redazione il torinese

Svolta democratica in Libia?

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re
Da leader indiscusso di mezza Libia a uomo forte di tutto il Paese nordafricano, riunito sotto la sua autorità. Non l’ha mai nascosto, il suo grande obiettivo è quello di comandare le forze armate libiche unificate

 La campagna militare lanciata dal feldmaresciallo della Cirenaica Khalifa Haftar all’inizio dell’anno per la conquista del sud-ovest libico non incontra quasi resistenza e candida il generale al ruolo di nuovo padrone della Libia. Mentre i carri armati di Haftar avanzano tra le dune del deserto del Fezzan, protetti dai raid dell’aviazione, il suo rivale Al Sarraj ha poteri e margini di manovra sempre più ristretti. Le speranze di normalizzare la Libia, sconvolta da otto anni di anarchia e guerra civile, corrono su due binari molto distanti tra loro, sul piano diplomatico e su quello militare. Mentre si cerca freneticamente un accordo per stabilizzare la Libia, il generale Haftar st conquistando con il suo esercito personale quasi tutto il Paese e al prossimo vertice potrà trattare da una posizione di assoluta forza. Resta invece ben poco spazio per le ambizioni del premier di Tripoli nonchè presidente del “Governo di accordo nazionale” Fayez al Sarraj, spinto sempre più nell’angolo dall’uomo forte della Cirenaica e, a questo punto, di quasi tutta la Libia. Khalifa Haftar comandante dell’Esercito nazionale libico e il premier di Tripoli Sarraj hanno raggiunto un accordo ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, per indire elezioni generali in Libia. I prossimi passi della “road map” dell’Onu per la Libia dovrebbero essere una “Conferenza nazionale” di riconciliazione, prevista per fine marzo,una sorta di grande Assemblea libica per far ripartire il dialogo politico e uscire dal caos attuale. Sarebbe questo, secondo Ghassam Salamè, l’inviato speciale dell’Onu, il processo necessario per arrivare a una nuova Costituzione, a una nuova legge elettorale e ad elezioni parlamentari e presidenziali. Haftar è in netto vantaggio sul debole Sarraj, che controlla solo Tripoli ma nella stessa capitale è in difficoltà per la presenza di numerose milizie che non riesce a sottomettere. Ma Sarraj è pur sempre il leader di un governo voluto dalle Nazioni Unite nel tentativo, finora fallito, di stabilizzare la Libia che dal 2011 non conosce pace. Ma se manca l’intesa Haftar-Sarraj non si va da nessuna parte, ripetono i negoziatori. La stabilizzazione della Libia passa soprattutto attraverso il rilancio economico di un Paese ricco di petrolio e gas e al rafforzamento di organismi vitali come la Banca Centrale e la Compagnia nazionale per il petrolio (Noc). All’incontro di Abu Dhabi era presente il presidente della Noc, Mustafa Senalla, che sta negoziando la riapertura dei campi petroliferi di Sharara, uno dei giacimenti più importante della Libia (300.000 barili di petrolio al giorno) passato di recente sotto il controllo di milizie alleate ad Haftar. La Noc aveva chiesto, già alcuni mesi fa, la chiusura di Sharara dopo le proteste dei dipendenti, sostenuti da gruppi armati, che avanzavano richieste economiche alla compagnia petrolifera. Negli Emirati la Noc avrebbe raggiunto un accordo di massima ma non è chiaro quando i campi saranno riaperti e quando potranno riprendere la produzione. L’Esercito nazionale libico di Haftar ha anche annunciato di aver assunto il controllo dell’importante giacimento libico El Feel gestito dall’ Eni al 33% (produce oltre 70.000 barili di petrolio al giorno) insieme alla Compagnia petrolifera nazionale libica (Noc). Mentre la diplomazia avanza faticosamente sulla strada indicata dall’Onu, le forze armate cirenaiche proseguono la loro cavalcata nel deserto del Fezzan (oltre 600.000 chilometri quadrati di territorio nella regione sud-occidentale) occupando le città meridionali di Sabha e Ubari, e portando dalla loro parte quasi l’80% del territorio libico. Una nuova Libia pacificata e unificata sarebbe determinante per allontanare i gruppi di terroristi che nell’attuale disordine generale trovano terreno fertile per espandersi. Il pericolo è rappresentato da alcune migliaia di miliziani fuggiti dalle zone del defunto Califfato proprio in Libia e nei Paesi del Sahel. La minaccia terroristica è sempre presente nel Paese nordafricano. Da anni, sia l’Isis che “Al Qaeda nel Magreb islamico” (Aqmi), l’ex Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc) nato in Algeria durante la guerra civile anni Novanta e poi diventato Aqmi nel 2005, dispongono di basi e campi di addestramento e trovano rifugi sicuri nel deserto. La cacciata dei combattenti di Al Baghdadi da Sirte quasi tre anni fa e le offensive di Haftar in Cirenaica non hanno espulso del tutto la presenza dei jihadisti dal Paese maghrebino. Al Qaeda in realtà non ha mai abbandonato la Libia. Gruppi estremisti erano presenti in Cirenaica già negli anni Novanta uniti nel Gruppo Combattente Islamico Libico, successivamente confluiti in Al Qaeda. Dopo essere stati cacciati dalle zone costiere, da Sirte, Sabrata e Derna, i movimenti jihadisti si sono trasferiti a sud in zone non controllate da nessuno come tra le dune del Sahara dove non è difficile riorganizzarsi per l’assenza di militari e di autorità. Mentre l’Isis aveva stabilito le basi a sud di Sirte, i qaedisti si sono rifugiati nel Fezzan al confine con il Niger speculando sul traffico di armi e sul transito di migranti diretti a nord. Negli ultimi anni la Libia è diventata un vero e proprio laboratorio di terroristi, anche grazie agli ingenti aiuti finanziari inviati dal Qatar alle organizzazioni islamiste. A metà febbraio gli americani hanno bombardato postazioni di Al Qaeda a Ubari, città nel sud-ovest del Paese, presa di recente da Haftar. Il raid è avvenuto nei pressi del giacimento petrolifero di Sharara, il più grande del sud della Libia, controllato al 30 % dalla francese Total. Alla fine del 2018 invece il Comando militare degli Stati Uniti in Africa (Africom), in coordinamento con il governo libico, aveva colpito con missili un campo di addestramento vicino ad Al Uwaynat, in Libia, uccidendo undici membri di “Al Qaeda nel Maghreb islamico” (Aqmi). Intanto, dal suo rifugio tra le montagne al confine tra Pakistan e Afghanistan il giovane Hamza, figlio di Bin Laden, ritenuto l’erede di suo padre e di Al Zawahiri alla guida di Al Qaida, esalta il jihad nel Levante e nel Maghreb e invoca una nuova “Internazionale del terrore” sul modello di quella creata dal padre Osama alla fine degli anni Novanta. Nel Fezzan, terra di nessuno e terra oggi di conquista da parte di Haftar, è di nuovo operativo il nuovo comando logistico dei qaedisti maghrebini.
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Dal settimanale “La Voce e il Tempo”

 

Riciclaggio e finti spasimanti online: migliaia di euro sottratti

Nei giorni scorsi, personale della Polizia di Stato Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino ha eseguito il fermo di un trentenne di origini nigeriane, colto nell’atto di prelevare da un conto, già oggetto di attenzione da parte dei competenti organi bancari, un’ingente somma di denaro di provenienza sospetta. L’indagine è nata dalla capillare attività di prevenzione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni, in sinergia con Poste Italiane, compie quotidianamente su tutto il territorio nazionale. L’uomo, all’arrivo dei poliziotti, ha cercato di interrompere immediatamente le operazioni per non destare ulteriori sospetti. Su disposizione della locale Procura ed analizzando il flusso complessivo di denaro in entrata sul conto corrente (ben 140.000€), gli operatori hanno accertato che la maggior parte della somme erano il provento di attività delittuose compiute durante la compravendita di materiale plastico. I reati di truffa erano consumati all’estero da altri soggetti rimasti ignoti, che si presentavano come imprenditori italiani e incassavano dai numerosi acquirenti l’acconto del 10% sul valore della merce, per poi dileguarsi. Le somme venivano quindi versate su conti correnti italiani e immediatamente prelevate dai titolari dei depositi. Gli ulteriori accertamenti hanno, inoltre, riscontrato che altre somme oggetto di riciclaggio, pari a numerose migliaia di euro, erano il profitto della consumazione di “truffe affettive” consumate nel Nord Europa. Si tratta di frodi realizzate attraverso relazioni sentimentali a distanza: solitamente i criminali inviano richieste di amicizia sui social network o approcciano le loro potenziali vittime su siti di incontri. L’indagine della Polizia Postale, oltre ad assicurare tempestivamente il colpevole alla giustizia, ha consentito di interrompere l’attività criminale in corso, recuperando anche in parte le somme illecitamente incassate, sulle quali sono ancora in corso accertamenti per individuare eventuali complici. La Polizia di Stato consiglia di verificare l’autenticità dei profili con cui interagiamo in rete, magari impostando una ricerca “per immagine” sul web, accertandosi in tal modo che la foto non sia nella realtà un’immagine che circola on line. È bene diffidare di manifestazioni immediate ed eccessive di interessi comuni, che possono essere frutto di un attento studio del profilo che il criminale ha individuato come obiettivo; leggere attentamente i messaggi inoltre ci farà comprendere se sono frutto di una traduzione maldestra. Infine, diffidare assolutamente delle ingenti richieste di denaro da inviare all’estero, che nascondono spesso una “love scam”. Per gli acquisti on line si consiglia di effettuarli su siti certificati e/o ufficiali, diffidando delle offerte troppo convenienti rispetto all’effettivo prezzo di mercato del prodotto che si intende acquistare, e di prediligere i contatti con i canali ufficiali, sincerandosi che il nostro interlocutore appartenga effettivamente alla società per la quale spende il proprio nome e, prima di procedere ad ogni forma di pagamento o comunicazione di informazioni bancarie, verificare la presenza di recensioni di altri utenti in rete, che contribuiscono a fornire un’idea sull’affidabilità del proprio partner commerciale

M.Iar.

In attesa della Tav e della Cina capitalista

Ignazio Corrau eurodeputato 5 stelle non teme Matteo Salvini.  Contrarissimo alla Tav sostiene viceversa che il sottosegretario Giorgetti è favorevole all’opera perché fortemente condizionato dai poteri forti che i pentastellati combattono.  Poi affondo finale: la Lega stando al governo con i pentastellati  sta espiando la colpa di aver governato con Berlusconi. Reazioni tra ilarità e stupore, indicative di che clima si respira all’interno del governo.  Fino a queste dichiarazioni pensavo che ci fossero forti contrasti.  Ora sono convinto che c è anche disprezzo.  E noi piemontesi ci finiamo di mezzo. Giorgetti in questo caso ha solo una colpa: aver detto la verità.  Solo il Parlamento può decidere se interrompere l’opera con le conseguenze del caso. Difficilmente avverrà perché la maggioranza è saldamente in mano ai pro Tav, con le miserie pentastellate  e qualche balla di troppo. Abbiamo fermato la Torino-Lione. Balle spaziali. Conte ha chiesto al cda di Telt di soprassedere, per favore. Probabile che i bandi saranno confermati, il premier ha chiesto un incontro con Francia ed Europa per la richiesta di modificare il progetto. Probabilmente gli incontri si faranno. Sicuramente risponderanno di no. Se n’è accorto pure Perino, leader storico no Tav. E suppone che dietro la lettera ci sia lo zampino di Mario Virano .Se ha ragione è  palese la presa in giro grillina. Matteo Salvini si è arrabbiato tanto ma proprio tanto. Il motivo? Lesa maestà.  Non gli hanno detto nulla . Segna e farà un conto unico che salterà tra sei mesi. Mi sembrava difficile se non impossibile che Giggino battesse Matteo Fregoli . La lettera è fumo. Confermato il mio scetticismo.  Ed ecco che il Chiampa insiste ed ha formalizzato la richiesta di Referendum.  Alcuni dicono che è un bluff perché non si può fare. Non essendo esperti nel settore non ci esprimiamo e comunque osserviamo che i Si Tav lo vorrebbero convinti di stravincere.  I no Tav non lo vogliono perché sono convinti di straperdere e l’euforia di Giggino dura 24 ore. La Francia ed il cda del Telt hanno deciso: avanti con i bandi. Appunto, la Tav va avanti. Rimangono solo i pentastellati torinesi e la Sindachessa di Torino ad aver fiducia nelle lettera di Conte.  Tecnicamente si dice un buco nell’acqua. E sempre la Chiara Appendino si vede a Roma con la Castelli e le chiede: che sta succedendo? La sottosegretaria con occhi sbarrati nel vuoto confessa: francamente non so.  Tipico del loro non fare. A volte capita che la realtà abbia più fantasia dell’immaginazione. Così i Borboni pentastellati ottengono il reddito di cittadinanza per il Nord e gli Asburgo leghisti quota 100 pensionistica per Sud. Lombardia e Piemonte in testa alle classifiche del primo. Gli Enti locali al Sud primi per il secondo aspetto.  Siamo alle prime battute per queste classifiche, ma mi pare che una tendenza sia segnata. Tanti artigiani, pochi operai.  E se la povertà è stata sconfitta non pare si concretizzasse al Sud.
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Sicuro che qualcosa non torna, si vedrà a bocce ferme quali sono  le relative cause. Intanto nel Piemonte crollano le vendite delle auto.  Magneti Marelli componentistica saldamente in mano ai Giapponesi e le esportazioni diminuiscono. No,  non stiamo campando bene. Pure i deputati leghisti disertano gli incontri con gli Imprenditori. Loro sono solerti verso il capitano Salvini più che alle esigenze del territorio  e del mondo del lavoro. Ma noi torinesi e piemontesi che abbiamo fatto di male? Qualche amico in Lombardia Liguria e Veneto l’ abbiamo ancora. Indubbiamente qualche errore l’abbiamo fatto. basta vedere l’attuale compagine governativa per capirlo.  Siamo passati da Cavour a Laura Castelli via  Giolitti Gramsci Togliatti Einaudi Scalfaro. Oggi non contiamo più nulla, ed è ora che ci diamo una svegliata. Magari con la Regione Piemonte che sostituendosi alla ignavia del Governo italiano gestisca in prima persona la vicenda Tav. Poi non ho sentito o capito che cosa le forze politiche locali pensano della venuta dei cinesi nel porto di Genova e nella economia nostrana. Ricordo il mitico triangolo industriale del Nord con Milano Torino e Genova, nel mio immaginario arricchito ora dal nuovo polo Veneto. Ricordo anche quando per i comunisti era fortemente preferibile il trasporto su treno e non su gomma.  Anche qui non sono esperto nel settore, cerco comunque di utilizzare la poca logica che mi è rimasta.  Il porto di Genova vuol dire soprattutto merci che vengono importane ed esportate, dunque merci che debbono essere trasportate.  I Cinesi hanno già comprato i porti nel Pireo ed hanno forti capitali e liquidità. Se scelgono l’ Italia ed in particolare il Nord puntano a tutta l’Europa. Appunto mi sembra elementare prevedere le infrastrutture necessarie. Mi sa che l’ultima commissione-costi benefici ha scritto un sacco di stupidaggini. Strana è la vita. Ora un’ icona dei comunistoidi è il no Tav.  Lo scontro attuale tra Usa e Repubblica Popolare Cinese è tra chi è più capitalista tra i due. Le cose cambiano proprio.  Ora i capitalisti più sfrenati sono  i compagni cinesi.
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Patrizio Tosetto

Il contributo del Tibet all’umanità

Torino, 14 marzo, convegno in Consiglio Regionale

 
Sessant’anni fa, il 10 marzo 1959, scoppiava a Lhasa la rivolta contro l’occupazione cinese. Con la sua sanguinosa repressione, e l’esilio in India del Dalai Lama, per il Tibet aveva termine ogni indipendenza. La Cina lo considera del resto parte integrante della propria identità geostorica.
Nel clima della Guerra Fredda, e poi dopo e fino ad oggi, la causa tibetana è stata in Occidente il simbolo della libertà dei popoli e della vita spirituale che il regime comunista ha soffocato. In quanto tale ha suscitato simpatia e solidarietà, senza che peraltro la situazione sia mutata. La Cina nel frattempo, da immenso paese agricolo, è diventata la grande potenza industriale che è oggi, capace di contendere all’Occidente la supremazia economica e politica mondiale. Sul Tibet è dunque sceso più che mai il silenzio. Neppure la richiesta di un’autonomia culturale, di cui da tempo il governo tibetano in esilio si accontenterebbe, è stata mai accolta. Eppure il Tibet, questa terra inospitale che si distende tra le più alte montagne del mondo, ha davvero un’immensa importanza culturale. Non si spiegherebbe il favore incontrato in Occidente, e neppure i timori del governo cinese, se così non fosse. Può essere importante capirlo bene, a seicento anni dalla morte di Lama Tzong Khapa, il grande riformatore del Buddhismo tibetano, da cui discende la scuola dello stesso Dalai Lama. Può darsi che il futuro geopolitico del mondo non dipenda solo dai flussi della ricchezza, delle risorse energetiche, degli armamenti e dei fenomeni migratori, ma anche dalla consapevolezza delle sue radici culturali e spirituali. Su questa base giovedì 14 marzo alle 17 a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte, avrà luogo un convegno dal titolo Il contributo del Tibet all’umanità. A sessant’anni dalla rivolta di Lhasa e seicento dalla morte di Lama Tzong Khapa. Promosso dallo stesso Consiglio Regionale, tramite soprattutto il Comitato per i Diritti Umani, il Centro d’Informazione Buddhista e l’Osservatorio sul Pluralismo Religioso. I saluti istituzionali saranno di Nino Boeti, presidente del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato regionale per i Diritti Umani. Introdurranno Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato, e Luigi Berzano, Osservatorio sul Pluralismo Religioso. Interverranno Bruno Portigliatti, presidente onorario Unione Buddhista Europea (Tibet, una storia dimenticata), Bhante Dharmapala Thero, monaco di tradizione Theravada (Il Tibet nella storia del Dharma), Anila Lobsang Kunsang, monaca di tradizione tibetana, Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Lama Tzong Khapa: un filo di interdipendenza tra misticismo, raffinamento logico e scienza della mente)
 
 
 

FERMATO UN MOLESTATORE SU UN MEZZO PUBBLICO

Oggi, mercoledì 13 marzo, gli agenti in borghese del Reparto Operativo Speciale della Polizia Municipale, nell’ambito dei servizi a bordo dei mezzi di trasporto pubblico a tutela della sicurezza dei passeggeri, hanno fermato un cittadino marocchino sessantaduenne mentre molestava una ragazza. A carico del fermato, condotto presso il comando di via Bologna, sono risultati diversi precedenti specifici nonché un’intensa attività di parcheggiatore abusivo presso l’ospedale Molinette, per la quale ha accumulato sanzioni per oltre cinquantamila euro, mai pagate. L’uomo, pur essendo in possesso di carta di identità rilasciata dal Comune di Mondragone, risulta allo stato privo di permesso di soggiorno in corso di validità. Sono in corso accertamenti e verifiche con la Questura di Caserta per definire la regolarità della presenza sul territorio. Dall’inizio dell’anno 2018 il Reparto operativo speciale della Polizia Municipale di Torino ha effettuato oltre centosessanta interventi a bordo dei mezzi pubblici, traendo in arresto 19 persone.

Schianto contro cabina Enel, muore carbonizzato

Un 42enne di Crescentino, nel vercellese, è morto carbonizzato dopo che con la sua auto si è schiantata contro una cabina di trasformazione dell’Enel. L’incidente è avvenuto  notte sulla strada delle Grange, all’altezza di Ronsecco. La Grande Punto su cui viaggiava la vittima è uscita di strada e ha preso fuoco per cause da accertare. Sul posto  sono intervenuti i vigili del fuoco, il 118 e le forze dell’ordine.
 
(foto archivio)

Dopo una serata al bar decidono di svaligiare i negozi del quartiere

Era andato a bere qualcosa con un suo amico e al termine della serata i due hanno deciso di compiere una serie di furti in danno delle attività commerciali del quartiere Barriera Nizza a Torino, durante l’orario di chiusura. Così i due connazionali si sono recati in via Monti e, mentre uno faceva il palo, l’altro si introduceva, dopo aver forzato delle porte finestra poste in un interno cortile, dapprima all’interno di un ristorante e, successivamente, di un negozio di fiori e di un parrucchiere. Personale della Squadra Volante intercettava i due ladri proprio mentre uscivano dallo stabile e riusciva a bloccarne uno. L’uomo, un cinquantaseienne originario della Bosnia Herzegovina, è stato arrestato per furto aggravato e veniva trovato in possesso di un tablet, di una sigaretta elettronica e di denaro contante rubato negli esercizi commerciali “visitati”. Tutta la refurtiva è stata recuperata e riconsegnata agli aventi diritto.

M.Iar.

 
(foto: il Torinese)
 
 

La partita perfetta

“Ci sono le notti di Champions dove si accendono mille stelle… e poi c’è LUI, Cristiano Ronaldo da Madeira, che vale tutto il firmamento

Straordinario motivatore dei compagni, li sprona ad uno ad uno, nel pre-gara e, ancora nel tunnel degli spogliatoi, prima del secondo tempo; in campo, esalta il pubblico come solo lui sa fare, segna tre gol assumendosi la responsabilità – pesantissima – del rigore che vale la qualificazione ai quarti: questa è la remuntada di CR7, in tutto e per tutto. Voto: 10 e Lode.

Ma la Juventus di stasera ha visto brillare altre stelle, che hanno aiutato Cristiano a confezionare la partita perfetta; su tutti, Federico Bernardeschi: ha giocato la sua miglior partita dall’inizio dell’anno, premiando la fiducia di Allegri, che l’ha messo in campo sin dall’inizio; sempre in movimento, sempre propositivo, suo il cross al 27′ per il gol dell’1-0 di CR7, sue molte giocate di pregio – al 34′ una splendida semirovesciata su cross di Spinazzola, ad esempio – , sua la magnifica e caparbia azione all’83’, con la quale si è procurato il rigore poi trasformato da Cristiano nel 3-0. Voto: 10. Splendono, da 9 in pagella, per intenderci, anche Emre Can – prestazione magistrale, era ovunque – e Spinazzola, quest’ultimo all’esordio in Champions, ma il ragazzo non si è fatto intimorire, anzi: dominatore assoluto sulla fascia sinistra, specie nel primo tempo, spinge molto, si trova alla perfezione con Bernardeschi, sfoggia una grinta ed un carattere non comuni e trasmette sicurezza ai compagni, che infatti lo cercano spesso e volentieri. La Juventus è tornata ad essere la Juventus: l’Atletico è stato letteralmente annientato da una squadra che stasera nulla aveva a che fare con quella scialba vista a Madrid: fortemente aggressiva sin dal primo minuto, la Signora sceglie di colpire l’avversario sulle fasce (punto debole della squadra di Simeone) e lo fa con determinazione, intensità, cuore e gambe, collezionando un numero infinito di calci d’angolo, mettendo costantemente in affanno la difesa spagnola. In tutto il primo tempo, l’unico pericolo per Szczesny viene da Morata al 45′, che si libera dalla marcatura di Bonucci e stacca di testa in area, ma la palla finisce alta sopra la traversa. Nella ripresa, in vantaggio di un gol, la Juve continua il forcing, ed al 4′ st Cristiano stacca ancora di testa, girando in rete un ottimo traversone di Cancelo: 2-0, parità raggiunta. Ora lo Stadium ci crede davvero, s’alza forte nella notte – che non sembra più così buia – la voce del popolo bianconero, i cuori battono all’unisono e spingono i ragazzi verso la remuntada. Allegri sente che può, che è ora di agguantare la qualificazione, e indovina tutto: al 22′ st toglie Spinazzola per Dybala, sposta Bernardeschi a sinistra e arretra Emre Can sulla linea di difesa: poi, quando al 32′ st Simeone inserisce un attaccante (Vitolo), il tecnico toscano sostituisce Mandzukic con il giovanissimo Kean, che si rende subito pericoloso con un tiro da sinistra, ma troppo angolato. La ciliegina sulla torta arriva da Bernardeschi, che con una splendida azione mette in subbuglio la retroguardia dell’Atletico e viene spinto in area: il VAR conferma il rigore, CR7 va sicuro sul dischetto ed infila il 3-0 che vale i quarti di finale: missione compiuta, lo Stadium è in delirio. Questa è la Juventus che volevamo (ri)vedere; a questa Juventus nessun traguardo è precluso. #finoallafine

Rugiada Gambaudo

 
(Foto archivio –  il Torinese: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Fasti sabaudi

In queste belle immagini scattate da Claudio Ciardi ammiriamo Palazzo Reale, la cupola della Chiesa di San Lorenzo e l’Armeria reale.

I grandi terroir del Barolo

Un evento ideato da Go Wine

“I grandi terroir del Barolo”, evento ideato da Go Wine, sabato 23 e domenica 24 marzo a Monforte d’Alba, presso le eleganti sale del Moda Venue (Via Cavour, 10), nel centro storico del paese. Il programma prevede banchi d’assaggio alla presenza delle aziende, esclusive degustazioni guidate e un master dedicato al Barolo : una formula che consentirà in un week-end di approfondire “sul campo” la conoscenza della nuova annata di uno  dei più grandi vini del mondo. Ma non finisce qui…: in degustazione una selezione di grandi vini italiani legati a cru o terroir particolari affiancherà i dialoghi con il Barolo.

LE DEGUSTAZIONI GUIDATE 
Il programma prevede oltre alle degustazioni al banco d’assaggio tre appuntamenti di approfondimento condotti dal giornalistaGianni Fabrizio (curatore della guida ai vini del Gambero Rosso).

Sabato 23 marzo
– ore 15.30: “I percorsi nei terroir del Barolo: da Verduno a Barolo”. 
Domenica 24 marzo
– ore 11:00: “I percorsi nei terroir del Barolo: da Barolo a Serralunga”.
– ore 15.30: “Barolo e Brunello di Montalcino” vini e terroir a confronto. 

E’ obbligatoria la prenotazione


IL MASTER SUL BAROLO
Una giornata di approfondimento sul campo in cui si potrà approfondire la conoscenza di questo vino fra lezioni, percorsi nel territorio di produzione e degustazioni. 

Il master si svolgerà nella sola giornata di sabato 23 marzo, con il seguente programma: 
Ore 9,30 Ristorante Moda: ritrovo dei partecipanti e accredito
Ore 9,45 sala degustazioni: lezione introduttiva:
a)il disciplinare
b)il territorio e i suoli
c)il vitigno nebbiolo
d)le menzioni geografiche aggiuntive
Ore 10,45 inizio del Barolo Tour in bus
Ore 11,00 Enoteca Regionale del Barolo:
Conoscere l’istituzione, la sua storia, le attività, il castello di Barolo. Un calice di Barolo di benvenuto.
Ore 12,00 trasferimento a La Morra 
La vigna di Brunate, il paesaggio del Barolo da La Morra
Ore 12,45 Brunch in cantina 
Ore 14,00 trasferimento verso un altro sito storico del Barolo: la collina di Cannubi
Breve comunicazione con dialoghi in vigna: le vigne storiche del Barolo.
Ore 15,00 trasferimento verso il sito di Serralunga e percorso guidato osservando i vari terroir
Ore 15,30 Un calice in vigna: cammineremo uno dei grandi terroir del Barolo di Serralunga e assaggeremo un Barolo che proviene da quella vigna.
Ore 16,30 ritorno al Ristorante Moda e assaggi finali al banco d’assaggio con le cantine presenti all’evento.
Ore 19,00 fine della giornata e consegna degli attestati.
Costo della giornata euro 50,00 per i soci Go Wine e euro 60 per i non soci.

I posti sono limitati. Per esigenze di organizzazione è obbligatoria la prenotazione entro il 14 marzo.  Per info e prenotazioni: tel. 0173 364631 oppureufficio.soci@gowinet.it