redazione il torinese

E' tempo di "Sanremo the Story" al parco commerciale Dora

Dal 2 al 24 Marzo a Torino la grande mostra che racconta il Festival della Canzone Italiana dal 1951 a oggi in un’avvincente e inedita raccolta di documenti, cimeli, strumenti, dischi e giornali dell’epoca

 

Dopo il successo della mostra dedicata all’animazione dei quadri di Claude Monet in 3D, la cultura torna protagonista al Centro Commerciale ‘Parco Dora’, a Torino in Via Livorno angolo via Treviso.

Questa volta, a calamitare l’attenzione del pubblico, è la volta di ‘Sanremo The Story’, una straordinaria e ricca mostra itinerante interamente dedicata al Festival della Canzone Italiana, che ripercorre la storia del Festival di Sanremo sin dalla prima edizione del 1951 fino ai nostri giorni, attraverso l’esposizione di oggetti e video documentari che fissano e narrano con grande emozione i momenti più belli ed entusiasmanti dell’evento più importante del nostro Paese. Un percorso di visita affascinante, visitabile dal 2 al 24 marzo 2019, frutto di un’iniziativa unica nel suo genere capace di trovare un connubio ideale tra modernità, arte e tecnologia. Più di una semplice retrospettiva sulla kermesse canora, rappresenta una visione più ampia di queste 68 edizioni, capace di mostrare anche i diversi aspetti sociali legati all’Italia dell’epoca“, afferma l’Architetto Emanuele Manca, General Manager del Parco Commerciale Dora nonché professionista attento ai fenomeni culturali e del cambiamento in atto. Il percorso emozionale che caratterizza ‘Sanremo The Story’ vanta la presenza di cimeli originali (dischi in vinile, documenti, abiti di scena) del Festival di Sanremo, accompagnati da monitor che proiettano video documentari, su di un’area di 80 metri quadrati che prevedono all’interno, 7 monitor touch ciascuno, predisposto all’ascolto di brani con l’utilizzo di cuffie, un’ampia varietà di teche con 45 e 33 giri originali del Festival di Sanremo e altre con esposti con strumenti musicali originali dell’epoca impiegati durante la kermesse. E ancora, 30 quadri con locandine storiche delle edizioni del Festival, 70 bacheche con all’interno le copertine di ‘Tv Sorrisi e Canzoni’ dedicate alla kermesse, impreziosite altresì da un’insegna luminosa con il popolare logo del noto settimanale di musica e spettacolo. Completano l’offerta culturale 1 monitor touch con viaggio 3d della mostra, e un altro con una selezione accurata di immagini in loop tratte dai momenti migliori della storia degli anni del Festival.’Sanremo The Story’ nasce da un’idea di Pepi Morgia, scomparso nel settembre 2011, direttore del ‘Museo della canzone’ e noto per le sua capacità di regista e light designer. Il logo, così come il nome ‘Sanremo The Story’, è stato ideato da Silvano Guidone, socio dello storico pubblicitario torinese ‘Armando Testa’. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 12.30, e dalle 16.30 alle 19.30. Sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00. Ingresso libero con offerta minima pari a 1 Euro che verrà interamente devoluta per sostenere il progetto ‘Alternanza Scuola Lavoro’ del Liceo Classico Musicale ‘Camillo Benso Conte di Cavour’ di Torino, i cui allievi forniranno il servizio di guida durante gli orari di apertura della mostra.

Tutte le informazioni sul sito www.parcocommercialedora.it e sulla relativa pagina FB del Centro Commerciale ‘Parco Dora’.

 

La panchina rossa di Brozolo

Ha preso avvio venerdì 8 marzo, con grande partecipazione di pubblico,  la 5^ rassegna cineforum promossa dalla Biblioteca di Brozolo con proiezioni presso la sala consiliare.
Proseguirà per altre 5 serate con film recenti di diverso genere. Le proiezioni avranno inizio alle ore 21 nel giorni 15 e 22 marzo, 5 e 12 aprile, 3 maggio. Informazioni sui titoli possono essere richieste all’indirizzo email bibliotecacomunebrozolo@gmail.com  o telefonicamente in Comune al n. 011 9150022. Invece, domenica 10 marzo, nel corso di una partecipata manifestazione per la festa della donna tenutasi presso la Biblioteca di Brozolo, è stata inaugurata una panchina rossa, segno tangibile contro la violenza sulle donne, realizzata per volere dell’Amministrazione Comunale. La panchina, collocata nel parco giochi, è stata dipinta dal pittore brozolese Piero Zannol ed è stata particolarmente apprezzata dalla popolazione. La partecipazione e la benedizione del Parroco, Don Magloire, hanno completato il momento dell’inaugurazione.

Massimo Iaretti

 

Piemontesi ai Campionati Italiani di Nuoto Categoria Indoor,

Si concludono con due medaglie e un quarto posto i Campionati Italiani di Categoria Indoor dei tuffatori piemontesi, terminati oggi al polo natatorio Bruno Bianchi di Trieste
Dopo il bronzo dal trampolino 3 metri di venerdì e dopo il sesto posto dal metro di ieri, Eduard Timbretti Gugiu ha conquistato oggi la seconda medaglia personale nella rassegna tricolore (categoria Junior), chiudendo secondo dalla piattaforma. Classe 2002, tesserato per la Blu 2006 Torino e allenato da Claudio Leone, ha totalizzato 462,05 punti, con una gara di buon livello in cui gli unici voti appena al di sotto della sufficienza sono arrivati nel doppio e mezzo rovesciato e nel doppio e mezzo ritornato, entrambi raggruppati. Davanti a lui si è piazzato Riccardo Giovannini (Fiamme Oro, 495,15), primo grazie a un finale di gara in crescendo. Il giovane tuffatore piemontese ha condiviso il secondo gradino del podio con Andrea Fonda (Triestina Nuoto, 379,00) poiché in attesa di ricevere la cittadinanza italiana (è di origine romena); bronzo dei Campionati Italiani Julian Verzotto (Bolzano Nuoto, 368,45). Nell’ultima giornata dei Campionati è da sottolineare anche il podio sfiorato da Matilde Borello, anche lei atleta della Blu 2006, quarta dal metro con 325,20 punti grazie a una prova molto regolare. Davanti a lei l’azzurra Chiara Pellacani (MR Sport F.lli Marconi, 371,50), Giulia Vittorioso (MR Sport F.lli Marconi, 343,65) e Elettra Neroni (Carlo Dibiasi, 338,55). Da segnalare, infine, l’11esimo posto della Blu 2006 Torino nella classifica per società.

https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190310172745&area=3&menu=agonismo&read=tuffi

A Torino per le donne (in nero) la Madonna delle Ciliegie

Nella precedente uscita abbiamo visto un pezzo della Galleria Sabauda della collezione Gualini, la tempera su tavola del pittore originario di Siena Duccio di Buoninsegna, una Madonna con manto nero; oggi vediamo la Madonna delle Ciliegie, ancora una volta aTorino e sempre nella Galleria Sabauda dei Musei Reali. Lo spunto per la serie donne (in nero) viene da una manifestazione contro la guerra che si svolge a Torino ogni ultimo venerdì del mese. La manifestazione è portata avanti dal movimento contro la guerra “Donne in Nero”, nato in Israele nel 1988 e che si impegna in alcune riflessioni, ad esempio il ripensamento del ruolo di passività tradizionalmente attribuito alla donna nei confronti delle guerre oppure la volontà di portare avanti il ricordo delle guerre presenti e passate affinché le prospettive di pace non siano dimenticate. 
Oggi vediamo la Madonna con il Bambino del 1470  attribuita a Gherardo di Andrea Fiorini da Vicenza o più genericamente al Maestro dell’Agosto del Palazzo di Schifanoia, madonna nota con il nome di Madonna delle Ciliegie per i due rami di ciliegie carichi che si accostano ai lati del capo. Scendono da sinistra e da destra e nella simbologia richiamano -con il colore rosso- la passione di Cristo, mentre per il semplice fatto di essere “ciliegie” possono ricordare la battaglia di Kerasus del 71 a.C. svoltasi tra i Romani e Mitridate. Battaglia di cui ci ricordiamo “con gusto” non di certo per il conflitto armato, ma per il fatto che il generale Lucullo -di ritorno da Kerasus- importò il frutto della ciliegia, unendo così l’utile al dilettevole.Nella Madonna delle Ciliegie, la forza dell’ineluttabilità è il sentimento che accomuna la madre -coperta da un ampio mantello nero– e il figlio, il bambin Gesù, nudo e ritratto con doppia aureola di beatitudine allo stesso modo della madre Maria.L’opera non è un dipinto su tela come si potrebbe immaginare ad un primo sguardo, piuttosto è realizzata a tempera su tavola di legno, cosa che fa riflettere sulla fragilità della pittura. La tempera infatti richiede una particolare attenzione di conservazione, perché rispetto ai dipinti a olio rischia di rovinarsi più facilmente. L’olio è una vernice o meglio il colore a olio è costituito da una serie di vernici applicate una sull’altra con arte.
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Spesso per ottenere il risultato sperato bisogna fare attenzione affinché uno strato asciughi prima del successivo, in altre parole bisogna negli olii far attenzione alle sbavature, perché una mano non coli sull’altra e così via per altri accorgimenti che possono portare a mescolare accidentalmente i colori, ma in ogni caso la vernice del colore ad olio è più longeva dellatempera e inoltre la tela, assorbendo il colore con più forza, assicura una stabilità maggiore alla pittura rispetto al legno. Insomma la Madonna delle Ciliegie è un pezzo a cui avvicinandoci dobbiamo pensare alla delicatezza, la delicatezza dell’insieme tempera su tavola, e alla leggerezza che si porta con sé il tempo che ci separa dalla sua realizzazione; si tratta di un’opera del 1470, datata dunque a 549 anni fa. Questa leggerezza potremmo dire “sofficità” cade davanti a noi due volte, cioè dopo il primo approccio o “avvicinamento”, vediamo la Madonna delle Ciliegie come dire d’improvviso, infatti il taglio prospettico con cui santa Maria è presentata, specialmente l’architettura alle spalle della donna in nero è così netta da mostrarci la coppia Madonna e Bambino con una “quantità di inaspettato” a cui non eravamo preparati. E allora le ciliegie intorno al capo della donna non sembrano una stranezza, ma qualcosa di puro, divino, in altre parole il contrasto entro cui Maria è inserita è così forte che quelle ciliegie non stridono. Il pregio maggiore della Madonna delle Ciliegie per uno storico dell’arte è da considerarsi nell’ordine di idee che è stata realizzata a Ferrara nel 1470, in un periodo e in un luogo che è fiorito eccezionalmente -grazie al mecenatismo di Leonello d’Este-; un periodo che ha portato a dei picchi di novità unici, la cui realizzazione si ripresenta solamente molto più avanti e altrove. Nella prossima uscita della serie delle Donne (in nero) a Torino vediamo un’opera plurale che porta con sé una musica sconosciuta: il polittico di Sant’Anna dell’amatissimo Gaudenzio Ferrari, conservato ancora una volta ai Musei Reali di Torino, questa volta a piano terra della Galleria Sabauda.

Elettra- ellie- Nicodemi

Vergognosa truffa ai danni di un'anziana novantenne

Ha compiuto un furto in abitazione, è riuscito a sviare l’attenzione della
vittima, una signora di novant’anni, ma è stato individuato e soltanto la
mancanza di arresto obbligatorio perché non è stato colto in flagranza di
reato lo ha tenuto fuori dal carcere. Ciò non toglie che il reato (furto in
abitazione) sia di quelli che oggi creano maggiore allarme sociale ed è
ancora più odioso perché commesso a danno di una persona anziana. A
finire nei guai con la giustizia è stato un 48enne senza fissa dimora, con
precedenti  per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti,
denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Vercelli dai
carabinieri della stazione di Borgosesia.
Il   pomeriggio   del   25   gennaio,   una   90enne   di   Borgosesia   si   era
improvvisamente trovata di fronte un uomo che, trovata aperta la porta di
casa, si era introdotto nella sua abitazione. Spaventata e stupita, l’anziana
ha subito chiesto allo sconosciuto cosa volesse da lei e perché fosse entrato
nella sua casa senza chiederle il permesso. Con prontezza, l’uomo ha
accennato a scusarsi ed ha subito cercato consenso e simpatia raccontando
di essere un volontario di una non meglio specificata associazione che
raccoglie offerte in favore di bambini malati.
Sono   bastate   queste   poche   parole   a   suscitare   nella   90enne   i   buoni
sentimenti   della   brava   gente.   L’atteggiamento   non   era   quello   del
malvivente e la giustificazione aveva fatto breccia nel cuore generoso della
donna  che,   subito   dopo,   ha  preso   una   moneta  e   l’ha  porta  all’uomo,
congedandolo con un saluto.
Tuttavia, solo in serata la 90enne ha constatato con profonda amarezza che
quel finto volontario era in realtà un ladro che, prima di essere scoperto
nella sua casa, aveva avuto il tempo di rovistare in un mobile, trovando e
rubandole   alcuni   orologi   e   monili   in   oro   che   l’anziana   custodiva
gelosamente nei cassetti del comò.
La denuncia ha dato l’avvio alle indagini. I Carabinieri hanno valutato le
informazioni e la descrizione, minuziosa, fornita dalla donna e raccolto le
prime testimonianze, esternando presto i sospetti su un personaggio, già
vecchia conoscenza dei militari della Stazione. Il seguito delle indagini ha
confermato i sospetti, l’uomo è stato notato nei filmati del sistema di
videosorveglianza del Comune ed è stato anche riconosciuto dalla vittima
in sede di individuazione fotografica.
M.Iar.

Pusher al Valentino, nuovo intervento della polizia

Continua la lotta allo spaccio di stupefacenti mediante i servizi preventivi e repressivi predisposti dal Questore di Torino Francesco Messina.
Gli agenti della Polizia di Stato della Questura di Torino, nel corso di un’operazione per il contrasto e la repressione dello spaccio di stupefacenti dei luoghi della  “movida” torinese in piazza Vittorio Veneto, hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, un cittadino albanese, P.A., di 25 anni, che riforniva i consumatori di droghe di gran parte dei locali della zona con un’offerta di sostanza stupefacenti di vario tipo. Il pusher è stato notato dai poliziotti della Squadra Mobile in piazza Vittorio Veneto mentre prendeva contatti e cedeva sostanze a giovani ragazzi. Gli agenti hanno monitorato i suoi spostamenti fermandolo in compagnia di un acquirente in via della Rocca. E’ stato trovato in possesso di una cospicua quantità di sostanza stupefacente: 23 ovuli di cocaina, 23 di eroina e 25 pasticche di MDMA, del tipo NINTENDO/PARTY. Lo stupefacente era accuratamente differenziato per colore e lo nascondeva all’interno di un sacchetto celato negli slip, unitamente a quasi 200 euro in contanti, probabile provento dell’attività di spaccio.Nel corso di mirati controlli nel parco del Valentino i poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale hanno arrestato un cittadino del Gambia, J.A., di 22 anni, per detenzione di stupefacenti, poiché visto spacciare sulla cosiddetta collinetta.Il pusher si trovava insieme ad un altro ragazzo, quando, senza accorgersi della presenza degli agenti; che si erano prudentemente nascosti per monitorare l’area, ha ceduto una dose di marijuana al suo acquirente. Gli operatori intervenivano prontamente fermando entrambi i soggetti. Il 22enne è stato trovato in possesso di quasi 6 grammi di marijuana, che nascondeva, come lo spacciatore arrestato in piazza Vittorio Veneto, all’interno di un sacchetto nascosto negli slip.

M.Iar.

 

Ubriaco provoca incidente con sé stesso

I controlli delle forze dell’ordine per contrastare i reati tipici della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto per gli stupefacenti ormai non fanno (quasi) più notizia. Ma è singolare quanto hanno riscontro i carabinieri della stazione di Trino Vercellese che sono intervenuti in seguito ad un incidente stradale. Un 50enne del luogo aveva fatto tutto da solo ed era uscito di strada, fortunatamente senza conseguenze. Ma i militari dell’Arma lo hanno trovato positivo all’alcoltest con un limite quadruplo rispetto al limite di legge, ovvero pari a 2,5. C’è da domandarsi se avesse in corpo sangue o alcol. L’uomo è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli, gli è stata ritirata la patente e la vettura è stata sequestrata ai fini della confisca.

Massimo Iaretti

 
 

"Ospedale galeotto": va al pronto soccorso e ruba materiale sanitario. Arrestato

E’ proprio il caso di dirlo, ‘Ospedale Galeotto’. E’ accaduto ad romeno di 39anni arrestato per furto aggravato nei giorni scorsi. L’uomo si era recato al pronto soccorso di piazza Donatori di sangue a Torino perché aveva davvero un dolore alla spalla. Peccato, però, che abbia seguito il detto per cui ‘l’occasione fa l’uomo ladro’ perché ha pensato di fare razzia del materiale ortopedico-sanitario presente nell’ambulatorio Dea adiacente la sala di attesa, nascondendolo all’interno di un sacchetto. Gli agenti del Commissariato “Barriera Milano” giunti sul posto notavano che l’uomo, si era appena disfatto del materiale trafugato: un bendaggio di tipo DESAULT. Di qui la scoperta della refurtiva e l’arresto.

Massimo Iaretti

Serafino Di Loreto, chi è l’uomo che aiuta gli italiani in crisi

Con ‘SDL Centrostudi’ ha restituito oltre 250 milioni di euro nelle tasche di privati, famiglie e imprese

Ha persino fatto fondere e donato la ‘Campana della Nuova Vita’ alla parrocchia di Castenedolo, nel bresciano, in cui visse la propria infanzia, in memoria delle troppe vittime, negli ultimi anni, di banche e fisco ingiusti. Gente che è giunta oltre il limite estremo della disperazione per colpa delle numerose ingiustizie subite da parte di enti creditizi ed erariali. Il 2018 appena conclusosi è stato un buon anno per Serafino Di Loreto, il professionista lungimirante e competente che in anni recenti ha fondato la società ‘Sdl Centrostudi spa’, con sede a Mazzano, in provincia di Brescia. La rinomata struttura professionale si occupa principalmente di analisi contabili per il recupero del credito di anatocismo e usura sui conti correnti e rapporti bancari in genere. E negli anni scorsi, anche per la crisi economica, è stata protagonista una rapidissima crescita in tutta Italia che l’ha portata alla ribalta nel mondo dell’imprenditoria locale e nazionale. L’azienda dal 2010, anno della fondazione a oggi, in soli otto anni ha assistito e aiutato, su fronti differenti e molteplici, oltre 150 mila italiani – privati e imprese – a uscire dalla crisi: restituendo, annullando e/o compensando circa 250 milioni di euro (riferiti a cartelle esattoriali, aste e pignoramenti bloccati o cancellati, interessi bancari illeciti su vari fronti) ingiustamente sottratti da banche e fisco ai loro legittimi proprietari.  Dal 2010 a oggi, ‘Sdl Centrostudi Spa’ “ha versato oltre 30 milioni di iva, ben 20 di imposta sul reddito, e distribuito 50 milioni di euro in provvigioni! Dagli albori – dichiara Serafino Di Loreto – abbiamo dato lavoro a 120 dipendenti diretti sino al 2016, a più di 400 avvocati sparsi in tutta Italia e ad oltre 40 periti e consulenti. Dal 2010 a oggi, il fatturato prodotto dalla società è di oltre 160 milioni di euro“. Per poi proseguire: “Abbiamo fatto quasi 50 mila perizie a pagamento, trasformando questo importante strumento di indagine e analisi in un mezzo accessibile a tutti: specialmente ai più deboli che, grazie a costi nazionalpopolari delle perizie, hanno potuto servirsene, evitando che in un campo così delicato, quale quello del diritto bancario, la giustizia restasse un fatto meramente elitario e per i soliti pochi abbienti“, ricorda il professionista bresciano. “Oltre a essere stati i primi in Italia ad aver affrontato su vasta scala la questione dell’anatocismo/usura, e di tutti gli aspetti collegati, siamo anche stati i primi ad esserci dotati di polizze stipulate con importanti operatori del settore, che garantiscono la copertura delle spese legali, in caso di soccombenza“, prosegue ancora Di Loreto, imprenditore poliedrico e di successo attivo anche in altri molteplici settori. A Mantova, con la società ‘Ecoval’ il fondatore di ‘SDL Centrostudi Spa’ ha sviluppato un progetto con il patrocinio del Comune stesso e la cooperativa ‘Il Solco’ che ha consentito di avviare il risanamento dell’area cittadina dell’ex petrolchimico ‘IES’, salvando ben 20 posti di lavoro, e attivando una produzione in stile green, grazie alla coltivazione di una speciale radice che nel sottosuolo bonifica il terreno, mentre in superficie si sviluppa rapidamente come un alto canneto atto alla produzione di combustibile tipo pellet. In pratica, ha acquisito e riconvertito una delle più storicamente importanti realtà industriali cittadine, trasformandola da inquinante a struttura che crea disinquinanti. Mentre a Bergamo Serafino Di Loreto ha rilevato altresì un’azienda, proveniente da tre fallimenti, che fino a novembre 2017 perdeva circa 400mila euro al mese. Oggi, dopo soli 12 mesi, l’azienda ribattezzata ‘DL Sintered SRL’ ha fatturato ben oltre 8 milioni di euro, debiti zero, e continua a garantire lavoro e futuro a 35 dipendenti “ritirati dal fallimento” che altrimenti sarebbero rimasti a casa: qui grazie a un innovativo processo di stampaggio di polveri vengono creati ex novo componenti meccanici poi esportati in tutto il mondo.