redazione il torinese

Fratelli torinesi “blindano” con i droni le case Usa

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Si chiama DroneGuardy ed è la startup fondata ad agosto nella Silicon Valley da due giovani fratelli Italiani (18 anni lei, 27 lui) decisi a rivoluzionare, grazie ai droni, il mondo della security e della videosorveglianza

La App DroneGuardy è già in fase di sperimentazione in California – con oltre 1500 piloti iscritti in meno di un mese – e a fine ottobre si chiuderà il primo round di investimento di 250.000 dollari. Simone Russo ha 27 anni e conosce bene il mondo dei droni. Nel 2015 Wired l’aveva inserito nella classifica dei 5 giovani startupper under 35 più promettenti da allora ha lavorato con successo al suo progetto Immodrone (www.immodrone.it), grazie al quale ha integrato l’utilizzo dei droni nel marketing turistico immobiliare. Alessia Russo ha compiuto 18 anni a inizio agosto; l’anno scorso ha frequentato l’ultimo anno di High School in Canada, a Vancouver, e lì ha vissuto in prima persona lo spirito imprenditoriale dei giovani d’oltreoceano, maturando il desiderio di voler creare qualcosa di suo. Nel mese di Agosto Simone e Alessia, insieme, hanno creato Droneguardy.com un “drone guardiano” che sorveglia ville e aziende in caso di allarme. L’idea è che i droni – business che Simone in particolare conosce bene – possono essere efficacemente sfruttati anche nel mondo della security e della videosorveglianza, e in caso di catastrofi e/o calamità naturali. Creata una capillare rete di piloti, un drone può partire e raggiungere qualsiasi luogo, anche il più inaccessibile, in meno di dieci minuti, restituendo immagini in alta risoluzione in tempo reale e da varie angolazioni. Uno strumento che apre molte possibilità di sviluppo e rende più veloce il tempo di intervento, sia nell’eventualità di furto o effrazione sia nel caso di un grande incendio o di un terremoto. “Il mercato della sicurezza negli USA – racconta Simone – vale 67 miliardi di dollari, con una previsione di crescita costante che lo porterà a valere 82 miliardi entro il 2023. Dall’altro lato l’impatto della criminalità sull’economia americana, con 2 milioni di furti nelle case ogni anno, pesa 1 trilione di dollari all’anno. Due dati che ci hanno fatto riflettere: la sorveglianza potenziata da un drone può essere più veloce di qualsiasi guardia di sicurezza privata; ha inoltre un forte effetto deterrente e offre una visuale aerea più completa e efficace. Creare la rete di piloti è stato il primo step della nostra startup. Forte della mia esperienza in Italia, in meno di un mese abbiamo iscritto più di 1500 piloti (tutti regolarmente registrati all’FAA, ovvero l’ENAC americana) solo in California, dove è partita la sperimentazione. E questo ci consente di essere già abbastanza capillari su Los Angeles e di offrire un servizio efficiente a fronte di qualsiasi chiamata. In questo l’America apre delle possibilità ed una velocità di sviluppo incredibili. Anzitutto lì c’è una migliore apertura alla tecnologia e ala ricerca & sviluppo dell’utilizzo dei droni. Mentre in Italia ENAC sta aprendo una sperimentazione per il volo BVLOS (cioè non a vista) a Torino, in America NASA e FAA stanno già studiando l’organizzazione di vie aeree per droni, per esempio per la consegna dei pacchi di Amazon…” Al progetto di Simone e Alessia ci ha creduto fin da subito anche Davide Venturelli, italiano che dal 2012 lavora al centro di ricerca della NASA in Silicon Valley, come scienziato specializzato in intelligenza artificiale e che ha messo a disposizione del progetto la tecnologia di automazione dei droni della sua azienda, Archon. La App funziona in modo semplice ed immediato. I piloti iscritti, geolocalizzati, ricevono la notifica di un volo da effettuare nelle loro vicinanze, oppure nelle vicinanze di una stazione automatizzata con un drone pronto al decollo. Accettata la missione, il drone del pilota si alza in volo e in breve raggiunge il luogo, iniziando a trasmettere immagini in tempo reale al proprietario e alla centrale operativa. L’abbonamento mensile al servizio è venduto a partire dai 99 dollari in Usa ma per il lancio italiano, previsto per il 2019, le tariffe saranno inferiori. “La novità degli ultimi giorni – aggiunge Alessia – è che abbiamo offerto l’utilizzo gratuito della nostra App alle forze di polizia e c’è stato subito molto interesse per pianificare al meglio le operazioni prima del loro arrivo sul posto”. Nella startup ha creduto anche il colosso DJI, leader mondiale nella produzione di droni consumer e professionali, che ha siglato un accordo di partnership con DroneGuardy per la California.

droneguardy.com

I “nuovi” torinesi ci raccontano l’integrazione

Ragazze e ragazzi eterogenei, migranti di prima e seconda generazione raccontano la loro storia

In occasione del ISAO FESTIVAL con il tema “Scorrere in alto” sabato 6 ottobre va in scena “Young and Plural App”, uno spettacolo che trasmette un forte messaggio d’integrazione nella società locale torinese. In questa 25esima edizione il festival ci riconduce al tema dei confini, degli sconfinamenti e della circolazione della cultura e dell’arte. Attraverso il teatro, la musica e il cinema ci porta a riflettere verso dove vogliamo scorrere. Verso il basso, verso l’impossibilità, verso il “nulla si può fare”, verso il tutto è perduto, verso “si stava meglio quando si stava peggio? O scorrere in alto con lo sforzo per guardare verso una nuova e diversa direzione? Il registra Giordano V. Amato con la collaborazione di Eliana Catone ha portato in scena giovani migranti di prima e di seconda generazione provenienti da: Albania, Bosnia, Marocco, Tunisia, Egitto, Mali, Senegal, Nigeria e Italia che hanno avuto la possibilità di conoscere il teatro, mettersi in gioco, indagare su sé stessi e su ciò che li circonda ma soprattutto di riflettere sull’integrazione nella società torinese rimanendo fedele alla propria cultura d’origine.

Il tema principale dello spettacolo costituisce i racconti dei loro percorsi e le loro riflessioni attraverso l’App; uno strumento contemporaneo di cui sono dipendenti i giovani e che cela un grande paradosso. Da una parte l’App è una limitazione che porta all’omologazione e dall’altra invece, rafforza la creatività e l’immaginazione. In questo caso l’App diventa uno strumento per incontrare e capire l’Altro. Con il linguaggio del corpo, la scelta delle parole, la modulazione della voce, la condivisione delle idee e di emozioni i protagonisti hanno avuto la possibilità di esprimersi senza pregiudizi. Poterli conoscere tramite il teatro è un’occasione per affacciarsi alla loro storia, al loro percorso di convivenza a Torino, aprirsi e incontrarsi con l’Altro.

 

Samia Makhlouf

Migrazione e speranze. Una mostra a Milano

Inaugurazione sabato 13 ottobre 2018 dalle ore 11.00 alle ore 17.00

Prenotazione obbligatoria all’indirizzo:

info@collezionegiuseppeiannaccone.it

 

 

Sabato 13 ottobre 2018, in occasione della Quattordicesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, Giuseppe Iannaccone apre al pubblico le porte del suo studio legale, allestito con opere della propria collezione contemporanea, presentando un progetto speciale all’interno della rassegna IN PRATICA, dedicato all’artista Giovanni Iudice. La mostra, nata da un’idea di Giuseppe Iannaccone con la collaborazione di Rischa Paterlini, ha l’intento di far riscoprire come la pittura, sebbene sia il metodo più antico che si conosca e in Italia quasi considerato obsoleto, sia sempre in grado di trasferire emozioni e rinnovarsi continuamente. “Conosco Giovanni Iudice da sempre” scrive Giuseppe Iannaccone nell’introduzione al catalogo “Voglio dire che l’ho conosciuto da ragazzino quando mi impressionava con le sue formidabili matite pronte a cogliere angoli umili e scordati della sua meravigliosa Sicilia. Giovanni è stato il primo artista a dipingere i clandestini fin dal lontano 2006. Li ha studiati, Li ha amati, ne ha dipinto le ansie, le sofferenze e le speranze”. Nonostante da qualche tempo Giovanni Iudice abbia manifestato l’intenzione di voler abbandonare il tema dei migranti, perché sempre più utilizzato a fini propagandistici, d’altro canto l’artista non riesce a sottrarsi dal fare i conti con la realtà che lo circonda e che lo ha portato alla realizzazione di Asino, 2018 d.C. “Un trittico” prosegue Iannaccone “che racconta una storia fantastica, di miopia e d’amore, di sofferenza e di speranza, una storia contemporanea: i clandestini che non possono sbarcare, che guardano senza grandi speranze dall’oblò per scrutare ciò che li aspetta. Tra di loro c’è Masha e il suo bambino Mobruk, nato nel corso della navigazione; sulla nave è salito Giovanni, l’artista; vuole stare con loro qualunque cosa accada, vuole confortarli, guidarli proteggerli”. “L’interesse di Giovanni per il reale” scrive Rischa Paterlini “lo avvicina molto ai film di Federico Fellini o a quelli di Pier Paolo Pasolini, in particolare nel loro intento di ritrarre una vita vera, fatta di gente che dice quel che pensa anche se sono pensieri tremendi. I suoi disegni a matita paiono volutamente ingannevoli al punto di avere il dubbio di trovarsi davanti a una fotografia. Nulla di male in questo perché lui, attraverso la ricostruzione minuziosa dei dettagli, dà una connotazione emotiva alla fotografia”. La Collezione Giuseppe Iannaccone comprende un gran numero di opere dell’artista: disegni a matita e dipinti ad olio raffiguranti modelle in interni domestici o spiagge animate, oltre a tele incentrate sul tema dell’immigrazione, a cui in particolare Giovanni Iudice si è dedicato a partire dal 2006. Una realtà che viene scandagliata e visceralmente affrontata dall’artista sino ai giorni nostri. “Ho scelto di dipingere” dichiara Giovanni Iudice “profughi, immigrati, clandestini per intima necessità, perché mi sono sentito in dovere di farlo. Credo che la figura del clandestino sia una delle icone più rappresentative del contemporaneo: il clandestino spera, immagina la terra promessa con la morte nel cuore per la patria che ha lasciato”. Il piccolo volume che accompagna l’opera, distribuito gratuitamente, da questa edizione si rinnova nella grafica ed è disegnato dallo Studio Temp fondato nel 2007 a Bergamo da Guido Gregorio Daminelli, Fausto Giliberti e Marco Fasolini.

 

Opening sabato 13 ottobre 2018 solo su invito e prenotazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti all’indirizzo: info@collezionegiuseppeiannaccone.it

Blocco del traffico dal 15 ottobre

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Iniziano lunedì 15 ottobre a Torino e nei comuni metropolitani i blocchi del traffico diesel in base ai provvedimenti antismog che indicano i  limiti ai veicoli più inquinanti fino a blocchi progressivamente più severi, in relazione a più giorni consecutivi di concentrazione delle polveri sottili. La decisone è del tavolo metropolitano sulla qualità dell’aria, dopo l’analisi della delibera della Regione. Sono previste  esenzioni come  quella per gli ambulanti , con deroghe fra le 8 e le 8.30 e fra le 14 e le 17. Deroghe anche per gli ultrasettantenni e per le auto storiche nei weekend.

Indagine sui disservizi all’anagrafe

E’ stata aperta  un’inchiesta sui disservizi degli sportelli. Il fascicolo in procura è del pm Elisa Buffa e nasce  dall’esposto di un avvocato che non era riuscito a svolgere alcune pratiche agli sportelli, nonostante avesse prenotato. Non deponevano a favore degli uffici anche le code chilometriche e disguidi per il rilascio dei documenti di identità. I giornali parlano anche di possibili vie preferenziali per alcuni calciatori. Anche la consigliera comunale Deborah Montalbano ha denunciato   interruzioni e malfunzionamento del servizio pubblico. Così i documenti della sede centrale dell’anagrafe di via Giulio sono stati acquisiti dalla Guardia di finanza.

Alternativa, parola magica?

In politica l’alternativa non va predicata ma, di norma, va praticata e coltivata
La bella manifestazione organizzata dal Pd a Piazza del Popolo a Roma, al di là dei numeri annunciati un po’ a caso e come sempre capita, e’ stato comunque un momento importante che può invertire la tendenza politica disastrosa che ha guidato quel partito per oltre 4 anni. Con un accordo politico quasi unanime, come tutti sanno e come è bene sempre ricordare. Malgrado oggi molti fingano di non ricordare quello che è capitato concretamente per molto tempo. Ma, memori del vecchio detto “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato e scordiamoci il passato”, adesso si tratta di capire se un’alternativa dichiarata ripetutamente dal segretario protempore di quel partito e ripetuta con forza di fronte agli iscritti accorsi a Roma, diventa la piattaforma concreta per dar vita realmente ad una alternativa politica, culturale e programmatica. Ci sono, al riguardo, 2 condizioni decisive per evitare gli errori del passato e, al contempo, per inaugurare una nuova fase della politica italiana.
Innanzitutto e’ tramontata definitamente la cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito
democratico. Un partito che, al di là della convocazione pubblica degli iscritti, non è più in grado di porsi come un soggetto egemone e maggioritario nella politica italiana. Dovranno prendere atto, al di là dei sondaggi terrificanti che li raggiungono, che il Pd non è più quel soggetto politico capace di rappresentare la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sotto le sue bandiere. E tutti sanno anche, al riguardo, che da quelle parti si confrontano, legittimamente, due strategie politiche alternative e difficilmente componibili, salvo silenziarne una delle due. E cioè, quella renziana e quella che va sotto il nome della rinascita della sinistra post comunista. Vedremo. La seconda considerazione, altrettanto importante e decisiva, riguarda la capacità delle culture
politiche riformiste e costituzionali di dar vita a soggetti politici capaci di contribuire a creare un‘alleanza politica riformista e di governo autenticamente alternativa a chi punta a radicalizzare lo scontro politico e a dividere il paese. A cominciare dalla tradizione cattolico democratico e cattolico popolare. Sarà solo il dibattito politico concreto a dirci se questa doppia sfida politica sarà perseguita sino in fondo o se, invece, prevarranno ancora una volta i vecchi difetti e le ormai
collaudate degenerazioni. Come sempre, sarà solo la politica a sciogliere i nodi.
Giorgio Merlo

Fuga d’amore: bimbo di 9 anni “dirotta” scuolabus

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Un bimbo di soli nove anni dopo essere salito sullo scuolabus si è fatto accompagnare a casa della sua fidanzatina senza dire niente ai genitori, che credevano  tornasse a casa con la mamma di una compagna. Il fatto è avvenuto in una scuola  del Canavese. Il piccolo innamorato non ha aspettato  la madre dell’amica, è salito sullo scuolabus e ha chiesto all’autista di andare nel borgo vicino, per  trovare la compagna di scuola rimasta a casa raffreddata. Una mamma lo ha visto a bordo dello scuolabus e ha chiamato gli insegnanti e i genitori. Così tutto si è risolto nel migliore dei modi e bambino ha passato  il pomeriggio vicino alla propria piccola amica.

Housing sociale, 60 nuovi alloggi

A Mappano si inaugura un intervento  fra i più importanti del Piemonte

 

Si tratta di 60 nuovi alloggi, di varie metrature e tipologie affittati a canoni vantaggiosi, destinati all’Housing sociale, cioè a  chi non riesce a trovare alloggi sul mercato per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata. Il nuovo complesso abitativo, realizzato dalla cooperativa Di Vittorio e finanziato dal Fondo Piemonte Case gestito da Ream SGR, si trova nel comune di Mappano. Completo di servizi commerciali, sarà in grado di garantire il benessere abitativo, l’integrazione sociale e di creare una comunità equilibrata, formata da giovani, single, anziani e famiglie. Al termine del periodo destinato ad affitti ( della durata di 20 anni) ci sarà anche la possibilità di acquistare gli alloggi da REAM SGR ad un prezzo prestabilito e convenzionato con il Comune. Il lavoro di progettazione è stato diretto dall’architetto Graziella Mercuri, in collaborazione con l’architetto Walter Fazzalari, ed è stato eseguito secondo alti standard qualitativi e con particolare attenzione all’uso di materiali innovativi ed ecocompatibili. Il risultato è quello di edifici ad alta efficienza energetica che implicano bassi consumi di energia e garantiscono una sensibile riduzione dei costi di gestione. I lavori sono iniziati nel mese di febbraio 2017 e la consegna dell’opera è stata il 4 ottobre 2018. REAM SGR S.p.A. è la società di gestione del risparmio che ha istituito e gestisce, oltre al Fondo Piemonte C.A.S.E., altri 12 fondi immobiliari con portafogli di immobili di varia tipologia.

 

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L’operazione di Mappano è il settimo investimento effettuato dal Fondo Piemonte C.A.S.E. nell’ambito del social housing nel territorio piemontese” – sottolinea Giovanni Quaglia, Presidente di REAM SGR S.p.A. – “Ad oggi gli investimenti già effettuati dal Fondo ammontano a circa 500 appartamenti per circa 55 milioni e sono in corso ulteriori due cantieri che porteranno alla realizzazione di altri 165 nuovi alloggi. Inoltre, sono stati deliberati altri investimenti su tutto il territorio piemontese, promossi da cooperative per la casa o da imprese edili piemontesi, che andranno a completare l’offerta di alloggi sociali portando gli investimenti in totale del Fondo Piemonte C.A.S.E., tra il 2013 ed il 2019, ad oltre 100 milioni di euro con evidenti ricadute positive, oltre che per chi usufruirà degli appartamenti (nuclei familiari e giovani coppie a basso reddito, anziani in condizioni socio-economiche svantaggiate, studenti fuori sede, soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio, ecc.), anche per le imprese costruttrici del territorio che li hanno realizzati“Saremo il gestore sociale, il soggetto che metterà in atto tutte le azioni possibili per far si che chi ha ottenuto la casa possa mantenerla, intervenendo, laddove sarà necessario, con azioni di supporto anche economico e sarà nostra cura agevolare le sinergie fra le persone che abiteranno questo luogo ascoltando le istanze di ognuno.” – affermano i responsabili della Cooperativa Di Vittorio“Come gestore sociale ci occuperemo anche degli spazi commerciali in modo tale che diventino punto di riferimento non solo per gli abitanti, ma per l’intero quartiere. Lavoreremo anche per favorire l’integrazione sia fra gli assegnatari che con gli abitanti degli insediamenti circostanti al fine di sviluppare e creare le condizioni per la realizzazione di una comunità di quartiere. La nostra presenza costante consentirà di risolvere eventuali problematiche e sarà finalizzata a creare una vera comunità. Questo intervento è un esempio di cooperazione efficace fra privato, sociale, pubblico e finanza con effettive ricadute sociali sul territorio ed ha le caratteristiche per diventare una «buona pratica» da esportare e moltiplicare sul nostro territorio a livello nazionale”.

 

“Cambiamenti climatici in corso”: Greenpeace in piazza a Torino

Per chiedere a Generali di diventare leader contro i cambiamenti climatici

“Acqua alta in arrivo”, “Cambiamenti climatici in corso”. Con questi messaggi i volontari di Greenpeace hanno manifestato quest’oggi a Torino in Piazza Santa Rita, zona dove ha sede un’agenzia di Assicurazioni Generali. La stessa attività è stata replicata in circa altre 15 città italiane.

Il binomio cambiamenti climatici e Assicurazioni Generali è presto spiegato: da circa un anno Greenpeace, in collaborazione con Re:Common e molte associazioni internazionali, chiede al Leone di Trieste di smettere di assicurare e finanziare centrali e miniere a carbone, il più inquinante tra tutti i combustibili fossili.

«Lo scorso febbraio – dichiara Luca Iacoboni, responsabile della Campagna energia e clima di Greenpeace Italia – Generali ha approvato una “strategia sul cambiamento climatico”, un primo passo che però prevede delle pericolosissime “eccezioni” grazie alle quali il più grande gruppo assicurativo italiano potrà continuare a finanziare e assicurare il carbone in Polonia e Repubblica Ceca. Paesi che hanno impianti tra i più inquinanti d’Europa. Chiediamo a Generali – aggiunge Iacoboni – di diventare un vero leader nella lotta ai cambiamenti climatici, abbandonando il carbone senza eccezioni ed impegnandosi così ad assicurare a tutti i cittadini un futuro con meno disastri climatici».

Tra le “eccezioni” nella strategia di Generali ci sono: la centrale di Kozienice, secondo impianto più grande d’Europa; la miniera di Turow, che si calcola inquini l’acqua potabile di 30mila persone; la centrale di Opole, che raddoppierà la produzione nei prossimi anni e che già oggi emette ogni anno oltre 5 milioni di tonnellate di CO2 (tanta CO2 quanta ne emettono in media, nello stesso periodo, circa 2,5 milioni di SUV).

I volontari dell’associazione ambientalista hanno simbolicamente “portato” a Torino e in altre piazze italiane l’innalzamento del livello del mare, che secondo uno studio dell’Enea sarà nel nostro Paese di 90-140cm al 2100. Tra le cause principali di questo fenomeno ci sono proprio i cambiamenti climatici, oltre ad altri fattori come erosione delle coste e cementificazione. L’Enea ha recentemente prodotto anche delle dettagliate mappe che analizzano diverse zone d’Italia particolarmente a rischio.

«Tra le città più in pericolo c’è Venezia ma anche Trieste, sede storica proprio di Generali. Speriamo che questo paradosso spinga il management del Gruppo – conclude Iacoboni – a prendere una posizione davvero ambiziosa sul tema dei cambiamenti climatici, iniziando dall’abbandono immediato del carbone senza nessuna eccezione perché non abbiamo davvero più tempo da perdere e, se non agiamo oggi, domani potrebbe essere già troppo tardi».

A dicembre si terrà in Polonia la annuale Conferenza sul Clima (COP24), proprio vicino ad alcuni degli impianti in cui Generali si trova coinvolta. Gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sulla Polonia e soprattutto sugli impianti a carbone. Generali ha la possibilità di giocare un ruolo fondamentale in uno dei momenti storici più importanti nella lotta ai cambiamenti climatici. Speriamo che ne prenda consapevolezza e diventi un leader del settore da imitare in tutto il mondo.

Droga nella casa della maestra che augurò ai poliziotti di morire

Dosi di cocaina e hashish sono state trovate nell’abitazione di Flavia Lavinia Cassaro, la maestra poi licenziata che lo scorso febbraio, durante una manifestazione di protesta contro CasaPound aveva augurato ai poliziotti di morire.”Vigliacchi, mi fate schifo”, aveva gridato alle forze dell’ordine.

 

(foto archivio il Torinese)