redazione il torinese

La calda estate della FIAT Torino

Siamo ormai nel pieno dell’estate e la Torino del basket non può essere ancora tranquilla, in quanto il nuovo modo di gestire il mercato, sempre più nelle mani degli agenti e procuratori e sempre meno nelle volontà dei giocatori, crea non poche difficoltà alle società che si “tuffano” nel difficile impegno della costruzione di un roster adeguato

La situazione attuale della FIAT Torino è quasi completa. Si possono valutare alcuni aspetti di una squadra che sembra allo stato attuale un netto mix tra gioventù esasperata ed esperienza ad altissimo livello.In ogni ruolo sembra disegnato un tutor per tutti i ragazzi talentuosi d’oltremare: Peppe Poeta per i play guardia, Carlos Delfino per le ali piccole e grandi e Marco Cusin per i lunghi. Chissà, forse questa curiosa alchimia potrebbe rivelarsi decisiva in termini di equilibrio in campo e speriamo anche negli spogliatoi. Ora si è avuta la corretta, nei termini contrattuali, rinuncia di Jaylen Morris che ha ottenuto un contratto con una franchigia NBA e quindi ha risolto il contratto con la FIAT Torino, ma d’altra parte, il sogno di tutti coloro che giocano a basket è giocare in quel campionato. Alcuni, dicono che a loro non interessa, ma di solito, è perché nessuno li ha veramente cercati: non puoi essere un giocatore di basket di alto livello e non voler giocare con i migliori! A meno che non ci siano motivi caratteriali e di comodità personale che ti guidino diversamente.In ogni caso, al momento manca solo un “tassello” a completare il roster. C’è chi dice che sarebbe meglio un lungo, chi un’ala forte, chi un’ala piccola tiratrice, chi una guardia difensiva e chi ancora un play di esperienza: diciamo così, qualunque cosa accada, qualcuno sarà scontento.

Ma è da sempre così, è più facile criticare che proporre, distruggere che creare, pontificare piuttosto che agire. In un intervento splendido alla conferenza stampa di presentazione del PAlavela, l’A.D. Massimo Feira ha detto ” ringraziamo i social che ci criticano così sappiamo dove e cosa fare, ma di solito quello che ci viene criticato lo sapevamo già, ma non sempre è facile agire anche se si saprebbe cosa fare…”. Le parole sono non proprio testuali, ma il senso è pressappoco questo. Più si invecchia e più si scopre che i proverbi hanno ragione “…tra il dire e il fare…” e che l’esperienza è un dono che arriva con il tempo, sia nella vita che nella gestione delle squadre di serie A nel basket. Le certezze stanno a zero (si direbbe parafrasando un detto) quando si deve vivere in una macchina complessa come una gestione di una società come la FIAT Torino. Le persone sono tante, i giocatori per certi versi sono l’ultimo dei problemi. La gestione del quotidiano, il rapporto con tutto lo staff, la ricerca di location per allenamenti e alberghi per le partite in trasferta, i comunicati, il rapporto con gli sponsor che se danno qualcosa vorranno sicuramente qualcos’altro, la composizione di tutto lo staff manageriale, la costruzione del nuovo Palavela che come sede del basket sarebbe anche simpatico chiamare Palabasket di Torino (nulla contro lo sport a vela e nulla contro la struttura muraria così denominata per la composizione architettonica ovviamente), e tantissime altre cose che descrivere sarebbe troppo lungo.

Ma l’esperienza è animale malleabile, che comprende come sia camaleontico il mondo che la circonda, di come le persone abbiano molti e molteplici interessi. La Fiat Torino ha al suo interno tante ottime e brave persone che lavorano nell’ombra e di cui si sa di qualcuno a malapena il nome e di altri nemmeno l’esistenza. Si trova facilmente sponda per le critiche quando non si conosce e quando non si palesa la propria e l’altrui faccia. Ma la FIAT Torino basket ha nei suoi vertici persone che a proprio modo, nel bene e nel male come si usa dire, la faccia non l’hanno mai nascosta, anche nei momenti più bui. Torino è in costruzione attiva e al Coach più famoso mai venuto in Europa ad allenare (Larry Brown, a cui dedicheremo più avanti uno speciale particolare) il compito di gestire con i suoi assistenti d’elitè l’allegra brigata dei giocatori. A tutti gli altri lo sforzo di rendere funzionale e vincente la super macchina FIAT Torino basket!

Paolo Michieletto

 

Appendino: “Masterplan Olimpiadi non convince”

La sindaca Appendino è scettica sulla soluzione a tridente scelta dal Coni per i Giochi invernali del 2026. “Il Masterplan così esteso per la candidatura  non credo sia la migliore proposta per il Paese, noi pensavamo a un progetto più compatto, semplice e gestibile. Cosi  non mi convince per nulla”, ha detto la prima cittadina in occasione della presentazione del Piano di azione Torino 2030. La proposta di Torino, secondo la sindaca ” era la migliore. Ci propongono un percorso diverso, nazionale. Speriamo che il governo sia protagonista, e che illustri ai sindaci coinvolti un Masterplan che ancora nessuno di noi ha visto. Ne abbiamo avuto notizia solo dai giornali”.

 

(foto: il Torinese)

Appello al dialogo, alla tolleranza, alla solidarietà e alla legalità

Il razzismo è una malattia endemica che riemerge periodicamente come un virus mai sufficientemente domato

Come coordinamento interreligioso del Piemonte, chiediamo a tutti, soprattutto a chi ha responsabilità politiche, culturali, educative, nel mondo dell’informazione, di tenere alta la guardia perché anni di cattivi pensieri, di parole e propaganda dure, di facili demagogie, di antipolitica, di strumentalizzazione di povertà contro altre povertà, stanno producendo bullismi assurdi, atti violenti, assalti folli, enfatizzazioni della propria appartenenza culturale ed etnica, non come ricchezza da offrire all’altro, ma come muro e clava da opporre. Sullo straniero in particolare, si scarica l’insoddisfazione per problemi che hanno altra natura e che facciamo fatica ad affrontare. E anche fra noi credenti, non mancano sentimenti di intolleranza e di xenofobia, talora giustificati da un non meglio specificato ”dovere morale” di conservare l’identità culturale e religiosa originaria. Sentimenti che ci rendono ciechi all’amore e all’accoglienza che le nostre fedi, – insieme ad altri valori etici   primari – ci insegnano essere per noi basilari e irrinunciabili. Il nostro impegno quotidiano è quello di costruire una società in cui tutti possano camminare a testa alta, una Società in pace con se stessa, in cui nessuno, autoctono o meno si debba sentire vittima di ingiustizie o di minacce fisiche, morali o “culturali”. Per queste ragioni noi donne e uomini aderenti al coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”, ci proponiamo di rilanciare – a partire da settembre – una campagna ed una mobilitazione educativa, volta a rafforzare e far crescere i valori positivi . Intendiamo farlo con tutte le realtà e le Istituzioni che condividono questa esigenza, a partire dal Comitato per i diritti umani del Consiglio Regionale   del Piemonte, con cui abbiamo già intrapreso un comune, fecondo cammino. Perché non vogliamo mai dimenticare il monito di Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.

 

Giampiero Leo, Bruno Geraci, Walter Nuzzo, Younis Tawfik, Claudio Torrero

Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

La pattuglia del Passo S. Giacomo

OlmiPattuglia Passo San Giacomo

Uno dei numerosi documentari in cortometraggio che Ermanno Olmi girò negli anni Cinquanta su commissione della Edison, per la quale al tempo lavorava. L’azienda impose come unico limite all’opera del giovane regista ( a quel tempo poco più che ventenne ) che il tema fosse il lavoro, narrando per immagini la rapidità di risposta dei tecnici Edison anche nelle condizioni più difficili

Sulle pendici innevate del Passo San Giacomo, nell’alta Val Formazza, al confine con la Svizzera, un albero abbattuto malamente ha tranciato i cavi dell’alta tensione. Dalla centrale elettrica, inforcati gli sci, partono i tecnici per controllare il guasto. La pattuglia dei riparatori si mette in cammino su un percorso che suggerisce alla narrazione fatica e tempi lenti. Devono trasportare il necessario per la riparazione e lavorare nel bagliore accecante della neve.La scalata al traliccio, necessaria per riparare il guasto, offre immagini di forte impatto, una sorta di “alpinismo elettrico” raccontato con piglio neorealista. “La pattuglia di Passo San Giacomo” è uno dei numerosi documentari in cortometraggio che Ermanno Olmi girò negli anni Cinquanta su commissione della Edison, per la quale al tempo lavorava. L’azienda impose come unico limite all’opera del giovane regista ( a quel tempo poco più che ventenne ) che il tema fosse il lavoro, narrando per immagini la rapidità di risposta dei tecnici Edison anche nelle condizioni più difficili. Olmi realizzò così una serie di “corti”, con interpreti non professionisti, diretti benissimo. Ne “La pattuglia del Passo San Giacomo” la narrazione venne affidata a una voce esterna, con un testo scritto da Silvano Rizza, che firmò anche il commento per “La diga del ghiacciaio”, che il regista diresse l’anno successivo. Il film, undici minuti di durata in tutto, lontano da intenti celebrativi e privo di slanci retorici, attento a testimoniare l’attività di umili e anonimi individui che – davanti alla macchina da presa – diventano protagonisti di una vicenda corale raccontata con modi e ritmi inconsueti, vinse il primo premio nella categoria “I problemi industriali della montagna” al Festival di Trento del 1954. Nelle sale cinematografiche la pellicola venne abbinata a “La donna del fiume” di Mario Soldati (un melodramma padano al quale lavorarono otto soggettisti e sceneggiatori tra cui Bassani, Moravia e Pasolini, consacrando Sophia Loren come star, lanciandola verso Hollywood), dove fu vista da otto milioni di spettatori. Feltrinelli, nella collana Real Cinema, qualche tempo fa ha pubblicato il cofanetto “Ermanno Olmi. GLI ANNI EDISON. Documentari e cortometraggi 1954-1958“.  Il  Dvd ,che raccoglie “i meravigliosi, inediti “piccoli film” del giovane Olmi, racconti di lavoro, tra campagne e fabbrica, già pieni della grazia e della forza di un maestro che non ha mai smesso di cercare“, è accompagnato da un agile libro, “I volti e le mani”, a cura di Benedetta Tobagi.

Marco Travaglini

 

Tre imbecilli ma non razzisti gli aggressori di Daisy

I carabinieri hanno identificato gli aggressori di Daisy Osakue. Sono tre ragazzi italiani denunciati per lesioni e omissioni di soccorso. Avrebbero compiuto il gesto irresponsabile per puro divertimento. I ragazzi abitano a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, e sono stati identificati attraverso una intensa indagine che, servendosi anche delle telecamere di sicurezza, ha rivelato la targa del furgone Fiat Doblò dal quale è stato lanciato l’uovo che ha colpito in pieno volto l’atleta italiana ed è finito sulle prime pagine di tutti i  tg e quotidiani nazionali per presunto razzismo. I carabinieri di Moncalieri e la procura della Repubblica di Torino avevano invece già capito la natura della vicenda.  Sul veicolo, di proprietà del padre di uno dei tre giovani, consigliere comunale del Pd a Vinovo, c’erano ancora residui di uovo. Il figlio 19enne del proprietario del furgone  ha confessato  sette lanci di uova, praticamente scegliendo le vittime a caso, negli ultimi due mesi, e ha chiamato in causa due amici, poi  convocati anche loro in caserma, che hanno ammesso le proprie responsabilità. Non sarà razzismo, ma certo è imbecillità.

Ecco come è morto Kaos, il cane eroe

Kaos, il cane eroe di Amatrice è morto avvelenato da metaldeide, un prodotto chimico impiegato in agricoltura come lumachicida. Questo l’esito degli esami finali dell’Istituto zooprofilattico di Abruzzo-Molise. Non è possibile sapere se per avvelenamento doloso o per assunzione involontaria da parte del cane. In un primo tempo, dopo la notizia della sua morte per avvelenamento, si era diffusa la voce che fosse invece stato stroncato da un infarto. Ora è arrivata la conferma dell’assunzione di veleno.

ASSUNZIONI IN SANITA’: VIGNALE (MNS): “I DATI PARLANO CHIARO. ANCORA TAGLI”

Nel Consiglio regionale di martedì l’Assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha risposto all’interrogazione a risposta immediata presentata dal Presidente del Gruppo consiliare del Movimento nazionale, Gian Luca Vignale, relativamente alle assunzioni fatte in Sanità nel 2017 e nel primo semestre del 2018.

Da tali dati emerge in modo inequivocabile come il sistema sanitario piemontese negli ultimi 18 mesi abbia perso più di 450 operatori sanitari. A fronte, infatti, di 3093 assunzioni vi sono 3527 cessazioni dal lavoro (quiescenze, dimissioni, trasferimenti etc.) per un saldo negativo di 434 dipendenti. “Nonostante da molti mesi l’Assessore Saitta -dichiara Gian Luca Vignale- vanti le assunzioni come un importante risultato raggiunto da questa amministrazione e ancora negli ultimi giorni abbia bollato come polemiche sterili coloro che lamentavano una situazione di carenza di personale sempre più insostenibile, la verità è purtroppo un’altra: negli ospedali e sul territorio il numero di operatori sanitari è drasticamente diminuito”. “Da settimane –continua Vignale- l’Assessore Saitta giustifica l’assenza di personale sufficiente appigliandosi ai tetti di spesa che la legge dello Stato pone relativamente al budget da utilizzare per il personale, ben sapendo che si potrebbero fare oltre 500 nuove assunzioni a legge vigente e allora cosa aspetta?” “Quasi 500 dipendenti in meno – denuncia Vignale – significano aumento delle liste d’attesa, meno produzione sanitaria, un’ insostenibile mole di lavoro per chi opera in sanità. Insomma l’ennesimo esempio di una gestione totalmente fallimentare fatta solo di annunci”. “Sarebbe interessante sapere -conclude Vignale – senza nuovo personale come pensa Saitta di far funzionare oltre ospedali e servizi territoriali anche le Case della salute che settimanalmente inaugura o come ritiene di potenziare i servizi territoriali e la figura dell’infermiere di Comunità. Insomma ciò che viene vantato come un importante risultato è l’ennesimo taglio alla sanità pubblica senza il quale nel 2017 il Bilancio della Sanità sarebbe stato in deficit.

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I NUMERI DELLE ASSUNZIONI E DEI PENSIONAMENTI.

PENSIONAMENTI: Nel 2017 = 2.246. Nel 2018 = 1.281 per un totale di 3.527 operatori che non lavorano più nel Servizio sanitario regionale.

ASSUNZIONI: Nel 2017 = 1.909. Nel 2018 = 1.184 per un totale di 3.093 nuovi operatori.

Per un saldo passivo di 434 dipendenti.

Tajani in visita al cantiere Tav

Il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani nei prossimi giorni sarà in Valsusa per un sopralluogo al cantiere della Tav, su invito della  TELT , la società pubblica italo-francese responsabile della realizzazione e gestione dell’opera, e dell’eurodeputato Alberto Cirio , primo firmatario di una petizione europea “Sì TAV” che chiede di far rispettare all’Italia gli impegni presi sulla Torino-Lione. Il documento, depositato a Bruxelles, potrà essere sottoscritto online anche da istituzioni, cittadini, forze produttive e da chiunque voglia difendere la realizzazione dell’opera.
«Chiederò la procedura d’urgenza, affinché la petizione venga discussa dal Parlamento europeo prima possibile – commenta Alberto Cirio – Le problematiche sulla TAV sono un tema già noto a Bruxelles, perché negli anni sono state presentate diverse petizioni contrarie alla realizzazione dell’opera. Non è mai stata presentata una petizione a favore però. Lo faremo adesso, per chiedere all’UE di essere tutelati e di aiutarci a far mantenere al governo italiano gli impegni presi.”
Nei giorni scorsi gli uffici della Commissione UE hanno precisato che, nel caso in cui il governo italiano dovesse ritirarsi dal progetto Torino-Lione, non è prevista una specifica penalità , né l’Italia potrebbe essere esclusa da ulteriori finanziamenti infrastrutturali.
Il problema maggiore sarebbero quindi i rimborsi che Francia e Unione europea potrebbero chiedere all’Italia, accanto ad altri costi collegati alla scelta di uno stop definitivo dei cantieri.
In base ai dati diffusi dal commissario straordinario del governo per l’asse ferroviario Torino-Lione, Paolo Foietta, il costo diretto complessivo di una retromarcia sulla Torino-Lione sarebbe di oltre 2 miliardi di euro.

TRASPORTI, 223 MILIONI DI EURO PER IL PROLUNGAMENTO DELLA METRO 1 E L’ACQUISTO DI NUOVI TRAM

Via libera dalla Conferenza unificata allo schema di decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sul riparto delle risorse per il finanziamento e la realizzazione di infrastrutture per il trasporto pubblico

Per Torino si tratta di oltre 223 milioni di euro, 148 dei quali per il prolungamento della metro 1 da Collegno e Cascine Vica e 75 destinati all’acquisto di nuovi tram, che un ricorso della Regione Veneto, accolto dalla Corte costituzionale, aveva bloccato. Lo sblocco delle risorse era stato tra gli argomenti nell’incontro avuto a Roma con il Ministro Danilo Toninelli dalla sindaca Chiara Appendino e dall’assessora alla Mobilità Maria Lapietra. “Sono profondamente soddisfatta per il via libera della Conferenza allo schema di decreto concernente il riparto sul Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, destinato al trasporto rapido di massa”, dichiara l’assessora Maria Lapietra, commentando l’intesa. “Ringrazio il Ministro Toninelli insieme al suo staff – continua Lapietra -: tenendo fede all’impegno preso a metà luglio lo ha inserito nell’ordine di una delle prime riunioni della Conferenza Unificata. Finalmente ora potrà riprendere l’iter per la convenzione e la pubblicazione dei bandi di gara.”

 

(FOTO: IL TORINESE)