redazione il torinese

Befana con "Spikisi", lo spettacolo ideato da Brachetti

Ultimi giorni sul palco del teatro delle varietà Le Musichall fino al 6 gennaio 2019.  Ideato da Arturo Brachetti, scritto e diretto da Stefano Genovese, SPIKISI è l’appuntamento imperdibile delle feste, in cui musica, comicità e follia si mescolano perfettamente per 90’ di divertimento garantito

Benvenuti in un palazzo d’epoca, senza alcuna insegna. Guardatevi intorno con aria vaga e, se nessuno vi osserva, girate a destra, scendete le scale e infilatevi giù nel tunnel. Non chiedete informazioni, potrebbero sospettare di voi. Alla fine della galleria blu trovate una porta e delle persone molto rispettabili. Acquistate qualunque cosa vi propongano senza fare domande: può essere un’orzata, un lavoretto fatto a maglia, una parola d’ordine, una cartella della tombola, una barretta di cioccolata. Qualunque cosa sia vi servirà per entrare in questo SPIKISI !  Ancora una volta a Le Musichall niente è come sembra: tutto può accadere dentro uno speakeasy e tutto quello che accade resta lì dentro, al riparo da sguardi indiscreti.  Il nuovo spettacolo firmato da Arturo Brachetti e Stefano Genovese conduce il pubblico in una festa sfrenata anni ‘30, fatta di satira tagliente e gambe lunghe in calze a rete, eclettici Maestri di Cerimonia e Chanteuse d’altri tempi, parodie contemporanee e seducenti ballerinicomici strampalati, swing, poetiche visioni e sferzanti trasgressioniSPIKISI è un viaggio all’indietro di quasi 100 anni, in un tempo passato che, a guardarsi bene intorno, è molto attuale. 
Che cosa erano gli speakeasy? 
Gli speakeasy (letteralmente parlar pianosottovoce) erano dei locali clandestini degli anni ’20 in cui la gente andava a bere whisky, cocktail e a far baldoria nell’epoca del Proibizionismo, quando l’alcol era bandito. Erano luoghi nascosti, bisognava sapere dove fosse l’ingresso, conoscere una parola d’ordine da comunicare a un citofono o da una piccola fessura di un’anonima, rispettabilissima porta. 
Il 16 gennaio del 1920 negli Stati Uniti iniziava ufficialmente il Proibizionismo: al bando tutti gli alcolici. Quella notte, nella sola New York, chiusero circa 15.000 bar. Ma qualcosa non funzionò in quella legge perché nell’arco di qualche mese sorsero ovunque nella stessa New York circa 32.000 speakeasy, tutti gestiti dalla criminalità organizzata che su quella legge fece la propria fortuna. Nel 1933 il Presidente Roosevelt decretò la fine del Proibizionismo: in un colpo solo annientò gli affari della criminalità organizzata, fece impennare le entrate del Governo grazie alle tasse sull’alcol e creò un milione di posti di lavoro nell’industria degli alcolici. Non ultimo, rese l’alcol molto meno interessante per giovani e meno giovani. 

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BIGLIETTI (acquisto online su www.lemusichall.com)

Intero platea: 20 € + 1.50 di prevendita

Ridotto platea: 18 € + 1.50 di prevendita (over 65, under 12 e convenzionati Abbonamento Musei, Torino+Piemonte card e Torino+PiemonteContemporary card)

Intero balconata: 17 € + 1.50 di prevendita

Ridotto balconata: 15 € + 1.50 di prevendita (over 65, under 12 e convenzionati (Abbonamento Musei, Torino+Piemonte card e Torino+PiemonteContemporary card)

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Le Musichall, Corso Palestro 14, 10122 Torino
Biglietti a partire da Euro 15 su www.lemusichall.com

Sequestrata la pista dove è morta la piccola Camilla

A Sauze d’Oulx dove mercoledì  è morta Camilla, la  bimba romana di 9 anni dopo essere caduta e avere  urtato contro una barriera frangivento, è stata sequestrata dai carabinieri la pista “imbuto” su ordine della Procura di Torino. Sono state sequestrate anche altre piste nella zona. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo iscrivendo nel registro degli indagati quattro persone della Sestrieres Spa, la società degli impianti sciistici della Via Lattea, indagati anche nell’inchiesta sulla morte dello sciatore Giovanni Bonaventura, avvenuta lo scorso anno vicino al luogo del nuovo incidente.

TV, A “DALLA PARTE DEGLI ANIMALI” CON MICHELA VITTORIA BRAMBILLA I REPARTI CINOFILI DELLA FINANZA

Tante sorprese e tanti ospiti nella prima puntata dell’anno di “Dalla parte degli animali”, la trasmissione ideata e condotta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, in onda domenica, giorno dell’Epifania, alle 10,50 su Retequattro. Grande spazio sarà dedicato alla Guardia di Finanza, che per la prima volta presenterà i nuovi reparti impegnati nel servizio Cites, cioè per il contrasto al traffico di animali di specie protette, e quelli cinofili, impiegati per individuare narcotrafficanti e contrabbandieri, di tabacco e addirittura di valuta. Oltre ai tre “finanzieri a quattro zampe”, Tango, Jackie e Jack, che daranno dimostrazione delle loro capacità, nella cascina-studio, ci saranno una poiana africana da reinserire nel suo ambiente naturale, una tridacna (il più grande bivalve del pianeta) e coralli, tutti sequestrati dalle Fiamme gialle durante gli interventi contro il commercio illegale.

 

Non è tutto. Per lo spazio “L’amico famoso” conosceremo Whisky, il cagnolino della fashion blogger Elena Barolo, e i quattrozampe del conduttore televisivo Davide Mengacci, che racconterà una storia commovente. Invece la giornalista Costanza Rizzacasa d’Orsogna l’ha scritta: quella del suo gatto disabile Milo. Ne parlerà presentando il libro “Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare”. Tra gli animali da adottare, due labrador abbandonati per dieci anni a guardia dei cancelli di una fabbrica, una cagnolina randagia salvata dall’amore dei bimbi di una scuola pugliese, tanti cuccioli abbandonati ed una scrofa, Stella, sfuggita ai maltrattamenti e al macello. Questi e altri i protagonisti del primo appuntamento dell’anno con un format originale, che riscuote il gradimento del pubblico. “I telespettatori – afferma l’on. Brambilla – non solo ci premiano con gli ascolti, ma soprattutto chiamano i nostri numeri o scrivono alla mailportamiacasa@dallapartedeglianimali.it per offrire una nuova casa agli animali che presentiamo”.

La “missione” di “Dalla parte degli animali”, infatti, è molto semplice: avvalersi della televisione per promuovere le adozioni, contribuire a ridurre le conseguenze del randagismo, vera e propria piaga nazionale, e a diffondere la cultura del possesso responsabile. Dalla cascina-studio nel bel mezzo della Brianza l’on. Brambilla presenta video di trovatelli girati nei rifugi di tutto il Paese, introduce servizi sulle strutture che li ospitano e sui volontari che li accudiscono, li propone in adozione e consegna direttamente alle famiglie adottanti il nuovo amico: un esempio positivo per chi (siamo ancora in clima natalizio), vorrebbe regalare una nuova chance a un quattrozampe sfortunato. Il video di presentazione della quinta puntata è pubblicato su YouTube al link https://www.youtube.com/watch?v=KAy1Eg1Kly0.

“Dalla parte degli animali” è un programma Videonews, a cura di Carlo Gorla con la regia di Lorenzo Annunziata.

FIAT Torino basket e il momento importante

Anche questa settimana la situazione in casa FIAT Torino è un divenire complesso, composto da una situazione anomala legata ad una classica dicotomia amore – odio che lega ogni tifoso alla propria squadra: se vince tutti sono eroi se invece si perde la colpa è di uno solo

E’ evidente come sia questa una stagione molto difficile e travagliata sotto molteplici aspetti. Disquisire su ogni punto in questo momento non farebbe altro che ondivagare le emozioni di ciascuno sul proprio punto di vista che per alcuni è la verità narrata, per altri è la verità nascosta e per tutti è comunque la verità che vogliono vedere. La soluzione in tempi brevi non c’è e solo il tempo potrà narrare le gesta che furono e che saranno. L’unico comportamento deleterio è la volontà di distruggere che, pur se comprensibile come quella dell’innamorato deluso, non conduce ad altro che a perderci tutti. In ogni caso. Errori sono stati commessi, probabilmente, e sono frutto di dinamiche esasperate che si sono accumulate a causa di, purtroppo, componenti interne ed esterne alla squadra. Stabilire chi ha o avesse ragione ha un senso, se lo ha, solo dopo aver rimesso a posto “la casa”. Ed ora la casa dove il basket di Torino ha diritto di essere è la serie A impegnata come lo è stata nella storia a giocarsela con le grandi del basket nazionale.

Questo è il posto del basket a Torino. So che sembro di parte, in quello che sto per scrivere, ma credo sia giusto non dimenticare mai il motivo e le persone a cui dire grazie di aver potuto rivedere il basket di alto livello in città. Così come si danno i meriti, è sicuro che molte cose saranno migliorabili e che le esperienze, anche dure degli ultimi tempi, non potranno che essere di sprone al miglioramento effettivo. Ma ci vuole tempo e questa stagione è quasi giunta a metà, e il tempo è poco e poco si può ora fare. Lo strillo e lo strepito di rabbia è ovvia conseguenza dopo una serie di sconfitte, ma per poter tornare a gioire non basta godere delle sconfitte altrui, o meglio, di coloro per cui fino al giorno prima si era tifosi. Adesso, sarebbe finalmente ora di compattarsi tutti e non cercare ognuno la propria ragione per dire “io l’avevo detto”, ma cercare di tifare tutti insieme per quelle maglie che ci fanno sussultare ogni volta che segnano un canestro. I componenti di una squadra sono “uomini e persone” che sentono la “folla” e che possono vincere o perdere anche in funzione di questo. Sono professionisti, si dice, ma non possono eliminare il lato umano. Sentire “calore” addosso, sentire la voglia di continuare della gente tifosa di basket che tifa Torino, può fare la differenza. Mollare adesso non si può, non si deve. Tutti quelli che lavorano per la FIAT Torino basket danno l’anima perché lo spettacolo appaia. Lo devono sentire tutti, e tutti i giocatori devono sentire il peso e l’onore di vestire questa maglia. Perché si possa dire con orgoglio… questa è Torino!

Paolo Michieletto

Supernova in concerto

Bella serata di musica al GV Pane&Caffè di via Tiepolo 8/d.Il concerto di venerdì 4 è tra gli appuntamenti più attesi nel calendario di gennaio Protagonista la formazione Supernova, una tra le cover band più apprezzate in Italia degli Oasis, il gruppo dei fratelli Gallagher che ha dominato con i suoi dischi le classifiche discografiche in tutto il mondo per un paio di decenni. In scaletta i brani più famosi del complesso di Manchester, da tutti considerata la formazione di maggior impatto degli Anni Novanta. E proprio gli Oasis hanno definito i Supernova una delle loro migliori “imitazioni” musicali.

venerdì 4 gennaio – ore 22: SUPERNOVA (cover Oasis)

I Supernova nascono a Torino nel 1997 per merito di Luca Saccone (Lucky), desideroso di realizzare un progetto ben preciso: far sì che anche Torino avesse una sua band tributo agli Oasis. La formazione attuale è composta da: Fabio (voce), Lucky (voce, cori e chitarra solista), Whiteface (chitarre ritmiche), Alex (basso) e Nick (batteria). La band si avvale dal gennaio del 2006 della collaborazione di Nico alle tastiere. I Supernova hanno il proprio punto di forza nella capacità di riprodurre alla perfezione il sound tipico degli Oasis e nel garantire un grande e coinvolgente spettacolo sul palco. Nell’estate del 2006 Gem Archer, secondo chitarrista degli Oasis, ha postato personalmente i Supernova di Torino sul loro “MySpace” definendoli “…better than any English tribute I’ve seen…”

Concerto preceduto da una ricca cena a buffet con ingresso a 15 euro. Per informazioni il numero telefonico da contattare è 011/659.86.88. Direzione artistica Chiara De Carlo.

Ascoltando Mattarella in attesa di tempi migliori

Ho sentito il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima mia reazione: forte perplessità. Chiarisco per non essere frainteso. Anche grazie ai suoi modi garbati giganteggia nei confronti degli attuali politici. Nani e ballerine, tutti chiacchiere e fumo. Ma ammetto di essere stato deluso perché da lui mi aspettavo molto di più. Mi aspettavo che cercasse di riempire il totale vuoto in cui siamo tragicamente caduti.  Appunto, solo ed esclusivamente proclami a cui non segue nulla . Poi Beppe Grillo che ci fa dono del suo corpo da culturista. Memore dell’essere un uomo di spettacolo. Il ritorno di Dibba che con Giggino farà coppia fissa alla Cric e Croc. Il nostro Conte avvocato e per caso Presidente del Consiglio.  Addirittura il mite Tria che accusa l’opposizione perché lui non ha scritto in tempo utile i cambiamenti imposti e dettati dai burocrati europei. Ed infine (ma non ultimo come capacità di eloquio e presenza scenica) Matteo Salvini il milanese alla conquista dell’Italia e dell’Europa. Lui presente cento volte al giorno. Fa cinque comizi  dal Brennero a Lampedusa cambiando uniforme sei volte al giorno: ha delle crisi esistenziali. In fondo sono tutti uomini di spettacolo. Capisco di aver preteso troppo dal nostro Presidente della Repubblica. Ciò che non mi aveva convinto è presto detto: concetti assolutamente condivisibili ma detti con tale genericità che di fatto hanno portato tutte le forze politiche nel riconoscersi in queste dichiarazioni. Eppure lo scontro in Parlamento e non solo tra partiti è palese e negarlo risulterebbe dannoso perché si nega la realtà dei fatti. Ma Mattarella deve parlare a tutto il Paese. Sappiamo che il nostro è un paese strano, diciamolo pure, particolare. Così Giggino precipita nei consensi tra il popolo che cita ogni volta. È viceversa il suo sodale Matteo Salvini continua nel volare nei consensi elettorali. Ma non sono tutti e due nello stesso governo? Insieme nel bene e nel male? Appunto siamo un Paese strano. Questa é la realtà con cui fa i conti il nostro Capo dello Stato. Difficile se non impossibile prescinderne. Poi Sergio Mattarella vuole e deve essere il Presidente di tutti gli Italiani.  Piaccia o non piaccia noi siamo anche questo, con i difetti e i pregi di un popolo che da quasi 3000 anni diciamo la nostra nella Storia.  Alti e bassi. Oggi è un momento storico  opaco. Diciamocelo, abbiamo visto tempi migliori. Nella storia remota come nella storia prossima. Vale l’inverso ed anche in passato hanno vissuto momenti opachi. Bisogna o bisognerebbe costruire una base per ritornare ai tempi migliori. Se non ai fasti del passato, ad una vera ripresa in mano del nostro destino. Questo è lo sforzo in positivo che ha cercato di fare il nostro Presidente della Repubblica. Sforzo titanico. Obbiettivo condivisibile. Questo ( forse ) non ho inizialmente capito. Difficile essere razionali e logici difronte ad una realtà irrazionale ed illogica. Ci si mette anche il Ministro Toninelli che blocca gli aumenti dei pedaggi per tutta Italia tranne per il Piemonte e la Valle d Aosta. Ma che gli abbiamo fatto di male? Vero ( probabilmente) la maggioranza della popolazione è pro Tav. Vero anche che  tra un po’ sarà smentito un’ altra volta.  Lui ci è abituato. Figuraccia più figuraccia meno, poco importa. Ma che cosa gli abbiamo fatto? Fa tutto da solo. Noi piemontesi abbiamo la colpa di ” non essere del giro”, di non contare per l’asse del governo  Asburgico e Borbonico. È Loro continuano facendo danno su danno. Non si vede la luce. Indubbiamente. Ma non ci si deve arrendere.  Ed il senso del limite del Presidente della Repubblica è uno dei pochi se non l’unico punto di ancoraggio per le nostre speranze. Anche per questo ho cambiato il mio giudizio sul discorso di fine anno.
Patrizio Tosetto

MODIFICAZIONI NATURALI DEL SENO NEL POST GRAVIDANZA

Dopo la gravidanza il primo traguardo per la madre è l’avvio dell’alimentazione al seno, gesto naturale e istintivo, pieno di tenerezza, che fa bene sia alla mamma che al bambino perchè non si tratta semplicemente di offrire del latte, ma di creare un legame.

Come diceva il grande Winnicot, noto pediatra e psicanalista britannico, l’allattamento al seno rappresenta la prima forma di comunicazione in grado di trasmettere al neonato esperienze relazionali, oltre a dargli nutrimento e anticorpi. Si tratta di piccole percezioni, il contatto con la pelle, il calore, l’odore, il suono della voce, che cominciano a dare un senso alla vita del bambino. Tanto più questo contatto si verifica in modo armonioso, lontano da situazioni caotiche e stressanti, tanto più il piccolo riceverà sensazioni di un mondo esterno sereno che vale la pena di essere esplorato e vissuto. Come in una specie di danza i due corpi si fondono fino a creare un ritmo, una musica alla quale non è dato accesso al mondo esterno, creando una relazione magica capace di influire sulla biologia degli stessi.

 

Per questo è di fondamentale importanza che la mamma e il neonato passino entrambi da questa esperienza, che dovrà essere vissuta con assoluta naturalezza e lontano da preoccupazioni ed esitazioni legate alla preservazione estetica”, afferma il Dott. Luca Spaziante, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica. Certo non si può non considerare il fatto che il seno rappresenti una parte anatomica particolare per una donna: oltre che strumento di nutrizione, il seno è una caratteristica sessuale con una sua valenza simbolica che già nelle epoche più remote ignoti artisti hanno glorificato come prezioso attributo della femminilità.

 

La più antica testimonianza può essere considerata la Venere di Willendorf del Kunsthistoriches Museum di Vienna, risalente al Paleolitico, una Dea dell’amore e della fertilità caratterizzata da un seno molto prominente. In questa Venere le forme femminili sono esasperate oltre misura, lontano dal concetto di estetica, concetto che comincerà ad affermarsi soltanto a partire dal classicismo ellenico. Ogni donna vive il periodo della gravidanza con un particolare orgoglio e ammirazione per il proprio seno perchè l’azione degli ormoni contribuisce in questa fase della vita a rendere il seno sodo, pieno e rotondo. Dopo il parto però, e soprattutto dopo mesi di allattamento, il seno si svuota e la sua pelle perde tonicità ed elasticità. Ecco che nasce allora nella donna il desiderio di ritoccare il proprio décolleté. Secondo l’American Society of Plastic Surgeons, gli interventi chirurgici che riguardano il sollevamento del seno sono aumentati del 75% negli ultimi 10 anni e la maggiore percentuale di questi numeri è rappresentata proprio dalle neomamme che vogliono migliorare l’aspetto del loro seno post parto.

 

La chirurgia plastica ricostruttiva può essere d’aiuto, aggiunge il Dott. Spaziante, ma è opportuno intervenire quando non ci sia più l’intenzione di avere figli perché una nuova gravidanza andrebbe a compromettere il risultato ottenuto. E’ bene aspettare almeno 6 mesi dopo il parto o l’allattamento per procedere all’operazione perché è necessario che i tessuti si siano sgonfiati e stabilizzati. Normalmente sono due le tipologie di interventi più frequenti: la mastopessi, che consiste nel risollevamento del seno e la mastoplastica additiva, che prevede l’inserimento di protesi all’interno delle mammelle. La mastopessi è un intervento chirurgico indicato per le pazienti che presentano un seno svuotato e/o cadente (ptosico), con perdita di tonicità della mammella. Si effettua così un lifting dei tessuti in grado di risollevare e rassodare il seno rilassato, il tutto senza l’utilizzo delle protesi (pertanto non è prevista la variazione del volume della mammella).

Spesso la ptosi mammaria (solitamente bilaterale) si può verificare non solo in seguito ad una gravidanza, ma anche a causa di una notevole riduzione del peso corporeo. L’intervento consiste nel rimodellamento della mammella attraverso l’asportazione della cute in eccesso ricreando una tonicità ed una elasticità cutanea che erano andate perdute; per il lifting della ghiandola viene spesso utilizzata la tecnica dell’autoprotesi (la ghiandola mammaria stessa viene rimodellata come se ci fosse una protesi, al fine di dare la giusta proiezione ed il corretto risollevamento). Le incisioni chirurgiche sono limitate esclusivamente a livello periareolare con un’eventuale incisione verticale.

 

L’intervento viene eseguito in anestesia generale con ricovero di un giorno e posizionamento a volte di due drenaggi che verranno rimossi al massimo entro un paio di giorni. Il dolore è contenuto e controllato da analgesici assunti per via orale. La paziente indosserà un reggiseno contenitivo che dovrà portare continuativamente per 1 mese dopo l’intervento. La ripresa lavorativa è prevista dopo 1 settimana, ma nel caso di attività pesanti è necessario un periodo di convalescenza più lungo. L’intervento di mastoplastica additiva è indicato invece per chi ha il desiderio di aumentare il volume del seno. Consente di modificare la forma e/o le dimensioni di un seno troppo piccolo o di correggere un’asimmetria mammaria migliorando l’armonia del corpo, con un risultato dall’aspetto naturale. Oggi, per ottenere dei risultati più naturali nel tempo, le protesi vengono poste frequentemente sotto il muscolo per evitare che possano essere visibili sotto la cute. A volte, quando lo spessore del sottocute non penalizza il risultato finale, le protesi possono essere collocate anche in sede sottoghiandolare. Le protesi vengono inserite prevalentemente per via sottomammaria. L’intervento viene eseguito in Day-Hospital o con una sola notte di degenza, preferibilmente in anestesia generale. Talvolta sono previsti drenaggi. La cute viene chiusa con punti sottocutanei riassorbibili, la paziente può riprendere le sue attività dopo 3-4 giorni senza sforzi mentre per l’attività fisica si dovrà attendere circa 1 mese. Non vengono applicate fastidiose fasciature dopo l’intervento, ma solo un reggiseno contenitivo.

 

“La maternità è il più grande privilegio della vita”, sostiene Mary R. Cocker.

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Chirurghi specializzati e referenziati, conclude il Dott. Spaziante, sono disposti a dare il loro supporto perché questo privilegio continui ad essere riconosciuto da tutte le mamme che si dedicano alla crescita delle loro creature, riconoscendo con consapevolezza e giusta informazione il più corretto percorso verso il loro benessere fisico e mentale, un percorso che assicuri autostima e possibilità di piacersi ancora.

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www.chirurgiaplasticaestetica360.it   

info@chirurgiaplasticaestetica360.it

TORINO –  ALBA –  ASTI

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Informazione promozionale

 

Sanità, Domenico Ravetti (Pd): “Il Piemonte viene sempre classificato al primo posto”

“LN e M5S mantengono un silenzio assordante per non riconoscere i risultati ottenuti dalla Giunta Chiamparino”

 “Alcuni consigliano di non parlare del tema della sanità durante la campagna elettorale perché, spiegano, è un settore sul quale i cittadini hanno maturato, in generale, un giudizio non completamente positivo. Consigliano, inoltre, di lasciar perdere perché non viene mai percepito, pienamente, il senso della riorganizzazione e del salvataggio della sanità pubblica, ma si colgono soltanto i “tagli”. Ne prendo atto con amarezza e, tuttavia, intendo affrontare questo argomento scomodo che i miei interlocutori politici tendono ad evitare e sul quale mi sembra rifuggano il confronto” ha affermato il Presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Domenico Ravetti

“Dopo che la Regione Piemonte, proprio sul tema della qualità delle prestazioni sanitarie, era stata classificata al primo posto in Italia, è arrivata recentemente la notizia che il Ministero a guida pentastellata ha assegnato alla nostra Regione il primo posto come “benchmark” davanti a Umbria, Emilia Romagna, Marche e Veneto. Tre di queste Regioni saranno selezionate per fare da riferimento per “i costi standard” da utilizzare nel riparto del Fondo sanitario 2019. La Lombardia è classificata al sesto posto!” ha proseguito Ravetti

“In sanità, le tecniche di benchmarking hanno lo scopo di raggiungere uno standard di eccellenza, valutando il corretto impiego delle risorse e, considerate le performance raggiunte, di correggere opportunamente le politiche sanitarie. Nella scelta il Ministero della Salute tiene conto di una serie specifica di parametri, dal punteggio della cosiddetta “Griglia Lea” alla spesa farmaceutica, oltre all’efficienza della tenuta dei conti economici” ha proseguito Domenico Ravetti.

“Essere al primo posto nella graduatoria delle Regioni “Benchmark” è una novità assoluta per il Piemonte” ha concluso il Presidente Ravetti “e l’indicazione del Ministero della Salute rappresenta l’ennesimo riconoscimento del lavoro svolto in questi anni. Può non piacere, può dar fastidio, ma la verità è nei fatti: con il risanamento dei conti e l’uscita dal Piano di rientro, il Piemonte diventa sempre più un punto di riferimento per la sanità nazionale.  È un motivo di orgoglio e un ulteriore stimolo a continuare o stavamo meglio nei bassi fondi della classifica alle prese con i debiti accumulati nel tempo? Attendiamo una risposta da Lega Nord e M5S che, di fronte ai risultati positivi ottenuti dalla Giunta Chiamparino, mantengono un silenzio assordante”.

Sanità, Domenico Ravetti (Pd): “Il Piemonte viene sempre classificato al primo posto"

“LN e M5S mantengono un silenzio assordante per non riconoscere i risultati ottenuti dalla Giunta Chiamparino”

 “Alcuni consigliano di non parlare del tema della sanità durante la campagna elettorale perché, spiegano, è un settore sul quale i cittadini hanno maturato, in generale, un giudizio non completamente positivo. Consigliano, inoltre, di lasciar perdere perché non viene mai percepito, pienamente, il senso della riorganizzazione e del salvataggio della sanità pubblica, ma si colgono soltanto i “tagli”. Ne prendo atto con amarezza e, tuttavia, intendo affrontare questo argomento scomodo che i miei interlocutori politici tendono ad evitare e sul quale mi sembra rifuggano il confronto” ha affermato il Presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Domenico Ravetti

“Dopo che la Regione Piemonte, proprio sul tema della qualità delle prestazioni sanitarie, era stata classificata al primo posto in Italia, è arrivata recentemente la notizia che il Ministero a guida pentastellata ha assegnato alla nostra Regione il primo posto come “benchmark” davanti a Umbria, Emilia Romagna, Marche e Veneto. Tre di queste Regioni saranno selezionate per fare da riferimento per “i costi standard” da utilizzare nel riparto del Fondo sanitario 2019. La Lombardia è classificata al sesto posto!” ha proseguito Ravetti

“In sanità, le tecniche di benchmarking hanno lo scopo di raggiungere uno standard di eccellenza, valutando il corretto impiego delle risorse e, considerate le performance raggiunte, di correggere opportunamente le politiche sanitarie. Nella scelta il Ministero della Salute tiene conto di una serie specifica di parametri, dal punteggio della cosiddetta “Griglia Lea” alla spesa farmaceutica, oltre all’efficienza della tenuta dei conti economici” ha proseguito Domenico Ravetti.

“Essere al primo posto nella graduatoria delle Regioni “Benchmark” è una novità assoluta per il Piemonte” ha concluso il Presidente Ravetti “e l’indicazione del Ministero della Salute rappresenta l’ennesimo riconoscimento del lavoro svolto in questi anni. Può non piacere, può dar fastidio, ma la verità è nei fatti: con il risanamento dei conti e l’uscita dal Piano di rientro, il Piemonte diventa sempre più un punto di riferimento per la sanità nazionale.  È un motivo di orgoglio e un ulteriore stimolo a continuare o stavamo meglio nei bassi fondi della classifica alle prese con i debiti accumulati nel tempo? Attendiamo una risposta da Lega Nord e M5S che, di fronte ai risultati positivi ottenuti dalla Giunta Chiamparino, mantengono un silenzio assordante”.