redazione il torinese

Nei secoli fedele

Oggi, 5 giugno, è l’anniversario dell’Arma dei Carabinieri, fondata proprio qui a Torino nel 1814. Ecco alcune foto dell’archivio del Torinese, che proponiamo ai lettori in occasione della ricorrenza


Un’alleanza per il cambiamento? L’idea è giusta

di Marco Travaglini*

.

Enzo Ghigo, che conosco e apprezzo come persona perbene e sinceramente democratica, sulle pagine di “Repubblica” ha posto un tema che non va sottovalutato. E Sergio Chiamparino, con il quale ho avuto l’opportunità di collaborare in passato, ha rilanciato l’ipotesi di una sua ricandidatura alla guida della Regione. Entrambi, di fronte ad una deriva non tanto populista quanto confusionaria e tardo-giacobina dove si è promesso tutto e l’esatto contrario, mettendo in campo un progetto e un’idea di paese che mi preoccupano, pongono il tema della   prospettiva e del possibile “big bang” qualora – eventualità possibile – l’alleanza di governo si riproponga anche nell’area subalpina. E’ una riflessione, ovviamente, e occorrerà vedere cosa accadrà nei prossimi mesi. Il tempo, seppur breve, può macinare certezze che oggi sembrano granitiche e occorrerà vedere se e come l’alleanza giallo-verde riuscirà a dar corpo a quanto hanno scritto nel loro “contratto”. Da ciò che accadrà in tempi relativamente brevi si vedrà se il modello Cinque Stelle-Lega sarà esportabile dal centro alla periferia. Ghigo auspica, in prima battuta, un’alleanza di centrodestra ed è comprensibile. Io sono tra coloro che ritengono urgente una ricomposizione su basi nuove, non autoreferenziali del centrosinistra e il suo allargamento. Ma, al di là delle dinamiche dei partiti e delle coalizioni, ogni ragionamento deve partire dall’esigenza di offrire risposte concrete a temi di primaria importanza: quello del lavoro che non c’è e, quando c’è, si presenta con il volto della precarietà sottopagata e della temporaneità; quello dello sviluppo economico che non può prescindere dalla capacità di immaginare quale futuro assegnare ad un Paese – e nel nostro caso a una regione transfrontaliera come il Piemonte – dove le scelte sulle politiche industriali, energetiche, trasportistiche non possono penalizzare l’innovazione e, al tempo stesso, una più equa redistribuzione di risorse e possibilità per tutti, a partire dai più giovani.

Questo significa ragionare su un’intesa, chiamiamola repubblicana o “ragionevole” che freni la deriva sulla quale ci si è incamminati, riportando all’attenzione di cittadine e  cittadini proposte e valutazioni realistiche sull’oggi, su quanto è necessario e utile fare, su quale dovrà e potrà essere il futuro del Piemonte? Anche. Un sano realismo suggerirebbe l’abbandono di pregiudizi e un franco e leale confronto con tutti per trovare una risposta alternativa a chi promette mari e monti, sapendo che gran parte di queste promesse sono difficilmente realizzabili ( e in alcuni casi risulterebbero pure dannose) e che  produrre danni al tessuto democratico e alla tenuta del Paese quando la “grande illusione” finirà, rischierebbe di lasciare in eredità un grumo di sentimenti di frustrazione e rabbia. Oggi su pochi punti qualificati si possono trovare intese larghe e provare a costruire proposte che non parlino solo al ceto politico ma alla gente comune, alle moltitudini che provano sulla propria pelle l’urticante realtà delle conseguenze della peggior crisi economica e sociale di sempre. In democrazia lo scettro rimane nelle mani del popolo-elettore e, leggi elettorali a parte,  se si desidera riconquistarne un consenso che non sia solo rispondente agli umori del momento occorrono realismo e serietà, ma anche una forte capacità di offrire una visione, un’idea di futuro che non faccia sognare una notte, ma riapra lo spiraglio di una possibile speranza. Da qui discende il bisogno di riportare la politica al suo senso vero, al di là dei simboli e delle sigle di partito, vale a dire “l’attività pratica relativa all’organizzazione e amministrazione della vita pubblica”. In due parole, l’arte del governo.

 

*già dirigente della sinistra piemontese

A Torino l’estate è Reale

La seconda edizione della manifestazione – che rientra nell’ambito del programma di Palchi Reali – presenta una proposta culturale trasversale. Il cartellone, infatti, riunisce diversi linguaggi e stili artistici: dalla danza al teatro, dalla musica alla magia


Grazie alla collaborazione con i Musei Reali Torino, la storica piazza, incastonata tra gioielli architettonici come Palazzo Reale, Palazzo Madama e la Chiesa di San Lorenzo, diventerà nuovamente scenografia delle esibizioni, un vero e proprio teatro a cielo aperto. Il palco allestito in Piazzetta Reale, infatti, ospiterà quindici spettacoli – molti dei quali di respiro internazionale – in cui la fascinazione della musica, della danza e della magia si fonderà con quella dei luoghi.

Nell’inusuale sala da concerto, dove il pubblico avrà la sicurezza di potersi sedere e assistere agli spettacoli con la stessa qualità d’ascolto di un teatro, si potranno ammirare esibizioni di livello altissimo.“Obiettivo del programma di Torino Estate Reale – dichiara Chiara Appendino, Sindaca della Città -, dove concerti sinfonici e musica cantautorale si alternano passando dal balletto classico al folclorico di tradizione, dalla Russia al Portogallo, dal Marocco all’Italia, è offrire una partecipazione sempre più ampia e trasversale. Il pubblico sarà ospitato in una fastosa e inconsueta sala teatrale, in un contesto prezioso e raccolto e al tempo stesso, accessibile a tutti”.


La rassegna si inaugurerà mercoledì 27 giugno con le note dell’Orchestra Klassika di San Pietroburgo diretta dal Maestro Kantorov. Durante l’esibizione saranno presentati alcuni tra i capolavori della musica classica russa. Nell’ambito degli scambi culturali tra le città di Torino e San Pietroburgo, l’Orchestra Klassika, che vanta 25 anni di storia, è molto attiva nel diffondere la propria tradizione musicale in patria e all’estero.

A salire sul palco, giovedì 28 giugno, saranno i giovani ballerini dell’hip-hop nazionalefrancese di Casablanca in un’assoluta novità italiana: Danser Casa. Otto danzatori (sette ragazzi e una ragazza) – selezionati tra 186 concorrenti da Kader Attou e Mourad Merzouki(punte di diamante dell’hip-hop nazionale francese) – porteranno in piazza le loro “specialità”: acrobazia, circo, popping, locking, parkour, new style house e contemporanea. Lo spettacolo, ricco di riferimenti alla città del Marocco, è un viaggio attraverso le varie epoche e le tecniche di questa danza ormai codificata.

Sabato 30 giugno sarà la volta del Gran Galà della Magia con Masters of Magic. La popolare trasmissione televisiva, diventerà uno straordinario show dal vivo in Piazzetta Reale. Presentati da Walter Rolfo, i migliori illusionisti del pianeta si alterneranno sul palco per proporre ai torinesi un viaggio fantastico nel mondo senza età della fantasia. Grandi artisti di fama mondiale per 100 minuti di incantesimo.

Domenica 1 luglio sarà Dulce Pontes a calcare le scene. Grazie al suo stile unico, frutto dell’unione delle sonorità piene di saudade del fado con quelle più moderne del pop e del folk.L’artista portoghese è considerata una delle star mondiali della world music. A lei si deve il rilancio del fado e delle radici della cultura popolare lusitana.

La manifestazione proseguirà il 3 luglio con il concerto dell’Orchestra Filarmonica di Torino in Sogni Reali, una serata interamente dedicata a Beethoven.

Mercoledì 4 luglio si potrà assistere a ‘Bella ciao’, il più grande spettacolo del folk revival italiano riallestito cinquanta anni dopo da un’idea di Franco Fabbri e con un cast formidabile:Lucilla GaleazziElena LeddaLuisa Cottifogli, Alessio LegaMaurizio Geri e Gigi Biolcati. Novità di questo riallestimento è il trattamento musicale affidato a un ensemble diretto dall’organettista Riccardo Tesi, uno dei più brillanti e attenti protagonisti della musica popolare mondiale.

Per Lucio è il tributo che Gaetano CurreriPaolo Fresu, Raffaele Casarano e Fabrizio Foschini realizzeranno giovedì 5 luglio a Lucio Dalla. “La prima volta che ho incontrato Paolo Fresu ho capito subito che poteva essere mio amico – dichiara Gaetano Curreri, voce degliStadio – sentirlo suonare faceva venir voglia di stare con lui sul palco. Lucio Dalla è stato il gancio che ha unito la sua cultura musicale con la mia storia. La genialità musicale di Paolo mi ricorda tanto il mood di Lucio, sempre alla ricerca di strade nuove e nuove possibilità che solo la musica ti sa dare. Stare sul palco con Paolo mi fa sentire la stessa magia che respiravo insieme a Lucio. Quando canto le canzoni di Dalla, accompagnato dalla tromba di Paolo, sento che il ‘ragno’ è ancora qui insieme a me“.

Noemi, venerdì 6 luglio, porterà il suo tour in supporto al nuovo disco, ‘La Luna’, sul palco dell’Estate Reale. Il sesto album della cantante romana, arriva a due anni di distanza dall’ultimo, ‘Cuore d’artista’, ed è composto da 13 brani inediti, tra cui ‘Non smettere mai di cercarmi’, canzone proposta sul palco della 68^ edizione del Festival di Sanremo. Variegato e versatile, nel suo nuovo lavoro convivono diversi arrangiamenti e generi: il rock, l’elettronica, il blues, il cantautorato e perfino il country.

Il 7 luglio i solisti e il corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment si esibiranno in‘Mediterranea’, un inno alla comunione e alle differenze delle culture che si sono confrontate nei secoli da una parte all’altra del Mare Nostrum. ‘Mediterranea’ si pone come un divenire di suggestioni visive, sapientemente evocate da una colonna sonora, curata insieme a Paride Bonetta, in cui musiche popolari si miscelano a trascrizioni colte, da Mozart a Ligeti. Saranno la danza di insieme, i ritmi cadenzati e percossi con tutto il corpo, gli zigzag delle dinamiche, le saette delle braccia e delle gambe che romperanno lo spazio, a creare la tensione energetica di tutto il lavoro.

Il Direttore James Conlon, l’8 luglio,  dirigerà l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAIin un programma che spazierà da Rossini a Dvožàk. Durante la serata saranno eseguite lesinfonie tratte da tre tra le più importanti opere rossiniane.

 

Martedì 10 luglio, andrà in scena il Balletto di Stato Accademico di Danza Popolare diIgor Moiseyev, il cui repertorio vanta circa 300 opere tra danze, miniature, quadri coreografici, suite e balletti di un atto su musica di compositori quali: Aleksandr Borodin, Mihail Glinka, Nikolaj Rimskij-Korsakov, Modest Musorgskij e molti altri. Oggi la compagnia è costituita dalla settima generazione di «Moiseevi», ballerini-attori capaci di superare prove coreografiche ed espressive di grande virtuosismo, legate a tutti i generi di danza unendo la spontaneità della tradizione popolare, la tecnica accademica e lo humour.

Stefano Bollani sarà ospite in Piazzetta Reale, giovedì 12 luglio. Dopo il grande successo di ‘Carioca’ del 2007, il pianista torna al suo grande amore per le sonorità brasiliane con ‘Que Bom’, album appena uscito, composto di soli brani inediti e originali, realizzato interamente a Rio. Accanto a lui grandi rappresentanti della musica strumentista brasiliana come Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria, Armando Marçal e Thiago da Serrinha alle percussioni.

Torino Estate Reale continuerà il 13 luglio con un concerto di mezza estate eseguito dall’Orchestra e Coro del Teatro Regio con musiche di Mendelsshon e Bizet.

Sarà affidato a Rocco Papaleo, sabato 14 luglio, il penultimo appuntamento della rassegna. Il noto attore, regista e musicista lucano, coinvolgerà il pubblico in un viaggio straordinario in cui le parole incontrano la musica, tra canzoni, racconti, monologhi e gag surreali. Uno show fatto di pensieri sparsi, brevi annotazioni e rime lasciate in sospeso; un riuscito esperimento di teatro-canzone con un occhio a Gaber e uno alla Basilicata.

Lo straordinario balletto di Eleonora Abbagnato, domenica 15 luglio, concluderà la manifestazione estiva. Lo spettacolo della prima étoile italiana dell’Opéra di Parigi, nonché direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dal titolo ‘Puccini’, è dedicato alle eroine tragiche che balleranno sulle note delle aree più belle del compositore: Manon Lescaut, La Bohème, Tosca e Madama Butterfly.

“Torino Estate Reale è un delicato puzzle di iniziative che permetterà ai cittadini residenti e ai turisti che si troveranno nella nostra città, di godere di uno dei momenti più piacevoli dell’estate torinese – sottolinea Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città -. Invito tutti, non solo gli appassionati del mondo del teatro, della danza, della musica e della cultura, ma chiunque abbia voglia di passare piacevoli serate in città, a partecipare!”.

I Musei Reali hanno programmato due aperture straordinarie in calendario durante  Torino Estate Realesabato 30 giugno prima dello spettacolo di magia Masters of Magic egiovedì 5 luglio per l’omaggio di Paolo Fresu e Gaetano Curreri a Lucio Dalla, presentando il biglietto degli spettacoli, si potranno visitare i Musei Reali con ingresso ridotto a 6 euro (19.30-21.30).

Gli allestimenti dell’area spettacoli e la direzione di produzione sono stati curati dalla Fondazione del Teatro Regio di Torino in virtù di una collaborazione ormai consolidata, che utilizza le esperienze e le professionalità presenti in teatro per la produzione di esibizioni dal vivo particolarmente complesse.

***

Tutti gli appuntamenti di Torino Estate Reale avranno inizio alle 21.30.

I biglietti saranno in vendita da mercoledì 6 giugno.

Il costo è 12 euro (posti numerati platea), 10 euro (posti numerati gradinata) e 5 euro (posti numerati per i nati dal 2004). Sono previsti sconti per i possessori di abbonamenti o biglietti di treni regionali Trenitalia esclusivamente alle biglietterie.

Informazioni su www.torinoestate.it

Cristina Bargero presenta “Il Piemonte oltre la crisi”

Il libro Il Piemonte oltre la crisi (Interlinea) di Cristina Bargero, viene presentato lunedì 11 giugno presso il Circolo dei Lettori di via Bogino. Intervengono Bruno Babando, giornalista, Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte e Giovanni Quaglia, presidente della  Fondazione Crt. Com’è cambiato il Piemonte in questi anni?  Questa è la domanda che si pone l’autrice nella sua duplice veste di ricercatrice e di parlamentare eletta nel territorio piemontese.  La crisi che, a partire dal 2008, ha colpito le economie più avanzate ha lasciato un segno profondo anche in questa regione, che, probabilmente, ha faticato più di altre a riconvertire il proprio tessuto economico e manifatturiero e a trovare una sua vocazione.  Ma il Piemonte, nonostante le sue debolezze strutturali, ha in sé elementi di resilienza, connessi alla sua antica tradizione industriale, a una vivacità imprenditoriale ancora presente e a una forte propensione all’innovazione.  L’analisi socio-economica del territorio e gli interventi di alcuni attori privilegiati della regione sono la chiave di lettura con cui viene costruito il filo logico di questo libro, con un’attenzione alle politiche messe in campo dal legislatore nazionale nella XVII legislatura, per guardare al futuro con il coraggio di osare.

Concluso lo sgombero del campo di corso Tazzoli

Si sono concluse stamane a Torino le operazioni di sgombero del campo nomadi abusivo di corso Tazzoli. Nel campo due settimane fa era divampato un incendio che aveva distrutto diverse baracche. E’ stata la notevole pericolosità dell’insediamento scoperta dopo il rogo, per la presenza di bombole di Gpl e di generatori elettrici a combustibile liquido, a convincere l’amministrazione comunale a predisporre  l’allontanamento delle persone presenti. E’ stata inoltre predisposta l’accoglienza temporanea, per chi ne avesse bisogno, nella palestra della protezione civile e in un’area attrezzata con tende della Croce Rossa in via Vigliani.

TORINO-LIONE, TRONZANO (FI): M5S RISCHIA DI MARGINALIZZARE IL PIEMONTE PER UNO STOP IDEOLOGICO

“Comprendo che il Movimento Cinque Stelle abbia ottenuto voti cavalcando la questione NO TAV, ma deve essere chiaro che, pur rispettando il voto popolare, procedendo in questa direzione i grillini marginalizzano il Piemonte, condannandolo all’isolazionismo nei confronti della Lombardia e del Veneto”. Ad affermarlo Andrea Tronzano, vicecapogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte durante le comunicazioni dell’assessore Balocco sulla TAV. 

Spiega Tronzano: “C’è qualcuno che crede di avere la verità in tasca ma continua a fornire dati differenti da quelli comunicati dagli Enti istituzionali legittimati a farlo. Si dice che non esistono penali, se si cancella l’opera, peccato che non si tratti di penali ma di rimborsi per un valore di 2miliardi di euro come ricordato anche da autorevoli esponenti francesi. Mi pare ci sia chi fa il gioco delle tre carte sulle virgole e sui numeri, per accarezzare il proprio elettorato”.  Conclude Tronzano: “Il Movimento ci deve dire come intende far crescere il Piemonte se lo isola dal resto dell’Europa e del Nord d’Italia. Lombardia e Veneto non piangerebbero se noi mettiamo uno stop in Val di Susa alla Torino-Lione, perché loro le infrastrutture le hanno. Piangerebbero invece i cittadini della provincia di Torino, in particolare Orbassano e Beinasco che hanno iniziato costruire sulla logistica una occasione di occupazione”.

Luca Cassiani (Pd): “E’ forte la preoccupazione per le addette al servizio mensa”

“Nei giorni scorsi, è stato finalmente assegnato il servizio di ristorazione delle mense scolastiche di Torino ed è stata scelta la linea del risparmio, affidando i lotti ad aziende che hanno abbattuto i costi, proponendo pasti ad un prezzo irrisorio compreso tra i 3,90 e i 4 euro. Mi chiedo quale potrà essere la qualità di questi pasti, frutto di una gara al massimo ribasso e se questa scelta non finirà per incentivare, ulteriormente, la fuga delle famiglie dalle mense scolastiche a favore del “panino da casa”” ha spiegato il Consigliere regionale del Gruppo Pd Luca Cassiani.

“Accanto alle apprensioni per le ricadute qualitative del nuovo servizio – ha proseguito il Consigliere Cassiani – è molto forte la preoccupazione per il futuro delle lavoratrici del servizio mensa dal momento che, pur garantendo il capitolato di gara la piena occupazione a tutte le addette, tuttavia questa potrebbe non avvenire alle stesse condizioni economiche e non rispettare i medesimi orari di lavoro”.

“Ho presentato, pertanto – ha affermato Luca Cassiani – un’interrogazione a risposta immediata in Consiglio regionale al fine di sapere dall’Assessore al Lavoro Gianna Pentenero come intenda attivarsi, per quanto di sua competenza, affinchè sia pienamente garantito il futuro occupazionale delle lavoratrici addette al servizio di ristorazione scolastica della città di Torino, nel pieno rispetto delle attuali condizioni orarie ed economiche”.

“Rispondendo all’interrogazione – ha concluso Cassiani – l’Assessore Pentenero, pur precisando che “l’Assessorato regionale al Lavoro non ha competenza diretta in materia di gestione degli appalti della Città di Torino, né titolo ad intervenire sull’organizzazione del lavoro dell’impresa subentrante”, si è resa disponibile “qualora ce ne fosse necessità, a convocare un incontro per affrontare il tema e supportare le parti nella ricerca di ogni possibile soluzione””

Grattacielo Regione, è la volta buona? Finito nel 2019

Il presidente della Regione Sergio Chiamparino, nel corso di un sopralluogo al cantiere del Lingotto, fa il punto sui  lavori per la realizzazione del grattacielo, la nuova sede unica della Regione Piemonte la cui costruzione ha subito numerosi intoppi, comprese le inchieste giudiziarie. “I ritardi sono stati  indipendenti dalla nostra volontà, ma ora i lavori sono per fortuna ripresi e l’obiettivo è avere il palazzo agibile entro fine legislatura, magari anche qualche mese prima per cominciare già i trasferimenti, per azzardare un mese direi marzo 2019″, commenta il presidente, accompagnato nella visita dal suo vice Aldo Reschigna.

 

 

(foto: il Torinese)

Ottant’anni fa la vergogna delle leggi razziali

Ottant’anni fa venivano promulgate le leggi razziali con le quali il fascismo escluse gli ebrei dalla società italiana. Ottant’anni sono poco meno di un secolo e da allora sono accaduti un incredibile quantità di fatti e l’intera storia del ‘900 venne influenzata dall’impronta razzista dei regimi totalitari. Ottant’anni dopo va posta grande attenzione verso fatti che possono apparire lontani e che invece hanno una tragica eco ai giorni nostri, quando si scopre che i semi dell’intolleranza e dell’odio, accompagnati dai demoni della supposta supremazia razziale, sono ancora terribilmente vivi e prosperanti. Per contrastare i germi di questa intolleranza che rischiano di moltiplicarsi e crescere, occorre rammentare la storia contemporanea del nostro paese. Una storia che il 14 luglio 1938 vide  Il Giornale d’Italia  pubblicare il testo intitolato “Il fascismo e i problemi della razza”, più noto come il Manifesto della Razza.  Firmato da alcuni scienziati e docenti italiani, quel testo stabiliva inconfutabilmente la suddivisione dell’umanità in razze differenti, l’esistenza di una razza italiana pura, non corrotta dalla presenza di altre popolazioni nonché, all’articolo 9, la non appartenenza degli ebrei alla razza italica. Una tesi rilanciata il 5 agosto 1938 con la pubblicazione della rivista La difesa della Razza, diretta da Telesio Interlandi che, con disegni caricaturali e termini particolarmente violenti e dileggianti, propagandò la narrazione dell’ebreo avido e antipatriottico. Il 18 settembre di quell’anno Benito Mussolini, davanti ad una folla osannante in piazza dell’Unità a Trieste, preannunciò la promulgazione delle leggi razziali dichiarando che “l’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo”. Le immagini della “fiammeggiante giornata di Trieste”, come la definì la stampa di regime, diffuse allora dall’Istituto Luce e riviste ottant’anni dopo fanno rabbrividire. Trieste non fu scelta a caso, essendo una città dove la componente ebraica era da secoli integrata nella comunità nonostante la propaganda fascista si affrettasse a dipingerla come luogo di infiltrazioni di una “razza avida di lucro”. Quel giorno, con la sua oratoria tribunizia, Mussolini proclamò che il “problema razziale” era di “scottante attualità” e che sarebbero state adottate “le soluzioni necessarie”. Cosa che effettivamente avvenne con il Regio decreto n. 1728 – Provvedimenti per la difesa della razza italiana – del 17 novembre 1938, firmato dal Duce e dall’allora re Vittorio Emanuele III. Le cosiddette “leggi razziali” rappresentarono di fatto un corpus di provvedimenti legislativi che sancirono, per i cittadini italiani “di razza ebraica”, la progressiva privazione dei più elementari diritti civili.Nei primi anni ‘30 si stimava che ci fossero 13 milioni di ebrei in Europa, dei quali circa 40 mila in Italia. Ottant’anni fa questi cittadini italiani diventarono progressivamente vittime di un “razzismo di Stato”, tramite leggi discriminatorie a livello sociale ed economico e, in un secondo momento, con la violenza vera e propria. Mussolini e il fascismo si adeguarono così alla legislazione antisemita della Germania nazista dove il Führer, Adolf Hitler, fin dall’ascesa al potere nel 1933, varò una serie di provvedimenti contro gli ebrei. Veniva così compiuto un altro dei drammatici passaggi  che culminarono nell’Olocausto, con lo sterminio di 6 milioni di persone, compresi donne e bambini. In realtà vi fu un antefatto per l’Italia, un precedente  datato 19 aprile del 1937. Quel giorno vennero varate le prime leggi razziali con il Regio Decreto Legislativo numero 880. Si applicarono in Africa Orientale e vollero segnare la superiorità degli italiani rispetto ai sudditi delle colonie italiane in Somalia, Eritrea, Etiopia e Libia. Le conseguenze di quelle leggi, che di fatto aprirono la strada a quelle contro gli ebrei, produssero forti discriminazioni e torti. Tornando alle leggi razziali emanate nel ’38, quest’ultime riguardarono tutti gli aspetti della vita politica e sociale, con l’intento di discriminare la componente ebraica del paese, compresi quegli uomini e quelle donne che avevano abbracciato il fascismo dei primi anni. Agli ebrei fu impedito di prestare il servizio militare e di iscriversi al PNF; vennero licenziati dalleamministrazioni pubbliche senza possibilità di accedere ad alcun tipo di sussidio. La stessa sorte toccò ad altre categorie di lavoratori: liberi professionisti , impiegati degli istituti di credito, persino agli ambulanti vennero revocate le licenze per l’esercizio delle attività. I matrimoni misti, che negli anni ’30 avevano toccato il 30%, vennero proibiti. Vie, luoghi, cognomi ebraici sparirono da libri ed elenchi telefonici. Opere scritte da autori ebraici vennero messe all’indice. Studenti e professori dovettero lasciare le scuole, le accademie, gli atenei senza più possibilità di rientrarvi fino alla caduta del fascismo. Nel 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania, le leggi razziali si inasprirono e furono abolite soltanto nel gennaio del 1944 nella parte meridionale dell’Italia, dove si era installato il governo Badoglio. Nel resto del Paese, dove spadroneggiava la Repubblica Sociale di Salò, continuarono ad essere efficaci, con tutte le conseguenze drammatiche. Sono passati 80 anni e qualche volta pare che la memoria non abbia “vaccinato” il mondo dalla follia razzista. Eppure proprio il timore che la storia possa ripetersi, il fatto che oggi riaffiorino fenomeni e comportamenti che si pensavano  sopiti, scomparsi, deve suggerire di non chiudere gli occhi o voltare lo sguardo altrove, approfondendo la conoscenza di una delle pagine più scure e vergognose della storia italiana.

Marco Travaglini