redazione il torinese

Verso il ri-apprendimento motorio nelle neurolesioni

Tutti sappiamo che ingegneria e medicina stanno evolvendo verso scienze ibride che producono organi artificiali, robot che eseguono chirurgia e riabilitazione, sistemi dotati di intelligenza artificiale in grado di imparare. Ri-imparare, usando funzioni vicarianti del cervello (o di una macchina?) e sfruttandone la plasticita’,   e’ fondamentale per chi ha subito un ictus o una lesione spinale.   Collegare le capacita’ di apprendimento di una macchina a quelle di un essere umano, sviluppare strategie ibride e interfacce uomo-macchina o cervello-macchina per recuperare funzionalita’ perdute e’ la nuova frontiera della ingegneria della riabilitazione.Di questa frontiera parlera’, al Politecnico (Via Pier Carlo Boggio 59, aula 7N, dalle 11.30 alle 12.30 di giovedi 13 dicembre), il fisico torinese prof. Mussa-Ivaldi che insegna fisiologia e bioingegneria della riabilitazione al Rehabilitation Institute di Chicago. La lezione e’ organizzata dal Lab. di Ingegneria del Sistema Neuromuscolare (LISiN) del Politecnico di Torino e specificamente orientata agli operatori della riabilitazione e ai bioingegneri. La partecipazione e’ libera e gratuita.

 

Delitto Rosboch: chiesta conferma della condanna di Gabriele

Sabrina Noce, sostituto procuratore generale di Torino, ha richiesto alla Corte d’assise d’appello di confermare la condanna del giovane  Gabriele Defilippi e del suo amico Roberto Obert. Il tribunale di Ivrea li aveva condannati  rispettivamente a 30 e 19 anni di carcere per l’assassinio della professoressa di Castellamonte  Gloria Rosboch, il cui  corpo senza vita  venne trovato nella cisterna di una discarica abbandonata. Defilippi, suo ex alunno di francese l’aveva truffata fingendo di essere innamorato di lei, e si era fatto consegnare 187mila euro senza mai restituirli.

Speranze di tregua nello Yemen senza pace

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

Spiragli di dialogo nello Yemen martoriato da quasi quattro anni di guerra civile che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Mansour Hadi, sostenuta da Riad, e i ribelli sciiti vicini all’Iran

La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha autorizzato l’evacuazione con un aereo delle Nazioni Unite di una cinquantina di ribelli sciiti dalla capitale yemenita Sana con destinazione l’Oman affinchè vengano curati. La richiesta era stata avanzata dall’inviato speciale Onu per lo Yemen, Martin Griffiths, come gesto di apertura da parte della coalizione per far partire i nuovi colloqui di pace in Svezia dopo il fallimento dei negoziati di Ginevra. A settembre infatti la delegazione degli insorti aveva disertato le trattative nella città elvetica sostenendo che l’Onu non poteva garantire ai suoi membri un ritorno sicuro in Yemen. Ora sia i ribelli che i membri del governo riconosciuto dall’Onu sono seduti attorno a uno stesso tavolo. Portare le parti in causa nello stesso palazzo è già un successo. Ma mentre la diplomazia si rimette in movimento il dramma yemenita continua a mietere vittime. Sono soprattutto i bambini a pagare il prezzo più alto del conflitto, bambini che muoiono a migliaia per la guerra, la mancanza di cibo, di farmaci, di acqua potabile e per il dilagare di malattie. Le cifre sono impressionanti: secondo “Save the Children” già 80.000 bambini al di sotto dei cinque anni sono deceduti dall’inizio del conflitto.

Perchè si continua a morire nello Yemen? Da una parte è una guerra per il potere in un’area strategicamente rilevante e dall’altra è un conflitto religioso provocato dall’odio arcaico tra sunniti e sciiti sullo sfondo della lotta per la supremazia islamica nell’area del Golfo Persico tra sauditi e iraniani. Lo Yemen si trova in una posizione strategica, controlla lo stretto di Bab el Mandeb che collega il Mar Rosso con il Golfo di Aden e il Corno d’Africa, uno specchio d’acqua dove transita molto petrolio. Sauditi e iraniani si confrontano nello Yemen per mantenere l’influenza nella regione del Golfo. Il conflitto ha anche dei risvolti economici: la lotta degli Houti minaccia da vicino lo Stretto di Bab-el-Mandeb fra Gibuti e lo Yemen, all’entrata del Mar Rosso. Attraverso di esso passano ogni giorno circa 3-4 milioni di barili di greggio e l’eventuale chiusura dello Stretto potrebbe compromettere il commercio petrolifero della penisola arabica. Dai porti yemeniti si controlla infatti il passaggio di gran parte del petrolio esportato dal regno saudita. Ecco perchè è così importante controllare questa via d’acqua. Tutto inizia nel marzo 2015 con l’operazione militare “Tempesta di fermezza” per contrastare l’offensiva dei ribelli sciiti yemeniti armati dall’Iran contro il governo filosaudita e frenare l’influenza iraniana in Medio Oriente oltre a garantire il passaggio delle petroliere nel Mar Rosso. L’intervento, voluto fortemente da Mohammad bin Salman quando era Ministro della Difesa, si internazionalizza con la discesa in campo di Riad nella guerra civile contro le milizie sciite Houthi. I sauditi si pongono alla guida di una coalizione multinazionale insieme agli Emirati Arabi Uniti. Stati Uniti e Francia forniscono sostegno logistico e vendono armi al regno. Gli americani intervengono anche con raid aerei e forze speciali sul terreno per colpire soprattutto i miliziani di Al Qaeda e dell’Isis. Riad vuole a tutti i costi impedire ai ribelli di estendere il proprio controllo dalla montagne del nord a tutto il Paese. Da settimane si combatte aspramente attorno al porto di Hudayda in mano agli Houthi e assediato dalle forze governative appoggiate da sauditi ed emiratini.

Per l’Arabia Saudita la riconquista del porto strategico sul Mar Rosso consentirebbe di bloccare i rifornimenti esterni agli Houthi sostenuti dall’Iran e dal Qatar. Nello scalo marittimo arriva la maggior parte degli aiuti umanitari per gli yemeniti. I sauditi non possono permettere ai rivoltosi, per di più sciiti e filo-iraniani, di occupare lo Yemen, considerato da Riad come il proprio cortile di casa e diventato un campo di battaglia dal quale gli insorti lanciano missili in territorio saudita avvicinandosi anche alla capitale. L’intervento militare saudita in Yemen è stato un fallimento e gli attacchi degli Houthi non sono stati per nulla neutralizzati. Anzi, lo Yemen è diventato un pantano in cui si combattono sauditi e milizie sciite filo-iraniane mentre Al Qaeda e l’Isis hanno guadagnato terreno approfittando della guerra che ha causato, secondo l’Onu, la peggiore crisi umanitaria al mondo. Il numero delle vittime è incerto e sarebbe molto più alto delle stime ufficiali che contano oltre 12.000 morti in battaglia. Altri organismi presenti sul territorio sostengono invece che il conflitto tra le forze governative sostenute dai sauditi e i ribelli filo-iraniani avrebbe provocato da marzo 2015 a oggi oltre 50.000 vittime solo tra i combattenti e decine di migliaia di feriti. Il conflitto ha inoltre lasciato 20 milioni di persone senza aiuti umanitari. Nuovi armamenti e nuovi missili sono stati venduti ai sauditi alla fine di novembre da Trump che ha investito altri 15 miliardi di dollari nel riarmo della monarchia del Golfo, sua stretta alleata. Per sorvegliare le aree a sud del regno raggiungibili dai missili degli sciiti yemeniti forniti loro da Teheran arriverà un nuovo sistema di difesa anti-missilistica. L’amministrazione americana ha firmato un nuovo contratto per la fornitura del sistema difensivo Thaad richiesto da Riad per rafforzare la sicurezza dell’Arabia Saudita e della regione del Golfo davanti alle minacce crescenti del regime iraniano. L’annuncio è giunto contemporaneamente al voto del Senato statunitense che intende togliere il sostegno americano alla coalizione araba a guida saudita, forse per punire la Casa Reale per l’assassinio di Jamal Khashoggi e lo stesso principe ereditario Mohammad bin Salman, ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista saudita. Khashoggi sarebbe stato eliminato proprio perchè voleva denunciare i vertici sauditi per l’impiego di bombe chimiche nella sanguinosa guerra civile yemenita progettata dallo stesso Bin Salman. Si tratta di una nuova fornitura di armamenti dopo quella, assai imponente, di maggio 2017 quando il presidente americano Donald Trump e re Salman siglarono un accordo in base al quale Riad comprerà armi e sistemi di difesa dagli Usa per 110 miliardi di dollari con l’obiettivo di arrivare alla cifra record di 350 miliardi di dollari in dieci anni.

DAL SETTIMANALE LA VOCE E IL TEMPO

 

“Fallo per me”, le mongolfiere di Antonella Staltari

«È l’unico viaggio al termine della notte – racconta Bruno Quaranta nella sua presentazione – Dove vedere la luce se non all’origine del mondo? Navigando sulla mongolfiera che dondola accanto a noi, in ciascuno di noi…”

L’Associazione Artistica Culturale Il Punto di via San Domenico 32  presenta a Torino la mostra “Fallo per me”, con protagoniste le mongolfiere di Antonella Staltari. Alla inaugurazione, prevista per martedì 11 dicembre alle ore 18, interverranno Bruno Quaranta e Gianfranco Schialvino.«È l’unico viaggio al termine della notte – racconta Bruno Quaranta nella sua presentazione – Dove vedere la luce se non all’origine del mondo? Navigando sulla mongolfiera che dondola accanto a noi, in ciascuno di noi, aspettando di sciogliere gli ormeggi, di liberare la possanza, di stupire la fanciulla in fiore onorandola, quindi deflorandola? Ah, l’amour… Fino all’ultimo respiro. Soffiando e soffiando ancora, così sospingendo la creatura in ciel, nei paradisiaci campi, che siano via del Campo o un tappeto di grano, dove supini stare dopo aver delibato il calice, sorseggiato l’unguento, arato la zolla…». Le mongolfiere di Antonella Staltari, realizzate con carte fiorentine, giapponesi o semplicemente povere e di recupero, vanno a formare un viaggio costantemente mutevole nelle passioni dell’artista e di chi le guarda. Ognuna delle mongolfiere infatti è ispirata a letture o personaggi, che sono stati o sono influenti per l’artista (da Coleridge al Moby Dick di Melville, dal Jazz al cinema muto della slapstick comedy, di Buster  Keaton e di Charlie Chaplin fino alla magia sapiente della poesia cinese). 

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ORARIO

dal Lunedì al Sabato – dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18

Fino al 24 Dicembre 2018

Facebook: IncartAntos. Le opere di Antonella Staltari

Muffa nei budini della mensa scolastica

DALLA LOMBARDIA

Muffa nei budini al cioccolato serviti alla  mensa di  una scuola primaria della periferia nord di Milano.  La società che si occupa della ristorazione scolastica  spiega che non ha ancora ricevuto segnalazioni  sulla partita di budini avariati ma che provvederà a segnalare l’episodio al produttore del budino che viene consegnato nelle mense già confezionato.

Violentava le fidanzatine del figlio 14enne. Chiesti 23 anni di carcere

Un 44enne, addetto alla sicurezza in una discoteca, obbligava il figlio 14enne a legare e bendare le fidanzatine, per  sostituirsi a lui e violentarle. L’uomo è imputato a Torino con l’accusa di violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico. Il pm Barbara Badellino ha chiesto la condanna a 23 anni di carcere. I fatti sarebbero avvenuti a casa dell’imputato nel 2008 e 2009. Sono undici le vittime delle violenze, quasi tutte ragazzine minorenni e anche amiche della figlia e ragazze che lui  adescava sui social. L’uomo è inoltre  accusato di maltrattamenti sulla figlia di 15 anni.

Diamo voce ai Diritti

Un confronto tra generazioni per il 70° dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questo il senso dell’iniziativa “Diamo Voce ai diritti”, organizzata dal Comitato diritti umani del Consiglio regionale del Piemonte in occasione della Giornata internazionale dei diritti Umani. Giovani studenti delle scuole elementari, superiori e del mondo universitario si sono alternati questa mattina in aula consiliare, insieme a rappresentanti delle Istituzioni e volti noti del mondo della cultura, del giornalismo e dell’associazionismo, nella lettura degli articoli della Dichiarazione Universale del 1948, dando il loro contributo sul significato e il valore dei Diritti enunciati nella Carta.

“Il 10 dicembre del 1948 le nazioni, stremate dal massacro bellico e dal pozzo più nero della Storia rappresentato dalla Shoah, si riunirono a Parigi per approvare la Dichiarazione Universale dei diritti umani. – ha commentato il presidente del Consiglio e del Comitato diritti umani, Nino Boeti dopo aver letto l’articolo uno della Dichiarazione – Con i suoi 30 articoli la Dichiarazione traccia il perimetro della civiltà, sancendo i valori e i principi fondamentali ed irrinunciabili. Una moderna e laica ‘tavola della legge’ nata dal sangue e dall’orrore dei due conflitti mondiali e che avrebbe dovuto evitare all’umanità di ripetere i tragici errori del XX secolo. Così non è stato. In Rwanda come in Medio Oriente o nei Balcani, i Diritti Universali sono stati violati, calpestati, negati. E vengono negati ogni qual volta un bambino muore di fame o annega su un barcone cercando di fuggire dalla guerra e dalla miseria. Per questo a 70 anni di distanza  – ha concluso – dobbiamo continuare a proclamarli ad Alta Voce. E il Reading che abbiamo organizzato in Consiglio regionale vuole essere uno stimolo per le giovani generazioni affinché si ricordino che i Diritti Universali non sono mai scontati né acquisiti una volta per sempre ma devono essere affermati e difesi ogni giorno”“I diritti alla vita, alla libertà e alla sicurezza, sanciti dall’articolo 3, sono goduti pienamente da una minoranza del mondo  – ha commentato il presidente della  Giunta regionale Sergio Chiamparino – Sono diritti pensati insieme, se distinti possono portare a risultati esattamente opposti, penso alla sicurezza che nega la libertà. Si possono sintetizzare in una parola: dignità umana. Sui migranti la prima cosa che mi colpisce è il linguaggio. Se ne parla spesso come di pacchi da spostare in un paese o nell’altro, non come di persone che hanno una loro dignità”.

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Hanno dato voce agli articoli della Dichiarazione Universale dei diritti umani: Luigi Manconi; Bruno Segre; Alessandro Battaglia, Bruno Mellano; Fabio Versaci; Tiziana Nasi; Augusto Fierro; Susanna Riva; Farhad Bitani; Enrica Baricco; Abderrahmane Amajou; Fredo Olivero; Armando Spataro; Gabriele Piovano; Giampiero Leo; Stefano Tallia; Maria Teresa Martinengo; Angela Motta; Bunna; Gabriele Molinari; Anna Rossomando; Diego Montegmagno; Paolo Severini; Rita Turino; Angela Vitale; Eugenio Finardi; Ludovico Carpanetto; Maria Costanza Trapanelli; David Sorani.

Queste invece le scuole che hanno preso parte al Reading: Istituti riuniti “Salotto e Fiorito” di Rivoli; Scuola salesiana “Valsalice” di Torino; Scuola salesiana “Valsalice” di Torino; Scuola elementare “Alighieri-Kennedy” di Torino; Scuole elementare “De Filippo” di Torino; Scuola elementare “Don Milani” di Nichelino; Istituto superiore “Arimondi-Eula” di Savigliano, associazione Elsa (The European Law Students’ Association)

FIAT Torino – Trento, finalmente si vince!

In una partita dal risultato speculare del primo e del secondo tempo (vinti entrambi per 43 – 42 dalla FIAT Torino per un risultato finale di 86 – 84 sempre con bomba di Trento allo scadere…) l’emblema della passione dell’Auxilium è il presidente Forni che, pur con un piede rotto e con le stampelle, corre letteralmente verso il campo per chiedere la revisione dell’ultimo tiro vincente di “Jamilone” Wilson al fine di capire se fosse da due o da tre punti

Si può discutere su tante cose, su errori, sia di ingenuità che di gestione tecnica, ma su una cosa non ci si può neanche “permettere” di discutere: la generosità di chi ha permesso a Torino del basket di esistere fino ad ora, con sacrifici personali e non solo. I risultati dovrebbero essere il premio di tanta passione, ma non sempre lo sport distribuisce proporzionalmente a quanto si dà, ma ieri sera, almeno un sorriso questa squadra, ai suoi veri tifosi, lo ha regalato. In settimana, ci sono stati i complimenti di una gestione “illuminata” di Brescia da parte del presidente federale come esempio da seguire…(e misconoscere il mistero degli illuminati con Brescia è un’eresia esoterica…almeno ai più sembra così) e Trento indicata come potenziale protagonista delle final eight della coppa Italia, e le due squadre sono una a pari punti con Torino e l’altra ultima in classifica; delle due, l’una: o gli altri si vedono meglio di quanto non siano o noi ci vediamo troppo brutti! E’ una delle prime gare che la FIAT Torino ha potuto disputare con molti giocatori (ma non tutti) a disposizione e con una settimana intera di allenamenti, con una squadra che, come noi, doveva assolutamente vincere. Non proprio la situazione migliore, come si può intuire. Eppure, nonostante l’evidente tensione, si è vinto lo stesso. C’è chi dice (a ragione) che Torino non ha ancora un bel gioco in attacco e lacune in difesa: ebbene, se questo è vero, a vedere il bicchiere mezzo pieno (da tifoso, forse, e quindi non tanto lucido…) proprio per questo sono ottimista: se giocando male si vince, beh, allora il futuro, pur se con partenza ritardata, potrebbe solo essere migliore. I playoff e la retrocessione sono due punti sopra o due punti sotto, la classifica è la più corta degli ultimi anni e tutte le ansie e le speranze sono legittime e legittimabili. Però solo il futuro darà la risposta. Ma la partita contro Trento, giocata con un Moore febbricitante, con un Hobson appena arrivato ma già protagonista e “trascinatore” (splendidi due super assist, di 5 totali più 8 rimbalzi, da intenditori con un no look in mezzo all’area ed un tutto campo a due mani per schiacciata di Wilson), Mc Adoo finalmente in campo, segnalandolo anche per una grande deviazione finale sull’ultimo tiro libero sbagliato da Delfino per recuperare palla, e a tratti forse nel suo vero ruolo da “4”, la rinascita di Wilson, la rinnovata gioventù e leadership di Carlos Delfino e le prove solide di Jaiteh e Cusin (pur se con qualche errore nei passaggi) danno una immagine potenzialmente migliore di quella che potrà essere in futuro la nuova FIAT Torino. E Brown? Discuterlo è da folli e incompetenti del basket. Si può dire che dovrà ancora scoprire il basket europeo ed italiano in particolare, ma vederlo in piedi ad urlare e a spronare la squadra come è difficile vedere un allenatore fare, dovrebbe rincuorare tutti che l’età è solo un fattore mentale. Il momento della FIAT è incredibile: ne sa sicuramente qualcosa chi deve ogni partita riaggiornare il video di ingresso con la squadra rappresentata sempre con nuovi giocatori o come chi deve sempre chiedere alla Robe di Kappa un nuovo corredo ogni settimana per un nuovo giocatore. Ma lo sforzo economico e sociale per dare un futuro al basket a Torino non deve passare sotto traccia. Come tanti anni fa, potremmo dire, chi è senza peccato scagli la prima pietra…e chi parla per contestare senza ragione o ne ha una propria, e in quanto tale non è discutibile…, oppure parla perché il suo “non essere” sportivo lo rende parte di quel grande numero di persone che appartengono al gruppo “iotifocontro”, che di solito ha sempre molte amare soddisfazioni, ma che con la salute mentale poco ha a che fare. “Avanti Torino!” recitava una maglietta omaggiata tempo fa a tutti i tifosi, e mai come oggi torna di moda: per tutti coloro la cui voglia di esultare supera quella di sperare che altri non vincano, la parola d’ordine è una sola, tutti insieme per l’Auxilium, perché questa … è … Torino!

Paolo Michieletto

 

La Città Metropolitana dice sì alla Tav

Con 167  voti a favore, 8 astenuti e un voto contrario la mozione delle opposizioni di centrodestra e di centrosinistra a favore della Torino-Lione è stata approvata dalla Conferenza dei sindaci della Città metropolitana. Chiara Appendino, sindaca metropolitana,  non ha partecipato al voto e ha dichiarato: “Attendiamo la conclusione dell’analisi costi-benefici”.  La mozione impegna la sindaca al riconoscimento dei benefici dell’opera per l’intero territorio e a svolgere ogni azione finalizzata a sostenerne la realizzazione nei tempi previsti. Con Appendino non hanno preso parte al voto anche una decina di sindaci.

 

Clelia Ventimiglia

I Quintorigo tornano a Torino con Mario Biondi

Al Teatro Colosseo – Via Madama Cristina, 71

Dopo la partecipazione al Salone del Libro lo scorso maggio, I Quintorigo tornano a Torino, questa volta sul palco del Teatro Colosseo ospiti di Mario Biondi, nell’ambito del tour partito il 3 dicembre scorso da Napoli.

Sarà la quinta delle dodici date di questo tour teatrale, in cui l’eclettico quartetto romagnolo incornicia con il suo inconfondibile sound, la splendida voce del crooner siciliano.Dopo la partecipazione a Umbria Jazz dove i Quintorigo e Mario Biondi hanno suonato assieme per la prima volta dal vivo e dopo l’uscita lo scorso 9 novembre di “I Wanna Be Free“, nuovo singolo di Mario Biondi con uno straordinario featuring dei Quintorigo, arriva il tour teatrale, qualcosa che sancisce in modo definito l’avvenuto sodalizio tra i cinque artisti.

Li seguo dagli inizi. Sono un estimatore. Il sodalizio nasce proprio da questa mia ammirazione nei loro confronti, iniziata probabilmente ai tempi del primo Sanremo“.

(Mario Biondi)

I Quintorigo, definiti dallo stesso Biondi la “punta di diamante” dell’organico musicale, uniti a Federico Malaman, Max Greco e Josh Peterson, danno vita a un nuovo capitolo live della carriera del crooner, fatto di nuove sonorità e sperimentazione.Ancora una volta i Quintorigo si mettono in gioco, dopo oltre vent’anni di una carriera costellata di soddisfazioni e successi e festeggiata quest’anno con l’uscita del doppio album “Opposites“, lavoro in cui i quattro musicisti hanno giocato con i chiaroscuri della musica del ‘900: da Duke Ellington a Monk, da Oliver Nelson a Ornette Coleman, da David Bowie alle tinte acide dei Rage Against The Machine. Un dialogo tra artisti, fatto di classici rivisitati in stile Quintorigo, più undici brani originali.

Quintorigo e Mario Biondi saranno sui palchi di:

 

Teatro Openjobmetis Varese 10 dicembre 2018Teatro Colosseo Torino 12 dicembre 2018

Obihall Firenze 13 dicembre 2018

Teatro Regio Parma 15 dicembre 2018

Auditorium Santa Chiara Trento 18 dicembre 2018

Gran Teatro Geox Padova 19 dicembre 2018

Teatro Romolo Valli Reggio Emilia 21 dicembre 2018

Europa Auditorium Bologna 22 dicembre 2018

Auditorium Parco della Musica Roma 27 dicembre 2018