redazione il torinese

Lite per la partita: uomo in fin di vita

Per una lite nella comunità di recupero di Vaglierano, nei pressi di Asti, è in fin di vita un ospite della struttura che ora è in ospedale per le gravi  lesioni riportate. Il litigio è scoppiato  per motivi calcistici,  ieri sera, quando gli ospiti guardavano in televisione la partita Udinese-Juventus. La vittima è  un 52enne italiano, che è stato stato colpito con un pugno da un giovane  marocchino. L’uomo colpito cadendo ha battuto la testa, riportando un grave trauma cranico. Il ragazzo è stato arrestato per lesioni gravissime.

Al via l’88^ Fiera del Tartufo Bianco d’Alba

Inaugurata ad Alba, venerdì 6 ottobre, al Teatro Sociale la Fiera Internazionale del Tartufo. Stando alla cabala, un numero magico 88 che equivale ad infinito, ma anche all’equilibrio cosmico. Non poteva non richiamarne il senso esoterico e augurale la presidente della Fiera Liliana Allena, così come quello internazionale il presidente Fondazione CRC Giandomenico Genta, presente anche il giorno dopo alla Chiesa (sconsacrata) San Giuseppe per la mostra su Papa Wojtyla e un quadro bellissimo di Emilio Vedova, pittore e incisore mancato nel 2006, tra i fondatori del “Nuovo Fronte delle Arti”. Il Leitmotiv della presentazione è stato il riconoscimento Unesco “Creative City of Gastronomy”  conferito alla Città di Alba il 31 ottobre 2017. Un dialogo sul palco tra il sindaco di Alba Maurizio Marello, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, l’ambasciatrice di Buona Volontà Unesco per le Città Creative Maria Francesca Merloni,  l’assessore al Turismo della città di Torino Alberto Sacco, il sindaco di Carrara Francesco De Pasquale, il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli ed il vice sindaco di Pesaro Daniele Vimini, coordinati dal vice direttore del quotidiano “La Stampa” Luca Ubaldeschi. L’inaugurazione, come era avvenuto nel 2013, c’è stata senza rappresentanti dell’autorità del Governo, allora come segno di protesta per la chiusura del Tribunale di Alba che continua ad essere chiuso, stavolta con una spiegazione che non ci convince appieno e cioè: “ grazie a coloro che quotidianamente lavorano sul territorio con fatica senza mollare mai“. Noi siamo di idea contraria, il Paese deve ritrovare un senso comune e di concertazione che non può esprimersi nell’isolazionismo, nell’individualismo e personalismi. Presente anche il presidente dell’Ente Turismo Luigi Barbero che ha ribadito i successi dell’Ente da Lui presieduto e dell’aggregazione dell’Ente astigiano in quello di Alba. A distanza di 23 anni, è la stessa proposta che avevo formulato assieme ad alcuni colleghi direttori, quando ero direttore dell’Apt Langhe e Roero, all’Assessorato al Turismo regionale di ipotesi di riforma e inglobava non solo Asti, ma anche Alessandria. È Bello constatare come idee di tanti anni fa siano ancora valide, ma è amaro osservare che questo Paese sia fermi, su molti fronti, da trent’anni! Il Mercato Mondiale del Tartufo è aperto ogni sabato e domenica dal 6 ottobre al 25 novembre, con  aperture straordinarie giovedì 1 e venerdì 2 novembre 2018.

Il programma della Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba è consultabile sul sito https://www.fieradeltartufo.org/.

Tommaso Lo Russo

 

Muore a 23 anni nello schianto in auto. Il fratello vede tutta la scena

E’ morto in un incidente stradale, a 23 anni, Luca Carè a Crescentino, nel vercellese, ai confini con la provincia di Torino. Il ragazzo, residente a Lamporo,  ieri sera guidava una Renault Megane che per cause ancora da verificare è uscita di strada schiantandosi contro un muro di cemento. Dalle prime informazioni il fratello si trovava  su un’altra vettura e avrebbe visto la  drammatica scena. L’intervento della Croce Rossa non è’ riuscito a salvare il giovane. 

Al tempo di Matteo

“Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e pregate per chi vi perseguita e vi calunnia……” cit. San Matteo evangelista

 

Non so qual era l’attore o la serie televisiva che ha ispirato, a metà degli anni’70, i genitori , nel decidere il nome, di due dei più amati, detestati e contestati esponenti politici degli ultimissimi anni. Così diversi ma anche simili tra di loro. Dopo gli inizi giovanili il consolidamento e poi , sfruttando il momento di difficoltà dei rispettivi partiti, il Partito Democratico e la Lega Nord, la fulminea ascesa con risultati e pronostici mai accaduti in Italia. Per il primo anche la rapida discesa, anzi, caduta , fragorosa, rovinosa. La conseguenza , essendo diventati, quelli italiani, partiti personali, l’implosione dello stesso PD che non riesce a staccarsi dal suo ex segretario. Le similitudini tra i due Matteo sono molte, dal rivolgersi direttamente agli elettori, dalla concezione personale del ruolo, dal mostrare i muscoli con l’Europa, dal non rispettare le regole, dall’avere “fastidio” per l’azione della Magistratura, dal fare promesse mirabolanti, dal minacciare gli avversari , sia interni che esterni, , i dipendenti pubblici e privati, gli artisti, gli uomini di cultura ed i giornalisti, insomma a non tollerare il dissenso. Non deve stupire , quindi, che una parte dell’elettorato sia lo stesso e che si sia spostato più che da un partito all’altro da un Matteo all’altro . L’italico comportamento ” gli italiani corrono sempre in soccorso del vincitore” cit., è quanto mai attuale. Dalle donne di Genova , quelle del ” selfie” in Chiesa durante i funerali delle vittime del ponte Morandi, che l’avevano , il “selfie”, fatto anche con il primo dei due, ai cartelli , personalizzati, di benvenuto in alcune città del sud. . I cartelli sono sembrati gli stessi, riciclati , non c’è stato nemmeno il bisogno di cambiare il nome. In un periodo di crisi , risparmiare per cartone e pennarello non guasta. Stupisce semmai la reazione di molti meridionali, che non dimenticando l’atavico senso di sudditanza per non dire di servilismo verso il potente di turno, corsi ad osannare il Matteo padano. Hanno dimenticato le offese ricevute e le proteste conseguenti avvenute solo pochi mesi prima. In attesa dei risultati dell’azione del nuovo governo , che rischia di essere devastante per il nostro paese già fiaccato dai problemi pregressi e dalle “‘ riforme” fatte, purtroppo, dal primo Matteo, molti pronosticano un rapido tonfo anche del secondo. Intanto un rischio, un pericolo, si profila all’orizzonte , che dopo il primo Matteo, Renzi, ed il secondo Matteo, Salvini, possa arrivare anche il terzo Matteo, Richetti, in corsa per la segreteria del Partito Democratico . D’altronde si dice che ” non c’è due senza tre”. Se mai dovesse succedere sarebbe una punizione che, nonostante i tanti difetti e colpe degli italiani, sarebbe eccessiva. Verrebbe da chiedersi : cosa abbiamo fatto veramente di male per meritarci un simile flagello?

Allegri: “Una delle migliori partite”

Massimiliano Allegri si complimenta con i giocatori bianconeri: “bravi ragazzi, una delle migliori partite finora,una gara difficile, ma l’abbiamo dominata, concedendo quasi nulla all’Udinese e creando tanto”. L’allenatore della Juventus,  dopo la vittoria a Udine, l’ottava nelle otto partite di campionato aggiunge:  “I ragazzi  hanno dimostrato  personalità e maturità. Stiamo facendo degli step di miglioramento e dobbiamo avere meno fretta, fare passaggi piu veloci e usare tutto il campo. Abbiamo grandi valori tecnici e la condizione fisica sta crescendo”.

 

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Una notte con la Costituzione

Una notte con la Costituzione Italiana, che ha da poco celebrato i suoi settanta anni. Rimane sempre attuale, a distanza di decenni, il significato profondo dei pilastri della Carta fondamentale del 1948, tra cui la centralità dei diritti consacrati nel moderno Stato sociale e solidale, dal lavoro alla salute, dall’educazione alla difesa delle donne. ” Sarà proprio lei, la Costituzione italiana, il fulcro della serata in programma lunedì 8 ottobre prossimo, al Circolo dei Lettori di Torino – spiega Massimo Rivalta, Presidente del Rotary Rivoli – in occasione dell’Interclub promosso dal Rotary Club Torino Val Sangone, cui parteciperanno numerosi anche altri Club, tra cui il Rotary Torino Sud Est. “Sarà un incontro molto interessante e con importati relatori del calibro dei notai Giulio Biino, appena nominato presidente del Circolo dei lettori, e Fabrizio Olivero – aggiunge l’ingegner Massimo Rivalta – Oltre che allo scopo culturale e civile, intrinsecamente chiaro, la serata servirà per una raccolta fondi per un service comune dei Club partecipanti o anche distrettuale. Si tratta di un Interclub importante per il valore dell’argomento, per la sua attualità e per la presenza di relatori di fama , oltre che per la ricaduta sul sociale del service comune. E adesso un po’ di storia. La Costituzione della Repubblica Italiana è entrata in vigore, come molti sapranno, il 1° gennaio 1948; dunque ha appena compiuto settant’anni. “Il suo è un patrimonio di valori, di principi e di regole”. Forse, però, non tutti sono a conoscenza che il testo originale è conservato in tre copie: una presso la Presidenza della Repubblica, una nell’Archivio storico della Camera ed una terza nell’Archivio centrale dello Stato. Porta la data del 27 dicembre 1947 e la firma di Enrico De Nicola, allora Presidente della Repubblica, con le controfirme del presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, e del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, e il “visto” del Ministro “guardasigilli” Giuseppe Grassi”. “Ma tutte queste sono informazioni – conclude l’ ingegner Rivalta – che solo chi è appassionato di certi argomenti padroneggia. Sono da sempre una persona interessata dalla conoscenza della nostra storia e ritengo che sarebbe straordinario che anche i giovani di oggi guardassero con più interesse alle radici di questo libro costituito, nel testo originario, da 139 articoli e 18 “disposizioni transitorie e finali”. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie di Italiani”.

 

Mara Martellotta

 

 

Ossola, quale futuro due secoli dopo

DAL PIEMONTE Il Regio decreto dei Savoia nel 1818 proclamava la nascita della Provincia dell’Ossola, riconoscendo in questo modo l’identità e l’autonomia delle
vallate alpine. Nel 1944, tra il 10 settembre ed il 23 ottobre, la popolazione
proclamava l’autogoverno democratico della Repubblica partigiana,
episodio cardine della guerra civile in Piemonte. Nel 1978 nasceva,
raccogliendo grande adesione sul territorio, Uopa-Unione ossolana per
l’autonomia che sul suo giornale ricordava l’ammonimento di Jean Jacques
Rousseau: “La vera democrazia può essere raggiunta in collettività
relativamente piccole”.

Il bicentenario della Provincia dell’Ossola è stato
celebrato sabato 6 ottobre in un incontro che ha visto la partecipazione del
direttore della rivista Storia Ribelle, nonché antesignano delle battaglie per
l’autunomia, Roberto Gremmo. Lo storico e politico biellese ha ripercorso
queste tappe in un ambiente particolare, la sala dell’Hotel Corona nella
città ossolana dove nacque l’Uopa. Inoltre ha evidenziato che la strada
dell’autonomia deve seguire un’impostazione pragmatica se vuol portare a
casa dei risultati concreti. E poi intervenuto Luca Bona consigliere
regionale del Piemonte, presidente di Alpi-Associazione libera per
l’industria, proponente di un ordine del giorno, votato all’unanimità dal
Consiglio regionale con il quale si chiede alla Regione Piemonte di
intavolare le trattative con Roma per ottenere maggiore autonomia in
alcune materia, come previsto del resto dalla Costituzione, seguendo in
questo modo la strada dell’Emilia Romagna. Il suo documento ha avuto il
risultato positivo di fare approvare dalla giunta la delibera, che era finita
nel cassetto, dopo il voto di Consiglio e adesso gli argomenti sono in
discussione nelle commissioni. “Tutti ora parlano di autonomie e maggiori
competenze – ha detto Bona – ma manca una classe dirigente in grado di
parlare dei problemi e di gestire le competenze sul territorio”. Bona ha poi
evidenziato il ruolo dell’Europa e la presenza delle regioni nelle istituzioni
europee facendo un esempio: “A Bruxelles il Piemonte ha 4 funzionari, il
Baden Wuttenberg 120. Cosa possono fare ?”. E’ stata poi espresso, in vista
del prossimo referendum per il passaggio della Provincia del Vco, il timore
che questa in Lombardia diventi una provincia di serie B o di serie C. Poi,
suscitato da Roberto Gremmo si è sviluppato un dibattito ricco di
contributi. Alberto Schiatti della rivista “Dialogo euroreginalista” ha
sottolineato come l’Europa attuale sia ben diversa da quella delle regioni e
dei popoli che era stata prefigurata ai suoi inizi, Uberto Gandolfi, docente
di storia e giornalista (che aveva presentato lo stesso giorno il suo nuovo
libro “Milan l’è un gran Milan. Il Vco in Lombardia), figlio di uno dei
padri fondatori dell’Uopa e autore di un testo che ripercorre la nascita, ha
evidenziato come in Ossola sia forte un’attrattiva lombarda, mentre
Emiliano Racca, che ha messo in piedi una pagina Facebook, Vco ​
Piemonte, ha sottolineato l’importanza che la Provincia rimanga
piemontese. Ha chiuso la serie dei contributi al dibattito Massimo Iaretti (nella foto piccola)
presidente di MPP-Movimento Progetto Piemonte che ribadito “la necessità
che le battaglie si facciano all’interno del Piemonte, non andandosene”,
aprendo però all’idea di Gandolfi di uno status differenziato per la
Provincia del Vco, analogo a quello che hanno Belluno in Veneto o Sondrio
in Lombardia. Poi ha avuto parole di apprezzamento per l’impostazione
concreta di Bona, proponendo tavoli di lavoro per arrivare a costituire in
tutta la regione una rete di amministratori autonomisti e regionalisti.

Pavese e “la casa in collina”

Serralunga di Crea è un comune ai piedi del Santuario mariano, dal 2004 patrimonio dell’Umanità dell’Unesco insieme agli altri Sacri monti e percorsi devozionali del Piemonte e della Lombardia. E il santuario appartiene al suo territorio comunale. Il paese, però, adagiato su un colle più basso, appunto una serra … lunga, suddiviso nei tre rioni che intitolati a tre Santi (San Rocco, San Giacomo, San Bernardo) in sé non lascia molto alla storia, oltre ad uno splendido panorama che nelle belle giornate consente la visione dell’arco delle Alpi e della Valle del Po, sino ad intravedere in lontananza Novara, se non la traccia lasciata da Cesare Pavese. Infatti, il Comune che ospita il Santuario di Crea, ospita anche quella casa, quella casa, quei paesaggi, dove Cesare Pavese scrisse “La casa in collina” e che ancora oggi, a parte la targa posta nei suoi pressi, èsi chiama “Villa Mario”. Il legame tra lo scrittore de “La Luna e i falò” e di tanti altri capolavori della letteratura italiana è dovuto alle nozze della di lui sorella, Maria Pavese, con Guglielmo Sini. Guglielmo Sini era uno dei tre figli maschi di Cesare Sini (gli altri erano Mario ufficiale morto nella Grande Guerra e Luigi, poi direttore di Rumianca, cui si aggiunse anche una figlia, Federica), direttore dell’Italcementi, che nel 1920 fece costruire “Villa Mario”, casa con annesso terreno,  intitolata al figlio Mario, come si può vedere dalle M impresse nei pali di cemento che sostengono la recinzione. Fu a Serralunga di Crea che  Pavese trascorse due inverni ed un’estate durante la seconda guerra mondiale e concepì una delle sue opere più belle, “La Casa in collina”. Parlare di Pavese e di Serralunga di Crea (attualmente gli è intitolata la Biblioteca comunale negli spazi che, ancora all’inizio degli anni Settanta occupava la macelleria) vuole anche dire parlare della nipote, Cesarina Sini, classe 1923, scomparsa alcuni anni orsono, all’età di 92 anni, che insieme alla sorella Maria Luisa, nata nel 1928, conservava e perpetrava ai posteri il ricordo dello zio.

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 Insieme alla madre Maria (Cesarina e Maria Luisa erano pertanto figlie di Maria Pavese e Guglielmo Sini) trascorreva ,  soprattutto d’estate, alcuni periodi di soggiorno presso “Villa Mario” dove viveva invece con maggiore frequenza la zia Federica Sini, che tutti in paese conoscevano come la “Tota” Sini, maestra per lunghi anni nella zona. Poi, dopo la scomparsa della mamma prima e della zia poi, Cesarina – che in paese aveva alcune amicizie da sempre, Liliana Patrucco, che viveva a Casale ma aveva fatto le scuole dai nonni a Serralunga e Gina, moglie di Attilio Godino, mitico sindaco democristiano della Valcerrina negli anni Sessanta e Settanta (e padre di Giuseppe, poi sindaco di Serralunga, vicini di casa dei Sini che la ricorda come “una persona sempre allegra, solare, simpaticissima”) – aveva incominciato a trascorrere periodi sempre più lunghi, soprattutto in estate a Villa Mario. E durante queste permanenze erano “mitici” i suoi falò nel prato. Chi scrive l’ha conosciuta personalmente sin da quando aveva i pantaloni corti: i suoi genitori affittarono per l’estate la casa che era stata costruita nella parte superiore della proprietà dal 1967 sino al 1998 e spesso da bambino e da ragazzino andava a giocare nella “Casa di Pavese” e che in virtù della sua conoscenza con la famiglia Sini fece da tramite ad un giovanissimo Marco Giorcelli, per diciannove anni alla guida del bisettimanale “Il Monferrato” allora alle prime armi come giornalista (ma aveva portato alla maturità una bellissima tesina su Pavese) per l’intervista a Maria Pavese avventa nella cucina di Villa Mario,. Ed è anche rimasto impresso nei ricordi della sorella di Cesarina, Maria Luisa che qualche anno fa, fattosi ormai uomo, in occasione dello spettacolo di Umberto Orsini in piazza a Serralunga gli disse: “Si, Massimo, mi ricordo bene di te e di tuo fratello, eravate delle pesti da piccoli, tiravate sempre le code ai gatti”.  Anche questi sono ricordi di un passato che non c’è più e che, con la scomparsa di Cesarina Sini perde un altro importante pezzo, non solo del Monferrato ma dell’intero Piemonte e dell’Italia. Infine un piccolissimo particolare che Serralunga di Crea non ha ancora saputo (o voluto) sfruttare a fondo: qualche anni fa Joumana Haddad, giornalista e scrittrice libanese, conosciutissima nel mondo arabo, ed anche in Italia, al punto che dal 2013 è ambasciatrice di della cultura e dei diritti umani della Città di Napoli, durante una lezione seguitissima di aggiornamento per i giornalisti, tenuta all’Università di Torino ha detto di aver imparato ed apprezzato la lingua italiana proprio leggendo le opere di Cesare Pavese.

Massimo Iaretti

 

 

Il ritorno di Portici di carta

Sabato 6 e domenica 7 ottobre è di scena Portici di Carta, la  libreria  più lunga del  mondo sotto i portici del centro di Torino con i tradizionali due chilometri di bancarelle in via Roma,  piazza San Carlo e piazza Carlo Felice. Portici di Carta 2018 è stato dedicato a Pippi Calzelunghe, personaggio rivoluzionario nato dalla penna di Astrid Lindgren, edito per la prima volta in Italia sessant’anni fa: un’icona in grado di valicare i confini  della  letteratura  per  l’infanzia. Per l’occasione, Valeria  Parrellaterrà – sabato 6 ottobre, ore 18.30, Oratorio San Filippo Neri (via Maria Vittoria 5) –  una lezione dal titolo Pippi maestra di femminismo; gli allievi della Scuola ODS (Operatori Doppiaggio e Spettacolo), coordinati da Stefania Giuliani, leggeranno nello Spazio Bambini estratti del libro e, il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, animerà piazza San Carlo con una grande azione di  pittura collettiva a lei ispirata. Quest’anno a Portici saranno presenti complessivamente 123 librai di Torino e provincia ed editori provenienti da tutto il Piemonte a cui si aggiungono in piazza Carlo Felice ibouquinistes del Libro Ritrovato. I portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice saranno suddivisi in 19 tratti tematici che raggrupperanno in modo omogeneo le librerie e le case editrici a seconda delle rispettive specializzazioni.