Nei giorni scorsi al Museo del Cinema, è stata presentata alla stampa la ventunesima edizione del Gran Paradiso Film Festival , che si svolgerà a Cogne dal 23 al 28 luglio e in altri sei Comuni di tre valli del Parco ( Rhemes- Notre Dame, Rhemes- Saint-Georges, Introd, Aymavilles, Valsavarenche, Villeneuve ) tra il 4 e il 23 agosto. Il Direttore Artistico del Gran Paradiso Film Festival Luisa Villermoz ha presentato una ricca programmazione articolata in 13 giornate, 22 eventi e 57 proiezioni tra film, documentari e cortometraggi selezionati tra 140 opere provenienti da 27 paesi e 5 continenti, a conferma della dimensione internazionale a cui il Festival intende aprirsi.
” CONFINI è il tema che questa edizione intende proporre – spiega Luisa Villermoz – Un tema molto attuale inteso come visione dinamica di soglia e non di limite. Creare un festival significa mettere insieme dei racconti che spaziano geograficamente , che utilizzano linguaggi disparati , un festival in cui la Natura in tutte le sue forme va in scena “. La cerimonia inaugurale del Festival si terrà lunedì 23 luglio alle ore 17 a Cogne, alla presenza delle autorità istituzionali e con il concerto di Naif Hérin, cantautrice e musicista polistrumentista valdostana. Il Festival comprende diverse sezioni : le competizioni cinematografiche ” Concorso internazionale” e ” Corto Natura ” , il ciclo di incontri ” De Rerum Natura ” , eventi alla scoperta del territorio del Parco ” Aria di Festival ” e
” GPFF in mostra “. Portavoce del messaggio del Festival e personaggio – simbolo della ventunesima edizione sarà Don Luigi Ciotti : ” In natura non esistono confini ma solo relazioni . Notte e giorno, cielo e terra, piante e animali…Non c’è forma di vita o espressione del creato che non richiami una relazione e da quella relazione sia nutrita”. Tra gli ospiti di questa edizione molti i personaggi di rilievo : da Giuliano Amato a Flavio Caroli e Fabio Fazio, da Marta Cartabia a Luciano Violante.
La Cerimonia di Premiazione si terrà nella serata di sabato 28 luglio, con l’attribuzione del ” Trofeo Stambecco d’Oro”, alla presenza di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017.
La Fondazione CRT contribuisce alla realizzazione di questa importante manifestazione attraverso il contributo alla Fondation Grand Paradis,”un sostegno per quattro anni consecutivi in linea con alcuni punti fermi della nostra attività filantropica – come afferma Annapaola Venezia, Vice Segretario Generale della Fondazione CRT – che vanno dalla promozione della cultura di qualità e del talento creativo al coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi in iniziative capaci di incidere sulla loro formazione, dalla tutela del patrimonio paesaggistico alla sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente”.
Helen Alterio
Yemen, il grande dramma
FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re
Nel silenzio della comunità mondiale si è consumato in poche settimane uno dei più grandi massacri del conflitto siriano mentre nello Yemen, stremato da tre anni e mezzo di guerra, la situazione è sempre più drammatica. “Non c’è alternativa alla pace in Medio Oriente”: il monito di Papa Francesco giganteggia al di sopra di una regione martoriata da tante guerre. “Non si può parlare di pace e riarmarsi al tempo stesso. L’auspicio è che il Medio Oriente non sia più un arco di guerra teso tra i continenti ma un’arca di pace accogliente per i popoli e le fedi”. Ma sul terreno si continua a combattere e a morire. Anche l’ultimo tassello strategico del mosaico siriano è tornato nelle mani di Bashar al Assad al termine di una lunga e sanguinosa offensiva militare. A caro prezzo in vite umane si sta concludendo la battaglia per il sud-ovest della Siria. Jet siriani insieme a caccia russi e forze iraniane si sono scagliati per un mese contro i resti dei ribelli attorno alla città di Daraa, nel sud-ovest della Siria, nella città della rivolta dove nella primavera del 2011 iniziarono le proteste pacifiche della popolazione, duramente represse dal regime di Damasco, che portarono in seguito alla guerra civile. L’attacco congiunto siro-russo-iraniano è stato di una violenza eccezionale. Sotto accusa in particolare i raid aerei russi, che avrebbero colpito anche ospedali e cliniche. Oltre alle vittime si contano centinaia di migliaia di sfollati, oltre 320.000, in fuga verso il confine con la vicina Giordania che però ha chiuso la frontiera e verso le alture del Golan nella zona di Quneitra. Con tale operazione Damasco ha ripreso il controllo del valico di Nassib, nei pressi del confine giordano, che da tre anni era presidiato dagli insorti, in cambio di un possibile ritiro dal Golan di forze iraniane e di Hezbollah, come richiesto da israeliani e americani. La preoccupazione maggiore, come ripete il premier Netanyahu, non riguarda Damasco con cui non ci sono seri problemi da 40 anni ma Teheran e i suoi alleati nell’area. Alla presenza di ufficiali russi è stata raggiunta un’intesa in base alla quale, come era già avvenuto nella Ghouta orientale, una parte dei combattenti è stata trasferita a nord, nella provincia di Idlib controllata dai turchi. Sopravvivere e tornare a colpire è invece il motto dell’Isis che, sconfitto in Medio Oriente sul piano militare e sradicato nel teatro siro-iracheno, mantiene in vita il suo progetto politico, la sua ideologia radicale e fondamentalista, portando avanti un sanguinoso cocktail di guerriglia e attacchi terroristici un pò ovunque, come dimostra l’attacco suicida contro truppe governative e russe a
Homs in Siria in cui è morto Huthaifa al Badri, figlio di Al Baghdadi, leader dell’ex Stato islamico. Si cerca di sopravvivere non solo nel Siraq ma anche nel nord Africa, nel Caucaso, in Afghanistan, Indonesia, Filippine e in Occidente. Per il governo afghano gli attacchi non provengono più solo dai talebani ma dall’Isis scatenato contro le forze di sicurezza afghane e contro le minoranze sikh e indù. L’Isis va alla conquista di Kabul cercando di fondare un nuovo Califfato in Afghanistan, Pakistan e nel Kashmir contando su finanziamenti di Paesi stranieri e sulle cospicue entrate del mercato della droga. Colpisce gli ulema a Kabul, i massimi esponenti religiosi del Paese che condannano con una fatwa (parere giuridico) ogni forma di terrorismo e lavorano per mettere attorno a uno stesso tavolo talebani e governo. Un messaggio ai talebani meno radicali per convincerli a sedersi a un tavolo negoziale. In Pakistan insanguinano la campagna elettorale del 25 luglio facendo una strage a un comizio elettorale nella provincia del Baluchistan (128 morti). I luoghi di culto sono frequentemente nel mirino del terrorismo jihadista anche in Indonesia e nel Caucaso mentre in Cecenia e nella Repubblica russa del Daghestan l’Isis rivendica attacchi a chiese cristiane. Il Daghestan è una delle regioni più povere della Russia e numerosi combattenti andarono in Siria per unirsi al Daesh. Nel 2105 l’Isis annunciò di aver fondato una “provincia caucasica” del suo movimento islamista. Se in Siria e in Iraq restano piccole sacche di resistenza dell’Isis è in Libia la situazione più preoccupante. Il Paese magrebino è un laboratorio di terroristi a pochi chilometri dall’Italia. Grazie a massicci aiuti finanziari del Qatar e di altre organizzazioni terroristiche sia l’Isis che al Qaeda collaborano per fondare un nuovo califfato islamico sulle sponde del Mediterraneo cercando di reclutare profughi africani per trasformarli in kamikaze. Isis e al Qaeda scorrazzano in lungo e in largo sul suolo libico e in particolare nella regione sud-ovest della Libia al confine con Algeria, Niger e Ciad. Nella Libia che brucia il generale Khalifa Haftar annuncia la liberazione della città di Derna dalle milizie jihadiste. Era l’ultimo pezzo della Cirenaica che sfuggiva al controllo dell’Esercito nazionale libico di Haftar, definito dallo stesso generale “l’ultimo bastione dei terroristi nell’est libico”. A Derna, passata più volte in mani diverse negli ultimi anni, c’era un po’ di tutto, dagli oppositori armati di Haftar, ai tagliagole dell’Isis, a milizie ostili al califfo, a gruppi locali vicini ai Fratelli Musulmani e agli stessi qaedisti che continuano ad approfittare del caos libico per radicarsi in qualche zona del territorio. Il gruppo di “al Qaeda nel Maghreb islamico” è stato recentemente colpito dagli americani insieme a forze di Tripoli a sud-est della città di Bani Walid. Non è certo la prima volta che gli americani intervengono in Libia. Negli ultimi due anni il
Pentagono ha più volte aiutato l’esecutivo di Tripoli con raid aerei per scacciare l’Isis da Sirte e contrastare le altre formazioni terroristiche. Lo Yemen è l’altra area del Medio Oriente, in cui, nell’indifferenza quasi totale, i morti sono già oltre 13.000 e 22 milioni gli yemeniti bisognosi di aiuti immediati. È la più grave crisi umanitaria nel mondo a causa della guerra, dell’epidemia di colera, malnutrizione, caldo torrido, carenza d’acqua. L’80% della popolazione è al di sotto della soglia di povertà, 9 milioni di bambini sono privi di servizi igienico-sanitari e le scuole sono state distrutte in gran parte dai bombardamenti. Il Paese è devastato da oltre tre anni di guerra divampata nel febbraio 2015 quando i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran e dal Qatar, riuscirono a cacciare il presidente Mansour Hadi dalla capitale Sana’a avviando un conflitto che oppone una coalizione di Stati sunniti guidata dall’Arabia Saudita agli insorti sciiti armati da Teheran che controllano circa il 30% del territorio, soprattutto a nord. Si combatte aspramente nella città portuale di Hodeidah, dove attraccano le navi cariche di armi iraniane per gli Houthi. Con la presa del porto strategico sul Mar Rosso sauditi e alleati sperano ora di costringere alla resa i ribelli. Ma la tregua si allontana per i troppi interessi in gioco.
(dal settimanale “La Voce e il Tempo”)
Si è tenuta nei giorni scorsi nella sede Regionale di EnAIP Piemonte, in Piazza Statuto a Torino, la conferenza stampa di presentazione di neeli.eu, la piattaforma e-learning sull’educazione interculturale pensata per favorire l’accettazione e l’integrazione socio-educativa dei giovani provenienti da altri Paesi o con background migratorio. In particolare, neeli.eu si propone come uno strumento per gli operatori e i professionisti impegnati nel processo educativo di giovani migranti o appartenenti a gruppi minoritari. La piattaforma è l’ultima tappa di un ampio percorso iniziato a ottobre 2016, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+ KA2, e finalizzato all’innovazione e allo scambio di buone pratiche nell’ambito della promozione dell’interculturalità. Per raggiungere tale scopo è stata creata una partnership tra sette organizzazioni, provenienti da altrettante nazioni (Italia, Ungheria, Romania, Spagna, Stati Uniti, Lettonia e Grecia). Nello specifico, Neeli (Non formal Education and E-Learning for Inclusion) ha previsto la realizzazione di ricerche, seminari, visite di studio e scambi internazionali, allo scopo di condividere tecniche e metodologie, utilizzate da mentori e youth workers che lavorano con giovani migranti o provenienti da gruppi minoritari. “Dato il crescente impatto del fenomeno migratorio sui Paesi dell’Unione Europea diventa sempre più fondamentale perfezionare e/o sperimentare approcci di educazione interculturale”, spiega Davide Marcato, operatore di EnAIP Piemonte impiegato sul progetto Neeli. “Pertanto si è reso necessario il passaggio da una filosofia dell’acculturazione e dell’assimilazione a una più inclusiva”. Ed è proprio in questa direzione che si sono sviluppate le attività di Neeli: una ricerca sulle buone prassi di lavoro con giovani migranti condotta da ogni partner sul territorio nazionale; visite di studio e meeting transnazionali; scambi giovanili per ragazzi tra i 15 e i 29 anni per diffondere la filosofia del progetto tra gli aspiranti operatori o educatori; job-shadowing per giovani operatori delle organizzazioni partner per studiare da vicino le realtà lavorative delle realtà paritetiche in giro per l’Europa. La grande quantità di informazioni raccolte attraverso queste azioni di mobilità e la ricerca condotta nei singoli Paesi ha permesso la realizzazione di neeli.eu. E non solo: la piattaforma, al servizio di tutti, offre importanti spunti anche su argomenti che caratterizzano più da vicino il lavoro degli operatori: comunicazione interculturale e gestione del conflitto, consulenze sul mercato del lavoro e accompagnamento alle professioni, l’educazione interculturale in pratica e la sua applicazione nei contesti scolastici. Inoltre, il supporto di e-learning online permette di avere delle informazioni di base, ma esaustive, sui concetti fondamentali delle scienze umane e sociali (cultura, identità e appartenenza, assimilazione e acculturazione). Durante la conferenza stampa, inoltre, è stato dato grande spazio al racconto dei due meeting transnazionali di Szeged (Ungheria) e Madrid che hanno coinvolto l’intero partenariato. Durante i 10 giorni in Ungheria, la scorsa primavera i partner hanno presentato i risultati delle ricerche condotte sui propri territori e hanno instaurato un dibattito su buone prassi e criticità di ciascun Paese. In Spagna, a giugno, sono stati presentati il progetto e la piattaforma alla facoltà di Scienze dell’Educazione.
Sport, avventura e solidarietà… a bordo di una carrozzina!
In contemporanea, dal 30 luglio al 5 agosto, campagna di raccolta fondi su 1Caffe.org, la onlus torinese diLuca Argentero, per contribuire alla scolarizzazione locale.
Viaggio Italia, che da oggi si presenta con una nuova veste grafica attraverso il nuovo logo “Viaggio Italia around the world”, arriva in Ladakh, India. Territorio desertico di alta montagna, altitudine media 4000 metri, clima che per tutto l’anno oscilla tra il gelido e il fresco, il Ladakh è una terra difficile, remota, di confine, non adatta a tutti… ma ancora una voltaDanilo Ragona e Luca Paiardi sono pronti a raccogliere la sfida! Continua, sempre più ambiziosa, l’avventura in carrozzina dei due amici, conosciutisi 20 anni fa nei corridoi dell’Unità Spinale di Torino, dopo un incidente, un evento drammatico che entrambi hanno scelto di vivere come “un inizio”. L’inizio di una nuova vita, di un nuovo modo di vedere le cose, di una nuova avventura… l’inizio di Viaggio Italia, un viaggio speciale fatto di sport (anche estremi), incontri, prove e sfide perdimostrare che vivere (e non sopravvivere) con una disabilità è possibile.
Dopo la prima tappa extra continentale a Rio De Janeiro, adesso è la volta dell’Asia! Dal 23 luglio al 5 agosto Viaggio Italia fa tappa in India, in Ladakh, regione a confine tra la Cina e il Pakistan, incastonata tra le incredibili catene montuose del Karakorum e Himalaya. Partendo dalla città di Leh, la capitale, Danilo e Luca visiteranno Delhi, i monasteri di Thiksey, Chimere, Hemis, Alchi e Lamayru, la Nubra Valley e il lago Pangong. La prima sfida sarà quella di imparare a vivere ad altitudini mai sperimentate prima, dai 3500 ai 5600 metri, e lì affrontare le tantissime le attività in programma: river rafting, camel safari, trekking, quad escursioni, solo per citarne alcune.
Un’esperienza unica di spiritualità e bellezza, a contatto con la popolazione locale, resa possibile grazie aLufthansa, partner ufficiale per i voli a lungo raggio, al Main Sponsor Fiat Autonomy, il programma di assistenza completo di FCA per le persone disabili pensato per rendere la guida e il trasporto più comodi e sicuri e agli Sponsor Able to Enjoy, SKF, OFF CARR, Meliá Hotels International, Vans, Blu Rent, Fedon, Tre Emme Manufatti. Per approfondimenti www.viaggioitalia.org/partner
Viaggio Italia è un viaggio intenso, emozionante, faticoso, fatto di avventura, sport ma anche tantasolidarietà. In collaborazione con 1 Caffè, la “onlus delle onlus” che vede l’attore Luca Argentero tra i suoi fondatori, dal 30 luglio al 5 agosto sarà attiva una raccolta fondi il cui ricavato sarà interamente devoluto all’associazione Orient@menti di Mario Stefani, impegnata in un bellissimo progetto di sostegno ad una scuola del posto. Chiunque potrà contribuire donando l’equivalente di 1 caffè (1 euro) o una colazione (5 euro) su www.1caffe.org e aiutare così a migliorare e rendere più inclusiva la scolarizzazione in Ladakh.
Marzia Merlino, giovanissima artista e fumettista ferrarese che, attraverso la sua arte provocatoria e irriverente, si pone l’obiettivo di combattere le forme di razzismo e bullismo presenti nella nostra società. La Merlino girerà poi tutta l’Italia, incontrando Cristiano Ronaldo sabato 4 agosto a Torino (Training Center di Vinovo) e in quella occasione l’artista gli consegnera’ un suo dipinto invitandolo a lanciare un serio messaggio legato al razzismo e al cyderbullismo,che purtroppo viaggiano pericolosamente a stretto contatto . E’ opportuno ricordare che l’Osservatorio nazionale adolescenza monitora anno dopo anno tutte le problematiche degli adolescenti italiani e, l’indagine svolta nel corso del 2017 su un campione di ottomila ragazzi, ha evidenziato come, nella fascia tra i 14 e i 18 anni, il 28% sia stato vittima di bullismo tradizionale e l’8,5% di cyberbullismo. Il tour della Merlino proseguira’ poi a Milano, Varese, Firenze e Perugia cercando di creare, attraverso l’arte del disegno, una positiva catena di solidarieta’ e di sensibilizzazione verso temi molto delicati quali, appunto, razzismo e bullismo, con lo scopo di far apparire “la differenza” non come un elemento negativo, ma bensì positivo. Mediaset ospiterà Marzia Merlino per approfondire la sua figura sensibile e artistica, supportando la sua battaglia. Presenti Tv e giornali per questa artista irriverente e geniale.
Vino, naturalmente. E poi birre, rum, cocktail per gli appassionati della cultura del buon bere, (consapevole e sano), saranno protagonisti della 12esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, che si terrà a Torino dal 20 al 24 settembre. In tutto 50 i Laboratori del Gusto per un “giro del mondo in un bicchiere”. Dal Barolo piemontese, al rum di Haiti al vino libanese. Inoltre sono previsti numerosi eventi che garantiscono l’accesso all’ universo parallelo delle slow beer. Per prenotare bisogna accedere al sito www.slowfood.it.
“Caro Ministro Salvini a quando lo sgombero del centro sociale Askatasuna di Torino? In una sola settimana gli autonomi del centro sociale hanno collezionato misure cautelari per gli scontri del 1 marzo e oggi sono i protagonisti degli attacchi no tav alle forze dell’ordine. Cosa aspetta il Ministro? Rifissi la sua visita a Torino e visto che di certo non sarà la pentastellata Appendino a chiedertelo te lo ricorderemo noi: Torino non può più tollerare che gli stabili pubblici siano il covo logistico da cui partono vere e proprie azioni di guerriglia. Con
un’interrogazione parlamentare sollecitiamo Salvini ad occuparsi dello sfogo vero dello stabile. Se è davvero dalla parte delle forze dell’ordine questa e’ l’unica soluzione” afferma Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia. Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, aggiunge “Il movimento no tav stava progressivamente scomparendo, ora torna ad alzare la testa aggredendo le forze dell’ordine perché sente di avere copertura politica dal M5S al governo. Il ministro Salvini deve dimostrare con i fatti che lui sta con chi indossa la divisa e non con chi si travisa il volto con le bandane no tav”
Il Governo deve pronunciarsi in modo chiaro e definitivo sulla TAV e se la scelta fosse a favore, lo Stato deve passare alla controffensiva e frenare una volta per tutte le azioni eversive di alcuni gruppi NO TAV violenti e intolleranti. Questi antagonisti, continua Eugenio Bravo, è probabile che vogliano esercitare pressioni politiche per fermare la TAV, tuttavia per gli operatori di polizia, l’unico colore in cui si identificano è quello dell’antistato e dell’odio verso le forze dell’ordine. Certo, il tentativo di affermare la loro volontà anti TAV con la violenza, credo imponga una seria riflessione anche per alcuni, (si auspica ex loro compagni di viaggio) oggi al Governo, i quali bene farebbero a “scomunicarli” e denunciare pubblicamente le azioni aggressive intraprese da questi facinorosi. E’ giunto il momento di rimuovere campeggi limitrofi all’area interessata, organizzati in funzione anti-forze di polizia, e men che meno consentire ulteriori azioni bellicose dirette all’esclusivo scopo di ritagliarsi pubblicità gratuite e mandare all’ospedale qualche appartenente alle forze dell’ordine. E’ inconcepibile sperperare risorse economiche, uomini e mezzi, per continuare a presidiare come un Fortino i lavori della TAV. La volontà del legislatore regolarmente eletto deve mettersi in pratica senza richiedere una battaglia corpo a corpo tra forze dell’ordine e antagonisti, per guadagnare metri di costruzione di questa grande opera. Lo stesso identico ragionamento varrebbe se vi fossero antagonisti pro TAV che con azioni violente volessero imporre la loro contrarietà.
Il Segretario Generale Provinciale Siulp Torino
Eugenio Bravo