redazione il torinese

Torino, la città del jazz

jazz musica

Locali storici, artisti internazionali, jam session estemporanee e rassegne decennali. E tutto ciò che ha trasformato il jazz nella colonna sonora di Torino

 

Un libro, scritto da Marco Basso, che ripercorre le tappe fondamentali della storia del jazz a Torino, ricordandone i protagonisti, i luoghi e le vicende più importanti. Un excursus costellato di aneddoti irripetibili, malinconici o divertenti, dei ricordi dei testimoni, delle immagini più belle. I nomi, le voci, i brani che hanno condizionato e arricchito la città negli ultimi cento anni. «Torino negli anni si identifica nel jazz innescando un feeling e un’affezione storica. Questo legame ha permesso alla città – ospitando concerti, rassegne e festival – di produrre l’humus che genera appassionati, collezionisti, musicisti di straordinaria levatura. Sono proprio loro, i cultori del jazz, che ne diventano poi i reali attori: questi, mentre fanno i lavori più disparati, dal notaio al direttore di banca, all’operaio, nel tempo libero ascoltano e suonano jazz. Ed è proprio il loro inesauribile entusiasmo che ha contribuito e contribuisce fortunatamente tuttora a mantenere il jazz vivo, nei locali, nelle piazze, nelle cantine. Il jazz è un modo di vivere, un virus benevolo che contagia tutto ciò con cui viene a contatto: è cultura, letteratura, pittura, e Torino ne rappresenta una delle più autentiche espressioni.»  Il libro verrà presentato mercoledì 20 maggio alle ore 18 alla Piazza dei Mestieri di Via Durandi.

 

Marco Basso nasce a Torino l’8 febbrai odel 1958. È felice di essere un acquario esoprattutto di fare nella vita le cose che ama, come occuparsi di musica e di arte figurativa. Giornalista musicale, laureato in lettere, conduttore radiofonico dall’alba delle «private» ai programmi storici di Radiorai (Stereodrome, Planet Rock, Stereonotte), insegna Storia dell’Arte. Idea e coordina Le Chiavi Della Musica, progetto di divulgazione musicale per le scuole superiori, per il quale scrive Orecchie: istruzioni per l’uso. Da anni scrive di musica sulle colonne della STAMPA.

 

 

PREFAZIONE DI ENRICO RAVA

 

 

 

 

I sindacati: "Telecom smembra Olivetti"

Olivetti_Building

“Un piano inaccettabile, spegne quel po’ che rimane di Olivetti”, dice la Fiom

 

Il piano di Telecom Italia per l’Olivetti prevede l’accorpamento dell’azienda di Ivrea  a Telecom Italia Digital Solution, per creare un polo informatico, mantenendo il marchio Salvati nella nuova Olivetti circa 200 dipendenti su 538. Invece 250 saranno spostati in altre aziende del gruppo, 40 prepensionati. I sindacati sono preoccupati e hanno proclamato 8 ore di sciopero per mercoledì prossimo. “Un piano inaccettabile, spegne quel po’ che rimane di Olivetti”, dice la Fiom.

Studenti e sindacati in piazza contro la Buona Scuola: "No alla politica degli annunci"

scuola corteo

Le organizzazioni sindacali  compatte Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Cobas e Cub ieri  hanno messo in tilt il traffico dei mezzi pubblici in tutta la città. Un corteo di tremila persone ha percorso da piazza Castello via Po, fino alla sede Rai di via Verdi

 

Ancora una volta in piazza contro la “buona scuola” di Renzi. Le organizzazioni sindacali  compatte Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Cobas e Cub ieri  hanno messo in tilt il traffico dei mezzi pubblici in tutta la città. Un corteo di tremila persone ha percorso da piazza Castello via Po, fino alla sede Rai di via Verdi. Teresa Olivieri, segretario della Cisl Scuola Torino – ha spiegato alla  Stampa che il sindacato è “a fianco della categoria scuola: non è un problema che riguarda una sola categoria ma una questione sociale. Se il governo non ci ascolterà organizzeremo altre manifestazioni di protesta ed è possibile che si arrivi al blocco degli scrutini se deciso unitariamente».   I sindacati dicono “No alla politica degli annunci” e chiedono un confronto serio con il governo per parlare del merito, del contratto, delle immissioni di ruolo e del potere dei presidi. Intanto i Cobas hanno proclamato due giorni di blocco degli gli scrutini: il 12 e 13 giugno mobilitazione nelle città del Piemonte.

La Taurinense ha aperto la sfilata all'Aquila

alpini due comandanti

La storica fanfara è seguita dal comandante di reggimento Massimo Iacobucci e da due delle compagnie storiche del Battaglione Alpini L’Aquila

 

La sfilata degli alpini in congedo e in armi nella terza giornata dell’88/ma adunata nazionale all’Aquila è stata aperta dalla fanfara della Brigata Alpina Taurinense. Tra la folla festante,  sfila anche la bandiera di guerra del 9/o Battaglione. La storica fanfara è seguita dal comandante di reggimento Massimo Iacobucci e da due delle compagnie storiche del Battaglione Alpini L’Aquila, la 143 e la 108 che ebbero l’onore delle armi in Russia.

Torino Chievo 2-0 ma i Granata non avvicinano l'Europa

toro bandiera

Ancora due giornate con il Torino a S.Siro contro il Milan e la chiusura di campionato il 31 maggio all’Olimpico contro il Cesena

 

Con una doppietta  Maxi Lopez guida i granata  alla vittoria, contro il Chievo (2-0). Il match si decide nel secondo tempo, dopo 45 minuti giocati all’insegna della lentezza dai ragazzi di Ventura. Ma il Toro non si avvicina a Europa League: le distanze sono -4 dalla Fiorentina, che comunque deve ancora giocare con il Parma, nel posticipo di lunedì, e -5 dal Genoa, ora in quinta posizione. Ancora due giornate con il Torino a S.Siro contro il Milan e la chiusura di campionato il 31 maggio all’Olimpico contro il Cesena.

Morto vecchio alpino piemontese all'adunata dell'Aquila

alpino cappello

Giovanni Vignolo, classe 1935, sposato, con quattro figli, abitava a Villanova Solaro, nel Cuneese

 

L’anziano alpino stroncato da un malore a L’Aquila mentre partecipava all’adunata nazionale delle Penne Nere era Giovanni Vignolo, classe 1935, sposato, con quattro figli. Abitava a Villanova Solaro, nel Cuneese. Era giunto in Abruzzo  giovedì scorso in compagnia di altri due alpini, come capogruppo delle penne nere del suo paese, appartenenti alla sezione Monviso di Saluzzo. “E’ una grave perdita – dice all’Ansa il sindaco, Simone Alberto – era una delle anime del nostro paese”.

 

(Foto il Torinese)

Il buon senso di L. Ron Hubbard: "Torino è bellissima, ma sporca"

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Purtroppo assistiamo ad un notevole aumento degli atti vandalici. Ci sono scarabocchi e graffiti quasi dappertutto. Nelle periferie e nei parchi si trovano troppi rifiuti, cartacce, immondizia abbandonata”

 

Riceviamo e pubblichiamo

 

 “Ci sono molte cose che le persone possono fare per aiutare a prendersi cura della loro città. Si inizia con l’impegno personale. Si prosegue suggerendo agli altri di fare altrettanto.” E’ prendendo spunto da queste parole tratte dalla guida al buon senso scritta da L. Ron Hubbard che alcuni volontari cercano di dare vita ad un movimento di persone che si impegnino a proteggere e migliorare l’ambiente in cui vivono, come la bellissima Torino.  “Purtroppo assistiamo ad un notevole aumento degli atti vandalici. Ci sono scarabocchi e graffiti quasi dappertutto. Nelle periferie e nei parchi si trovano troppi rifiuti, cartacce, immondizia abbandonata – denuncia Riccardo – Ma tutti possiamo contribuire a rendere la nostra città più bella, più pulita, più sicura per i bambini, più accogliente per chi ci viene a trovare.” Domenica 10 maggio scorso presso il mercato di Santa Rita, giovedì mattina 14 maggio a Borgo Vittoria: i volontari continuano a distribuire gratuitamente il libretto e a dare il buon esempio ripulendo giardini e togliendo graffiti dove possibile. E per organizzare iniziative di cooperazione attiva con la cittadinanza è sufficiente chiamare lo 011 85 30 12.

 

Giuseppe Cicogna

Chiesa di Scientology

"The color run", in 25 mila a Torino

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color 2color 3A dipingere gli atleti, colori “eco friendly”, nel rispetto dell’ambiente

 

Terza edizione della ” The Color Run” a Torino, con circa circa 25 mila i runners  che hanno partecipato alla più colorata corsa del mondo . La  manifestazione non competitiva ha un percorso di 5 km. Partenza da Druento, poi  via Treves, corso Ferrara, corso Scirea, fino allo Juventus Stadium. A dipingere gli atleti, colori “eco friendly”, nel rispetto dell’ambiente . Ad accopagnare la manifestazione di sabato è stato il Color Festival, con  intrattenimenti vari e il lancio di polveri colorate e di glitter a tempo di musica. Dopo la città della Mole,  “The Color Run “ farà tappa a Firenze il 23 maggio, a Trento il 6 giugno, poi Trieste il 20 giugno,  Genova il 27, Bari nel mese di luglio, Rimini l’1 agosto e, infine, a Milano il 12 settembre.

Cesarina e "La casa in collina" di Pavese

pavese casa 2

pavese casa Fu a Serralunga di Crea che  Pavese trascorse due inverni ed un’estate durante la seconda guerra mondiale e concepì una delle sue opere più belle. Cesarina Sini, che insieme alla sorella Maria Luisa, nata nel 1928, conservava e perpetrava ai posteri il ricordo dello zio, era molto legata a Serralunga. Insieme alla madre Maria trascorreva ,  soprattutto d’estate, alcuni periodi di soggiorno presso “Villa Mario”

 

Se n’è andata in punta di piedI, con discrezione, come è sempre vissuta Cesarina Sini. Aveva novantadue anni – essendo nata nel 1923 – ed il suo nome è legato, in modo semplice quanto indelebile, con la storia del Comune che ospita il Santuario di Crea, ma che ospita anche quella casa, quei paesaggi, dove Cesare Pavese scrisse “La casa in collina”. Cesarina dello scrittore di Santo Stefano Belbo era nipote perché la sorella Maria Pavese, sposò Guglielmo Sini. E Guglielmo Sini era uno dei tre figli maschi di Cesare Sini (gli altri erano Mario ufficiale morto nella Grande Guerra e Luigi, poi direttore di Rumianca, cui si aggiunse anche una figlia, Federica), direttore dell’Italcementi, che nel 1920 fece costruire “Villa Mario”, casa con annesso terreno,  intitolata al figlio Mario, come si piuò vedere dalle M impresse nei pali di cemento che sostengono la recinzione. Fu a Serralunga di Crea che  Pavese trascorse due inverni ed un’estate durante la seconda guerra mondiale e concepì una delle sue opere più belle. Cesarina Sini, che insieme alla sorella Maria Luisa, nata nel 1928, conservava e perpetrava ai posteri il ricordo dello zio, era molto legata a Serralunga.

 

Insieme alla madre Maria trascorreva ,  soprattutto d’estate, alcuni periodi di soggiorno presso “Villa Mario” dove viveva invece con maggiore frequenza la zia Federica Sini, che tutti in paese conoscevano come la “Tota” Sini, maestra per lunghi anni nella zona. Poi, dopo la scomparsa della mamma prima e della zia poi, Cesarina – che in paese aveva alcune amicizie da sempre, Liliana Patrucco, che viveva a Casale ma aveva fatto le scuole dai nonni a Serralunga e Gina, moglie di Attilio Godino, mitico sindaco democristiano della Valcerrina negli anni Sessanta e Settanta (e padre di Giuseppe, poi sindaco di Serralunga, vicini di casa dei Sini che la ricorda come “una persona sempre allegra, solare, simpaticissima”) – aveva incominciato a trascorrere periodi sempre più lunghi, soprattutto in estate a Villa Mario. E durante queste permanenze erano “mitici” i suoi falò nel prato. Chi scrive l’ha conosciuta personalmente sin da quando aveva i pantaloni corti: i suoi genitori affittarono per l’estate la casa che era stata costruita nella parte superiore della proprietà dal 1967 sino al 1998 e spesso da bambino e da ragazzino andava a giocare nella “Casa di Pavese” e che in virtù della sua conoscenza con la famiglia Sini fece da tramite ad un giovanissimo Marco Giorcelli, per diciannove anni alla guida del bisettimanale “Il Monferrato” allora alle prime armi come giornalista (ma aveva portato alla maturità una bellissima tesina su Pavese) per l’intervista a Maria Pavese avventa nella cucina di Villa Mario,. Ed è anche rimasto impresso nei ricordi della sorella di Cesarina, Maria Luisa che qualche anno fa, fattosi ormai uomo, in occasione dello spettacolo di Umberto Orsini in piazza a Serralunga gli disse: “Si, Massimo, mi ricordo bene di te e di tuo fratello, eravate delle pesti da piccoli, tiravate sempre le code ai gatti”.  Anche questi sono ricordi di un passato che non c’è più e che, con la scomparsa di Cesarina Sini perde un altro importante pezzo, non solo del Monferrato ma dell’intero Piemonte e dell’Italia.

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Piemonte, terra di Santi sociali

BOETI

BOETI CURINOSpettacolo a cura della Consulta regionale dei Giovani

 

Il Piemonte dell’800 è stato la culla di un gran numero di santi che si sono occupati in modo particolare dei problemi della vita quotidiana delle persone: la povertà, la malattia, il carcere, il lavoro, l’educazione dei giovani, l’informazione.Il racconto delle loro vite – e soprattutto di ciò che hanno realizzato – è stato la base dello spettacolo “Una storia attuale. Piemonte terra di santi sociali” che la Consulta regionale dei Giovani ha presentato al Salone del Libro la sera di sabato 15 maggio. Dopo il saluto introduttivo di Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Gianluca Favetto e Fabrizio Vespa ha condotto la serata con gli interventi musicali di Jacopo Conti e Giacomo Celentano e la voce narrante di Michela Di Martino. Hanno parlato di Giuseppe Cafasso, il santo che si occupava dei carcerati, Vincenzo Di Dio di Caffè Basaglia e Mario Tagliani, il maestro dei ragazzi del carcere minorile di Torino. A don Bosco, il santo dei ragazzi degli oratori salesiani, hanno regalato pensieri e parole Laura Curino, attrice che in questi giorni presenta il suo spettacolo “Santa Impresa” e don Luca Ramello, responsabile della Pastorale giovanile della diocesi di Torino. Leonardo Murialdo era il santo del lavoro; per illustrare il senso dell’impegno oggi nel mondo del lavoro sono intervenuti Giorgio Airaudo, storico sindacalista ed oggi deputato, e Kaligola, giovanissimo cantante rap. Giuseppe Benedetto Cottolengo è il santo dei malati, della sua Piccola Casa della Divina Provvidenza così com’è oggi ha parlato don Andrea Bonsignori, rettore della scuola del Cottolengo.Silvio Magliano, responsabile del Centro Servizi Volontariato ha seguito le orme di Giulia Colbert Falletti di Barolo che si occupava delle ragazze povere e dei bisognosi delle periferie della Torino dell’800. Patrizia Saccà, campionessa paralimpica di tennis tavolo, ha messo l’accento sulla “normalità” dell’opera di Pier Giorgio Frassati. Infine il giornalista siciliano Pino Maniaci, fondatore di Telejato e da sempre impegnato contro le mafie, ha concluso l’incontro facendo riferimento alla figura di don Giacomo Alberione, fondatore delle Edizioni Paoline.

 

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