redazione il torinese

OLTRE UN MIGLIAIO DI PARTECIPANTI ALLA STRACANDIOLO

Raccolti 7 mila euro a favore della Fondazione Piemontese di Ricerca sul Cancro. La parte competitiva è stata vinta da Marco Mazzon, del Run Athletic Team di Torino. Prima fra le donne Elisa Picardi, dell’ A.S.D. Borgaretto 75.

Oltre un migliaio di persone ha partecipato stamani alla 19/a “Stracandiolo- Corri per la Ricerca”. Come al solito il percorso prevedeva partenza e arrivo sul piazzale dell’ Istituto di Candiolo, a rimarcare lo stretto legame fra l’ aspetto sportivo di questa gara, inserita nel calendario Fidal e diventata un classico del podismo piemontese, e il sostegno alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, cui è stato devoluto l’ intero ricavato della manifestazione (circa 7 mila euro). La parte competitiva della Stracandiolo (9 chilometri) è stata vinta da Marco Mazzon, del Run Athletic Team di Torino, che ha preceduto il compagno di squadra Luca Staropoli e Michele Carruba, dell’ Atletica Padua di Ragusa. Fra le donne, prima classificata Elisa Picardi, dell’ Associazione Sportiva Borgaretto 75. ” E’ stata, come sempre, una bellissima festa – ha sottolineato il sindaco di Candiolo, Stefano Boccardo – vedere tanti colori e tanta gente per sostenere una istituzione importante e prestigiosa come l’ Istituto di Candiolo è una grande gioia. Ciò significa che grazie alla generosità di tante persone Candiolo continuerà a crescere per essere sempre più un punto di riferimento di ricerca e cura a livello internazionale”. “La Stracandiolo – ha commentato il Direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Gianmarco Sala – è per noi un evento prezioso, soprattutto perché costante nel tempo. Siamo ormai ben oltre i 150 mila euro complessivamente raccolti in 19 edizioni, ennesimo esempio di come i piemontesi credano nella nostra Fondazione e nel nostro Istituto”.La Stracandiolo è organizzata da Giannone Running e dal Gruppo Sportivo Podistico Torino ’75. La corsa competitiva è riservata alle categorie adulti, allievi e allieve. Ci sono poi percorsi per cadetti (1,5 chilometri), ragazzi (1 chilometro) ed esordienti (800 metri). Sempre sulla lunghezza di 9 chilometri si è snoda la Stracandiolo non competitiva, gara ludico/motoria aperta a tutti.

 

Precipita per 70 metri tra le rocce e muore nel vallone

Un uomo di 70 anni residente a Caluso è morto questa mattina all’alpe Seral, a Locana. Il cercatore di funghi ha perso la vita cadendo per 70 metri tra le rocce. Il corpo dell’anziano è stato portato in elicottero all’ospedale di Cuorgnè, ed è a disposizione della procura di Ivrea per accertamenti.

Caterincă, tanti significati o nessuno

Lunedì 1° ottobre, alle ore 21 allo Spazio FLIC, prende il via la nuova intensa stagione di spettacoli della FLIC Scuola di Circo di Torino con CATERINCĂ, creazione finale della scorsa stagione con gli allievi che stavano terminando il primo anno del biennio professionale e che sono adesso iscritti al secondo.

L’ingresso è gratuito ed aperto a tutti previa prenotazione all’email booking@flicsuolacirco.it

In dieci giorni di lavoro intensivo, il docente e regista Riccardo Massidda ha il compito di riprendere e riadattare, in base alle nuove competenze acquisite dagli allievi, questo spettacolo che riassume il primo step del percorso formativo svoltosi da ottobre 2017 a giugno 2018 in circa 1500 ore di lezione.Uno spettacolo che inaugura la nuova stagione di spettacoli 2018/2019 della FLIC e che è allo allo stesso tempo organizzato per dare il benvenuto ai nuovi allievi, che potranno vedere in scena i ragazzi che un anno fa si trovavano al loro posto ed avere così un’idea del livello che potranno raggiungere dopo 10 mesi di duro lavoro.Quest’anno sono 81 gli allievi provenienti da 21 diverse nazioni che frequenteranno uno dei migliori centri di formazione in Europa sul circo contemporaneo. Un ambiente professionale e stimolante che permette loro, in seguito a tanta dedizione e fatica, di formarsi con docenti di alto livello e con un programma di studi collaudato che consente di mettere continuamente in pratica le nozioni e le tecniche acquisite grazie alla creazione professionale di spettacoli durante tutto il corso dell’anno.

 

LO SPETTACOLO CATERINCĂ

Caterincă nel dizionario di lingua rumena può avere i seguenti significati: 1. ghironda 2. trappola, insidia. 3. rumore, casino. 4. scandalo; rissa. 5. discorso scherzoso in cui l’interlocutore è deriso senza che se ne renda conto

Il regista Riccardo Massidda spiega che “è stato scelto come titolo un vocabolo dai tanti significati, per creare uno spettacolo senza significato, o forse dagli infiniti significati. In questo nuovo processo di creazione i ragazzi affrontano un percorso di rappresentazione della frammentazione e del dualismo, si tolgono la maschera del perbenismo e si pongono davanti all’occhio osservatore del pubblico senza filtri e pudori. L’accettazione di sé è la luce in fondo al tunnel, ma il cammino è ancora nella sua fase iniziale”.

La musica di alcune scene viene eseguita dal vivo e le tecniche utilizzate sono: mano a mano, equilibrismo su corda molle, cerchio, trapezio, roue Cyr, palo cinese, verticalismo, acrobatica e manipolazione d’oggetti.

 

I 20 allievi del secondo anno del biennio professionale protagonisti dello spettacolo sono:

Everaert Jef dal Belgio, Hidalgo Witker Magdalena e Nazal Galanti Costanza dal Cile, Dubot Quentin, Guichard Camille, Mas Caroline e Moreno Nicolas Raphael dalla Francia, Brandstetter Lara e Stock Cecilia dalla Germania, Zelniker Stav da Israele, Kunsmanas Džiugas dalla Lituania, Matthey De L’Endroit Alain Joseph dalla Svizzera, Cardona Chiara, Molino Marianna, Monnicchi Martina, Pini Sandrelli Federica, Ramon Jessica, Travelli Alessandro, Tubertini Davide e Zuffi Alessandro da diverse regioni d’Italia.

 

IL REGISTA RICCARDO MASSIDDA

Riccardo Massidda, all’età di 23 anni, dopo un percorso di esplorazione tra teatro, performance e videomaking viene folgorato dal linguaggio del circo contemporaneo e nel 2010 si diploma alla FLIC. Da lì prosegue il suo percorso, vincendo il bando europeo Trans-mission con La Famiglia Circovskij. Desideroso di ampliare la sua visione sul circo decide di approfondire la conoscenza del circo tradizionale entrando a far parte della famiglia Bellucci Medini con la quale girerà Italia e Romania per 3 anni, trovandosi a dirigere lo spettacolo “Ciao Italia!” e il dinner show “Gran Varietè Bellucci”. Dopo questa esperienza torna a Torino dove diventa insegnante di palo cinese, movimento scenico e creazione collettiva alla FLIC. È tra i fondatori delle associazioni di circo contemporaneo Cordata F.O.R. e Fabbrica C con la quale ha debuttato nel settembre 2018 con lo spettacolo ‘I Minuetti’. Interpreta e co-dirige insieme a Stevie Boyd la produzione FLIC “Moonlight Swing” nel 2018. Collabora nella gestione e nella direzione artistica delle scuole di piccolo circo “Fuma che ‘Nduma” e del festival “Il Ruggito Delle Pulci”.

 

 

LO SPAZIO FLIC

Caterincă va in scena allo Spazio FLIC, nuovo centro della scuola di circo di Torino ricavato nel 2015 all’interno di un ex hangar industriale nel quartiere Barriera di Milano dove ha sede il progetto culturale Bunker, protagonista negli ultimi anni di un percorso di riqualificazione e ri-generazione urbana. Un open space di 700 mq che dal luglio 2016 la scuola ha ulteriormente trasformato facendolo diventare, oltre che una sala di formazione, anche una professionale sala di pubblico spettacolo. Un luogo che è allo stesso tempo formativo, creativo, performativo e divulgativo per una ricerca artistica sul nuovo circo più che mai viva.

 

 

Primo anno di mandato a Cavagnolo

Andrea Gavazza è dall’11 giugno 2017 sindaco di Cavagnolo, dopo essere
stato per gran parte della precedente consiliatura vice sindaco nella giunta
di Mario Corsato
Con lui abbiamo fatto un punto al superamento del primo anno di mandato.
“Sono soddisfatto perché abbiamo portato avanti un nuovo modo di fare
amministrazione, una condivisione della responsabilità amministrativa che
ha permesso di ottenere risultati in diversi ambiti. Sono stati così raggiunti
obiettivi   strategici   importanti   tra   cui   la   fase   di   avvio   del   cantiere   Rsa,
l’acquisizione dell’area ex Rocca, il completamento dei lavori del refettorio
scolastico, l’impianto di videosorveglianza, la nuova rotatoria, le luminarie
natalizie,   la   manutenzione   straordinaria   degli   impianti   sportivi   e   tante
piccole e opere. Naturalmente questo risultato con tutti gli amministratori e
dipendenti   che   mi   hanno   affiancato   nell’azione   per   raggiungere   tali
traguardi”.
Che rapporto ha Cavagnolo con la Città Metropolitana di Torino ed altri
enti territoriali ?
Con la Città Metropolitana riguardo ai temi in cui ha voce, c’è confronto
soprattutto per la viabilità. Ad esempio su questo la manutenzione delle
asfaltature è carente. E stiamo anche lavorando per ottenere la riattivazione
della linea ferroviaria da Chivasso a Brozolo. Con altri enti si lavora per
arrivare alla realizzazione di un eco – centro a Cavagnolo per raccolta e
smaltimento dei rifiuti indifferenziati del nostro comune e dintorni
Cavagnolo ha conosciuto la drammatica problematica dell’amianto, più di
altri comuni del Torinese.
Avete qualche iniziativa a tal proposito ?
Il 27 aprile è stato organizzato qui in convegno “Amianto Zero” di valenza
reginale, in collaborazione con Arpa Piemonte. Abbiamo riaperto il bando
comunale   per   la   bonifica   che   prevede   contributi   per   la   rimozione   e   lo
smaltimento   di   amianto   da   parte   dei   privati   e   abbiamo   avuto   diverse
richieste.
Cavagnolo e Brusasco: oggi quanto è forte il senso del campanile ?
C’è un senso di appartenenza quasi goliardico che contrasta un poco con
l’evidente   constatazione   che   siamo   un’unica   comunità   insediata   sul
medesimo territorio
Massimo Iaretti

Due giovani motociclisti muoiono nello scontro con una Panda

Sono due ragazzi i motociclisti  morti in un incidente avvenuto ieri verso le 23  Erano insieme su una Honda quando si sono scontrati con una Fiat Panda in corso Bramante, all’incrocio con corso Lepanto.  Le vittime sono Mattia Visconti, 25 anni, alla guida della moto e Rossano Boccaforno di 22 anni. Il semaforo era acceso, quindi uno dei due mezzi è passato  con il rosso. In corso gli accertamenti della polizia municipale.

Come la Cina

Penso che in questi anni il Vice  Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dello Sviluppo Economico abbia avuto come riferimento, per un motivo di provenienza geografica ,da eguagliare e superare , San Gennaro ed il suo miracolo che si ripete ogni anno, della liquefazione del sangue. Il passo successivo non poteva che essere eguagliare San Francesco, santo patrono della nostra Italia . San Francesco , nella speranza  che in questi giorni difficili vegli su di noi, ha fatto dell’attenzione verso i poveri il centro della sua opera. . Questi pensieri li ho avuti chiari  giovedì sera , 27 settembre, quando ho visto le immagini televisive dei ministri e del “nostro ” Vice Primo Ministro che si sbracciavano ,dal balcone di Palazzo Chigi, con scarso senso del ruolo istituzionale ,  più che per i pochi parlamentari e militanti cinque stelle presenti in piazza  , per i giornali, le televisioni e soprattutto per i social media. Con una gioia tanto sguaiata quanto esagerata . Il motivo, avere approvato in Consiglio dei ministri il DEF ( documento economico finanziario ). Il provvedimento, che dovrà essere votato dal Parlamento , porta per i prossimi tre anni un aumento  del 2,4% del deficit italiano. Provvedimento scellerato che porterà l’Europa a bocciare la manovra, con tutte l conseguenze, ed ha già determinato un primo aumento dello “spread ” ed un netto calo della borsa italiana. Si sono bruciati in un giorno solo ventiquattro miliardi di euro , cioè più della metà della manovra finanziaria di 40 miliardi di euro. Così un paese già indebitato decide di indebitarsi ulteriormente . Ho ascoltato incredulo il Vice Primo ministro annunciare esaltato, non tanto e non solo il reddito di cittadinanza e  la “flat tax” , ma che è stata abolita la povertà. L’esaltazione penso fosse dovuta al fatto di avere raggiunto e superato i due grandi santi italiani . Così mentre tutti i commentatori parlavano e parlano di sfida all’Europa , di un azzardo che può portare al disastro e che rende evidente l’intenzione , paventata all’inizio e poi messa da parte dalla Lega e dal M5S , di forzare per uscire dall’Europa., il famoso ” Piano B”, a me ha fatto ricordare due fatti distanti e diversi tra di loro ma allo stesso tempo molto simili. Il primo nazionale ed il secondo internazionale. Quello nostrano , successo diversi anni fa , quando per decreto si innalzarono i parametri dell’atrazina  e così miracolosamente l’acqua continuò  ed essere potabile. Il fatto internazionale  riguarda invece quel grande paese che è la Cina dove, per legge, se la temperatura supera i 42 gradi centigradi i lavoratori ricevono un aumento della paga oraria. Il controllo della temperatura , però, è rigidamente in mano governative e quindi , tranne casi rarissimi,  la temperatura rimane sempre sotto i quarantadue gradi centigradi. Così per volere del governo in Cina stanno ” freschi” ed  in Italia non ci saranno più poveri. Il prossimo che mi chiede l’elemosina chiamo la polizia e chiedo che venga denunciato per azione antigovernativa

La “natura delicata” di Enrico Reycend

FINO AL 20 GENNAIO 2019

Una mostra-omaggio, assolutamente “dovuta”. A trent’anni dall’ultima importante “rievocativa” allestita nell’estate del 1989 al Palazzo – Liceo Saracco di Acqui Terme e curata da Angelo Dragone, si torna finalmente ad omaggiare con un’altra importante retrospettiva la figura di Enrico Reycend (Torino, 1855 – Torino, 1928), fra i più sensibili ed originali interpreti del Figurativismo piemontese, a cavallo fra Otto e Novecento, e artista troppo a lungo dimenticato dalla critica e dalla storia dell’arte novecentesche. Il plauso va, ancora una volta, alla Fondazione Accorsi-Ometto che nell’omonimo Museo di Arte Decorative (in via Po 55, a Torino) prosegue nel suo lodevole intento di riscoperta dei pittori piemontesi dell’Ottocento, dedicando proprio a Reycend una significativa antologica, curata da Giuseppe Luigi Marini in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, e che con oltre settanta opere in esposizione traccia una panoramica decisamente esaustiva dell’attività del pittore, dagli esordi agli anni tardi della sua produzione. Torinese di nascita (ma la famiglia era originaria di Monestier de Briançon, nel Delfinato), Reycend fu allievo di Fontanesi e di Delleani all’Accademia Albertina, che lasciò nel 1872 senza diplomarsi. Primo esordio alla Promotrice con due paesaggi della periferia torinese: correva l’anno 1873. Dal 1874 al 1920 espose pure nelle sale del Circolo degli Artisti e in diverse città italiane, prendendo parte anche alle prime tre Biennali di Venezia e diventando un’alternativa, in chiave più intimistica e poetica (d’impronta fontanesiana quindi) al verismo di Delleani. Fondamentale fu nel 1878 la partecipazione all’Esposizione Universale di Parigi – dove anche in seguito compirà vari soggiorni – e l’incontro ravvicinato con la pittura di Jean-Baptiste Camille Corot, per lui, insieme a Fontanesi e ai paesisti di Rivara, la voce in allora più innovativa in campo pittorico. E su questa linea, Reycend manterrà nel tempo una propria originale cifra stilistica, con i suoi suggestivi scorci torinesi, i limpidi paesaggi canavesani, la lirica “pace montanina” e le assolate marine del Ponente ligure; fedele sempre ai richiami di una natura “delicata”, raccontata attraverso rapide essenziali impressioni di segno e colore, mai barattabili con le nuove (per lui incomprensibili) sperimentazioni avanguardistiche, diventate sirene ammalianti di molta arte del primo Novecento. Doti preziose di un pittore-galantuomo, ma pecche inaccettabili per la critica militante d’allora. Pecche che, oltre a provocarne il tracollo economico, crearono il vuoto intorno a lui e portarono all’oblio la sua pittura, “condannata, come in generale l’Ottocento italiano, a espressione di una cultura attardata e sostanzialmente provinciale”. Dalla sua morte, 21 febbraio 1928, trascorreranno più di vent’anni per arrivare alla “riscoperta” dell’artista e delle caratteristiche “uniche” del suo personalissimo linguaggio poetico. Solo nel 1952, infatti, in occasione della Biennale di Venezia, il grande storico dell’arte Roberto Longhi, occupandosi dei “paesisti piemontesi”, volle autorevolmente aggiungere alla triade Fontanesi – Avondo – Delleani il nome e le opere di Reycend. Non solo. Sulle pagine di “Paragone”, Longhi rivelò anche il proprio interesse di collezionista per le opere dell’artista torinese, riconoscendolo come “il più informato pittore del proprio tempo per l’originale linguaggio di tangenza impressionista”; al punto che lo stesso storico mise insieme una piccola ma selezionata collezione di sue opere che, sempre nel 1952, generosamente donò alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. Un autentico imprimatur piovuto dal cielo, che servì a sdoganare presso la critica in generale e, in particolare, presso quella piemontese la figura di Enrico Reycend, che da allora venne ricordato in numerose rassegne e, nel 1955, con una grande retrospettiva di oltre cento dipinti organizzata alla subalpina Galleria “Fogliato”, con un ampio testo critico di Michele Biancale e un acuto saggio introduttivo di Marziano Bernardi. Tante e interessanti rassegne. Piccole luci. Fino all’antologica, di cui s’è inizialmente detto, realizzata nell’’89 ad Acqui Terme. E oggi, dopo trent’anni (trent’anni!), eccoci qui con la bella retrospettiva ospitata, fino al prossimo 20 gennaio, al Museo Accorsi– Ometto. Ohibò, non sarà mica il caso di aspettarne altri trenta, di anni, perché si torni a parlare di Reycend? Sotto la Mole. Ma anche altrove. Purché se ne parli. E in tempi ragionevoli.

Gianni Milani

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“La ‘natura delicata’ di Enrico Reycend”

Museo di Arti Decorative “Accorsi-Ometto”, via Po 55, Torino; tel. 011/837688-

www.fondazioneaccorsi-ometto.it

Fino al 20 gennaio 2019 –Orari: mart. – ven. 10/13 e 14/18; sab. dom. e festivi 10/13 e 14/19; lun. chiuso

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Foto

– “Dalle alture torinesi”, olio su tela, 1906
– “Cortile a Salassa”, olio su cartone, 1885-’86
– “L’ombrellino”, matita su carta, 1900
– “Meriggio al mare”, olio su cartone, Collezione Alessandro Fogliato-
– “Il porto di Genova”, olio su tela, 1886

Blocco traffico rinviato di una settimana

I divieti anti smog che sarebbero dovuti partire lunedì 1 ottobre a Torino,  in Piemonte e in tutta la Pianura Padana slittano probabilmente al lunedì successivo, ma si dovrà attendere l’esito del tavolo di lavoro di giovedì. La scelta è avvenuta dopo la decisione della Regione di inserire  deroghe per esentare dal divieto alcune categorie come gli ambulanti, gli artigiani e chi vive o lavora in una zona non servita dai mezzi pubblici. Questo lunedì potranno girare liberamente i veicoli euro 3 diesel.

LA JUVE VINCE E STAVOLTA SCAPPA DAVVERO

di Claudio Benedetto        www.fotoegrafico.net

 

La Juve vince e convince, batte il Napoli 3-1 con doppietta di Mandzukic e gol di Bonucci, e se ne va: è la prima vera fuga di questo campionato. CR7 non segna però decide e incide su tutti i gol, senza dubbio il migliore in campo. Il Napoli parte molto meglio, gioca largo, fa girare bene la palla e soprattutto va quasi subito in vantaggio con Mertens. Dopo il gol sembra controllare una juve sbiadita e svogliata, senza dominare, ma sicuramente neanche con grandi difficoltà. I bianconeri sembrano proprio soffrire e fino alla mezz’ora danno proprio l’impressione di non essere ancora uscita dagli spogliatoi. Ed è qui che si vede CR7… lotta, corre, soffre e soprattutto suona la carica: due tiri pericolosi nel giro di pochi minuti e poi un gran cross per il primo gol di Mandzukic, Juve-Napoli 1 a 1 e partita che cambia! All’inizio del secondo tempo ancora Ronaldo che giganteggia, dà continuità ad una bella ripartenza di Dybala, tira da lontano, Ospina devia sul palo e Mandzukic non può proprio sbagliare spingendo la palla in rete da due passi, sorpasso completato! Il Napoli, comunque sempre molto lucido, prova a reagire, ricomincia a far girare la palla ma rimane in 10 per l’espulsione di Mario Rui. Pur in inferiorità numerica i partenopei vanno vicino (molto) al pareggio ma poi, ancora lui…sempre lui Cristiano Ronaldo: gran colpo di testa in mezzo all’area, palla che probabilmente andrebbe comunque in rete, e Bonucci che si trova il pallone proprio lì e fa 3 a 1, partita finita, Stadium che esulta e Juve che vola a +6 in classifica Siamo a settembre, la strada è ancora molto lunga ma mai come quest’anno c’è la sensazione che la fuga dei campioni d’Italia sia già molto ben impostata. Soprattutto colpisce la capacità dei bianconeri di gestire facilmente le partite dando davvero l’impressione di accelerare o rallentare il ritmo in qualsiasi momento, sempre dal ponte di comando, sempre secondo la propria volontà. Martedì si torna in Champion’s, allo Stadium arrivano gli svizzeri dello Young Boys per provare la fuga anche nel girone di coppa, non ci sarà Cristiano Ronaldo, squalificato, ma le alternative e i campioni sicuramente non mancano.

Tutte le foto su www.fotoegrafico.net

 

 

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

Blakkklansman – Azione. Regia di Spike Lee, con John David Washington e Adam Driver. Gran Premio della Giuria a Cannes lo scorso maggio, una storia vera dal protagonista Ron Stallworth nel libro “Black Klansman”. Come costui, poliziotto afroamericano, all’inizio degli anni Settanta riuscì a stabilire un contatto con il Ku Klux Klan, mantenne i contatti con il gruppo telefonicamente e inviò un agente della narcotici, ebreo, a infiltrarsi tra le file degli incappucciati. Lee compone il film non rifacendosi soltanto alla realtà ma integra con filmati d’epoca veri o ricostruiti, chiama il vecchio Harry Belafonte a raccontare di violenze del passato, traccia parellelismi con il presente terminando con i fatti di Charlottesville dello scorso anno, ad un raduno di suprematisti bianchi, alle parole di Trump. Durata 128 minuti. (Ambrosio sala 1 e 2, Eliseo Grande, Massimo sala 1 V.O.,The Space, Uci anche V.O.)

 

La casa dei libri – Drammatico. Regia di Isabelle Coixet, con Emily Mortimer e Bill Nighy. Nella provincia inglese degli anni Cinquanta, una giovane vedova di guerra, Florence, decide di aprire una libreria (come la Binoche apriva la sua profumatissima pasticceria in “Chocolat”) ma qualcuno è contrario, per nulla desideroso di avere sotto casa chi voglia spingere alla lettura. Dovrà usare ogni mezzo per dare vita alla sua iniziativa. Durata 103 minuti. (Classico, Due Giardini sala Ombrerosse, GreenwichVillage V.O.)

 

Girl – Drammatico. Regia di Lukas Dhont, con Victor Polster. Opera prima premiata a Cannes, ispirato a una storia vera. Il quindicenne Victor sogna di entrare a far parte dell’accademia di danza di Anversa ma il suo desiderio più grande è quello di affermare fisicamente e non soltanto quella ragazza – Lara – che egli sente in se stesso. L’appoggio completo del padre, le cure ormonali, le prove alla sbarra, in sala, davanti allo specchio, che portano ad avanzare sulle altre, le sofferenze e la crescita del corpo che non ama, le ossessioni. Durata 105 minuti. (Nazionale 2)

 

Gotti – Il primo padrino – Drammatico. Regia di Kevin Connolly, con John Travolta e Stacy Keach. Presentato a Cannes fuori concorso, fortemente voluto da Travolta, occasione per Al Pacino e Joe Pesci per darsela a gambe a lavorazione iniziata, questo è il classico esempio di film schiacciato dalla critica, in special modo quella statunitense, che ha visto una buona dose di ambiguità in quell’alternarsi di scene pronte a tratteggiare con amore un buon padre come il benefattore per cui i questuanti della grande città stravedono e il lato buio delle sparatorie, delle successioni a sangue freddo, dei processi in tribunale. Vedere e ricalibrare. Come l’interpretazione del divo: applaudita per le tante sfaccettature del personaggio o accusata di portare per tutto il film la stessa maschera, immobile e incartapecorita. Durata 112 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Hotel Transilvania 3 – Animazione. Regia di Genndy Tartakovski. Terzo capitolo, doveroso considerando il successo dei due che lo hanno preceduto, per l’occasione il conte Dracula si regala un periodo di vacanza con i suoi fedelissimi. Durata 97 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Gli incredibili 2 – Animazione. Regia di Brad Bird. La famiglia di supereroi, accresciuta del piccolo Jack Jack, ha aspettato 14 anni per riapparire sugli schermi ma ha fatto letteralmente il botto se soltanto si pensa agli incassi da capogiro raccolti nei soli States. Sarà il disegno o la storia pronta a dare una bella spolverata agli ideali americani, sarà il mestiere collaudato del medesimo sceneggiatore/regista, la puntata numero 2 ha incrociato un largo pubblico e gli effetti benefici si dovrebbero risentire anche qui da noi. Questa volta è mamma Helen a salire in solitaria agli onori della cronaca, chiamata a imprese piuttosto ardue che dovrebbero rivalutare i veri valori dei supereroi caduti per qualche guaio commesso in disgrazia. Per cui papà Bob è obbligato a restarsene in casa, a badare ai primi batticuori dell’adolescente Violet, ai primi exploit di Jack Jack che subito rivela poteri inaspettati: ma il cattivo di turno ricomporrà la famiglia nuovamente pronta a nuove avventure. Durata 118 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Mamma mia! Ci risiamo – Commedia musicale. Regia di Ol Parker, con Amanda Seyfried, Meryl Streep, Colin Firth, Andy Garcia e Cher. La stessa isola greca, per fortuna ancora le musiche e le canzoni degli Abba, passato e presente si rincorrono intorno alla vita di Donna, Cher chiamata a travestirsi da nonna, qualche vistosa forzatura per ripetere il successo del precedente appuntamento. Durata 114 minuti. (Massaua, GreenwichVillage, Reposi, Uci)

 

Michelangelo – Infinito – Documentario. Regia di Emanuele Imbucci, Con Enrico Lo Verso e Ivano Marescotti. Un ritratto avvincente e di forte impatto emotivo e visivo dell’uomo e dell’artista, da un lato schivo e inquieto, capace di forti contrasti e passioni, ma anche di grande coraggio nel sostenere le proprie convinzioni e ideologie, di pari passo con il racconto cinematografico della sua vasta produzione artistica, tra scultura, pittura e disegni, con spettacolari riprese in ultra definizione e da punti vista indediti ed esclusivi, cui si aggiungono ricostruzioni sorprendenti attraverso evoluti e sofisticati effetti digitali. Durata 144 minuti. (Massaua, GreenwichVillage, Ideal, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 

Mission Impossible – Fallout – Azione. Regia di Chrisopher McQuarrie, con Tom Cruise, Henry Cavill, Simon Pegg e Rebecca Fergusson. Si inizia a Belfast per il ritrovamento di una valigetta che contiene tre bombe al plutonio: ma ahimè soltanto una finirà nelle mani di Ethan Hunt e dei suoi amici eroi. Poi s’aggiunge al gruppo il personaggio ben solido che ha i tratti di Cavill (non per nulla Superman: qui da tenere parecchio d’occhio), un atterraggio sui tetti vetrati del Grand Palais parigino in notturna, la ricerca di John Lark colpevole d’aver rapito il barbuto scienziato terrorista Solomon Lane, già conoscenza nostra in Rogue Nation, una Vedova Bianca che pare Veronica Lake, epidemie scongiurate, voli in elicottero mozzafiato, lotte all’ultimo sangue sul ciglio del burrone, eccetera eccetera. Una gran bella materia, uscita dalla mente e dalla gran voglia di stupire del regista qui anche in scoppiettante veste di sceneggiatore, un’invenzione dall’inizio alla fine di trovate del tutto inattese, di sbandate intelligenti della storia, di personalità e facce che sono ben lontane dall’essere in realtà quelle che sino a quel momento abbiamo visto sullo schermo. In successone. In cui chiaramente si calano le acrobazie di Cruise che, non più verdissimo all’anagrafe, senza nessuna controfigura si lancia da altezze non indifferenti, guida mezzi nel cielo, corre a perdifiato tra i tetti londinesi sino a rimetterci una caviglia, si scazzotta in modo vertiginoso senza fare una grinza. Sempiterno. Da vedere per la gioia dei fan, per il ritmo che questa volta – più di ogni altro episodio – fa faville. Durata 147 minuti. (GreenwichVillage, The Space, Uci)

 

La profezia dell’armadillo – Drammatico. Regia di Emanuele Scaringi, con Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto e Laura Morante. Zero è un disegnatore ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta con ripetizioni di francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita scorre sempre eguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza Roma per raggiungere i vari posti di lavoro: quando torna a casa, lo aspetta la sua coscienza critica, un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche tessuti molli, che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna su cosa succede nel mondo. Alla notizia della morte di Camille, una compagnadi scuola e suo amore di adolescente mai dichiarato, lo costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione di “tagliati fuori”. Durata 99 minuti. (Massimo sala 1, Nazionale sala 2, Uci)

 

Ricchi di fantasia – Commedia. Regia di Francesco Miccichè, con Sergio Castellitto e Sabrina Ferilli. Sergio è un carpentiere romano, Sabrina una cantante dal passato glorioso, una coppia di amanti che non ce la fa a lasciare i rispettivi compagni. Lui è sempre stato prodigo di scherzi ai compagni di lavoro e quelli decidono un giorno di rendergli il favore: facendogli credere con l’inganno di aver vinto con un biglietto della lotteria un premio da 3 milioni di euro. Convinto della vincita, l’uomo decide di cambiare vita, portandosi pure dietro mamma, figli e parentela varia: fino a che non scopre dello scherzo. Si dirigeranno tutti verso i trulli della Puglia. Durata 102 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Sulla mia pelle – Drammatico. Regia di Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora e Milvia Marigliano. Una tragedia dell’Italia recente, la tragedia della morte di Stefano Cucchi a soli 31 anni in un carcere italiano. L’arresto, il susseguirsi dei giorni di prigionia, il passato e il presente, il grande coinvolgimento della famiglia, soprattutto della sorella Ilaria. La prova di Borghi che si è ricreato appieno nel fisico (perdendo 18 chili) e nel calvario del ragazzo, come nella sua psicologia, la stagione dei premi cinematografici dovrà guardarlo con un occhio di riguardo. Da vedere per discutere. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

The Equalizer 2 – Senza Perdono – Azione. Regia di Antoine Fuqua, con Denzel Washington e Melissa Leo. Agente della CIA ora in pensione, vive a Boston, porta avanti la sua vita in modo tranquillo dopo che s’è inventato un impiego di taxista, impensabile ma legge anche Proust, dà una mano ad un ragazzino che la solita giovane gang vorrebbe portare dalla sua. I guai ci sono, gli aleggiano attorno, ma cerca di restarne fuori. Ma se una vecchia amica viene uccisa tra le strade di Bruxelles, Robert sa che deve pareggiare il conto. Regista e interprete di Training day nuovamente insieme per il divertimento degli spettatori amanti degli eroi raddrizzatori di ogni torto. Durata 121 minuti. (Ideal, Reposi, The Space)

 

The Nun – Horror. Regia di Corin Hardy, con Demian Bichir e Taissa Farmiga. Altro successo inaspettato negli Stati Uniti questo film girato completamente in Romania, dove è ambientata la vicenda di un gruppo di suore, alla ricerca all’interno di un convento di una reliquia che dovrebbe portare serenità in un luogo dove sembrano al contrario governare forze malefiche. Dopo il suicidio di una monaca, il Vaticano invia là padre Burke e la novizia Irene. Dovranno combattere il Male con ogni loro forza. Durata 93 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Tutti in piedi – Commedia. Regia di Franck Dubosc, con Alexandra Lamy e Franck Dubosc. Jocelyn, uomo d’affari successo ma bugiardo e seduttore che vive sulle bugie, per un equivoco è creduto disabile dalla bionda Julie. Perché, per una immediata conquista, non procedere proprio in quell’equivoco? Le cose peggiorano quando Julie presenta a Jocelyn la sorella, costretta su di una sedia a rotelle in seguito a un incidente stradale. Durata 107 minuti. (F.lli Marx sala Chico, GreenwichVillage, Reposi)

 

Un affare di famiglia – Drammatico. Regia di Kore’eda Hirokazu. Palma d’oro a Cannes lo scorso maggio. Nella Tokio di oggi, una famiglia (ma la considereremo così fino alla fine?) sbarca il lunario facendo quotidiane visite ai supermercati: per rubare. Ruba il padre che si porta appresso il figlio (?), torna a casa da una moglie che ha accanto una ragazza che potrebbe essere la sorella minore e una vecchia dolcissima che tutti chiamano nonna. Sentimenti, aiuti reciproci, l’arte di arrangiarsi, il coraggio di tentare a vivere insieme. Finché un giorno il capofamiglia porta a casa togliendola al freddo e alla solitudine una ragazzina, abbandonata da una madre forse violenta che non si cura di lei. Il mattino si dovrebbe riconsegnarla, ma nessuno è d’accordo: la nuova presenza farà scattare nuovi meccanismi mentre un incidente imprevisto porta definitivamente alla luce segreti nascosti che mettono alla prova i legami che uniscono i vari componenti. Durata 121 minuti. (Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Groucho, Nazionale sala 1)

 

Un figlio all’improvviso – Commedia. Regia di Vincent Lobelle e Sébastien Thiery, con Christian Clavier, Catherine Frot e Sebastien Thiery. Tornando a casa, i coniugi Prioux scoprono che un certo Patrick si è trasferito nella loro abitazione. Il ragazzo sostiene di essere loro figlio e di essere tornato per presentare la fidanzata: tutto bene se non per il fatto che i Prioux non hanno mai avuto figli. Allora chi è davvero Patrick? Un bugiardo? Un manipolatore? O forse i Prioux hanno dimenticato di avere un figlio? Durata85 minuti. (Romano sala 1, Uci)

 

L’uomo che uccise Don Chisciotte – Commedia. Regia di Terry Gilliam, con Jonathan Price e Adam Driver. C’era una volta un film… Gilliam ha lavorato per più di trent’anni sul progetto, Jean Rochefort e Johnny Depp come protagonisti, più scritture, intoppi, enormi guai con la produzione. Poi più nulla, mentre sempre qualcosa bolliva in pentola. Dalla lunga storia, è uscito fuori “questo” Don Chisciotte, dove Driver è un regista che ha strada nella pubblicità e si ritrova nei luoghi dove ha girato un vecchio film sul personaggio di Cervantes: scoprendo che chi un tempo ha ricoperto quel ruolo oggi si identifica con il personaggio. Durata 137 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Una storia senza nome – Drammatico. Regia di Roberto Andò, con Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann, Renato Carpentieri e Laura Morante. Valeria, giovane segretaria di un produttore cinematografico, scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo. Un giorno la ragazza riceve da uno sconosciuto, un poliziotto in pensione, la storia di un probabile film. Ma quel plot è pericoloso, la “storia senza nome” racconta infatti il misterioso furto, avvenuto a Palermo nell’ottobre del 1969, di un celebre quadro di Caravaggio, “La natività”. Da quel momento, la sceneggiatrice si ritroverà immersa in un meccanismo implacabile e rocambolesco. Una storia che avesse al centro quel furto avrebbe dovuto avere un’impalcatura più legata all’inchiesta: al contrario ne è stata ricostruita una sceneggiatura che sa troppo “di cinema”, di volutamente aggrovigliata, di un inverosimile che a tratti, tanto per alleggerire, scivola tranquilla sul lato della commedia se non del ridicolo (certi momenti dovuti a Gassmann, certi dialoghi tra Morante e Ramazzotti), sino ai momenti finali che addirittura coinvolgono il film nel film. La macchia maggiore dell’impianto è la prova opaca della protagonista femminile, altre volte lodatissima, la non credibilità del viso e del corpo, la sua unica espressione con o senza rossetto, la sua paura che risulta fredda e non sinceramente dovuta alla spirale di inganni e di violenza che si chiude intorno a lei. Durata 110 minuti. (Ambrosio, Eliseo Blu, Romano sala 3, The Space, Uci)