

Dolci, teneri, rinfrescanti e delicati dal caratteristico colore verde-viola
Parliamo di asparagi, in particolare della varieta’coltivata a Santena che appartiene ai prodotti agroalimetari tradizionali della Regione Piemonte. Proprio quelli di cui, il “goloso” Camillo Benso conte di Cavour contribui’ a rafforzare la fama di prodotto alimentare d’eccellenza, gradevolmente dolci, teneri, rinfrescanti e delicati dal caratteristico colore verde-viola. Si prestano a tantissime preparazioni, provateli cosi’…
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Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia rotonda
½ kg. di asparagi di Santena
3 fette di prosciutto cotto
3 cucchiai di ricotta fresca
3 cucchiai di Parmigiano grattugiato
1 uovo intero, piu’ un tuorlo
sale e pepe q.b., qualche foglia di menta
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Pulire gli asparagi, cuocerli a vapore, lasciar raffreddare. Stendere la sfoglia su di un foglio di carta forno, coprirla con le fette di prosciutto cotto. In una terrina, amalgamare la ricotta con l’uovo intero, il parmigiano, la menta tritata, il sale, il pepe e gli asparagi tagliati a tocchetti. Spalmare il composto sulle fette di prosciutto e avvolgere la pasta formando uno strudel. Spennellare i bordi con il tuorlo, cuocere in forno pre-riscaldato a 200 gradi per circa 30 minuti. Lasciar intiepidire e servire a fette.
Paperita Patty
Amiat Gruppo Iren ha avviato una nuova azione di comunicazione finalizzata a sensibilizzare gli operatori mercatali a svolgere una raccolta differenziata sempre più puntuale e corretta. Dopo il primo step avviato a ottobre 2018 che ha coinvolto ben 15 mercati torinesi nell’area sud ovest di Torino, si procederà ora con altre 6 aree mercatali, comprese nell’area nord-est, ossia: Corso Chieti, Piazza Borromini, Piazza Nizza, Piazza Foroni, Piazza Madama Cristina, Via Porpora. Verranno distribuiti volantini plastificati presso le bancarelle di ciascun ambulante e pieghevoli dedicati a tutti i cittadini contenenti molte altre informazioni sulla raccolta differenziata e sulla nuova app Junker scaricabile sia da Google Play che dall’App Store. Entrambi i materiali sono stati prodotti in quattro lingue: italiano, francese, cinese e arabo per poter raggiungere anche i cittadini e i lavoratori stranieri. Per rendere più incisiva la comunicazione
è stata creata anche una piattaforma on line www.mercatitorino.it, specificatamente pensata per chi lavora nei mercati in modo da avere sempre tutte le informazioni utili a disposizione con un click. Navigando all’interno del sito è possibile consultare in modo semplice e immediato, per ogni mercato, giorni e orari di apertura suddivisi per tipologia di attività, nonché tutti i servizi previsti e gestiti da Amiat Gruppo Iren e relativi alla raccolta dei rifiuti e alla pulizia dei mercati. In ogni mercato coinvolto dall’azione di sensibilizzazione, sarà anche collocato un totem informativo, dedicato sia ai cittadini che agli operatori mercatali, per ricordare loro le regole di una corretta raccolta differenziata, al mercato e presso la propria abitazione.
Primo confronto in assoluto tra i due allenatori Marco Baroni e Walter Mazzarri
Il Frosinone-Torino di domenica pomeriggio (ore 15:00) sarà il primo “incrocio” tra i due tecnici Marco Baroni e Walter Mazzarri, nonostante entrambi possano vantare una carriera in panchina quasi ventennale. Il confronto sarà, in pratica, una specie di derby toscano tra il “fiorentino di Firenze” Baroni e il livornese (di San Vincenzo) Mazzarri.
Giuseppe Livraghi
Il 5 marzo, giornata di ‘Martedì Grasso’ è stata quella di chiusura dello storico Carnevale di Ivrea, che era partito il 28 febbraio e tutti i riflettori per questo periodo sono rimasti puntati sulla città dalle ‘Rosse Torri di Arduino’. Complessivamente si è registrata, nell’arco delle sei giornate, la presenza di oltre centomila persone.
Un simile passaggio di persone ha reso necessaria una presenza massiccia delle forze dell’ordine, in tutto oltre seicento operatori secondo le disposizioni per i servizi preventivi e di sicurezza pubblica disposti dal Questore di Torino, Francesco Messina.
Il personale della Polizia di Stato del Commissariato di “Ivrea e Banchette”, del Reparto Prevenzione Crimine e della Polizia Stradale ha identificato oltre 300 persone.
Sono state denunciate in stato di libertà 5 persone, di cui 4 per guida in stato di ebbrezza ed 1 per lesioni personali gravissime.
Massimo Iaretti
Quagliuzzo è un comune, della Città Metropolitana di Torino, sito in Pedanea, a pochi chilometri da Ivrea. Con i suoi 340 abitanti appartiene alla fascia dei piccolissimi comuni con tutte le problematiche che li accompagnano
Il sindaco Ernesto Barlese, alla guida del paese dal 10 giugno dello scorso anno ha scritto al ministro dell’Interno Matteo Salvini per rappresentagli quello che è un problema per tanti enti locali delle sue dimensioni, il taglio dei trasferimenti dallo Stato. Questi sino al 2013 ammontavano a circa 126mila euro, nel 2018 il trasferimento di risorse è sceso drasticamente giungendo a quota 66mila. “Tale situazione – scrive il primo cittadino di Quagliuzzo – ha creato non poche difficoltà, in quanto è aumentata notevolmente la burocrazia, come pure gli adempimenti degli uffici, mentre il costo non si è certo ridotto e le esigenze del territorio e dei cittadini sono aumentate”. Barlese, fatta questa premessa, evidenzia che non avendo altre risorse a disposizione, se non i tributi locali, in quanto il territorio ha una vocazione agricola e non sono presenti attività imprenditoriali “ci ritroviamo in serie difficoltà per amministrare al meglio la nostra realtà”. I 40mila euro concessi quest’anno, vincolati per interventi in materia di messa in sicurezza, sono stati certamente una boccata di ossigeno, ma le problematiche rimangono sul tappeto. “I piccoli comuni – dice ancora Barlese – sono importanti presidi del nostro territorio nazionale, hanno alle spalle una storia ed una cultura millenaria e costituiscono l’ossatura portante delle tradizioni, dei valori e della qualità del vivere, cosa che nelle grandi città si è persa”. D qui l’interrogativo rivolto ‘all’inquilino del Viminale’ se si può sperare in un sostegno, materiale ed istituzionale nei prossimi anni per i piccoli e piccolissimi comuni.
Massimo Iaretti
Dopo un brillante esordio torna al gLocal Film Festival Torino Factory per promuovere la creatività dei più giovani. Il contest, dedicato a opere a tema libero di tre minuti, ambientate in una delle otto circoscrizioni torinesi, è rivolto a filmmaker under 30 con lo scopo di metterli in relazione con la città e valorizzare la vocazione cinematografica della regione
Le otto troupe, selezionate dal direttore artistico Daniele Gaglianone, proseguiranno il percorso mettendosi alla prova nella realizzazione di cortometraggi, girati nei quartieri torinesi guidati da tutor esperti, che saranno presentati al prossimo Torino Film Festival. Domani alle 14.30 al Cinema Massimo verranno riproposti i lavori premiati della passata edizione: Tempo critico di Gabriele Pappalardo e Solo gli occhi di Emanuele Marini e verranno proiettati gli otto corti finalisti della 2° edizione: Gli scarafaggi di Marco De Bartolomeo e Navid Shabanzadeh; Hic sunt leones di Davide Leo, Giorgio Beozzo, Stefano Trucco e Fabrizio Spagna; La ragazza cinese di Guglielmo Loliva; /mà-dre/ di Stefano Guerri; Manuale di Storie del Cinema di Bruno Ugioli e Stefano D’Antuono; Scheletri di Fabiana Fogagnolo e Luigi De Rosa; Selene di Sara Bianchi; The song di Tommaso Valli, Andrea Cassinari e Virginia Carollo. Abbiamo incontrato il vincitore della prima edizione di Torino Factory, Gabriele Pappalardo, studente dei linguaggi cinematografici al DAMS classe 1995. Un background interessante quello di Gabriele che, appena maggiorenne, fonda a Savigliano, dove è nato, l’associazione B612 Lab allo scopo di promuovere la cultura sul territorio e progetti legati alle politiche giovanili e allo sviluppo socio culturale della comunità. Nonostante la giovane età ha già le idee chiare. Si definisce un realista, la sua aspirazione è quella di raccontare storie vere, ma non con lo stile didascalico del documentario, ma usando codici cinematografici, meccanismi inediti e creativi dello storytelling. Ed è quello che è riuscito a fare nel suo primo lavoro, il cortometraggio Tempo critico, che è stato premiato durante la serata di chiusura del Torino Film Festival 2018 con la seguente motivazione “Perché racconta con onestà, profonda partecipazione e con consapevolezza drammaturgica uno spaccato di vita, in tutte le sue sfaccettature: la condizione familiare e sociale, l’inventiva e l’intraprendenza, le aspettative per il futuro”. La macchina da presa segue le vicissitudini e i discorsi di due ragazzi nati e cresciuti nei palazzi popolari, le Torri, delle Vallette. Luca vive con la nonna e per sbarcare il lunario taglia i capelli a casa propria alla gente del quartiere, Fazza, più filosofico, riflette sul senso della vita, sul desiderio di avere una vita normale, una famiglia. Ma il tempo è “critico”, in tutte le sue accezioni. Critico nel senso di difficile perché mancano punti di riferimento, famiglie solide che sappiano
indicare ai protagonisti una via, il modo di affermarsi che qui, per forza di cose, viene a coincidere con l’istinto di sopravvivenza. E “critico” deriva anche dalla parola greca “krísis” che significa scelta, decisione. “Cosa fai quando non c’è via d’uscita?” si interroga uno dei personaggi, cioè quando le situazioni degenerano in modo irreversibile, quando il tempo si ripete uguale a se stesso finendo per attorcigliarsi su se stesso e collassare in spazi claustrofobici che non lasciano scampo? Un lavoro molto interessante per contenuti e stile. Nonostante la macchina da presa segua i ragazzi ovunque con la tecnica del pedinamento, di zavattiniana memoria, ai giardinetti, in casa, sui muretti e perfino sul tetto, indugiando sulle loro spontanee e disarmanti conversazioni e improvvisazioni rap, non si percepisce uno sguardo esterno. Ci sembra di essere accanto a loro e per questo sembra impossibile tranciare giudizi stereotipati su un mondo lontano da noi, una città invisibile, sommersa, dentro la città. Gabriele ci ha svelato che per ottenere questo effetto di naturalezza per il quale ad un certo punto non si avverte la presenza della macchina da presa, ha creato prima un contatto umano con i ragazzi, con il quale ha ottenuto un senso di fiducia e abbandono da parte loro. Per lui non è stato difficile empatizzare con Luca e Fazza perché in quella panchine della periferia ha riconosciuto un po’ la sua provincia odiata e amata, perché prigione e famiglia allo stesso tempo come per i suoi personaggi. Ma il rischio, ha raccontato il giovane videomaker, era quello di empatizzare a tal punto da confondere il ruolo di regista con quello di confidente e non rappresentare più uno sguardo esterno ma parte del quadro. Non è stato facile anche perché si è lasciato guidare più dalle suggestioni dei personaggi che da una sceneggiatura vera e propria, ma ci è riuscito grazie anche alla sapiente guida del tutor Enrico Giovannone che lo ha saputo indirizzare in fase di montaggio. Il lavoro sembra un estratto di un lavoro più ampio e articolato, perché in pochissimi minuti intravediamo quel senso di spaesamento, precarietà e solitudine che accomuna un po’ tutte le periferie, che tendono ad assomigliarsi nel loro essere universi paralleli. È incoraggiante cogliere negli occhi di ragazzi così giovani la curiosità nei confronti del prossimo, la voglia di raccontare mondi nascosti, realtà meno attraenti ma cariche di spietate verità e poesia.
Giuliana Prestipino
Il 2 marzo scorso i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia, in città hanno arrestato S.P., 40enne cittadino albanese, pregiudicato, responsabile del reato di maltrattamento in famiglia nei confronti dei tre figli, due dei quali minori, nonché verso la coniuge dalla quale è in fase di separazione. La donna già nel passato aveva presentato denunce contro il marito per ripetuti episodi di violenza fisica e psichica all’interno delle mura domestiche e l’ultimo epilogo è avvenuto nella serata del 2 u.s. allorquando l’uomo, dopo aver ripetutamente minacciato la donna di morte, cercava di entrare con la forza all’interno dell’abitazione della stessa. Durante l’intervento dei Carabinieri, l’uomo manifestava inoltre evidenti segni di ubriachezza e forte alterazione, attuando nei loro riguardi una condotta violenta e minacciosa tale da ostacolarne l’operato, motivo per il quale gli veniva contestato anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’arrestato veniva pertanto associato presso la casa circondariale alessandrina in attesa dell’udienza di convalida celebrata in data 5 u.s., a seguito della quale l’A.G. alessandrina convalidava l’arresto e disponeva la misura cautelare personale dell’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento alla persona.
M.I.
Venerdì 8 marzo 2019 è previsto uno sciopero di 24 ore del settore trasporto pubblico locale, proclamato rispettivamente dalle organizzazioni territoriali
Ugl Autoferrotranvieri e Usb Lavoro Privato settore trasporti su temi correlati al Piano Industriale ed altre tematiche aziendali di GTT. L’organizzazione Usb Lavoro Privato ha anche aderito allo sciopero nazionale generale.
IL SERVIZIO SARÀ COMUNQUE GARANTITO NELLE SEGUENTI FASCE ORARIE:
Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito.
Lo sciopero potrà avere ripercussioni anche sull’operatività dei Centri di Servizi al Cliente e sui diversi servizi gestiti da GTT, con conseguenti possibili disagi per la clientela.
Di Ibis
Non si sa che cosa partorirà la trattativa a oltranza fra la Lega e i 5 stelle sul Tav Torino-Lione. Una trattativa che, comunque vada a finire, ha qualcosa di surreale. Da un lato i 5 stelle contestano quello che in tutto il mondo si va facendo: cioè potenziare le linee ferroviarie veloci per spostare dalla strada alla ferrovia molto del traffico merci e passeggeri, correndo dietro a quelli che sembrano isterismi e superstizioni. Dall’altro la Lega potrebbe piegarsi a qualunque compromesso pur di stare al governo, anche in pratica snaturando l’opera che allora sì diventerebbe uno spreco.
Su tutto aleggia una analisi costi benefici ormai totalmente screditata ( basti leggere gli approfondimenti pubblicati da quotidiani come La Stampa e il Corriere della sera) che non computa fra i benefici nemmeno gli evidenti vantaggi per l’ambiente, con il consenso degli ecologisti più radicali, altro aspetto surreale della vicenda.
E Torino e il Piemonte aspettano con il fiato sospeso, perché rischiano di perdere o veder snaturata una infrastruttura vitale e sfumare migliaia i posti di lavoro nei prossimi 10 anni. Come si sa, la città sprizza salute e se lo può permettere…
Chiarite le responsabilità degli attori attualmente al governo, non si deve dimenticare che la prima intesa tra Italia e Francia risale al 1992, il primo studio di progetto è del 1996. Della Torino-Lione si parla, dunque, da quasi trent’anni. Se è una sciocchezza dire che allora è un’opera vecchia ( come può diventare vecchio un collegamento veloce che colleghi l’Europa da Ovest a Est?) però qualcuno ha la responsabilità di non averla fatta in un periodo così lungo, tanto che il Tav Torino-Lione doveva già essere in funzione. Pensiamo che il traforo del Frejus fu concluso in soli 9 anni dall’inizio dei lavori e con i mezzi di allora.
Le responsabilità sono di tanti, in primo luogo dei governi che si sono succeduti, che non erano contrari ma se ne occupavano con distratta lontananza. Il Piemonte , d’altronde , proprio in questi anni perdeva peso politico in maniera drammatica. Così si succedevano tavoli di concertazione, di studio, di ascolto, di mediazione con una minoranza esigua di popolazione contraria; così la prima società che se ne occupò “Alpetunnel” non combinò praticamente nulla ( se non dare stipendi a dirigenti delle ferrovie) e mentre la sede francese era a Chambery, quella italiana era a Roma , con una scelta che già la diceva lunga sull’attenzione a un territorio, quello della Vale di Susa , che avrebbe dovuto subito percepire i vantaggi dell’opera in materia di lavoro e investimenti, compensazioni ecc. cc. Invece nulla.
Poi arrivò il buon Virano, che a un certo punto è sembrato proprio ” menare il can per l’aia” e lo fece così bene e così a lungo che l’opera per parte italiana andò avanti a passo di lumaca. Passarono i governi regionali di Ghigo, Bresso , Cota e quelli nazionali di Centro-destra e Centro-sinistra. Ancora tavoli e ancora revisioni, così , come troppo spesso in Italia, il tav Torino-Lione è diventata una eterna incompiuta. In questo modo si è dato fiato a una minoranza rumorosa e talvolta violenta che ad oggi non avrebbe nulla da eccepire usufruendo lei stessa dei vantaggi di questa infrastruttura. La discussione ricorda quella che alla fine degli anni 70 fu fatta a Torino sulla metropolitana: con la giunta di sinistra guidata da Diego Novelli che non la volle fare agitando lo spettro della “banda del buco” e analisi costi benefici ( guarda guarda…) che bloccarono un’opera che oggi più nessuno contesta, ma che fu fatta con 20anni di ritardo. La storia non insegna nulla?