redazione il torinese

Le pene ridotte al processo Thyssen scontentano familiari delle vittime e imputati

TRIBUNALE 1

“Ci aspettavamo una riduzione della pena più consistente. Purtroppo invece è quasi impercettibile. E questo ci lascia insoddisfatti”,  spiega all’Ansa  dopo la sentenza l’avvocato difensore di Harald Espenhahn

 

I familiari delle sette vittime del rogo della Thyssen hanno protestato in aula: i sei imputati del processo Thyssekrupp si sono visti ridurre (in realtà non di molto) le pene per decisione della corte d’assile d’appello di Torino. Per l’ad  dell’azienda, Harald Espenhahn, la pena passa da dieci a nove anni e otto mesi. Il processo era stato deciso dalla Cassazione, nell’aprile 2014, per ricalcolare le condanne  agli imputati per l’incendio che nel 2007 uccise sette operai. Le pene variano fra i sette anni e sei mesi e i sei anni e otto mesi. Comprensibile la contrarietà dei parenti delle vittime,  che si sono fermati nel corridoio al piano interrato del Palagiustizia per protestare.  “Vergogna”, “E’ uno schifo”, hanno gridato alcuni dei presenti. “Ci aspettavamo una riduzione della pena più consistente. Purtroppo invece è quasi impercettibile. E questo ci lascia insoddisfatti”, spiega all’Ansa  dopo la sentenza l’avvocato Ezio Audisio, difensore di Harald Espenhahn.

 

(Foto: il Torinese)

Più sicuri col controllo di vicinato, il progetto cresce

polizia e carabinieri

carabiniericarabinieri autoiaris 22A Gabicce Mare il primo congresso nazionale dell’Associazione. Positiva esperienza a San Mauro torinese

 

Gabicce Mare ha ospitato il primo congresso nazionale dell’Associazione Controllo del Vicinato, che si ispira al sistema del “neigborhood watch”, nato nei Paesi Anglosassoni ed “importato in Italia nel 2008 da Gianfrancesco Caccia di Caronno Pertusella. Si tratta di un sistema di deterrenza e prevenzione per la microcriminalità, da attuarsi in stretto contatto e collaborazione con le forze dell’ordine e le istituzioni, basato soprattutto sulla solidarietà tra i cittadini. Negli anni scorsi si è sviluppato soprattutto il Lombardia ed in Veneto, ma in periodi più recenti anche in Toscana, Umbria, Lazio (a fine maggio una delegazione verrà ricevuta dal prefetto di Roma), Emilia Romagna. In Piemonte è approdato nel 2013, dopo un primo tentativo non sviluppato a Casale Monferrato, nel Comune di Casorzo in Provincia di Asti. Negli ultimi mesi in terra subalpina ha avuto un notevole sviluppo con l’adozione da parte delle municipalità di San Mauro Torinese (nella città metropolitana di Torino), Scurzolengo (Asti), Ponzano Monferrato ed Unione dei comuni della Valcerrina (Alessandria) e Guarene (Cuneo) ma sono attualmente in corso attestazioni di interesse, sia da parte della cittadinanza, sia da parte delle amministrazioni pubbliche in altre parti della regione. E’ intervenuto Karl Brunnbauer, austriaco, presidente di Eunwa, l’associazione europea che raggruppa coloro che si occupano di controllo del vicinato. Al congresso dell’associazione, che vede Gianfrancesco Caccia presidente e Leonardo Campanale di Rodano (Milano), vice presidente e si avvale dell’importante collaborazione del criminologo Francesco Caccetta, ha partecipato anche una delegazione piemontese composta dal referente regionale Massimo Iaretti, consigliere comunale a Villamiroglio e giornalista, da Roberto De Santis, vice sindaco di Casorzo e da Ferdinando Raffero, consigliere comunale a San Mauro Torinese.  Massimo Iaretti è stato eletto nel primo comitato esecutivo dell’associazione che, sino alla fine dell’anno, dovrà occuparsi dell’organizzazione e della strutturazione della stessa. “Ci attende molto lavoro ma dobbiamo lavorare tutti insieme per fare crescere questo realtà portatrice di un progetto dalle enormi potenzialità per il bene comune della cittadinanza, a deterrenza della microcriminalità ed a rafforzamento della coesione sociale nei tessuti sia urbani che rurali. Per questo nelle prossime settimane avremo, proprio in Piemonte una nutrita serie di incontri sul territorio, essendo sempre disponibili a spiegare il progetto, sia agli enti locali che ai cittadini, in modo che abbia la massima diffusione,  sempre a supporto dell’attività delle forze dell’ordine, che è unica ed insostituibile.

 

 (Foto: il Torinese)

 

Processo Minotauro, 45 condanne e 25 assoluzioni in appello

TRIBUNALE 1All’ex sindaco di Leinì Nevio Coral sono stati inflitti, con riduzione della pena, otto anni di carcere e dovrà risarcire 100 mila euro

 

Si è concluso a Torino con 45 condanne e 25 assoluzioni il processo d’appello dell’inchiesta Minotauro legato alla  ‘ndrangheta nel Torinese. Le condanne erano state 36 in primo grado. Anche l’ex sindaco di Leinì Nevio Coral, al quale sono stati inflitti,con riduzione della pena, otto anni di carcere, era tra gli imputati. Dovrà risarcire 100 mila euro. Il procuratore generale Antonio Malagnino, uno dei pubblici ministeri del processo d’appello ha commentato all’Ansa: “Siamo soddisfatti nella sostanza. L’impianto accusatorio ha retto”. Il pm ha poi sottolineato che i giudici hanno individuato una vicenda di voto di scambio politico-mafioso. Il comandante provinciale dei Carabinieri Arturo Guarino si è congratulato con i militari dell’Arma che avevano partecipato alle indagini.

L’Europa vista con gli occhi dei bambini

Iniziativa promossa dalla Consulta regionale europea, in collaborazione con l’Accademia dei Folli di Torino

 

europuzzle BOETISi è conclusa, con lo spettacolo “L’Europa vista con i nostri occhi”, la seconda edizione di “Europuzzle”, iniziativa promossa dalla Consulta regionale europea, in collaborazione con l’Accademia dei Folli di Torino. Il progetto didattico e culturale, dedicato alle classi quarta e quinta elementare di dieci scuole torinesi, ha raggiunto l’obiettivo di eliminare idealmente barriere e confini, coinvolgendo 250 bambini in uno spettacolo teatrale in cui è stata dipinta una galleria di ritratti dell’Europa. “È stato un buon lavoro – ha dichiarato Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale – quello svolto dagli attori e insegnanti dell’Accademia. È necessario cominciare a parlare di Europa ai nostri ragazzi fin da piccoli, per far maturare speranze e progetti condivisi di democrazia e solidarietà”. “Il sostegno della Consulta – ha sottolineato Carlo Michele Roncaglia, presidente dell’Accademia dei Folli – è stato indispensabile per la realizzazione di questo spettacolo. Mi auguro che Europuzzle, progetto gratuito per le famiglie e i ragazzi, possa continuare anche in futuro, accrescendo sempre di più la consapevolezza di un’Europa unita non solo geograficamente”. Sul palco si sono esibiti i bambini di dieci classi (IC Racconigi, IC Palmieri, IC Pacinotti, IC King, Convitto Umberto I, IC Alberti, CD Kennedy, IC Nigra) che hanno svolto laboratori teatrali su temi legati all’Europa della cultura. Uno spettacolo davvero unico, scritto dai piccoli attori al debutto e rielaborato drammaturgicamente da Emiliano Poddi, autore teatrale. Il risultato è un affresco ironico e poetico del nostro Paese in cui le lingue, la letteratura, l’arte, la cucina e la storia dell’Europa sono  filtrate dagli occhi attenti e fantasiosi di giovanissimi viaggiatori.

 

Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it

Scoprire un mito: Re Arduino

masino 2Visite animate al Castello domenica 31 maggio, dalle ore 10 alle 18

 

 

Nel millenario della morte di re Arduino, domenica 31 maggio 2015, dalle ore 10 alle 18, il Castello di Masino, bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Caravino (TO) che custodisce le spoglie del primo sovrano d’Italia, ne celebra il mito con una giornata di rievocazione storica, con speciali visite guidate e, alle ore 17.30, la proiezione in anteprima di alcune sequenze della docu-fiction Arduino Sans Despartir di Andry Verga. Saranno proprio i personaggi in costume della docu-fiction ad animare la residenza millenaria della Famiglia Valperga, discendente del re Arduino, e guideranno visitatori grandi e piccini alla scoperta delle sale, delle torri e delle segrete del maniero, fino all’incontro con il re. L’allestimento di un campo tendato e di uno stand su armature e armi medievali consentirà, inoltre, di conoscere nei minimi dettagli come si sono evolute le tecniche della guerra a cavallo dall’anno Mille.

 

Per immedesimarsi ancora di più nell’atmosfera del Medioevo e nel vissuto quotidiano dell’epoca, alle ore 17,30 nel Salone degli Stemmi gli ospiti del Castello potranno incontrare il regista Andry Verga e gli attori della docu-fiction Arduino Sans Despartir. Un film che ripercorre con rigore storico-filologico – garantito dalla collaborazione con i gruppi storici del Patto Arduinico – le orme del marchese d’Ivrea e primo re d’Italia nel territorio del Canavese. Oltre all’incontro con il regista si parlerà della figura di Arduino con Franco G. Ferrero, autore della guida illustrata I luoghi di Re Arduino tra storia e leggenda, distribuita in allegato al film in dvd. La chiacchierata sarà arricchita dalla presenza del cast in costume, che creerà un suggestivo gioco di rimandi tra passato, realtà e finzione scenica.Nel corso della giornata, come ogni weekend fino a settembre, i bambini potranno partecipare alla Caccia al Tesoro, un percorso di visita libero tra i saloni, le carrozze, le torri, il parco, il giardino dei Cipressi e delle Rose e il grande labirinto.

 

Orario: dalle ore 10 alle 18 – visite guidate animate a partire dalle ore 14.00 ogni mezz’ora

 

Ingressi: Speciale biglietto Famiglia (2 adulti + fino a 4 ragazzi dai 4 ai 14 anni): 25 €; Bambini (0-3 anni): gratuito; Soci FAI e National Trust: gratuito con contributo di 5 € per visita animata; Ridotto studenti universitari e carta musei: 7 €; Intero adulti con visita animata: 10 €; Gettone parcheggio interno 2 € intera giornata.

 

Per informazioni: Castello di Masino, Caravino (TO), tel. 0125.778100; faimasino@fondoambiente.it

Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito www.fondoambiente.it

Il Comune di Torino non parla arabo

arabia orientePronte le scuse del direttore Remo Guerra, imbarazzatissimo e probabilmente oggetto delle sfuriate di un Fassino inferocito per la gravissima gaffe

 

Le polemiche sulla scelta dell’Arabia saudita come prossimo paese ospite del Salone del Libro infuriavano da qualche giorno. Ma, forse, il clima non era sufficientemente infuocato. E così, con una buona dose di improvvisazione, sul periodico web “Cittagorà” del Consiglio comunale di Torino è stata pubblicata una bandiera ‘fake’ dell’Arabia, recante insulti pesanti all’Islam, al Corano e al Profeta Maometto. Pronte le scuse del direttore Remo Guerra, imbarazzatissimo e probabilmente oggetto delle sfuriate di un Fassino inferocito per la gravissima gaffe. Ormai la frittata era fatta. “E’ sconvolgente e inaccettabile”, ha dichiarato  l’ambasciatore dell’Arabia in Italia, Rayed Krimly. Evidentemente il Comune di Torino non parla arabo.

Niente lezioni fino a settembre a Palazzo Nuovo

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Chiuso ormai da metà aprile per la presenza del materiale pericoloso, ragione per cui la procura torinese decise di  iscrivere il rettore nel registro degli indagati

 

Palazzo Nuovo,  sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino, resterà “chiuso per amianto” fino a settembre o forse più. Il rettore, Gianmaria Ajani ha dato la triste notizia nel corso di una assemblea con studenti e lavoratori. Palazzo Nuovo è chiuso ormai da metà aprile per la presenza di amianto, ragione per cui la procura torinese decise di  iscrivere il rettore nel registro degli indagati con l’accusa di omissione dolosa di cautele. Alcun e voci facevano intendere che la sede universitaria sarebbe stata riaperta a luglio, ma ora arriva invece la decisione di prolungare lo stop per permettere la rimozione dell’amianto

Salone del Libro, Picchioni mezz'ora in procura: "Uno tsunami ma sono sereno"

SALONE 111Il presidente è stato accompagnato dagli avvocati Giampaolo e Valentina Zancan

 

“Non mi aspettavo un’accoglienza così grande” ha detto il presidente della Fondazione del Salone del Libro, Rolando Picchioni, ai numerosi giornalisti e fotografi che lo attendevano davanti al Tribunale di Torino. E’ iniziato ieri , in tarda mattinata, l’interrogatorio richiesto dallo stesso patron di Librolandia, indagato per peculato, negli uffici della Procura di Torino, per un presunto giro di fatture false. Picchioni è stato accompagnato dagli avvocati Giampaolo e Valentina Zancan. E’ durato 40 minuti il colloquio negli uffici del pm Gianfranco Colace. Per l’avvocato Zancan  “si tratta di una accusa inverosimile, per poche migliaia di euro”, “E’ stato uno tsunami sulla mia vita – ha commentato Picchioni  all’Ansa – ma sono sereno”.

“La Canzone di Rolando”: bufera sull’uomo che ha reso grande LibrolandiaPICCHIONI

il Torinese, sabato 23 maggio 2015

 

Il Salone del Libro è una delle poche iniziative – forse l’unica – a superare l’esame della decenza e della convenienza economica. Si può ironizzare, infantilmente peraltro, su un navigatore politico che ha attraversato partiti e coalizioni diverse negli ultimi 60 anni, ogni volta rendendo omaggio (con il suo stile e i suoi modi, avvolgenti, democristiani) al dante causa di turno, senza peraltro mai inciampare nei classici infortuni di carriera, ma intanto i risultati sono questi

 

Rolando Picchioni, lo sa tutta Torino, non è un uomo facile. Non lo è mai stato: i suoi ex colleghi di partito della Dc ancora ne raccontano con gusto le colorite intemerate nel corso delle riunioni di segreteria di via Carlo Alberto. Un carattere ulteriormente indurito da una formazione culturale e una provenienza che fanno di lui una specie di reliquia – ingombrante perché pensante e loquente – di un sistema di valori, di regole e di usanze di cui l’attuale classe dirigente non è in grado di apprezzare il valore. Picchioni è anche riuscito a coronare una tormentata quanto soddisfacente carriera politica realizzando un sogno alla portata di pochi fortunati: quello restare sotto i riflettori ( Tayllerand nel primo Ottocento teorizzò le motivazioni psicologiche alla base della passione politica) occupandosi di libri e di cultura, la sua passione, raccogliendo riconoscimenti a piene mani, senza troppo mescolarsi con le volgarità e i rischi caratteristici di questa insopportabile Terza Repubblica.

 

Almeno fino a ieri, quando la Guardia di Finanza, su mandato della Procura – cui va riconosciuto il senso di  responsabilità di non aver ceduto alla tentazione di finire in prima pagina a spese dell’onorabilità di Torino – ha perquisito gli uffici della Fondazione per il Salone del Libro, alla ricerca di prove a sostegno delle accuse mosse a Picchioni, cui viene contestato il reato di peculato attraverso un giro di false fatture. Ora, tutto può essere: viviamo in tempi in cui è difficile fidarsi della propria madre. E siamo certi che la Procura continuerà sulla sua linea di responsabilità, accelerando al massimo le attività di riscontro delle ipotesi di reato, visto che il Salone attraversa un delicato momento di transizione verso una nuova gestione. A maggior ragione è difficile credere che una figura di riconosciuto profilo istituzionale e di abilità manovriera come Picchioni, avendo compiuto i suoi 79 anni ben portati, possa aver ceduto alla tentazione di intascarsi qualche denaro non suo, concludendo una carriera esemplare nell’ignominia del ladro di polli. Dopo tutto, come abbiamo già ricordato, Picchioni ha saputo risollevare il Salone del Libro da una situazione non brillante, di bilanci e di governabilità. Si è persa la memoria che il Salone è stato a lungo in bilico e che gli Enti Locali soci sono stati a un passo dal chiuderlo,alla fine degli anni ’90, anche per sgombrare il campo da ombre legate a una gestione originaria poco trasparente e dannosa per le casse pubbliche.

 

Nel panorama cialtrone della cultura sovvenzionata caratteristico di Torino, dove ogni assessore che è passato – con poche eccezioni – ha voluto costruirsi un monumento proprio, costituendo fondazioni,  inaugurando rassegne, assumendo personale e sistemando gli amici nei consigli di amministrazione, il Salone del Libro è una delle poche iniziative – forse l’unica – a superare l’esame della decenza e della convenienza economica. Si può ironizzare, infantilmente peraltro, su un navigatore politico che ha attraversato partiti e coalizioni diverse negli ultimi 60 anni, ogni volta rendendo omaggio (con il suo stile e i suoi modi, avvolgenti, democristiani) al dante causa di turno, senza peraltro mai inciampare nei classici infortuni di carriera, ma intanto i risultati sono questi. Perciò, salvo smentita per tabulas, farei meno fatica a credere che Rolando Picchioni abbia commesso una rapina o sia un trafficante di droga, che vedermelo a falsificare fatture.

 

fv

    

Serata TJF al Museo Egizio

BRAXTONegizio jazz 3egizio jazzegizio jazz 2Protagonista della serata Anthony Braxton con il suo Sonic Genome

 

Grande successo di pubblico ieri sera, 28 maggio, al Museo Egizio. Alle 21,30 erano stati staccati ben 1.500 biglietti e il concerto inaugurale del TJF sarebbe terminato solo alle 2.00 ! I 70 musicisti della Sonic  Genome di Anthony Braxton hanno suonato seguendo un percorso itinerante fra i diversi piani del Museo, tra mummie e reperti egizi in una atmosfera davvero particolare e suggestiva, che ha coinvolto i numerosi visitatori incuriositi ed affascinati allo stesso tempo. Davvero originale l’iniziativa ,unica nel suo genere,che ha coniugato la passione e l’interesse per un passato millenario e quelli per un’avanguardia moderna e contemporanea.  Settanta musicisti dalle più diverse provenienze stilistiche danno vita a una performance musicale unica. Più che un concerto è la creazione di un ambiente musicale interattivo che coinvolge il pubblico,facendolo entrare nel cuore del fare creativo. Senza dubbio si tratta del più ambizioso esperimento del visionario compositore e sassofonista di Chicago  nel suo percorso d’investigazione artistica. L’evento è una Prima europea,esclusiva del TJF. Una produzione TJF e Fondazione Museo Egizio in collaborazione con AR.CO.TE Jazz Torino e Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. 

Mauro Reverberi

                                                 

Arabia Saudita a Librolandia, le "Iron ladies": abbiamo scherzato

ARABIA-SAUDITACerto, la scelta fa saltare sulla sedia: perchè Picchioni e Ferrero hanno scelto l’Arabia Saudita, non esattamente Paese leader in fatto di libertà di stampa e di industria editoriale? Gusto della sfida o ricerca della provocazione?

 

Il nuovo tandem alla guida del Salone del Libro, Giovanna Milella e Giulia Cogoli, ha deciso di aprire la propria gestione all’insegna della polemica e dell’approssimazione: in un’intervista, la nuova Presidente ha annunciato l’intenzione di azzerare l’edizione del 2016, che vedrebbe come Paese ospite l’Arabia Saudita, “bisogna pensarci bene: di fronte a un Paese che non garantisce quelle libertà a cui molto teniamo in Occidente“, ha dichiarato ai giornali. Salvo poi fare clamorosa marcia indietro al primo sopracciglio alzato dell’Assessore comunale alla Cultura Maurizio Braccialarghe, in rappresentanza del Sindaco di Torino, che è quello che decide su queste materie a norma di statuto e a norma di buon senso, trattandosi di una scelta con forti implicazioni politiche.

 

salone conferenzaNeanche il tempo di capire dove sia il suo ufficio, che la nuova Presidente è stata colta da un attacco della “sindrome Mogherini” (dal nome della Commissaria UE agli affari Esteri). La scelta dell’Arabia Saudita come Paese ospite del Salone torinese è al centro di serrate trattative che durano da quasi tre anni, non certo segrete perchè per loro natura richiedono il coinvolgimento di una moltitudine di soggetti istituzionali, compresi rispettivi governi e diplomazie. Tre anni in cui il dominus della manifestazione, un Sindaco di Torino che il caso vuole sia particolarmente interessato agli Affari Internazionali, non ha ritenuto di sollevare il problema. Un silenzio che suona come una conferma alla scelta di Picchioni e Ferrero.

 

Ma c’è di più e di peggio. A chi non sia colto dall’affanno della notorietà a mezzo spiccia polemica di stampa, sarebbe venuto in mente di fare due rapide riflessioni sul Paese incriminato, dove fra l’altro operano attualmente 60 aziende italiane. Insomma: il vostro petrolio sì, la vostra cultura no. Un Paese che non può piacere, ma che nondimeno ha investito in Italia 10 milioni di Euro nel 2013, ultimo anno riportato nel rapporto della Farnesina. Un Paese con cui abbiamo relazioni dall’immediato dopoguerra, che ha espresso (insieme a Sudan, Iran e Libia Gheddafi-style) il suo rappresentante presso la Commissione Diritti Umani dell’Onu. Un Paese, infine, guidato da una monarchia che ha fatto proprio il rigido wahabismo islamico dal 1744 e che non è cambiato molto da quando ha conquistato l’indipendenza dagli Ottomani, cioè un secolo fa.

 

SALONE 569Certo, la scelta fa saltare sulla sedia: perchè Picchioni e Ferrero hanno scelto l’Arabia Saudita, non esattamente Paese leader in fatto di libertà di stampa e di industria editoriale? Gusto della sfida o ricerca della provocazione? Ma perciò stesso ancora maggiore è la curiosità nel vedere cosa ci proporranno i Sauditi, dopo che quest’anno ci siamo pasciuti con Schiller, Goethe, Hoelderlin, Nietzsche e Brecht, ammanniti generosamente dalla Germania,  Paese che ha il più grande mercato editoriale dell’UE. Insomma, le nuove “Iron Ladies” del Salone non hanno capito che non tutte possono essere Alto Rappresentante UE, Ministro degli Esteri o Laura Boldrini. Presidente e Direttore del Salone, in attesa di rivendicare un seggio da senatore a vita come premio di consolazione, facciano il loro mestiere, che attendiamo tutti fiduciosi. Possibilmente, senza altre alzate di ingegno che creano imbarazzi e confusione. 

 

fv