Le trame dei film nelle sale di Torino
A cura di Elio Rabbione
10 giorni senza mamma – Commedia. Regia di Alessandro Genovesi, con Fabio De Luigi e Valentina Ludovini. Papà Carlo, mamma Giulia e tre figli, due dieci e tredici anni, una famiglia normale, felicità ed esasperazioni quotidiane, piccole ribellioni, un lavoro. E la vita continua: fino a quando mamma, che finora ha svolto il proprio lavoro di far quadrare ogni cosa, non decide di prendersi una vacanza, dieci giorni a Cuba con la sorella. Toccherà a “lui”, a Carlo, prima padre assente e sempre indaffarato, un po’ troppo perso nella professione, assaggiare il piacere di trasformarsi in “mammo”. Durata 112 minuti. (The Space, Uci)
Asterix e il segreto della pozione magica – Animazione. Regia di Louis Clichy e Alexandre Astier. Asterix e Obelix corrono in aiuto del vecchio Panoramix per trovare la persona cui tramandare il segreto della pozione magica. Sarà Pectin, una giovane ragazza. Ma nel frattempo il rude romano Tomcrus attacca con le sue truppe il villaggio mentre il perfido Sulfurix tenta di impadronirsi della ricetta segreta. Durata 105 minuti. (Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci)
Boy erased – Drammatico. Regia di Joel Edgerton, con Nicole Kidman, Russell Crowe, Lucas Edges, Xavier Dolan e Joel Edgerton. Tratto dal libro autobiografico del giornalista Garrard Conley. Jared ha diciannove anni, è il figlio di un pastore battista in un piccola città dell’Arkansas e un giorno svela agli increduli e imbarazzati genitori la propria omosessualità. Il giovane dovrà scegliere, se abbandonare per far prevalere le proprie scelte di vita la famiglia e il rispetto e la fede in Dio o se affidarsi al programma “di cura” portato avanti in un centro chiamato “Love in Action”, un programma di rieducazione eterosessuale. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 1, Cinema Massimo – Museo del Cinema sala Rondolino V.O., Uci)
Captain Marvel – Fantasy. Regia di Anna Boden e Ryan Fleck, con Brie Larson, Jude Law, Samuel L. Jackson e Annette Bening. Carole Denvers, nell’America di metà anni Novanta, è una giovane ragazza con un passato confuso, arruolata nell’esercito dei Kree, ricca di emozioni e di un’aggressività che a stento riesce a tenere a freno. In una Terra su cui è stata catapultata, incontrerà l’agente Fury, che le starà al fianco nella lotta e nella comprensione del proprio passato, dove tra l’altro spicca un periodo di esercitazione in un campo militare agli ordini di una misteriosa donna. Successo certo per gli appassionati, in previsione del prossimo “Avengers: Endgame”, in arrivo a primavera. Durata 126 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)
La casa di Jack – Thriller. Regia di Lars von Trier, con Matt Dillon, Uma Thurman e Bruno Ganz. America, gli anni Settanta. Seguiamo l’astuto Jack – ingegnere con velleità di architetto – attraverso cinque “incidenti”, e cioè gli omicidi (del primo è vittima la Thurman) che definiscono il suo sviluppo come serial killer. Viviamo la storia dal punto di vista di Jack che vede ogni omicidio come un’opera d’arte in sé, anche se la disfunzione gli dà problemi nel mondo esterno. Nonostante l’inevitabile intervento della polizia (cosa che provoca pressioni su Jack) si stia avvicinando, contrariamente a ogni logica, questo lo spinge a rischiare sempre di più. Lungo il cammino scopriamo le sue condizioni personali, i suoi problemi e i suoi pensieri attraverso conversazioni ricorrenti con lo sconosciuto Virgilio (l’ultima prova di Bruno Ganz), una miscela grottesca di sofismi mescolata con un’auto-pietà quasi infantile e con spiegazioni approfondite di azioni difficili e pericolose. Per il mensile “Ciak” un’occasione per affidare a due voci critiche il giudizio del film, la prima lo ha definito “capolavoro”, l’altra una “boiata pazzesca”, confermando appeno l’iniziativa che von Trier è uno di quei registi che da sempre o si ama o si butta alle ortiche, in maniera definitiva. Il film è vietato ai minori di 18 anni. Durata 155 minuti. (Nazionale sala 2)
C’è tempo – Commedia. Regia di Walter Veltroni, con Stefano Fresi, Giovanni Fuoco e Simona Molinari. Il tredicenne Giovanni conosce per caso il fratellastro Stefano, alla morte del padre comune, cui è stata affidata la sua tutela. Un viaggio in comune attraverso le bellezze e i panorami italiani, lungo il quale e due impareranno a conoscersi, l’incontro con una cantante e sua figlia, la passione del regista che sperimenta la sua opera prima per il cinema, attraverso citazioni, ricordi, sensazioni. Durata 107 minuti. (Reposi)
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick – Drammatico. Regia di Yann Demange, con Matthew McConaughey, Richie Merritt e Jennifer Jason Leigh. Nella Detroit degli anni Ottanta, il giovane Rick vive con il padre, un trafficante di armi, che sogna di poter aprire una videoteca. Presto il ragazzo entra in contatto con la vita violenta della città e quando viene ricattato dall’FBI, che afferma di avere delle prove concrete contro il padre, accetta di divenire un informatore sotto copertura, per smascherare delinquenti, spacciatori e poliziotti corrotti. Ma un giorno il ragazzo inizia a spacciare droga per conto proprio. Durata 111 minuti. (Uci)
Copia originale – Drammatico. Regia di Marielle Heller, con Melissa McCarthy e Richard E. Grant. Nella New York di inizio anni Novanta, Lee Israel, vittima dell’alcolismo e di un’eccessiva misantropia, scrittrice di un certo talento, vittima dell’insuccesso del suo libro su Estée Lauder, viene licenziata e dove trovare al più presto una nuova occupazione per pagare l’affitto, le bollette e accudire soprattutto al suo adorato gatto. Frequenta le biblioteche ed in un libro preso a caso ritrova due lettere di Fanny Brice (ricordate la Streisand e “Funny Girl”?): venderle a 75 dollari e immaginare un nuovo lavoro è tutt’uno. Perché allora non “inventare” altre lettere, prendere di mira autori famosi, Noel Coward ad esempio, e “rifarsi” ad essi? La aiuterà con amicizia e dedizione un alcolizzato al pari suo. Tre statuette Oscar forse in arrivo, ai due attori e agli sceneggiatori. Vedremo. Durata 106 minuti. (Greenwich Village sala 3, Nazionale sala 2)
Il colpevole – The Guilty – Thriller. Regia di Gustav Möller, con Jakob Cedergren. Asger Holm è un agente di polizia che si è messo nei guai e per questo è stato confinato a rispondere ad un numero di emergenza insieme a più anziani colleghi. Vive questo lavoro con insofferenza e agitazione, anche perché l’indomani lo aspetta il processo che deciderà della sua carriera. Quando riceve la telefonata disperata di una donna che dice di essere stata rapita, Asger decide di mettersi in gioco e fare il possibile, fino a scavalcare le regole, per non tralasciare alcuna possibilità. Il suo desiderio di redenzione si incaglia però in un caso che è molto più complesso di quello che sembra e le sue buone intenzioni rischiano di avere effetti controproducenti per sé e per gli altri. Un film perfetto, teso, con una sceneggiatura e una regia senza una sbavatura, ottimamente interpretato: assolutamente da vedere. Grande successo all’ultimo TFF. Durata 85 minuti. (Greenwich Village sala 1)
Il coraggio della verità – Drammatico. Regia di George Tillman jr, con Amandla Stenberg, Anthony Mackie e Regina Hall. Starr è una giovanissima afroamericana, abita in un quartiere abitato da neri e governato da pericolose gang: ma frequenta per volere della madre, che per lei sogna un avvenire diverso, una scuola di bianchi in un prestigioso quartiere di bianchi. Un giorno Starr vede ucciso dalla polizia il suo migliore amico Khalil, i giornali tutti riportano la notizia ma nessuno ha voglia di indagare per comprendere che cosa sia esattamente successo. La protesta dei giovani di colore riempie il quartiere e la guerriglia invade le strade. Soltanto la ragazza conosce la verità ma questo vorrà dire per lei uscire allo scoperto, anche con il pericolo della propria vita. Durata 132 minuti. (Uci)
Il corriere – The mule – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Bradley Cooper, Diane Wiest e Clint Eastwood. La storia vera, apparsa su “New York Times Magazine” nel giugno del 2014, di Leo Sharp, veterano della guerra di Corea, un matrimonio alle spalle, che superati gli ottanta (Eastwood con grande immedesimazione ha girato il film a 88 anni), non supportandolo più la sua passione per l’orticoltura, si era messo in tutta tranquillità a trasportare droga con il suo bianco pick-up attraverso l’Illinois per il Cartello di Sinaloa. Incensurato, uomo tranquillo, lontanissimo dal destare sospetti, vede allungarsi le occasioni di trasporto: ma gli agenti del Drug Enforcement Administration (DEA) gli stanno alle costole e la notizia che la moglie è malata terminale lo costringerà a prendere una decisione immediata sul suo futuro. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico, Greenwich Village sala 3)
Croce e delizia – Commedia. Regia di Simone Godano, con Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Jasmine Trinca e Filippo Scicchitano. Il regista di “Moglie e marito” (lui nel corpo di lei, lei in quello di lui) confonde anche questa volta i generi, prende due uomini, lontanissimi tra loro, un pescivendolo rimasto vedovo e padre legatissimo al figlio e un gallerista, anche lui padre, fa nascere una grande confusione nel momento in cui i due annunciano alle rispettive famiglie la decisione del loro matrimonio. In uno scontro di idee e di comportamenti, in un forzato avvicinamento di radical chic e di rappresentanti di estrazione sociale assai più umile, i figli cercano in tutti i modi di ostacolare il progetto. Durata 100 minuti. (Lux sala 1, Reposi, Uci)
Domani è un altro giorno – Commedia. Regia di Simone Spada, con Marco Giallini e Valerio Mastandrea. Giuliano e Tommaso sono amici da trent’anni, il primo vive da tempo in Canada e insegna robotica, l’altro è rimasto a Roma e fa l’attore. Entrambi sono romani “dentro”, seppur con caratteri molto diversi: Giuliano estremamente estroverso, seduttore e innamorato della vita: tuttavia, condannato da una diagnosi terminale e ormai deciso, dopo un anno di lotta, ad abbandonare le cure. Tommaso, riservato e taciturno, lo raggiunge a Roma, soltanto quattro giorni per tirare le somme di una vita intera. L’incontro fa ritrovare di nuova quella complicità che li ha sempre uniti, quella capacità di scherzare su tutto che è fondamentare per esorcizzare l’inevitabile. C’è qualche conto da chiudere, soprattutto un luogo antico e ricco da ritrovare, da ripercorrere, da riconoscere come qualcosa per cui ne è valsa la pena: lo spazio intatto e inattaccabile della loro amicizia. Con loro un terzo incomodo, Pato, un bovaro bearnese che per Giuliano è praticamente un figlio. Remake di quel piccolo capolavoro che è stato lo spagnolo “Truman – un vero amico è per sempre” di Cesc Gay, cinque premi Goya all’attivo. Durata 98 minuti. (Eliseo Blu, Reposi)
Escape Room – Thriller. Regia di Adam Robitel, con Taylor Russell, Tyler Labine e Deborah Ann Woll. Un gioco, pare un gioco con il suo bel milione di dollari come premio in palio. Una sequenza di stanze, la ricerca di una compatta unione da parte dei contendenti, le difficolta, il tempo a disposizione per risolvere gli enigmi (o i tranelli), la paura somministrata a piccole o grandi dosi e da trasmettere allo spettatore. Durata 98 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci anche V.O.)
La favorita – Drammatico. Regia di Yorgos Lanthimos, con Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz. Primi anni del secolo XVIII: una fragile regina Anna siede sul trono mentre l’amica intima Lady Sarah Churchill governa il paese in sua vece e al tempo stesso si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana. Quando l’affascinante Abigail Masham arriva a corte, viene accolta con benevolenza da Sarah (appartiene al ramo povero della sua famiglia), che la prende sotto la sua protezione. Per Abigail è l’occasione di tornare alle radici aristocratiche da cui discende. Mentre gli impegni politici legati alla guerra con la Francia richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail ne approfitta per diventare la confidente della regina. Grazie all’amicizia sempre più stretta con Anna, Abigail ha la possibilità di realizzare tutte le sue ambizioni e non permetterà a niente e a nessuno di intralciarle la strada. Dal contrastato regista di “The lobster” e del “Sacrificio del cervo”, il film ha ricevuto dieci nomination agli Oscar 2019, conquistando soltanto la statuetta per la miglior attrice protagonista. Durata 120 minuti. (Greenwich Village sala 3)
Gloria Bell – Drammatico. Regia di Sebastiàn Lelio, con Julianne Moore e John Turturro. Il regista cileno, premio Oscar per il migliore film straniero con “Una donna fantastica”, trasporta a Los Angeles il suo “Gloria” ambientato a Santiago sei anni fa. Nel riproporre la vicenda che lo aveva già fatto apprezzare, ci racconta ancora di Gloria che ama i suoi figli ormai adulti ma che si sente ancora una donna desiderabile, che ama ballare nei club per single e, tra un’avventura e l’altra, non smette di credere all’amore. Proprio in una di quelle serata, sulla pista da ballo, incontra Arnold, fresco di divorzio, e tra i due nasce una passione travolgente che farà riscoprire a entrambi una felicità quasi dimenticata. Tuttavia la ex moglie e le figlie di Arnold sono ancora presenti, il suo cellulare squilla incessantemente e lui non sembra sapersi staccare dal passato. Durata 102 minuti. (Centrale V.O., Eliseo Rosso, Romano sala 1)
Green Book – Drammatico. Regia di Peter Farrelly, con Viggo Mortersen e Mahershala Ali. All’inizio degli anni Sessanta, dopo la chiusura del locale di New York in cui lavora come buttafuori, l’italoamericano Tony Vallelonga detto Lip dovrà cercarsi un nuovo lavoro. Lo assolda come chauffeur un pianista raffinato, tranquillo e omosessuale, Don Shirley, dal momento che lo vede menar le mani in maniera rassicurativa e nonostante i pregiudizi razziali che riempiono i discorsi dell’uomo: Don deve andarsene nel Sud per lavoro e in quegli anni nessun uomo di colore osava avventurarsi là senza l’aiuto del “Greenbook”, vademecum necessario a conoscere gli hotel, i ristoranti, i luoghi pubblici in cui i neri erano ammessi. Tuttavia nel lungo viaggio qualcosa cambia, i due uomini imparano a conoscersi. Tratto da una storia vera, il film poggia sull’enorme bravura di Mortensen, tralasciando lo spettatore tutta la prevedibilità della storia (vera) e certi momenti (la cena di Natale nel finale) troppo zuccherosi; ha tra gli sceneggiatori Nick Vallelonga, il figlio di Tony: all’attivo cinque Golden Globe, tre Oscar conquistati, tra cui quello inatteso e certo azzardato per il miglior film. Durata 130 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Greenwich Village sala 2, Romano sala 3, The Space, Uci)
Momenti di trascurabile felicità – Commedia. Regia di Daniele Luchetti, con Pif, Thony e Renato Carpentieri. Alla base del film del regista del “Portaborse” sono i due libri di Francesco Piccoli (qui anche cosceneggiatore) pubblicati da Einaudi, “Momenti di trascurabile felicità” e “Momenti di trascurabile infelicità”. Momenti che coinvolgono la vita di ognuno: questa volta potrà approfittarne Paolo che, passato a miglior vita per un incidente in motorino – un furgone l’ha messo sotto mentre lui passava con il rosso -, riuscendo a convincere Qualcuno che quella non era assolutamente ancora la sua ora – una sorta di “Il paradiso può attendere” in chiave nostrana -, avrà a disposizione un surplus di 92 minuti (che è poi la durata del film) per intavolare un bilancio della propria esistenza. Durata 92 minuti. (Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 2, The Space, Uci)
Non sposate le mie figlie 2 – Commedia. Regia di Philippe de Chauveron, con Christian Clavier e Chantal Lauby. Necessario seguito alle “tragicomiche” peripezie della prima puntata: ora i coniugi Verneuil debbono affrontare quattro nuovi casi, dal momento che gli altrettanti mariti delle loro figlie hanno deciso di lasciare la Francia per vari motivi. Che succederà questa volta? Durata 90 minuti. (Centrale V.O., Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)
La promessa dell’alba – Drammatico. Regia di Eric Barbier, con Charlotte Gainsbourg e Pierre Niney. Già circa quarant’anni fa Jules Dassin aveva affrontato il romanzo di Romain Gary avendo come interpreti Melina Mercouri e Assaf Dayan, aveva portato sullo schermo quello che è stato definito “uno dei più straordinari tributi mai scritti da un uomo alla propria madre”. La storia avventurosa dello scrittore, l’infanzia in Polonia e l’adolescenza e la successiva vita di studente tra la Costa Azzurra e Parigi, la sua partecipazione al secondo conflitto mondiale come intrepido pilota, le sue tante avventure femminili, il proprio rapporto con la madre Nina, che lo ha allevato da sola, il folle amore di una madre possessiva ed eccentrica, indomabile negli sforzi di vedere il figlio affermarsi come scrittore, un rapporto che ha sempre unito due forti personalità ma che è stato altresì un faticoso peso per tutta la vita. Romain Gary morì suicida a Parigi nel 1980. Durata 131 minuti. (Nazionale sala 1)
I villeggianti – Commedia. Regia di Valeria Bruni Tedeschi, con Riccardo Scamarcio, Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi. Anna alla fine di un amore (è lui a lasciarla), Anna sollecitata da un produttore a presentarsi al Centro di cinematografia per convincere la commissione a finanziare il suo prossimo film, Anna che vive con la sua “corte”, con le debolezze e gli slanci che le conoscono e che lei stessa si riconosce, Anna con sua figlia tra familiari e amici durante le vacanze estive nella villa in Costa Azzurra. La vita della regista/interprete che si mescola tra realtà e finzione cinematografica, Valeria in perfetta sovrapposizione personaggio/interprete che mette ancora una volta il suo presente e il suo passato dentro un suo film, i volti della madre e della figlia adottata con Louis Garrel, la sceneggiatrice del film da fare che è l’autentica sceneggiatrice del film che vediamo oggi sullo schermo. Durata 128 minuti. (Classico, Museo del Cinema – Massimo Sala Cabiria V.O., Reposi)
La polizia locale di Novara si allea con Trecate
“La formalizzazione di questo accordo consentirà la futura gestione di costanti azioni congiunte finalizzate alla sicurezza della città e del territorio, con un riguardo particolare alla lotta contro lo spaccio di sostanze stupefacenti grazie all’utilizzo dell’unità cinofila”.
L’assessore alla Sicurezza e Polizia locale Mario Paganini, il sindaco di Trecate Federico Binatti e l’assessore alla Polizia locale di Trecate Alessandro Pasca hanno introdotto con queste parole il senso dell’accordo tra i due Enti siglato nella mattinata di mercoledì 13 marzo, dai due comandanti delle Polizie locali Pietro Di Troia e Pier Zanatto. “L’atto – ricordano l’assessore Paganini, il sindaco Binatti e l’assessore Pasca – segue un primo esperimento di controllo coordinato organizzato dai due Comandi che ha avuto luogo a fine gennaio e che ha riguardato il quartiere di Sant’Agabio. Si era trattato di un’iniziativa che era arrivata in risposta ai solleciti dei cittadini e che aveva avuto un positivo riscontro nel suo svolgimento. Questa operazione aveva confermato l’importanza del lavoro in rete nelle azioni di presidio del territorio. Proprio alla luce di ciò abbiamo concordato sulla possibilità di rendere più stretta la collaborazione con una vera e propria formalizzazione, fatto che ci consentirà di programmare gli interventi congiunti da parte del personale dei due Comandi, che renderanno reciprocamente disponibili le proprie competenze, professionalità e risorse, tra le quali, ad esempio, l’utilizzo delle pattuglie motociclistiche”. Il tutto a dimostrazione che la lotta agli atti criminosi non ha confini.
M.Iar.
Non riesce a nascondere arnese da scasso: arrestato
Personale della Squadra Volante di Torino ha sorpreso durante la notte un cittadino nigeriano di 29 anni intento a trascinare uno scooter a motore spento lungo via Pasquale Paoli. All’atto del controllo, il ventinovenne, regolarmente residente in Italia, tentava maldestramente di disfarsi di un arnese che aveva utilizzato per forzare il nottolino dello stesso, ma non vi riusciva. L’uomo, allora, si giustificava dicendo che lo scooter apparteneva ad un suo caro amico che glielo aveva prestato, ma quando capiva che i poliziotti avrebbero proceduto ad arrestarlo per tentato furto tentava in ogni modo di dissuaderli, asserendo anche di lavorare presso una carrozzeria che provvede alla manutenzione delle autovetture della Polizia di Stato. L’uomo è stato arrestato.
M.Iar.
Pusher finisce in cella per cinque euro
Aveva ceduto ad un ragazzo di 16 anni, per la somma di 5 euro, una dose di hashish, che aveva nascosto nei cassonetti della nettezza urbana in via Berthollet a Torino; gli agenti della Squadra Volante assistevano alla scena e immediatamente dopo fermavano sia l’acquirente che il pusher. Questi, un cittadino tunisino di 48 anni qui irregolarmente residente, con numerosi precedenti specifici ed in atto la misura di sicurezza della libertà vigilata fino al 14 Giugno 2019, era già stato condannato fra il 1997 ed i 2017 per ben 8 volte per reati inerenti alla detenzione e allo spaccio di sostanza stupefacente; l’uomo aveva, inoltre, con sé un telefonino di provenienza furtiva oltre a denaro contante frutto dell’illecita attività. I poliziotti lo hanno arrestato per spaccio di sostanza stupefacenti aggravata.
Alcuni incendi sono divampati ieri nella valle di Lanzo e diverse abitazioni sono state quasi raggiunte dalle fiamme e sono state evacuate a Givoletto. Il forte vento e la siccità di queste settimane stanno creando condizioni favorevoli ai roghi. Ma i carabinieri sarebbero sulle tracce di possibili piromani che avrebbero innescato alcuni focolai. La Regione ha diramato ieri il livello massimo di allerta. Numerose già dai giorni scorsi le squadre dei vigili del fuoco e dei volontari antincendio boschivi operative sulle alture sopra Val della Torre e Givoletto. La nuvola di fumo era visibile anche da Torino.
(Foto dr – il Torinese)
Al via la "San Giuseppe", la fiera di Casale
PRONTA A PARTIRE L’EDIZIONE NUMERO 73 ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE NELLA TRADIZIONE
Alle ore 18 di venerdì 15 marzo, al Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato, verrà tagliato il nastro per l’inaugurazione della settantatreesima edizione della Mostra Regionale di San Giuseppe che sarà all’insegna della ‘Innovazione nella Tradizione’ per evidenziare le tipicità ed i valori di Casale Monferrato, del Casalese e dell’intero territorio piemontese. Ad organizzarla, all’insegna della continuità con la tradizione, è la D&N Eventi di Casale Monferrato, società composta da tre imprenditrici monferrine. “Anche quest’anno apre i battenti la San Giuseppe, da 73 anni l’appuntamento più popolare nel del nostro territorio – dice il sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti – il Polo Fieristico Riccardo Coppo si rivela ancora una volta l’ambiente ideale per ospitare una manifestazione di questo genere. Il tema “Innovazione nella tradizione” esprime bene lo spirito della nostra città, continuità nel conservare la propria identità culturale e capacità innovativa per restare al passo con i tempi muovendo dalle proprie radici, da un patrimonio di laboriosità e di cooperazione che costituiscono il dna del nostro tessuto produttivo”. Il vice sindaco ed assessore alle attività Angelo Di Cosmo evidenzia che; “Da oltre settant’anni la fiera è un momento di riferimento, e di misura, per l’imprenditoria locale eper le nostre comunità, soprattutto per le piccole imprese che cercano di presentarsi ogni anno in veste rinnovata per sollecitare un continuo interesse, offrendo un’importante dose di vitalità all’economia locale”. A sua volta l’assessore alla cultura, turismo e manifestazioni Daria Carmi, sottolinea che: “Con l’occasione della Mostra, la città e l’intero territorio, quello casalese e monferrino, si mettono in vetrina con numerosi stand di promozione delle nostre eccellenze economico-produttive, al paesaggio, alle eccellenze gastronomiche, socio-culturali, storico-artistiche, senza contare le associazioni di volontariato”. Interviene il Presidente della Provincia di Alessandria, Gianfranco Baldi: “Si tratta della seconda edizione da quando sono diventato Presidente della Provincia di Alessandria e non nascondo che l’anno scorso sono rimasto colpito nel vedere quanto l’Ente che presiedo sia rappresentato da decine di espositori privati ed istituzionali. Sono fermamente convinto che soltanto un territorio unito, che sappia fare sistema possa avere l’ambizione di essere attrattivo turisticamente e diventare un volano per lo sviluppo economico. Un affettuoso saluto all’Amministrazione Comunale, agli organizzatori, a tutti i visitatori”. Federico Riboldi, Vice Presidente della Provincia ricorda che “Per oltre sette decenni la San Giuseppe è stato l’evento clou della Città , la fiera dove tutte le aziende e gli operatori partecipavano non solo per approfittare dell’importante evento promozionale ma anche in una sorta di sfida a chi allestiva lo stand più grande o più bello. Oggi, è un evento diverso, generalista, dove si possono trovare molteplici prodotti, diventando così un polo attrattivo per visitatori da tutto il territorio. Per il futuro la speranza è che la Fiera sia sempre più una vetrina internazionale del prodotto tipico monferrino che, impreziosito dal riconoscimento di Patrimonio Unesco, esplode in questi anni in tutta la sua unicità e qualità”. Per la D&N Eventi, Nicoletta Cardillo, Daniela Cattaneo e Rossella
Frenna, le tre socie tutte impegnate in prima persona nell’organizzazione sottolineano che: “Questa edizione è all’insegna della ‘Innovazione nella Tradizione’. Tradizione che come società organizzatrice di Casale Monferrato abbiamo voluto preservare, evidenziando le tipicità ed i valori di Casale Monferrato, del Casalese, del Piemonte e confermando gli ingredienti che hanno portato la nostra Mostra Regionale ad essere un punto di attrazione non solo per gli imprenditori locali ma che giungono – possiamo dirlo con una punta di orgoglio – da diverse regioni italiane. Per questo abbiamo confermato l’ingresso gratuito ed il percorso obbligato a giorni alterni, non modificando la grafica, che è quella degli ultimi anni, se non degli ultimi decenni, e confermando anche eventi che accompagnano la Fiera da anni, come Arteinfiera, unicum nel mondo fieristico che compie 25 anni, la presenza dei Comuni Fioriti e di Coniolo Fiori, il Festival Canoro all’ottava edizione e tanto altro. Ma ci sono anche delle novità tra le quali, uno degli assi portanti sarà l’enogastronomia con la creazione dell’Eno-area o ‘Piazza del Vino’ dove, grazie alla presenza del Consorzio Barbesino e di altri produttori enologici, avverranno momenti di degustazione di Vini locali. Cambia anche il ristorante: avremo una ‘Polentoteca’ che servirà, oltre a tante varietà di polenta, piatti tipici della tradizione piemontese accompagnati dai vini del Piemonte presenti in Fiera, frutto di una collaborazione e sinergia che vogliono promuovere il territorio ed i suoi meravigliosi prodotti. Accanto a questi ci saranno sapori e gusti, come sempre da tutta Italia, nell’ormai famosa ‘Piazzetta del Gusto’. Altra importante novità di questa 73° Edizione è la creazione dell’Area Green Farm, dove accanto alla splendida ambientazione floreale creata da Vivai Varallo, ci saranno gli appena citati Coniolo Fiori, Comuni Fioriti, l’Istituto Luparia di San Martino di Rosignano, partner ufficiali di questa importante Fiera settoriale dedicata al Verde e all’Agricoltura, insieme alla Camera di Commercio di Alessandria, Confagricoltura Alessandria, Coldiretti Alessandria e Confartigianato Imprese Alessandria. All’interno dell’area open space di 180 metri quadrati denominata appunto ‘Monferrato Green Farm’ che si svolgerà sempre all’interno del Polo Fieristico Riccardo Coppo ad aprile 2020, verranno illustrati alcuni ingredienti che la caratterizzeranno, come i corsi Workshop sulla potatura di varie tipologie di piante. Possiamo senza dubbio affermare che la presentazione ufficiale di questo prossimo importante evento, all’interno della San Giuseppe 2019, rappresenti un ottimo connubio tra passato e futuro ricordando che la stessa San Giuseppe nacque molti anni orsono come Fiera Agricola. Infine, augurando a tutti buon divertimento e buona visita vogliamo rivolgere un particolare ringraziamento a tutti coloro che hanno creduto in noi a partire dal sindaco Titti Palazzetti, al vice sindaco Angelo Di Cosmo, all’assessore Daria Carmi”.
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LA MOSTRA DI SAN GIUSEPPE OSSERVERA’ I SEGUENTI ORARI:
Feriali: dalle 18 alle 23
Sabato: dalle 15 alle 23
Domenica 17: dalle 11 alle 23
Domenica 24: dalle 11 alle 22
Torino-Bologna, i precedenti
L’incontro di sabato (ore 20:30) sarà il sessantunesimo, in casa del Toro nella Serie A strutturata a girone unico, tra i granata ed il Bologna: nei precedenti 60 confronti si registrano 31 affermazioni toriniste a fronte delle sole 9 degli emiliani (20, invece, i pareggi)
Torino avanti anche nel computo delle reti realizzate: 99-51. Il primo confronto, in terra piemontese, tra i due sodalizi ha luogo nella stagione 1929-’30 (cioè la prima della massima divisione così com’è attualmente strutturata), terminando sullo 0-0 alla sesta giornata (10 novembre 1929). Dopo altri due pareggi, entrambi per 1-1, nelle successive due annate (1930-’31 e 1931-’32), il Toro centra il successo nel 1932-’33 (cioè al quarto tentativo): 3-2 alla ventunesima giornata (12 marzo 1933), con mattatore Gino Rossetti (alias Rossetti II), autore di una tripletta (18′, 40′ su rigore e 46′). La prima affermazione felsinea giunge nell’annata immediatamente successiva, con un 1-0 datato 12 novembre 1933 (decima giornata della stagione 1933-’34) e firmato da Angelo Schiavio (a segno al 4′). Il più largo successo piemontese è il 5-0 del 1964-’65 (trentaduesima giornata, 23 maggio 1965), con reti di Gerry Hitchens (11′ e 73′), Gigi Simoni (34′ e 71′) e del compianto Gigi Meroni (75′), mentre la più larga vittoria bolognese è il 4-2 della stagione seguente (tredicesima giornata, 19 dicembre 1965). L’ultimo pareggio risale al 2008-2009: 1-1 alla trentacinquesima giornata (10 maggio 2009), frutto di due calci di rigore, rispettivamente trasformati da Alessandro Rosina per il vantaggio granata (37′) e da Marco Di Vaio per il pareggio ospite (86′). Meno remoto, invece, l’ultimo “colpaccio” dei rosso-blu, consistente nel 2-1 della
ventitreesima giornata della stagione 2013-’14 (9 febbraio 2014, con rete piemontese opera di Ciro Immobile al 5′). Recentissima l’ultima affermazione del Toro, poiché risalente alla scorsa annata: perentorio 3-0 alla ventesima giornata (6 gennaio 2018, prima partita di Walter Mazzarri sulla panchina torinista), con realizzazioni di Lorenzo De Silvestri al 38′, M’Baye Niang al 53′ e Iago Falque all’85’. Oltre alla Serie A strutturata a girone unico, le due compagini si sono affrontate, in Piemonte, anche nella massima divisione “pre 1929” (sei volte), in Coppa Italia (tre), in Serie B (una) e nel campionato 1945-’46. Per quanto riguarda la Serie A ante girone unico, si registrano solo vittorie granata, per 3-0 nel 1919-’20, 4-1 nel 1923-’24, 6-2 nel 1925-’26, 2-1 nel 1926-’27 e per 1-0 sia nel 1927-’28 sia nel 1928-’29, per un totale di sei vittorie a zero, con 17 reti realizzate e solamente 4 incassate. I tre precedenti nella Coppa nazionale risalgono alle stagioni 1967-’68 (edizione vinta dal Toro), 1969-’70 e 1980-’81. I primi due confronti, entrambi relativi al girone finale per l’assegnazione del trofeo, vedono altrettante vittorie granata, rispettivamente per 4-0 il 26 giugno 1968 e per 1-0 il 20 maggio 1970. Pathos alle stelle nella gara di inizio Anni Ottanta (6 giugno 1981), valevole quale semifinale di ritorno: dopo il 2-2 dell’andata in Emilia, il Toro riesce ad aver la meglio per 3-2 dopo i
tempi supplementari, accedendo alla finale. Ricapitolando, i tre confronti vedono un altro en plein torinista, con un 8-2 nel conteggio delle reti. L’unico “incrocio” in cadetteria è riferito alla stagione 2005-2006: 0-0 alla nona giornata, il 9 ottobre 2015. Trionfo piemontese, invece, nel campionato di massima divisione 1945-’46 (denominato “Divisione Nazionale” ed ultimo, per motivi contingenti, strutturato su più gironi): netto 4-0 del “Grande Torino” alla ventitreesima giornata (24 marzo 1946) del girone eliminatorio dell’Alta Italia, con reti di capitan Valentino Mazzola (5′ e 63′), Ezio Loik (55′) e Franco Ossola (70′). In totale, tra i vari campionati e la Coppa Italia, si contano, all’ombra della Mole, 71 confronti tra il Torino ed il Bologna, con 41 successi granata, 9 rosso-blu e 21 pareggi. E col Torino avanti nel computo delle reti: 128-57.
Giuseppe Livraghi
Il sindaco di Venaria Reale Roberto Falcone nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 11 marzo, ha dato seguito alla comunicazione del settore Lavori Pubblici, ai presenti in aula, dell’aggiudicazione della gara Fase 4 con particolare riferimento ai lavori sulla “Scuola Romero”.A seguito delle verifiche del possesso dei requisiti di ordine generale, sono state infatti accertate le condizioni per poter attestare e dichiarare l’efficacia, ai sensi dell’art. 32, comma 7, del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i., dell’aggiudicazione della procedura negoziata a favore dell’impresa “Mastropasqua Costruzioni S.r.l.” per i lavori “Manutenzione straordinaria e di adeguamento prevenzione incendi di edifici scolastici e comunali (Man. Fase 4) -Bando Periferie. Sarà successivamente reso noto il cronoprogramma dei lavori.
Si ricorda, infine, che oltre alla messa in sicurezza della scuola Romero, gli altri interventi previsti da questo appalto coinvolgeranno anche il nido Banzi (rifacimento della centrale termica), la Lessona (interventi sulle coperture, pavimentazioni e palestra) e poi ancora le scuole Di Vittorio, Rodari, VIII marzo e Don Milani.
Le rotaie portano alla Gran Madre
Nel torinese “Spazio Don Chisciotte”, le astratte forme colorate di David Ruff
Forme armoniosamente informi, dal vibrante e intenso tratto coloristico. Giocate, in ampie campiture, su stupendi bagliori di luce e sull’astrazione di un segno che, all’apparenza, “fatica” a prendere corpo. Compiuto e intellegibile. Forme che generano forme, che si frappongono e sovrappongono, che s’inciampano, s’indispettiscono, si spezzano e si ricompongono. Come i sogni alle prime luci del giorno. O le immagini di una natura tanto amata (“una foglia dorata, un ciottolo, una crepa in un muro, una lumaca, la forma dei campi…”) da esaurirsi nel gioco imprevedibile e suggestivo e bastevole di poetiche intime sensazioni. Sospese fra subconscio e realtà. Senza confini di mezzo. Terra libera, dove “parte della mia anima diventa un dipinto con una propria anima, e sono io che la devo nutrire. Ogni dipinto dà vita al successivo. Nasce qualcosa di nuovo, qualcosa che è sempre esistito. Poi non resta che una finitura cosciente. E’ il mio nome, la data e forse un titolo”. Così, meglio d’ogni altro, raccontava –in una personale del ’75 alla “Bergamini” di Milano – la genesi dei suoi dipinti David Ruff (New York, 1925 – Torino, 2007), cui la Fondazione Bottari Lattes dedica oggi nelle sale torinesi del suo “Spazio Don Chisciotte” di via Della Rocca, una coinvolgente retrospettiva comprendente nove lavori su carta (inchiostri e gouache) e venti dipinti, realizzati prevalentemente negli anni Settanta, accanto a diari, appunti scritti a mano e ritratti fotografici, utili a meglio comprendere il contesto storico-culturale presente nella ricerca dell’artista. Curata da Valentina Roselli e dal “David Ruff Archive” (fondato a Torino nel 2017 dalla moglie Susan Finnel), la rassegna s’incentra con saggio acume sugli oltre trent’anni trascorsi in Europa da Ruff,
che artisticamente cresciuto fra New York e San Francisco (dove fonda e dirige, fra l’altro, un atelier grafico, producendo opere destinate a diventare testi fondativi della poesia d’avanguardia americana, sotto l’egida e l’amicizia di nomi sacri come Kenneth Patchen o Harold Chumbly o Ferlinghetti) nel ’69, con la moglie e la figlioletta Aleyda, si trasferisce prima ad Amsterdam e, nel ’71, in Piemonte, vivendo per oltre trentacinque anni fra Baldissero, Bagnolo e Torino. Pittore, grafico, poeta e intellettuale nel senso più lato del termine Ruff – che negli States fu anche attivista impegnato nelle grandi campagne politiche per i diritti civili, in Alabama, Mississipi, Upstate New York e Washington D.C. – “porta con sé una ricerca – scrive Valentina Roselli – alimentata dal grande fermento artistico degli Stati Uniti a partire dagli anni Quaranta, studiando dal vivo giganti come de Kooning, Pollock, De Stael, Gorky, Baziotes e Rothko”. La lezione è quella dirompente dell’informale prima e dell’espressionismo astratto poi, cui spesso l’artista viene negli anni associato, pur se il suo percorso di ricerca naviga da sempre per mari assolutamente originali, inconfondibili nella trattazione di cifre stilistiche
particolarmente attente ai miracoli del colore e che negli anni europei lo avvicinano fortemente allo studio del Rinascimento italiano, così come alla pittura tonale veneta (dei Giorgione e dei Tiziano) e soprattutto ai modi di certo grande post-impressionismo, che riporta agli intensi gialli mediterranei e ai blu ineguagliabili di un Bonnard. Il tutto arricchito da una sensibilità pittorica e da un modo d’intendere il “mestiere” d’artista assolutamente singolare, come “viaggio dai confini non demarcati, senza l’urgenza di una definizione”. Di qui anche il titolo della mostra “Seeming Confines” (“Confini apparenti”) che coincide con il titolo di un olio su tela di Ruff del ’73, ispirato all’opera “Endymion (IV, 513)” di John Keats, poeta molto amato dall’artista. Un pittore che “ha saputo trasformare in immagini – ancora Roselli – l’avventura esistenziale, scardinando categorie e stereotipi con prontezza e raffinata ironia”. Con colta gioiosità e la pura fantasia di un curioso poeta fanciullo che all’amata natura guarda ogni volta con infinito stupore e un desiderio profondo nel cuore: “Ogni volta che guardo un ciottolo, una conchiglia o le stelle –scriveva Ruff – c’è qualcosa di nuovo da vedere… Spero che i miei quadri stiano nel cosmo come le piante, le stelle, le conchiglie, le persone”.
Gianni Milani
“Seeming Confines”
Spazio Don Chisciotte – Fondazione Bottari Lattes, via Della Rocca 37B, Torino; tel. 011/1977.1755 o www.fondazionebottarilattes.it
Fino al 18 aprile
Orari: dal mart. al sab. 10,30/12,30 e 15/19
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