redazione il torinese

Contro l’atomica

Il 7 luglio 2017 è stato approvato all’ONU uno storico Trattato che proibisce le armi nucleari. Esso è stato votato da 122 Stati, ma non da quelli detentori di armi nucleari né dai loro alleati,  tra cui l’Italia. In occasione del primo anniversario dell’approvazione di tale storico trattato si conclude la campagna nazionale “Italia ripensaci 2.0” con la consegna di migliaia di cartoline al Presidente del consiglio in cui si chiede la firma da parte dell’Italia. Il Coordinamento di cittadine/i, associazioni, enti e istituzioni locali contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi formato dalle associazioni segnate in calce, e forte anche delle mozioni di sostegno di diversi Enti Locali, invita i Parlamentari eletti in Piemonte, che in occasione delle scorse elezioni del 4 marzo si sono impegnati a sostenere la firma del Trattato da parte dell’Italia alla

conferenza stampa all’aperto che si terrà

sabato 7 luglio alle ore 11,00 in Piazza Carlo Felice

di fronte alla stazione Porta Nuova lato giardini,

in cui saranno presentati i risultati della campagna di raccolta delle cartoline, le iniziative future e la richiesta di impegno ai Parlamentari.

Per il Coordinamento di cittadine/i, associazioni, enti e istituzioni locali

contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi

 

Paolo Candelari

Sviluppo attività produttive, ecco i fondi

In terza Commissione parere favorevole all’atto di Giunta che destina le somme disponibili

 

Primo atto per il riutilizzo dei fondi resi disponibili dalla prevista riduzione di capitale sociale di Finpiemonte Spa, circa 200 milioni di euro, che saranno destinati soprattutto a incentivare l’economia piemontese. La terza Commissione, presieduta da Raffaele Gallo, ha infatti espresso parere preventivo favorevole all’atto deliberativo della Giunta regionale che individua le linee per lo sviluppo delle attività produttive attraverso il programma pluriennale d’intervento 2018-2020. Il nuovo programma – come ha spiegato l’assessora Giuseppina De Santis –  contiene in larga parte le diverse ipotesi di riutilizzo dei fondi ex Finpiemonte. In particolare si prevede di destinare, tenuto conto della provenienza originaria delle risorse, 17,3 milioni di euro al commercio, 25 milioni all’artigianato e 48 milioni all’industria, se possibile e per semplicità di gestione all’interno di un fondo unico, con regole diverse a seconda della dimensione delle imprese. Inoltre, ci saranno 40 milioni destinati a costituire la sezione regionale del Fondo centrale di garanzia. Sempre in tema di risorse legate al progetto di riorganizzazione di Finpiemonte – ha aggiunto De Santis –  oltre 8 milioni saranno destinati a cooperazione e associazionismo. Tempistiche, modalità, obiettivi specifici e livello di incentivi delle varie misure verranno condivisi con le associazioni di categoria proprio nelle prossime settimane, ritenendo indispensabile un confronto costruttivo con le rappresentanze imprenditoriali. Prima dell’espressione del parere, sono intervenuti Andrea Tronzano (Fi), Francesca FredianiMauro Campo e Paolo Mighetti (M5s) per chiedere informazioni più dettagliate. L’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha poi illustrato il Disegno di legge di riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale. È stato stilato il calendario delle audizioni dei portatori d’interesse e sono stati nominati i relatori: Domenico Rossi (Pd), Silvana Accossato (Leu) per la maggioranza e Campo per i Gruppi di opposizione. Delle attuali 45 leggi vigenti ne verranno abrogate 35 insieme a oltre cinquanta articoli in materia agricola contenuti nei vari provvedimenti regionali.Si tratta di una vera e propria legge quadro – ha spiegato Ferrero – necessaria per snellire, semplificare e rendere attuale la legislazione regionale. Verranno però introdotte quattro novità: l’agricoltura sociale, i presidi di prossimità (nell’ottica di una nuova forma di multifunzionalità), la birra agricola, le erbe spontanee e le piante officinali.

 

MB – www.cr.piemonte.it

Il Bal do sabre

Tornano nelle leggende e nella storia delle montagne piemontesi ogni estate, puntuali e minacciosi. Sono i Saraceni, i Mori, i Maomettani o i Turchi, il cui nome è da oltre mille anni tragicamente inciso con lettere di sangue e fuoco nella storia d’Italia. Leggende nere aleggiano sulle gesta dei Saraceni, venuti da lontano nella nostra penisola come invasori, razziatori, guerrieri e pirati. Sulle coste del Mediterraneo li ricordano ancora oggi con rievocazioni storiche mentre nelle valli del Piemonte danze e sciabole volteggiano nell’aria annunciando il loro arrivo che non terrorizza più nessuno e, anzi, preannuncia la vittoria delle forze positive su quelle negative, il trionfo del Bene sul Male. Sabato 7 e domenica 8 luglio tocca a Bagnasco, un piccolo Comune di mille anime, in alta Valle Tanaro, in provincia di Cuneo. Dalla torre del castello si narra che il paese fu occupato e saccheggiato dai saraceni mille anni fa e un’antica danza contadina ricorda l’evento ogni anno. È il “Bal do sabre”, il ballo delle sciabole che anima le vie del Paese tra danzatori, giullari, araldi, tamburini, scimitarre e saraceni in costumi moreschi. È la storia di un contadino bagnaschese che rifiuta di dare la figlia in sposa al capo dei saraceni invasori e viene giustiziato nella piazza del paese. Ma si va soprattutto al di là della leggenda: si esaltano gli antichi riti della civiltà contadina, propiziatori della fertilità della terra, con la primavera che sconfigge la stagione fredda e i semi che ricominciano a germogliare. Vecchie tradizioni popolari che durante il Bal do Sabre vengono portate in scena da dodici spadonari, dodici come i mesi dell’anno, con sciabole danzanti tra roboanti tamburi e urla di menestrelli. La primavera si risveglia in un’esplosione di colori. I Saraceni sono cacciati dalla valle. La danza rurale, sospesa per lungo tempo, è rinata alla fine degli anni Sessanta grazie alla passione per la storia locale di un gruppo di ragazzi e da allora non si è più fermata. Gli spadonari, alcuni dei quali provengono da altri Paesi europei, si troveranno a Bagnasco sabato 7 luglio per la due giorni del Bal do Sabre.

Filippo Re

Dalla Lavazza un premio a chi fa (o adotta) figli

Si tratta di un premio una tantum di 250 euro lordi a chi fa un figlio o decide di adottarlo. Lo elargirà la Lavazza in base all’accordo integrativo 2018-2021, che riguarda circa 200 dipendenti dello stabilimento di Settimo Torinese. L’intesa è stata approvata quasi all’unanimità nelle assemblee e prevede per quest’anno un premio di  3.100 euro per performance di gruppo e di stabilimento. A partire dal 2019 potrebbero esserci anche assunzioni legate alle nuove produzioni.

Cristiano Ronaldo verso la maglia bianconera

La trattativa tra Juventus e Cristiano Ronaldo è probabilmente in corso. Il procuratore del calciatore, Jorge Mendes, ha incontrato la dirigenza del Real Madrid, che avrebbe ormai detto addio a Ronaldo, e sabato potrebbe chiudersi la trattativa con la società bianconera. Il mitico CR7 potrebbe già raggiungere i nuovi colleghi della Juve durante la tournee in programma negli Usa.

VIAGGIO NEI CAMPI DEVASTATI DALLA GRANDINE NEL TORINESE

Nella notte tra mercoledì e giovedi un evento atmosferico di devastante entità. Ecco le testimonianze dei produttori. Nessuno vuole più assicurarsi: «Le polizze costano troppo e non garantiscono rimborsi adeguati»

 

All’indomani della violenta grandinata che nella notte tra mercoledì e giovedì ha colpito il Torinese, l’agricoltura guarda ai campi con smarrimento: nessuno, almeno negli ultimi venticinque anni, ricorda un evento atmosferico di così devastante entità.

Impossibile, al momento, compiere una stima attendibile dei danni. I Comuni sono al lavoro per avviare le pratiche di riconoscimento della calamità naturale, ma gli agricoltori non si fanno illusioni.

Secondo una prima ricognizione effettuata sul campo dalla Confederazione italiana agricoltori di Torino, tra le zone agricole più colpite, per non dire sfigurate a livello uniforme, ci sono i comuni diCambiano, La Loggia, Moncalieri, Trofarello, Vinovo e Beinasco.

Qui non si è salvato quasi nulla. A Cambiano, la floricoltrice Paola Adriano mostra la copertura della sua serra fissa da 4 mila metri quadrati, completamente divelta dalla bufera di grandine: «Questa struttura – dice – era in piedi dal 1985 e nessun temporale era mai riuscito a scalfirla. Certamente questa volta si è trattato di un evento fuori dal normale. Ora stiamo raccogliendo i preventivi per la ricostruzione, in ogni caso per la nostra azienda il danno è di parecchie decine di migliaia di euro».

Piero Ferrero, ortofrutticoltore di Trofarello, dichiara che le zucchine della sua coltivazione sono irrecuperabili, comprese le 1.500 piantine messe a dimora il giorno precedente. Analoga la situazione per pomodori e peperoni. Per le prugne, le albicocche e il mais, il danno è almeno al 50 per cento: «Per le ciliegie se ne riparla il prossimo anno – dice Ferrero -, sui fichi la valutazione sarà possibile solo tra qualche giorno».

A La Loggia, nelle coltivazioni orticole a pieno campo dell’azienda di Michela Testa Sina non c’è più nulla da raccogliere: costine, catalogna, basilico, zucchine, prezzemolo e insalata sono andati irrimediabilmente persi.

«Siamo costretti a lasciare a casa i dipendenti – osserva Michela Testa Sina -, staremo fermi qualche giorno per riorganizzarci e poi ripartiremo, come sempre».

Significativo è che nessuno di questi agricoltori, è coperto dall’assicurazione: «La ragione è che le polizze assicurative ormai sono troppo costose – spiega il presidente di Cia Torino, Roberto Barbero -, mentre il valore dei prodotti viene puntualmente sottostimato, le condizioni dei contratti sono troppo restrittive e gli eventuali rimborsi arrivano dopo anni, se va bene. Così, soprattutto nel settore ortofrutticolo, gli agricoltori tendono a non più assicurarsi. E’ un problema a cui va trovata una soluzione, come denunciamo da anni. La tutela del reddito agricolo continua a ridursi, senza che nessun governo intervenga».

DOPO IL PAPA, BASSETTI, DELPINI E PAROLIN I PRELATI PIU’ CITATI SUI MEDIA ITALIANI

Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, e il cardinal Pietro Parolin, segretario di stato della Santa Sede, sono i personaggi della Chiesa Cattolica più citati sui media italiani, ovviamente dopo Papa Francesco. A mettere in evidenza questi risultati è il monitoraggio[1] svolto a giugno su oltre 1500 fonti d’informazione fra carta stampata (quotidiani e periodici, nazionali e locali), siti di quotidiani, principali radio, tv, blog da Mediamonitor.it, che utilizza tecnologia e soluzioni sviluppate da Cedat 85, azienda attiva da 30 anni nella fornitura dei contenuti provenienti dal parlato. Mediamonitor.it ha rilevato le citazioni avute dai principali vescovi e cardinali sui media nazionali e locali.

Il presidente della CEI, nonché arcivescovo di Perugia, è stato nominato sui mezzi di informazione 590 volte anche per le sue dichiarazioni contro il razzismo e sulla necessità di essere solidali verso i migranti. Secondo quanto rilevato da Mediamonitor.it le citazioni raccolte dal capo della diocesi di Milano sono state 565, 45 in più del cardinal Pietro Parolin.

Al quarto posto della graduatoria stilata da Mediamonitor.it, con 520 citazioni sui media, si posiziona il cardinale australiano George Pell, menzionato soprattutto per essere finito sotto processo con l’accusa di abusi sessuali su minori. Quinto nella classifica dei prelati più nominati sui mezzi di informazione il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura.

Le 257 citazioni ricevute nel periodo esaminato da Mediamonitor.it, valgono la sesta posizione per monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della CEI e da poco nominato presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Alle sue spalle il cardinale Angelo De Donatis (233 menzioni), designato un anno fa dal Papa vicario della diocesi di Roma.

Nella graduatoria stilata da Mediamonitor.it, l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, si posiziona all’ottavo posto con 182 citazioni, seguito a stretto giro da Matteo Zuppi (179), arcivescovo di Bologna, dal cardinale Angelo Bagnasco (174), arcivescovo di Genova e dal cardinale di Firenze Giuseppe Betori (145).

Un progetto per santuari e comunità

Entro il 15 ottobre, Diocesi ed enti ecclesiastici titolari di Santuari dovranno proporre progettualità innovative fondate su tre pilastri: restauro dei beni, iniziative sociali e culturali

 Prende il via “Santuari e Comunità – Storie che si incontrano”, il nuovo grande progetto della Fondazione CRT che si propone di recuperare e valorizzare, attraverso la costruzione e il sostegno di progettualità innovative e con l’aiuto delle realtà territoriali, il ruolo storico e sociale di 18 Santuari, uno per ciascuna delle Diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta. Il bando della Fondazione CRT ha l’obiettivo di promuovere e sostenere progettualità integrate, che coniughino e leghino in modo inscindibile tre elementi: la realizzazione di interventi di restauro e recupero dei Santuari; iniziative socialivolte a riscoprire e recuperare il ruolo dei Santuari quali luoghi di inclusione sociale;iniziative di valorizzazione culturale e turistica che possano favorire lo sviluppo sociale ed economico dei contesti locali.I progetti dovranno essere presentati da enti ecclesiastici titolari di Santuari piemontesi o valdostani, canonicamente riconosciuti, in partenariato con associazioni no profit operanti in ambito sociale e culturale. Ogni ente potrà presentare una singola richiesta, candidando un solo Santuario.“Con il progetto ‘Santuari e Comunità’ la Fondazione CRT porta avanti una sfida innovativa, ispirata al ‘modello Consolata’ di Torino – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –: la trasformazione dei Santuari, da sempre punti di riferimento storici, culturali e devozionali, in moderni luoghi di coesione e aggregazione sociale, crocevia di persone, storie, comunità. Un obiettivo che vogliamo raggiungere incoraggiando la sinergia tra le forze del territorio, chiamate a costruire e a proporre progettualità innovative, che affianchino al recupero strutturale dei Santuari iniziative sociali e di valorizzazione culturale e turistica”.

“I Santuari sono luoghi ‘speciali’. Già i popoli antichi avevano i loro Santuari. Erano meta di pellegrinaggio, luoghi di spiritualità, spazi per la riflessione, posti di incontro e di scambio. Il progetto della Fondazione CRT legato ai Santuari, che segue quello ormai consolidato di Città e Cattedrali, può aiutarci a riscoprire l’importanza sociale e culturale di questi luoghi – dichiara il Vescovo Delegato per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Piemontese mons. Derio Olivero . Ci auguriamo che, oltre alla questione di fede e di pietà popolare, il progetto stimoli questi luoghi a diventare sempre più spazi per la cura della meditazione, del silenzio, dell’interiorità; inoltre spazi per l’incontro tra le culture e le religioni; spazi per intercettare le nuove spiritualità e per mettere in dialogo sport e spiritualità, cura del corpo e cura dello spirito. E, dato che il pellegrinaggio è un lungo cammino attraverso la natura, ci auguriamo che i vari Santuari diventino sempre più veri centri di riflessione sulla questione ambientale, a partire dall’impulso dell’enciclica Laudato sì”. “Santuari e Comunità” prevede lo stanziamento da parte di Fondazione CRT di 5 milioni di euro complessivi, di cui il primo milione nel 2018 per avviare i primi 4 progetti, che potranno beneficiare fino a 250.000 euro ciascuno (ulteriori progetti verranno avviati e sviluppati nel quadriennio successivo). La ripartizione delle risorse rispecchierà gli obiettivi del progetto: circa l’80% del contributo sarà destinato a interventi di recupero, il 15% alle iniziative culturali e di coesione sociale e circa il 5% sarà destinato al matching grant, ovvero al raddoppio delle donazioni raccolte tramite il fundrasing.Sul modello avviato per il Santuario della Consolata di Torino, infatti, è previsto anche per il progetto “Santuari e Comunità” il coinvolgimento di giovani fundraiserspecificatamente formati per attivare campagne di raccolta fondi a beneficio delle attività di restauro e delle iniziative sociali e culturali selezionate e finanziate dalla Fondazione CRT. Il bando, on line dal 29 giugno sul sito www.fondazionecrt.it, si articolerà in tre fasi: la scadenza per la presentazione delle proposte preliminari è fissata al 15 ottobre 2018. Al termine della selezione effettuata dalla Fondazione CRT, le proposte definitive andranno presentate entro il 15 marzo 2019; seguirà la realizzazione dei progetti in parallelo con l’attività di fundraising.