Al tempo di Matteo

“Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e pregate per chi vi perseguita e vi calunnia……” cit. San Matteo evangelista

 

Non so qual era l’attore o la serie televisiva che ha ispirato, a metà degli anni’70, i genitori , nel decidere il nome, di due dei più amati, detestati e contestati esponenti politici degli ultimissimi anni. Così diversi ma anche simili tra di loro. Dopo gli inizi giovanili il consolidamento e poi , sfruttando il momento di difficoltà dei rispettivi partiti, il Partito Democratico e la Lega Nord, la fulminea ascesa con risultati e pronostici mai accaduti in Italia. Per il primo anche la rapida discesa, anzi, caduta , fragorosa, rovinosa. La conseguenza , essendo diventati, quelli italiani, partiti personali, l’implosione dello stesso PD che non riesce a staccarsi dal suo ex segretario. Le similitudini tra i due Matteo sono molte, dal rivolgersi direttamente agli elettori, dalla concezione personale del ruolo, dal mostrare i muscoli con l’Europa, dal non rispettare le regole, dall’avere “fastidio” per l’azione della Magistratura, dal fare promesse mirabolanti, dal minacciare gli avversari , sia interni che esterni, , i dipendenti pubblici e privati, gli artisti, gli uomini di cultura ed i giornalisti, insomma a non tollerare il dissenso. Non deve stupire , quindi, che una parte dell’elettorato sia lo stesso e che si sia spostato più che da un partito all’altro da un Matteo all’altro . L’italico comportamento ” gli italiani corrono sempre in soccorso del vincitore” cit., è quanto mai attuale. Dalle donne di Genova , quelle del ” selfie” in Chiesa durante i funerali delle vittime del ponte Morandi, che l’avevano , il “selfie”, fatto anche con il primo dei due, ai cartelli , personalizzati, di benvenuto in alcune città del sud. . I cartelli sono sembrati gli stessi, riciclati , non c’è stato nemmeno il bisogno di cambiare il nome. In un periodo di crisi , risparmiare per cartone e pennarello non guasta. Stupisce semmai la reazione di molti meridionali, che non dimenticando l’atavico senso di sudditanza per non dire di servilismo verso il potente di turno, corsi ad osannare il Matteo padano. Hanno dimenticato le offese ricevute e le proteste conseguenti avvenute solo pochi mesi prima. In attesa dei risultati dell’azione del nuovo governo , che rischia di essere devastante per il nostro paese già fiaccato dai problemi pregressi e dalle “‘ riforme” fatte, purtroppo, dal primo Matteo, molti pronosticano un rapido tonfo anche del secondo. Intanto un rischio, un pericolo, si profila all’orizzonte , che dopo il primo Matteo, Renzi, ed il secondo Matteo, Salvini, possa arrivare anche il terzo Matteo, Richetti, in corsa per la segreteria del Partito Democratico . D’altronde si dice che ” non c’è due senza tre”. Se mai dovesse succedere sarebbe una punizione che, nonostante i tanti difetti e colpe degli italiani, sarebbe eccessiva. Verrebbe da chiedersi : cosa abbiamo fatto veramente di male per meritarci un simile flagello?

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