Le due chiese di Montmartre

Una è conosciuta e fotografata, eletta tra i simboli di Parigi per chi visita la città e sale sulla “butte” di Montmartre, la collina prescelta da pittori come Renoir,Toulouse-Lautrec, Suzanne Valadon e Maurice Utrillo

L’altra è una delle più antiche della “ville lumière”, molto amata da chi abita nel quartiere, luogo di culto dove si respira una profonda spiritualità. C’è differenza, e non poca, tra l’imponente e bianca basilica del Sacré Coeur e la più riservata chiesa di Saint Pierre, a fianco della place du Tertre, un tempo ritrovo degli artisti che ne varcavano la soglia per venerare la loro patrona, Notre Dame de Beauté. Su questa collina un tempo simbolo di ardenti passioni e spiriti liberi e ancor oggi, nonostante la pacifica invasione di vocianti comitive di turisti, ricca di fascino e di poesia, i due luoghi di culto sorgono uno vicino all’altro. Al culmine della lunga scalinata o, risparmiando fatica, al termine del tragitto della funicolare, la candida sagoma del Sacro Cuore domina Parigi, essendo il luogo più alto della città dopo la Tour Eiffel. Zola, nel suo “Paris”feuilletons pubblicato su Le Journal dall’ottobre 1897 al febbraio 1898, raccontava così la vista che si gode dalla Basilica: Parigi immensa si stendeva ai suoi piedi, una Parigi limpida e leggera nella chiarità di una sera di primavera precoce. Il mare senza fine dei tetti si stagliava con così singolare nettezza che si sarebbero potuti contare i camini e i trattini neri delle finestre, a milioni. Nell’aria calma i monumenti sembravano navi alla fonda, una squadra fermata nel suo cammino le cui alte alberature brillavano nell’addio del sole”. La basilica, costruita tra il 1875 e il 1914, consacrata cinque anni dopo, nel 1919 (quest’anno ricorre il centenario) è il frutto di un “voto nazionale” promosso dalla chiesa cattolica per “espiare i crimini della Comune di Parigi” e proprio per questo fu edificata nel cuore del quartiere dal quale erano partiti i moti rivoluzionari del marzo 1871. Quello che viene considerato come il primo esempio di potere democratico e socialista nell’Europa del nascente capitalismo, durò poco più di due mesi e finì nel sangue. Quella sorta di “ex-voto”, inaugurato in pompa magna, venne però snobbato dagli abitanti di Montmartre che continuarono ad andare a messa nella chiesa di Saint Pierre.Edificata sui resti di un antico tempio gallo-romano dedicato a Marte tra il 1133 e il 1147 nel luogo in cui, secondo la tradizione, Ignazio di Loyola fondò la Compagnia di Gesù (l’ordine dei Gesuiti) la chiesa di Saint Pierre de Montmartre faceva parte della grande abbazia benedettina di Montmartre fondata nel 1133 da Adelaide di Savoia, madre del Re Luigi VII, la cui pietra tombale si trova all’interno della chiesa. L’aspetto esterno di questo luogo di culto è di foggia medievale anche se la facciata è barocca, costruita nel ‘700, mentre linterno è in stile gotico. Dove sorgeva l’abbazia, ora c’è il giardino del Calvario, con i resti della Via Crucis realizzata per Richelieu. Di fianco alla chiesa il più piccolo dei cimiteri parigini – dove, tra le 87 tombe sono sepolti il cuore dell’esploratore Louis Bougainville (le cui spoglie sono ospitate al Panthéon) e lo scultore Jan Baptiste Pigalle – , aperto solo un giorno all’anno, il 1° novembre in occasione della festa dei morti. Due chiese, due epoche e due storie diverse, dove la meno nota dimostra di non essere la meno importante. E non solo per l’affetto, mai venuto meno, di chi ha vissuto sulla collina più alta a nord di Parigi, come i bohémien della rive droite durante la Belle Époque.

Marco Travaglini

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