redazione il torinese

NASCE PINHUB, LABORATORIO DI IMMAGINARI

PIN HUBPOLLIOTTO

Al via i lavori del nuovo Comitato per la valorizzazione della Caserma Bochard di Pinerolo

 

Confronto ampio e qualificato, condivisione d’idee e progettualità, concretezza e visione del futuro del territorio attraverso l’uso, il riuso, la riscoperta degli spazi. Questi sono alcuni degli obiettivi del “Comitato PINHUB – Laboratorio di Immaginari” che si è formalmente costituito sabato 5 settembre 2015 a Torino con lo scopo di concorrere a ripensare e rivitalizzare l’area della caserma Bochard di San Vitale a Pinerolo.

 

Un esperimento innovativo di animazione territoriale e sociale, come molti ne sono nati in Italia e non solo, con lo scopo di ripensare degli spazi comuni della cittadinanza con il coinvolgimento delle forze vive presenti sul territorio. Saranno promossi ed organizzati diversi gruppi di lavoro di rappresentanti dell’associazionismo territoriale interessato ai temi del riutilizzo dell’area Bochard. Il Comitato PINHUB – Laboratorio di Immaginari collaborerà inoltre con gruppi e testimoni portatori di bisogni, domande, sguardi “nuovi” a valenza sociale ed economica e rappresentanti d’interessi economici intenzionati ad investire o co-investire nell’area.

 

Il Comitato è un’iniziativa della società civile, messo in piedi da privati cittadini, nato con una forte volontà: farsi soggetto attivo nell’avvio di questo processo di rivitalizzazione. I fondatori-promotori sono la presidente Patrizia Polliotto, noto e stimato avvocato, il direttore di centro di ricerca Giovanni Colombo, l’imprenditrice Maria Luisa Cosso, l’amministratore e sindacalista Tom Dealessandri, il magistrato e senatore Elvio Fassone, l’esperta di progettazione sociale Claudia Galetto, il sociologo Bruno Manghi, l’insegnante e consigliere comunale Goffredo Le Donne, l’esperta di finanza pubblica Anna Tornoni. 

Ecco i piatti scelti dagli alunni nelle mense scolastiche

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Lo ha annunciato Mariagrazia Pellerino, assessore comunale

 

Nuovo menu scelto anche con la collaborazione degli alunni, con passato di verdure, carote e patate al forno, insalata e spinaci, ma anche lasagne al sugo, pizza, bistecca impanata, platessa dorata, pollo all’arancia, budino al cioccolato, yogurt, frutta sciroppata. Questi piatti saranno inseriti nelle mense scolastiche municipali dal 19 ottobre. ottobre. Lo ha annunciato Mariagrazia Pellerino, assessore comunale.

Salone d'Arabia, Milella pensa al "No" per il paese ospite 2016

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Dopo la condanna a morte di Ali al-Nimr, il presidente Chiamparino, ha detto che è necessario “trasmettere messaggi univoci in tema di diritti della persona”

 

Giovanna Milella, presidente del cda del Salone del Libro, forse pensa di annullare l’invito all’Arabia Saudita come Paese ospite dell’ edizione 2016. Il cda del 6 ottobre prenderà la decisione definitiva, che sarà presa “in modo risolutivo” e “in totale sintonia con le istituzioni fondatrici”, dice la Milella. Dopo la condanna a morte di Ali al-Nimr, il presidente Chiamparino, ha detto che è necessario “trasmettere messaggi univoci in tema di diritti della persona”.

 

(Foto: il Torinese)

Al Forte di Bard gli scatti di Sebastiano Salgado

La mostra del più celebre fotografo documentarista vivente è dedicata alla terre incontaminate del pianeta  

 

Forte di BardPer gli amanti della fotografia è d’obbligo una tappa  al Forte di Bard, dove è ospitata fino al 30 settembre prossimo la mostra dal titolo “Genesi”, dedicata all’opera di Sebastiano Salgado.  Il progetto comprende  ben  245 fotografie frutto del viaggio fotografico che l’artista ha compiuto nei cinque continenti per documentare,  con immagini in bianco e nero,  la rara bellezza del nostro patrimonio unico, il pianeta. Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastiano Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo, nato nel 1944 ad Aimores,  nello Stato brasiliano di Minas a Gerais.

 

“Il nome Genesi – ha spiegato Salgado –  nasce dalla mia esigenza di ritornare, per quanto possibile,  alle origini del pianeta, all’aria,  all’acqua e al fuoco da cui si è originata la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento, e a quelle tribù remote che vantavano stili di vita primitivi e incontaminati. Con il mio lavoro intendo dimostrare come era la terra senza uomini e senza donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano riuscite a coesistere in quello che è stato definito equilibrio ambientale”.

 

Salgado ha realizzato queste fotografie andando alla ricerca di quelle parti del mondo ancora incontaminate, nel corso di otto anni di lavoro, compiendo oltre trenta reportage, in cinque parti del globo, il Sud del pianeta, con l ‘Argentina,  l’Antartico,  le sue isole, poi l’Africa.   Nella terza parte Salgado compie un viaggio nelle isole definite “il santuario del pianeta”, che costituiscono una biodiversità particolarissima, come il Madagascar, la Papua Nuova Guinea e i territori degli Irian Jaya.  Il viaggio nell’emisfero Nord del mondo comprende regioni fredde come il Colorado, mentre la quinta e ultima sezione è quella riservata all’Amazzonia, sia in Brasile, sia nel Venezuela. Le immagini di Salgado colgono popolazioni ancora incontaminate come gli Yanomani e i Cayapo dell’Amazzonia brasiliana,  i Pigmei delle foreste equatoriale del Congo settentrionale, i boscimani del deserto sudafricano del Kahalari e le tribù Himba del deserto della Namibia. L’esposizione si pone anche come un grido di allarme per il pianeta Terra e uno stimolo per i visitatori a promuovere una salvaguardia della natura e a continuare a combattere per preservare quelle terre del pianeta rimaste ancora incontaminate. In mostra su può anche vedere il film su Sebastiano Salgado.

 

Mara Martellotta

AUTOMOBILISTI sfreNATI

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di Tersilla Garella

 

 

Perché inevitabilmente quando sali in auto in una città come la nostra subisci una metamorfosi. Diventiamo tutti belve inferocite in guerra l’uno con l’altro. Siamo competitivi a tal punto che quando il semaforo diventa giallo iniziamo ad accelerare e ad avanzare in modo quasi impercettibile perché vogliamo bruciare chi ci sta a fianco, fissandolo con sguardo minaccioso e di sfida

 

“Chi va piano va sano e va lontano.” Non per contraddire la sempreverde saggezza popolare, ma ho come il sospetto che questo proverbio non sia applicabile nello specifico ad una città trafficata come Torino. Come ben sa chi ogni giorno si trova a doversi spostare in auto, la strada ha un proprio codice. Che non è, ovviamente, quello che si è appreso frequentando scuola guida. No. È la legge della giungla. Del più forte. Della selezione naturale. E non importa quale cilindrata tu abbia, se tu possieda un suv o una modestissima utilitaria. Conta solo che tu sia assetato abbastanza di semafori e sorpassi per uscirne indenne.

 

Perché inevitabilmente quando sali in auto in una città come la nostra subisci una metamorfosi. Diventiamo tutti belve inferocite in guerra l’uno con l’altro. Siamo competitivi a tal punto che quando il semaforo diventa giallo iniziamo ad accelerare e ad avanzare in modo quasi impercettibile perché vogliamo bruciare chi ci sta a fianco, fissandolo con sguardo minaccioso e di sfida – salvo quando quella alla nostra destra è una donna che si sta mettendo il rimmel, e allora in quel caso ci rilassiamo perché sappiamo che non partirà mai allo scattare del verde -. Non ho ancora mai sentito nessuno dire: “Ah quell’automobilista, proprio gentile guarda. Mi ha dato la precedenza e mi ha fatto un sorriso a trentadue denti”. MAI. È una questione d’onore. Siamo pronti a scendere con il cric in mano se c’è da disquisire su una mancata precedenza. Soprattutto ad una rotonda. Ah, la rotonda, questa sconosciuta! Accade però che in qualche circostanza facciamo quasi squadra.

 

Dinanzi al comune nemico riusciamo a stringerci in un fronte compatto, a formare una sorta di falange oplitica. Tre sono le categorie che noi proprio non tolleriamo e al cui passaggio soffriamo indicibilmente: il pedone, il ciclista e il provinciale. Pedoni e ciclisti che ormai si gettano sulle strisce quasi avessero il potere di rendere immortali, a tradimento peraltro. Che a confronto l’attacco giapponese a Pearl Harbor fu annunciato con largo anticipo. Ma è sicuramente il provinciale ad urtare ormai maggiormente la psiche di noi automobilisti. “Torna a guidare nel tuo paese, imbranato”, si sente gridare da ogni parte. Che a confronto persino Salvini è più gentile con quelle povere anime degli immigrati.

 

Io ho una Yaris grigia. Così, a titolo puramente informativo. Se ne vedete una in giro, scansatevi. Rapidi.

Cucina da amare nella magia di Villa Vela

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vela torinese2VINOvela torineseCome non citare la Battuta di fassone con insalatina di stagione croccante, citronette e sali dal mondo o il Carpaccio di ricciola marinato al jalapenos e lime. Oppure il Filetto di fassone con cappello di fungo porcino e fonduta alle 2 fontine o la Chevice peruviana mista di ombrina, calamaro e mazzancolle con patate rosse americane: vere e proprie estasi per il palato

 

Che dire sul Villa Vela se non che sia stata una piacevolissima rivelazione, per gli occhi e per il palato. Ubicata nell’esclusiva zona residenziale di Torino, l’estrosità e la ricercatezza sono gli elementi chiave di questa antica villa settecentesca, finemente ristrutturata con toni moderni, in C/so Galileo Ferraris 45. A un tiro di schioppo dal Centro Congressi dell’Unione Industriale, dalla sede della Juventus e dalla Gallleria d’Arte Moderna, il locale è divenuto oramai caposaldo degli studi professionali più titolati del quartiere per il breackfast ed il lunch, protraendo la sua proposta sino all’after dinner. “Cucinare è come amare, o ci si abbandona totalmente o si rinuncia” è il motto del Villa Vela, con il quale apre la sua Carta: la lista inizia dalle accattivanti insalate e passa dagli antipasti ai secondi pIatti, sia di carne che di pesce, tanto raffinati quanto essenziali con prezzi adeguatamente medi.

 

Come non citare la Battuta di fassone con insalatina di stagione croccante, citronette e sali dal mondo o il Carpaccio di ricciola marinato al jalapenos e lime. Oppure il Filetto di fassone con cappello di fungo porcino e fonduta alle 2 fontine o la Chevice peruviana mista di ombrina, calamaro e mazzancolle con patate rosse americane: vere e proprie estasi per il palato grazie all’esplosione di gusto che questi ingredienti accuratamente selezionati offrono. Il tutto ha un valore aggiunto: la Carta dei Vini. Semplice, diretta e chiara offre un’ottima selezione sia di bianchi che di rossi, merito soprattutto di Gregorio, il sommelier di casa che ha saputo impreziosire, curare e consigliare una lista già più che all’altezza. Tra i vini proposti, notevoli quelli da dessert, come il Passito di Pantelleria 2010 di casa Ben Ryé, il cui giudizio di eccellenza ha messo d’accordo tutte le guide. Il resto del personale si mostra impeccabile, proprio come il servizio, riflesso di una location magica, emozionante e all’altezza delle aspettative che non può essere altro che da provare.

 

Jessica Tronci

Sala di preghiera islamica all'aeroporto

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Critico l’ex governatore piemontese Roberto Cota, della Lega Nord: “Non penso sia la soluzione al problema del rilancio dell’aeroporto”

 

L’aeroporto di Torino – Caselle ospiterà una sala per il culto islamico. Lo comunicaRoberto Barbieri, ad della Sagat, società di gestione dello scalo, alla presentazione del nuovo collegamento di Air Maroc con Casablanca. “Un gran numero di cittadini musulmani passa dal nostro aeroporto – sottolinea all’Ansa  il sindaco di Torino Piero Fassino – è giusto offrire questa possibilità,come in tutti i grandi scali internazionali”. Critico l’ex governatore piemontese Roberto Cota, della Lega Nord: “Non penso sia la soluzione al problema del rilancio dell’aeroporto”.

Falsi finanzieri immobilizzano anziano e derubano 60 mila euro in casa

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Hanno costretto la moglie ad aprire la cassaforte,  hanno prelevato soldi e gioielli  e sono fuggiti

 

Si sono presentati come militari della guardia di finanza, fingendo di dover effettuare un controllo fiscale. Hanno così messo a segno una rapina in una villa per oltre 60 mila euro. Il colpo è avvenuto a Rivoli. I malviventi, erano in quattro, si sono fatti aprire la porta e hanno immobilizzato il proprietario di casa, di 77 anni, con delle fascette da elettricista. Dopo, hanno costretto la moglie, di 71 anni, ad aprire la cassaforte,  hanno prelevato soldi e gioielli  e sono fuggiti.

De profundis per la Celid: muore un altro pezzo di storia torinese?

palazzo nuovo

I sigilli  per l’amianto a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio

 

Chiude definitivamente i battenti la Celid. I sigilli per l’amianto  a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio . Al momento la liquidazione pare l’unica soluzione al vaglio del Consiglio d’Amministrazione, e oltre agli undici dipendenti che rischiano la disoccupazione , si va incontro anche ad una dispersione di patrimonio culturale, di competenza e di servizio che dopo oltre 40 anni di attività creerà una lacuna al settore dell’editoria e ai suoi utenti, studenti e professori. Saranno comunque smaltite le rimanenze durante gli ultimi giorni di attività.

 

Su questo tema abbiamo raccolto le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato Vanda Cremona : ” In effetti prima dell’infausto 17 aprile 2015, data nella quale Palazzo Nuovo e’ stato dichiarato inagibile ,  la nostra cooperativa, con l’impegno dei soci,portava avanti il lavoro, anche se è’ innegabile la crisi dell’editoria. Il rapporto tra Universita’ e cooperativa e’ sempre stato solidale e forte, ma la decisione di metterci in liquidazione e’ stata una sorta di protezione. Ci tengo a sottolineare che e’ stata una scelta sofferta anche da parte del Rettore.  La reazione della città e’ stata straordinariamente solidale ,e anche per questo ci sentiamo in difficoltà, perché il nostro tipo di servizio e’ unico nel suo genere. Un ruolo non facilmente sostituibile. L’assenza delle librerie Celid e’ un problema per tutti, per gli studenti, i professori nonché’  per i dipendenti.  Ci stiamo interrogando su ciò che possiamo fare, per poter garantire un futuro a Celid, che ha oltretutto contribuito a far conoscere il patrimonio della nostra città  nella quale è’ importante occuparsi di far crescere il ruolo dei libri .

 

Credo che ne’ l’Universita’ ne’il Politecnico vogliano perdere il patrimonio Celid . Tutti coloro che hanno amato i libri sono passati alla Celid. Ad oggi stiamo ancora tentando di trovare una soluzione ,noi non vorremmo ammainare la bandiera . La mia solidarietà va anche ai colleghi editori che hanno dovuto chiudere. Fare il libraio e’ una passione e  il sostegno e i sentimenti positivi dei cittadini nei nostri confronti ci emozionano e ci danno la forza per continuare a cercare soluzioni .” 

 

 (Foto: il Torinese)

Clelia ventimiglia

Basket, Supercoppa: Reggio Emilia e Milano in finale

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Al Palaruffini sconfitte Dinamo Sassari e Venezia

 

Il Reggio Emilia ha battuto di un punto, per 79-78 la Dinamo Sassari nella prima semifinale della Supercoppa  di Basket andata ieri sera al PalaRuffini di Torino, mentre Venezia è stata sconfitta da Milano 66 a 67. Partite molto combattute che hanno determinato le squadre della finale di stasera, ch esrà combattuta

 

(Foto: il Torinese)