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redazione il torinese

Dolci Bugìe di Carnevale

bugieUna golosa variante sono le bugie ripiene, una sfoglia croccante che racchiude un cuore di marmellata, nutella, crema pasticcera e perché no, mostarda di frutta

In Piemonte le chiamiamo “bugie”. Sono le classiche chiacchiere, il dolce tipico del carnevale. Una golosa variante sono le bugie ripiene, una sfoglia croccante che racchiude un cuore di marmellata, nutella, crema pasticcera e perche’ no, mostarda di frutta. Friabili, cosparse di candido zucchero a velo, sono una vera tentazione  per tutti.

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Ingredienti:

400gr. di farina 00

60gr. di burro

50gr. di zucchero

3 tuorli

0,5 dl di cognac

Latte, q.b.

Scorza limone grattugiata

Un  pizzico di sale

Olio per friggere

Ripieno a piacere

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Impastare la farina con lo zucchero, i tuorli, il liquore, il burro fuso, la scorza di limone grattugiata e il sale. Aggiungere il latte fino ad ottenere un impasto elastico. Fare una palla e lasciar riposare a temperatura ambiente per 30 minuti. Stendere la pasta con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia come si fa con i ravioli, mettere un cucchiaino di marmellata, inumidire i bordi con poca acqua e coprire con altra sfoglia, tagliare nella forma desiderata con una rotella dentata. Friggere con olio d’oliva in una pentola a bordi alti, scolare e quando fredde cospargere di zucchero a velo.

Paperita Patty

Soprusi in famiglia, marito denunciato

Per ben quattro anni aveva subito ogni sorta di violenze e umiliazioni, ma non aveva mai trovato il coraggio di denunciare i soprusi subiti da parte del marito, un operaio 36enne di nazionalità macedone, così come la coniuge, entrambi residenti a Canelli. A fine dicembre dell’anno scorso, l’ultima serata di follia messa in scena da parte del marito, il quale, tornato a casa per cena già ubriaco, come accadeva quasi quotidianamente, aveva iniziato ad inveire contro la donna afferrandola per i capelli e a percuoterla con pugni e schiaffi senza alcun motivo, mentre alla scena stavano assistendo atterriti i due figli minori della coppia, i quali venivano anch’essi strattonati e percossi. Non pago di aver procurato lesioni ad un orecchio alla donna, l’uomo scendeva in cantina per recuperare una mazza da baseball brandendola nel tentativo di colpire nuovamente la vittima. A quel punto la donna, dopo aver schivato le bastonate che il marito cercava di infliggerle, approfittando di un momento di distrazione, riusciva a divincolarsi ed a fuggire con i bambini, rifugiandosi nell’appartamento al piano superiore, presso una vicina di casa che richiedeva il soccorso da parte del servizio 118, i cui operatori provvedevano ad accompagnare la vittima ed i bambini presso l’Ospedale di Asti per le cure del caso. Successivamente il personale medico avvertiva i Carabinieri della Stazione di Canelli, i quali, giunti sul posto, raccoglievano la testimonianza della vittima, che era finalmente riuscita a trovare il coraggio di denunciare il calvario subito negli ultimi quattro anni. I militari avviavano, di concerto con l’associazione “L’Orecchio di Venere”, il protocollo di tutela delle vittime di violenza familiare per garantire la prima assistenza e la collocazione in comunità protetta. Le risultanze dell’attività svolta dai militari venivano recepite dal Giudice delle indagini preliminari del Tibunale di Asti che emetteva a carico dell’uomo, indagato per maltrattamenti in famiglia, percosse, lesioni personali e minacce, un provvedimento cautelare di “Allontanamento dalla casa familiare con prescrizione del divieto di avvicinamento alla persona offesa”, eseguito nei giorni scorsi dai Carabinieri di Canelli.

M.Iar.

 

Il tempo lento, dalle piante “barometro”alle tavole della lunazione

di Marco Travaglini
Il tempo, il clima, i ritmi delle stagioni, le “lune” hanno scandito – come un grande orologio biologico – la vita della civiltà contadina. E in montagna, dove il “tempo della lentezza” non ha abdicato di fronte ai ritmi convulsi imposti dalla cultura della simultaneità, quest’orologio non ha mai cessato di muovere le sue immaginarie lancette

Che si veda, che si senta oppure no, il tempo batte lentamente e segna, scuote, scava la sua storia. Ancor di più in un’epoca di paradossi: viviamo in una società che adora e odia gli orologi, ma dove quasi nessuno conosce più il significato e il valore del tempo.Tra le prime preoccupazioni dell’uomo, uno spazio centrale veniva occupato dalla misura del tempo e dello spazio.La civiltà rurale ha quindi tramandato nel tempo, come una preziosa eredità da generazione in generazione, da una comunità all’altra, pratiche, proverbi, aneddoti e saperi legati all’osservazione del cielo e, in particolare, della luna. La misurazione del tempo nell’arco della giornata non era affidata al conteggio delle ore e dei minuti ma bensì ad altre osservazioni : la lunghezza delle ombre, l’altezza del sole, il comportamento degli animali, i propri ritmi biologici, la vita della flora. Cose che oggi spesso se non sempre si trascurano  mentre un tempo ci si prestava più attenzione e rispetto. Del resto è l’esperienza, la “prova in campo”, che ha  sempre insegnato come, nonostante la rigidità delle leggi dell’astronomia, sia il tempo meteorologico a segnare i passaggi stagionali. Pochi sapevano leggere e scrivere e non era

materialmente possibile far conto sul calendario, quello con i numeri, mentre tutti seguivano lo scorrere  del tempo attraverso le festività dei santi. Solo gli anziani, gli “ultimi” rappresentanti di una quasi del tutto scomparsa civiltà rurale, coloro che piegano la schiena nel lavorare la terra, oggi rispettano ancora questa scansione del tempo, segno anche di un forte legame ancestrale con la stessa religione ( vissuta e praticata ognuno a modo suo ) , in quanto si riteneva che tutto quanto avviene in natura è frutto di un disegno superiore e il rispetto di divinità e santi è un motivo in più per sperare in una buona annata.La montagna, splendida riserva di biodiversità, d’acqua,aria,spazi, contenitore di culture e di saperi, ha da sempre stipulato un “suo” patto con il tempo.E forse non stupisce nemmeno che la meccanica perfetta, organizzatrice della danza sincronizzata che si nasconde dentro la cassa di un cronografo, abbia trovato in Svizzera la sua terra d’elezione: nel cuore delle Alpi, non altrove.Dunque il tempo è per il contadino, l’alpigiano, il montanaro il senso stesso del rapporto – per l’appunto “ritmico” – tra clima e stagioni, lunari e lavoro, venti e coltivi.
 

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I segni del tempo sono numerosissimi. Ad esempio le “piante barometro”, come la Carlina comune e la Carlina spinosa, o il Camaleone , la “Carlina nera” le cui brattee interne sono sensibili all’umidità e quanto l’aria n’è satura la “sentono” fino a chiudere il fiore. Un po’ come il “fiorrancio”,la Calendula pluviale ,che con la sua varietà spontanea permette di leggere il tempo e di azzardare indicazioni meteorologiche, visto che il fiore – quando il clima è secco – si apre alle 7 del mattino e resta così fino alle 16 pomeridiane; viceversa si rinchiude in anticipo o addirittura non si apre del tutto quando l’aria diventa umida e non promette nulla di buono. Gli animali sono sensibili e assumono atteggiamenti “indicatori”: i gatti si sentono prudere dietro alle orecchie, le mucche provano il desiderio di sdraiarsi sul prato per leccarsi le zampe anteriori, le mosche diventano “noiose”, le lumache si “spandono” a terra, le trote “bollano” per catturare al salto gli insetti costretti a volare a pelo d’acqua a causa della bassa pressione.Se il tempo è bello gli uccelli volano in alto , i pipistrelli volteggiano fino a sera inoltrata e le ragnatele in campagna si presentano allentate (se “marca” pioggia sono invece belle tese, come corde di violino).Nelle case contadine non mancavano poi forme chimiche di “marcatempo”, che reagivano all’umidità. Dal tradizionale “bossolo” del sale grosso (quante volte mi è capitato di sentire dire da mia nonna “deve piovere, il sale è umido! “) a quell’igroscopio del tutto particolare che si otteneva usando alcuni sali, tra i quali il cloruro di Cobalto. Miscelato con una soluzione gommosa (di solito gomma arabica o colla di pesce) dipinta su di un cartoncino, il cloruro assumeva un tenero colore roseo in presenza dell’umidità mentre era di un bell’azzurro brillante quando l’ambiente era asciutto. In quante case di contadini alla parete della cucina (che era poi il luogo più frequentato e “vissuto” dell’intera abitazione) mancava la cartolina raffigurante un santo – di solito S.Antonio – che teneva ben stretto nella mano un giglio? Quel fiore, trattato con gomma al cloruro di Cobalto, era il “marcatore”, soggetto a cambiare colore a seconda che l’aria fosse leggera o greve. La ricerca del tempo giusto aveva però un punto cardinale nella luna. Un legame fortissimo, quasi inscindibile, quello tra gli agricoltori e l’astro cantato da Leopardi (“Che fai tu, luna ,in ciel?dimmi, che fai,Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai..”).Venivano seguite con particolare attenzione tutte le fasi di luna e ancora oggi sono tenute in considerazione da molti, tant’è che la maggior parte dei calendari le riporta. In particolare è la luna nuova che si aspetta, osservando il tempo meteorologico del giorno, per poter prevedere come questo si manifesterà per tutti i giorni del ciclo lunare seguente. Il nostro satellite non è quindi solo un affascinante astro del cielo ma è sempre stato un fondamentale punto di riferimento per l’uomo. La sua continua mutevolezza di forma, posizione e luce l’ha affascinato.

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La luna genera la vita con i suoi influssi, è capace di risvegliare e accrescere i fluidi vitali di ogni organismo vivente.In tutte le civiltà del passato è stata osservata con estrema attenzione, deducendone nozioni, tecniche agricole, mediche e tanto altro ancora.I Babilonesi basavano il loro calendari sulla luna, mentre per gli Egiziani era meno importante rispetto al Sole. I Greci la consideravano al pari di una divinità, con il nome di Artemide, dea delle selve e delle montagne. Anche i Celti avevano realizzato un calendario lunare, ma non occorre andare molto indietro nel tempo per vedere come nel terzo millenio la luna continui a essere il punto di riferimento fondamentale per fissare la festività della Pasqua. Questa cade nella domenica successiva alla prima fase di luna piena che si ha dopo l’equinozio di primavera. Ricordo di aver visto da piccolo, vicino al camino della casera dei miei nonni all’alpe Scèrea – tra Campino e Levo, sui fianchi del Mottarone – una vecchia copia di quello che era chiamato “al taccùin”, il calendario dove andavano annotate le cose da ricordare e che vicino ai giorni riportava le fasi della luna. Ogni data richiamava un’esigenza, un’azione da compiere, un fatto. O una divinazione. Al dieci di gennaio una bella giornata annuncia una buona annata. Se nevica il dieci di febbraio “l’inverno si accorcia di quaranta giorni”. Gennaio fa i ponti di ghiaccio, febbraio o li lascia o li rompe. Se febbraio è secco e bello, conserva il fieno per i mesi che verranno. Quando a marzo fa il tempo d’aprile non bisogna togliersi gli indumenti. Se piove il Venerdì Santo piove tutto quanto maggio. Il terzo giorno di aprile per quaranta giorni comanda. La grandine a maggio porta via vino, pane e formaggio (cioè , compromette tutti i raccolti) Se fa brutto il giorno della Candelora (2 febbraio) l’inverno è quasi finito.Se piove la Domenica delle Palme pioverà per sette domeniche di fila.Se invece  piove il giorno di Sant’Anna (26 luglio) “è tutta manna”. Guai seri, invece, se l’angelo (S. Michele, il 29 settembre) “si bagna le ali”: è facile che piova fino a Natale. Viceversa, se fa bello il giorno di Tutti i Santi (1 novembre) “andremo tutto l’anno nei campi”.

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Dai semplici taccuini alle sofisticatissime “tavole della lunazione”, ancor oggi – nella campagna della bassa pianura come sugli alpeggi – c’è chi consulta questi strumenti del tempo e non smette di guardare la luna per seminare e fare gli innesti, per il maggese (il periodo in cui il terreno non è coltivato affinché possano ricostituirsi le sostanze nutritive, in assenza della quali sarebbe povero e sterile) e per falciare il fieno quand’è maggengo, agostano o terzuolo, per spargere il letame , raccogliere le patate e conservarle senza che marciscano. Sul taglio della legna l’influenza della luna ci apre gli occhi su di un’infinità di regole e di “buone pratiche”. Il legname del tetto va tagliato ai primi di marzo. Se dovesse andare a fuoco la casa, le travi rimarrebbero sane; scure, annerite, affumicate ma sane e riutilizzabili. Se non si vuole che il legno marcisca sotto le intemperie allora va tagliato, indipendentemente dalla luna, gli ultimi giorni di marzo. Sarà quasi impermeabile. La legna da ardere va tagliata d’inverno, da novembre in poi, solo in luna calante.Se poi si vuole un bosco sano e forte, andrebbe tagliato ad ottobre, in luna crescente. Ma spesso non si fa così. Mi ha colpito un racconto di Mauro Corona, lo straordinario scultore-alpinista-scrittore di Erto. Scriveva che tagliando in quel periodo il bosco si rigenera rapidamente ma la legna tagliata in quel momento pesa meno e quindi i boscaioli storcevano il naso:“meno peso, meno guadagno”. E pazienza se il business sopravanzava l’ecologia.Il legno per una baita non può essere scelto a caso: tagliato d’inverno, in luna calante, durerà a lungo.La stessa linea di crescita di un albero è importante. Dipende da tante cose e non è uguale per tutti anche se tutti crescono in verticale.L’andatura di crescita può andar su dritta ma anche girare a destra o a sinistra. Se si vuol lavorare il legno per delle scandole o una grondaia, bisogna lasciar perdere quello dalla corteccia che si “avvita”: prima o poi si torcerà. Anche i fulmini scelgono gli alberi dove cadere. Mai su quelli ad andatura diritta, sempre su quelli che “girano” tant’è che la “lésna”, la saetta, provoca uno squarciamento che va giù a spirale, dalla cima al piede. Se un albero soffre, non “butta” più, fa crescere poche foglie, bisogna mozzargli subito la cima in luna piena. Se si è attenti e rapidi, se non è troppo compromesso, si riprenderà mentre con certe lune anche il solo taglio di un ramo potrebbe essere esiziale e condurre la pianta a morte certa. Per eliminare le erbacce non ci sono solo i diserbanti. Se si strappano in luna giusta e in certo periodo dell’anno, non ricrescono più. E il periodo buono è a fine aprile. Un cespuglio intralcia il passaggio su un sentiero?Per non vederlo più basta tagliarlo in luna crescente, a febbraio. Ma l’influenza della luna nello scandire gesti e guidare scelte va ben oltre.Il bucato andava fatto con la luna nuova, pena il formarsi di cerchi concentrici e ombrati nel mastello che avrebbero irrimediabilmente macchiato la biancheria. La luna era – ed è ancora – fondamentale per andare in cerca di funghi e tartufi; il maiale era macellato con la luna nuova di dicembre; la legna da ardere andava tagliata nella luna del primo quarto, mentre quella da lavoro (per assi, mobili, ecc.) alla luna vecchia d’agosto. La luna doveva essere propizia per confezionare a regola d’arte sottaceti e sott’olii, per preparare le conserve e persino per tagliarsi le unghie ed i capelli (nell’ultimo quarto). Il camino si spazzava tra la luna nuova e la luna vecchia perché la canna fumaria stesse più a lungo pulita,senza incrostarsi di fuliggine. La carne secca e salata si conservava più a lungo ed era più buona se la sua preparazione avveniva tra l’ultimo ed il primo quarto. Il cambio stagionale di stalla per il bestiame si organizzava garantendo il “passaggio” con la posizione dell’astro in luna calante, evitando così l’eccesso d’umidità e la sovrabbondanza di moscerini. Anche lo scasso del terreno per la ricerca e la captazione dell’acqua si eseguiva con la luna crescente poiché con quella calante gli affioramenti sorgivi erano molto modesti se non addirittura scarsi. La luna regola l’imbottigliamento del vino e ci sono ancora tavole della Lunazione (o del mese sinodico), relative alla terra e al sole – formate da 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 2,8 secondi – che indicano i giorni migliori per imbottigliare il nettare di Bacco, dando anche modo di conoscere l’età della luna, che è poi la chiave dell’intera disciplina della lunazione. E dove collocare, poi, la messe di “detti” sulla luna? Luna smorta, pioggia alla porta; luna rossastra il vento la guasta, luna lucente bel tempo si sente; con la luna calante fai cosa importante; luna d’agosto, bagno nel mosto; o la fatalissima “ da luna crescente fino al quarto primo va bene ai ricchi ed a chi li conta in stimo, dalla calante fino all’ ultimo quarto di luna va male ai poveri ed a color che hanno sfortuna”. L’anno solare – di 12 mesi – eccede l’anno lunare – di 12 lunazioni – di 10 giorni,21 ore e 1 minuto per cui la tredicesima luna si ha matematicamente ogni 997 giorni, cioè ogni 2 anni e quasi 9 mesi, e in genere le lunazioni si rassettavano ai mesi solari con la Pasqua che cade sempre – come già ricordato – nella domenica successiva al plenilunio che segue immediatamente l’Equinozio di primavera,il 21 marzo.Il contadino non si affidava ai calcoli matematici ma guardava direttamente il cielo.

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Tutto questo fa sorridere ? Può darsi. Stando però a quanto sostengono gli studiosi della “cronobiologia”, che si occupano essenzialmente dei ritmi biologici, l’influenza della luna è tutt’altro che una leggenda. E la lentezza non è tempo perso. E’ un tempo diverso. E’, appunto, il “tempo della lentezza” che ancora oggi, soprattutto in montagna, si pratica per scelta o perché obbligati dall’ordine naturale delle cose. E’ il tempo che amava Alex Langer, una delle personalità più straordinarie e sensibili della seconda metà del secolo scorso,  quando scriveva: “Il cuore della traversata che ci sta davanti è probabilmente il passaggio da una civiltà del di più ad una del può bastare o del forse è già troppo. Dopo secoli di progresso, in cui l’andare avanti e la crescita erano la quintessenza stessa del senso della storia e delle speranze terrene, può sembrare effettivamente impari pensare di regredire, cioè di invertire o almeno fermare la corsa….Bisogna dunque riscoprire e praticare dei limiti: rallentare (i ritmi di crescita e di sfruttamento), abbassare (i tassi d’inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza). Un vero e proprio regresso, rispetto al più veloce, più alto, più forte. Difficile da accettare, difficile da fare, difficile persino a dirsi”. La Carlina Spinosa, l’impasto di colla e cloruro di cobalto per colorare il santino segnatempo, le tavole della lunazione e lo sguardo che si perde nel cielo alla sera non rappresentano un desiderio di regresso verso qualcosa che non c’è più o se c’è ancora è perché accompagna il nostro immaginario: suggeriscono una possibilità, uno stile e una cultura di vita. Per riflettere seriamente sul nostro tempo e sul bisogno di far valere i nostri tempi. E, in fondo, avere un tempo per noi.
 

 

La rivoluzione europea delle batterie

Il Politecnico di Torino è l’ unico partner italiano per il progetto Battery 2030+

 

Un mondo che passa dai combustibili fossili alle energie rinnovabili si affiderà sempre più allo stoccaggio di energia e in particolare alle batterie. Le batterie migliori possono ridurre l’impronta del carbonio del settore dei trasporti, stabilizzare la rete elettrica e molto altro. L’iniziativa di ricerca Battery 2030+ riunirà i principali scienziati in Europa, così come l’industria, per compiere un balzo in avanti nella scienza e nella tecnologia delle batterie. Il primo progetto Battery 2030+ prende il via nel marzo 2019 e getterà le basi per questa iniziativa di ricerca su vasta scala sulle future tecnologie delle batterie

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 Nel piano d’azione strategico sulle batterie pubblicato nel maggio 2018, la Commissione europea ha sottolineato la necessità di sostenere l’ecosistema europeo dell’industria delle batterie con un’iniziativa di ricerca a lungo termine nelle future tecnologie delle batterie. Il progettoBattery 2030+, che attualmente comprende 17 partner in nove paesi europei, ha ricevuto un finanziamento per l’azione di coordinamento e sostegno nell’ambito del programma Horizon 2020. Per un periodo di un anno, a partire da marzo 2019, Battery 2030+ getterà le basi per un progetto di ricerca europeo su larga scala e a lungo termine, della durata di 10 anni. La visione di Battery 2030+ è inventare le batterie del futuro, fornendo tecnologie all’avanguardia all’industria europea. Le batterie sono tra le tecnologie chiave per ottenere una profonda decarbonizzazione del sistema energetico europeo, in particolare nel settore dei trasporti (con la mobilità elettrica) e nel settore dell’energia elettrica (con l’accumulo di fonti energetiche rinnovabili intermittenti). Nel prossimo futuro, avremo bisogno di nuove generazioni di batterie ad altissime prestazioni, affidabili, sicure, sostenibili e convenienti. La competizione per sviluppare le future tecnologie delle batterie è già intensa, ma ancora molto aperta. Il progetto è coordinato da Kristina Edström, professoressa di chimica inorganica all’Università di Uppsala in Svezia “Affronteremo le sfide legate alla realizzazione di batterie ad altissime prestazioni – afferma Kristina Edström – Questo significa istituire una piattaforma di accelerazione per la scoperta di nuovi materiali per batterie utilizzando l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale, e soprattutto concentrandosi sulle interfacce nelle batterie in cui si verificano reazioni che possono essere dannose per la durata della batteria. Progetteremo funzionalità intelligenti fino al livello delle celle della batteria e presteremo particolare attenzione ai problemi di sostenibilità “. Il Politecnico di Torino è l’unico partner italiano della flagship: “si tratta del progetto più importante in Europa in questo settore e il Politecnico, grazie alla sua esperienza in queste tecnologie, ricopre un ruolo di primo piano grazie al quale speriamo che sia possibile contribuire allo sviluppo del settore e alla creazione di nuove opportunità in Italia” – ha dichiarato Silvia Bodoardo, responsabile del progetto per l’Ateneo. 

 

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Il consorzio Battery 2030+ comprende diversi attori: cinque università  – Università di Uppsala, Politecnico di Torino, Università tecnica di Danimarca, Vrije Universiteit Brussel, Università di Münster – otte centri di ricerca – Energie alternative francesi e Commissione per l’energia atomica, Karlsruhe Institute of Technology, Centro nazionale francese per la ricerca scientifica, Forschungszentrum Jülich, Fraunhofer-Gesellschaft, Fundacion Cidetec, Istituto nazionale di chimica, Slovenia, SINTEF AS – e tre associazioni guidate dall’industria – EMIRI, EASE, RECHARGE – e una società, Absiskey. Il consorzio Battery 2030+ ha anche ricevuto il sostegno di numerose organizzazioni europee e nazionali, tra cui ALISTORE ERI, EERA, EIT InnoEnergy, EIT RawMaterials, EARPA, EUROBAT, EGVI, CLEPA, EUCAR, KLIB, RS2E, Swedish Electromobility Centre, PolStorEn , ENEA, CIC energigune, IMEC e Tyndall National Institute.

Ferocia inaudita da parte di ragazzini per rubare 5 euro

DALLA LOMBARDIA 
Ferocia e violenza solo per rubare, come è successo, un cappellino o  5 euro. Il giudice: “Le modalità con le quali sono stati compiuti i reati denotano una particolare ferocia del gruppo, che ha agito come un vero e proprio branco”. Il gip dei minorenni di Milano  ha disposto il carcere  per ragazzini e per quattro  la misura cautelare del collocamento in comunità, per diversi episodi di percosse,  minacce, rapine nella zona di Abbiategrasso.

Cosa cambia (se cambia) dopo le primarie Pd

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Prova di orgoglio del Popolo del Pd e non solo.Tanta gente ha votato. E di questi tempi è una prova non da poco l’assist fornito dalla manifestazione di Milano sull’integrazione. Tanta gente, tanti colori dell’umano arcobaleno  e soprattutto senza violenze.  Era nell’aria ? Non proprio, se hanno ridotto i gazebo e ristampato le schede elettorali. Una cosa era nell’aria: che non potevano più rinviare e che il Pd doveva scegliere.  Ed ha scelto (non c’ è dubbio) nel migliore dei modi. Fa un certo effetto vedere le file ai seggi. Per pazienza ed anche per una certa determinazione. 100 mila in più, 100 mila  che portano il totale a un milione e seicentomila. Spontaneo il rapporto con gli altri partiti.  Con la Lega che risolve tutto con un twit  di Matteo Salvini.  O con i 60 mila che hanno votato sulla piattaforma di Casaleggio.  Che rimane lì con la sua stupidità secondo la quale l’Agorà virtuale sostituirà l’attuale democrazia. Zingaretti stravince ovunque. Non un buon risultato per il legnoso Martina e la conferma delle precedenti votazioni di Giachetti. Per ora i renziani non fanno le valigie. Per ora, poi si vedrà.
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In Piemonte come a Torino sostanziale conferma dei dati nazionali. Felici quelli del Pd. Ma c é chi gongola di più di altri. Ad esempio Anna Rossomando con Andrea Giorgis. Esponenti di quella sinistra del Pd tramortita dalle proporzioni della sconfitta elettorale. Su Zingaretti ci hanno creduto fin dall’inizio. Una strada iniziata in salita. Oramai siamo al dopo, il neo eletto segretario nazionale comincia bene. Prima cosa che farà è venire a Torino.  Obiettivo, l’appoggio incondizionato a Sergio Chiamparino. Altro scopo sbloccare le grandi opere partendo dalla Tav e rimarcando l’ inaffidabilità di questo governo. Rasserenanti i suoi toni misurati e pacati. Ed una mano indiretta gliela dà  Luigi di Maio, presentando sotto la Mole i finanziamenti per l’ innovazione tecnologica. Ha pensato bene di invitare il suo sodale Casaleggio ma non le organizzazioni imprenditoriali. Non ha voluto parlare di Tav ma la figuraccia è assicurata. Sergio Chiamparino manco c’era con Giggino e insiste con gli industriali: dovete scegliere e solo io Governatore sono garanzia per realizzare la Tav. Nel centrodestra piemontese, intanto,  la palla passa in mano a Matteo Salvini, che da buon signore si complimenta per la manifestazione di Milano e con la prova di democrazia sapendo che prima o poi gli toccherà silenziare i pentastellati nocivi per lui e per sè stessi. Matteo Salvini dice che lui farà.  Ed è appunto se farà che paleserà la sua attuale difficoltà sull’ argomento, evidentemente centralissimo per tutta l’Italia. Come si sa una rondine non fa primavera. Quando vanno a votare milioni di persone le rondini sono molto più di una. Magari non un grandissimo stormo, sicuramente una buona base per la sinistra riformista. Se son rose fioriranno. Del resto non solo il popolo di  stretta osservanza Pd ha votato.  E se prima si accusava la destra di aver giocato in casa d’ altri, ora è la sinistra che gioca in casa altrui.  È un pezzo di sinistra che ha capito che in fondo , almeno per oggi, il Pd era casa anche sua . E (forse) il Pd ha capito che non può e non deve credere di essere autosufficiente.
Patrizio Tosetto

Sordocecità: aumento contributi per dispositivi protesici

Magliano: “il Consiglio dice sì alla mia proposta”

Importante vittoria della buona politica: approvato all’unanimità il mio Ordine del Giorno sull’aggiornamento del contributo economico per l’acquisto dei dispositivi protesici per sordociechi. L’atto afferma un altro importante principio, già riconosciuto a livello europeo: la sordocecità è una disabilità specifica e peculiare. In questo modo favoriamo, tra l’altro, l’inserimento lavorativo delle persone sordocieche.

Ventinove voti su 29: unanimità assoluta. Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato il mio ordine del giorno che impegna la Sindaca a interloquire con la Regione Piemonte a proposito dell’opportunità di aumentare il contributo per l’acquisto delle protesi digitali e degli impianti cocleari per le persone sordocieche. Un adeguamento urgente, visto l’alto costo degli impianti (fino a 7mila euro per un impianto cocleare) e alla luce del fatto che la cifra è, ancora, la stessa del 1992.L’atto va inteso anche come azione volta a favorire l’inserimento lavorativo e sociale delle persone sordocieche.Nel nostro paese e sul nostro territorio i casi di sordocecità sono molti (11mila, secondo recenti studi) e comunque molti più rispetto alla comune percezione. Saluto con soddisfazione l’approvazione del mio ordine del giorno anche perché si afferma per la prima volta un principio già considerato pacifico a livello europeo: la sordocecità è una disabilità sensoriale specifica, con una sua peculiarità.Le protesi digitali, che hanno una maggiore versatilità e che possono aggiornate attraverso una costante e continua regolazione in base agli eventuali peggioramenti, sono le protesi più confacenti per chi, oltre a non sentire in modo sufficiente, non vede. Quando questi dispositivi non sono più sufficienti il paziente ha come ultima alternativa l’impianto cocleare. Ma anche in questo caso vi sono alcuni problemi: lo Stato eroga dal 1992 l’equivalente di 650 euro a protesi (1.300 euro per entrambe) a fronte di un costo che va dai 5.500 euro ai 7.000 euro a seconda della gravità della minorazione uditiva.Oggi il Consiglio Comunale invita la Sindaca Appendino e la Giunta a interloquire con la Regione affinché si prenda in considerazione l’aggiornamento di questo contributo: 1.300 euro, cifra considerevole a livello assoluto, non sono molti se consideriamo il costo, di certo non alla portata di tutti, delle protesi.

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Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

L’Asd Jacks Torino, l’Avigliana Rebels ed il Porta Mortara unite per un nuovo progetto giovanile

Nel softball è tempo di dare finalmente la parola al campo. In quest’ottica l’Asd Jacks Baseball Softball Torino, l’Avigliana Rebels ed il Porta Mortara Baseball Softball Novara A.S.D. hanno stretto un accordo di collaborazione per la composizione di due formazioni che parteciperanno ai campionati di serie B ed Under 18. Lo scopo delle tre società è di far perdurare questa unione nel tempo, con l’obiettivo principale di crescere le giovani atlete dandogli spazio e risalto attraverso queste competizioni. Il connubio nato la scorsa stagione lo scorso anno fra l’Asd Jacks Torino ed il Porta Mortara Novara, che insieme hanno creato una formazione mista che ha partecipato al campionato U21, è stato così allargato all’Avigliana Rebels. La formazione U18 che giocherà il mercoledì sera nell’impianto torinese di via Passo Buole sarà diretta dalla manager Samanta Valsania, la quale sarà affiancata dall’allenatrice Cinzia Banchellini, mentre quella che parteciperà al campionato di serie B è stata affidata al manager venezuelano Eduardo José Mendoza RodriguezLa stagione di quest’ultima compagine avrà inizio domenica 7 aprile e verte su una durata di 10 giornate, per un totale di 20 incontri. L’allenatore sudamericano si avvarrà di uno staff tecnico composto da Paola Dal Degan, Marco Pennazio e Roberto Selvaggi. Da qui a breve l’ufficializzazione dei roster ed eventuali nuovi inserimenti negli staff tecnici.

 

Da Poste italiane il francobollo di Matera Capitale della Cultura

Poste Italiane il 4 marzo 2019 ha  emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo celebrativo di Matera capitale europea della cultura, relativo al valore della tariffa B zona 1 pari a 1,15€

Tiratura: due milioni e cinquecentomila esemplari.  Fogli da quarantacinque esemplari.I l francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Bozzetto a cura del Centro Filatelico della Direzione Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.La vignetta raffigura un panorama della città di Matera nota soprattutto come “la città dei Sassi”. Completano il francobollo la leggenda ”MATERA 2019 CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione della tariffa B zona 1.L’annullo primo giorno di emissione è disponibile presso l’ufficio postale di Matera città. Il francobollo ed i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi, possono essere acquistati presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it.E’ stato realizzato anche un folder in formato A4 a due ante contenente un francobollo, una cartolina affrancata ed annullata e una busta primo giorno di emissione, al costo di 12€.

Prende a pugni un ragazzo e gli ruba il cellulare

Erano circa le sei di sabato mattina e tre amici, presso la stazione Stura a Torino, stavano aspettando il treno per fare rientro a casa. Uno dei tre aveva chiesto una sigaretta ad un ragazzo di passaggio, un 20enne nato in Marocco; quest’ultimo dopo aver dato la sigaretta al ragazzo, ha approfittato del momento di distrazione per rapinare il telefono cellulare al compagno e a colpirlo con un pugno nello stomaco. I ragazzi hanno contattato la polizia e non hanno mai perso di vista l’aggressore, che nel frattempo si stava allontanando a piedi in corso Giulio Cesare, continuando a minacciare i ragazzi che lo stavano inseguendo. Gli agenti della Squadra Volante sono riusciti a tagliargli la strada e a fermarlo all’interno dei giardinetti di via Ivrea angolo via Carema.

M.Iar.