redazione il torinese

Al Maria Vittoria il ritorno dell’agopuntura

Il Dipartimento Materno Infantile della ASL Città di Torino diretta da Valerio Fabio Alberti si arricchisce di nuove prestazioni al Maria Vittoria, che confermano la vocazione di un Ospedale a misura di donne e bambini. Da settembre ritorna in Ospedale l’Agopuntura che, per la prima volta in Piemonte, viene proposta anche in versione non invasiva per i bimbi ricoverati nella Terapia Intensiva Neonatale diretta dalla Dott.ssa Patrizia Savant Levet.

L’Agopuntura è una storica eccellenza dell’Ospedale Maria Vittoria, dove negli Anni Sessanta operò come assistente medico volontario un autentico pioniere dell’Agopuntura in Italia, il Dott. Alberto Quaglia Senta, creando di fatto uno dei primi servizi ospedalieri di Agopuntura italiani; negli Anni Settanta, una delle più autorevoli figure nel settore dell’Agopuntura, allievo di Quaglia Senta, il Prof. Luciano Roccia, Docente di Semeiotica Chirurgica di specialità all’Università di Torino, profondo conoscitore ed esperto di fama mondiale di Agopuntura, fondatore dell’Istituto Italiano di Agopuntura e del Centro di Studi Terapie Naturali e Fisiche, eseguì procedure in analgesia e sedazione con Agopuntura.Al Maria Vittoria il Servizio di Agopuntura fu in attività sino al 1996 con la dott.ssa Tiziana Pedrali, oggi docente del C.S.T.N.F (Centro Studi Terapie Naturali e Fisiche di Torino) ma da tale data cessò per mancanza di personale interno dedicato: ora la lungimiranza della attuale Direzione Generale della ASL Città di Torino riporta in vita questa eccellenza storica che, intanto, ha vissuto tappe storiche in Occidente e in particolare in Italia.Disciplina della Medicina Tradizionale Cinese, viene riconosciuta ufficialmente efficace nel 1997 dal National Health Institute, nel 2002 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, quindi identificata come atto medico ed entra tra le prestazioni della Sanità Pubblica, inserita nel nomenclatore tariffario per le prestazioni mediche, dispensata dal SSR, che ne ha fissato i ticket: praticata in Università, Ospedali e Ambulatori territoriali delle ASL, è regolamentata in Piemonte ai sensi della Legge Regionale n° 13 del 23 Giugno 2015, sulle medicine non convenzionali.Da settembre al Maria Vittoria inizierà l’attività di digitopressione sui punti di agopuntura, metodica non invasiva, detta infatti “agopuntura senza aghi”, per i neonati ricoverati nella Terapia Intensiva Neonatale e l’attività di Agopuntura, inizialmente dedicata alle donne ricoverate in Ginecologia e Ostetricia.L’attività di Agopuntura sarà curata da un medico interno specializzato, la Dott.ssa Maria Chiara Russo, dirigente medico di Neonatologia, in servizio presso la Terapia Intensiva Neonatale -che ha frequentato il Corso Triennale di Perfezionamento in Agopuntura e Tecniche Complementari del C.S.T.N.F. (Centro Studi Terapie Naturali e Fisiche di Torino)-  in collaborazione con il Dott. Marco Pesce, dirigente medico della Anestesia e Rianimazione del Maria Vittoria, diretta dal Dott. Emilpaolo Manno, che ha conseguito analoga formazione.A fianco delle attività in essere presso la Terapia Intensiva Neonatale sarà prevista inoltre l’attivazione di un Ambulatorio rivolto alle donne inviate internamente dai Consultori territoriali e dai punti nascita del Maria Vittoria e del Martini, per il trattamento di frequenti problematiche che possono complicare la gravidanza e il puerperio, come l’iperemesi gravidica, le cefalee e lombo-sciatalgie, l’ingorgo mammario e l’ipogalattia, in alternativa all’utilizzo dei farmaci, fino ad evitare il taglio cesareo alle donne con feti in presentazione podalica, utilizzando le tecniche di agopuntura per il rivolgimento in presentazione cefalica.

“Nell’ambito dell’ASL Città di Torino è presente una forte politica di sostegno della Donna in tutte le fasi della vita, dall’adolescenza all’età adulta, che coinvolge le Strutture consultoriali del territorio, i Reparti Ospedalieri di Ostetricia e Ginecologia, il Servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza, il Centro di Senologia multidisciplinare, il Centro di Fisiopatologia della Riproduzione, l’Ambulatorio delle gravidanze a rischio – spiega il Direttore Generale della ASL Città di Torino, Valerio Fabio Alberti – e altrettanto rilevante è l’attenzione al Neonato e al Bambino, a partire dai Punti Nascita, la Patologia e Terapia Intensiva Neonatale, la Neuro Psichiatria Infantile, le Strutture consultoriali e i Punti di sostegno allattamento, i Reparti ospedalieri di Pediatria ed i Pediatri di Base. L’introduzione della digitopressione per i neonati critici, la pratica dell’Agopuntura nei reparti di degenza e l’organizzazione dell’Ambulatorio di Agopuntura nell’ambito del Dipartimento Materno-Infantile viene incontro a quanto previsto dall’articolo 24 dei LEA 2017, ‘assistenza sociosanitaria ai minori, alle donne, alle coppie, alle famiglie’, per garantire le cure più innovative secondo la medicina basata sull’evidenza”.

Far west in Barriera: polizia aggredita per difendere pusher

Gli agenti di polizia sono stati accerchiati e presi a spintoni  perché avevano fermato un pusher. Ad essere aggrediti due poliziotti, in barriera di Milano. Contro di loro è stata lanciata anche una bici, e uno dei due è stato spinto contro la pensilina del tram. Se la sono cavata con lesioni e contusioni e ne avranno per 20 e 25 giorni. Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi in corso Palermo. Gli agenti stavano svolgendo controlli di un edificio coinvolto in procedure di sfratto. Un cinquantenne italiano è stato processato per direttissima e sottoposto all’obbligo di firma per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, favoreggiamento e lesioni personali. Una piccola folla di persone è uscita dalle case della zona in “soccorso” del  pusher, un giovane gabonese di 23 anni, ora sottoposto a misura cautelare in carcere per detenzione di sostanza stupefacente, resistenza e lesioni. La gente gridava “fascisti” ai due agenti.

Il Teatro Stabile ricorda Ceronetti

NEL GIORNO DELLA SUA SCOMPARSA 

Il Presidente Lamberto Vallarino Gancia, il Direttore Filippo Fonsatti e il Direttore artistico Valerio Binasco, insieme a tutti i colleghi, ricordano con ammirazione e affetto Guido Ceronetti, un intellettuale unico e un artista eccentrico e visionario che nel corso degli anni ha concesso al Teatro Stabile il privilegio di collaborazioni entrate nella memoria del pubblico



Il Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti – scrive Pietro Crivellaro, già Direttore del Centro Studi dello Stabile -, teatrino tascabile di marionette minuscole con boccascena e fondali non più ampi di un foglio protocollo aperto, approdò al Teatro Stabile di Torino nel 1985 grazie al nostro Centro Studi per la messa in scena della Iena di San Giorgio . L’inconsueto spettacolo, allestito con il decisivo contributo della Lancia, propiziato dal dirigente e scrittore Oddone Camerana, grande amico ed estimatore di Ceronetti, debuttò nella cornice ancora più inconsueta della cappella tardo-barocca dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, allora appena restaurato dal Comune, dopo lungo abbandono e in attesa di destinazione. L’assessore alla cultura di Torino era allora il professor Giorgio Balmas, l’inventore dei Punti Verdi e di Settembre Musica, e direttore dello Stabile il regista Ugo Gregoretti.  Il primo ciclo di recite si svolse nel mese di giugno 1985. A ogni recita potevano accedere non più di trenta spettatori. Ripreso nell’autunno 1986, lo spettacolo compì una breve tournée che si concluse con una recita straordinaria al Quirinale, offerta dallo Stabile di Torino al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (4 dicembre 1985).  Dopo la Iena , Ceronetti realizzò ancora con il Centro Studi dello Stabile nel 1988 Mystic Luna Park , un innovativo variété di numeri assortiti in cui il poeta e scrittore torinese sperimentò per la prima volta le “marionette ideofore”, nuove figurazioni onirico-surreali più vicine al suo repertorio creativo. Dopo alcune recite estemporanee a Torino, nella sala riunioni del quotidiano La Stampa  (allora in via Marenco), nella sede dell’editrice Einaudi e al Cottolengo, lo spettacolo compì una breve tournée a Sanremo, Lugano, Firenze e al Pier Lombardo di Milano, ospite di Franco Parenti.  Tornò a collaborare con il Teatro Stabile di Torino sotto la direzione di Mario Martone: nel 2009 infatti lo Stabile dedicò a Ceronetti un lavoro articolato con un nuovo allestimento de I misteri di Londra  e la messa in scena di Albergo Ceronetti realizzata in coproduzione con Egumteatro. Inoltre, nel 2011, al Teatro Gobetti di Torino, Guido Ceronetti presentò al suo pubblico una serata “non destinata a ripetersi” dal titolo Finale di Teatro , un suo simbolico “addio al teatro”.  La documentazione di queste produzioni è consultabile sul nostro archivio digitale (http://archivio.teatrostabiletorino.it/ ). Anche se Guido Ceronetti ha affidato il suo archivio alla Biblioteca Cantonale di Lugano, i materiali scenici del suo Teatro dei Sensibili, ossia marionette e scenografie, sono stati da lui donati nel 2004 al nostro Centro Studi, rimasto un suo punto di riferimento a Torino anche nei suoi ultimi anni di attività. 

E’ morto Guido Ceronetti

Guido Ceronetti, scrittore, poeta e drammaturgo, è morto a Cetona, in Toscana a 91 anni. Era stato colpito da una broncopolmonite . Ne dà notizia la casa editrice Adelphi. Riproponiamo ai lettori un articolo di Pier Franco Quaglieni dedicato a Ceronetti, in occasione del suo 90° compleanno,  pubblicato sul Torinese lo scorso anno.

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NON È MAI VOLUTO ENTRARE NEL BRANCO DEI LUPI FAMELICI CHE COSTITUISCE IL NOCCIOLO DURISSIMO DELLA CULTURA ITALIANA SCHIERATA

Guido Ceronetti e 90 anni di solitudine

il Torinese venerdì 25 agosto 2017

di Pier Franco Quaglieni

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Guido Ceronetti e 90 anni di solitudine. Guido Ceronetti festeggia 90 anni. E’ uno dei tanti torinesi illustri costretti a partire dalla loro città e a vivere lontano per trovare spazio e riconoscimento al proprio genio. Quando si parla di Guido bisogna parlare di genio,un genio troppo distante dal perbenismo giacobino torinese,da certo sinistrume angusto e gretto che si manifesta in termini intolleranti con chiunque la pensi in modo diverso:l’eredità più nefasta dell’egemonismo gramsciano che sopravvive anche al crollo del Muro di Berlino ,anche perché è una rendita di posizione redditizia. Il modo più praticato nei confronti di chi non è omologatile ad esso e’ il silenzio. E l’opera di Guido è stata circondata dal silenzio. L’intervista di Bruno Quaranta è un’eccezione che conferma la regola.

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Ceronetti e Ronchey

Con coraggio e con la capacità propria di chi sa essere direttore di un grande giornale e non un giornalista che bazzica nelle stanze del potere e si uniforma ad esso,fu Alberto Ronchey ad invitare Guido a scrivere per ” La Stampa” ed fu Casalegno a intrattenere rapporti con lui. Una volta Ceronetti mi disse che gli assassini di Carlo erano da ricercare tra gli eredi diretti del PCI,una verità scomodissima,ma non totalmente infondata.In piazza San Carlo nell’ottobre del 1977 aTorino gli intellettuali e gli operai comunisti a manifestare solidarietà per Carlo ferito a morte, furono pochissimi perché lo ritenevano un reazionario.Avevo sentito con sdegno durante una recente cena un giornalista torinese vantarsi di aver chiamato lui Ceronetti al giornale,vincendo le resistenze di Casalegno. Evitai,per rispetto al padrone di casa, di smentire il pavone che si vantava di meriti che mai avrebbe potuto avere e che ingenuamente esibì quella sera,dimenticando che c’ero anch’io che con Casalegno e con Ronchey condivisi un’amicizia sincera. In questa occasione dei 90 anni e’ venuta fuori la verità. La collaborazione di Ceronetti fu opera di Ronchey ed e ‘ stata lunga e proficua,era il proseguimento di quella voluta da Pannunzio al “Mondo”. Poi con gli ultimi due direttori prima di Molinari e’ andata assottigliandosi fino a terminare. Ceronetti sollevò dei dubbi sull’ergastolo a cui venne condannato il capitano delle SS Erich Priebke per la strage delle Fosse Ardeatine. Pochi in Italia ebbero il coraggio di farlo.Uno tra i pochi fu l’avvocato torinese Gianvittorio Gabri. Prevalse in quella condanna un giudizio storico-politico a danno della civiltà giuridica. Ceronetti vive in condizioni economiche difficili come e ‘ quasi naturale che ciò accada ad uomo libero e non solo perché i carmina non dant panem. Chi comanda ha bisogno di servi sciocchi e Ceronetti non è mai stato servile,ma controcorrente. A Ceronetti e’ stata applicata la Legge Bacchelli che gli consente di vivere ,malgrado abbia le esigenze di un uccellino. Per i suoi meriti verso la Nazione,come per i senatori a vita. Forse Ceronetti avrebbe meritato quella nomina presidenziale più di tanti altri. Nel giugno 2014 alla festa dell’Inquietudine di Finalborgo proposi la nomina di Ceronetti a senatore a vita. In Liguria ebbe vasta eco, ma non varcò i confini liguri.

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E’ un uomo semplice,gioioso,intransigente. Odia le tirannie ideologiche del Nocecento e il giacobinismo della Rivoluzione Francese. Seppe vedere la grandezza di de Maistre,grandissimo scrittore ,come già riconosceva Soldati. Ha tradotto in modo magistrale e non convenzionale i carmina di Catullo con una sensibilità che ci ha reso come forse nessun altro il poeta dell’amore sfortunato vissuto nel tempo in cui tramontava l’antica repubblica e la corruzione stava invadendo la vita pubblica e privata di Roma . L’animo delicato ,tenero, licenzioso ed ironico di Catullo e’ reso come neppure il raffinatissimo latinista Vincenzo Ciaffi seppe fare.Altrettanto preziose sono le sue traduzioni dall’ebraico,in primis ,del “Cantico dei cantici”. E’ un uomo gioioso con il suo straordinario teatro di burattini,il teatro dei Sensibili, è un uomo ricco di un’ironia che non fa sconti a nessuno. A Cetona trascorre la sua vita di vegliardo lucidissimo che ha mantenuto il gusto per la vita, una vita semplice, austera. Quando viene a Torino va dal comune amico Sante Prevarin al “Montecarlo” ma le due esigenze alimentari sono minime non solo perché è vegetariano, ma perché si può considerare un moderno eremita.

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Le sere che arriva il locale di via San Francesco da Paola si illumina di immenso. Ceronetti ha attraversato decine d’anni di cultura italiana, ma si può considerare un uomo solo con il suo orgoglio, la sua umiltà, il suo spirito libero. Non è mai voluto entrare nel branco dei lupi famelici che costituisce il nocciolo durissimo della cultura italiana schierata. Alla Biblioteca cantonale di Lugano che già conserva le carte di Prezzolini e di Flaiano nel 1994 si è creato un fondo Ceronetti a dimostrazione come i grandi Italiani debbano fuggire in Svizzera ancor vivi per avere la sicurezza che i propri documenti vengano conservati nel modo dovuto. Buon compleanno, amico e maestro Guido. Maestro di libera intelligenza,esempio di indipendenza morale senza eguali.

 

quaglieni@gmail.com

(foto grande: ritratto di Ceronetti di Sante Prevarin

Il museo “nascosto”, vista guidata all’Egizio

“Museo Egizio Nascosto”: una visita guidata alla scoperta del Museo, della sua fondazione e dei reperti che custodisce

Venerdì 14 settembre alle ore 19, il Museo Egizio – via Accademia delle Scienze 6 – propone la una nuova visita guidata Museo Egizio Nascosto, un percorso per mettere in luce le curiosità più interessanti sulla fondazione del Museo. La visita guidata, della durata di 90 minuti, ha come obiettivo quello di raccontare  il Museo Egizio, dalle origini della sede che lo ospita, alla natura dell’esposizione permanente. Durante il percorso, la descrizione dei reperti è accompagnata dalla narrazione di alcuni aneddoti che consentono di scoprire le meraviglie e gli aspetti più insoliti della cultura materiale egizia custoditi dal Museo

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INFORMAZIONI UTILI

Museo Egizio nascosto

Pubblico: adulti

Data e orari: 14 settembre 2018, ore 19

Prezzo al pubblico: € 5,00 (biglietto di ingresso escluso)

Prenotazione obbligatoria: dal lunedì al venerdì, 8:30 – 19:00; sabato, 9:00 – 13:00.

Telefono: 011 4406903 – mail: info@museitorino.it

Le prime amichevoli della FIAT Torino basket

Dopo la partita con l’Efes, si è concluso un primo “trittico” di amichevoli per la nuova squadra di basket della FIAT Torino: cosa resterà di queste esibizioni a ranghi ridotti?

Partiamo da un punto fondamentale. Guardare le partite in tv, o meglio tramite PC e Smartphone, grazie anche alle profonde intercessioni del mondo Auxilium basket, ha permesso a chi non avesse potuto spostarsi di osservare, almeno a grandi linee, i primi movimenti della squadra gialloblù. E’ ovvio che la visione dal campo sia più diretta e più “viva”, ma c’è una cosa che dal campo non si è potuta sicuramente cogliere: il commento dei cronisti.La FIAT Torino si è presentata non a ranghi ridotti… anzi si era… “ridottissimi”! Al punto che l’ultima partita contro Varese si è giocata in 7 soli giocatori. Ma questo sarebbe il meno, se, come contro Milano, anche l’Armani era a ranghi ridotti, ma i suoi 8 giocatori erano tutti potenziali titolari! La FIAT Torino si è presentata SENZA i titolari, o quasi, in tutte e tre le partite: Mc Adoo infortunato, Wilson in arrivo così come Tyshawn Taylor, Cusin a sprazzi solo nell’ultima amichevole, Tekele Cotton non al pieno della forma in alcune partite, Okeke sempre ancora fuori e addirittura alcune riserve a riposo! Ebbene, ad ascoltare i commentatori, la squadra avversaria di Torino, praticamente al completo (vedi Pistoia e Varese), secondo loro stava giocando bene contro la FIAT Torino che giocherà anche l’Eurocup! Sì, tutto vero, ma non solo con quelli che erano presenti. Torino ha perso “bene” con Milano, all’ultimo secondo contro Pistoia e ha vinto contro Varese una partita atipica per durata e condizioni “climatiche”. Per i commentatori di Lucca, la squadra di Pistoia ha giocato bene una partita che ha vinto all’ultimo secondo giocando anche tatticamente per vincerla a tutti i costi (cosa che in realtà, a parte per il morale, non dovrebbe contare nulla) contro un quintetto finale di Torino composto da Carr, Anumba, Caruso, Poeta, Stojanovic, e in panchina Demetrio, Cotton (a riposo dopo 15’) e uno straordinario Delfino. Nulla di offensivo, ma alla FIAT Torino mancavano tutti i pezzi da 90! Se qualcuno deve preoccuparsi, non è la FIAT… . Così come nella gara contro Varese (al completo senza il solo Avramovic) i commenti erano al limite dell’ironia ignorante, per poi decretare Torino come squadra di Eurocup con cui Varese ha meritatamente perso! Inquietante o entusiasmante? Le nostre riserve più titolari a rotazione come Carr, Cotton e Stojanovic hanno battuto una squadra che a dire dei gentili commentatori ha fatto l’altr’anno una splendida cavalcata regalando una stagione fantastica! Una splendida visione sulle maglie Auxilium di un circoletto tricolore dovrebbe far sussultare il cuore dei veri tifosi di Torino. Solo tre squadre hanno vinto qualcosa negli ultimi due anni: Milano, Venezia e Torino; diciamolo… un’autostrada vincente!

Se la mala sorte sugli infortuni, gli arrivi dilazionati e un po’ forse di difficoltà a gestire la preparazione atletica della nostra squadra ha inciso sulla presenza dei titolari, bisogna quindi pensare che, tutto sommato, la squadra ha delle potenzialità inespresse davvero altissime. La miglior “sorpresa” di tutte è Carlos Delfino; tutti sapevano delle sue qualità, ma che fosse il faro “giovane” trainante della squadra non se lo aspettava nessuno, e, comunque, una schiacciata in partita ce l’ha regalata, lui che sorridendo nelle interviste di inizio anno diceva che non arrivava più neanche a toccare il ferro… . E poi abbiamo scoperto Tony Carr, atleta splendido che dovrà imparare a dosare le forze ed affrontare difese molto dure come in Italia spesso si incontra, così come a tratti è apparso Tekele Cotton, l’aggregato Demetrio, con lampi anche di spettacolo puro e nelle ultime uscite ha fatto buona impressione anche Stojanovic, che, come promesso in presentazione stampa, deve ancora farsi perdonare il tiro da tre contro Torino quando ancora era a Capo D’Orlando. E la sua promessa, con testuali parole riportate dopo la domanda di una “super tifosa” di Torino di segnare anche per noi un tiro da tre vincente all’ultimo secondo, è stata: “Io speriamo che lo faccio!” Ti vogliamo così. Per ultimo, ma non ultimo, il Coach, anzi, The Coach! Larry Brown non ha al momento la squadra completa, ma non importa, e come aveva detto in conferenza stampa… “Small ball, big Ball, … non importa, giocherò con i giocatori che avrò!” Il senso era un altro, riferito alla campagna acquisti, ma la realtà è che si gioca nel modo giusto con chi si ha. E il modo giusto lo ha già trovato, tanto che i commentatori esterni quasi non si sono accorti di come la squadra di Torino fosse in emergenza. Speriamo che ora sia arrivato un altro tempo di “emersione”, cioè quello della squadra al completo, ma, insomma, per quanto a ranghi molto incompleti, la FIAT Torino basket lancia segnali di presenza.

Paolo Michieletto

 

Bosco e territorio

OULX, FRAZIONE BEAULARD – ALTA VALSUSA

Il più grande evento all’aperto dedicato all’economia forestale,

alla filiera del legno e all’agricoltura di montagna

 

 È tutto pronto in Val Susa per la Fiera Internazionale “Bosco e Territorio” BOSTER NORD OVEST: domani, venerdì 14 settembre alle ore 12.45, si terrà l’inaugurazione ufficiale ad Oulx, presso la pineta di frazione Beaulard. BOSTER NORD OVEST, giunta alla sua nona edizione biennale, aprirà domattina alle 9: gli organizzatori hanno ultimato i lavori di allestimento della fiera, l’unica in Italia interamente all’aperto e in ambito alpino, dedicata all’economia forestale ed alla valorizzazione delle filiere Bosco-Legno e dell’Agricoltura di montagna. Un percorso espositivo di 40.000 metri quadri, 150 macchinari messi in funzione, 120 tonnellate di legname lavorato, 144 marchi rappresentati, un centinaio di espositori e 10.000 mq di area commerciale: questa è la vetrina sul bosco da scoprire a Oulx, da venerdì 14 a domenica 16 settembre. Economia forestale, agricoltura di montagna, lavori in bosco, design ed artigianato: numerosi saranno i corsi, i workshop, i convegni, le visite e gli incontri durante questa tre giorni imperdibile per il grande pubblico e gli addetti del settore. Un bene così prezioso come il nostro territorio boschivo non potrebbe essere celebrato meglio di così, con Boster: la vera “festa del bosco.

Eccellenze valtellinesi al Salone del Gusto

Dal 20 al 24 settembre Taste The Alps, in collaborazione con Regione Lombardia, sarà presente alla kermesse enogastronomica torinese

Taste The Alps, percorso promozionale triennale (2018-2021) promosso dal Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina “Valtellina che Gusto!” e finalizzato ad aumentare la conoscenza e il consumo dei prodotti DOP e IGP del territorio valtellinese, parteciperà all’edizione 2018 di Terra Madre Salone del Gusto, in programma dal 20 al 24 settembre a Torino.

Lo stand (Padiglione 2, area 2, E 118) è frutto della collaborazione con Regione Lombardia e ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) e sarà l’occasione per promuovere il progetto Taste The Alps e dare modo ai consumatori di degustare i prodotti DOP e IGP della Valtellina. Terra Madre Salone del Gusto, tra le più importanti manifestazioni europee dedicate al buon cibo, farà dunque da cornice ad un fitto programma di degustazioni di prodotti a tema montano, tutte accomunate dalla riscoperta degli elementi naturali e della loro importanza per la produzione. L’acqua dei fiumi, l’aria di montagna e quella di pianura, il sole che bacia i territori saranno i protagonisti di un percorso gastronomico che valorizza l’heritage inestimabile tutelato e protetto dalle certificazioni DOP ed IGP.Bresaola della Valtellina IGP, formaggi Bitto DOP e Valtellina Casera DOP, Mele di Valtellina IGP, Pizzoccheri della Valtellina IGP e i vini Rosso di Valtellina DOC/DOP, Valtellina Superiore DOCG/DOP, Sforzato di Valtellina DOCG/DOP e Alpi Retiche IGP: questi i prodotti presentati a Terra Madre Salone del Gusto 2018, con l’obiettivo di mettere in risalto i singoli territori di provenienza. Un sommelier ed uno chef offriranno ai visitatori in diversi momenti della giornata piatti valtellinesi e lombardi preparati con i prodotti dei consorzi di tutela. Nel weekend, inoltre, due specialiste dei pizzoccheri dall’Accademia di Teglio saranno allo stand per servire uno dei piatti più famosi della tradizione valtellinese. La partecipazione di Taste The Alps a Terra Madre Salone del Gusto si inserisce nell’ambito delle numerose attività previste in Italia, Francia e Germania per promuovere l’enogastronomia delle montagne europee, rafforzando nei consumatori il riconoscimento dei regimi di qualità dell’Unione Europea dei prodotti agroalimentari europei e dei prodotti contrassegnati da denominazioni certificate. Un calendario ricco di iniziative che, dopo l’appuntamento di Torino, viaggeranno in Europa per presentare al meglio l’enogastronomia montana al pubblico.

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Taste The Alps @ Terra Madre Salone del Gusto

Padiglione 2, area 2, E 118 Dal 20 al 24 settembre 2018

Per ulteriori informazioni: tastethealps.eu

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Taste The Alps – Il programma triennale Taste the Alps cofinanziato dall’Unione Europea è finalizzato a promuovere tutti i prodotti a denominazione di Origine Protetta (DOP) ed Indicazione Geografica Protetta (IGP) del territorio valtellinese in Italia, Germania e Francia. Il progetto è stato presentato dal Distretto agroalimentare di qualità della Valtellina che prende il nome di “Valtellina che Gusto” e cura la tutela dei prodotti tipici come: la Bresaola della Valtellina IGP (http://www.bresaolavaltellina.it/), il Bitto e Valtellina Casera DOP (http://www.ctcb.it/), i Vini DOC e DOCG (http://www.vinidivaltellina.it/), le Mele di Valtellina IGP (http://www.valtellinachegusto.eu/it/mele) ed i Pizzoccheri della Valtellina IGP (http://www.pizzoccheridellavaltellina.eu/), attraverso eventi e campagne informative dal 2018 al 2021.

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

A voce alta – La forza della parola – Documentario. Scritto e diretto da Stéphane De Freitas. Premiato al TFF. Ogni anno, nella periferia nord di Parigi, presso l’Università di Saint Denis, ha luogo la gara di oratoria in cui viene premiato “il miglior oratore del ’93” dove il numero sta a significare il distretto di Seine- Saint Denis. Gli studenti sono affiancati da consulenti, riflettono le loro diverse estrazioni sociali, ambiscono al premio affilando le leggi della vecchia e nuova oratoria ma soprattutto ponendosi di fronte alle proprie risorse, ai propri caratteri, alle sane ambizioni. Durata 99 minuti. (F.lli Marx sala Harpo anche V.O.)

 

Dont’t worry – Drammatico. Regia di Gus Van Sant, con Joaquin Phoenix e Rooney Mara e Jonah Hill. Un’altra grande prova d’attore per Phoenix, Palmarès lo scorso anno a Cannes, uno sguardo profondo – non soltanto introspettivo ma costruito a partire dal cambiamento fisico – sulla vita di John Callahan, fumettista di Portland, distrutta da un incidente d’auto dovuto all’alcool, e basato sulla biografia del 1989. La voglia di costruirsi una nuova esistenza e di riaffermarsi, la paralisi che lo costringe a vivere su una sedia a rotelle, la lotta alla depressione, l’aiuto degli amici, specialmente di Donnie, membro del gruppo Alcolisti Anonimi, e di Annu, giovane volontaria svedese. Film a lungo rimandato, il primo progetto vedeva la firma di Robin Williams. Durata 114 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Blu)

 

Le fidèle – Drammatico. Regia di Michael R. Roskam, con Matthias Schoenaerts e Adèle Exarchopoulos. Quando Gino incontra Bénédicte, è amore a prima vista, appassionato, incondizionato. La ragazza lavora nell’azienda di famiglia e guida anche auto da corsa. Gino è quel tipo di ragazzo normale, attraente che tuttavia nasconde in sé un segreto. Quel tipo di segreto che può mettere in pericolo la propria vita e quella delle persone vicine. Gino e Bénédicte dovranno lottare contro il destino, la ragione e le proprie debolezze per salvare il loro amore. Durata 130 minuti. (Classico anche V.O.)

 

Gotti – Il primo padrino – Drammatico. Regia di Kevin Connolly, con John Travolta e Stacy Keach. Presentato a Cannes fuori concorso, fortemente voluto da Travolta, occasione per Al Pacino e Joe Pesci per darsela a gambe a lavorazione iniziata, questo è il classico esempio di film schiacciato dalla critica, in special modo quella statunitense, che ha visto una buona dose di ambiguità in quell’alternarsi di scene pronte a tratteggiare con amore un buon padre come il benefattore per cui i questuanti della grande città stravedono e il lato buio delle sparatorie, delle successioni a sangue freddo, dei processi in tribunale. Vedere e ricalibrare. Come l’interpretazione del divo: applaudita per le tante sfaccettature del personaggio o accusata di portare per tutto il film la stessa maschera, immobile e incartapecorita. Durata 112 minuti. (Massaua, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Hotel Transilvania 3 – Animazione. Regia di Genndy Tartakovski. Terzo capitolo, doveroso considerando il successo dei due che lo hanno preceduto, per l’occasione il conte Dracula si regala un periodo di vacanza con i suoi fedelissimi. Durata 97 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci)

 

Lucky – Drammatico. Regia di John Carroll Lynch, con Harry Dean Stanton e David Lynch. Stanton è scomparso un anno fa, a 91 anni, eccellente caratterista e indimenticabile interprete di Paris, Texas di Wenders nell’84. Questo film è il suo definitivo crepuscolo, anche un omaggio che passa attraverso le piccole azioni quotidiane di Lucky, ateo, che ha combattuto nel secondo Conflitto Mondiale, che ha trovato il proprio esclusivo angolo di mondo in Arizona, che quasi in un magico ed eterno rituale incontra il mattino con i suoi esercizi yoga, i cruciverba, prosegue con i bar e gli incontri con gli amici, mentre la sua giornata si chiude immancabilmente con un vecchio buon Bloody Mary. E’ l’inno al trascorrere lento della vita, alle abitudini ormai solidificate ma mai pesanti, all’amicizia e al piccolo divertimento: anche al confronto quotidiano con la paura del distacco, della morte. Durata 87 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico anche V.O.)

 

Il maestro di violino – Commedia drammatica. Regia di Sergio Machado, con Làzaro Ramos. Da anni intenzionato ad entrare a far parte della più prestigiosa orchestra sinfonica dell’America Latina, il violinista Laerte, al momento dell’audizione si blocca e vede il suo sogno svanire. La sua nuova vita sarà il nuovo insegnante di musica in uno scuola di Heliopolis, problematico quartiere di San Paolo. Durata 102 minuti. (Romano sala 3)

 

Mamma mia! Ci risiamo – Commedia musicale. Regia di Ol Parker, con Amanda Seyfried, Meryl Streep, Colin Firth, Andy Garcia e Cher. La stessa isola greca, per fortuna ancora le musiche e le canzoni degli Abba, passato e presente si rincorrono intorno alla vita di Donna, Cher chiamata a travestirsi da nonna, qualche vistosa forzatura per ripetere il successo del precedente appuntamento. Durata 114 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space Uci)

 

Mission Impossible – Fallout – Azione. Regia di Chrisopher McQuarrie, con Tom Cruise, Henry Cavill, Simon Pegg e Rebecca Fergusson. Si inizia a Belfast per il ritrovamento di una valigetta che contiene tre bombe al plutonio: ma ahimè soltanto una finirà nelle mani di Ethan Hunt e dei suoi amici eroi. Poi s’aggiunge al gruppo il personaggio ben solido che ha i tratti di Cavill (non per nulla Superman: qui da tenere parecchio d’occhio), un atterraggio sui tetti vetrati del Grand Palais parigino in notturna, la ricerca di John Lark colpevole d’aver rapito il barbuto scienziato terrorista Solomon Lane, già conoscenza nostra in Rogue Nation, una Vedova Bianca che pare Veronica Lake, epidemie scongiurate, voli in elicottero mozzafiato, lotte all’ultimo sangue sul ciglio del burrone, eccetera eccetera. Una gran bella materia, uscita dalla mente e dalla gran voglia di stupire del regista qui anche in scoppiettante veste di sceneggiatore, un’invenzione dall’inizio alla fine di trovate del tutto inattese, di sbandate intelligenti della storia, di personalità e facce che sono ben lontane dall’essere in realtà quelle che sino a quel momento abbiamo visto sullo schermo. In successone. In cui chiaramente si calano le acrobazie di Cruise che, non più verdissimo all’anagrafe, senza nessuna controfigura si lancia da altezze non indifferenti, guida mezzi nel cielo, corre a perdifiato tra i tetti londinesi sino a rimetterci una caviglia, si scazzotta in modo vertiginoso senza fare una grinza. Sempiterno. Da vedere per la gioia dei fan, per il ritmo che questa volta – più di ogni altro episodio – fa faville. Durata 147 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La profezia dell’armadillo – Drammatico. Regia di Emanuele Scaringi, con Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto e Laura Morante. Zero è un disegnatore ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta con ripetizioni di francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita scorre sempre eguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza Roma per raggiungere i vari posti di lavoro: quando torna a casa, lo aspetta la sua coscienza critica, un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche tessuti molli, che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna su cosa succede nel mondo. Alla notizia della morte di Camille, una compagnadi scuola e suo amore di adolescente mai dichiarato, lo costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione di “tagliati fuori”. Durata 99 minuti. (Nazionale sala 2, The Space)

 

La ragazza dei tulipani – Drammatico. Regia di Justin Chadwick, con Alicia Wikander, Dane Dehann, Judy Dench e Christoph Waltz. Nella Amsterdam del 1634 una giovane donna viene strappata al convento e data in moglie ad un vecchio mercante, desideroso di accumulare ricchezze e di un figlio sopra ogni cosa. L’incontro con un giovane pittore farà scattare la passione tra i due, innestando una storia di sotterfugi, false gravidanze, fughe e false morti assai poco credibili ma regalate allo spettatore come se fossero le cose più normali di questo mondo. Nel pasticciaccio brutto che ne deriva, gli attori sono immancabilmente coinvolti, sia quelli che recitano in maniera piuttosto anonima (i giovani) sia i più vecchi che con un gran mestiere tentano si salvare la baracca. Non si resta che apprezzare costumi e ambientazioni, pollice verso per la fastidiosa voce fuori campo e il montaggio convulso. Tratto dal romanzo Tulip Fever di Deborah Moggach. Durata 107 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Massimo sala 2)

 

Resta con me – Drammatico. Regia di Balthasar Kormàkur, con Shailene Woodley e Sam Claflin. L’autore di Everest porta sullo schermo un’altra storia vera, quella che Tami Oldham Ashcroft ha narrato nel libro omonimo. Il suo incontro nel 1983, a Tahiti, con il giovane Richard, il colpo di fulmine e la comune passione per le barche e i viaggi in mare, la proposta da parte dei proprietari di riportare il loro lussuoso yacht sino a San Diego, la furia dell’Uragano Raymond, il compito della donna di salvare se stessa e il compagno gravemente ferito deviando il percorso in direzione delle Hawaii. Durata 96 minuti. (Massaua, Reposi, Uci)

 

Revenge – Horror. Regia di Coralie Fargeat, con Matilda Lutz, Vincent Colombe e Kevin Janssens. Richard è un ricco uomo americano prossimo alle nozze ma trova anche il tempo di portare la giovane amante Jen nella sua villa sperduta nel deserto. Non tutto va liscio come si vorrebbe, due ceffi dalle brutte intenzioni irrompono all’interno: e la ragazza non ci sta ad esser

e l’ennesima vittima di violenze e scatta la vendetta del titolo. Durata 108 minuti. (Uci)

 

Separati ma non troppo – Commedia. Regia di Dominique Farrugia, con Gilles Lellouche e Louise Bourgoin. Delphine e Yvan divorziano. Poiché la situazione economica di lui non gli permette di trovare una nuova sistemazione, si ricorda che in realtà è detentore del 20% della casa in cui vive ancora la ex moglie. Torna allora a vivere sotto lo stesso tetto con Delphine, in quel 20% che gli spetta: sarà in questya situazione particolare e per molti versi assurda che i due ex si renderanno conto della bellezza dei piccoli momenti di felicità in questa convivenza forzata. Durata 93 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 2)

 

Sulla mia pelle – Drammatico. Regia di Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora e Milvia Marigliano. Una tragedia dell’Italia recente, la tragedia della morte di Stefano Cucchi a soli 31 anni in un carcere italiano. L’arresto, il susseguirsi dei giorni di prigionia, il passato e il presente, il grande coinvolgimento della famiglia, soprattutto della sorella Ilaria. La prova di Borghi che si è ricreato appieno nel fisico (perdendo 18 chili) e nel calvario del ragazzo, come nella sua psicologia, la stagione dei premi cinematografici dovrà guardarlo con un occhio di riguardo. Da vedere per discutere. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 1)

 

The Equalizer 2 – Senza Perdono – Azione. Regia di Antoine Fuqua, con Denzel Washington e Melissa Leo. Agente della CIA ora in pensione, vive a Boston, porta avanti la sua vita in modo tranquillo dopo che s’è inventato un impiego di taxista, impensabile ma legge anche Proust, dà una mano ad un ragazzino che la solita giovane gang vorrebbe portare dalla sua. I guai ci sono, gli aleggiano attorno, ma cerca di restarne fuori. Ma se una vecchia amica viene uccisa tra le strade di Bruxelles, Robert sa che deve pareggiare il conto. Regista e interprete di Training day nuovamente insieme per il divertimento degli spettatori amanti degli eroi raddrizzatori di ogni torto. Durata 121 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space Uci (anche V.O.)

 

La stanza delle meraviglie – Drammatico. Regia di Todd Haynes, con Julianne Moore, Michelle Williams, Millicent Simmond e Oakes Fegley. Presentato in concorso lo scorso anno a Cannes, dall’autore di Carol e Lontano dal paradiso, sceneggiato da Brian Selznick dal proprio romanzo. Rose e Ben sono due ragazzini che vivono in epoche diverse, lei del New Jersey, lui del Michigan, lei sul finire degli anni Venti, lui oggi. Due vite lontane, ma che viaggiano su binari paralleli. Entrambi sordi (la Simmond lo è realmente nella vita). Entrambi, segretamente, desiderano una vita diversa dalla propria. Sognano. Ben cerca il padre che non ha mai conosciuto, Rose sogna una misteriosa attrice di cui raccoglie foto e notizie nel suo album. Quando Ben scopre in casa un indizio sconcertante e Rose legge un allettante titolo di giornale, i due ragazzi partono alla ricerca di quello che hanno perso, di una verità, di un angolo di mondo che possa essere davvero loro. Durata 117 minuti. (Massimo sala 3 V.O.)

 

Un affare di famiglia – Drammatico. Regia di Kore’eda Hirokazu. Palma d’oro a Cannes lo scorso maggio. Nella Tokio di oggi, una famiglia (ma la considereremo così fino alla fine?) sbarca il lunario facendo quotidiane visite ai supermercati: per rubare. Ruba il padre che si porta appresso il figlio (?), torna a casa da una moglie che ha accanto una ragazza che potrebbe essere la sorella minore e una vecchia dolcissima che tutti chiamano nonna. Sentimenti, aiuti reciproci, l’arte di arrangiarsi, il coraggio di tentare a vivere insieme. Finché un giorno il capofamiglia porta a casa togliendola al freddo e alla solitudine una ragazzina, abbandonata da una madre forse violenta che non si cura di lei. Il mattino si dovrebbe riconsegnarla, ma nessuno è d’accordo: la nuova presenza farà scattare nuovi meccanismi mentre un incidente imprevisto porta definitivamente alla luce segreti nascosti che mettono alla prova i legami che uniscono i vari componenti. Durata 121 minuti. (Eliseo Grande, Nazionale sala 1)

Il “caso” Renzi alla Festa de L’Unità

Festa dell’Unità di Torino, sempre più in alto e, come il bolero di Ravel, ecco la quasi mistica apparizione di Matteo Renzi. Anche per Torino come per l’Italia ci pensa Lui. È abituato ad essere un uomo solo al comando
Con un piccolo dettaglio : non mi risulta che sia lui al comando. O forse mi sbaglio. Continua Lui a comandare. Semplicemente. Talmente importante che sarà il nostro Matteo colui che concluderà la Festa. Giovedì tocca a Maurizio Martina .Bravo parlamentare che passava li per caso e gli hanno chiesto di fare il segretario del Pd. Matteo Renzi più importante di Maurizio Martina. Del resto il “Toscanaccio”. Avrebbe detto : Martina chi? E giù polemiche all interno del Pd. Solita divisione. antirenziani e filorenziani. I primi : meglio che stia zitto. I secondi: mica è colpa solo sua la sconfitta elettorale. Colpa no, responsabilità si. Quando faccio notare che in altri paesi democratici, sia in campo progressista che conservatore cambiano sapete che succede? Mi dicono che forse mi intento di sport ma non sicuramente di politica. Non hanno ragione sullo sport , forse hanno ragione sulla politica. Ma io insisto con le domande: perché il partito continua nel perdere consensi elettorali? Risposta immediata : colpa di Salvini e Di Maio. Sommessamente faccio notare che é loro mestiere tirare l’acqua al proprio mulino. Di Maio non conosce geografia e Storia ( vero ). E Salvini e tanto ma tanto cattivo ( un po’ meno vero) . Caro PD, gli elettori non vi dovrebbero votare perché gli altri sono peggiori. Dovrebbero votarvi perché voi siete i migliori. E non mi sembra che inserire all’ ultimo momento l’ex segretario del partito sia stata una ” gallata”. Ulteriore domanda : chi l’ ha deciso? Il mistero si infittisce. Giornalisti e mezzi di informazione hanno già i titoli dei loro articoli. Confronto a distanza tra Martina e Renzi. E nel confronto a distanza il sicuro vincitore sarà Matteo Renzi. Decisamente più dinamico. In tutto più eclettico, produttore e conduttore di Film su Firenze.  E una fulgida carriera da conferenziere, come il suo amico modello e Tony Blair che ha economicamente fatto un grande balzo in avanti passando da presidente del Consiglio inglese a conferenziere. Gira e rigira, la lingua batte sul dente che duole. Sconfitto, Blair si é ritirato dalla vita politica attiva diventando altro. Lui no.  Il nostro Matteo perentorio: non vi libererete di me. Che vuoi che sia portare il Pd dalle europee al 41% al 18 delle politiche. E perdere un referendum costituzionale, e le elezioni amministrative . Cosucce trascurabili   Come é dato non sapere chi di Torino gli ha chiesto di esserci. Il segretario Mimmo Carretta? Perché non dirlo prima? Ha subito? Mi hanno detto che oramai non si capisce più nulla dentro il Pd. Tutto è possibile. Anche che si sia autoinvitato. Anzi, per l’ esattezza che l’ abbia deciso lui. Il perché è presto detto: comandavo e continuo a comandare io. Lo stupore continua ad essere massimo. Se  va bene a quelli del Pd…. Eppure io non mi capacito come quelli del partito possano accettare tale situazione.  Con una mia certezza finale: se il popolo non voterà più Pd la colpa non di Salvini o Di Maio.  La colpa é quella del PD.  Gia i miei nonni semplicemente sostenevano chi e causa del suo male pianga se stesso.
Patrizio Tosetto