redazione il torinese

Darmian bianconero, contratto per 5 anni

Il quotidiano inglese Daily Express scrive che Matteo Darmian vestirà la maglia della Juventus, avendo trovato l’accordo (anche se manca ancora l’ufficialità) per 5 anni con la società bianconera. In queste ore le visite mediche dell’ex granata, che torna in Italia dopo avere giocato con i Red Devils.

Ciliegia di Pecetto: la pioggia dimezza la produzione

L’acqua e il caldo stanno facendo marcire i frutti in raccolta. Actis Marin (Cia): «Danni consistenti, le polizze assicurative non sono più convenienti»

Sono le ciliegie le prime vittime del maltempo di questi giorni. La grandine, ma soprattutto le abbondanti piogge delle ultime settimane nel Torinese hanno messo al tappeto quasi la metà della produzione della famosa Ciliegia di Pecetto.

«Il problema è l’acqua – spiega Piergiorgio Miravalle dell’azienda agricola Molinetto di Pecetto -, quando l’acqua è troppa le pareti cellulari della frutta esplodono, e se poi si aggiunge il caldo improvviso, allora la ciliegia viene aggredita dai funghi parassiti, monilia in testa, e marcisce, facendo a sua volta marcire l’intero grappolo. La raccolta diventa problematica e spesse volte la selezione sulla pianta non è sufficiente a scongiurare il dilagare dell’infezione anche nella vaschetta, rendendo necessarie nuove cernite».

Al momento, il danno riguarda le varietà precoci, dalla “Bigarreau” alla “Big Lory”, ma anche la “Carmen”, coltivata sotto telo, non è scampata ai funghi che si sviluppano con l’umidità e il caldo.

Sotto tiro, in particolare, l’area tipica della Ciliegia di Pecetto, collina Sud di Torino (Pecetto, Trofarello, Moncalieri, Baldissero, Pino Torinese).

«Di fatto – osserva ancora Miravalle -, ci teniamo il danno. Le polizze assicurative sono troppo costose e non garantiscono risarcimenti adeguati. Non ci resta che sperare nel miglioramento delle condizioni meteo, altrimenti saranno a rischio anche le altre varietà».

Constatazioni che vengono ribadite sul fronte sindacale da Matteo Actis Marin, funzionario di zona della Confederazione italiana agricoltori di Chieri e Chivasso: «In teoria – dice Actis Marin -, lo Stato risarcirebbe parte del costo della polizza, ma i tempi di attesa dei rimborsi sono talmente lunghi (ormai si parla di anni) da scoraggiare la stipula dei contratti assicurativi. Le avversità atmosferiche continuano purtroppo a rappresentare un rischio d’impresa per gli agricoltori, che, come tutti, già non vivono una stagione favorevole».

Weekend veg a Belgioioso

Dopo le mostre dedicate al Vintage, a Officinalia e al Festival della Tenera Età, il Castello di Belgioioso, a pochi chilometri da Pavia, ospita la prima edizione di “Belgioioso Veg” sabato 2 e domenica 3 giugno, dalle 10 alle 20, insieme alla 15° edizione di Armonia, Festival di proposte per il benessere olistico, Yoga, Shiatsu, Watsu, Reiki, Reflessologia Facciale, Tuina e altre discipline. Lo splendido Castello di Belgioioso con il suo ampio parco non è solo un luogo di incontro e storia, ma anche fucina di fiere innovative su temi e nicchie non convenzionali, capaci di riscuotere un buon successo di pubblico.. I due eventi si svolgono in contemporanea con lo scopo di suggerire dei percorsi, privilegiando alcune scelte nel nostro modo di nutrirci e per il nostro benessere che gradualmente porterà ad un naturale miglioramento della qualità della nostra vita. Il desiderio degli organizzatori è quello di aprire un dialogo tra il mondo del benessere e il mondo vegetariano-vegano e di trasmettere il messaggio a chi non ne ha ancora consapevolezza. Un weekend intenso durante il quale saranno presentate attività di vario genere come conferenze, seminari, sessioni pratiche, mini corsi, il cui fine ultimo è quello di sensibilizzare il pubblico su ciò che è possibile fare per migliorare la qualità della propria vita. Lobiettivo di Armonia è di insegnare un percorso personale per trovare un equilibrio psicofisico interiore attraverso la conoscenza e lapprofondimento delle arti per òa salute, tra cui Shiatsu, Reiki, Orthobionomy, Kinesiologia, Floripratica di Bach, Ayurveda, Pranic-Healing, Reflessologia Facciale, Metodo Buteyko, Iridologia, Reflessologia del piede, Biotransenergetica, Thai, Aura Soma eWatsu. Una piscina con acqua calda è il marchio di fabbrica di Armonia e come ogni anno si troveranno studenti in formazione, operatori professionisti e insegnanti a disposizione del pubblico per sperimentare le sensazioni e le emozioni che una sessione di Watsu è in grado di far vivere a chi lo desidera. Nel parco sono in programma diverse attività gratuite partendo dallo Yoga e molto altro ancora. Negli stand sono in programma varie attività aperte a tutti.

Pietro Accorsi, il mercante di meraviglie

FINO AL 3 GIUGNO

E’ stato per tutti il “re degli antiquari”. Suo grande amore, gli arredi e l’arte del Settecento, in assoluto il secolo del cuore. Nato a Torino nel 1891 da una famiglia modestissima (portinaio il padre Curzio, sartina la mamma Angela), Pietro Accorsi rivelò ben presto quelle doti straordinarie di intuito e di “fiuto” eccezionale per le “meraviglie” d’arte (nel senso più ampio del termine) che ne fecero uno dei testimoni più famosi e stimati e leggendari della storia dell’antiquariato europeo del secolo scorso, tanto che il cosiddetto “gusto Accorsi” – diffusosi in Italia e all’estero nell’immediato Dopoguerra – andò a caratterizzare l’arredamento di case, ville e palazzi non solo dei più facoltosi uomini d’affari del tempo, ma anche di politici, di principi e re. A lui, a quello straordinario “mercante di meraviglie” (definizione ineccepibile), il torinese Museo di Arti Decorative “Accorsi-Ometto” di via Po dedica, nell’ambito della prima edizione di Fo.To – Fotografi a Torino, una mostra incentrata su una selezione di immagini fotografiche provenienti dall’archivio dell’omonima Fondazione. Complessivamente sono una quarantina di scatti, articolati in specifiche sezioni, in cui trascorrono come in una sorta di lucida analitica biografia i momenti più significativi della vita di Accorsi, l’amato mestiere, il grande amore per l’arte e per quel sublime arredo capace di trasformare anche il più semplice oggetto artigianale in opera artistica di inestimabile valore e bellezza. Il percorso espositivo comincia con i ritratti di famiglia, per continuare con le immagini dei Savoia, con quelle che in particolare raccontano del suo rapporto di grande amicizia con Umberto II, che gli spalancò le porte delle case più prestigiose d’Italia e gli fece guadagnare la stima di altissime personalità del Novecento, con cui l’antiquario instaurò legami non solo d’affari: dagli Agnelli – solo per citare qualche nome – ai Bruni Tedeschi a Werner Abegg a Riccardo Gualino e ad Henry Ford. Perfino Luigi Einaudi, una volta diventato Presidente della Repubblica, gli diede l’incarico di riarredare il Quirinale con mobili antichi adeguati alla solennità del luogo. E la scrivania settecentesca seduto alla quale il Capo dello Stato tiene, ancora oggi, il suo discorso di fine anno fu trovata proprio da Accorsi. In mostra è anche documentato il forte sodalizio che lo legò alla figura di Vittorio Viale, grande direttore dei Musei Civici torinesi: nel ’35, i due furono protagonisti della “bruciante sconfitta” derivata dall’Affare Trivulzio, grazie al quale l’intera collezione milanese del Principe Trivulzio sarebbe dovuta approdare a Torino. Purtroppo la transazione non andò a buon fine, a causa dell’intervento di Mussolini (per ripicca, pare, nei confronti di Umberto II, amico dell’Accorsi) che ne bloccò la vendita. Ma la cosa non finì in totale sconfitta. Da abile mercante qual era, l’antiquario infatti riuscì a ottenere come risarcimento il “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina e “Les Très belles Heures” del Duca de Berry miniato da Jan van Eyck, tutt’oggi esposti a Torino in Palazzo Madama. Dopo le mostre sul “Barocco” del 1937 e sul “Gotico e Rinascimento in Piemonte” del 1938, i due collaborarono ancora nel 1963 per la seconda grande rassegna sul “Barocco piemontese”, dove Accorsi espose, fra i pezzi di maggior pregio, il famoso “Doppio-Corpo” del Piffetti. Altra sezione importante della mostra è dedicata alla residenza di Moncalieri, Villa Paola, in nome della sorella più amata. Accorsi la acquistò nel ’28, per farne un “museo vivo”, un unicum nel suo genere, con affreschi neogotici sulla facciata, busti e statue lungo il vialetto e all’interno una miriade di pezzi e opere d’arte, in prevalenza del Settecento: una raffinatissima collezione da cui, dopo la morte di Accorsi il 25 ottobre 1982, ebbe origine la Fondazione a lui dedicata, mentre già anni prima (nel ’56) l’antiquario aveva comperato dall’”Ordine Mauriziano” il palazzo di via Po, che in parte era dal ’24 sede della sua galleria e che diventerà Museo nel dicembre del ’99, grazie all’operato infaticabile del presidente, Giulio Ometto, fedele “delfino” dell’Accorsi.

A corollario della rassegna sono anche previste alcune conferenze, a ingresso libero fino ad esaurimento posti:

Sabato 19 maggio, ore 17.00: LE MERAVIGLIOSE RESIDENZE DI PIETRO ACCORSI

A cura di Marco Albera, storico e consigliere della Fondazione Accorsi-Ometto

Sabato 2 giugno, ore 17.00: DA SOGNO A REALTÀ. LA NASCITA DELLA FONDAZIONE

a cura di Luca Mana, conservatore del Museo Accorsi-Ometto

Gianni Milani

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“Pietro Accorsi, il mercante di meraviglie”

Museo di Arti Decorative “Accorsi-Ometto”, via Po 55, Torino; tel. 011/837688 int. 3 – www.fondazioneaccorsi-ometto.it

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Nelle foto

– “Accorsi con il Presidente Einaudi e Donna Ida”
– “Accorsi in Galleria”
– “Accorsi con il Ministro Preti”
– “Gli antiquari Rubin, Laura, Accorsi e De Lamine”
– “Gina Lollobrigida in Galleria

 

Fino al 3 giugno

Orari: mart.-ven. 10-13 / 14-18; sab. e dom. 10/13 – 14-19

2 Giugno: 72^ Festa della Repubblica

Sabato 2 giugno, alle ore 10, in Piazza Castello verrà solennizzato il 72° anniversario della proclamazione della Repubblica con la cerimonia dell’alzabandiera, accompagnata dalle note dell’Inno di Mameli eseguito della Banda musicale del Corpo di Polizia Municipale. Alla celebrazione è prevista la partecipazione delle più alte cariche civili, militari e religiose della città. Nella piazza torinese saranno schierati la Bandiera d’Istituto della Scuola di Applicazione dell’Esercito e un reparto di formazione composto dagli Ufficiali Allievi della Scuola di Applicazione, Alpini della Brigata Taurinense, da Carabinieri del comando Legione “Piemonte e Valle D’Aosta, Finanzieri del Comando Regionale “Piemonte”, agenti della Polizia di Stato e del Corpo della Polizia Penitenziaria. Durante la solennità sarà letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La ricorrenza avrà termine alle 18 sempre in Piazza Castello con la cerimonia dell’ammainabandiera.

(foto: il Torinese)

Il pessimismo di Barriera emerge dalle chiacchiere al bar

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Il solito bar di via Bologna con la proverbiale gentilezza della titolare Antonella. Quattro chiacchiere con amici di Barriera, per parlare un po’ di tutto. Da buoni italiani tuttologi, dallo sport alla politica.
Realizzando una dimensione rarefatta come in quella canzone di De Andrè: quattro pensionati mezzo avvelenati li troverai là con il tempo che fa estate inverno a tracannare vino e stramaledire donne e governo. Pensionati non siamo ancora e ci accontentiamo di un caffè.Vorremmo diventare pensionati, ma tanto contenti di come le cose vanno non siamo. Questa volta mi limito a fare domande. Ascoltare mi sembra proficuo. Allora, questo giro d’Italia? ‘Sti italiani non vincono mai. Com’è possibile? Tommaso risponde subito e deciso:fabbricavamo anche le bici più belle del mondo.Poi… anche qui la globalizzazione ha colpito.Polverizzando tutto. E poi una volta si “correva per fame”.Ora si corre solo se si è ben pagati.Con bassa propensione al sacrificio. Patrizio, ne capisci di bici? No. Ho il ricordo di 50 anni fa quando correva per la Pezzani, un ex gregario che come molti in quell’epoca si “riciclava” meccanico di bici” . L’ officina in via Palestrina angolo corso Vercelli. Raccontava che al suo primo contratto da professionista dopo la guerra aveva preteso ed ottenuto, quando gareggiava, un pollo al giorno – cotto – da mangiare dopo la gara. E la Barriera è sempre così. Tanti ricordi e tanti ricordi.
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Enzo Granato alza lo sguardo dal giornale e scuotendo la testa: oramai in Barriera mi sembra tutto fuori controllo. Gli dico: non ti pare di esagerare?Enzo è un fiume in piena. Non ho mai avuto paura di essere rapinato. Ieri tornando dal mercato ho nascosto bene cellulare e portafoglio. Era solo mezzogiorno e questa volta  sì che ho avuto paura di essere rapinato. Incalza. Pensa solo al condominio dove abito. Un marocchino mi ha rincorso con un martello.
Rubava corrente in cantina al palazzo. Faceva abusivamente il fabbro. Neppure l’ intervento dei carabinieri lo ha indotto a miti consigli. Al pian terreno da diversi anni dei cinesi non pagano le spese condominiali. Sono falliti. Morale: 9000 euro di morosità. All’ultimo piano una famiglia ha ristrutturato l’appartamento occupando le parti comuni arredandole a suo piacimento. I danni che ha provocato al mio alloggio dovrebbero essere pagatì dall’ assicurazione condominiale. Tralascio il problema della spazzatura e dello spaccio. Per non parlare delle quotidiane piccole rapine.Assisto facendo domande su domande. Ma il tono delle risposte non cambia. Qui in Barriera non si campa bene. La politica locale? Latita e pensa o fa finta di pensare a ciò che succede su scala nazionale. Non si vedono soluzioni. Il pessimismo regna sovrano.

Panna regalata e multa. Come è andata?

Giornali e siti online hanno parlato della storia dei cinquecento euro di multa per  soli 50 centesimi ai danni del gelataio di Torino che sarebbe finito nel mirino della Guardia di finanza per aver regalato un bicchierino di panna.  Ma forse non è andata proprio così all’artigiano Christian Ciacci, secondo quanto spiegano le Fiamme gialle. La Guardia di Finanza infatti precisa che nella gelateria di corso Belgio durante un controllo ha accertato che due clienti non erano in grado di esibire lo scontrino di  4,50 euro per due gelati, di cui uno con la panna. Così il gelataio avrebbe esibito uno scontrino di 4 euro, relativo però a un’altra vendita, come riportato anche  nell’orario di emissione.

Yaya Deejay sul palco di Vasco

Si chiama Ilaria Donatone, in arte Yaya Deejay, e salirà sul palco di Vasco Rossi. Ma non servono presentazioni per questa grande artista, molisana di origine e bolognese di adozione. L’esercito del Komandante la incontrerà per il quarto anno consecutivo, quando, con la sua esibizione, riscalderà il pubblico per il grande show del Vasco Non Stop  2018. Infatti, dopo il successo epocale di quel grande evento musicale che è stato il Modena Park l’anno scorso, Yaya torna a grande richiesta per introdurre lo show nella seconda data di Torino, il 2 giugno, per poi suonare il 12 giugno a Roma ed infine il 17 giugno a Bari. Un’agenda bella piena, un’esperienza già vissuta ma che non smette mai di emozionare, quella di Yaya, grande fan lei stessa del Blasco: “Suonare nel tour di Vasco, in apertura, è il sogno della vita che si realizza”. La dj e producer sarà poi impegnata per un tour estivo che la porterà in diverse città italiane. Intanto l’aspettiamo a Torino questo sabato, per una serata all’insegna della musica, del ritmo e dell’emozione pura che ogni concerto del grande Vasco sa regalare.

Rispettiamo le distanze!

Uno dei tipi di comunicazione, oltre a quelli già descritti negli articoli precedenti, è la prossemica, studiata dall’antropologo Edward T. Hall nel 1963, che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione, sia verbale sia non verbale.

Avete mai fatto caso che quando scegliamo un posto a sedere, ad esempio in autobus, tendiamo a preferire quello libero più lontano dalle altre persone? O se mentre camminiamo qualcuno che non conosciamo ci chiede un’ informazione, avvicinandosi troppo e magari cercando un contatto, la nostra reazione è quella di allontanarci e di essere indispettiti da quel tipo di approccio? Non si tratta di maleducazione o di essere asociali, semplicemente viene espressa quella che si chiama “bolla prossemica”, ovvero la distanza interposta tra due individui, che funziona esattamente nello stesso modo anche tra cani e tra cani e umani. Se invece sullo stesso autobus o per strada troviamo persone che conosciamo ma con cui non siamo particolarmente in confidenza, magari gli rivolgiamo un saluto o diamo l’informazione ma in maniera piuttosto distaccata; se invece l’altro individuo è un amico, ci sediamo di fianco e ci avviciniamo, magari scambiandoci anche un gran saluto; in ultimo, se si tratta del partner o di un membro della famiglia o una persona a cui vogliamo particolarmente bene, le nostre distanze saranno ancor più ridotte, in quanto il grado di confidenza è maggiore. Succede esattamente così anche per i nostri amici a 4 zampe.

 

Nel dettaglio, dalla più esterna alla più interna, troviamo:

 

  • la bolla della zona “pubblica” dove si raccolgono informazioni sull’altro individuo con il contatto visivo, senza che ci sia alcuna interazione diretta (oltre i 3 metri);
  • la bolla della zona “sociale” al cui interno il cane accetta di relazionarsi avvicinandosi e entrando in comunicazione con gli altri attraverso l’annusarsi, senza che avvenga però alcun contatto fisico (da 1 a 3 metri);
  • la bolla della zona “personale” riservata a soggetti amici e che corrisponde alla distanza mantenuta durante il gioco dove c’è interazione con un occhio di attenzione alle reazioni e ai segnali emessi dall’altro (da 50 cm a 1 metro);
  • la bolla della zona “intima” riservata a chi si è guadagnato la fiducia da parte del cane, ove avviene il contatto vero e proprio (da 0 a 50 cm di distanza).

Se incontriamo un cane per strada e vogliamo accarezzarlo magari mettendogli anche la nostra mano sulla testa, siamo consapevoli che stiamo invadendo quella che è la sua zona intima e noi per lui siamo dei perfetti sconosciuti. Se il cane mostrasse segni di insofferenza, ringhiasse e arrivasse addirittura a mordere (cosa che purtroppo accade), è perché non avendo vie di fuga ed essendo molto probabilmente al guinzaglio, non ha altro modo per far capire che non stiamo rispettando i suoi spazi. E ha tutte le ragioni per farlo. Quando mangiate, riposate o siete impegnati a fare qualcosa, se qualcuno continuasse a disturbarvi o invadesse il vostro spazio, sareste così tolleranti? Questo è quello, che, purtroppo, succede anche tra cani e bambini, per questo è fondamentale non lasciarli mai soli ma sorvegliare sempre e soprattutto spiegare ai nostri piccoli il rispetto dello spazio del cane. Pertanto, è errata la convinzione di pretendere che per forza, quindi, il cane debba interagire con noi anche se non ne ha voglia o sta facendo altro.

Ogni cane ha la sua percezione delle distanze, ciò dipende dal livello di socializzazione, dalle esperienze vissute e dall’ampiezza degli spazi: un cane timoroso potrebbe trovarsi a disagio e sentirsi minacciato già da molto lontano, viceversa un cane sicuro di sé ha delle bolle prossemiche inferiori. Per quanto riguarda il fattore spazio, più questo è ampio, maggiore sarà la possibilità di fuga, il che determinerà in linea di massima, la propensione del cane a una relazione. La mancanza di una via di fuga e la costrizione a una distanza ravvicinata data dal guinzaglio, ad esempio l’area cani piccola o la passeggiata sul marciapiede, è il motivo per cui molti cani cambiano completamente atteggiamento: la possibilità di fuga, infatti, diventa nulla e in caso di disagio il cane, frustrato dall’impossibilità di spostarsi, avrà un comportamento per noi errato, ma che per lui è l’unico possibile per poter allontanare ciò che per lui è un pericolo, provando a scacciarlo – è proprio il caso di dirlo – con i denti. Osservando e imparando a conoscere il nostro cane, capiremo quali sono le distanze alle quali reagisce a determinati stimoli: se sapete che patisce gli incontri molto ravvicinati e siete, ad esempio, in passeggiata, quando vedete un altro binomio sulla vostra traiettoria possibilmente cambiate strada in modo più naturale possibile e prima che il vostro cane se ne accorga, in modo da non insediare in lui un comportamento viziato per quel tipo di situazione, evitando così inutile stress al cane. Tenete però conto dell’indicazione che il cane sta dando ovvero, che in quel tipo di situazione, ha delle difficoltà: prendete in considerazione di lavorare per aiutare il cane a gestire in maniera più serena alcune situazioni (con cani, persone, oggetti): la passeggiata, che è anche il riflesso della relazione tra noi e il nostro cane, dovrebbe sempre essere un momento bello e di condivisione e non di stress. Le classi di comunicazione, fatte in modo oculato, e le aree cani, sono una gran scuola per imparare a leggere le distanze: fateci caso! 

 

Alla prossima!

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila 3° livello FISC – Istruttrice Rally Obedience