è quello di fine anni 60, con “figli dei fiori”, droghe, freedom, peace and love; ma cosa ha trasformato una banda di hippie squinternati in un’orda di assassini assatanati e privi di rimorsi? Dietro a tutto c’è’ il mefistofelico Charles Manson: criminale perverso e fuori di testa che si credeva un grande cantautore, viveva di espedienti, rapine, razzie dei patrimoni dei suoi discepoli, e si autoproclamava “l’incarnazione di Gesù e Satana”. In realtà, era il male allo stato puro. Occhi demoniaci e strafatto di droghe iniziò quasi adolescente ad entrare ed uscire di prigione: è proprio dietro le sbarre che inizia ad interessarsi di magia, Scientology, negromanzia e tutto quanto di più nero, oscuro e buio può annidarsi nella mente di un uomo. Sanders ricostruisce le modalità con cui Manson adescava e irretiva i suoi seguaci, e li manovrava all’interno della cosiddetta “famiglia” nel Topanga Canyon. Erano per lo più giovani vagabondi, uno più sbandato dell’altro, molto più che borderline, che si dilettavano tra orge, festini e sette sataniche. Il peggio del peggio. Ricostruisce anche passo per passo i loro più efferati omicidi, soffermandosi sulla mattanza di Bel Air, compiuta da 4 seguaci di Manson; lui non partecipò ma fu l’ispiratore e il perverso mandante. Rimase in attesa che gli
assassini tornassero grondanti di sangue e poi andò a fare il sopralluogo del macello. Il piano prevedeva che le vittime venissero appese alle travi, poi sventrate e squartate, però nella fretta non tutto andò secondo i piani. Sanders ricompone frammento per frammento l’orrore. Il commando degli spietati carnefici inseguì, braccò e dilaniò le 5 vittime con un totale di 102 coltellate in 30 minuti: una ogni 20 secondi. Una delle fantasie di Manson era uccidere qualcuno sotto gli occhi di qualcun altro e toccò a Sharon Tate morire per ultima, dopo aver implorato inutilmente pietà per la creatura che portava in grembo. I membri della famiglia furono arrestati dopo tre mesi di indagini serrate e condannati per la strage Tate e altri 2 delitti commessi in seguito. Nel 1971 furono condannati a morte, pena poi commutata in ergastolo dopo che la Corte Suprema della California abolì la legge sulla pena di morte. Il mostro Charles Manson è morto in prigione nel 2017.La bellissima Sharon Tate, interprete di “Per favore non mordermi sul collo” e “La valle delle bambole”, aveva solo 26 anni quando fu uccisa; oggi ne avrebbe 76. Non ha fatto in tempo a sapere che aspettava un maschietto, ma ora riposa con lui tra le braccia, nella Holy Cross Cemetery. A Culver City, in California.
Ivy Compton Barnett “Più donne che uomini” – Fazi Editore – euro 19,00
Bravissimo l’editore Fazi che ripubblica questo romanzo di una delle voci più interessanti della letteratura degli anni 30 del 900. La scrittrice inglese Ivy Compton Barnett, nata a Londra nel 1884 e morta nel 1969, sesta di dodici figli di un medico omeopata -2 sorelle si suicidarono, un fratello morì giovane-, ebbe trascorsi familiari infelici che diventarono spunti per i suoi libri. 20 romanzi, tutti di matrice autobiografica, nei quali mette a nudo i complicati legami tra uomini e donne, le dinamiche complesse e il dispotismo familiare, prendendo chiaramente posizione a favore del mondo femminile. Molto apprezzata da Virginia Woolf, anche la Barnett era lesbica: non lo sbandierò, ma visse 32 anni con una donna e si divertì non poco a “scioccare” i benpensanti dell’epoca attraverso i suoi romanzi. Le sue pagine sono piene di sense of humour, di lucida e a tratti spietata analisi dei rapporti umani. “Più donne che uomini” è ambientato in una scuola femminile dove la sproporzione tra allieve e insegnanti in gonnella da un lato e presenze maschili dall’altro è lampante, come annunciato dal titolo. E’ stata fondata in una ricca cittadina inglese, a inizi 900 dall’austera Josephine Napier che ne è la direttrice. Ha 54 anni “…qualche ciocca grigia tra i capelli ramati, un viso regale, alta e con le mani sorprendentemente ingioiellate, vestita e pettinata in modo da esibire i suoi anni, anziché nasconderli…” E’ sposata con Simon, uomo dimesso e silenzioso che lavora nella scuola: non hanno avuto figli, ma hanno cresciuto il nipote Gabriel, figlio del fratello di Josephine, Jonathan, indolente omosessuale rimasto vedovo ed ora innamorato del giovane sfaccendato Felix. Poi ci sono altri personaggi femminili di rilievo: a partire da Elisabeth Giffard (in gioventù è stata con Simon ed ora è amica di Josephine) che viene assunta come governante ed arriva con la figlia Ruth. Sullo sfondo di un apparentemente tranquillo tran tran quotidiano, scandito da rituali tipici dell’epoca, meticolosamente organizzati, si scatenano antichi rancori, amori contrastati, gelosia possessiva, morte e malattia. Irrompono e sono tanti colpi di scena, perché dietro la patina perbenista di epoca vittoriana …nessuno è davvero chi dice di essere e i segreti sono tanti ….tra pettegolezzi, silenzi e sospetti.
Maurizio De Giovanni “Le parole di Sara” – Nero Rizzoli – euro 19,00
E’ destinata a diventare una fiction televisiva la seconda avventura della poliziotta “invisibile” (ha lavorato per i Servizi Segreti) Sara Morozzi, uscita dalla penna e dalla dirompente fantasia dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni. Lui è uno dei più quotati giallisti del momento, autore delle serie best seller del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone, che ha riscosso successo anche nella fiction tv con Alessandro Gassman. Dopo la precedente avventura in “Sara al tramonto”, ora ritroviamo la protagonista alle prese con una trama noir che le impone anche di fare i conti col suo passato difficile. Sara era stata un abilissimo elemento di un’unità segretissima dei Servizi segreti, esperta in linguaggio non verbale, un talento prodigioso. Aveva lavorato insieme a Teresa Pandolfi, detta la bionda, e le due erano state più che colleghe: avversarie leali che avevano condiviso giorni e notti alle prese con le indagini sotto traccia. Se mai poteva esserci amicizia nella sezione, loro due erano amiche, anzi Teresa era l’unica amica che Sara aveva avuto nella sua vita. Due donne diverse, entrambe affascinanti, per certi aspetti complementari, bravissime nel loro lavoro. Sara è la mora, con i capelli precocemente striati di grigio, corpo morbido ed occhi profondi, decisamente refrattaria a gioielli e trucco. Ha abbandonato tutto per amore – lavoro, un marito e un figlio- per vivere insieme al capo della sezione Massimiliano e curarlo durante la malattia che lo porterà nella tomba. Teresa è la bionda stupenda, capelli d’oro, occhi azzurri segnati da qualche ruga, figura snella; zero mariti e zero figli, in compenso sesso a volontà, ma sempre rigorosamente occasionale. Ha messo la carriera innanzi a tutto ed ora è la prima donna a capo di un’unità per la sicurezza dello Stato. Però ha commesso un errore: si è innamorata di Sergio, un giovane ricercatore che è improvvisamente scomparso. La vicenda inizia quando in gran segreto ricontatta l’ex collega Sara per farsi aiutare a ritrovare il ragazzo. Senza raccontarvi troppo …..preparatevi a colpi di scena, ritrovamenti di cadaveri, e un corollario di altri personaggi, a partire dalla giovane Viola che cresce da sola il suo piccolo bimbo e in qualche modo è collegata al passato di Sara che scoprirete leggendo a suon di flash back.
“Valli di Lanzo e Valli Orco e Soana, tutto il Canavese, assieme a Pinerolese e valli Cuneesi, ieri e giovedì hannomostrato al mondo la loro grande bellezza. Un poetico racconto. Paesaggi, versanti, vette e scenari unici in giornate-evento di grande ciclismo, con il Giro d’Italia che da Cuneo a Pinerolo e da Pinerolo a Ceresole Reale, nel cuore del Parco del Gran Paradiso, ha aggiunto preziosi tasselli alla sua gloriosa storia fatta di 102 edizioni. Poi da Ivrea verso Como dopo una grande e difficile Saint Vincent-Courmayeur. Ora bisogna lavorare con Enti locali e imprese per rafforzare le opportunità connesse a due ruote, e-bike, outdoor, cicloturismo, su strada e su sentieri sterrati, tra necessario marketing e avanzata offerta all’insegna di una grande e unica missione: garantire sviluppo e nuove forze in campo, turismo di qualità, nuovi posti di lavoro, crescita e benessere. Grazie ai Sindaci, alle Amministrazioni comunali, ai Comitati di Tappa, alla Città metropolitana di Torino in particolare per il grande lavoro fatto nell’allestimento della strada verso il Serrù. #Graziegiro102″. Così Marco Bussone, Presidente Uncem, Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani
Ai piedi delle Alpi
Dolce Tatin di albicocche
La ricetta classica si prepara con le mele, ma con la stagione estiva, se non avete paura di accendere il forno, e’ deliziosa con le albicocche
La “Tarte Tatin”, come tutti ben sanno, non e’ altro che una crostata al contrario. La ricetta classica si prepara con le mele, ma con la stagione estiva, se non avete paura di accendere il forno, e’ deliziosa con le albicocche. Un dolce leggero, ricco di frutta, dal profumo invitante e dal gusto intrigante tra il dolce e l’acidulo. Un fine pasto dal sapore d’estate.
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Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia rotonda
500gr. di albicocche mature e sode
80gr. di burro
80gr. di zucchero di canna
1 cucchiaio di rum
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Lavare e asciugare le albicocche, denocciolarle e tagliarle in quattro parti. In una teglia rotonda (in alluminio) sciogliere il burro, togliere dal fuoco versare lo zucchero e a fuoco lento lasciar caramellare con un cucchiaio di rum. Sisterare le albicocche e lasciar cuocere per dieci minuti fino a doratura rigirandole con delicatezza, lasciar raffreddare. Preriscaldare il forno a 200 gradi, stendere la pasta sfoglia sulle albicocche,sistemare i bordi, bucherellare e infornare per 20/30 minuti. Appena la sfoglia sara’ gonfia e dorata rigirare subito su un piatto da portata. Servire tiepida o fredda con una pallina di gelato alla vaniglia.
Paperita Patty
Gioielli e look perfetto
Sabato 1 giugno, presso la gioielleria Mariatti in via Vanchiglia 19 a Torino, si svolgerà un pomeriggio all’insegna dello stile, dei colori e della passione. Si potrà giocare a creare il look perfetto, indossando le nuove collezioni di gioielli artigianali Borsari e scoprendo ‘Di che colore sei?’, grazie ai consigli personalizzati di Federica Rosati, esperta in armocromia. Dalle 15.30 alle 19.30 sarà la volta del contest #PassioneBorsari, per diventare il nuovo volto (maschile e femminile) della campagna pubblicitaria 2019/2020. Sorprese e omaggi per tutti i partecipanti.
In base agli exit poll il candidato alla presidenza del Piemonte, Alberto Cirio, del centrodestra, otterrebbe un risultato compreso tra il 45 e il 49 per cento, e sarebbe così eletto come nuovo presidente della Regione, mentre il governatore uscente Sergio Chiamparino del centrosinistra si fermerebbe al 36.5 / 40.5, rispetto al 47,09 per cento del 2014. Il candidato del M5s, Giorgio Bertola otterrebbe un risultato tra il 12 e il 16 per cento. Infine Valter Boero, tra lo 0 e l’1%.