redazione il torinese

Stefano ucciso ai Murazzi per una fotografia?

Il testimone interrogato dai carabinieri ha tracciato un identikit dell’assassino di Stefano Leo, il giovane di 33 anni ucciso nei giorni scorsi ai Murazzi da un feroce assassino che gli ha tagliato la gola con un coltello. L’uomo che ha parlato con gli inquirenti ha detto che mezz’ora prima del delitto, quello che poi si sarebbe rivelato l’omicida, descritto alto circa un metro e ottanta, forse nordafricano, era seduto su una delle panchine lungo il viale che costeggia  il Po, e  temendo di  essere fotografato (forse perché spacciatore di droga)  si è lamentato violentemente con il passante. Dunque un possibile pusher che potrebbe avere ucciso  Stefano per lo stesso motivo: il timore di essere immortalato con un cellulare. L’assassino sarebbe comunque stato inquadrato dalle telecamere della zona. I funerali del giovane si terranno domani nel Biellese. 

“LEZIONE IN OSPEDALE” AL MAURIZIANO

Venerdì 1° marzo si svolgerà la prima “Lezione in Ospedale” al Mauriziano di Torino. L’iniziativa pilota, fortemente voluta dalla Direzione Generale, è l’estensione dei Progetti “Giovani Cuori” ed “A scuola per la Vita”, ideati e realizzati dall’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlus che vedono la fattiva collaborazione della Cardiologia del Mauriziano per la prevenzione cardiovascolare, in particolare tra i giovani, sostenuti dai contributi della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi. 200 alunni dei licei Primo Levi e Sella Alto Lagrange di Torino parteciperanno nell’Aula Carle dell’ospedale Mauriziano a due momenti formativi. I professionisti sanitari, medici e infermieri effettueranno interventi di informazione ed educazione alimentare e sanitaria, promozione di corretti stili di vita, prevenzione all’abuso di alcool e fumo, educazione alle malattie sessualmente trasmissibili, l’importanza della corretta igiene delle mani, l’alimentazione e la prevenzione della morte cardiaca giovanile improvvisa. “Le Aziende Sanitarie della Regione Piemonte sono impegnate da anni con molteplici iniziative nella promozione della salute”. – dichiara Maurizio Dall’Acqua (Direttore generale dell’ospedale Mauriziano) – “E’ importante coinvolgere, in questi momenti informativi e formativi, gli alunni delle Scuole Elementari e poi gli studenti delle Scuole Medie di primo e secondo grado, in modo tale da diffondere nei giovani la cultura della prevenzione delle malattie, insegnando corretti comportamenti e stili di vita che sono determinanti nel contribuire a garantirci benessere psico-fisico ed una lunga vita in salute”. “Ritengo importante che in un ospedale, luogo di cura delle malattie e patologie, siano organizzate iniziative di informazione ai giovani per aumentare sensibilità e consapevolezza per una buona vita in salute”. – sostiene Graziella Costamagna (Direttore della SC Direzione delle Professioni sanitarie) – “E’ con soddisfazione vedere che alcuni professionisti dell’ospedale, quali medici, infermieri, dietisti decidano di dedicare un tempo, mettendo a disposizione dei ragazzi le proprie conoscenze e competenze in tema di prevenzione e promozione della salute e soprattutto riduzione dei rischi. La Direzione delle Professioni sostiene tali iniziative consolidando un’alleanza sempre più stretta tra ospedale ed Associazioni di promozione e tutela della salute”. “L’attività di prevenzione nelle scuole ottiene grande consenso e soddisfazione” sottolinea Marcello Segre (Presidente dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco Onlus) “la collaborazione con l’Ufficio Scolastico, le Direzioni degli Istituti e gli insegnanti è fondamentale. Solo incontrando gli studenti classe per classe, attraverso momenti di confronto e completando con esami elettrocardiografici la sensibilizzazione ai diversi rischi per la salute, si possono ottenere miglioramenti per la salute delle future generazioni. I possibili cambiamenti negli stili di vita nei giovani sono gli obiettivi che ci vedono uniti con il Mauriziano, grazie alle eccellenze dei professionisti che operano giornalmente, in un rinnovato contesto di collaborazione”.

"Presidio anarchico + suk = bomba pronta a scoppiare"

“Le mancanze dell’Amministrazione hanno creato le condizioni per questa miscela esplosiva. Aspetto con preoccupazione il weekend: intervenga la Procura. E troviamo in fretta una destinazione d’uso per l’ex Asilo Occupato”

Una zona ormai fuori controllo. L’Amministrazione, con la sua incapacità di gestire la situazione, ha posto le basi per questo salto di qualità: ora il degrado e l’illegalità diventano terreno fertile per le azioni politiche dei soliti noti (il riferimento è al presidio anarchico di fronte alla Scuola Holden). La miscela è esplosiva, anche perché – ne abbiamo già avuto un assaggio gli scorsi sabati – non sono affatto escluse tensioni tra gli operatori del libero scambio e i militanti. Mi chiedo con preoccupazione che cosa succederà nel weekend, quando centinaia e centinaia di operatori si disporranno tra Canale Molassi e San Pietro in Vincoli. A farne le spese, ancora una volta, residenti e commercianti onesti, quelli che pagano le tasse, rispettano le regole e si spaccano la schiena tutto il giorno senza calpestare i diritti degli altri. Ribadisco che sarebbe utile un intervento della Procura alla luce della palese, ripetuta e continuata situazione di illegalità. L’Amministrazione prenda in mano la situazione, se ne è capace. E si trovi al più presto una destinazione d’uso per l’immobile dell’ex Asilo Occupato.

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Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

MARATONINA DELLA FELICITA':  ufficializzata la data della 6^ edizione

Si correrà domenica 24 novembre la sesta edizione della Maratonina della Felicità, evento ecosolidale ispirato a La Via della Felicità, di L. Ron Hubbard
 
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Lo comunicano gli organizzatori dopo la recente ufficializzazione della date e la conseguente riunione preliminare mentre potrebbero esserci novità a sorpresa sulla location.
 
L’associazione di protezione civile PRO.CIVI.CO.S. onlus, le ASD Giannone Running e Impossible Target ed i volontari de La Via della Felicità organizzano questa manifestazione non competitiva approvata FIDAL, con l’intento comune di sensibilizzare i partecipanti ed il pubblico ad una migliore tutela e rispetto dell’ambiente, unendo il buon senso civico allo spirito sportivo sempre più diffuso grazie agli appassionati della corsa o del fitwalking.
 
Oltre a sostenere il progetto ‘Quartiere Pulito’, grazie ai partecipanti alla Maratonina della Felicità dello scorso anno è stato possibile donare due alberi alla città di Torino – spiega il noto ultramaratoneta Simone Leo, che di questa corsa è co-fondatore –  Quella del 2019  s arà una edizione ancora più ecosostenibile. L’inquinamento e molti disastri possono essere ridotti con il rispetto individuale per l’ambiente nel quale siamo immersi. 
[nella foto Simone Leo secondo da destra] 

La sinistra che non c’è

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Non so quale maledizione, anatema o virus ha colpito la sinistra italiana per ridurla nello stato in cui si trova. Gli errori, enormi e reiterati nel tempo, da soli non bastano a giustificare la situazione esistente. Quando sento dire che anche negli altri paesi europei arretra, cosa per altro e per fortuna non completamente vera, la cosa non consola i militanti ed i, pochi, dirigenti più accorti. E’ vero che, a ben guardare, il fenomeno risale a diversi anni fa ,praticamente dalla caduta del muro di Berlino ed all’incapacità dei gruppi dirigenti che si sono susseguiti alla guida dei partiti di sinistra italiana nel non capire appieno il grande cambiamento che stava avvenendo. La fine dei due blocchi, occidente da una parte e blocco legato all’Unione Sovietica, l’attuale Russia, dall’altra. Il tentativo, ora possiamo dire fallito, di dare una risposta al declino dando vita al Partito Democratico. Quella che sembrava una grande operazione politica, l’unire i due partiti che rappresentavano la tradizione di sinistra ed ex comunista con quella centrista ed ex democristiana. Come è andata a finire è oramai sotto gli occhi di tutti. Il PD (Partito Democratico) di un partito di sinistra non gli è rimasto praticamente nulla se non una parte del gruppo dirigente e pochissimi vecchi e stanchi militanti che pensano che quello sia ancora il “partito” di lontana memoria.

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Mentre la parte maggioritaria è un guazzabuglio di correnti e di individualità con un vissuto, di quel partito, da parte della stragrande maggioranza degli italiani di disprezzo se non di odio. Le posizioni politiche ed i provvedimenti dei governi a guida PD hanno allontanato milioni di elettori tradizionalmente di sinistra verso il Movimento 5 stelle e. soprattutto, verso il primo partito del nostro paese e cioè l’astensione. Provvedimenti di governo spesso con tratti, quando andava bene, liberali se non liberisti. La cosa più incredibile è che mentre il paese è guidato da una coalizione giallo-verde, un vero ircocervo politico, a trazione leghista e con tratti al limite dell’autoritarismo l’opposizione di centro sinistra è, quando va bene, assente. Andiamo ad analizzare cosa hanno fatto e fanno dopo la clamorosa e pesante sconfitta delle elezioni politiche del marzo del 2018. Innanzitutto nessuna analisi seria della sconfitta e assunzione di responsabilità. Poi, un silenzio assordante durato mesi e che ha generato non programmi ed iniziative rivolte verso il paese ma tutte rivolte verso l’interno degli stessi partiti. Il PD, in un continuo di liti e baruffe si è lanciato in un percorso congressuale che dovrebbe terminare, si fa per dire, dopo le primarie interne, il prossimo 3 marzo nelle primarie aperte a tutti per scegliere il segretario nazionale. Invece di contrastare le politiche devastanti, specialmente sul piano economico, del governo Conte-Salvini-Di Maio, si è guardato e si guarda il proprio ombelico. Sinistra Italiana rompendo, l’appena costituito LeU (Liberi e Uguali), cerca di costruire l’ennesimo “cartellicchio” elettorale con Rifondazione, De Magistris ed altri pezzettini senza sapere se l’operazione riuscirà in funzione delle prossime elezioni europee e convoca e sconvoca direzioni nazionali per, forse, fare un congresso straordinario.

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Articolo Uno-MDP, dopo un’afonia lunga mesi, si è lanciata in assemblee nazionali culminate a metà febbraio in un’estemporanea Conferenza Organizzativa che dovrebbe continuare i primi del prossimo aprile in una sorta di congresso. L’attesa vera sembra essere l’esito delle primarie del PD e scommettendo sulla vittoria di Zingaretti per “tornare” a casa. Desideri, confessati o meno, a parte la cosa non è così scontata. Così mentre si esercitavano in questo modo si è votato in Abruzzo ed in Sardegna per le regionali, si voterà a fine marzo, sempre per le regionali, in Basilicata ed a fine maggio in circa duemila comuni, in regioni come il Piemonte e per il parlamento europeo. I risultati di dove si è votato oramai li conosciamo e quelli di dove si voterà saranno uguali se non peggiori per il centro sinistra. La Democrazia Cristiana, che era un grande e litigioso partito, aveva una sorta di “semestre bianco” nel senso che nei sei mesi precedenti il voto si sospendevano liti interne, congressi e dispute e si preparavano liste di candidati, programmi e strategie. Insomma, l’esatto contrario di quello che hanno fatto e continuano a fare gli attuali vertici dei partiti di centro sinistra. Gruppi dirigenti sciagurati che dovrebbero essere mandati a casa senza tante cerimonie e che invece, completamente “fuori dal mondo” e slegati dai problemi del paese reale vivono e vegetano di dinamiche parlamentari , assolutamente autoreferenziali. A sinistra non rimane che sperare nella catarsi e nella possibilità di riprendere e ripartire da zero confidando anche nella mutevole e veloce politica italiana ed i conseguenti umori dell’elettorato del nostro paese. Prendendo a riferimento Francesco Bacone, dopo la “pars detruens la pars costruens”.

 "A TORINO NON SI DEVE PARLARE DI FCA"

La richiesta del gruppo consiliare Torino in Comune per indire un Consiglio, aperto alle rappresentanze imprenditoriali e sindacali, sulle prospettive del distretto dell’automotive è stata respinta dalle altre forze politiche. La motivazione? Se FCA ha declinato l’invito della Regione, men che meno si presenterà in Comune (giudizio del gruppo 5stelle) oppure, come dichiarato dal gruppo PD, è più urgente sollecitare il Governo affinché revochi le norme della finanziaria, cosiddette bonus malus sulle emissioni di CO2. Evidentemente né alla maggioranza né alle altre minoranze interessano, ammessa la prevedibile assenza di FCA, le analisi e gli impegni dei produttori della filiera dell’auto; tanto meno le conseguenze sociali rispetto al lungo periodo di cassa integrazione e alle incertezze occupazionali. Curioso che le istituzioni (anche nella imminenza del voto regionale) si concentrino sulla diatriba tra sviluppo e decrescita, proiettato al 2030 con le grandi opere, e non intendano confrontarsi sul presente e sul futuro prossimo della produzione dell’auto a Torino e in Piemonte.

Eleonora Artesio
Capogruppo consiliare
TORINO IN COMUNE – LA SINISTRA

Oggi sciopero: difficoltà per prenotare visite mediche?

Il 28 febbraio sarà difficile per i piemontesi prenotare una visita medica in provincia di Torino, nel Novarese e nel Vco attraverso il numero del Sovracup. Le lavoratrici e i lavoratori del servizio di prenotazione incroceranno le braccia dalle 10 alle 13 a causa dell’incertezza dei pagamenti degli stipendi di gennaio, febbraio, delle rimanenze economiche (ferie e permessi maturati in 8 anni di lavoro) e del TFR. Questo il tema affrontato dalle interrogazioni a Palazzo Lascaris dei consiglieri Marco Grimaldi (Liberi e Uguali) e Gian Luca Vignale (Movimento nazionale per la sovranità) . In particolare, i consiglieri hanno chiesto all’assessore regionale alla Sanità come intenda dare rassicurazioni ai lavoratori e tutelare, anche in virtù di quanto previsto dal codice degli appalti, un servizio pubblico importante, quale quello delle prenotazioni telefoniche e mail. “Gli addetti del Socracup fanno parte di un’associazione temporanea di imprese che ha vinto la gara per la gestione del Cup unico regionale, composta da Telecom, Engineering e Diamante – ha precisato in aula l’assessore Antonio Saitta – Quest’ultima impresa è però fallita e non sarà in grado di pagare le mensilità arretrate. Si sta ora provvedendo alla sostituzione dell’impresa Diamante con la società E-digital. Le penali per eventuali inadempienze verranno applicate al nuovo raggruppamento temporaneo di impresa. Non c’è quindi alcun pericolo né per il funzionamento dell’attuale call center Sovracup né per l’avvio del nuovo Cup. L’Asl Città di Torino ha già provveduto a sospendere tutti i pagamenti verso Telecom (capofila dell’appalto) e Diamante fino a che non saranno effettuati i pagamenti e le spettanze pregresse. L’assessorato convocherà nei prossimi giorni le aziende per arrivare ad una soluzione delle criticità”. 

Marco Gastini alla Galleria “Persano”

A pochi mesi dalla scomparsa la mostra ricorda il pittore torinese, fra i grandi dell’arte contemporanea italiana

Una ventina di opere inedite, quasi tutte di grandi dimensioni, e una nutrita raccolta di “maquettes”. E’ un omaggio dovuto, quello che Giorgio Persano dedica fino al prossimo 14 maggio, negli ampi spazi della torinese Galleria di via Principessa Clotilde, a Marco Gastini, nato a Torino nel 1938 e a Torino scomparso il 28 settembre del 2018. La mostra era stata infatti concordata da tempo fra lo stesso pittore e l’amico gallerista che oggi concretizza l’idea ripercorrendo, attraverso l’esposizione di opere fortemente significative, l’avventura artistica di uno dei più grandi e “instancabili” ed estrosi (di quell’estrosità coi piedi ben piantati a terra che guarda sempre alla concretezza del mestiere) artisti italiani del secondo Dopoguerra. Dagli anni ’70 ad oggi. Alle spalle – ma mai del tutto dimenticata – l’esperienza informale e gli impulsi ansiogeni anziché no del post-informale (dall’Arte Povera allo Spazialismo di Fontana via via fino al Minimalismo occhieggiante ai Paolini ai Griffa così come ai Castellani), gli anni rappresentati in mostra alla “Persano” sono quelli legati al periodo “analitico” di Gastini – la tela bianca, il “poverismo” cromatico e segnico, il gesto di esile incisività – e a seguire, in moti di andata e ritorno inaspettati e improvvisi, gli anni prepotentemente attratti dall’esplosione della materia (dal legno al ferro al carbone alle terrecotte o all’ardesia) “graffiata” dall’irrequietezza di un colore (il suo amato “blu” soprattutto) che pare condurre l’opera all’invasione e al recupero degli spazi esterni. Sono pagine, sempre, di profonda emozione, espressione passionale di una grande creatività appartenuta a un grande giocoliere dell’arte che ha saputo cavalcare con piena levità e senza imbarazzo alcuno le grandi scuole del Contemporaneo, restando sempre fedele a un’indipendenza di stile e d’intelletto che risiedeva soprattutto, come ebbe a scrivere qualche anno fa Marcella Beccaria “nel rigore – direi quasi nell’orgoglio – con cui ha sempre pensato a sé stesso come a un ‘pittore’, scegliendo di continuare a stare dalla parte della pittura anche in anni caratterizzati da un dilagante rifiuto culturale della stessa, come teoria e come pratica”. Attenzione, però: “Pittura che non dev’essere – annotava lo stesso Gastini– catalogabile, che deve sbilanciare per essere vera e che deve sfuggire alle intenzioni, anche alle mie”. Arte in bilico. Perennemente. Arte che non sai mai se abbia appieno esaurito le sue trame o, al contrario, sia solo agli inizi del gioco narrativo. Pittura che vive di movimento e precarietà come nel monumentale “Il sogno respira nell’aire” (1988), una sorta di geniale poderosa pitto-scultura (in cui, come in altre opere, ritorna quell’antico gusto del fare, respirato e assimilato fin da ragazzo nel laboratorio da marmista del padre) esposta per la prima volta in una galleria, carica di impasti cromatici che con violenza aggrediscono il precario (all’apparenza) assemblaggio di carbone, legno e lamiera di ferro, dove i cerchi possono diventare ruote e tracimare e invadere in un baleno l’area d’intorno. Dell’87, è invece “Mentre ancora la polvere muove”: quattro lamiere di rame, gravate dall’opaco nerofumo che pare appena posato sulla superficie luminosa del metallo, e su cui l’artista graffia e incide forme di casuale e semplificata astrazione, che rimandano alla magica primordiale gestualità della pittura rupestre. Materia e ancora materia. Accanto alle tele bianche o madreperlacee di fine anni ’70, sintesi di ricerca fra segno, spazio e “azzeramento cromatico” con quel bianco “che non è mai vuoto”, diceva Gastini; o ancora – e sono le ultime lasciateci dall’artista – tele datate 2018, appena appena sfiorate da leggeri tratti di carboncino o solcate da vigorose geometrie di colore (forme e silhouettes indecifrabili, a volte misteriche) o da ardesie che frantumano i piani, “feriscono e accrescono la materia”. Di grande interesse infine le “maquettes”, portate in rassegna e che Gastini abitualmente realizzava come progetti (ben saldi e concreti, quelli per la Banca d’Alba del 2010) o in forma autonoma, scelte per meglio comprendere lo sviluppo del suo lavoro negli anni. “Un percorso – sottolinea Giorgio Persano – che ci conduce in un viaggio nel tempo e che intende trasmettere, dell’artista e dell’amico, un ricordo vivo e aperto al futuro”.

Gianni Milani

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Marco Gastini
Galleria “Giorgio Persano”, via Principessa Clotilde 45, Torino; tel. 011/835527 o www.giorgiopersano.org
Fino al 14 maggio
Orari: mart. – sab. 10/13 e 15,30/19 
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Photo Pino dell’Aquila – Courtesy Galleria Giorgio Persano

– “Il sogno respira nell’aire”, tecnica mista, carbone, legno e lamiera di ferro su legno, 1988
– “Mentre ancora la polvere muove”, tecnica mista, carbone e legno su rame, 1987
– “Senza titolo”, tecnica mista, carta e terracotta su tela, 2018
– “Senza titolo B”, acrilici, pearl white, conté, grafite e pastelli su tela, 1978

 

Alla Cantina da Licia al via i corsi di degustazione

La vocazione di Cantina da Licia a essere anche Enoteca e luogo deputato alla degustazione era chiara sin dalla sua apertura dello scorso ottobre

 I locali dell’ex Trattoria Mamma Licia di via Mazzini, portati a nuova vita dai tre giovani imprenditori torinesi Alberto FeleLorenzo Careggio e Marco Pandoli, vantano infatti una carta dei vini di oltre 300 etichette selezionate in collaborazione con il sommelier Antonio Dacomo. E sarà proprio lui a dare il via, lunedì 5 marzo, al corso di degustazione che inaugura un ciclo di iniziative dedicate a tutti gli appassionati e agli intenditori per promuovere la cultura del vino ad ampio raggio. Il corso, suddiviso in cinque lezioni a cadenza settimanale (costo 170 euro), approfondirà tematiche che vanno dalla conoscenza dei territori di provenienza, dei produttori e delle tecniche di vinificazione e invecchiamento, sino all’arte dell’abbinamento con i vari piatti. Durante gli incontri, della durata di circa tre ore, saranno serviti almeno tre vini in degustazione guidata, abbinati a tre finger food.

Già perché Cantina da Licia, pur essendo un luogo vocato al mondo enologico in cui è possibile anche acquistare nella Cantina del locale le etichette presenti nella carta dei vini, è anche un locale che propone menù stagionali legati al territorio e alla tradizione. Oltre alla formula “pane e porcellana” in cui ogni piatto (fatta eccezione per i primi) può essere servito al tavolo o degustato come succulento ripieno di pane artigianale, qui si servono la Guancia brasata al barbera, sedano rapa e olio tartufato al Burger con humus e verdure, ma anche i plin al sugo d’arrosto, taglieri misti di salumi e formaggi, carne cruda, vitello tonnato o la mitica pasta e fagioli.

In Cantina da Licia, come da Eragoffi – spiega Alberto Fele – abbiamo strutturato una carta dei vini importante e realizzata selezionando appositamente piccole produzioni italiane e straniere tra cui etichette della Francia, del Sud Africa e della Nuova Zelanda. Ci piace dare la possibilità di promuovere e far scoprire vini di ottima qualità ma meno conosciuti, anche se non mancano bottiglie più blasonate che abbiamo inserito nella nostra Carta del Presidente. Il corso di degustazione che sta per iniziare – prosegue – non è che l’inizio di un percorso dedicato alla cultura del mondo del vino che andremo a sviluppare approfondendo gli aspetti della cantina con incontri diretti con i singoli produttori e con momenti legati al jazz e al vino con jam sessions dal vivo in via Mazzini”.

Alberto Fele, Lorenzo Careggio e Marco Pandoli hanno infatti anche aperto, contemporaneamente a Cantina da Licia, Eragoffi: quel Goffi del Lauro di corso Casale 117 a Torino riportato a nuova vita che propone cinque differenti menù (carnivoro, erbivoro, onnivoro, benessere ed esploratore) interpretati dallo chef Lorenzo Careggio e che ha in comune con il locale di via Mazzini la cantina di oltre 300 etichette.

Cantina da Licia – via Mazzini, 50 Torino – Tel 011.427.34.55 – 390.474.76.92 Orario: chiuso la domenica; pranzo 12.30/15, cena 19/23; Enoteca: 10/23