redazione il torinese

Toto – Olimpiadi, interviene Salvini: “Parliamone, come forza di governo siamo per la crescita”

Dopo il sostegno alla candidatura olimpica di Torino per il 2026, vero e proprio endorsement nei confronti della sindaca Appendino, da parte di Beppe Grillo, ora interviene anche un altro big nazionale della politica, Matteo Salvini.  “Grillo ha cambiato leggermente parere: a Roma le Olimpiadi  non andavano bene ma a Torino sì. Come forza di governo noi  ne parleremo, perché tutto quello che porta l’Italia a crescere è ok per noi, ovviamente nel rispetto del territorio”. Il leader leghista ne ha parlato a Milano alla scuola politica della Lega.

Settimana del Cervello

 12 – 17 marzo al Circolo dei Lettori di Torino: dall’Homo sapiens all’Homo technologicus

 

Navigare tra tessuti, organi e cellule grazie alle nuove frontiere della nanoscopia. Facilitare la diagnosi, il monitoraggio e il trattamento di malattie neurologiche e psichiatriche grazie a materiali e dispositivi nanometrici sempre più sofisticati. Raccogliere dati sullo stato fisico e cognitivo con dispositivi piccoli e indossabili, che permettono diagnosi e terapie puntuali. Migliorare l’attenzione, la memoria e altre funzioni cognitive mediante la stimolazione transcranica magnetica o elettrica. Ma anche sostituire l’uomo in lavori ripetitivi e logoranti grazie ai robot o parti del corpo mancanti o non funzionanti con apparati prostetici ‘guidati’ da interfacce cervello-macchina.

Sono solo alcune delle infinite applicazioni nate dall’integrazione tra Tecnologie e Neuroscienze, un connubio che sta aumentando capacità e abilità umane, rivoluzionando così il campo del lavoro, della ricerca e della medicina. Una tendenza che migliora le nostre conoscenze sul cervello e consente di acquisire nuove capacità e competenze. Un percorso non privo di pericoli per il nostro equilibrio psicofisico, a partire dalle possibili distorsioni nel percepire il mondo che ci circonda, e talvolta con riflessi spiacevoli nei rapporti umani.

Questi temi di grande richiamo tecnologico e attualità socio-culturale sono i protagonisti della Settimana del Cervello 2018 a Torino: un viaggio in 5 tappe dal 12 al 17 marzo alle 18:00 al Circolo dei Lettori(Via Bogino 9 – in Sala Gioco e Sala Grande) con esperti e ricercatori di diverse discipline, e la possibilità per il pubblico di testare alcuni dispositivi medici come sensori, smartphone e occhiali – che raccolgono dati sullo stato fisico –  o  visualizzatori “oculus” per la realtà virtuale.

 

Si parte lunedì 12 marzo con “Vedere le cellule: nuove frontiere della nanoscopia” (Alberto Diaspro, IIT e Università di Genova) per proseguire (13 marzo) con Nanotecnologie per le neuroscienze” (Enzo Terreno, Dip. di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute e Marina Boido, Dip. di Neuroscienze e NICO, Università di Torino) e (14 marzo) Piccoli e indossabili: dispositivi medici e neuroscienze”(Andrea Calvo, Dip. di Neuroscienze, Università di Torino). Si riprende venerdì 16 marzo con Prestazioni del cervello e stimolazione transcranica” (Raffaella Ricci, Dip. di Psicologia, Università di Torino) e si conclude sabato 17 con Il robot: utile, empatico, amico” (Alessandro Vercelli, Dip. di Neuroscienze, NIT e NICO Università di Torino,  Istituto Nazionale di Neuroscienze).


La Settimana del Cervello a Torino è promossa da CentroScienza Onlus, con il sostegno della Compagnia di San Paolo – nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte – in collaborazione con Regione Piemonte, Centro Interdipartimentale di Neuroscienze – NIT dell’Università di Torino, Istituto Nazionale di Neuroscienze INN, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi – NICO e Circolo dei Lettori.
La rassegna si svolge nell’ambito di un progetto internazionale promosso dalla DANA Alliance for Brain Initiatives e in Europa dalla FENS (Federation of European Neuroscience Societies).

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti. 
Tutti gli appuntamenti su: www.centroscienza.it/settimana_cervello  

Tel 011 8394913 – info@centroscienza.it

Frank Horvat. Storia di un fotografo

FINO AL 20 MAGGIO

Mostra di quelle rare. Che quando hai terminato di visitarle ti sembra di aver capito tutto, ma proprio tutto, “vita opere e miracoli”, dell’ artista che l’ha firmata.Grandiosa per qualità, importanza storica e ricchezza di significati e contenuti, l’antologica di Frank Horvat ospitata nelle “Sale Chiablese” dei Musei Reali di Torino è anche la prima, per portata di pezzi esposti – ben 210 – che mai sia stata dedicata in Italia all’artista nato nel 1928 a Opatjia (Abbazia, allora città italiana, oggi Croazia) e che, a pieno titolo, può collocarsi fra i massimi rappresentanti della grande storia della fotografia internazionale dagli anni ’50 a oggi. Curata dallo stesso Horvat, la rassegna testimonia appieno l’enorme ricchezza e la varietà di un percorso artistico segnato, da quasi settant’anni, dalla curiosità per mondi ed esperienze totalmente diverse fra loro. Da fotoreporter attento al puntuale racconto di realtà sconosciute e lontane dalla nostra, a fotografo di moda fra i più gettonati e assolutamente sui generis in quel singolare immergere le sue modelle nei fatti quotidiani, rubandole ad asettici studi e a rutilanti passerelle per farne figure comuni nel via vai di gente comune fra piazze strade e civiche metropolitane, Horvat (che da tempo vive in Francia) ha sempre guardato con grande interesse e ansia di confronto e conoscenza anche agli stimoli della pittura e della scultura, fotografando uomini e donne e animali e paesaggi carichi di “interiori esplorazioni”e colte assonanze estetiche , non meno che – sotto l’aspetto tecnico – alla sperimentazione di quei “nuovi” mezzi e virtuosismi digitali (è stato fra i primi a usare Photoshop e qualche anno fa ha studiato un’applicazione per iPad chiamata Horvatland) che ancor oggi danno al suo linguaggio i caratteri di un’attualità decisamente al passo coi tempi. Il suo è un geniale pungente ragionare da caparbio giovanotto novantenne (lo sarà in aprile) che di mestiere fa da sempre il fotografo e da sempre cerca di imbrigliare a suo uso e consumo quello strumento fotografico in cui “c’è davvero –scrive convinto – qualcosa di faustiano o mefistofelico, soprattutto nell’illusione di arrestare il movimento continuo che ci trascina”. E poi precisa: “Ho un’età in cui si guarda al proprio passato per cercarne un senso”. In totale serenità e con le idee ben chiare. “Più che i soggetti in se’ – puntualizza – mi interessano le relazioni fra le cose. Così, se dovessi fotografare le piramidi, aspetterei il passaggio di un cammello, di un turista, di una jeep o qualcos’altro. Immortalare le piramidi in se’ e per se’ non mi importa nulla”. Del resto “la fotografia è – per lui – l’arte di non premere il bottone”. Almeno fino a quando non si è di fronte alla possibilità (che ti cade addosso inaspettatamente come un fulmine) di compiere in un battito di secondi il “miracolo”, di fermare con uno scatto “un fatto unico, accaduto una volta sola e che non accadrà mai più”. E’ il caso delle trentuno foto della ricchissima collezione personale di Horvat, realizzate da grandi maestri e amici-colleghi che egli stesso ha voluto portare in mostra e che rappresentano in modo iconico la Storia della fotografia come il celebre scatto di Jeff Widener che, nel 1989 a Pechino, ritrae il giovane studente di fronte ai carri armati di piazza Tienanmen. Accanto, altre a firma di Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Mario Giacomelli, Helmut Newton e Sebastiao Salgado, solo per fare qualche nome. Maestri autentici che a tratti hanno anche segnato la carriera di Horvat e determinato in certo modo quella sua “versatilità” che non sempre è stato un vantaggio per lui: “Alcuni hanno messo in dubbio – sottolinea – la sincerità del mio impegno, altri hanno trovato che le mie foto erano poco ‘riconoscibili’, come se fossero state fatte da autori diversi. Questo mi ha spinto a ripercorrere la mia opera per cercarvi un denominatore comune. Ne ho trovati quindici e li ho chiamati ‘chiavi’. E quindici sono appunto le sezioni-chiave in cui si articola la mostra torinese. Si va (fra le più suggestive) da Luce – con scatti in debito di magica suggestione da Cartier-Bresson, non meno che da Caravaggio e Rembrandt – a Condizione umana (al centro le “persone che soffrono” anche se “non mi piace l’idea che la mia arte si nutra del suo dolore”), da Tempo sospeso a Voyeur. Via via in un sorprendente eclettico percorso artistico, che in Vere somiglianze ci presenta grandi e bellissimi ritratti femminili di corposa e “plastica” sensualità, fino alle Foto fesse e agli Autoritratti (ma “trovarsi di fronte a se’ stessi, quando non si è Montaigne, può diventare noioso”). E, all’uscita, c’è perfino uno spazio per farsi un selfie a ricordo della mostra. Il massimo per un grande giovanotto di appena novant’anni. Ancora da compiere.

Gianni Milani

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“Frank Horvat. Storia di un fotografo”

Musei Reali Torino – Sale Chiablese, Piazzetta Reale 1, Torino; tel. 011/5211106 www.museireali.beniculturali.it

Fino al 20 maggio – Orari: lun. 14-19; dal mart. alla dom. 10-19

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Nelle foto:
– “Monique Dutto all’uscita della metro”, Parigi, 1959
– “Scarpe e Tour Eiffel”, Parigi, 1974

 

Giù le mani da Skanderbeg

FOCUS INTERNAZIONALE

 di Filippo Re

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Guai a toccare Skanderbeg, l’eroe nazionale albanese che salvò per lungo tempo il Paese delle aquile dall’invasione dei turchi frenando l’espansione ottomana verso il cuore dell’Europa. Fanno discutere recenti pubblicazioni che sminuirebbero l’importanza storica del valoroso condottiero cristiano che con le sue gesta ha scritto pagine di storia memorabili e indelebili. Poco religioso, poco cattolico, non così coraggioso e audace in battaglia come si è sempre creduto finora, e perfino non albanese? No al revisionismo storico, non ci stanno gli albanesi d’Italia vedendo il loro “braveheart” ridotto a semplice e banale leggenda. Da nord a sud della penisola si ribellano i discendenti di Giorgio Castriota Skanderbeg che chiedono giustizia. E tra loro spicca la vivace e agguerrita comunità torinese e chierese dei “Vatra Arberesh”, associazione culturale che riunisce gli italiani di origine albanese, che secoli fa si insediò nel nord Italia per far conoscere la storia e le tradizioni arbereshe attraverso convegni, mostre, viaggi, presentazione di libri, canti e balli popolari di gruppi folcloristici. Anche loro sono pronti a rispondere a queste insinuazioni con fatti e documenti storici inconfutabili. Da Tirana è già arrivata una prima chiara risposta: il 2018 è stato proclamato dal governo albanese “Anno nazionale di Skanderbeg” per commemorare i 550 anni dalla sua morte, avvenuta nel gennaio 1468, all’età di 63 anni. Gli studiosi fanno osservare che, a partire dall’epistola di Papa Callisto III che lo definì “Athleta Christi e defensor fidei”, è impossibile mettere in dubbio i documenti storici finora pervenuti. Ma chi fu questo personaggio e perchè è considerato un eroe albanese? Figlio del principe Giovanni, Giorgio Castriota, a soli nove anni, fu ceduto in ostaggio al sultano ottomano Murad II, padre di Maometto II il Conquistatore, e ricevette un’educazione islamica. Fu convertito all’islam e a 18 anni era in grado di cavalcare come un giannizzero, fino a diventare un comandante di cavalleria. Combatté per il sultano, represse rivolte e occupò nuovi territori, tanto da guadagnarsi il titolo di “Skander Beg” (Alessandro Magno), un imponente soprannome che lo accompagnò per tutta la vita. Si battè al fianco dei turchi ma nel 1443 avvenne la svolta: fuggì in patria, nella sua Albania, mentre partecipava a una spedizione turca in Ungheria, già in parte occupata dagli Ottomani, durante la quale si rese conto delle terribili condizioni di sudditanza e di povertà in cui vivevano gli ungheresi. Tornò dalla parte dei cristiani, ripudiò l’islam e abbracciò il cristianesimo. Cominciò a riconquistare città e villaggi invasi dai turchi diventando in breve tempo un eroe dell’indipendenza e il difensore

della cristianità nella lotta contro l’Impero ottomano. Per 25 anni tutti i tentativi di sottomettere l’Albania compiuti da Murad II e Maometto II furono da lui respinti. L’Europa cristiana lo guardò sempre con grande ammirazione ma fu lasciato solo a combattere una guerra impossibile da vincere contro un nemico che minacciava l’intero Continente cristiano. Quando l’eroe morì, 550 anni fa, il Paese delle aquile divenne una provincia dello sterminato impero dei sultani. Gli albanesi si insediarono in Italia tra il Quattrocento e il Settecento ma è soprattutto durante la conquista turca dei Balcani che avvenne la grande fuga verso la salvezza oltre l’Adriatico. Gli italo-albanesi oggi sono sparsi un po’ in tutta la penisola. Piana degli albanesi presso Palermo, San Paolo Albanese in Basilicata, Falconara Albanese nel cosentino sono alcune delle tante comunità storiche arbereshe presenti in Italia. La regione con il maggior numero di arbereshe è la Calabria, circa 60.000, seguita dalla Puglia e dalla Sicilia, oltre a Molise, Basilicata e Campania.

IM.PRO.VE., IL NUOVO BANDO PER LE ATTIVITÀ COMMERCIALI E ARTIGIANALI

Vuoi aprire un’attività commerciale o artigianale a Venaria Reale? Hai un’attività e vuoi migliorarne l’immagine? Il Comune di Venaria Reale ha aperto il bando IM.PRO.VE, IMprese in PROgresso a Venaria per rivitalizzare e riqualificare il commercio. Ci sono 70mila euro a disposizione, di cui 20mila euro, coprono i tributi locali, per il triennio 2018-2020 e 50mila euro saranno investiti per lavori di miglioria dell’attività: nuove insegne, tende e dehors, segnaletica di via, abbellimento della facciata e superamento della barriere architettoniche. Il sindaco della città spiega che IM.PRO.VE rappresenta le due direzioni che l’Amministrazione comunale sta percorrendo per rivitalizzare il tessuto commerciale locale: da un lato prefiggendosi di contrastare le serrande chiuse del Centro Storico, dall’altro combattendo l’indebolimento e la desertificazione delle attività commerciali e invogliando nuove imprese a venire a Venaria. Un aiuto concreto agli esercizi commerciali a “migliorarsi” e fare progetti che magari avevano in cantiere da tempo e non sono mai riusciti a realizzare. È importante comprendere non solo che si stanno stanziando dei fondi, ma che IM.PRO.VE è una misura intelligente, frutto di un lavoro sartoriale che ha visto il coinvolgimento positivo dell’assessorato al Commercio, delle associazioni di categoria e degli uffici comunali.
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Per informazioni sul bando e relativi allegati: Albo Pretorio del Comune www.comune.venariareale.to.it e sul sito webhttp://www.comune.venariareale.to.it/IT/Page/t01/view_html?idp=885

Rosy Guarnieri sindaco di Albenga che amava Torino

di Pier Franco Quaglieni

Tanti torinesi vanno in vacanza ad Albenga, città delle torri, città romana e medievale, come diceva il grande archeologo Nino Lamboglia. Molti torinesi si sono trasferiti dopo la pensione ad Albenga e hanno conosciuto l’on. Rosy Guarnieri, deputato appena eletto il 4 marzo e Sindaco della Città. Era chiamata la “zarina” per la sua straordinaria capacità di essere protagonista.  Con la morte crudele di Rosy Guarnieri avvenuta nella notte del 10 marzo al “Santa Corona” di Pietra Ligure dopo mesi di lotta contro un male inesorabile, viene a mancare una protagonista assoluta della politica ligure. Donne con il suo impegno, la sua determinazione , il suo coraggio, la sua onestà sono rarissime. La sua scomparsa crea un vuoto incolmabile. Con lei ho avuto un lungo rapporto di collaborazione quand’era Sindaco e di solida amicizia prima e dopo. Ha sempre collaborato intensamente con il centro “Pannunzio”. Pur esponente della Lega Nord era stata protagonista nel 2011 di grandi manifestazioni per il centenario dell’Unità d’Italia, spesso volendomi come oratore ufficiale. Siciliana di origine, credeva nei valori dell’Unità nazionale. E sentiva l’immigrazione incontrollata di questi ultimi anni come una minaccia alla identità nazionale, pur avendo stabilito  ad Albenga ,come sindaco, un ottimo rapporto con la comunità islamica formata di gente onesta che lavora duramente nelle campagne della Piana albenganese.  Ci fu con lei un profonda simpatia umana che la portò a scrivere di uno “splendido rapporto e di una proficua collaborazione tra noi”, quando il sindaco Fassino volle festeggiarmi nella sala rossa del Comune di Torino nel 2013. Rosy amava Torino e i torinesi, aveva un’ammirazione per la tempra testarda dei piemontesi ed aveva sposato un piemontese, un medico colto , umanamente molto attento e professionalmente capace.  Era una donna di “difficili costumi”, avrebbe detto Giovannino Guareschi , ferma nelle sue convinzioni , granitica nelle sue battaglie, con una profonda tensione morale. Un esempio di cosa debba essere l’impegno civile e la politica alta, nobile, appassionata. Ma era anche pronta a parlare e a discutere con tutti ed anche a riconoscere i suoi errori. Cosa rarissima che rivela la sua grandezza.

quaglieni@gmail.com

Commozione all’Allianz Stadium per il ricordo di Astori

Momenti di commozione all’Allianz stadium di Torino, nel ricordare  Davide Astori, il capitano della Fiorentina, morto una settimana fa. Astori è stato infatti commemorato  con un minuto di silenzio prima del calcio di inizio di Juventus-Udinese. Visibilmente commossi i  giocatori e il pubblico. Sul maxischermo dello stadio sono apparse le immagini del calciatore viola accompagnate dalle note della canzone  ‘I sogni’, di Lucio Dalla. Occhi lucidi anche per  Buffon che oggi è  in panchina.

Il Lions contro il diabete, “pericolo esplosivo”

Sabato 10 marzo il Lions ha organizzato un convegno sul problema diabete. Il dott. Paolo Limone (socio del L.C. Torino La  Mole) e il dott. Salvatore Piazza (socio del L.C. Torino Solferino), hanno risposto alle domande del pubblico  presso il  Teatro 7 di corso Regio Parco. L’evento è stato ripreso e trasmesso in diretta dall’emittente locale Rete 7. Insieme ai medici Lions erano presenti  rappresentanti dell’A.N.I.E.D. (Associazione Nazionale Infermieri Endocrinologia Diabetologia) e dell’A.G.D. (Associazione Giovani Diabetici Piemonte e Valle d’Aosta)  per riferire importanti testimonianze, come quella  di Giorgia, ragazza di 15 anni affetta da  diabete. Anche in questa occasione sono stati  predisposti spazi per gli  screening gratuiti della glicemia. Nei tre giorni precedenti grazie all’aiuto dell’A.N.I.E.D.  e della Circoscrizione 6 della Città di Torino sono stati allestiti  alcuni punti per effettuare  gratuitamente screening della glicemia. Quattro giorni totalmente dedicati ad una delle cinque campagne  internazionali che i Lions seguono nell’A.S. 2017/2018, quella per la quale ci si prefigge di rendere cosciente la gente di un vero e proprio “pericolo esplosivo”, poiché il diabete è ormai considerato una epidemia globale.

Omicidio-suicidio: scopre di essere malato, chiama i carabinieri e poi spara alla madre prima di suicidarsi

Spara alla madre di 101 anni uccidendola e poi si toglie la vita con la stessa pistola. L’anziana donna abitava con lui a Rivoli. L’uomo, che nell’appartamento dell’omicidio-suicidio deteneva regolarmente l’arma impiegata, aveva saputo di recente  di avere un tumore al pancreas: lo ha scritto in una lettera trovata dai carabinieri, chiamati da lui stesso prima di spararsi.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

 

Maggioranze artificiali - Sepolcri - Chiampa segretario? - (Im)presentabili

 

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Maggioranze artificiali

Dopo l’esito elettorale che non consente una maggioranza, c’è chi invoca responsabilità da parte di tutti i partiti al fine di creare una maggioranza in Parlamento comunque . Se una maggioranza e’ necessaria per avviare la legislatura eleggendo i Presidenti delle due Camere,non credo che maggioranze artificiali possano portare ad un buon governo.Grillini, Pd,centro-destra maggioritario sono alternativi e può essere solo possibile il ricorso al trasformismo parlamentare o alle ammucchiate consociative che sono l’esatto opposto della democrazia. La maggioranza governa,la minoranza controlla. Questa e’ la regola della democrazia .  Fuori da questo ambito una democrazia  seria,ma l’Italia non lo è ,sceglie il ritorno alle urne. Diede risultati disastrosi il compromesso tra Pci e Dc degli anni di piombo anche se fu una necessità . In ogni caso era un’altra epoca storica. Pensare ad un governo grillino ,immaginando di essere in Germania e non in Italia,appare un vero e proprio abbaglio.Le grandi coalizioni impongono grandi partiti,non gli agglomerati della protesta demagogica e velleitaria .
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Sepolcri
Il capitano della Fiorentina, morto trentenne nel sonno, merita rimpianto e suscita commozione,ma stupisce il  suo funerale nel tempio di Santa Croce a Firenze ,il sacrario dei grandi italiani,immortalati dal Foscolo nei Sepolcri.Tra quei marmi dormono eterni Machiavelli e Michelangelo,ad esempio ,e lo stesso Alfieri che andava ad ispirarsi per trarre dalle ceneri di quei grandi italiani gli auspici del riscatto nazionale. D’accordo che il calcio è la nuova droga che agita le menti delle masse deliranti ,ma risulta molto difficile assimilarlo alla storia italiana.Per altri versi,a Firenze non si fa nulla per valorizzare e far conoscere quella chiesa come centro morale della storia italiana. Non c’è una sola targa illustrativa delle figure che vi sono sepolte. Neppure Foscolo, i cui resti  vennero  traslati in quella chiesa , ha un ricordo. E’ anche questo lo specchio di un'Italia misera e superficiale.


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Chiampa segretario?
Sergio Chiamparino aspira anche alla segreteria del Pd. E’ incredibile che un politico che non è mai andato oltre i confini della regione che presiede,ambisca ad un ruolo in cui neppure Renzi che ha ben diversa caratura ,si è rivelato all’altezza. Passi per il magistrato Emiliano che avrebbe fatto meglio ad uscire dal PD, annullandosi per andare con Liberi ed eguali,ma Sergio è persona seria. Sembra quasi incredibile che anche lui auspichi un Governo con i grillini come Emiliano. Ma dopo il 4 marzo la febbre non è ancora sbollita. 


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(Im)presentabili
La campagna elettorale e’ stata dominata dal tema degli impresentabili ,una semplificazione stupida nata da certi giornalisti che confondono l’informazione con il killeraggio mediatico. Tutti i cittadini,lo dice la Costituzione ,hanno diritto a candidarsi .E a decidere con il voto chi sono gli ineleggibili devono essere i soli cittadini nella cabina elettorale.Certi giornalisti presuntuosi che imperversano come grilli parlanti in televisione dovrebbero tacere. Hanno diritto di criticare,ma non di demolire. Molti hanno fatto propaganda sfacciata per la grande Bonino e un’esigua minoranza li ha seguiti.Molti hanno demonizzato  per vent’anni Berlusconi ,ma la gente ha continuato a votarlo. Pensino a scrivere giornali decenti che ritrovino lettori e smettano di sostituirsi al popolo sovrano. 
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LETTERE
L’utopia di fare un governo
Ho letto con interesse il tuo articolo sulle elezioni del 4 marzo su iltorinese.it Penso che la situazione europea per quanto riguarda le elezioni dei singoli Stati sia stata inquadrata. Per il resto non sono d’accordo soprattutto sulla parte relativa a Berlusconi e la destra in genere. Per non parlare di Salvini…promettere un flat tax al 15% è solo propaganda nè più né meno del reddito di cittadinanza…per non parlare dell’immigrazione...propaganda a raffica. I 5s sono frutto della disfatta dei partiti e della loro incapacità di guardare ai problemi reali delle persone. Penso che abbiano fatto molta presa sull’elettorato arrabbiato, arrabbiato con la sinistra o pseudo-tale, magari in alcuni casi anche immaturo, ma ricordiamoci il risultato al Senato…parla chiaro. Mi astengo dal giudicarli così nel breve periodo, nonostante gli evidenti problemi, ma faccio una piccola considerazione: quelli che erano tanto “capaci” ci hanno portato, solo qualche anno fa, sull’orlo del baratro…e le cose, penso, non vadano mai dimenticate. Per quanto riguarda il PD attualmente è solo lo specchio del suo arrogante segretario pseudo-dimissionario, che non fa mai uno straccio di autocritica e no si rivolge mai alle piazze ma ai bei salotti dei teatri italiani in cui sono presenti solo i suoi adepti. Resta il fatto, non rassicurante, che la costruzione di un governo al momento sia quasi utopia…se, per una volta, terranno fede a ciò che tutti dicono continuamente in tv, sui social/internet e sui giornali…
Lucia Irene 

Pubblico integralmente questa lettera,scegliendola tra le molte ricevute.E’ l’opinione di una giovane e colta architetta .E’ un contributo al dibattito post elettorale,un invito a riflettere. Io credevo nel mio commento di essere stato abbastanza distaccato e chiaro,ma forse non ci sono riuscito.La cosa importante è che abbia suscitato un interesse e suscitato un confronto di idee .
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Analisi del voto
E’ noto a tutti che più che all’ignoranza scolastica i risultati elettorali sono dovuti al disagio sociale e alla delusione nei confronti dei partiti tradizionali. La scuola ci ha messo del suo , ma peggio hanno fatto i politici. I ceti sociali più deboli si sono sentiti – a torto o a ragione – abbandonati da chi poteva/doveva tutelarli ed hanno reagito andando a ingrossare il populismo più becero dei quamquam  che promettevano ” protezione”, avendo colto il loro malessere. I partiti tradizionali invece non hanno valutato sufficientemente tutto ciò. Credo però che grande peso sull’esito elettorale sia dovuto anche alla cultura dell’individualismo dominante nella società di oggi. Ma trattare questo argomento ,che pure considero importante perché nocivo, mi porterebbe troppo lontano. Non resta che augurarci che i prossimi governanti archivino le bandiere gonfiate degli slogan elettorali e si addentrino nella concretezza della responsabilità di Governo con tutto il valore, l’onore, l’impegno, l’onestà e la lealtà che essa richiede. Berlusconi è stato un ottimo imprenditore, intelligente, corruttore, machiavellico. Il legame con parte della DC e in particolare con Craxi e il PSI , che sosteneva finanziariamente, ha dato inizialmente impulso alle sue reti televisive con la diretta TG. Le sue televisioni sono state poi un volano di cui ha beneficiato in modo sfacciato , senza che Governi a lui contrari e Parlamento  intervenissero per eliminare il conflitto di interessi. E’ entrato in politica per difendere le sue proprietà aziendali, specialmente Rete4 che temeva di dover cedere ad acquirenti esterni alla sua cerchia familiare. Al Governo è stato coerente con i suoi scopi: prima se stesso e le sue aziende poi il resto. Quindi si è ” massacrato” da solo sia in Italia che all’estero, dove la recente accoglienza è stata cortese ma di facciata.
Gino Bressa 
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 Pubblico integralmente anche questa lettera che parte dall’analisi del voto del 4 marzo. Il dott. Gino Bressa e’ persona molto autorevole che ha maturato un’esperienza professionale di alto livello. La sua opinione merita molta attenzione anche perché si tratta di un uomo colto, non schierato, e acuto analista dei fenomeni sociali, senza le deformazioni ideologiche prevalenti.
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scrivere a quaglieni@gmail.com