redazione il torinese

“Non ci siamo mai dedicati le canzoni giuste”

“Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo” Una certa Frida Kahlo citava queste parole e Calcutta ci rimette in bocca una pioggia di emozioni attraverso la voce incantevole di una Elisa che pare poco caratteriale ma che, in realtà, quando canta incanta. Fresco di pubblicazione mi fa trascorrere 3 minuti e 20 secondi col sorriso stampato in bocca; sono giorni che la ascolto in macchina e mi affascina l’idea di poter riportare dentro di sé una persona, bevendone il nome che cade sotto forma di pioggia. Dice infatti tutto sulla potenza metaforica del testo che, Calcutta, volenti o nolenti, ha centrato in pieno. Il significato della canzone è incentrato sull’amore: si parla infatti di un rapporto finito ma che è comunque presente e si fa sentire. Il brano si apre con “Non ci siamo mai dedicati le canzoni giuste” e “Non ci siamo mai detti le parole giuste neanche per sbaglio”, come ad accorgersi che forse si poteva fare di più, si doveva fare di più. La prima parte della canzone continua su questa linea, passando poi ad una fase malinconica dove la cantante fa i conti con l’assenza di questa persona e si rende conto di sentirsi vuota senza di essa. Ma c’è una frase, che a me lascia veramente un segno: ”se devi andare pago io”. Mi da quel senso di chi, lascia andare un amore che “deve” per le sue ragioni, e ne paga il conto, più salato che mai. La protagonista del video è la stessa Elisa che si ritrova più volte sotto la pioggia, quasi come a poter dire di essere libera di piangere per la mancanza di questa persona senza essere vista. Il video è stato realizzato in bianco e nero, quasi a voler dire che, senza questa persona, mancano colori importanti, quei colori che rendono tutto piu’ bello, luminoso… Ma vi lascio questa frase: ”gli altri muoiono; ma io non sono un altro; dunque non morirò” Vladimir Nabokov

Vi allego link ma del backstage, buon ascolto…godetevela tutta

https://www.youtube.com/watch?v=CsKw85CoyGM

Chiara De Carlo

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Chiara vi segnala i prossimi eventi …mancare sarebbe un sacrilegio!

Pd e Forza Italia, simboli del passato. Ora si volti pagina

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di Giorgio Merlo
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È’ ormai noto a tutti che ci sono alcuni partiti che ormai stanno progressivamente esaurendo la loro funzione politica e storica. Un tempo si sarebbe detto, dalle parti dei comunisti italiani, che “hanno esaurito la loro spinta propulsiva”
 Per tornare all’oggi, non possiamo non prendere atto che il ruolo, la funzione e la prospettiva del Partito democratico da un lato e di Forza Italia dall’altro sono entrati in un vicolo che difficilmente potrà ancora vederli come elementi centrali e determinanti dei rispettivi schieramenti. Non a caso, il voto del 4 marzo ha cambiato profondamente la geografia politica italiana arrivando al punto di cancellare, forse definitivamente, la tradizionale competizione fra quel centro sinistra e quel centro destra. Sul versante del centro destra, e’ del tutto evidente che quella coalizione – sempreche’ esista ancora – ha un solo grande e massiccio azionista: la Lega di Matteo Salvini. Il resto, come si suol dire, e’ del tutto marginale. Nel campo del centro sinistra, invece, abbiamo un Partito democratico che continua regolarmente e stabilmente a perdere tutte le elezioni. Locali e nazionali. Diventa francamente difficile pensare che attorno a quel partito possa rinascere un sistema di alleanze capace di porsi come alternativa credibile e competitiva rispetto agli schieramenti avversari. Oltretutto si tratta di un partito caratterizzato da una persistente faida interna che vede schierate le varie bande in contrasto l’una contro l’altra. È appena sufficiente registrare ciò che capita quotidianamente da quelle parti per rendersi conto che oggi il Pd non può più giocare quel ruolo che ha esercitato per alcuni anni con la guida di Veltroni prima e di Bersani poi. Dunque, dando per scontato che si deve ritornare alla “cultura delle alleanze” e quindi archiviare definitivamente la strampalata “vocazione maggioritaria” di renziana memoria e quindi della concezione arrogante dell’esclusività di un solo partito al potere o all’opposizione, sono 2 le condizioni decisive che, da adesso in poi, sono sempre più necessarie per affrontare la situazione che si è venuta a creare dopo il voto del 4 marzo e confermate ogni volta che si vota in qualunque angolo d’Italia. Innanzitutto devono ritornare protagoniste le identità politiche e culturali dopo il clamoroso fallimento dei partiti plurali. Identità indubbiamente aggiornate e riviste, ma identità. A cominciare dalla tradizione del cattolicesimo democratico, popolare e sociale che nel nostro paese e’ sempre stata protagonista in tutti i tornanti decisivi della storia democratica. Accanto, com’è ovvio, alla rinata destra, ad un perdurante populismo anti sistema e ad una sinistra oggi un po’ sbandata e disorientata ma comunque indispensabile e necessaria. In secondo luogo va rilanciato e valorizzato un “civismo politico e culturale” che oggi fa la differenza in molte competizioni elettorali. In particolare nelle elezioni locali. Un civismo che in un contesto sociale che nutre profonda sfiducia nei confronti dei partiti tradizionali può essere un veicolo che rilancia la partecipazione politica e, al contempo, rinnova profondamente la geografia politica dell’intero paese. Dal civismo passa, forse, anche il rinnovamento della politica italiana. Attorno a queste 2 condizioni la politica italiana può uscire dall’impasse in cui si trova. Purché non si continui a pensare a partiti che ormai hanno fatto il loro tempo e che, continuando la loro stanca azione politica quotidiana, non fanno altro che far emergere la necessità di avere nuovi soggetti, nuove politiche e nuove coalizioni.

Alla Lugano Cup 2018 brilla Anais Coraducci

Primo successo stagionale per l’italosvizzera Anais Coraducci, tesserata per l’Ice Club Torino Asd, che ha conquistato una preziosa medaglia d’oro nella Lugano Cup 2018, gara nazionale e internazionale che si è svolta il 20 e 21 ottobre. La Coraducci, giovanissima pattinatrice della nazionale svizzera, nata nel 2003 a Cheyres, dopo un brutto infortunio che l’ha tenuta ferma per 5 mesi durante la scorsa stagione, ha esordito, quest’anno, nella categoria senior, totalizzando, alla Lugano Cup, nel programma libero, in netto miglioramento rispetto alle stagioni precedenti il punteggio tecnico molto alto di 55.60, con il quale ha superato il tecnico (52.86 punti) ottenuto dalla sua connazionale campionessa svizzera, l’olimpionica di Pyeongchang Alexia Paganini nella gara di Budapest di questo stesso fine settimana. L’atleta svizzera che, dopo aver preso parte allo stage estivo dell’Ice Club Torino a Cerreto Laghi, ha deciso di trasferirsi nel capoluogo piemontese per allenarsi con Edoardo De Bernardis, ha vinto, nella sua gara d’esordio, sia il programma corto che quello lungo totalizzando 144.36 punti e presentando, nel lungo, musiche di Einaudi. In un momento in cui si parla di fughe di talenti anche sportivi è importante sottolineare che la giovanissima Anais Coraducci non è la prima atleta straniera ad affidarsi allo staff dell’Ice Club Torino. Negli anni passati, infatti, si sono allenate in Piemonte pattinatrici provenienti dalla Finlandia, dalla Slovacchia e le tedesche Sarah Hecken, olimpionica a Vancouver 2010, e Nathalie Weinzierl, olimpionica a Sochi 2014 e campionessa tedesca 2015 e 2017. Inoltre, anche Carolina Kostner, durante la sua carriera, ha trascorso alcuni mesi a Torino, seguita da Edoardo de Bernardis.

Barbara Castellaro

www.iceclubtorino.it

 

RIASSETTO DELLA RETE ELETTRICA NELL’AREA DI TORINO: SI CONCLUDE LA CONFERENZA DEI SERVIZI 

Si è conclusa con esito positivo la Conferenza dei Servizi convocata ieri dal Ministero dello Sviluppo Economico e relativa alla seconda fase degli interventi di razionalizzazione della rete elettrica a 220 kV nell’area di Torino previsti dal Protocollo di Intesa del 2009 firmato da Terna, Regione Piemonte e Comune di Torino. Quella di ieri rappresenta una ulteriore tappa di avvicinamento alla conclusione dell’iter autorizzativo dell’intervento che interesserà i Comuni di Pianezza, Collegno, Rivoli e San Gillio e che, una volta terminato, consentirà a Terna di realizzare un importante riassetto di linee elettriche con la conseguente demolizione di vecchi sostegni che, in alcuni casi, attraversano anche i centri abitati.In tal senso, Terna si è impegnata con il Sindaco del Comune di Pianezza Antonio Castello, maggiormente coinvolto dal passaggio delle linee elettriche, ad avviare, a valle dell’emanazione del decreto autorizzativo, un confronto per stabilire le modalità di attuazione degli interventi all’interno del Comune.

Chiamparino “offre” gli impianti per le Olimpiadi

Resta la  disponibilità  del Piemonte a mettere a disposizione gli impianti che “possano essere necessari a rendere più forte e competitiva la candidatura italiana”. Così l’Ansa riporta la proposta del presidente Sergio Chiamparino, che “anche se la questione candidatura è chiusa”, dichiara la disponibilità della Regione. “Ora guardiamo avanti. Come Regione abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili e adesso  possiamo contribuire a rendere più forte la candidatura italiana mettendo a disposizione le strutture  che si rendessero necessarie”. 

Al Moi opera d’arte dei bimbi del Regina Margherita

Si tratta di un’opera in realtà virtuale, inedita, che verrà presentata giovedì 25 ottobre 2018 alle ore 18

 

Per la prima volta un’opera d’arte creata da un’importante artista internazionale in collaborazione con i piccoli pazienti oncologici dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino viene esposta in una mostra, presso le Arcate dell’Ex-MOI. Si tratta di un’opera in realtà virtuale, inedita, che verrà presentata giovedì 25 ottobre 2018 alle ore 18. Treti Galaxie, in sinergia con Dear Onlus, presenta la prima personale in Italia dell’artista francese Mélodie Mousset (*1981 Abu Dhabi, vive e lavora a Zurigo). A partire dal 2016 l’artista sviluppa HanaHana, una rappresentazione del suo inconscio corporeo come ambiente in realtà virtuale: lo spettatore viene a trovarsi in un mondo-laboratorio, composto prevalentemente da sabbia, acqua colorata e misteriose strutture di pietra, in cui può costruire all’infinito vertiginose architetture composte da mani, il primo e più antico strumento dell’umanità. Il progetto con il Regina Margherita consiste in una nuova versione di HanaHana, sviluppata dall’artista insieme ai ragazzi ospedalizzati nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli), nell’ambito di Robo&Bobo di Dear Onlus, associazione che si occupa di umanizzazione in ambienti ospedalieri. Il team multidisciplinare di DEAR, composto da professionisti attivi nell’ambito dell’arte e del design, della pedagogia, della psicologia e dell’antropologia, ha ideato e condotto una serie di laboratori tramite cui i ragazzi sono entrati in dialogo con il lavoro e la ricerca di Mélodie Mousset, diventando i suoi assistenti per la durata del progetto e contribuendo in maniera attiva alla creazione della nuova opera, esperibile in mostra tramite visori Acer Windows Mixed Reality. Obiettivo del progetto sperimentale è offrire ai ragazzi ospedalizzati un’esperienza formativa unica, contribuendo anche ad abbattere la barriera fisica tra interno ed esterno dell’ospedale. Il lavoro viene presentato nella zona dell’Ex-MOI, che con il suo ipnotico ripetersi di archi catenari e la sua storia fatta di scambi e mutamenti funge da ideale introduzione all’opera e varco per il passaggio tra reale e virtuale. Robo&Bobo è un innovativo percorso didattico-laboratoriale nato per avvicinare alle nuove tecnologie ed alle discipline STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts, Math) i ragazzi adolescenti e preadolescenti (11-18 anni) del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita. Il progetto è stato realizzato con il supporto di Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore), Fondazione Alta Mane Italia e Fondation Alta Mane Genève. E con il supporto tecnico di Acer, DuParc Contemporary Suites, DuParc Oriental Spa, Parcolimpico (disponibilità degli spazi), Sardex, Piemex in Piemonte, Lo Spaccio Alimentare.

 

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Mélodie Mousset

HanaHana: Full Bloom – a VR Experience

a cura di Treti Galaxie

Arcate dell’Ex-MOI – via Giordano Bruno 181, Torino

 

Opening: 25 ottobre 2018 – h.18.00

(su invito)

 

dal 26 ottobre al 15 novembre

(su appuntamento: info@tretigalaxie.com)

Scivola in bici e muore in montagna

Sono morti i due escursionisti dispersi da ieri sulle montagne di Pinerolo. Gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese li hanno trovati, il primo a monte del rifugio Granero. L’identità è certa per una delle vittime,  il 65enne di Pinerolo Agostino Benedetto appassionato di bici. Forse è  precipitato  per avere slittato su una placca di neve gelata. Non si sa ancora chi sia un secondo escursionista il cui zaino è stato individuato vicino al colle del Sabbione . Il corpo   è stato ritrovato  alle 2 di notte, era precipitato a valle. 

 

(foto archivio)

“Michelangelo Pistoletto / Comunicazione. Le porte di Cittadellarte”

Fino al 26 gennaio 2019

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Nasce da un’idea-intuizione di oltre quarant’anni fa e dello stesso Michelangelo Pistoletto, la mostra dedicata al geniale artista biellese – fra i massimi esponenti dell’Arte Povera – e ospitata, fino al 26 gennaio del prossimo anno, negli spazi espositivi della Galleria “Giorgio Persano” e in quelli (facenti capo da alcuni anni alla stessa Galleria che ne dista un tiro di schioppo) dell’ex-Opificio “Pastiglie Leone”, in corso Regina Margherita 242 a Torino. Sempre quello il luogo, la Galleria di via Principessa Clotilde 45, e sempre lui il “complice” della bizzarra pensata, il gallerista – attento divulgatore sotto la Mole della meglio Pop Art internazionale – Giorgio Persano. Era la fine di settembre del ’76 – ricorda in una nota lo stesso Pistoletto – quando “invitato da Giorgio Persano a tenere una personale nella sua galleria, ho deciso di realizzare una mostra consistente in ‘100 mostre nel mese di ottobre’”. Come? “Pensandole e descrivendole tutte in quel mese, e numerandole da una a cento, per essere subito stampate in un libretto (giallo) di 9 x 9 x 1,5 cm. presentato in galleria come opera compiuta in se’, ma contemporaneamente estesa nel tempo a venire, cioè quando le mostre avrebbero potuto essere eseguite, sia da me stesso sia da altri”. Da allora sono trascorsi 42 anni. E un buon numero delle mostre illustrate in quel curioso “libretto giallo” sono state pur anche realizzate. Da Pistoletto, come da altri artisti che “ne hanno preso lo spunto come da un ricettario”. Una via l’altra. Dietro le piccole e grandi “novità” creative rotolate a precipizio nello scivolo degli anni. Fino alla centesima. Alla mostra numero 100. Che Pistoletto e Persano di buon accordo decidono, per le caratteristiche espresse -frutto di scelte concrete anche della vita professionale dei due – essere quella attuale, sviluppata in un duplice percorso: una grande installazione simbolico-concettuale posizionata sui settecento metri quadri della Galleria-madre di via Principessa Clotilde e un’esposizione di un buon numero di “quadri specchianti” (le celebri serigrafie su lastra d’acciaio inox lucidato a specchio) fondamento artistico e teorico della più nota produzione di Pistoletto, nel vicino ex-Opificio “Pastiglie Leone”. Fil rouge comune, il tema della “Comunicazione”. Centrale e palese nello scorrere e nel complesso intrecciarsi di quelle diciassette “stanze” aperte e interconnesse, ricavate attraverso l’ingegneristica architettura in legno grezzo posizionata in Galleria e rappresentanti il complesso organismo in cui s’ha da articolare, per l’artista, tutto il sistema che mette insieme arte e società. Evidente il richiamo alle porte della sua Cittadellarte, fondata nel ’98 a Biella nei locali dell’ex-manifattura Trombetta: un complesso di archeologia industriale tutelato dal Ministero dei Beni Culturali, diventato oggi un grande laboratorio creativo e fabbrica di idee, “un’istituzione – scrive Pistoletto – che pone l’arte in relazione diretta con i differenti settori che compongono la società”. Spazi aperti, che permettono salutari catartici travasi dall’architettura alla spiritualità, dal lavoro all’ecologia, fino a rendere comunicanti economia e scienza, arte e politica, matematica e filosofia non meno che agricoltura e design o moda e produzione: così all’infinito, mischiando partenze e traguardi per andare e tornare “in una fitta rete di interconnessioni e comunicazioni” in cui trova forma quel Terzo Paradiso teorizzato dall’artista come “il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale”. Quest’è, a comune giudizio, il “comunicare”. Apparentemente l’opposto o cosa assai diversa di quanto espresso nei diciotto “quadri specchianti” (tutti inediti meno uno ed ultimi eredi dei primi esemplari comprati in blocco nel ’63 dalla gallerista parigina Ileana Sonnabend) assemblati negli spazi dell’ex-Opificio “Pastiglie Leone”, luogo storico dell’industria torinese. Opere che raccontano di una comunicazione “altra”, di relazioni umane mediate o interrotte (?) dal “digitale” e dai “social”. Tempi e ritmi dell’oggi. Ed ecco il ragazzo, berretto   in testa borsone a terra e pelle super tatuata, con gli occhi affondati nel cellulare, la “coppia a colazione” che non si sfiora manco di striscio e l’ufficio dove i tablet dettano i ritmi del confronto interpersonale. Siamo nel regno degli smartphone e dei selfie, in cui s’inneggia al potere assoluto e alle incognite del gigabyte. Tutto in scala reale. Sorprendente e abbacinante. Unica opera con qualche annetto in più, un “girotondo” del 2007. Allora s’usava ancora toccarsi e manifestare in coro. Poco oltre, però, l’immagine del bastone di un selfie a tre. E l’incantesimo decade. Ma questi lavori, tiene ben bene a sottolineare l’artista,“non hanno funzione né apologetica né critica, semplicemente documentano lo stato delle cose”. Così oggi é. Pensiamoci sù.

Gianni Milani

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“Michelangelo Pistoletto/Comunicazione. Le porte di Cittadellarte”

Galleria “Giorgio Persano”, via Principessa Clotilde 45, Torino; tel. 011/835527 o www.giorgiopersano.org

Orari: mart. – sab. 10/13 e 15,30/19

Ex-Opificio “Pastiglie Leone”, corso Regina Margherita 242, Torino

Orari: mart. – sab. 15,30/19

Fino al 26 gennaio 2019

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Photo: Nicola Morittu

– “Le porte di Cittadellarte”, legno, 2018
– “Smartphone – Uomo seduto a terra”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Smartphone – Coppia a colazione”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Tavolo di lavoro”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Solidarity”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018
– “Selfie – Tre ragazze di schiena”, serigrafia su acciaio inox supermirror, 2018

Allegri: “Vincere non era da tutti”

Massimiliano Allegri scrive soddisfatto sui social  dopo la partita contro  il Manchester United: “Non solo la concentrazione, ma anche i ritmi giusti per quasi tutta la partita. Vincere in questo stadio non è da tutti,  complimenti ai ragazzi”. 

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Arriva Junker, la nuova App per la differenziata

La Città di Torino, insieme ad Amiat, società del Gruppo Iren, ha adottato e messo a disposizione dei cittadini, Junker, un servizio fruibile tramite app (per smartphone android o apple) che riconosce con un solo clic quello che il cittadino sta gettando, e tramite geolocalizzazione, informa l’utente sulla normativa del territorio di riferimento. Tanto semplice da essere rivoluzionaria. Mai più dubbi, mai più errori, dunque, grazie a questa app, nata per facilitare la vita ai cittadini, integralmente tradotta in 10 lingue, tra cui russo, cinese, rumeno, ucraino, a favore dei turisti, ma anche delle comunità straniere che vivono e lavorano in Italia. Inoltre la app è stata resa totalmente accessibile per ipo e non vedenti, sia nella versione iOs che Android. Ecco come funziona: scansionando il codice a barre del prodotto o dell’imballaggio, Junker riconosce il rifiuto grazie ad un database interno di oltre 1 Milione e mezzo di prodotti e ne indica la scomposizione nelle materie prime e i bidoni a cui sono destinate le varie parti. Un database ‘in progress’ che viene aggiornato quotidianamente anche grazie al contributo degli utenti: se il prodotto scansionato non viene riconosciuto, l’utente può trasmettere alla app la foto del prodotto e ricevere la risposta in tempo reale, mentre la referenza viene aggiunta a quelle esistenti e da quel momento presente nel database. Uno strumento innovativo perfettamente in linea con la filosofia delle smart cities. JUNKER è a disposizione gratuitamente per tutti, e offre la possibilità alla città di comunicare molte altre informazioni: ubicazione dei punti di raccolta, percorsi, calendari del porta a porta, indicazioni per i rifiuti speciali. Saranno attivi sin da subito funzioni che permettono anche ai cittadini di diventare protagonisti dell’economia circolare. Da un lato gli utenti potranno segnalare criticità relative alla gestione dei rifiuti allegando una foto scattabile con il proprio smartphone. D’altro canto gli utenti potranno indicare punti per favorire la riduzione del rifiuto, per esempio negozi di seconda mano o di prodotti sfusi, centri di riuso, raccolta delle eccedenze alimentari, e così via. “Eccellenti risultati in termini di raccolta differenziata e igiene ambientale dichiara il Presidente di Amiat Gruppo Iren Christian Aimaro – si raggiungono anche grazie all’adozione di strumenti di informazione innovativi, che consentono di avviare un dialogo diretto fra la città e gli utenti, ampliando sempre più i canali di comunicazione rivolti al pubblico. La partecipazione diretta dei cittadini, grazie all’utilizzo di questa applicazione, costituisce una nuova opportunità per migliorare ulteriormente il servizio erogato e la qualità di vita dei cittadini. Questo strumento tecnologico consente ai cittadini di poter fruire di un aiuto immediato e sempre disponibile per poter correttamente conferire tutti gli imballaggi, con un conseguente miglioramento in termini qualitativi della raccolta differenziata” “JUNKER nasce per ridurre la quantità di rifiuti a favore del riciclo delle materie prime di cui sono composti”– afferma Benedetta De Santis, ideatrice della APP- ma risultati significativi possono essere ottenuti solo grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini, che, nell’era delle applicazioni in mobilità, desiderano anche per la gestione dei rifiuti una informazione veloce, puntuale e smart. Da qui l’idea di un servizio semplice che identifichi i prodotti e riconosca i materiali di imballaggio con un semplice clic sul codice a barre realizzato con la fotocamera dello smartphone“. L’Assessore all’Ambiente, Alberto Unia, conferma che gli obiettivi della Città di Torino sono di raggiungere entro il 2020 i target dell’UE, cioè il 65% di raccolta differenziata su tutta la città entro il 2023. “Per raggiungere questo obiettivo spiega lassessore – la Città sta mettendo in campo una serie di politiche volte a facilitare la corretta differenziazione dei rifiuti, in primis l’estensione della raccolta porta a porta su tutto il territorio cittadino. L’implementazione di Junker sarà un importante accompagnamento ai cittadini in questo passaggio in quanto aiuterà ad eliminare qualsiasi dubbio sulla corretta differenziazione e allo stesso tempo permetterà di mettere in atto pratiche di riduzione dei rifiuti tramite la diffusione di punti di economia circolare“.

(foto: il Torinese)