Chiara Appendino chiede di nuovo al governo se intende “sostenere la candidatura di Torino alle Atp Finals” di tennis. La sindaca afferma che non mettere le garanzie “sarebbe una pugnalata al nostro territorio”. Per la prima cittadina il governo deve assumersi “la responsabilità della scelta: ad oggi non vi è stata una parola chiara e senza la fidejussione la candidatura è morta”.
Clelia Ventimiglia
L’anziana signora stava attraversando sulle strisce pedonali
Alle 10e30 di questa mattina, una donna di 81 anni è stata investita da un bus della linea 55 nei pressi di piazza Vittorio. L’anziana signora stava attraversando la strada sulle strisce pedonali quando il pullman – svoltando da via Vanchiglia – l’ha presa sotto. Il conducente del bus e alcuni testimoni presenti al momento dell’impatto, hanno immediatamente chiamato i soccorsi che dopo essere prontamente intervenuti, hanno trasportato d’urgenza la donna al Cto. La donna è giunta in ospedale in gravi condizioni a causa del ferimento della sua gamba sinistra che,fino all’arrivo dei soccorsi, era rimasta incastrata sotto le ruote del pesante mezzo. Dopo un difficile intervento per cercare di stabilizzare le condizioni della povera anziana e del suo arto, alla donna è stato amputato il piede della gamba ferita. Sul luogo dell’incidente sono giunti anche gli agenti della Polizia municipale e i carabinieri per fare i rilievi e i primi accertamenti sulla dinamica dell’accaduto.
Simona Pili Stella
(foto archivio)
DALLA LOMBARDIA
La Polizia di Stato ha arrestato un cinquantenne che avrebbe compiuto abusi sessuali su ragazze minorenni in provincia di Monza. Si spacciava per medico, e dopo aver instaurato contatti attraverso conversazioni online le convinceva a rapporti sessuali non protetti. Si spacciava per ginecologo, e millantava di avere subito un intervento chirurgico che aveva reso il suo sperma “anticoncezionale”. E’ stato denunciato dai genitori di una delle vittime, ed è accusato di violenza sessuale su due ragazzine di età compresa tra i 15 e 17 anni. Un altro caso di adescamento è ancora al vaglio.
La VI edizione della corsa “Just the woman I am” partirà domenica 3 marzo, alle ore 16.30, da piazza San Carlo, interessando l’area centrale
Questo il percorso
via Roma direzione piazza Castello, viale dei Partigiani (Giardini Reali), corso San Maurizio carreggiata laterale sud, via Rossini, via Po, piazza
Vittorio Veneto, via Bonafous, corso Cairoli carreggiata laterale ovest,
corso Vittorio Emanuele II carreggiata laterale nord, via della Rocca, via
Principe Amedeo, via San Francesco da Paola, corso Vittorio Emanuele II
carreggiata laterale nord, piazza Carlo Felice lato est, via Roma e arrivo
piazza San Carlo. Rimarranno percorribili corso San Maurizio (ad
esclusione della carreggiata laterale compresa tra viale Partigiani e via
Rossini), lungo Po Diaz, corso Cairoli carreggiata centrale, corso Vittorio
Emanuele II carreggiata centrale. Le vie interessate alla corsa saranno
riaperte:
– piazza Castello, viale Partigiani alle ore 17.10 circa
– via Po, piazza Vittorio Veneto alle ore 17.40 circa
– la zona centrale, piazza Carlo Felice e via Roma alle ore 18.20 circa
Gtt informa che varieranno il percorso le linee: 6, 7, 13, 15, 16 c.s., 16
c.d., 18, 30, 55, 56, 61, 64, 68, 70, Star 1, Star 2, Venaria Express.
Linea 6. Dalle 15.45 alle 18 circa. Direzione piazza Carlo Felice: da via
Rossini deviata in corso Regina Margherita, piazza Della Repubblica, via
Milano, via San Francesco d’Assisi, via Bertola, via San Tommaso,via
Arsenale, corso Vittorio Emanuele II, via Nizza, largo Marconi (capolinea
provvisorio angolo via Nizza). Direzione corso Gabetti: da capolinea
provvisorio prosegue per via Nizza, corso Vittorio Emanuele II, corso Re
Umberto, corso Matteotti, via XX Settembre, corso Regina Margherita,
via Rossini e percorso normale.
Linea 7. Dalle 15.50 servizio sospeso.
Linea 13. Dalle 15.45 alle 18. Direzione piazza Gran Madre: da via Pietro
Micca deviata in via XX Settembre, corso Regina Margherita, Rondò
Rivella, corso Regina Margherita, corso Farini (capolinea). Direzione via
Servais: dal capolinea provvisorio deviata in corso Regina Margherita,
piazza della Repubblica, via Milano, via San Francesco d’Assisi, via
Bertola, via San Tommaso, percorso normale.
Linea 15. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Sassi: da via XX Settembre
angolo via Pietro Micca prosegue per via XX Settembre, corso Regina
Margherita, corso Tortona, corso Belgio, percorso normale. Direzione via
Brissogne: da corso Belgio deviata in corso Regina Margherita, piazza
Della Repubblica, via Milano, via San Francesco d’Assisi, via Bertola, via
San Tommaso, percorso normale.
Linea 16 c.s. Dalle 15.45 alle 18. Da corso Massimo d’Azeglio deviata in
corso Vittorio Emanuele, via XX Settembre, corso Regina Margherita,
percorso normale.
Linea 16 c.d. Dalle 15.45 alle 18. Da corso Regina Margherita deviata per
via Milano,via San Francesco d'Assisi, via Bertola, via San Tommaso, via
Arsenale, corso Cairoli, corso Vittorio Emanuele II, corso Massimo
d'Azeglio, percorso normale.
Linea 18. Dalle 15.45 alle 18. Direzione piazza Sofia: da via Madama
Cristina deviata in corso Vittorio Emanuele II, corso Re Umberto, corso
Matteotti, via XX Settembre, corso XI Febbraio, percorso normale.
Direzione piazzale Caio Mario: da corso XI Febbraio deviata in corso
Regina Margherita, piazza Della Repubblica, via Milano, via San
Francesco d'Assisi, via Bertola, via San Tommaso, via Arsenale, corso
Vittorio Emanuele II, via Madama Cristina, percorso normale.
Linea 30. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Torino: da via Vanchiglia
deviata in corso San Maurizio (capolinea). Non transita in piazza Vittorio
Veneto.
Linea 55. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Torino: da via XX Settembre
angolo via Pietro Micca prosegue per via XX Settembre, corso Regina
Margherita, corso San Maurizio, via Napione, percorso normale.
Direzione Grugliasco: da via Vanchiglia deviata in corso San Maurizio,
corso Regina Margherita, via Milano, via San Francesco d’Assisi, via
Bertola, via San Tommaso, percorso normale.
Linea 56. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Torino: da via Pietro Micca
deviata in via XX Settembre, corso Regina Margherita, corso San
Maurizio, Lungo Po Cadorna, ponte Vittorio Emanuele I, piazza Gran
Madre. Direzione Grugliasco: da ponte Vittorio Emanuele I deviata in
lungo Po Cadorna, corso San Maurizio, corso Regina Margherita, via
Milano, via San Francesco d'Assisi, via Pietro Micca, percorso normale.
Linea 61. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Torino: deviata da corso Casale,
corso Moncalieri, Ponte Umberto I, corso Vittorio Emanuele II, percorso
normale. Direzione San Mauro: deviata da corso Vittorio Emanuele II,
Ponte Umberto I, corso Moncalieri, piazza Gran Madre, corso Casale,
percorso normale.
Linea 64. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Torino: da corso Vittorio
Emanuele II deviata in via Nizza, largo Marconi (capolinea provvisorio).
Direzione Grugliasco: da capolinea provvisorio deviata in via Nizza,
corso Vittorio Emanuele II, percorso normale.
Linea 68. Dalle 15.45 alle 18. Direzione via Frejus: da via Rossini deviata
in corso San Maurizio, corso Regina Margherita, piazza Della Repubblica,
via Milano, via San Francesco d'Assisi, via Bertola, via San Tommaso, via
Arsenale, corso Vittorio Emanuele II, percorso normale. Direzione via
Cafasso: da corso Vittorio Emanuele II angolo via San Secondo prosegue
per corso Vittorio Emanuele II, via XX Settembre, corso Regina
Margherita, corso San Maurizio, via Rossini, percorso normale.
Linea 70. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Torino: limitata in piazza Gran
Madre (capolinea provvisorio in comune con la linea 13). Direzione
Moncalieri: dal capolinea provvisorio di piazza Gran Madre prosegue per
corso Moncalieri, percorso normale.
Linea Star 1. Dalle 15.45 alle 18. Direzione Ospedale Gradenigo: da via
XX Settembre angolo via Santa Teresa prosegue per via XX Settembre,
corso Regina Margherita, corso San Maurizio, via Montebello, percorso
normale. Direzione via Cavalli: da via Sant’Ottavio, deviata in corso San
Maurizio, Rondò Rivella, corso Regina Margherita, piazza Della
Repubblica, via Milano, via San Francesco d'Assisi, via Bertola, via San
Tommaso, via Arsenale, corso Matteotti, percorso normale.
Linea Star 2. Dalle 15.45 alle 18 servizio sospeso.
Venaria Express. Per la sola corsa delle ore 16.30. Direzione Reggia di
Venaria: dal deposito di via Fiochetto deviata per lungo Dora Savona,
corso XI Febbraio, corso Regina Margherita, piazza Della Repubblica, via
Milano, via San Francesco d’Assisi, via Pietro Micca e percorso normale.
Verranno processati con rito abbreviato i quattro ragazzi di origini marocchine accusati di esse componenti della banda dello spray al peperoncino. Nella drammatica sera del 3 giugno 2017, a scopo di rapina, avrebbero scatenato il panico tra la folla in Piazza San Carlo durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League. L’udienza in tribunale è stata aggiornata al 25 marzo. I quattro devono rispondere di omicidio preterintenzionale per i casi di Erika Pioletti e Marisa Amato, le due donne morte a seguito delle ferite riportate.
Venerdì 1° marzo gli atleti torinesi che si sono distinti nella loro disciplina, conseguendo risultati internazionali nel 2018, riceveranno dalla Sindaca di Torino Chiara Appendino e dall’Assessore allo Sport del Comune di Torino Roberto Finardi la “Pergamena dello Sport”
Per l’Ice Club Torino verranno premiati l’olimpionica Giada Russo (premio speciale), la coppia di artistico campione d’Italia formata da Vivienne Contarino e Marco Pauletti, i pattinatori artistici di singolo maschile e femminile Raffaele Zich, Francesca Prato, Giulia Barucchi e Anna Zito. Questi riconoscimenti rappresentano l’ennesimo successo per la società torinese diretta da Claudia Masoero. Raffaele Zich e Francesca Prato, allenati da Renata Lazzaroni, grazie agli ottimi risultati della prima parte della stagione, hanno, recentemente, acquisito il punteggio necessario per vestire i colori della nazionale italiana. bTra pochi giorni gareggeranno ai Mondiali junior di Zagabria la coppia di artistico rivelazione della stagione composta dalla pinerolese
Vivienne Contarino e da Marco Pauletti che, nei primi mesi insieme, hanno conquistato medaglie d’oro in gare internazionali e il titolo di campioni italiani a Trento. I due pattinatori italiani, allenati da Cristiana Di Natale e da Fabiana Di Natale e coreografati da Andrea Vaturi, presenteranno a Zagabria un programma corto pattinato sulla musica “Leave out all the rest” dei Linkin Park e un programma lungo nel quale interpreteranno il “Fantasma dell’Opera”. Prenderà parte ai Mondiali junior anche l’italosvizzera Anaïs Coraducci, tesserata da questa stagione per l’Ice Club Torino Asd. La Coraducci, dopo aver partecipato allo stage estivo dell’Ice Club Torino a Cerreto Laghi, ha deciso di trasferirsi nel capoluogo piemontese per allenarsi con Edoardo De Bernardis e ha, recentemente, partecipato all’ European Youth Olympic Festival di Sarajevo, piazzandosi al 5° posto. L’argento nella gara di Sarajevo è andato a Lucrezia Beccari che, fino a pochi mesi, fa ha gareggiato per l’Ice Club Torino e, per anni, è stata allenata dai tecnici torinesi.
bc
Pianoforte e direzione Andrea Albertini, ensemble Le Muse
Un omaggio al maestro Ennio Morricone, con le più celebri colonne sonore, selezionate tra le oltre 400 musiche da film, dagli esordi con Sergio Leone (1964, “Per un pugno di dollari”) fino alle più recenti collaborazioni con Tornatore e Tarantino
Il 25 febbraio2007, dopo cinque candidature non premiate, gli è stato conferito, accompagnato da unastanding ovation, il Premio Oscar alla carriera, “per i suoi magnifici e multiformi contributi nell’arte della musica per film”. A consegnargli il premio l’attore Clint Eastwood, icona dei film western di Sergio Leone.Ne 2016 il maestro ottiene il prestigioso riconoscimento alla Migliore colonna sonora, composta per The Hateful Eight, film di Quentin Tarantino. Protagonista strumentale del concerto saràl’Ensemble LE MUSE, che ha rappresentato l’eccellenza musicale italiana all’inaugurazione del semestre di presidenza italiana presso l’Unione Europea. Diretto al pianoforte dal suo ideatore, il maestro Andrea Albertini e accompagnato dalla suadente voce di Angelica De Paoli, l’ensemble “Le Muse” ci conduce attraverso un viaggio emozionale nell’universo creativo di Morricone. Musiche che diventano immagini, tanto sono radicate nella memoria collettiva le scene di alcuni film che le colonne sonore di Morricone hanno contribuito a far diventare celeberrimi. Dalla lunga e incomparabile collaborazione con Sergio Leone fino alla produzione cinematografica più recente. C’era una volta il west, Il Buono il brutto e il cattivo, Giù la testa, le magiche atmosfere di Mission, le tinte più moderne di Malena, Nuovo cinema Paradiso. Ascolteremo anche un Morricone che forse non ci aspettavamo, e cioè il Morricone autore di indimenticate canzoni come Se Telefonando (portata al successo da Mina) e Here’s to you (cantata da Jon Baez) .
ENSEMBLE LE MUSE
Un ensemble al femminile, formato da strumentiste cresciute artisticamente nei principali Conservatori del Nord Italia (Milano, Torino, Genova, Parma). Dopo esperienze di perfezionamento in Accademie Musicali come Fiesole, Santa Cecilia a Roma , Chigiana a Siena, Prix Virtuositè a Ginevra, arricchiscono sul campo il loro bagaglio musicale lavorando per Enti Lirici. Tutto il repertorio MUSE è creato appositamente per il gruppo dal proprio ideatore pianista e direttore d’orchestra Andrea Albertini. L’attività concertistica ha portato il gruppo ad esibirsi nelle principali sale da concerto di tutto il mondo. Sono altresì scelte come rappresentanza della eccellenza musicale italiana in un concerto presso il Padiglione Italia nel corso di EXPO MILANO 2015. Nel febbraio del 2017 suonano per la Fondazione Dante Alighieri di Montecarlo alla presenza dei reali monegaschi. Nel giugno del 2017 concerto benefico voluto dalla famiglia Elkann alla Reggia di Venaria a favore del reparto di pediatria dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Suonano per la festa della repubblica Italiana a Tirana, chiamati dalla ambasciata. Ricevono l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Nel 2018 grazie a questo riconoscimento, sono in tourneè in Thailandia (per il festival del cinema italiano a Bangkok) e negli USA.
PREVENDITE: www.ticketone.it
AGGIORNAMENTO Una nota di palazzo Chigi smentisce “ricostruzioni apparse questa mattina su alcuni quotidiani. Il Presidente Conte non ha mai anticipato nessun giudizio mentre ha sempre ribadito e ancora ribadisce che verrà presa, nella massima trasparenza, la migliore decisione possibile nell’interesse esclusivo del Paese e dei cittadini”
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Mentre il premier Giuseppe Conte annuncia la propria disponibilità ad esaminare una nuova analisi costi – benefici, il ministro dei trasporti Danilo Toninelli non è contrario alla pubblicazione dei bandi per il tunnel di base della Torino-Lione: “non mi preoccuperei se partissero i bandi di Telt, sarebbe soltanto una ricognizione di mercato aperta per sei mesi e sempre revocabile”, commenta il ministro. E aggiunge: “il governo prenderà una decisione entro la prossima settimana e se arriverà una decisione definitiva sulla Tav, non sarà necessario pubblicare i bandi”. Il presidente del Consiglio ha comunque aperto alla realizzazione della linea ferroviaria, ma dopo una profonda revisione dell’opera.
Torino-Chievo, i precedenti tra i due tecnici
In 10 confronti, 7 vittorie di “WM”, 2 pareggi ed una sola affermazione di “Mimmo”
Il Torino-Chievo di domenica (ore 12:30) sarà il confronto numero 11 tra i due tecnici Walter Mazzarri e Domenico “Mimmo” Di Carlo: il computo vede l’attuale allenatore granata in netto vantaggio sull’omologo clivense, potendo vantare 7 vittorie, contro l’unica affermazione del collega (2, invece, i pareggi). I due tecnici si trovano per la prima volta di fronte nella stagione 2007-2008, con la doppia vittoria della Sampdoria “mazzarriana” al cospetto del Parma di “Mimmo”: 3-0 all’andata in Liguria (ottava giornata, 21 ottobre 2007) e 2-1 al ritorno in Emilia (ventisettesima, 9 marzo 2008). Un solo confronto la stagione successiva, con Di Carlo subentrato a Giuseppe Iachini alla guida del Chievo e Mazzarri confermato sulla panchina dei sampdoriani: alla ventiduesima giornata (1° febbraio 2009), finisce 1-1. Passato al Napoli, Mazzarri fa bottino pieno su Di Carlo sia nel 2009-2010 sia nel 2010-’11: nella prima stagione, il Napoli di “WM” ha ragione del Chievo di Di Carlo per 2-0 all’andata in Campania (diciassettesima giornata, 20 dicembre 2009) e per 2-1 al ritorno in Veneto (trentaseiesima, 2 maggio 2010), mentre nell’annata successiva l’attuale tecnico granata ha la meglio sulla Sampdoria di “Mimmo”, piegata per 2-1 all’andata in Liguria (terza giornata, 19 settembre 2010) e per 4-0 al ritorno al “San Paolo” (ventiduesima, 30 gennaio 2011). Di Carlo riesce (finalmente) a prevalere sull’omologo livornese nella stagione 2011-’12, per la precisione il 21 settembre 2011 (quarta giornata) quando il suo Chievo piega il Napoli per 1-0 al “Marcantonio Bentegodi”, grazie ad una rete di Davide Moscardelli al 72′. La gara di ritorno in Campania finisce, invece, col successo dei partenopei per 2-0 (ventitreesima giornata, 13 febbraio 2012). Ed eccoci all’ultimo “incrocio” tra i due tecnici, risalente alla trentunesima giornata della stagione 2013-’14 (31 marzo 2014), con Mazzarri alla guida dell’Inter e Di Carlo subentrato a Davide Nicola sulla panchina del Livorno: nella Città labronica, l’Inter “mazzarriana” getta al vento un doppio vantaggio, dovendosi accontentare di un 2-2. Quel pareggio consiste tuttora nell’ultimo risultato positivo dei livornesi in massima Serie.
Giuseppe Livraghi
I matti esistono!
C’erano una volta i matti
Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce
Non tutte le storie vengono raccontate, anche se così non dovrebbe essere. Ci sono vicende che fanno paura agli autori stessi, che sono talmente brutte da non distinguersi dagli incubi notturni, eppure sono storie che vanno narrate, perché i protagonisti meritano di essere ricordati. I personaggi che popolano queste strane vicende sono “matti”,” matti veri”, c’è chi ha paura della guerra nucleare, chi si crede un Dio elettrico, chi impazzisce dalla troppa tristezza e chi, invece, perde il senno per un improvviso amore. Sono marionette grottesche di cartapesta che recitano in un piccolo teatrino chiuso al mondo, vivono bizzarre avventure rinchiusi nei manicomi che impediscono loro di osservare come la vita intanto vada avanti, lasciandoli spaventosamente indietro. I matti sono le nostre paure terrene, i nostri peccati capitali, i nostri peggiori difetti, li incolpiamo delle nostre sciagure e ci rifugiamo nel loro eccessivo gridare a squarcia gola, per non sentirci in colpa, per non averli capiti e nemmeno ascoltati. (ac)
.
8 I matti esistono!
La stampa italiana svolse un ruolo decisivo nella denuncia delle disumane condizioni in cui si trovavano le persone recluse nei manicomi. Grandi firme del giornalismo si schierarono contro tali orrori: Indro Montanelli, Dacia Maraini, Carlo Casalegno, Natalia Aspesi, Camilla Cederna. Anche oltre confini intellettuali di spicco si sentirono obbligati a inserirsi nella lotta, come Jean-Paul Sartre e Noam Chomsky, perfino il “The Times”, nel 1965, pubblicò un articolo dettagliato sulle drammatiche condizioni dei manicomi italiani, il pezzo era firmato Peter Nichols. Lo scandalo stava piano piano venendo fuori, ma ci volle l’inchiesta di Angelo Del Boca per infastidire la coscienza reticente dell’opinione pubblica. Il giornalista, storico e scrittore, scrisse un servizio sulla “Gazzetta del Popolo” fra l’aprile e il giugno 1966 dal titolo emblematico “Manicomi come lager. Centomila ostaggi da liberare”, in cui, con pungente sarcasmo, invitava i connazionali “generosamente commossi alla fame dell’India a prendere coscienza del dramma dei manicomi a casa nostra”. L’inchiesta-choc viene pubblicata anche su altri giornali, e non si può più far finta di niente. Anche la televisione interviene insinuandosi tra i gelidi corridoi dei manicomi; il reportage più significativo è quello realizzato il 3 gennaio del 1969 da Sergio Zavoli, dal titolo “I giardini di Abele”, all’interno del programma TV7, in onda subito dopo il Carosello, girato nel manicomio di Gorizia. La telecamera fa in modo che nelle case degli italiani si proiettino immagini terribili di uomini e donne fantasma, facce svuotate, spettri che si aggirano per cortili spogli e sporchi, infagottati in abiti grotteschi, la TV fa vedere uomini che legano altri uomini, mani che stringono mazzi di chiavi che serrano improvvisamente porte e finestre. Il servizio è commentato dalla stessa voce di Sergio Zavoli che dice: “si è detto che gli alienati vengono trattati più duramente degli altri ammalati perché sono uomini senza difesa e quindi senza voce e senza diritti. Che nel mondo dei sofferenti equivalgono ai negri, agli indigeni, agli apolidi, ai sottoproletari, agli ebrei e come tali sono spesso vittime di pregiudizi e privazioni”. Le parole del giornalista suonano come un’accusa collettiva e vergognosa, dalla quale è difficile difendersi. Anche la fotografia si fa portavoce dell’ingiustizia, Gianni Berengo Gardin, Carla Cerati, Uliano Lucas, Ferdinando Scianna e molti altri fotografi realizzano reportage-choc all’interno dei manicomi, scavalcando mura che parevano insormontabili e mostrando situazioni che non dovevano essere mostrate. Tra le tante ignobili condizioni che vengono scoperchiate c’è anche quella di via Gulio. Nell’anno 1965 “La Stampa” pubblica un articolo su quello che accadeva all’ “albergo dei tre pini”: “Il manicomio di via Giulio è un obbrobrio indegno degli uomini e della civiltà. È incredibile
che in una città come Torino che si ritiene all’avanguardia del progresso e in una provincia come la nostra, che vanta antiche tradizioni in campo assistenziale e sociale, sia tollerata la presenza di un’opera che era già inadeguata cent’anni fa. La sede di via Giulio è un’accozzaglia di letti, distanti una spanna l’uno dall’altro, dove c’è posto per 600 persone e le ospiti sono 900. Dove si respira un lezzo insopportabile, dove la luce piove nelle camerate, in cui le pazze sostano tutto il giorno per mangiare e per vivere, da lucernari a mezza luna che non consentono il ricambio dell’aria. Dove i 30 uomini addetti ai servizi comuni dell’ospedale –pazzi tranquilli ma comunque malati- sono costretti a dormire nei seminterrati tra gli scarafaggi.” La gente fuori si trovava costretta a sbarrare gli occhi per vedere cosa accadeva dentro quelle mura che censuravano una realtà troppo scomoda anche solo da immaginare. Anche la situazione a Collegno era disastrosa: “Il manicomio è tutto da rifare o da demolire. Per la sua struttura è addirittura impensabile di potervi praticare la psicoterapia o la socioterapia. Ci sono sezioni con 150 pazienti. Sezioni piene di vecchi che avrebbero bisogno solo di un’assistenza generica, ma che nessuno li vuole e finiscono qui. Ne vediamo a centinaia, distesi sui loro letti oppure sulle panche in giardino. Sono tranquilli, rassegnati, silenziosi. Nessuno si occupa più di loro. Per la società non rappresentano che alcune modiche rette da pagare, un mazzo di “fiches” in questura, alcuni mendicanti “molesti” di meno per le strade. Qualcuno di loro, però, ogni tanto si ribella e trova, per esprimere la sua protesta, energie impensabili. È il caso del vecchio che troviamo legato al letto, polsi e caviglie chiusi nei ceppi. È un grande vecchio, magro ma dotato di una ossatura imponente, i capelli ancora scuri, gli occhi che ci fissano adirati. L’infermiere sostiene che è “violento, e che spesso picchia i compagni.” All’epoca i manicomi di Collegno, Torino, Grugliasco e Savonera rinchiudevano tra le loro mura
malati di mente e semplici emarginati, uomini e donne senza voce e senza difese, scaricati dalla società come zavorra e nella più totale indifferenza. Per la maggior parte erano anziani, allontanati dalle famiglie, rifiutati dalle case di riposo perché non più autosufficienti, una volta stavano al Cottolengo poi presero ad affollare i manicomi. Gli anni Sessanta videro l’immigrazione di massa dovuta all’ irrefrenabile processo di crescita dell’industria automobilistica FIAT e in particolare Torino era diventata una metropoli di oltre un milione di abitanti. Nelle fabbriche vi erano decine di migliaia di operai immigrati dal Sud, in gran parte ex contadini usciti malamente dallo scontro con la civiltà industriale; i dipendenti erano più lavoratori-macchine che semplici addetti alle linee di montaggio. I ritmi di lavoro uniti al disagio di ambientamento avevano fatto sì che nel 1965, 1579 lavoratori venissero internati nei manicomi torinesi, di questi il 37% erano operai, il 28% casalinghe, il 9% agricoltori e il 3% professionisti. Questo tipo di alienazione portò tra il 1957 e 1970 a 33 suicidi per impiccagione. Il fatto venne così commentato da un paziente :” (…) comunque, 33 impiccati in 13 anni! Ha fatto concorrenza al Rondò della Forca in tutta la storia del Rondò della Forca.”
Alessia Cagnotto