redazione il torinese

Il premier Conte vuole una Tav riveduta e corretta?


AGGIORNAMENTO  Una nota di palazzo Chigi smentisce “ricostruzioni apparse questa mattina su alcuni quotidiani.  Il Presidente Conte non ha mai anticipato nessun giudizio mentre ha sempre ribadito e ancora ribadisce che verrà presa, nella massima trasparenza, la migliore decisione possibile nell’interesse esclusivo del Paese e dei cittadini”
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Mentre il premier Giuseppe Conte annuncia la propria disponibilità ad esaminare una nuova analisi costi – benefici, il ministro dei trasporti Danilo Toninelli non è contrario alla pubblicazione dei bandi per il tunnel di base della Torino-Lione: “non mi preoccuperei se partissero i bandi di Telt, sarebbe soltanto una ricognizione di mercato aperta per sei mesi e sempre revocabile”, commenta il ministro. E aggiunge: “il governo prenderà una decisione entro la prossima settimana e se arriverà  una decisione definitiva sulla Tav, non sarà necessario pubblicare i bandi”. Il presidente del Consiglio ha comunque aperto alla realizzazione della linea ferroviaria, ma dopo una profonda revisione dell’opera.

Torino-Chievo, i precedenti tra i due tecnici

In 10 confronti, 7 vittorie di “WM”, 2 pareggi ed una sola affermazione di “Mimmo”

Il Torino-Chievo di domenica (ore 12:30) sarà il confronto numero 11 tra i due tecnici Walter Mazzarri e Domenico “Mimmo” Di Carlo: il computo vede l’attuale allenatore granata in netto vantaggio sull’omologo clivense, potendo vantare 7 vittorie, contro l’unica affermazione del collega (2, invece, i pareggi). I due tecnici si trovano per la prima volta di fronte nella stagione 2007-2008, con la doppia vittoria della Sampdoria “mazzarriana” al cospetto del Parma di “Mimmo”: 3-0 all’andata in Liguria (ottava giornata, 21 ottobre 2007) e 2-1 al ritorno in Emilia (ventisettesima, 9 marzo 2008).   Un solo confronto la stagione successiva, con Di Carlo subentrato a Giuseppe Iachini alla guida del Chievo e Mazzarri confermato sulla panchina dei sampdoriani: alla ventiduesima giornata (1° febbraio 2009), finisce 1-1. Passato al Napoli, Mazzarri fa bottino pieno su Di Carlo sia nel 2009-2010 sia nel 2010-’11: nella prima stagione, il Napoli di “WM” ha ragione del Chievo di Di Carlo per 2-0 all’andata in Campania (diciassettesima giornata, 20 dicembre 2009) e per 2-1 al ritorno in Veneto (trentaseiesima, 2 maggio 2010), mentre nell’annata successiva l’attuale tecnico granata ha la meglio sulla Sampdoria di “Mimmo”, piegata per 2-1 all’andata in Liguria (terza giornata, 19 settembre 2010) e per 4-0 al ritorno al “San Paolo” (ventiduesima, 30 gennaio 2011). Di Carlo riesce (finalmente) a prevalere sull’omologo livornese nella stagione 2011-’12, per la precisione il 21 settembre 2011 (quarta giornata) quando il suo Chievo piega il Napoli per 1-0 al “Marcantonio Bentegodi”, grazie ad una rete di Davide Moscardelli al 72′. La gara di ritorno in Campania finisce, invece, col successo dei partenopei per 2-0 (ventitreesima giornata, 13 febbraio 2012). Ed eccoci all’ultimo “incrocio” tra i due tecnici, risalente alla trentunesima giornata della stagione 2013-’14 (31 marzo 2014), con Mazzarri alla guida dell’Inter e Di Carlo subentrato a Davide Nicola sulla panchina del Livorno: nella Città labronica, l’Inter “mazzarriana” getta al vento un doppio vantaggio, dovendosi accontentare di un 2-2. Quel pareggio consiste tuttora nell’ultimo risultato positivo dei livornesi in massima Serie.

Giuseppe Livraghi

 

I matti esistono!

C’erano una volta i matti
Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce
Non tutte le storie vengono raccontate, anche se così non dovrebbe essere. Ci sono vicende che fanno paura agli autori stessi, che sono talmente brutte da non distinguersi dagli incubi notturni, eppure sono storie che vanno narrate, perché i protagonisti meritano di essere ricordati. I personaggi che popolano queste strane vicende sono “matti”,” matti veri”, c’è chi ha paura della guerra nucleare, chi si crede un Dio elettrico, chi impazzisce dalla troppa tristezza e chi, invece, perde il senno per un improvviso amore. Sono marionette grottesche di cartapesta che recitano in un piccolo teatrino chiuso al mondo, vivono bizzarre avventure rinchiusi nei manicomi che impediscono loro di osservare come la vita intanto vada avanti, lasciandoli spaventosamente indietro. I matti sono le nostre paure terrene, i nostri peccati capitali, i nostri peggiori difetti, li incolpiamo delle nostre sciagure e ci rifugiamo nel loro eccessivo gridare a squarcia gola, per non sentirci in colpa, per non averli capiti e nemmeno ascoltati. (ac)
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8 I matti esistono!
La stampa italiana svolse un ruolo decisivo nella denuncia delle disumane condizioni in cui si trovavano le persone recluse nei manicomi. Grandi firme del giornalismo si schierarono contro tali orrori: Indro Montanelli, Dacia Maraini, Carlo Casalegno, Natalia Aspesi, Camilla Cederna. Anche oltre confini intellettuali di spicco si sentirono obbligati a inserirsi nella lotta, come Jean-Paul Sartre e Noam Chomsky, perfino il “The Times”, nel 1965, pubblicò un articolo dettagliato sulle drammatiche condizioni dei manicomi italiani, il pezzo era firmato Peter Nichols. Lo scandalo stava piano piano venendo fuori, ma ci volle l’inchiesta di Angelo Del Boca per infastidire la coscienza reticente dell’opinione pubblica. Il giornalista, storico e scrittore, scrisse un servizio sulla “Gazzetta del Popolo” fra l’aprile e il giugno 1966 dal titolo emblematico “Manicomi come lager. Centomila ostaggi da liberare”, in cui, con pungente sarcasmo, invitava i connazionali “generosamente commossi alla fame dell’India a prendere coscienza del dramma dei manicomi a casa nostra”. L’inchiesta-choc viene pubblicata anche su altri giornali, e non si può più far finta di niente. Anche la televisione interviene insinuandosi tra i gelidi corridoi dei manicomi; il reportage più significativo è quello realizzato il 3 gennaio del 1969 da Sergio Zavoli, dal titolo “I giardini di Abele”, all’interno del programma TV7, in onda subito dopo il Carosello, girato nel manicomio di Gorizia. La telecamera fa in modo che nelle case degli italiani si proiettino immagini terribili di uomini e donne fantasma, facce svuotate, spettri che si aggirano per cortili spogli e sporchi, infagottati in abiti grotteschi, la TV fa vedere uomini che legano altri uomini, mani che stringono mazzi di chiavi che serrano improvvisamente porte e finestre. Il servizio è commentato dalla stessa voce di Sergio Zavoli che dice: “si è detto che gli alienati vengono trattati più duramente degli altri ammalati perché sono uomini senza difesa e quindi senza voce e senza diritti. Che nel mondo dei sofferenti equivalgono ai negri, agli indigeni, agli apolidi, ai sottoproletari, agli ebrei e come tali sono spesso vittime di pregiudizi e privazioni”. Le parole del giornalista suonano come un’accusa collettiva e vergognosa, dalla quale è difficile difendersi. Anche la fotografia si fa portavoce dell’ingiustizia, Gianni Berengo Gardin, Carla Cerati, Uliano Lucas, Ferdinando Scianna e molti altri fotografi realizzano reportage-choc all’interno dei manicomi, scavalcando mura che parevano insormontabili e mostrando situazioni che non dovevano essere mostrate. Tra le tante ignobili condizioni che vengono scoperchiate c’è anche quella di via Gulio. Nell’anno 1965 “La Stampa” pubblica un articolo su quello che accadeva all’ “albergo dei tre pini”: “Il manicomio di via Giulio è un obbrobrio indegno degli uomini e della civiltà. È incredibile che in una città come Torino che si ritiene all’avanguardia del progresso e in una provincia come la nostra, che vanta antiche tradizioni in campo assistenziale e sociale, sia tollerata la presenza di un’opera che era già inadeguata cent’anni fa. La sede di via Giulio è un’accozzaglia di letti, distanti una spanna l’uno dall’altro, dove c’è posto per 600 persone e le ospiti sono 900. Dove si respira un lezzo insopportabile, dove la luce piove nelle camerate, in cui le pazze sostano tutto il giorno per mangiare e per vivere, da lucernari a mezza luna che non consentono il ricambio dell’aria. Dove i 30 uomini addetti ai servizi comuni dell’ospedale –pazzi tranquilli ma comunque malati- sono costretti a dormire nei seminterrati tra gli scarafaggi.” La gente fuori si trovava costretta a sbarrare gli occhi per vedere cosa accadeva dentro quelle mura che censuravano una realtà troppo scomoda anche solo da immaginare.  Anche la situazione a Collegno era disastrosa: “Il manicomio è tutto da rifare o da demolire. Per la sua struttura è addirittura impensabile di potervi praticare la psicoterapia o la socioterapia. Ci sono sezioni con 150 pazienti. Sezioni piene di vecchi che avrebbero bisogno solo di un’assistenza generica, ma che nessuno li vuole e finiscono qui. Ne vediamo a centinaia, distesi sui loro letti oppure sulle panche in giardino. Sono tranquilli, rassegnati, silenziosi. Nessuno si occupa più di loro. Per la società non rappresentano che alcune modiche rette da pagare, un mazzo di “fiches” in questura, alcuni mendicanti “molesti” di meno per le strade. Qualcuno di loro, però, ogni tanto si ribella e trova, per esprimere la sua protesta, energie impensabili. È il caso del vecchio che troviamo legato al letto, polsi e caviglie chiusi nei ceppi. È un grande vecchio, magro ma dotato di una ossatura imponente, i capelli ancora scuri, gli occhi che ci fissano adirati. L’infermiere sostiene che è “violento, e che spesso picchia i compagni.” All’epoca i manicomi di Collegno, Torino, Grugliasco e Savonera rinchiudevano tra le loro mura malati di mente e semplici emarginati, uomini e donne senza voce e senza difese, scaricati dalla società come zavorra e nella più totale indifferenza. Per la maggior parte erano anziani, allontanati dalle famiglie, rifiutati dalle case di riposo perché non più autosufficienti, una volta stavano al Cottolengo poi presero ad affollare i manicomi. Gli anni Sessanta videro l’immigrazione di massa dovuta all’ irrefrenabile processo di crescita dell’industria automobilistica FIAT e in particolare Torino era diventata una metropoli di oltre un milione di abitanti. Nelle fabbriche vi erano decine di migliaia di operai immigrati dal Sud, in gran parte ex contadini usciti malamente dallo scontro con la civiltà industriale; i dipendenti erano più lavoratori-macchine che semplici addetti alle linee di montaggio. I ritmi di lavoro uniti al disagio di ambientamento avevano fatto sì che nel 1965, 1579 lavoratori venissero internati nei manicomi torinesi, di questi il 37% erano operai, il 28% casalinghe, il 9% agricoltori e il 3% professionisti. Questo tipo di alienazione portò tra il 1957 e 1970 a 33 suicidi per impiccagione. Il fatto venne così commentato da un paziente :” (…) comunque, 33 impiccati in 13 anni! Ha fatto concorrenza al Rondò della Forca in tutta la storia del Rondò della Forca.”

Alessia Cagnotto

LA COMMISSIONE AMBIENTE APPROVA IL PIANO PER LA QUALITA’ DELL’ARIA

La Commissione Ambiente del Consiglio regionale ha approvato il “Piano per la Qualità dell’aria”

“Questo provvedimento rappresenta uno degli atti che il nostro Gruppo vuole approvare entro la fine della legislatura perché non si rimandano le scelte per la salute delle persone. Pensare alla qualità dell’ambiente in cui viviamo significa pensare alla salute dei cittadini” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti. “Il Piano – ha proseguito Ravetti – interviene su 47 misure legate a diversi ambiti: trasporti, energia, industria, agricoltura, riqualificazione urbana e ha lo scopo di contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali, raggiungendo gli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030 dell’Onu e dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile “. “In questo contesto più generale – ha concluso Domenico Ravetti – si colloca anche il tema della mobilità sostenibile legato alla necessità di compiere le scelte migliori per tutelare ambiente e salute. I provvedimenti dei Comuni, tra i quali l’introduzione o la rimodulazione della Ztl, per avere un effetto positivo devono essere preceduti da un Piano urbano della mobilità sostenibile, che, da normative nazionali, dovrà essere approvato entro il 5 ottobre 2019. Un Piano che tenga conto di di una visione globale della mobilità urbana, con obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ivi comprese le esigenze di chi nei centri storici vive e lavora. Auspichiamo che tutte le amministrazioni vogliano contribuire, al di là di interessi particolari, a rendere il Piemonte un luogo migliore”.

Gli Stati generali della Cultura oggi alla Fondazione Crt

Oltre un centinaio di rappresentanti del mondo culturale torinese e piemontese saranno presenti  venerdì 1 marzo, alle ore 10.30, in Fondazione CRT, via XX Settembre 31 a Torino, per partecipare al focus group sulla produzione artistica e culturale, l’heritage e la valorizzazione del territorio nell’ambito degli “Stati Generali” della Fondazione CRT: la grande operazione di ascolto per ridefinire mission, vision e strategie della Fondazione per il prossimo decennio, e rilanciarne il ruolo di “motore” della crescita e dello sviluppo del territorio anche in una dimensione internazionale. “La Fondazione CRT ha investito finora mezzo miliardo di euro per l’arte e la cultura, volano fondamentale per la crescita, lo sviluppo e la promozione, anche turistica, di Torino, del Piemonte e della Valle d’Aosta – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Abbiamo reso possibili i restauri di oltre 2.500 beni storici, artistici e architettonici, la realizzazione di 3.500 eventi di musica, teatro e danza e di un migliaio di mostre, con un’attenzione speciale per l’arte contemporanea culminata con la creazione delle OGR. Abbiamo investito 55 milioni di euro per le residenze reali, altri 40 milioni nell’ultimo decennio per il sistema museale e 28 milioni per il sostegno alle produzioni nazionali e ai grandi eventi. È a partire da questi numeri così significativi che si apre ora la riflessione sulle strategie per il prossimo futuro, guardando anche alle nuove sfide, come le nuove tecnologie, la crescita delle imprese culturali, la cultura quali occasione di coesione sociale, la possibilità di affiancare al granting forme stabili di finanza innovativa propria dei capitali pazienti”.

Al via la Triennale di Milano

Venerdì 1 marzo apre al pubblico la XXII Esposizione Internazionale – Triennale di Milano

L’architetto Ico Migliore dello studio Migliore + Servetto Architects è Curatore, insieme a Federico Bucci, Luisa Collina con Marco Bocciolone, Donatella Sciuto  del Politecnico di Milano, e Direttore Artistico di Padiglione Italia. Il progetto “4 ELEMENTS TAKING CARE” definisce il Padiglione Italia come una contemporanea biblioteca del sapere scientifico per restituire la visione dell’approccio multidisciplinare e analitico del Politecnico di Milano, polo di alta formazione riconosciuto a livello internazionale. Il progetto di Migliore+Servetto definisce il Padiglione Italia come una contemporanea biblioteca del sapere scientifico per restituire la visione dell’approccio multidisciplinare e analitico del Politecnico di Milano, polo di alta formazione riconosciuto a livello internazionale. Nello spazio lo sguardo si espande dal micro al macro, muovendosi lungo una sorta di libreria a tutta altezza che, rivestendo pareti e soffitto, avvolge il visitatore. Su di essa grandi libri fuori scala ed episodi di grafica offrono approfondimenti fisici e digitali su progetti e contenuti di visione del polo didattico rispetto alla tematica “Broken Nature”. Grandi piani luminosi interattivi si animano, rispondendo alle azioni del visitatore, invitandolo ad avvicinarsi e a sfogliarne le pagine per entrare all’interno dei diversi progetti di ricerca e sperimentazione in mostra. In dialogo con questo sistema narrativo, una quadreria dinamica, resa infinita da un insieme di riflessioni continue, costruisce sulla parete di fondo una ricca wunderkammer del Politecnico. Da Carlo De Carli a Enrico Forlanini e Giovanni Muzio, disegni progettuali, immagini storiche, oggetti e ogni genere di memorabilia affollano lo spazio, quasi sfondandone i confini fisici e aprendo così una sorta di portale temporale per restituire una fotografia storica di quest’eccellenza italiana nel mondo. Al centro dello spazio, piani esplosi di luce e grafica, come pagine di un libro scomposto, si susseguono in overlapping, costruendo un’installazione dinamica. Un’articolata video-installazione che congiunge cielo e terra, e sulla quale il racconto sui quattro elementi si incrociano a contenuti relativi al tema ambientale, restituendo una visione che dall’Italia si allarga al mondo. Un Padiglione da sfogliare, ascoltare e misurare in cui l’esplorazione diventa esperienza memorabile. Un’occasione per scoprire i numeri, la creatività, la logica e la fertile contaminazione tra aree di pensiero diverse che caratterizzano da sempre il punto di forza del pensiero politecnico.

Formazione a colazione

Ciclo di incontri formativi gratuiti PANE, BURRO E…
 
Ci hanno insegnato che la colazione è il pasto più importante della giornata. La colazione serve a dar la giusta carica ed energia alla nostra vita. Il progetto “Pane, burro e….” vuole essere come la colazione del mattino la giusta carica per affrontare il martedì.  Un ciclo di conferenze di formazione ed informazione gratuite solo su prenotazione dedicate a vari temi. Tutti i martedì dalle 10:30 alle 12:00 presso il Patzé Cook&Bar di Torino – Piazza Cavour, 2, 10123 Torino TO. Ingresso gratuito SOLO SU PRENOTAZIONE all’indirizzo: patzetorino@gmail.com. MAX. 20 iscritti 
Ecco il  calendario: 
5 Marzo: #Neuromarketing e scienze cognitive – Martedì, ore 10:30
con Marta Zanetta Digital Marketing Strategy
12 Marzo: #FoodMarketing Creare esperienze nel mondo dei Foodies. Martedì, ore 10:30 con Marta ZanettaDigital Marketing Strategy.
19 Marzo: #TrovaLavoro consigli utili e pratici per la ricerca attiva del lavoro, Martedì, ore 10:30 con Work Target – Agenzia per il Lavoro .
26 Marzo: #CyberBullissimo come riconoscerlo e come proteggere i minori. Martedì, ore 10:30 con Antonietta Marrazzo Social Media Manager e Web Strategy.
2 Aprile: #Gestionedeltempo impariamo da una professional organizer Marilina Di Cataldo , Martedì, ore 10:30.
9 Aprile#OliiEssenziali come curarsi e star bene, Martedì ore 10:30 Veronica Pacella .
COME ISCRIVERSI: 
Mandando un’e-mail a: patzetorino@gmail.com con oggetto “PRENOTAZIONE N. persone # della lezione scelta”
es “PRENOTAZIONE N.2 persone per #FoodMarketing”

Gli arcieri piemontesi in Turchia

Sono scattati a Samsun, in Tuchia, i Campionati Europei Indoor. Numerosa la spedizione azzurra, di cui fanno parte anche sei arcieri piemontesi (o tesserati per società piemontesi)

Nella prima giornata di gare si sono svolte le qualifiche (60 frecce), si sono allineati i tabelloni individuali dell’olimpico agli ottavi di finale e quelli del compound ai sedicesimi; definiti anche i tabelloni a squadre. Tutti ancora in gara i piemontesi. Nell’olimpico Senior Marco Morello (Aeronautica Militare/Iuvenilia) ha chiuso la qualifica al 14esimo posto con 577 punti e ai sedicesimi ha battuto 7-1 il russo Tsybzhitov, passando agli ottavi dove affronterà il turco Gazoz, terzo nella qualifica vinta dall’altro azzurro Massimiliano Mandia. Nell’olimpico Junior bel quarto posto di Alessandro Paoli (Iuvenilia) dopo le 60 frecce, con 586 punti. Al primo turno il giovane torinese vicecampione italiano indoor nello scorso week end a Rimini ha superato 6-2 lo slovacco Ivan ed è ora atteso dal match degli ottavi contro il francese Vautrin. Nella stessa divisione e classe Aiko Rolando (Iuvenilia) ha concluso la qualifica in sesta posizione con 570 punti; grazie al bye di primo turno è approdata direttamente agli ottavi, dove incontrerà la russa Orshnikova. Tre anche gli arcieri della nostra regione impegnati nel compound. Irene Franchini (Fiamme Azzurre/Arcieri delle Alpi) si è piazzata nona in qualifica con 581 punti e ai sedicesimi troverà la slovacca Shkolna. Fabio Ibba (Oscar Oleggio Bellinzago), 23esimo in qualifica con 583 punti, affronterà invece il finlandese Juutilainen. Alex Boggiatto (Ar.Co. Arcieri Collegno), infine, ha chiuso al secondo posto le qualifiche con l’ottimo score di 590, per un solo punto alle spalle del norvegese Faugstad, ed è direttamente passato agli ottavi di finale. In tabellone anche tutte le squadre azzurre, che a partire da domani andranno a caccia di medaglie. Domattina andranno in scena le eliminatorie individuali senior e junior, mentre la pomeriggio si terranno quelle a squadre. Venerdì si disputeranno le finali a squadre (al mattino gli junior e al pomeriggio i senior), sabato 2 marzo le finali individuali per assegnare tutte le medaglie (al mattino gli junior e al pomeriggio i senior).
Risultati completi a questo link

Leonidas Kavakos e Sol Gabetta le stelle di marzo

Venerdì primo marzo alle 20.30 all’Auditorium Toscanini, concerto dell’Orchestra Rai diretta da William Eddins con Simone Rubino alle percussioni e il Janoska Ensemble
Martedì 5 alle 20, al Teatro Vittoria, per la stagione dell’Unione Musicale, Pedro Robert Toronal , Dong Yang Xing e allievi ed ex allievi del Conservatorio, eseguiranno musiche di Schumann. Mercoledì 6 alle 21 al Conservatorio, Emanuele Arciuli al pianoforte eseguirà musiche di Schonberg, Haydn, Liszt, Berg, Debussy, Castelnuovo-Tedesco. Giovedì 7 alle 20.30 e venerdì 8 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Edward Gardner e con Anna Caterina Antonacci mezzosoprano, eseguirà musiche di Janàcek, Berlioz e Mahler. Martedì12 alle 20 al Teatro Regio, per la Stagione d’opera, debutto di “Agnese”, dramma semiserio in 2 atti, musica di Ferdinando Avater L’Orchestra del Teatro sarà diretta da Diego Fasolis. Repliche fino a domenica 24. Martedì 12 alle 20 al Teatro Vittoria, verrà eseguito l’integrale dei lieder di Schubert. Mercoledì 13 alle 21 al Conservatorio, per la stagione dell’Unione Musicale, Massimo Polidori al violoncello, eseguirà le suites per violoncello solo n.1. n.3. n.5 di Bach. Giovedì 14 alle 20.30 e venerdì 15 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Costantinos Carydis e con Sol Gabetta al violoncello, eseguirà musiche di Guiraud Lalo, Korsakov. Lunedì 18 alle 20 al Teatro Vittoria, Archicembalo Il Modo Italiano, eseguirà musiche di Vivaldi e Handel. Mercoledì 20 alle 21 al Conservatorio, per la stagione dell’Unione Musicale, Leonidas Kavakos al violino e Enrico Pace al pianoforte, eseguiranno un programma ancora da definire. Giovedì 21 alle 20.30 e venerdì 22 alle 20, l’Orchestra Rai diretta da Juraj Valcuha e con Alexander Malofeev al pianoforte, eseguirà musiche di Dvoràk, Cajkovskij, Rachmaninov.

Sempre giovedì 21 alle 10.30, al Teatro Regio per la stagione d’opera, debutto di Pinocchio opera in 2 atti, musica di Pierangelo Valtinoni. Repliche fino a sabato 23. Sabato 23 alle 20 al Teatro Vittoria, Gabriele Casciano e allievi ed ex allievi del Conservatorio, eseguiranno musiche di Schumann. Martedì 26 alle 20.30 all’Auditorium del Lingotto, la Kammerakademie Potsdam diretta da Antonello Manacorda e con Maximilian Hornung al violoncello, eseguirà musiche di Wagner, Schumann e Brahms. Mercoledì 27 alle 21 al Conservatorio, il Quartetto Belcea, eseguirà musiche di Haydn, Britten e Beethoven. Giovedì 28 alle 20.30 e venerdì 29 alle 20, all’Auditorium Toscani, l’Orchestra Rai diretta da Omer Meir Wellber e con Sarah Jane Brandon soprano , Katija Dragojevic mezzosoprano, Patrick Grahl tenore, Istvan Kovacs basso e il coro Maghini diretto da Claudio Chiavazza, eseguirà musiche di Mozart. Sabato 30 alle 20, al Teatro Vittoria, per la stagione dell’Unione Musicale, il Quartetto Daidalos eseguirà musiche di Webern, Verdi e Schumann.
 

Pier Luigi Fuggetta