redazione il torinese

Seeyousound Torino Music Film Festival: il cinema come non l’avete mai vissuto

Torna a incantare dal 25 gennaio al 3 febbraio al Cinema Massimo il Seeyousound Torino Music Film Festival per la sua V edizione. Si preannunciano dieci giorni ricchi di sorprese, dove la musica, tutta, viene celebrata dal cinema e viceversa, spaziando dal genere punk alla musica classica, dai trasgressivi anni Settanta fino ai giorni nostri. Nato nel 2015 con quella spontaneità e quell’entusiasmo che solo le idee rivoluzionarie possono recare in sé, il Seeyousound si è rivelato nel giro di pochi anni un consolidato appuntamento per i cultori del magico binomio cinema – musica, sempre in grado di stupire. Grazie ad uno scatenato gruppo di professionisti visionari sempre in ascolto e con la capacità di guardare oltre, il festival ha saputo intercettare ogni volta le aspettative di un pubblico a cui non bastano più le anteprime e gli attori di grande richiamo per riempire le sale nell’era dello streaming. Così la novità principale di quest’anno sarà un ricco cartellone di performance dal vivo, dj set, ibridazioni con diverse arti performative prima delle proiezioni serali che trasformeranno il foyer al primo piano del Cinema Massimo in una sorta di club. E poi ospiti nazionali e internazionali, masterclass, eventi speciali. Sarà il producer tedesco Alex.Do ad aprire le danze con un set live delle tracce di Symphony of Now di Johannes Schaff, presentato alla scorsa Berlinale, uno spaccato della vibrante vita notturna della capitale tedesca, un omaggio nel trentennale della caduta del muro di Berlino. Diversi i film, i videoclip e gli appuntamenti volti a ricordare questo momento storico particolare della Germania dove la musica è stata in grado di superare confini e unire, nonostante tutto, ponendo i semi di una creatività musicale che prosegue fino ai giorni nostri. Sempre il dj Alex.Do animerà l’Opening Party / Berlin Celebration all’Azimut Club. Fiore all’occhiello dell’edizione di quest’anno gli incontri con alcune band iconiche italiane. Imperdibile e attesissima la reunion del collettivo formatosi nel 2004 Songs With Other Strangers, che porterà sulla ribalta del Cinema Massimo una schiera di grandi artisti: Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours, Marta Collica (Sepiatone e John Parish Band), Giorgia Poli (Scisma e John Parish band), John Parish (autore e produttore, tra gli altri, di PJ Harvey), Stef Kamil Carlens (dEUS e Zita Swoon) e Steve Wynn (Dream Syndacate), per vedere il documentario sul loro tour del 2010, immortalato dal regista Vittorio Bongiorno e tutt’ora inedito. Atteso anche il gruppo al completo degli Ex-Otago e il regista Paolo Santamaria, che presenteranno il film in anteprima assoluta Ex-Otago – Siamo Come Genova che racconta l’omonima band ligure, dal successo dell’album Marassi alla creazione del successivo Corochinato, attraverso interviste ed esibizioni live. Altri momenti celebrativi di storici gruppi undergrand nostrani quelli dedicati alla punk band torinese Franti che si concederanno in una live session coinvolgente per la proiezione di Acqua Passata, film di Claudio Paletto ispirato a un racconto di Stefano Giaccone, presentato in anteprima assoluta insieme al regista. Presenti in sala anche i Truzzi Broders protagonisti di un altro documentario tutto torinese e in primissima visione, Una canzone senza finale. diretto da Paolo e Riccardo Sarà, uno sguardo sulla difficile Torino anni ’80, partendo dal materiale di archivio girato dalla band stessa tra cui lo storico concerto del 29 maggio 1982, al Centro d’Incontro Vanchiglia.

E naturalmente tanto cinema: 44 i titoli in competizione con 21 anteprime italiane. Nella sezione “Long Play Feature” attesissimo il lungometraggio Lords of Chaos di Jonas Arkelund, regista di videoclip tra i più noti al mondo, lungometraggio che racconta l’epopea insanguinata dei Mayhem, di Euronymous e Burzum, una delle più dannate vicende della storia del black metal norvegese. Candidato come rappresentante indiano per gli Oscar 2019, il film della regista Rima Das, Village Rockstars, è la storia di Dhunu, bambina che vive in un remoto villaggio indiano il cui sogno è fondare una rock band. Nella sezione dei documentari, “Long Play Doc” in Where are you, João Gilberto? Georges Gachot, che sarà ospite al festival, ricostruisce un ritratto suggestivo di João Gilberto, musicista e creatore della bossa nova. All’insegna delle contaminazioni e degli incroci tra culture il film Rude Boy, introdotto in sala dal regista Nick Davies, sulla nascita della prima etichetta reggae/ska della Gran Bretagna, la Trojan Records. In gara anche i corti con la sezione “7Inch” e i 20 videoclip selezionati per “Soundies”. C’è spazio anche per i temi sociali nella sezione “Rising Sound”. Tra i titoli spicca Scream for Me Sarajevo di Tarik Hodzic che ricorda il concerto degli Iron Maiden durante l’assedio di Sarajevo degli anni 90. Nella rassegna Into the groove 13 i titoli di richiamo per il grande pubblico selezionati dal direttore del festival Carlo Griseri. Sono una vetrina del meglio della produzione internazionale di cinema a tematica musicale. Tra i titoli da non perdere: Piazzolla – The Years Of The Shark di Daniel Rosenfeld celebra il compositore che rivoluzionò il tango contaminandolo con jazz e classica, Astor Piazzolla, osteggiato nel suo paese per la portata rivoluzionaria della sua musica; e Whitney del regista Premio Oscar Kevin Mac Donald presentato allo scorso Festival di Cannes, che mostra luci e ombre dell’impareggiabile icona pop Whitney Huston, dalla ribalta alla prematura scomparsa. Si passa dallo Studio 54 di Matt Tyrnauer, racconto dello storico locale di New York frequentato da personaggi come Andy Warhol, John Travolta e Madonna, simbolo dell’edonismo degli anni ’70, agli studi berlinesi che tra il ’76 e il ’90 hanno visto nascere miti come David Bowie, Iggy Pop, Depeche Mode, Nick Cave e U2 nella proiezione offerta da Sky Arte di Hansa Studios: by the wall 1976-90 Tra gli eventi speciali Telemusik – Videoclip, visioni e visionari nell’Italia degli anni ’80, un documentario dal vivo che mescola storytelling, musica, teatro, video e nuove tecnologie, per raccontare la nascita dell’immaginario del videoclip che ha segnato un’epoca. Il Musicteller Federico Sacchi con il contributo del Prof. Simone Arcagni e la regia di Alessandro Bernard, celebrano la TV nazionale nei primi anni Ottanta. Da quest’anno il testimone è passato da Maurizio Pisani a Carlo Griseri che commenta così il suo nuovo incarico di direttore e il festival che verrà: “Il festival anno dopo anno è cresciuto, imparando dai propri errori e rilanciando sempre, il cuore oltre l’ostacolo, per offrire al suo pubblico film sempre migliori, ospiti sempre più interessanti, eventi sempre più originali. Da quest’anno ho l’onore di esserne il direttore. Una responsabilità e un piacere, emozionante e stimolante: abbiamo costruito tutti insieme un programma vasto e variegato, per dieci giorni di “experience” che, ci auguriamo, vorrete trascorrere insieme a noi. Il racconto della musica attraverso il cinema in questi anni si è sempre più diversificato, le proposte si sono moltiplicate, in sala i film a tema ottengono record su record: ne siamo felici, ma raccogliamo la sfida di costruire un festival che sappia essere anche qualcosa d’altro e di diverso dal solito. Un evento, come rilancia il nostro hashtag, che sia sempre più #AMVSTSEE!

Ma è importante aggiungere che il Seeyousound dopo l’ultima edizione non si è mai fermato e nel 2018 si è trasformato in Seeyousound Music Film Experience, un contenitore più grande capace di contenere tutte le pratiche possibili che ruotano intorno al cinema e alla musica (concerti, attività educative e professionali, pubblicazioni, network di festival europei) e di ramificarsi in tutta Italia con il “Seeyousound on tour”. Nel 2018 il Seeyousound è così approdato anche a Pisa, Palermo e Lecce. Ma non ha intenzione di fermarsi, prossime tappe Milano e Bologna, con gli occhi rivolti verso l’Europa.

Giuliana Prestipino

Per maggiori informazioni consultare il sito: www.seeyousound.org

Asili Notturni Umberto I per le cure dei detenuti

Il 23 gennaio gli Asili Notturni Umberto I, storica associazione che ha sede nel capoluogo piemontese, in attuazione della convenzione stipulata con la Asl Cn2, darà il via alle prestazioni odontoiatriche specialistiche presso la Casa di reclusione “Giuseppe Montalto” di Alba, in provincia di Cuneo. Prestazioni che verranno effettuate due volte al mese: nel secondo e quarto mercoledì. Il personale paramedico verrà garantito dall’azienda sanitaria locale di competenza, ma a gestire l’attività saranno in particolare due odontoiatri, Valter Giraudi e Spirito Bessone, che opereranno da Alba in sintonia con gli studi odontoiatrici degli Asili Notturni di Torino, e faranno capo ai dottori Daniele Carpegna e Domenico Coscia. “La salute è un diritto di tutti”, e grazie a questa convenzione – come spiega il direttore generale dell’Asl Cn2, Massimo Veglio – “le cure odontoiatriche verranno erogate direttamente in carcere assicurando un’adeguata assistenza ed evitando il trasferimento dei detenuti all’esterno dell’area di reclusione”. Con questa iniziativa ad Alba, ecco un’altra maglia della rete odontoiatrica sociale che, a partire dall’esempio torinese, e grazie alla determinazione e continua dedizione del suo infaticabile presidente, Sergio Rosso, si sta diffondendo in tutto il Paese col dichiarato intento di garantire cure e assistenza completamente gratuite alle fasce più deboli della popolazione e ai cosiddetti “invisibili”, quelli, cioè, che vivono ai margini della società. Tra questi, anche coloro che si trovano oggi dietro le sbarre, e che sicuramente provengono da contesti sociali in cui la salute è solitamente considerata secondaria rispetto ai sovrastanti problemi esistenziali.
Per saperne di più: www.asilinotturni.org

Bacini e invasi contro la crisi idrica

In diverse aree alpine e appenniniche del Paese, Uncem registra con favore la riapertura di analisi e concertazioni attorno al tema dello stoccaggio idrico, con l’efficientamento di invasi esistenti e anche la proposta di realizzare nuovi bacini idrici per uso plurimo: accumulo di acqua potabile, uso agricolo, produzione idroelettrica, disponibilità per antincendio, oltre che grande valore paesaggistico e turistico. “Penso a Serra degli Ulivi, nel Monregalese, Cuneo, diventata un esempio per la capacità di unire tutte le forze in gioco, a partire da Enti locali, Consorzi irrigui, banche del territorio, associazioni agricole e degli industriali – spiega Marco Bussone, Presidente Uncem – e poi penso a molti esempi di avvio di pianificazione coordinata con le Regioni lungo l’Appennino o nelle Alpi, come nelle Valli di Lanzo. Per troppi anni non abbiamo fatto programmazione sull’uso e sull’accumulo delle risorse idriche. Ci sono stati scontri forti tra interessi, non sempre ben regolati, ci sono stati contrasti sociali verso progetti non ben fatti e concertati. Ora siamo a un punto di svolta. E non abbiamo molto tempo. Progettare e realizzare un invaso, piccolo o grande, costa e ha tempi lunghi. La burocrazia fa di tutto per stoppare ogni iniziativa. Vale per tutte le infrastrutture. Per un’opera, da zero alla messa in funzione, ci vogliono come minimo dieci anni. Ma tutti, pianificatori, ambientalisti e meteorologi come l’amico Luca Mercalli, insistono sulla necessità di efficientare le reti e gli impianti esistenti, di ridefinire culturalmente l’approccio di Enti e collettività verso il bene idrico, ma anche di pensare a forme di accumulo e a bacini in quota per regolare i rilasci idrici. Tema complesso, ma non più rinviabile. Non abbiamo molto tempo”.  Uncem insiste sulla necessità di strategie e risorse economiche. “Penso all’importanza del piano invasi nazionale che nei mesi scorsi ha finanziato dei positivi interventi – sottolinea Bussone – Enti locali montani, Regioni, Ambi, Consorzi irrigui, associazioni agricole, Unioni industriali e datoriali devono unirsi su questo fronte per chiedere nuove risorse, anche europee. Progetti certi, vicini e nati dai territori, poca burocrazia, celerità e certezza nella pianificazione. Regolare i rilasci idrici è fondamentale sia per le aree montane che da sempre accumulano e stoccano il bene, per le zone a vocazione agricola, ma soprattutto per le zone urbane dove di consuma il bene in particolare per scopi industriali. Serve un nuovo patto tra distretti, riconoscendo in pieno il ruolo della montagna, che porti a governare meglio dei processi connessi a cambiamenti climatici e nuova sensibilità delle comunità”.  

Islanda, terra di emozioni

Incontro a Torino con Paolo Cortini

Torino – 90° EST presenta l’Islanda nelle diverse stagioni: le strategie per un grande viaggio d’avventura, i mezzi di trasporto, le regioni più selvagge e i segreti per non mancare l’appuntamento con l’Aurora Boreale. Spedizioni naturalistiche e percorsi 4X4 saranno al centro dell’incontro tenuto da Paolo Cortini. Laureato in Scienze Geologiche, parteciorganizza viaggi naturalistici in Italia e all’estero. L’appuntamento è in programma per giovedì 24 gennaio alle 21.00, a Torino, negli spazi della Biblioteca Educatorio della Provvidenza in corso Trento 13. L’ingresso è libero.

 

“Bilancio complicato, bisogna mantenere i servizi”

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“La situazione del bilancio  è complicata ed è  necessario un riesame dei conti mantenendo  al tempo stesso, i servizi essenziali”. La sindaca Chiara Appendino risponde alle preoccupazioni espresse dalla Corte dei Conti sul bilancio comunale,  a fronte di un debito che erode il 52% delle entrate correnti. A proposito delle  dismissioni la prima cittadina ha detto che non stati raggiunti tutti gli obiettivi “ma mettere in moto la macchina è stato complicato. Sulle partecipate, – ha concluso –  sono orgogliosa del lavoro di verifica che è stato realizzato”.

 

"Bilancio complicato, bisogna mantenere i servizi"

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“La situazione del bilancio  è complicata ed è  necessario un riesame dei conti mantenendo  al tempo stesso, i servizi essenziali”. La sindaca Chiara Appendino risponde alle preoccupazioni espresse dalla Corte dei Conti sul bilancio comunale,  a fronte di un debito che erode il 52% delle entrate correnti. A proposito delle  dismissioni la prima cittadina ha detto che non stati raggiunti tutti gli obiettivi “ma mettere in moto la macchina è stato complicato. Sulle partecipate, – ha concluso –  sono orgogliosa del lavoro di verifica che è stato realizzato”.
 
Clelia Ventimiglia

“LA CORTE COSTITUZIONALE CONFERMA LA POSSIBILITÀ PER LE REGIONI DI RIDURRE LE SPECIE CACCIABILI”

La Regione Piemonte aveva, quindi, pieno diritto di ridurle. La Corte Costituzionale ha rigettato tutte le tesi sostenute dalle associazioni venatorie. Esultano animalisti e ambientalisti. Con sentenza del 5 dicembre 2018 e depositata il 17 gennaio 2019 la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal TAR Piemonte e dalle associazioni venatorie riguardo gli articoli n. 39, comma 1 della Legge Regionale n. 26/2015 e n.1, comma 1 della Legge Regionale n. 27/2016 con i quali la Regione Piemonte aveva protetto e dichiarato non cacciabili ben 16 specie selvatiche in difformità dalla legge nazionale. Trattasi delle specie: pernice bianca, allodola, lepre variabile, fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moretta, moriglione, combattente, merlo. La Corte ha accolto in pieno le tesi sostenute dalle associazioni LAC, LAV, PRO NATURA e SOS GAIA in appoggio alla Regione Piemonte. In particolare la sentenza afferma che i livelli di protezione fissati dalla legge n. 157 del 1992 a salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema «non sono derogabili in peius dalla legislazione regionale” ma possono invece essere variati «per innalzare il livello della tutela». La riduzione delle specie cacciabili operata dalla Regione Piemonte con atto legislativo ha avuto l’effetto di innalzare il livello della tutela faunistica: “In nessun modo la riduzione delle specie cacciabili ha inciso in peius sugli standard minimi e uniformi di protezione della fauna, la cui disciplina è ascrivibile alla potestà legislativa esclusiva dello Stato” scrivono i giudici. Detto con altre parole: all’attività venatoria non è ascrivibile alcuna positiva valenza ambientale. Ora ci aspettiamo che, sull’onda della citata sentenza, l’esempio del Piemonte sia presto seguito da altre Regioni e siano sottratte all’attività venatoria in primis le specie selvatiche in declino numerico. La battaglia del Tavolo Animali & Ambiente per l’abolizione definitiva della caccia continua.

Per il Tavolo Animali & Ambiente

Roberto Piana Vice presidente nazionale LAC

"LA CORTE COSTITUZIONALE CONFERMA LA POSSIBILITÀ PER LE REGIONI DI RIDURRE LE SPECIE CACCIABILI"

La Regione Piemonte aveva, quindi, pieno diritto di ridurle. La Corte Costituzionale ha rigettato tutte le tesi sostenute dalle associazioni venatorie. Esultano animalisti e ambientalisti. Con sentenza del 5 dicembre 2018 e depositata il 17 gennaio 2019 la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal TAR Piemonte e dalle associazioni venatorie riguardo gli articoli n. 39, comma 1 della Legge Regionale n. 26/2015 e n.1, comma 1 della Legge Regionale n. 27/2016 con i quali la Regione Piemonte aveva protetto e dichiarato non cacciabili ben 16 specie selvatiche in difformità dalla legge nazionale. Trattasi delle specie: pernice bianca, allodola, lepre variabile, fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moretta, moriglione, combattente, merlo. La Corte ha accolto in pieno le tesi sostenute dalle associazioni LAC, LAV, PRO NATURA e SOS GAIA in appoggio alla Regione Piemonte. In particolare la sentenza afferma che i livelli di protezione fissati dalla legge n. 157 del 1992 a salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema «non sono derogabili in peius dalla legislazione regionale” ma possono invece essere variati «per innalzare il livello della tutela». La riduzione delle specie cacciabili operata dalla Regione Piemonte con atto legislativo ha avuto l’effetto di innalzare il livello della tutela faunistica: “In nessun modo la riduzione delle specie cacciabili ha inciso in peius sugli standard minimi e uniformi di protezione della fauna, la cui disciplina è ascrivibile alla potestà legislativa esclusiva dello Stato” scrivono i giudici. Detto con altre parole: all’attività venatoria non è ascrivibile alcuna positiva valenza ambientale. Ora ci aspettiamo che, sull’onda della citata sentenza, l’esempio del Piemonte sia presto seguito da altre Regioni e siano sottratte all’attività venatoria in primis le specie selvatiche in declino numerico. La battaglia del Tavolo Animali & Ambiente per l’abolizione definitiva della caccia continua.

Per il Tavolo Animali & Ambiente

Roberto Piana Vice presidente nazionale LAC

Al Conservatorio di Torino “La musica degli Esclusi”

In occasione della Giornata della Memoria 2019 il Conservatorio statale di musica “Giuseppe Verdi” di Torino (in via Mazzini 11) organizza due concerti dedicati alla “musica degli Esclusi”: il primo giovedì 24 gennaio alle 10.30 riservato alle scuole e il secondo sabato 26 gennaio alle 21, offerto gratuitamente alla cittadinanza nell’ambito delle “Serate musicali”, per riflettere sui diritti negati all’arte e agli artisti sotto i regimi nazifascisti. La quasi totalità dell’arte contemporanea di allora venne censurata o cancellata dalle sale da concerto, dai musei, dalle biblioteche, perché considerata un serio pericolo in quanto arte libera e formativa in grado di favorire la crescita di una coscienza critica e indipendente dei popoli. Vennero creati complessi organismi burocratici con il compito di controllare e reprimere la produzione artistica musicale, letteraria e figurativa degli autori e degli interpreti ebrei e non solo. Le opere di compositori come Mendelssohn, Mahler, Schönberg, Weill, generi come il Jazz (in quanto musica dei neri d’America) e gran parte del repertorio popolare furono vietati, additati come prodotti di una malformazione intellettuale e artistica e persino ‘esposti’ in una mostra in Germania denominata Entartete  Musik (in italiano ‘musica degenerata’). I due concerti si caratterizzano per una grande varietà musicale grazie al coinvolgimento delle classi di musica vocale da camera, di pianoforte, di esercitazioni corali, di musica da camera, di quartetto, dei dipartimenti di jazz e di musica antica, oltre che la partecipazione amichevole e generosa del fisarmonicista Massimo Pitzianti. Affiancherà la parte musicale la recitazione di alcuni testi degli anni 1938-1939 (lettere, pagine di diario) scritti da ebrei italiani; verranno inoltre proiettate alcune testimonianze documentali relative alla legislazione razziale allora vigente ed esemplificazioni della cosiddetta ‘arte degenerata’. I concerti sono parte del più ampio progetto “1938-2018. A 80 anni dalle leggi razziali” sostenuto dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale e organizzato dal Polo del ‘900, dal Museo Diffuso della Resistenza, dall’Istoreto e dall’Università degli Studi di Torino.

SERAFINO DI LORETO:” COME RISOLVERE LE CRISI DA SOVRAINDEBITAMENTO”

Pochissimi, ancora, gli italiani al corrente delle potenzialità offerte da questo importante strumento legislativo. Le parole dell’esperto, fondatore della rinomata ‘SDL CENTROSTUDI SPA’

 

L’Italia della crisi ha prodotto un fenomeno nuovo, altresì conosciuto come ‘sovraindebitamento’ o ‘fallimento del privato’: situazioni derivanti da esposizioni finanziare o debitorie gigantesche, divenute ormai ingestibili, che di fatto impedirebbe a chiunque – cittadini, consumatori, artigiani, piccole e medie imprese – di uscirne, ipotecandosi così, di fatto, vita, futuro e professione. Un istituto giuridico prezioso, utilissimo, ma ancora poco noto e diffuso, complice anche una scarsa attenzione a esso dedicata da parte degli organi di informazione generalisti e specifici di carattere economico e fiscale. Si deve l’intelligenza e la lungimiranza del Presidente Emerito della Repubblica Sergio Napolitano l’aver consentito a tale, importante legge, l’ingresso dalla porta principale, nello scenario legislativo italiano, qual e strumento atto a risolvere situazioni altrimenti impossibili, detto Legge 3/2012”, spiega Serafino Di Loreto, già stimato Avvocato e tra i soci fondatori storici di ‘SDL Centrostudi SPA’, azienda che per prima, dal 2010 a oggi, ha fornito sull’intero territorio nazionale una risposta efficace e pronta al dilagante tema dell’usura e dell’anatocismo bancari. Attraverso alcune distinte procedure, oggi l’italiano sovraindebitato può disporre di differenti strade risolutive per potersi chiamare fuori dall’eccesso di debiti maturati in ambito privato e professionale, che possono altresì, come molteplici casi dal 2015 a oggi dimostrano, anche essere stralciati fino all’80% del monte esposizione complessivo. Salvando vite, evitando dunque tragici finali, preservando l’occupazione, riassestando la gestione di soggetti d’impresa attorno al perno del buon senso: in due parole, facendo tabula rasa del passato per guardare al presente e al futuro con rinnovata fiducia, finalmente liberi dai vincoli pregressi” dichiara Serafino Di Loreto, che mette prudentemente altresì in guardia i consumatori e gli italiani in difficoltà “da quelle trappole pronte a scattare sul web da parte di improbabili strutture taglia-debito reclamizzate in forma di siti e portali fioriti qua e là negli ultimi anni che promettono orizzonti di impossibile realizzazione”, conclude l’esperto.