redazione il torinese

Guerriglia antifascista in centro città tra lanci di pietre e bombe carta, sei poliziotti feriti

Circa 500 manifestanti antifascisti, soprattutto militanti dei centri sociali e no tav, hanno cercato di raggiungere l’ Hotel Nh (ex Ambasciatori) in corso Vittorio, nell’area compresa  tra corso Bolzano e corso Vinzaglio, dove stava intervenendo il leader di CasaPound  Simone Di Stefano. Numerosi petardi e bombe carta, sassi, bottiglie di vetro e tubi presi da un cantiere della zona sono stati lanciati contro la polizia  che ha risposto con gli idranti e con i lacrimogeni. Sei poliziotti sono rimasti feriti e una giovane è stata fermata.

 

(foto fmb – il Torinese)

ERMAL META REDUCE DAL FESTIVAL INCONTRA I SUOI FAN A MONDOJUVE

Venerdì 23 febbraio dalle ore 17:30 Mondojuve – lo Shopping Center al confine con Torino, tra i Comuni di Vinovo e Nichelino che ha dato il via allo sviluppo del maggiore Parco Commerciale del Piemonte – ospiterà Ermal Meta, il cantautore reduce dal successo al 68esimo Festival di Sanremo 2018  in coppia con Fabrizio Moro


L’artista incontrerà i propri fan e sarà a disposizione per il firmacopie del nuovo album “Non abbiamo armi” – il terzo da solista per Ermal – che include anche “Non mi avete fatto niente”, il brano vincitore di Sanremo, nato dalla reazione che i fan di Meta e Moro hanno avuto dopo gli attentati di Manchester (al concerto della popstar americana Ariana Grande) e di Barcellona. Molte sono state le persone che hanno confessato ai due artisti di avere paura di partecipare ai concerti dopo questi sanguinosi attacchi. L’inedita coppia ha deciso così di scrivere una canzone per scacciare via gli incubi ed infondere coraggio. Obiettivo che i due cantanti hanno cercato di raggiungere anche con il video legato al brano, accompagnato da sottotitoli in svariate lingue per far arrivare il messaggio della loro canzone al maggior numero di persone possibile. Oltre ad incontrare l’artista, i clienti di Mondojuve avranno anche la possibilità di usufruire di un’interessante promozione sulla Gift Card, la tessera che permette di effettuare acquisti presso i negozi del Centro con validità di 12 mesi e senza costi aggiuntivi, che sarà acquistabile nel taglio da 50 Euro al prezzo di 35 Euro tutti i giovedì fino al 1 marzo.

***

Per maggiori informazioni su questo evento e su tutte le attività del centro è possibile consultare il sito ufficiale: www.mondojuve.it o la pagina Facebook Mondojuve Shopping Center.

Italiaonline non parla in audizione

La Commissione Lavoro del Consiglio comunale ha audito in mattinata dirigenti e legali di Italiaonline. L’azienda nata dalla fusione nel 2016 con Seat Pagine Gialle è proprietaria di Pagine Bianche e Pagine Gialle, dei marchi Virgilio e Libero (quasi 10 milioni di abbonati), della concessionaria web IOL Advertising, leader della pubblicità on line in Italia, e di molti tra i più noti portali della Rete. L’invito all’audizione da parte dei Consiglieri comunali è motivato dall’imminente scadenza di giugno quando terminerà la cassa integrazione (parte a rotazione, parte a zero ore) di 270 dei 400 dipendenti delle sede torinese. Il responsabile del personale, Andrea Fascetti, ha rifiutato di fornire le anticipazioni richiestegli sul futuro di questi lavoratori e della sede torinese:” Siamo qui per rispetto istituzionale e per ribadire che stiamo rispettando gli accordi siglati con i sindacati. Per quanto riguarda il futuro, siamo un’azienda quotata in borsa”.  L’invito da parte della commissione Consiliare, del suo presidente, e dell’assessore competente, è a tornare in Commissione dopo essersi fatti autorizzare dai vertici aziendali a fare chiarezza.

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

A casa tutti bene – Commedia. regia di Gabriele Muccino, con Stefano Accorsi, Massimo Ghini, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino e Gianmarco Tognazzi. Una ricorrenza da festeggiare, le nozze d’oro dei nonni, una permanenza forzata, il traghetto bloccato e l’isola di Ischia a fare da sfondo: gli antichi ristoratori, i tre figli che hanno preso strade diverse, le mogli attuali e quelle di un tempo, il cugino solo e poveraccio, i rancori, le confessioni e le urla, il ritratto di una famiglia italiana in perfetto stile Muccino, figliuol prodigo tornato a casa dopo i (quasi totali) successi d’oltreoceano. Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Black Panther – Fantasy. Regia di Ryan Coogler, con Chadwick Boseman, Lupita Nyong’o, Martin Freeman e Angela Bassett. Il protagonista è il nuovo re di Wakanda dopo la morte del padre: ma se sulla sua strada trova dei nemici pronti a detronizzarlo, lui sarà pronta a unirsi alla CIA e alle forze speciali del proprio paese. Durata 135 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche 3D)

 

Belle & Sebastien – Amici per sempre – Avventura. Regia di Clovis Cornillac, con Félix Bossuet e Tchéky Karyo. Terzo capitolo della saga, Sebastien ha 12 anni e Belle gli ha regalato tre splendidi cuccioli. Senonché la tranquillità familiare è scalfitta dall’intenzione di Pierre, il padre del ragazzo, di trasferirsi in Canada e dall’arrivo di un presunto proprietario di Belle che vorrebbe portarsela via. Sebastien farà di tutto per non dover abbandonare la sua amica a quattro zampe. Durata 90 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci)

 

C’est la vie – Prendila come viene – Commedia. Regia di Eric Toledano e Olivier Nakache, con Jean-Pierre Bacri, Jean-Paul Rouve, Hélène Vincent e Suzanne Clément. Gli artefici del fenomeno “Quasi amici” promettono risate a valanga e il successone in patria dovrebbe calamitare anche il pubblico di casa nostra. I due sposini Pierre ed Hélène hanno deciso di sposarsi e quel giorno deve davvero essere il più bello della loro vita. Nella cornice di un castello del XVII secolo, poco lontano da Parigi, si sono affidati a Max e al suo team, ad un uomo che ha fatto della sua professione di wedding planner una missione, che organizza e pianifica, che sa gestire i suoi uomini, che sa mettere ordine nel caos più supremo, che per ogni problema sa trovare la giusta risoluzione… Più o meno: perché quella giornata sarà molto ma molto lunga, ricca di sorpresa e di colpi di scena. Ma soprattutto di enormi, fragorose risate! Durata 115 minuti. (Romano sala 1 e sala 3)

 

Chiamami col tuo nome – Drammatico. Regia di Luca Guadagnino, con Timothée Chalamet, Armie Hammer e Amira Casar. Nei dintorni di Crema, il 1983: come ogni anno il padre del diciassettenne Elio, professore universitario, ospita nella propria casa un borsista per l’intera estate. L’arrivo del disinvolto Oliver non lascia insensibile il ragazzo, che scopre il sesso con una coetanea ma che poco a poco ricambiato approfondisce la propria relazione con l’ospite. Un’educazione sentimentale, i libri e la musica, Eraclito e Heidegger, Bach e Busoni, l’ambiente pieno di libertà della sinistra, i discorsi insperati di un padre, il tempo scandito dalle cene e dalle discussioni su Craxi e Grillo, il vecchio factotum che di nome fa virgilianamente Anchise, passeggiate e discussioni, corse in bicicletta, ritrovamenti di statue in fondo al lago, nuotate in piccoli spazi d’acqua, felici intimità, in una delicatezza cinematografica (la macchina da presa pronta ad allontanarsi velocemente da qualsiasi troppo imbarazzo) che assorbe nei temi (“Io ballo da sola”) e nei luoghi (i paesini, i casali, la calura di “Novecento”) il passato di Bertolucci o guarda al “Teorema” pasoliniano. L’ultima opera di un regista (“Io sono l’amore”, “A bigger splash”) che con la critica di casa nostra non ha mai avuto rapporti troppo cordiali, osannato all’estero, in corsa verso l’Oscar con quattro candidature. La sceneggiatura è firmata da James Ivory dal romanzo di André Aciman. Chissà come risponderà il pubblico italiano? Durata130 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Cinquanta sfumature di rosso – Drammatico. Regia di James Foley, con Dakota Johnson e Jamie Dornan. Si cambia colore (ed è la terza e ultima volta), impaginazione dello stesso regista di “Cinquanta sfumature di nero”. L’ultimo dei romanzi di E.L. James in versione “oggi sposi”, con cerimonia nuziale, bella casa e viaggio di nozze in Europa, con qualche addolcimento per quel che riguarda la “padronanza” del bel tenebroso Christian verso la bella Anastasia, comunque – gli appassionati non disperino – nei dintorni del “bondage soft”. Uscendo un po’ di più dalla camera da letto e imboccando la via del thrilling, rapimenti e inseguimenti in auto si ricollegano ad un passato di gente che non molla, dall’ex datore di lavoro dell’ormai sposina fresca fresca alla Elena della sempre appetitosa e combattiva Kim Basinger, ancora una volta pronta a riconquistarsi il ragazzone che lei stessa ha avviato alle pratiche amorose tutte frustini in bella vista. Durata 104 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Ella & John – The Leisure Seeker – Drammatico. Regia di Paolo Virzì, con Donald Sutherland e Helen Mirren. Tratto dal romanzo americano di Michael Zadoorian, con alcune varianti apportate dalla sceneggiatura scritta dallo stesso regista in compagnia di Francesco Piccolo, Francesca Archibugi e Stephen Amidon (a lui già Virzì si rivolse per “Il capitale umano”), è la storia della coppia del titolo, svanito e smemorato ma forte John, fragile ma lucidissima Ella, è il racconto del loro viaggio, dai grattacieli di Boston ai climi di Key West, lungo la Old Route 1, anche per rivisitare con la (poca e povera) memoria il vecchio Hemingway – John è stato un professore di letteratura di successo che ha coltivato con passione lo scrittore del “Vecchio e il mare” -, un viaggio che ha la forma di una conclusiva ribellione ad una famiglia e soprattutto a un destino che ha riservato per lei il cancro all’ultimo stadio e a lui l’abisso dell’Alzheimer. Momenti di felicità e anche di paura in un’America che sembrano non riconoscere più, una storia attuale e un tuffo nella nostalgia (quella che guarda agli anni Settanta), a bordo del loro vecchio camper, mentre corpo e mente se ne vanno. Un’occasione, per ripercorrere una storia d’amore coniugale nutrita da passione e devozione ma anche da ossessioni segrete che riemergono brutalmente, regalando rivelazioni fino all’ultimo istante. Un film di emozioni per coppie vecchio stampo, due formidabili interpretazioni, due doppiaggi – Ludovica Modugno e Giannini – da ascoltare con attenzione: ma a me è sembrato di essere lontano anni luce dalla stratosferica follia e umanità della “Pazza gioia”. Durata 112 minuti. (Romano sala 3)

 

Figlia mia – Drammatico. Regia di Laura Bispuri, con Valeria Golino, Alba Rohrwacher e Sara Casu. Unico film a rappresentare il nostro cinema a Berlino, vigorosa opera seconda dopo l’esordio della regista romana con “Vergine giurata”, è ambientato in terra di Sardegna, vicenda di due madri, l’una che con ogni protezione e amore ha dato sostegno all’adozione, l’altra, quella naturale, legata ad un mondo di piena libertà, perciò inaffidabile e votata all’insicurezza. Al centro la figura di una ragazzina, che reclama l’affetto di entrambe. Durata 90 minuti. (Massimo sala 2)

 

Il filo nascosto – Drammatico. Regia di Paul Thomas Anderson, con Daniel Day-Lewis, Vicky Krieps e Lesley Manville. Nella Londra degli anni Cinquanta, il famoso sarto Reynolds Woodcock è la figura centrale dell’alta moda britannica, eccellentemente coadiuvato dalla sorella Cyril: realizzano gli abiti per la famiglia reale (qualcuno ha visto il ritratto del celebre Norman Hartnell), per le stelle del cinema, per ereditiere, debuttanti e dame sempre con lo stile distinto della casa di Woodcock. Il grande sarto è anche un incallito e incredibile dongiovanni, nella cui vita le donne, fonte d’ispirazione e occasione di compagnia, entrano ed escono: fino a che non sopraggiunge la presenza della semplice quanto volitiva, a modo suo spregiudicata, Alma, una giovane cameriera di origini tedesche, pronta a diventare parte troppo importante della vita dell’uomo, musa e amante. L’ordine e la meticolosità, doti che si rispecchiano meravigliosamente nella fattura degli abiti e nella condotta di vita, un tempo così ben controllata e pianificata, vengono sovvertiti, in una lotta quotidiana tra uomo e donna. Sei candidature ai prossimi Oscar, tra cui miglior film, miglior regista, migliori costumi e miglior attore protagonista, prova che forse potrebbe essere il canto del cigno per l’interprete del “Mio piede sinistro” e di “Lincoln” , convinto da oggi in poi ad abbandonare lo schermo. Durata 130 minuti. (Centrale in V.O., Due Giardini sala Nirvana, Reposi, Romano sala 2, Uci)

 

Final portrait – L’arte di essere amici – Drammatico. Regia di Stanley Tucci, con Geoffrey Rush e Armie Hammer. Quinta prova dietro la macchina da presa (Big night, uno per tutti i titoli) di uno dei migliori caratteristi hollywoodiani (ricordiamo soltanto Il diavolo veste Prada e Shall we dance?), questa volta per raccontare l’incontro e l’amicizia (era il 1964) dell’artista Alberto Giacometti con il giovane scrittore e appassionato d’arte James Lord. L’invito dello scultore, il sì con la certezza che si tratterà di poche sedute: sarà l’inizio di un lungo percorso, l’attraversare da parte del ragazzo il mondo di insicurezze e frustrazioni dell’artista, delle sue fragilità e della sensibilità come della sua grandezza artistica. Partecipazione all’ultimo TFF, un eccezionale ritratto nell’interpretazione di Rush (Shine, La migliore offerta di Tornatore), con una precisa immedesimazione, con il suo calarsi appieno nella creatività come nelle zone d’ombra dell’uomo. Ma qualcosa non funziona, dal momento che la storia e la regia si fanno grigie come il colore che predomina nello studio dell’artista, tutto gira noiosamente su se stesso senza sprazzi e senza invenzioni, Hammer è un bel posacenere ben lontano dal film di Guadagnino: e per tutta la durata del film allo spettatore finisce col non importargli nulla delle stesure di colore e dei ripensamenti artistici di Giacometti. Durata 90 minuti. (Eliseo Rosso)

 

Hannah – Drammatico. Regia di Andrea Pallaoro, con Charlotte Rampling, André Wilms e Stéphanie Van Vyve. Il marito è stato arrestato per una colpa di cui non si saprà mai la natura e la vita di Hannah sembra sgretolarsi. Il figlio non vuole più avere contatti con lei, anche il nipotino segue le orme del padre. Hannah vive tra sguardi profondi e intimi silenzi, guarda al passato e si interroga su quale sarà il suo futuro. Coppa Volpi all’ultima Mostra di Venezia. Durata 95 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

La forma dell’acqua – The shape of water – Fantasy. Regia di Guillermo del Toro, con Sally Hawkins, Doug Jones, Octavia Spencer, Michael Stulhbarg e Michael Shannon. Leone d’oro a Venezia, tredici candidature agli Oscar, arriva l’attesissima storia del mostro richiuso in una gabbia di vetro all’interno di un laboratorio governativo ad alta sicurezza (siamo negli States, in piena guerra fredda, il 1962) e del suo incontro con una giovane donna delle pulizie, Elisa, orfana e muta, dei tentativi di questa di salvarlo dalla cupidigia dei cattivi. Avrà l’aiuto degli amici (il disegnatore gay, lo scienziato russo pieno di ideali, la collega di colore), cancellando la solitudine e alimentando i sogni, in un’atmosfera che si culla sulle musiche di Alexandre Desplat, contaminate da quelle dei grandi del jazz degli anni Sessanta. Durata 123 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo Blu, Massimo sala 1 anche V.O., Reposi, The Space, Uci anche in V.O.)

 

Maze Runner: la rivelazione – Fantasy. Regia di Wes Ball, con Dylan O’Brien e Aiden Gillen. Terzo appuntamento (già avevamo avuto “Il labirinto” e “La fuga”) con le avventure che già hanno coinvolto Thomas e i suoi amici. Adesso si tratta di dare l’assalto a un treno in puro stile western, di salvare a ogni istante la ragazza amata, di liberare i ragazzi che stanno per diventare le cavie di un grande laboratorio. E poi, si sa, il mondo è salvato dai ragazzini, specialmente quando a sconvolgerlo potrebbe essere un gruppo di adulti che aspira ad un pieno, feroce potere. Durata142 minuti. (Uci)

 

Omicidio al Cairo – Giallo. Regia di Tarik Saleh, con Fares Fares. La morte di una cantante di successo nelle stanze del Nile Hilton Hotel, la sua relazione con un politico, un caso che si vorrebbe chiudere al più presto. La capitale egiziana del 2011, le rivolte e la corruzione senza limiti, la criminalità che invade il paese, un commissario che pur tra le proprie zone d’ombra eccelle senza dubbio sui suoi superiori e che vuole andare fino in fondo pur di scoprire i colpevoli. Durata 106 minuti. (Classico)

 

L’ora più buia – Drammatico. Regia di Joe Wright, con Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Lily James e Ben Mendelsohn. L’acclamato autore di “Espiazione “ e “Anna Karenina” guarda adesso al secondo conflitto mondiale, all’ora decisiva del primo anno di guerra, alla figura del primo ministro inglese Winston Churchill. Nel maggio del ’40, dimessosi Chamberlain e da poco eletto lui alla carica, inviso al partito opposto e neppure in grado di poter contare sui suoi colleghi di partito e sul re che lo tollera, mentre le truppe tedesche hanno iniziato a invadere i territori europei, Churchill combatte in una difficile quanto decisiva scelta, se concludere un armistizio con la Germania dopo la repentina caduta della Francia oppure avventurarsi nell’intervento di un conflitto armato. Mentre si prepara l’invasione della Gran Bretagna, si deve pensare alla salvezza del paese, grazie ad una pace anche temporanea, o l’affermazione con una strenua lotta degli ideali di libertà: una delle prime mosse fu il recupero dei soldati intrappolati sulle spiagge di Dunkerque (come già ad inizio stagione ci ha insegnato lo stupendo film di Christopher Nolan). Oldman s’è già visto per il ruolo assegnare un Globe, sta sopravanzando sugli altri papabili per quanto riguarda gli Oscar, un’interpretazione che colpisce per la concretezza, per gli scatti d’ira e per quel tanto di cocciutaggine e lungimiranza britannica che in quell’occasione s’impose. Uno sguardo al trucco dell’interprete: gorse un altro Oscar assicurato. Durata 125 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Reposi)

 

Ore 15:17 assalto al treno – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Spencer Stone, Alek Skarlatos e Anthony Sadler. Era il 21 agosto 2015 quando il mondo ricevette la notizia di un attentato, ad opera di un terrorista islamico, sventato sul treno che proveniva da Amsterdam ed era diretto a Parigi da tre ragazzoni californiani che già s’erano fatte le ossa sui vari fronti di guerra. Il film è il racconto delle loro vite sino a quel momento, del loro viaggio attraverso l’Europa, del loro atto di coraggio, di quell’essere in un momento preciso coraggiosi eroi per caso. Eastwood ha voluto che sullo schermo raccontassero la loro vicenda i diretti protagonisti, con i sogni, la realtà, lo spirito d’avventura e l’amicizia della loro età. Il film è il racconto di come quel giorno hanno salvato 500 vite, i buoni contro i cattivi o le avversità, come già avevano combattuto Bradley Cooper cecchino implacabile in “American Sniper” o Tom Hanks in “Sully” ammarando sull’Hudson. Questa la storia: con l’aggravante che questa volta l’autore di “Mistic river” ha perso completamente l’asse attorno al quale costruire la vicenda, scentrando l’episodio dell’attentato (lo ha relegato dentro l’ultimo quarto d’ora) e dando eccessiva importanza (in maniera quantomai folkloristica e banale al soggiorno italiano) a quanto lo ha preceduto. Se è vero che “quandoque bonus dormitat Homerus”, ebbene questo treno è il sonno completo del grande Eastwood. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 3, The Space, Uci)

 

Sconnessi – Regia di Christian Marazziti, con Fabrizio Bentivoglio, Carolina Crescentini, Stefano Fresi e Ricky Memphis. Le riunioni di famiglia (per carità, non scomodiamo Eliot) nel cinema di questi giorni vanno di moda, vuoi Muccino adesso Marazziti alla sua opera prima. Il padre, vecchie idee e soprattutto scrittore in prosciugata vena creativa, ha la bella idea di riunire la famiglia in montagna, del tipo facciamoci insieme ‘sta bella vacanza. Una valanga di no ma dobbiamo riunirci per forza. Nuova moglie incinta, nuovi cognati, vecchi figli, domestica importata dall’Est. La tragedia, propria dei nostri tempi, arriva quando si scopre che in casa non esiste connessione. Potremo vivere? E il fattaccio non scoprirà certi vasi di Pandora che sarebbe molto meglio se rimanessero chiusi? Durata 90 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

The disaster artist – Commedia. Regia di James Franco, con James e Dave Franco. La lavorazione e lo sfacelo del più brutto film mai girato, “The Room”. La storia, ora diventata film, è stata raccontata in un libro dall’attore Greg Sestero, lo interpreta qui il fratello meno famoso del regista. È il ritratto di Tommy Wiseau, attore decisamente squinternato, autore e produttore e quant’altro, la sua voglia di credere in un sogno in maniera assoluta, la montagna di quattrini impiegati per vedere la parola fine, la prima disastrosa, il passaparola e la consapevolezza che il disastro poteva essere rigirato in successo. Negli States, grazie alle proiezioni di mezzanotte, “The Room” divenne un successo, i fischi sonori e i commenti pieni di umorismo e di compatimento divennero un cult. Da vedere per un totale divertimento cinematografico, grande successo al TFF. E non alzatevi dalla poltrona prima dell’ultimo fotogramma, ci scoprirete gli spezzoni originali e il vero Wiseau. Davvero un incanto. Durata 104 minuti. (Reposi)

 

The Party – Drammatico. Regia di Sally Potter, con Timothy Spall, Kristin Scott Thomas, Emily Mortimer, Cillian Murphy e Bruno Ganz. Metti una sera a cena, una tavolata di amici, ambiente di sinistra, di quelli ci diciamo tutto in faccia e ancora di più, noi siamo per la schiettezza a qualunque costo, con una padrona di casa (siamo a Londra) che è appena stata nominata ministro ombra della sanità, un marito che sta a guardare e che fatto di tutto per appoggiare la carriera della moglie, anche a scapito della sua, due lesbiche che aspettano un figlio e altro ancora. Uno stile, l’amicizia, la cordialità. l’ideologia, che cosa rimarrà in piedi dopo che il paziente consorte avrà buttato lì sul tavolo un paio di rivelazione che porteranno lo sconquasso tra gli ospiti? Un po’ dalle parti di “Chi ha paura di Virginia Woolf”, un po’ “Carnage”, un po’ anche del nostro Paolo Genovese con il suo “Perfetti sconosciuti”. Durata 71 minuti. (Nazionale sala 1)

 

The Post – Drammatico. Regia di Steven Spielberg, con Meryl Streep e Tom Hanks. Ancora l’America descritta da Spielberg con gran senso dello spettacolo, segue candidatura a due Oscar, miglior film e migliore attrice protagonista. L’argomento è ormai noto, il New York Times aveva tra le mani nel 1971 un bel pacco di documenti comprovanti con estremo imbarazzo la cattiva politica di ben cinque presidenti per quel che riguardava il coinvolgimento degli States nella sporca guerra nel sud-est asiatico. Il governo proibì che fossero dati alle stampe. Se ne fece carico il direttore del Washington Post (Tom Hanks), sfidando comandi dall’alto e un non improbabile carcere: ma a nulla sarebbe valsa quella voce pure autorevole, se la voce ancora più forte non fosse venuta dall’editrice Katharine Graham, all’improvviso ritrovatasi a doversi porre in prima linea in un mondo esclusivamente maschile, buona amica di qualche rappresentante dello staff presidenziale (in primo luogo del segretario alla difesa McNamara) e pur tuttavia decisa a far conoscere a tutti quel mai chiarito pezzo di storia. L’autore del “Soldato Ryan” e di “Lincoln” si avvale di una sceneggiatura che porta la firma prestigiosa di Josh Singer (“Il caso Spotlight”), della fotografia di Janusz Kaminski (“Schindler’s list”), dei costumi di Ann Roth; con questo ultimo ritratto Meryl Streep si conquista la sua ventunesima nomination agli Oscar. Riuscirà la fantastica Frances McDormand di “Tre manifesti” a sbarrarle la strada? Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Lux sala 1, Uci)

 

Tre manifesti a Ebbing, Missouri – Drammatico. Regia di Martin McDonagh, con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish e Lucas Hedges. Da sette mesi le ricerche e le indagini sulla morte della giovane Angela, violentata e ammazzata, non hanno dato sviluppi né certezze ed ecco che allora la madre Mildred compie una mossa coraggiosa, affitta sulla strada che porta a Ebbing, tre cartelloni pubblicitari con altrettanti messaggi di domanda accusatoria e di “incitamento” diretti a William Willoughby, il venerato capo della polizia, onesto e vulnerabile, malato di cancro. Coinvolgendo in seguito nella sua lotta anche il vicesceriffo Dixon, uomo immaturo dal comportamento violento e aggressivo, la donna finisce con l’essere un pericolo per l’intera comunità, mal sopportata, quella che da vittima si trasforma velocemente in minaccia: ogni cosa essendo immersa nella descrizione di una provincia americana che coltiva il razzismo, grumi di violenza e corruzione. Da parte di molti “Tre manifesti” è già stato giudicato come il miglior film dell’anno, i quattro recenti Golden Globe spianano la strada verso gli Oscar. Durata 132 minuti. (Eliseo Rosso, Greenwich sala 2)

 

La vedova Winchester – Horror. Regia di Michael e Peter Spierig, con Helen Mirren e Jason Clarke. Della famiglia che spese una vita a costruire fucili, morto il marito pioniere e una figlia, rimase soltanto lei, Sarah, che “vide” la sua grande casa, più di cinquecento stanze disseminate su sette piani, costruita nel 1884, ampliata per 38 anni e oggi attrazione turistica, infestata dai fantasmi, dalle vittime cioè di quanti caddero sotto quei fuochi e quelle pallottole famigerati. Uno psichiatra, inviato a controllare la salute mentale della donna e all’inizio scettico, scopre che quella ossessione ha in sé un fondo di verità. Durata 99 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

L’uomo sul treno – Azione. Regia di Jaume Collet-Serra, con Liam Neeson, Vera Farmiga e Dean-Charles Chapman. Sul treno di pendolari che prende regolarmente da dieci anni, l’assicuratore Mc Cauley è avvicinato da una bella donna, una psicologa, che gli promette una bella quantità di soldi se lui vorrà fare con lei un gioco: su quel treno viaggia un tale che non ha proprio le caratteristiche di un normale pendolare, a lui scoprire di chi si tratta. Come nelle storie del maestro Hitchcock, l’uomo entrerà negli ingranaggi di un gioco più grande di lui, se volesse sottrarsene ne andrebbe della sua famiglia. Durata 105 minuti. (Uci)

 

Il vegetale – Commedia. Regia di Gennaro Nunziante, con Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti e Ninni Bruschetta. Fabio è laureato in scienze della comunicazione e all’improvviso si ritrova a gestire la società paterna, cresciuta a suon di malaffare. Lui è forte della propria onestà, lascia Milano e se ne va al sud, in cerca d’aria nuova: finirà a raccogliere frutta agli ordini di un caporale di colore, unico bianco in mezzo a cento immigrati. Dovrà tenere a bada una sorellina pestifera che per lui non ha nessuna considerazione, ma in compenso troverà anche una maestrina dal cuore tenero. Durata 90 minuti. (Uci)

 

 

70^ edizione dei Campionati sciistici delle Truppe Alpine

L’appuntamento è in Alta Val Susa e Val Chisone, sulle montagne olimpiche di Torino 2006, per una settimana di sport ed eventi trasmessi in diretta streaming sui siti 

www.ana.it e www.meteomont.org

 E’ stato il Comandante delle Truppe Alpine, Generale Claudio Berto, a presentare oggi al Circolo dell’Esercito di Torino la 70^ edizione dell’importante manifestazione internazionale che si svolgerà in Piemonte dal 5 al 10 marzo. Soldati di 13 Nazioni saranno in gara per contendersi i Trofei in palio, con l’obiettivo di confrontarsi e verificare il livello di addestramento raggiunto dai reparti nel saper operare in ambiente montano invernale ed in condizioni

talvolta estreme. La cerimonia di apertura, a Sestriere lunedì 5 marzo (con diretta streaming a partire dalle ore 15), darà il via ad un’edizione dei Campionati caratterizzata dal tema della “sicurezza in montagna”, con un meeting dedicato all’argomento e la condotta di un’esercitazione in cui le Squadre Soccorso Alpino Militare delle Truppe Alpine – impiegate anche recentemente in concorso alla Protezione Civile per prestare soccorso alla popolazione colpita da eventi nivologici di devastante entità – opereranno congiuntamente a personale e velivoli dell’Aviazione

dell’Esercito, del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e ad una Squadra soccorso con unità cinofila della Guardia di Finanza, evidenziando ancora una volta le spiccate capacità duali dell’Esercito, in grado di intervenire tempestivamente con i propri assetti – addestrati e formati per l’impiego nei Teatri Operativi internazionali – anche in Patria in caso di necessità. Testimonial in sala il Caporalmaggiore capo Marco Majori, il Caporalmaggiore scelto Marco Farina ed il 1°CM Maurizio Giordano, alpinisti dell’Esercito in forza al Centro Addestramento Alpino che stanno preparando una spedizione alpinistica in cui saranno prossimamente impegnati nella catena montuosa del Baltoro Muztagh, al confine tra Cina e Pakistan.

Ezio Locatelli (Prc-Potere al Popolo):”No ai fascisti vecchi e nuovi”

COMUNICAZIONE 

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblica gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati, segreterie o esponenti politici di tutti i movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

***

“Questa sera, prima dell’iniziativa al circolo Arci “La Poderosa”, Via Salerno 15/a con Francesca Fornario alle ore 21,30 a sostegno di “Potere al Popolo”, alle ore 19 saremo al presidio antifascista indetto nei pressi di Corso Vittorio Emanuele 104, per protestare contro la presenza in città di neofascisti a cui addirittura è stata data la possibilità di presentarsi alle elezioni. Si sono presentati dando corso ad una campagna elettorale all’insegna della guerra tra poveri, dell’odio razziale, dell’intimidazione e di atti di violenza. Il fatto grave è che tutto ciò avviene in barba a quanto stabilito dalla nostra Costituzione che vieta qualsiasi organizzazione o propaganda fascista. Un divieto inapplicato – troppe le connivenze e compiacenze politiche –  cosicché a Torino e in tutta Italia i fascisti sono lasciati liberi di scorazzare e di provocare. Chiaro il motivo: i fascisti, com’è sempre stato, sono uno strumento di intimidazione che, specialmente nei periodi di crisi e di impoverimento sociale, tornano utili a padroni, governi e poteri dominanti. Alla campagna di odio razziale e di violenza fascista rispondiamo con la mobilitazione di tutte le forze antifasciste. Rispondiamo con la lotta contro le politiche liberiste, per diritti sociali e del lavoro. Ora e sempre Resistenza!”

UDU: “ANCHE ALL’UNIVERSITÀ’ DI TORINO TASSE FUORILEGGE”

UDU TORINO PRESENTA RICORSO AL TAR: “UNITO RESTITUISCA 31 MILIONI AGLI STUDENTI!”

L’Università degli Studi di Torino ha approvato un bilancio preventivo in cui dichiara di sforare il limite imposto dalla legge alla tassazione degli studenti. Vengono infatti chiesti 31 milioni in più del dovuto. Per questo, anche a Torino, l’UDU – Unione degli Universitari ha depositato un ricorso contro le “tasse fuorilegge” dell’ateneo.

Valeria Sartori, coordinatrice dell’UDU Torino, dichiara: “Nel bilancio di previsione del 2018, l’Università di Torino prevede di incassare 81 milioni di euro dagli studenti in tasse. La previsione per quanto riguarda il finanziamento statale, cioè la quota di Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), oscilla tra i 236 milioni e 600mila euro e i 248 milioni e 700mila euro. Questo vuol dire che, pur considerando tutti gli esenti dichiarati da UniTo, anche superiori a quelli previsti per legge (che farebbero arrivare il gettito della contribuzione a 79 milioni di euro), il rapporto tra tasse e FFO oscilla tra il 31,8% e il 33,4%. Il limite di legge è il 20%. Questo significa che agli studenti sono stati chiesti tra i 29,3 e i 31,7 milioni di euro, in più rispetto a quanto prescritto dalla legge!”

Prosegue Valeria Sartori: “Non possiamo accettare che, come a Milano, l’università pubblica decida sistematicamente di violare i limiti di legge imposti a tutela degli studenti per fare cassa sulle nostre spalle con tasse fuorilegge. Anche in questo caso è lo stesso bilancio di previsione ad attestare che l’Università di Torino intende prelevare dagli studenti e dalle famiglie più di quanto le è consentito! Per questi motivi abbiamo già depositato, affidando le procure ai nostri legali Francesco Giambelluca e Massimo Ticozzi, il ricorso al TAR Piemonte. Quest’azione legale non ha come intento quello di danneggiare l’Università di Torino: chiediamo il rispetto della legge a tutela del diritto allo studio e vogliamo denunciare l’evidente insufficienza del finanziamento statale che obbliga le università a imporre la terza tassazione più alta in Europa!”

Conclude la coordinatrice dell’UDU Torino: “Pensiamo che la battaglia del sottofinanziamento, che ci vede da sempre in prima linea, richieda il forte supporto da parte delle amministrazioni universitarie. Un supporto alle rivendicazioni che l’UDU ha sempre portato all’attenzione dei governi che si sono succeduti, senza avere risposte adeguate. A Torino crediamo che sia necessario avviare una contrattazione per discutere su come riformare il regolamento tasse dell’Università, in modo tale che non continui ad essere un’università pubblica con uno degli sforamenti più consistenti d’Italia, facendo in modo che già dal prossimo anno non esistano più tasse fuorilegge! È necessario mettere in campo un sistema più equo, innalzando la no-tax area e abbassando consistentemente le tasse, a partire dalle fasce più basse di reddito.”

Nuovo “Percorso Cuore pediatrico”

E’ stata inaugurata la nuova Terapia Intensiva e Semintensiva Cardiologica e Cardiochirurgica pediatrica, che rappresenta l’ultima fase della ristrutturazione del 6° piano dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino.

Si conclude in questo modo la realizzazione del cosiddetto “Percorso Cuore Pediatrico”, che consiste nella completa riorganizzazione della modalità di assistenza dei piccoli pazienti portatori di cardiopatia congenita ricoverati al Regina. La realizzazione del Percorso Cuore Pediatrico, compiutasi grazie alla Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi, alla Fondazione FORMA ed all’Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici, migliorerà in maniera importante la qualità della degenza, rendendola decisamente più consona alla tipologia di patologie e di pazienti trattati. Il progetto si inserisce in una più generale riqualificazione degli spazi del Regina Margherita, portata avanti dalla Direzione aziendale (avvocato Gian Paolo Zanetta) e dal Direttore del Dipartimento di Pediatria e Specialità pediatriche, dottoressa Franca Fagioli. L’aggiornamento strutturale del 6° piano del Regina è stato interamente finanziato dalla Fondazione Specchio dei Tempi, che ha coperto anche la spesa per le attrezzature di monitoraggio delle zone ad alta e media intensità. La dotazione finale comprende una Terapia Intensiva di 5 posti letto, di cui uno dedicato ai pazienti sottoposti a trapianto di cuore, una terapia Semintensiva di 5 posti letto. Il reparto di degenza è provvisto di 10 posti letto distribuiti in camere a 1 o 2 letti, tutte con bagno privato. L’impegno complessivo di circa 2.350.000 euro da parte della Fondazione consentirà di migliorare notevolmente la qualità della degenza dei piccoli pazienti cardiopatici, garantendo una riorganizzazione degli spazi per “intensità di cure”, una visione più moderna volta alla ottimizzazione delle risorse. Questa si concretizza nell’ipotetico percorso che il piccolo paziente, sottoposto a procedura chirurgica o interventistica, si troverà ad affrontare, con una progressiva riduzione delle risorse necessarie al suo trattamento man mano che le sue condizioni cliniche migliorano, fino alla dimissione.

***

La Fondazione FORMA Onlus, dal canto suo, ha provveduto all’acquisto delle attrezzature elettromedicali e degli arredi sanitari della Terapia Intensiva e Semintensiva, con un impegno di spesa complessivo di 600.000 euro: 450.000 euro per i beni e 150.000 euro per gli arredi sanitari. Le apparecchiature di ultimissima generazione consentiranno di migliorare notevolmente la qualità delle cure erogate ai piccoli pazienti ed il comfort durante la degenza. Tra queste spiccano quelle che consentiranno di eseguire in sicurezza anche interventi chirurgici minori sui pazienti direttamente sul loro letto di degenza, senza bisogno di trasferirli in Sala operatoria. L’acquisto degli arredi sanitari e l’umanizzazione del reparto di degenza sono stati invece finanziati per un totale di 85.000 euro dall’Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici Onlus. Si tratta della porzione del 6° piano già inaugurata nel maggio scorso e da allora in uso da parte della Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica. Particolare attenzione è stata posta al miglioramento del comfort alberghiero dei pazienti e delle loro famiglie, che in questo caso rimangono costantemente accanto al loro figlio condividendone lo stress legato alla degenza. Nel nuovo “Percorso Cuore Pediatrico” l’équipe assistenziale sarà costituita dal personale medico ed infermieristico della Cardiologia (diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti), Cardiochirurgia (diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone) e Cardioanestesia pediatrica della dottoressa Alberta Rizzo, che si alterneranno per curare i piccoli pazienti a seconda delle loro esigenze. Questo rappresenta l’unico Centro accreditato della Regione per la diagnosi e cura delle cardiopatie congenite, un punto di riferimento nazionale non solo per la mole di pazienti trattati ma per la completezza della proposta assistenziale ed i risultati ottenuti. La Cardiologia pediatrica è l’unico Centro in Piemonte che tratta le cardiopatie congenite da 0 giorni a 18 anni. E’ tra le più importanti realtà italiane per numero di pazienti (500 ricoveri all’anno e 350 interventi di emodinamica). Il Centro è noto anche all’estero per l’attività di emodinamica avanzata e l’attività scientifica. La Cardiologia pediatrica tratta inoltre l’adulto con cardiopatia congenita (paziente GUCH) ed è dotata di una Struttura chiamata “Centro GUCH” e segue circa 800 pazienti adulti con cardiopatia congenita. Il Centro è inoltre il fondatore del “Registro Piemontese delle Cardiopatie congenite dell’adulto”, nel quale sono stati inclusi ad oggi circa 1000 pazienti. La Cardiochirurgia pediatrica rappresenta l’unico Centro accreditato della Regione, un punto di riferimento nazionale non solo per il numero di pazienti trattati, circa 200 l’anno, ma per la completezza della proposta assistenziale, che va dal trattamento dei prematuri di basso peso, fino a 400 grammi, all’impianto dei cuori artificiali, ai trapianti di cuore ed al trattamento dei pazienti cardiopatici congeniti in età adulta.

Colpi di pistola in zona Vanchiglia: ferito giovane di 22 anni

Indagini ancora in corso sul movente dell’aggressione: si cercano testimoni

 

Un ragazzo di 22 anni di origine senegalese è stato ferito alla coscia sinistra da un colpo di pistola. L’aggressione è avvenuta alle due di questa notte in via Buniva, nel quartiere Vanchiglia, divenuto ormai da tempo punto di ritrovo per molti giovani. Il ventuduenne è stato soccorso da tre ragazzi che si trovavano lì in zona ed è stato trasportato immediatamente all’ospedale San Giovanni Bosco; è ancora ricoverato sotto osservazione ma non è in pericolo di vita. Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri della Compagnia di San Paolo che cercano di far chiarezza sulle dinamiche dell’aggressione. Dai primi accertamenti risulterebbe che contro il giovane siano stati sparati diversi colpi di pistola ma che solo uno abbia raggiunto il ragazzo. Per il momento la vittima non è stata ancora interrogata e si cercano testimoni che possano aver visto qualcosa. I carabinieri stanno cercando di capire se si possa essere trattato di un litigio finito male o addirittura di un regolamento di conti. Per il momento le indagini sono ancora in corso.

Simona Pili Stella