redazione il torinese

TAV: 1000 FIRME RACCOLTE DA +EUROPA TORINO PER REFERENDUM CONSULTIVO COMUNALE

+Europa Torino e Associazione Radicale Adelaide Aglietta sfidano la Sindaca Appendino e il Consiglio Comunale: “Convochino un referendum consultivo sul TAV!”

Anche noi sabato 10 novembre eravamo in Piazza Castello, con le sole bandiere dell’Unione Europea, per dire basta alle politiche della Sindaca Appendino e per raccogliere le firme su un’istanza di referendum consultivo comunale sul TAV.

Secondo lo Statuto cittadino sarebbero bastate 300 firme, ma la risposta dei torinesi è andata al di là della soglia necessaria. Ben 1000 cittadini residenti a Torino hanno infatti firmato la nostra istanza, che consegneremo in Comune martedì 13 novembre. A questa si aggiunge quella già presentata in Città Metropolitana lo scorso 8 novembre.

I primi firmatari di entrambe le istanze Silvio Viale (Radicali Italiani), Daniele De Giorgis (Coordinatore Associazione Radicale Aglietta) e Andrea Maccagno (Direttivo +Europa Torino) dichiarano: “la Sindaca è riuscita a incanalare un eterogeneo malcontento in un’azione politica che da tempo la città aspettava. Da parte nostra consegniamo ad Appendino la possibilità concreta di consultare i suoi cittadini, nella piena tradizione della democrazia diretta solo all’apparenza tanto cara al Movimento 5 Stelle. La Sindaca può scegliere la strada del referendum consultivo tanto comunale quanto della Città Metropolitana: noi le abbiamo fatto un assist per entrambi. Martedì consegneremo all’URP le firme richieste: sta a lei e al Consiglio Comunale dire SI’ o NO al referendum. La piazza di sabato è stata la risposta dei cittadini alla provocazione NoTav dei 5stelle in Consiglio Comunale. Ora li sfidiamo noi con il referendum”.

Appendino commenta il sole 24 Ore: “a Torino calo dei reati”

La sindaca Appendino, dopo la manifestazione di piazza di ieri critica (anche) nei suoi confronti, posta su Facebook un commento all’indagine sulla sicurezza nelle città pubblicata dal Sole 24 Ore: ” Prefetto, Questore e Sindaco devono confrontarsi ogni giorno con uno dei problemi maggiormente percepiti in ogni grande città: la sicurezza. Condivido con voi queste statistiche, – scrive Appendino – non per sostenere chissà quale tesi ma perché lo ritengo un argomento importante sul quale è bene essere informati. Da una veloce analisi, Torino, pur attestandosi nella parte alta della classifica generale, vede un significativo calo dei reati, migliore della media nazionale”. Prosegue la prima cittadina: “Su tutti, i furti risultano numerosi ma in netto calo, mentre reati più gravi come omicidi e violenze sessuali, ci vedono in parti più basse della classifica ma con dati in aumento. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le Forze di Polizia che lavorano ogni giorno proprio per garantire la nostra sicurezza”.

Tutti a scuola di gemmologia

DAL PIEMONTE    Valenza, da sempre, vuole dire oro e gioielli, in Piemonte, in Italia e nel mondo. E non è stato infrequente il caso che, anche negli anni passati da Torino e provincia ci si sia rivolti agli artigiani orafi valenzani per acquistare dei manufatti o per apprendere l’arte

Si tratta di un’arte che si tramanda ormai da generazioni e di un sapere che è famoso in tutto il mondo. Di qui la necessità di tramandarlo. In questo ambito è nato, sin dagli anni Settanta, il corso di gemmologia che tiene il professor Luciano Orsini e che partirà il 20 novembre prossimo al Laboratorio Speranza Cavenago dell’Istituto Cellini in strada Pontecurone, grazie alla disponibilità della dirigente Maria Teresa Barisio ed al sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria che, con il presidente Pierangelo Taverna, ha sempre creduto nell’iniziativa. Il corso, completamente gratuito, si ‘snoda’ in ottanta ore settimanali che si svolgono in orario serale, dalle 20.30 alle 22.30, e si concluderà entro l’anno scolastico. Si rivolge ad operatori del settore o amanti della materia – forze dell’ordine, artigiani, commercianti, appassionati della materia – ma anche a persone che si vogliano avvicinare per la prima volta a questo mondo, non avendone una preparazione specifica e si suddivide in lezioni teoriche e pratiche. E, i partecipanti, sono circa una trentina tutti gli anni, molti dei quali non sono soltanto valenzani, ma vengono anche dalle province e delle regioni vicine. Il docente, Luciano Orsini, è molto conosciuto e non soltanto in ambito valenzano ed il suo curriculum parla chiaro: docente per 40 anni di analisi gemmologica al Cellini, docente a contratto al Politecnico di Torino nel master di Ingegneria del gioiello, perito della Camera di Commercio e presso il Tribunale di Alessandria, consultore della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa, nonché autore di diverse pubblicazioni di carattere scientifico, storico ed artisticom da sempre appassionato della materia, pur non essendo ‘figlio d’arte’. “Il corso è nato – spiega – da molteplici richieste degli operatori e dalla necessità di conoscenze specifiche” e si collega con un altro, sulla conoscenza e la tutela dei beni culturali, che Orsini organizza ogni anno in collaborazione con il comando provinciale dell’Arma dei carabinieri, anch’esso prossimo alla partenza. Le lezioni affrontano diversi aspetti della gemmologia, dall’analisi, alla valutazione, alla storia e simbologia delle gemme a esercitazioni rese possibili grazie alla dotazione scientifica del laboratorio. “Certamente i problemi di oggi – dice ancora Luciano Orsini – non sono quelli di quaranta anni orsono: allora la peggior realtà truffaldina potevano essere le sintesi, oggi sono gli abbellimenti artificiali”.

Massimo Iaretti

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Per informazioni ed iscrizioni, tel. Dalle 9 alle 20 ai numeri 340/1280335 o 0131/940163.

 

 

Torna a teatro il poetico “Elisir”

Ritorna in scena dopo cinque anni al Regio di Torino, martedì 13 novembre alle 20, l’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, con Michele Gamba sul podio dell’ Orchestra e Coro del Teatro Regio, in una delle partiture più leggere, comiche e sentimentali del compositore bergamasco, per la regia di Fabio Sparvoli.L’allestimento è ambientato in un piccolo centro dei Paesi Baschi negli anni Cinquanta e ne è protagonista Nemorino, impersonato da Santiago Ballerini, innamorato dalle ricca e capricciosa Adina, della quale non riesce ad attirare le attenzioni.
Salvifico risulta in paese l’arrivo del medico ciarlatano Dulcamara, la cui parte è interpretata da Simon Orfila, che venderà a Nemorino del vino di Bordeaux, spacciandolo per un potente filtro d’amore. Gaetano Donizetti compose quest’opera in un tempo relativamente breve, anche se forse potrebbe essere una leggenda la voce secondo cui impiego’ soltanto quindici giorni. Gli fu commissionata dall’impresario del Teatro della Cannobiana di Milano, Alessandro Lanari, che aveva ricevuto il forfait da parte di un altro compositore, che gli avrebbe dovuto scrivere l’opera per la stagione della primavera 1832. Donizetti ricorse ad uno dei più celebri librettisti dell’epoca, Felice Romani, che compose un libretto tratto da “Le Philtre” di Scribe e già musicato da Daniel Auber. Gavazzeni definì l’Elisir un “idillio lombardo”; alcuni critici giudicarono l’opera una sorta di “Barbiere di Siviglia” di Donizetti. In realtà la sua peculiarità rimane la commistione tra buffo e lirico, tra il registro del divertimento e quello del sentimento.
La celebre aria cantata da Nemorino, “Una furtiva lagrima”, è toccante e tutt’altro che comica. L’Elisir d’amore è risultato un capolavoro prodigioso non tanto perché nato sulla misura di interpreti eccezionali, ma in virtù della geniale intuizione del suo compositore, capace di dare all’opera un colore poetico assolutamente straordinario, assunto dai timbri strumentali, in primo luogo i fiati. A volte capita che l’orchestra si apra ai toni chiassosi e travolgenti della farsa, come nel caso della famosa banda nella scena del fidanzamento di Adina e Belcore, ma, in realtà, tutta l’opera è percorsa da poetiche sottolineature di flauti e clarinetti, capaci di trovare un culmine nella pagina giustamente più famosa dell’opera, la celebre romanza di Nemorino, “Una furtiva lagrima”, con l’assolo incantato del fagotto, che pare diventare quasi una voce umana, un’eco nostalgica della parola, non meno eloquente di quest’ultima.
 
Mara Martellotta 

Villadeati: dal 1300 alla Resistenza

Villadeati è un comune della Valcerrina, al confine con la Provincia di Asti, situato all’estremità occidentale del Monferrato Casalese, quindi in Provincia di Alessandria. L’insediamento si trova sulla sommità di uno dei rilievi più alti della zona, esposto a mezzogiorno ed affacciato sulle colline astigiane. Il paese prende il nome dalla famiglia Deati che ottenne il territorio in feudo nel XIV secolo. Al 1341 risale il primo documento che attesta l’esistenza di De Villa De Deatis. FU a lungo parte dell’astigiano (con il quale permangono ancora oggi dei rapporti socio – economici stantae la vicinanza con la Città del Palio e con il territorio circostante) dopo rientrò in un sistema militare che poggiava su due castelli che dominavano le valli dello Stura e della Versa. Villadeati fu al centro di un tragico episodio durante la guerra civile. Nell’autunno del 1944 si formò un gruppo di partigiani aggregati alla Divisione ‘Monferrato’. In seguito ad un attacco partigiano ad una colonna armata tedesca nei pressi di Cavagnolo venne ucciso un militare germanico ed un altro venne fatto prigioniero. Quest’ultimo, dopo aver conquistato la fiducia dei partigiani riuscì a fuggire e a denunciare la presenza partigiana nei pressi di Villadeati. Il 9 ottobre del 1944 arrivò la risposta tedesca e fu terribile. Sotto il comando del maggiore Mayer, 24 autocarri e 200 soldati tedeschi, provenienti da Casale e da Valenza raggiungero il paese, entrarono nelle case che furono messe sottosopra, i viveri portati via con prepotenza, i vitelli e le mucche prelevati dalle stalle ed alcune bestie uccise e caricate sugli autocarri. Il peggio, però, doveva ancora venire: Gli abitanti vennero radunati nella piazza del paese ed il comandante scelse quattordici capifamiglia minacciando loro la fucilazione se non si fossero presentati spontaneamente i capi partigiani ricercati. Va detto che due vennero salvati per un intervento del generale Ernesto Botto, pilota mutilato in combattimento e medaglia d’oro al valor militare, già sottosegretario e capo di stato maggiore del ministero dell’Aviazione Nazionale Repubblicana della Rsi. ella Repubblica sociale. Al gruppo dei capifamiglia si aggiunse anche il parroco don Ernesto Camurati che venne considerato dal maggiore Mayer un ‘ribelle’ al pari degli altri partigiani. Il sacerdote chiese al comandante tedesco di essere ucciso lui solo in cambio degli altri che avevano tutti moglie e figli, ma tale richiesta, coraggiosa ed eroica, venne respinta. Don Camurati benedisse, aprì il breviario e una lunga scarica di fucili ruppe il terribile silenzio che era caduto. Erano le 12 del 9 ottobre 1944. Tutti vennero poi passati con il colpo alla nuca. Questo l’elenco delle vittime di Villadeati: don Ernesto Camurati, anni 46; Angelo Caprioglio, anni 50 e tre figli; Carlo Dorato, anni 44, con un figlio; Giuseppe, Dorato anni 50, due figli; Clemente Gippa, anni 60, due figli; Felice Lanfranco, anni 44, due figli; Carlo Odisio, anni 45; Luigi Odisio, anni 49, quattro figli; Giuseppe Odisio, anni 52; Luigi Pietro Quarello, anni 57; Ernesto Vallone, anni 49, quattro figli. Caprioglio fu catturato mentre stava lavorando in cantina. Il 23 ottobre del 1944 il paese su teatro di una nuova incursione dei nazisti che causò una fuga generalizzata degli abitanti ed una nuova uccisione. All’indomani della Liberazione, il 9 maggio 1945, il maggiore Mayer, che nel frattempo si era arreso, rintracciato in campo ad Asti, venne portato nello stesso luogo dove si era verificato l’eccidio ed ucciso. Le vittime delle rappresaglie sono ricordate da un monumento nella piazza principale, che si chiama appunto piazza IX Ottobre, in quanto qui avvenne la barbara esecuzione, e a loro sacrario è stata dedicata la chiesa di San Remigio, recentemente ristrutturata. Ma di questa e di altri beni che si trovano nel Comune di Villadeati, a partire da quello che tutti chiamano ‘Castello Feltrinelli’ si parlerà nelle prossime tappe del viaggio. Infine va ricordato che a Casale Monferrato, in via Mameli (la stessa via dove si trova il palazzo del Municipio), a poca distanza dalla residenza del Vescovo e dalla Curia Vescovile, è stata posta una lapide che ricorda il sacrificio del sacerdote.
Massimo Iaretti

Un mondo di Cioccolatò

Un paradiso di cioccolato a disposizione per tutti i golosi  per ben dieci giorni di eventi nel cuore di Torino, dal 9 al 18 novembre in Piazza San Carlo e via Roma che  ospiteranno un centinaio di stand in occasione di  CioccolaTò 2018

Un’edizione rinnovata nella formula che promette di attrarre ancora più pubblico degli anni scorsi e coinvolgere appassionati di ogni età. “Sono certo che le famiglie torinesi e i diversi turisti che giungeranno in questo periodo pre-natalizio per ammirare i tesori dei nostri musei, le Luci d’Artista e prendere parte alle manifestazioni del contemporaneo, apprezzeranno la kermesse dedicata alle prelibatezze modellate dalle mani sapienti dei maestri cioccolatieri, con la possibilità di cimentarsi direttamente nell’arte dolciaria nei laboratori che saranno organizzati e misurarsi così con l’estro creativo”.  “CioccolaTò è cultura dell’artigianalità. Un evento importante a livello europeo perché si discosta dalle altre fiere monotematiche puramente commerciali. Durante la kermesse torinese, quindi, c’è la possibilità di portare in piazza la propria abilità: da qui arriva l’idea della fabbrica per mostrare come viene lavorato il cacao”, spiega Gregorio Catricalà, organizzatore e responsabile di Craun&Crest“Con soddisfazione voglio sottolineare la grande attenzione da parte delle nostre imprese dolciarie al ritorno a Torino di CioccolaTò 2018, un’importante manifestazione, che negli anni passati, ha saputo mettere in piena luce l’arte dolciaria dei nostri Maestri cioccolatieri, dei loro laboratori e delle loro botteghe” dichiara Maria Luisa Coppa, Presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia.

 

Un calendario di eventi che si divide in tre principali blocchi tematici: “Choco Talk”, “Choco Experience” e “Choco Kids”. Gli stand saranno aperti sempre dalle 10 alle 22 (il sabato fino alle 24) e ogni giorno ci sarà la possibilità di degustare, conoscere e divertirsi.  Durante dieci giorni di dolcezza verrà proposto “Cioccolato a Corte”, organizzato da “Viaggi a Corte”: un percorso di degustazioni nelle residenze sabaude e nei caffè storici Torinesi che termina in Piazza San Carlo con la visita alla Fabbrica del Cioccolato e del Gianduiotto (info@viaggiacorte.it). Tra gli altri tour, anche “Torino Golosa Speciale CioccolaTò” che parte in piazza Castello dal punto info Turismo Torino, in collaborazione con SomeWere, ed è un itinerario nel centro storico della città per raccontare la storia del Piemonte più antico e gustare le golosità nate in quell’epoca tra nobiltà e popolo. Sabato 17 novembre, invece, torna “Choco Tram” la cena gourmet sullo special tram Gtt con un menu pensato per l’occasione (infowww.gtt.to.it).

Coinvolti in questa edizione esplosiva di CioccolaTò grandi chef stellati – Claudio Vicina “Casa Vicina” Torino, Andrea Larossa “Ristorante Larossa” Alba, Giovanni Grasso e la Pastry Chef Chiara Petracchini “Ristorante La Credenza” S. Maurizio Canavese, Marcello Trentini “Ristorante Magorabin” Torino – che sveleranno i loro segreti con show cooking di ricette dolci e salate dedicate al cioccolato e il cacao.  Per chi vuole sperimentare l’esperienza di una degustazione multisensoriale, venerdì 9 novembre dalle 17 alle 18, il maestro Guido Gobino – ambasciatore del cioccolato di qualità nel mondo – in collaborazione con l’Istitute Internazionale Chocolier proporrà un viaggio alla scoperta del cibo degli Dei che non si ferma al Gusto ma mescola il piacere del palato con l’Udito. In cuffia per accentuare la concentrazione verrà abbinata una attenta selezione musicale.

 

A tutto questo si unisce un contest che coinvolgerà più generazioni “Nonni e nipoti al Cioccolato”. E’ il contest 2018 per riscoprire e realizzare antiche ricette dei nonni sulla torta al cioccolato. Un modo per condividere momenti preziosi e tramandare segreti di famiglia ai più giovani. Bisogna inviare le proprie specialità, che sia una ricetta o la foto della creazione a iscrizioni@cioccola-to.eu.  Tre ricette fra le più originali, decorate e creative o tradizionali, saranno scelte per la sfida finale: nonni e nipoti si raduneranno domenica 18 novembre al pomeriggio presso il ChocoLab in Piazza San Carlo per realizzare le ricette che verranno giudicate da alcuni dei Maestri Cioccolatieri Piemontesi di Ascom, Epat e Conpait. Grazie alla collaborazione con Selmi Group, azienda leader nel settore dei macchinari per la lavorazione del cioccolato e sponsor tecnico di Cioccolatò, Torino si trasformerà in un laboratorio di cioccolato a cielo aperto con due fabbriche del cioccolato.  Non mancherà anche quest’anno la presenza di Centrale del Latte di Torino con degustazioni dei suoi prodotti, ottime merende e Milk break e panna ad accompagnare la cioccolata calda per tutti. Un appuntamento della Città di Torino realizzato da Craun&Crest con il supporto di Conpait e Ascom Confcommercio Torino e Provincia.

 

Il turismo in Piemonte

Turismo Torino e Provincia, Abbonamento Musei, EDT e Eataly insieme
Arte, storia, cultura, natura e cucina: tutto questo contraddistingue il Piemonte ed è grazie a questo importante patrimonio che la nostra è la migliore regione al mondo secondo ” Best in Travel 2019 – Il meglio da Lonely Planet” (ottobre 2018, 216 pagine), la guida che ogni anno raccoglie i sondaggi di oltre 200 autori di viaggi in giro per il mondo e stila una classifica. E, per l’anno prossimo, il Piemonte spicca tra tutte le altre, grazie ad attrattive come festival musicali e artistici, musei e castelli, itinerari naturalistici, eccellenze enogastronomiche fino ad arrivare all’annuale Fiera del tartufo bianco d’Alba.
 
L’incontro “Il turismo in Piemonte” tenutosi nei giorni scorsi presso Eataly Lingotto è stata così l’occasione per raccontare le novità relative alla proposta turistica e culturale della nostra regione. Insieme all’autore e giornalistaLuca Iaccarino ne hanno parlato:
– Daniela Broglio – Direttore Turismo Torino e Provincia 
– Simona Ricci – Direttore Associazione Abbonamento Musei 
– Angelo Pittro – Direttore Lonely Planet Italia 
– Francesco Farinetti – Amministratore Delegato Eataly 
 
« Best in Travel 2019 ha promosso il Piemonte regione Top: questo è per noi di Lonely Planet Italia motivo di grande soddisfazione e orgoglio. Testimonia il lavoro fatto in questi anni e la capacità di guardare al futuro necessaria per far crescere la nostra regione come meta turistica. – ha spiegato il Direttore di Lonely Planet Italia Angelo Pittro – Il Piemonte,
infatti, conserva, accanto alla dinamicità propria delle città manifatturiere e a una tradizione enogastronomica di eccellenza, l’impronta di una antica capitale. Dimora della dinastia sabauda, custodisce intatte residenze reali che, riconosciute dall’Unesco, sono patrimonio universale, in un contesto ambientale di grande fascino.»
 
 «Siamo certi – ha sottolineato  Daniela Broglio, direttore di Turismo Torino e Provincia – che promuovere il binomio cultura/cibo che contraddistingue fortemente il nostro territorio, ricco inoltre di eventi dedicati, contribuirà a incrementare maggiormente il numero di coloro che scelgono la nostra destinazione come meta di vacanza; a tal fine la nostra ATL ha ideato molteplici prodotti e servizi turistici – come la Merenda Reale o la recente prima edizione della Torino Restaurant Week, solo per citarne alcuni – proprio per soddisfare le esigenze di un turista sempre più attento all’aspetto food & wine; senza dimenticare l’aspetto propriamente culturale che può essere scoperto con la Torino+Piemonte Card».
 
Per questo a partire da oggi sono in vendita, oltre che nel circuito nazionale, anche presso il box informazioni di Eataly le tessere Torino+Piemonte Card e Abbonamento Musei: viene così offerto un servizio in più ai turisti in visita nella nostra città ma anche ai cittadini e clienti abituali.
 
«Con Abbonamento Musei i piemontesi possono essere turisti nella propria regione. Credo che i cittadini debbano essere i primi a conoscere il territorio e a saperne valorizzare le bellezze più importanti, e in questo senso la tessera Abbonamento Musei rappresenta uno strumento che permette di scoprire e vivere ogni giorno l’offerta culturale della nostra regione da Nord a Sud tra musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze», ha commentato Simona Ricci,Direttore dell’Associazione Abbonamento Musei.
 
Inoltre, per celebrare le bellezze che contraddistinguono il territorio piemontese, Eataly insieme a Abbonamento Musei e Lonely Planet propone due nuovi cofanetti regalo per il Natale 2018: il pacco “ Piemonte + Abbonamento Musei” e quello “ Piemonte + Lonely Planet” raccontano il meglio della nostra regione, con una selezione gastronomica e a scelta la tessera Abbonamento Musei o la guida Piemonte firmata EDT. In vendita presso Eataly Lingotto, Lagrange, Pinerolo e Monticello. Prezzo al pubblico: 79,90 € (versione con Abbonamento Musei) e 47,90 € (versione con Lonely Planet).
 
«Eataly, che nasce proprio a Torino nel 2007, da sempre ha come obiettivo principale quello di raccontare le eccellenze dell’Italia e in particolare del Piemonte in tutto il mondo. Per questo siamo molto contenti di fare squadra insieme a Turismo Torino, Abbonamento Musei e EDT per valorizzare ancora di più il territorio piemontese: per la nostra città, che si può a ragione considerare la capitale enogastronomica italiana, il turismo è sicuramente uno degli asset su cui puntare, tutti insieme», ha commentato Francesco Farinetti, Amministratore Delegato di Eataly.
Eataly Lingotto, inoltre, propone un’offerta di Esperienze enogastronomiche tutta rinnovata: tour guidati, lab experience in reparto, degustazioni, show cooking e lezioni pratiche dedicate ai turisti che vogliono scoprire le eccellenze piemontesi, a tavola e non solo.Infine, da venerdì 30 novembre sarà attivo il bus “ Eataly Food Tour”, in collaborazione con Cavourese e Somewhere: un vero e proprio tour on the road tra le strade di Torino con partenza in piazza Castello, all’angolo con via Viotti, là dove nel 1786 Benedetto Carpano ha creato il vermouth e arrivo a Eataly Lingotto, ex opificio della Carpano, per vivere una speciale Esperienza. Una guida dedicata accompagnerà i partecipanti tra i reparti, i ristorantini e i laboratori di produzione dal vivo in un viaggio tra le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio, con racconti e naturalmente degustazioni.
 

L’ASAVA DI ALBA E I VOLONTARI VIGILI DEL FUOCO  DI SANTENA ENTRANO IN ANPAS

Il Consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, il 27 ottobre, ha deliberato l’ammissione ad Anpas di Asava Associazione Servizio Autisti Volontari Ambulanza di Alba (Cn) e dei Volontari Vigili del Fuoco Onlus di Santena 

Le ammissioni sono avvenute anche grazie al parere positivo espresso da Anpas Comitato Regionale Piemonte.L’adesione al movimento nazionale delle Pubbliche Assistenze ha il preciso significato di inserire l’Asava di Alba e i Volontari Vigili del Fuoco Onlus di Santena come parti integranti e attive di una organizzazione che comprende oggi 929 Associazioni di Pubblica Assistenza, 283 sezioni, 7 organizzazioni affiliate diffuse su tutto il territorio nazionale. Un Movimento nazionale di volontariato che trae le sue origini dalla tradizione solidaristica popolare e si sviluppa costantemente attraverso un profondo rapporto con la gente e con le istituzioni.Anpas ha ideali e scopi precisi ed è caratterizzata da una reale democrazia. È per queste ragioni che chiede a tutte le associazioni di Pubblica Assistenza aderenti di esercitare un ruolo attivo e partecipativo nel Movimento. La struttura è organizzata su due livelli – nazionale e regionale – entrambi dotati di organizzazione, patrimonio e modalità di finanziamento propri.Il presidente Anpas Piemonte Andrea Bonizzoli: «Diamo il benvenuto in Anpas all’Associazione Servizio Autisti Volontari Ambulanza di Alba e ai Volontari Vigili del Fuoco Onlus di Santena. Due diverse realtà di volontariato che hanno in comune la volontà di mettersi al servizio della cittadinanza e dei loro territori. Due associazioni, esempi di solidarietà e partecipazione sociale, che rispecchiano ciò che per Anpas è il concetto di assistenza, ovvero essere presenti, accompagnare, condividere una responsabilità ed essere mediatori tra il supporto e la conquista dell’autonomia».Il presidente Asava di Santena, Leoluca Mancuso: «A nome di tutti i volontari e del Direttivo dell’Asava porgiamo un sincero ringraziamento al Consiglio Nazionale Anpas e al Comitato Regionale Piemonte per il prezioso supporto. Esprimiamo la nostra soddisfazione nell’essere ammessi a far parte della grande famiglia Anpas, un passo storico per la nostra associazione che dopo quarant’anni di attività ha intrapreso il percorso di condivisione degli obiettivi e degli ideali comuni ad Anpas, siamo fermamente convinti che da questa collaborazione potremmo trovare ispirazione per una proficua crescita».Il presidente dell’Associazione Volontari Vigili del Fuoco Onlus di Santena, Gianpaolo Rissone: «Un grazie a nome dei volontari che rappresento per averci dato la possibilità, dopo il previsto percorso, di far parte di questa grande famiglia e Associazione. Grazie al Comitato Regionale Piemonte che ci ha seguiti, consigliati e guidati con tutta la sua struttura e le professionali risorse umane. Grazie al Consiglio Nazionale Anpas per la delibera finale. Da una parte abbiamo tutto da imparare in Anpas sotto il profilo organizzativo, gestionale e operativo in ambito di protezione civile e dall’altra speriamo di portare un piccolo valore aggiunto per la specificità del nostro settore. Ancora un sentito grazie a tutti».

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L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 81 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

Venaria reale, non solo la Reggia

Quando pensiamo a Venaria Reale ci viene in mente subito la Reggia, una delle famose Residenze Sabaude, patrimonio UNESCO, progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte su commissione del Duca Carlo Emanuele II e successivamente ripresa da Garove e Juvarra. Bellissimi spazi espositivi, la Galleria Grande, la Chiesa di Sant’Umberto, la Galleria dei Ritratti della dinastia Savoia, i Giardini, mostre itineranti, sculture moderne, la Reggia è un vero capolavoro fatto di spazi imponenti e testimonianze storiche preziose.

Venaria Reale è anche un bellissimo borgo. Un luogo che ci porta indietro, ci ridimensiona con la sua struttura antica e l’atmosfera d’altri tempi, magica e incantata. Un proverbio piemontese dice “Chi vede Torino e non Venaria, vede la madre ma non la figlia.” E’ l’unico comune italiano insieme a Ceresole a vantare il titolo Reale e possiede un suo proprio stemma.

Una volta Altessano, con fondazione di origine romana, Venaria Reale ha un incantevole piccolo centro storico, progettato da Castellamonte, dominato da una strada centrale “Contrada Granda”, oggi via Mensa, dove piccoli ristoranti, bar e botteghe rendono il passeggio gradevole e rilassante. La pianta del borgo ricorda il Collare dell’Annunziata, massima onorificenza della Casa Savoia presente nello stemma. Piazza dell’Annunziata, che rappresenta l’ elemento centrale del blasone, è un bell’esempio di architettura barocca, la chiesa della Natività di Maria Vergine edificata nel 166471 fu ristrutturata su progetto di Benedetto Alfieri negli anni 175355, l’idea originaria era di costruire due chiese gemelle ma cambiò e si costruì invece dell’Ospedale Civico la cui facciata corrisponde a quella della chiesa. Piacevole e romantica la vista sul torrente Ceronda.

Il comune comprende il Parco della Mandria, il più grande parco cintato d’Europa, che ospita all’interno il Borgo con il Castello omonimo e gli ottocenteschi Appartamenti Reali, la Villa dei Laghi, la Cascina Rubbianetta con la chiesetta di San Giuliano del 1250 decorata con preziosi affreschi. La fauna, ricca e varia, comprende specie interessanti e magnifiche come il Picchio Nero, tassi, volpi e civette e nel bosco si trovano noccioli, faggi, salici.

Storia, arte, natura, paesaggi e architettura, visitare Venaria Reale vale davvero la pena, pranzare in uno dei ristoranti in centro, fare spese nei piccoli negozi, fermarsi, guardarsi attorno e proiettarsi in un altro periodo godendosi le piccole e grandi cose di questo affascinante gioiello piemontese.

Maria La Barbera