redazione il torinese

Garante dei detenuti: "Per una storia della penalità piemontese"

MELLANORealtà diverse, a volte valorizzate e adibite ad altri usi, a volte dimenticate o trascurate. Testimonianze della storia che non merita di andare perduta

 

“Nella nostra regione esiste un significativo patrimonio storico e culturale costituito dagli edifici che sono stati in passato sedi di carcere o luoghi di detenzione. Realtà diverse, a volte valorizzate e adibite ad altri usi, a volte dimenticate o trascurate. Testimonianze della storia che non merita di andare perduta”. Con queste parole il Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano ha introdotto il seminario “Verso una rete museale sulla storia della penalità in Piemonte?”, che si è svolto giovedì 28 maggio al Circolo dei lettori di via Bogino. Per l’Assemblea e per la Giunta regionale sono intervenuti rispettivamente il presidente della Commissione Cultura Daniele Valle e l’assessore al Turismo Antonella Parigi, che hanno sottolineato la necessità di lavorare in rete per uscire dall’ottica della valorizzazione di singole strutture e creare un sistema capace di promuovere il patrimonio carcerario presente sull’intero Piemonte.

 

I professori dell’Università di Torino Claudio Sarzotti, curatore scientifico del Museo della memoria carceraria della Castiglia di Saluzzo e Laura Scomparin, direttore del dipartimento di Giurisprudenza, hanno sottolineato l’interesse degli atenei torinese e del Piemonte orientale all’iniziativa, che rientra nei tre compiti fondamentali dell’Università: la didattica, la ricerca e la ricaduta dei benefici della ricerca sul territorio.Filippo Ghisi, responsabile del Borgo Medioevale del Valentino, Edoardo Garis dell’Archivio di Stato di Torino, e Giacomo Giacobini del Museo antropologico Cesare Lombroso hanno rilevato che le strutture e i materiali da “riportare alla luce” sono molti e, in un tempo in cui gli investimenti per la cultura tendono a diminuire, l’unione può costituire un fondamentale elemento di forza.

 

www.cr.piemonte.it

 

Lo sportello di Apidge al Centro San Liborio

IARIS APIDGE LIBORIO

L’Assessore regionale all’Istruzione e Lavoro, Giovanna Pentenero, ha ribadito l’importanza dello sviluppo delle competenze nel mondo della scuola, ricordato il ruolo della formazione alla sicurezza nell’alternanza scuola/lavoro

 

“Non siamo un sindacato ma un’associazione che intende lavorare per affermare il ruolo dei docenti di diritto ed economia politica come quello di professionisti della conoscenza con un bagaglio di competenze proprie che derivano dal loro corso di studi e della loro esperienza”. Massimo Iaretti, coordinatore del Piemonte ha così puntualizzato la posizione di APIDGE – Associazione  Professionale Insegnanti Discipline Giuridiche ed Economiche A019, in occasione dell’inaugurazione dello Sportello regionale presso il Centro San Liborio, in via Bellezia 19 a Torino (per comunicazioni tel. 370/3017529), che si è tenuta venerdì 29 maggio. Contemporaneamente si è svolto il seminario  “Da Lavoratori a Professionisti della Conoscenza – Le nuove prospettive dell’insegnamento del diritto e dell’economia politica in relazione al lavoro ed alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro” organizzato in collaborazione con l’associazione Sicurezza e Lavoro e con la rivista Sicurezza e Lavoro. L’Assessore regionale all’Istruzione e Lavoro, Giovanna Pentenero, ha ribadito l’importanza dello sviluppo delle competenze nel mondo della scuola, ricordato il ruolo della formazione alla sicurezza nell’alternanza scuola/lavoro, dichiarandosi disponibile ad un incontro per sviluppare alcuni aspetti specifici della A019, quali il diritto del ed al lavoro e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Il deputato Fabio Lavagno ha sottolineato come “Educare alla sicurezza sul lavoro deve e può diventare una priorità, non solo perché possiamo essere incalzati da eventi di cronaca o dal commento di sentenze giudiziarie, ma perché questa deve essere una competenza fondamentale che la scuola trasmette nella sua funzione formativa”. Il direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico ha sottolineato che “La sottovalutazione del tema della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro è ancora una piaga della nostra società. Noi ogni anno lavoriamo per sensibilizzare il maggior numero possibile di docenti, ma, rendendo la sicurezza sul lavoro materia obbligatoria di insegnamento a scuola, sarebbe possibile coinvolgere sistematicamente insegnanti ed allievi”. I lavori, cui è intervenuta anche Mavina Pietraforte, dirigente tecnico del Miur Lombardia che ha anche lei toccato il tasto delle competenze, hanno registrato il contributo del  presidente nazionale APIDGE, Ezio Sina.

 

“La scuola dell’autonomia sta tentando di comprendere ed affrontare i cambiamenti sociali e culturali, per offrire qualità educativa a studenti che entrano nelle scuole con le loro difficoltà, i disagi, ma anche con le loro grandi risorse.. APIDGE intende porsi come interlocutore critico e propositivo delle istituzioni per quegli aspetti che riguardano cultura e coscienza professionale del docente, partendo dal presupposto che gli insegnanti non sono meri esecutori di programmi ma professionisti seri del sistema scuola”.

 

All’incontro ha preso parte Paolo Goglio, direttore del progetto “Noi Sicuri”, con il quale l’associazione intende sviluppare un progetto relativo all’educazione stradale, “materia che – ha concluso Iaretti – APIDGE intende rivendicare come propria per i docenti di Diritto ed Economia Politica”.

 

Pier Giorgio Minazzi

 

Navigare sul Po? Troppi pericoli nell'acqua

po135

Inchiesta del pm Guariniello

 

La  navigazione sul Po nel tratto torinese potrebbe essere pericolosa. Le acque, infatti  sono solcate da molte di imbarcazioni appartenenti ai circoli di canottaggio, e le norme di sicurezza non sono sempre rispettate. Da qui un’indagine della procura nata dall’esposto di un cittadino e condotta dal pm Raffaele Guariniello. I rapporti di Asl e polizia avrebbero rilevato dei problemi.

 

(Foto: il Torinese)
   

In memoria di Primo Nebiolo, il signore dello sport

nebiolo

Il Comune di Scurzolengo e il Comitato regionale del Coni hanno organizzato “Luoghi di sport”. La manifestazione, che si è svolta nel campo sportivo Fratelli Gay ha visto, in successione, la cerimonia di premiazione di “Primo Nebiolo e lo sport” al disegno più emozionante e l’elaborato più personale, lo svolgimento della prima Strascurzolengo

 

Il nome di Primo Nebiolo sta a significare tante cose per il Monferrato, per Torino, per il Piemonte, per l’Italia e lo sport italiano, in particolare per l’atletica leggera. Nato il 14 luglio del 1923 a Torino, da famiglia di origine astigiana, iniziò a praticare l’atletica leggera nel 1939 al Liceo Ginnasio Cavour di Torino, particolarmente nelle discipline veloci e nel salto in lungo.  Nel dopoguerra, dopo una parentesi di lotta partigiana in Monferrato, riprese l’attività agonistica che concluse 1959 con il gruppo sportivo Lancia.  Imprenditore con laurea in giurisprudenza, rimase però nel mondo dello sport, in primis quello universitario, ricoprendo la carica di presidente della Fisu dal 1961  Federazione internazionale degli sport universitari, nella cui veste creò le Universiadi. Poi nel dicembre del 1969 venne eletto presidente della Fidal, la Federazione italiana atletica leggera, restandovi al vertice per un ventennio nel quale si dedicò con tutte le sue forze alla promozione della disciplina, agganciando proficue relazioni con un enorme numero di istituzioni. E grazie a questo impegno divenne nel 1981 presidente della Iaaf, la Federazione mondiale di atletica leggera, carica che mantenne sino alla morte avvenuta nel 1999 a Roma per un attacco di cuore. Oggi riposa a Scurzolengo, sulla collina del Monferrato astigiano, a pochi chilometri dalla città di Alfieri.

 

E proprio per ricordarlo a 15 anni dal termine del suo cammino terreno, sabato 30 maggio, il Comune di Scurzolengo e il Comitato regionale del Coni hanno organizzato “Luoghi di sport”. La manifestazione, che si è svolta nel campo sportivo Fratelli Gay ha visto, in successione, la cerimonia di premiazione di “Primo Nebiolo e lo sport” al disegno più emozionante e l’elaborato più personale, lo svolgimento della prima Strascurzolengo, camminata a tappe con ristoro, la deposizione di una corona e la benedizione del luogo dove Nebiolo riposa, e l’asposizione di disegni ed elaborati, giochi e percorsi sportivi con la partecipazione degli alunni delle scuole primarie di Portacomaro e Montemagno.  Al termine c’è stato uno spuntino con la distribuzione dei “Dolci di Primo” a cura della pro loco di Scurzolengo. “Abbiamo lavorato con impegno per la riuscita di questa manifestazione che onora una personalità tanto importante per lo sport non solo italiano, ma anche mondiale – dice Gianni Maiocco, sindaco di Scurzolengo – grazie all’impegno di un gruppo di volontari ed ai collaboratori comunali, e abbiamo accolto qui tutti gli sportivi ed i partecipanti ai luoghi di sport del Coni”.

Massimo Iaretti

 

 

 

Anche in Piemonte bassa affluenza al voto e Montagna vince a Moncalieri

manifesti elezioni

elezioni ieiaseggioLe operazioni di voto si svolgono  dalle 7 alle 23 e poi si terranno immediatamente gli scrutini

 

 AGGIORNAMENTO  Alle 19 di domenica è scarsa anche in Piemonte la percentuale di affluenza ai seggi nei tre comuni con più di 15 mila abitanti – Moncalieri, Venaria e Valenza Po –  in cui si va alle per urne eleggere il nuovo sindaco e il consiglio comunale. A Moncalieri, dove probabilmente vince al primo turno il candidato Paolo Montagna del Pd, aveva votato il 41,04 per cento, mentre nel 2010, quando comunque si votava anche il lunedì,  l’affluenza era stata del 73 per cento. A Venaria Reale il 44,17 per cento e a Valenza, sempre alle 19,  il 41,47 per cento.

 

Domenica di elezioni in Piemonte, anche se non si vota per la Regione che era caduta con un anno di anticipo per la vicenda delle firme false, favorendo la successione di Chiamparino a Cota. Sul territorio regionale  vanno comunque al voto 57 Comuni. Tre di questi sono sopra i 15 mila abitanti: Moncalieri, Venaria e Valenza,  che rappresenteranno un test significativo dal punto di vista politico, soprattutto per verificare la tenuta del Pd e la possibile avanzata di Lega e M5S. In questi comuni si applica il doppio turno, potrebbe quindi verificarsi la possibilità di andare al ballottaggio il 14 giugno. Gli elettori chiamati alle urne sono circa 200 mila in tutto il Piemonte. Le operazioni di voto si svolgono  dalle 7 alle 23 e poi si terranno immediatamente gli scrutini. Non si vota il lunedì. Il più piccolo centro che va al voto è Carrega Ligure, nell’Alessandrino, con 84 abitanti e 27 candidati. Il più grand, invece, è Moncalieri, la quinta città della regione.

 

(Foto: il Torinese)

E nel 1946 Giulia Ferrero divenne la prima funzionaria d'Italia

piazza castello vecchia

ponte mole vittorioCOSA SUCCESSE IN CITTA’ 

Secondo una ricerca condotta presso l’ University College di Londra dalla neuroscienziata Eleanor Maguire, il passato è strettamente connesso al futuro, tanto che chi soffre di amnesia e quindi dimentica il passato, non riesce più nemmeno ad immaginare e a prospettarsi un futuro. Ebbene, forse per attenerci un po’ alle recenti scoperte, o forse perché in fondo il mondo e nello specifico la città in cui viviamo è fatta di storia e di aneddoti passati, che da questo mese dedicheremo una “rubrica” a Torino e agli avvenimenti più curiosi e che più l’hanno segnata nel corso degli anni, se non addirittura dei secoli precedenti

 

Era il 19 maggio del 1947 ed erano passate da poco le h. 18.00 quando, durante un violento nubifragio abbattutosi sulla città di Torino, un filmine colpì la vettura tramviaria 2572 mentre si trovava in via Garibaldi all’angolo con C.so Valdocco. Per un attimo il tram venne avvolto in un gran bagliore di fiamme che si trasformò qualche secondo dopo in una nuvola di fumo. Immediatamente i passeggeri all’interno della vettura cominciarono a schiantare i finestrini e le portiere bloccate dal cortocircuito, riuscendo a precipitarsi fuori dal tram. Solo il manovratore fu investito dalla fiammata; fortunatamente ne uscì illeso e con i soli pantaloni bruciacchiati. Tuttavia una quindicina di persone, vittime del panico, rimasero ferite nel tentativo di uscire dalla vettura. [ Gazzetta del Popolo ]

 

Era il 24 maggio sempre del 1947 quando si ebbe finalmente l’epilogo della tragedia di C.so Vercelli che ebbe come spietato protagonista Ugo Tiengo e che segnò nel profondo l’opinione pubblica torinese. Qualche mese prima, esattamente la sera del 30 dicembre 1946, Ugo Tiengo andò a trovare la moglie Maria Greggio (che nei mesi precedenti aveva più volte manifestato la volontà di volersi separare e rifarsi una vita con un altro uomo), nell’abitazione di C.so Vercelli 88, dove la donna viveva con i loro tre figli. Il Tiengo, dopo un primo tentativo fallito di convincere la moglie a tornare con lui, estrasse la rivoltella, la puntò contro il volto della giovane donna e poi sparò un colpo uccidendola. La stessa sorte toccò allo zio di Maria, Carlo Maistardi e al nuovo compagno di lei, Giustavo Nibale che in quel momento si trovavano nell’abitazione di Maria. Il tragico delitto si svolse davanti agli occhi innocenti e terrorizzati dei tre bambini Marisa, Franco e Sergio. Il 24 maggio 1947, dopo un difficile processo (soprattutto per la bambina più grande che dovette anche testimoniare l’accaduto) la Corte d’Assiseritenne l’uomo colpevole di omicidio continuato, condannandolo definitivamente ad una pena di 26 anni di carcere. [Gazzetta del Popolo]

 

Era il 4 maggio 1949 quando un drammatico fatto sconvolse la città di Torino e l’Italia intera. Quel pomeriggio si attendava, sul campo dell’Aeritalia, l’aereo con a bordo la squadra di calcio del Torino che era reduce dal Portogallo perché lì aveva sostenuto un incontro con il Benfica. Nonostante le condizioni di mal tempo presenti a Torino quel giorno (raffiche di vento, pioggia e fitta nebbia), si decise ugualmente di far partire l’aereo e di farlo giungere a Torino. Fu un attimo, il tempo di un secondo ed avvenne la catastrofe: l’aereo con a bordo 18 calciatori, dirigenti, giornalisti e tre membri dell’equipaggio, si schiantò tragicamente sul colle di Superga, proprio dietro alla Basilica. Poco dopo le h.17.00 un imponente boato e nuvoloni di fumo e fiamme invasero la collina torinese lasciando la città completamente senza fiato. Subito dopo il forte impatto non si sapeva ancora né cosa fosse successo né di chi fosse l’aereo; quando giunsero i primi soccorsi trovarono accanto ad alcuni corpi delle maglie granata con inciso sopra lo scudetto tricolore. In quel momento si ebbe la conferma che l’aereo coinvolto nel tragico incidente era proprio quello del Torino. Si ipotizzò che la fitta nebbia e le pessime condizioni atmosferiche avessero impedito al pilota di scorgere e quindi di conseguenza evitare il colle della Basilica. [La Stampa]

 

Era il 2 maggio 1966 quando la torinese Fulvia Ferrero, di 23 anni, laureata in legge alla Facoltà di Giurisprudenza di Torino, divenne la prima donna-funzionario d’Italia. Dopo aver vinto un concorso al quale parteciparono 900 candidati, la Dott.ssa Ferrero si aggiudicò il ruolo di “funzionario” all’interno della Prefettura di Torino, ruolo fino ad allora ricoperto esclusivamente da persone di sesso maschile. Questo evento rappresentò un importante e significativo passo all’interno della lunga battaglia per la parità dei diritti tra donne e uomini. [Gazzetta del Popolo]

 

L’ 8 maggio sempre del 1966 il “reuccio della canzone italiana”, Claudio Villa,si recò nella città di Torino per eseguire il “Padre Nostro” di Tortorella, durante la Messa in San Francesco D’Assisi. Chiamato dagli universitari della Conferenza di San Vincenzo, Villa cantò il “Padre Nostro” durante la Messa delle h. 11.00 nella Chiesa di San Francesco da Paola, situata in via Po. Un’ora prima della funzione la Chiesa era già gremita di persone e quando l’amato cantante (al termine della Messa) uscì da una porta laterale, i numerosi “fans” si scatenarono bloccando il traffico in via Po e cercando di scavalcare con irruenza il cordone teso dalla polizia. Furono tre quarti d’ora di tensione tra urli, strilli e qualche ferito. [Gazzetta del Popolo]

 

Il 3 maggio 1980 venne ritrovata Adriana Tromboni, la bambina torinese di 10 anni che il 30 aprile, dopo essere uscita per giocare con gli amichetti, non aveva più fatto ritorno a casa. La bambina venne ritrovata (dopo tre giorni di completo silenzio) in Calabria, a quasi 1000 km di distanza dalla sua città. Quello che la bambina raccontò appena venne ritrovata dalla polizia, fu che un uomo molto più grande di lei l’aveva rapita e costretta a prendere un treno con lui e che lei, qualche giorno dopo, approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, era riuscita a scappare da lui. La polizia si mise subito sulle tracce del presunto maniaco ma qualche ora dopo, appena la bimba rivide la sua mamma (precipitatasi in Calabria), scoppiò in un pianto liberatorio e confessò di essersi inventata tutto. Raccontò di essersi allontanata da casa per paura di essere sgridata poichè non aveva rispettato l’orario di rientro e che, dopo essere giunta a Porta Nuova, decise di prendere il primo treno che le era capitato: quello per la Calabria. Una volta giunta in Calabria era rimasta all’interno della stazione del comune di Paola finché la polizia non riuscì a trovarla. Nicoletta Tromboni, mamma della bambina, si scusò a nome di sua figlia e fece ritorno a Torino insieme alla piccola Adriana che, capita la gravità dell’accaduto, promise di non scappare più e di non dire bugie. [La Stampa]

 

 (Foto: mepiemont.net – il Torinese)

Simona Pili Stella

Tassisti in ospedale investiti da Uber

taxi xx

taxi2taxi8L’autista dice di essere sfuggito a un’aggressione

 

Non scende il clima di tensione tra tassisti e driver di Uber. Nella notte, a Torino quattro tassisti sono stati investiti da un’auto a San Salvario, da un autista del servizio Uber che è stato poi fermato dagli agenti di polizia. Ha detto di essere fuggito ad un tentativo di aggressione da parte dei titolari delle auto bianche. Questi, dopo essere stati medicati in ospedale sono stai dimessi con prognosi di dieci giorni. “Poteva anche finire peggio, poteva essere una strage”, dice Federico Rolando, il portavoce dei tassisti torinesi.

 

(Foto: il Torinese)

Una videomostra sugli affreschi sindonici

La visione degli affreschi sindonici più belli e rappresentativi con le rispettive località durerà per tutto il periodo dell’Ostensione

SINDONE AFFRESCHIOltre 120 affreschi della Sindone, presenti all’esterno di edifici privati e di culto sparsi sul territorio piemontese e valdostano, sono al centro della videomostra multimediale “Sindone, le Belle Tracce. Affreschi sindonici in Piemonte e Valle d’Aosta”. Una rassegna “on the road”, in quanto suddivisa in cinque schermi collocati in vari punti di Torino: nella libreria allestita nel palazzo della Regione (piazza Castello 165), nella Biblioteca Universitaria Nazionale (piazza Carlo Alberto 3), nel Touring Club (via San Francesco d’Assisi), nell’agenzia SuperFlash di IntesaSanPaolo di via Bligny angolo via Garibaldi, nella libreria San Paolo di via della Consolata. La visione degli affreschi sindonici più belli e rappresentativi con le rispettive località durerà per tutto il periodo dell’Ostensione. Le immagini sono pubblicate anche su social network e siti dedicati.

 

www.regione.piemonte.it

Dipendenti della Provincia "presi in giro" protestano al Giro

GIRO ITALIA PROTESTAGIRO PROTESTA

Bandiere e striscioni alla partenza della tappa Torino-Milano

 

I sindacati hanno allestito un presidio per sensibilizzare sul momento di incertezza che vivono i dipendenti delle province su cui, dicono, ” pende la spada di Damocle della Del Rio”.  In piazza solferino, a partire dalla mattina, prima della partenza della tappa ciclistica Torino-Milano, alcune decine di dipendenti dell’ex provincia di Torino si sono schierati con striscioni e bandiere delle organizzazioni sindacali. In particolare era visibile la delegazione Cisl e la funzione pubblica Cgil. Sugli striscioni slogan contro il governo Renzi.

 

(Foto: il Torinese)

Juve pari 2-2 a Verona e pensa al Barca

juventus_logo_black_and_white_

Verona Juventus 2-2

 

A Verona il campionato della Juve finisce in parità. Bianconeri n vantaggio con Pereyra alla fine del primo tempo, ma vengono raggiunti da Toni. Il raddoppio juventino arriva da  Llorente e poi Tevez si fa parare un rigore da Rafael. Invece Pepe,  non appena entra in campo viene espulso e all’ultimo il Verona segna il 2-2 con Gomez. Ora la testa e il cuore dei ragazzi di Allegri sono proiettati verso la  finale di Champions League col Barca.