redazione il torinese

Quando per fare un manager ci vuole un fiore

branca1branca3L’autore, come ci spiega, non si è fermato alla “normale” gestione di una azienda ma ha iniziato ad indagare le origini del progetto della Fratelli Branca Distillerie. Una azienda che proprio quest’anno compie 170 anni.Niccolò Branca è anche un uomo dagli ampi orizzonti culturali e spirituali. Colpisce l’elenco degli autori di testi , che ha letto e che ringrazia all’inizio del libro, da cui ha tratto ispirazione, stimoli per la ricerca spirituale e scientifica , approfondimenti ed insegnamenti. E la svolta della sua vita arriva quando, negli anni novanta , apprende in Oriente la meditazione

 

Improvvisamente in libreria scopri un libro che ti attira. Lo prendi in mano, leggi la presentazione. Lo sfogli, decidi che ti interessa e lo compri. Poi un giorno hai anche la fortuna di conoscere personalmente l’autore. E’ quello che è successo a me. Il libro si fa leggere perché è scritto in modo chiaro e racconta il cambiamento personale di Niccolò Branca e dell’azienda di famiglia ed è ricco di aneddoti e spunti di riflessione. Niccolò Branca è un imprenditore ed è il pronipote del fondatore della Branca, l’azienda produttrice del famoso Fernet e di altri liquori come Brancamenta e Stravecchio. Dal 1999 è il presidente e amministratore delegato del Gruppo Branca International.

 

E come ci spiega non si è fermato alla “normale” gestione di una azienda ma ha iniziato ad indagare le origini del progetto della Fratelli Branca Distillerie. Una azienda che proprio quest’anno compie 170 anni.Niccolò Branca è anche un uomo dagli ampi orizzonti culturali e spirituali. Colpisce l’elenco degli autori di testi , che ha letto e che ringrazia all’inizio del libro, da cui ha tratto ispirazione, stimoli per la ricerca spirituale e scientifica , approfondimenti ed insegnamenti. E la svolta della sua vita arriva quando, negli anni novanta , apprende in Oriente la meditazione. Da allora pratica la meditazione ogni giorno e gli ha consentito di sviluppare l’autocoscienza e la consapevolezza nell’agire quotidiano.

 

Ha organizzato l’azienda come un organismo vivente, dove tutti i componenti sono parte del progetto imprenditoriale e dove l’informazione circola. Per Niccolò Branca l’utile è naturalmente un obiettivo da raggiungere ma oltre a remunerare l’imprenditore stesso ed il personale che partecipa al processo produttivo deve essere anche destinato alla comunità di cui l’azienda fa parte. Ed il manager ideale è una persona “con la luce negli occhi” così come ogni collaboratore. L’illuminazione che arriva dal silenzio interiore gli permette di agire senza avidità e di essere consapevole che le persone che collaborano con lui devono essere prese dal verso giusto: oltre ad esigere giustamente responsabilità per il lavoro che svolgono sono invitate ad andare oltre con la creatività e con il talento che hanno: insomma una visione lungimirante che tende a creare un’energia collettiva che muove le parti in armonia tra loro perché anche l’azienda ha un’anima.

 

Con l’espressione ” economia della consapevolezza” Branca intende la concreta applicazione di un modello che prima di essere divulgato è stato sperimentato con successo nelle Distillerie Branca con buoni risultati per il business (per approfondimenti visitate il suo blog: www.niccolobranca.it). Il libro racconta le diverse sfide imprenditoriali che Niccolò Branca ha dovuto affrontare, in particolare in Argentina e negli Stati Uniti e cosi le prove che la vita gli ha messo davanti anche con durezza inaspettata.

 

Un libro che fa bene al cuore ed alla mente.

Franco Maria Botta

 

  “Per fare un manager ci vuole un fiore” Come la meditazione ha cambiato me e l’azienda (Mondadori)

Essponenti del partito: "Il PD ascolti la sollecitazione di Saitta"

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“Il Segretario/Capogruppo riunisca il gruppo e la segreteria e avvii una approfondita discussione sulla legge di stabilità e sul come preservare i livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e degli altri servizi fondamentali”

 

“Crediamo che il Partito Democratico Piemontese debba ascoltare la sollecitazione dell’assessore Antonio Saitta a ben riflettere sugli effetti che potrebbero derivare, per il SSN  e per i cittadini,  da una eventuale riduzione delle risorse previste nel Patto per la Salute.

 

Sollecitare alla prudenza e alla corretta valutazione delle scelte economiche non crediamo infatti che rappresenti un attacco al nostro Governo, ma al contrario un utile contributo affinché possa decidere per il meglio.  

 

Il Segretario/Capogruppo riunisca la Segreteria e il Gruppo regionale e avvii, insieme con gli assessori competenti e il Presidente della Regione, un’approfondita discussione sulla legge di stabilità e sul come si dovrebbe operare ai diversi livelli istituzionali  per sostenere la ripresa economica e, soprattutto, per preservare i livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e degli altri servizi  fondamentali. “

 

 

Federico Fornaro, Andrea Giorgis, Patrizia Manassero, Giuliana Manica, Gianna Pentenero, Silvana Accossato, Walter Ottria, Francesco Mele.

Torino e Finanza Islamica: matrimonio possibile

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islamLe opportunità per Torino come per il Piemonte e l’Italia sono davvero moltissime. I settori halal rappresentano, in termini di fatturato, circa il 20% dei mercati mondiali. Si tratta di ambiti, come ad esempio il fashion, il food, in cui l’Italia – e Torino in particolare – ha delle primarie realtà produttive. Il food, in particolare, è un mercato da esplorare, molto interessante chi opera sul nostro territorio

 

Di Paolo Pietro Biancone *

 

Torino e finanza islamica: una joint venture possibile. La settimana di approfondimento sulla finanza islamica il 19 e 20 ottobre scorso la seconda edizione del Turin Islamic Economic Forum, (www.tief2015.org) e il workshop di ricercatori internazionali sullInnovazione finanziaria islamica (www.ercif.org) hanno raggiunto i risultati attesi. Circa 100 relatori e ricercatori italiani e internazionali hanno presentato alla vasta platea di imprenditori e studiosi, ricerche, dati, interventi, opportunità in merito a finanza, cibo e moda ad impronta islamica. Le opportunità per Torino come per il Piemonte e l’Italia sono davvero moltissime. I settori halal rappresentano, in termini di fatturato, circa il 20% dei mercati mondiali. Si tratta di ambiti, come ad esempio il fashion, il food, in cui l’Italia e Torino in particolare ha delle primarie realtà produttive. Il food, in particolare, è un mercato da esplorare, molto interessante chi opera sul nostro territorio.”In Italia – ha spiegato Alberto Brugnoni, direttore dell’Associazione per lo sviluppo di strumenti alternativi e di innovazione finanziaria – ASSAIF – stanno crescendo le aziende certificate ‘Halal’ ossia secondo i requisiti che rispettano le nome islamiche. Al momento in tutta Italia sono 120 le aziende certificate. In particolare, in Piemonte si registra un interesse particolare per quanto riguarda i settori dolciari, di pasticceria e della lavorazione delle carni. Il mondo islamico rappresenta una colossale risorsa, con spazi di mercato enormi”.

 

Altro interessante filone di interesse è il mondo finanziario, all’interno del quale esistono molte opportunità. Ricordiamo che in città risiedono più di 60mila islamici. È dunque importante lavorare sia per portare in città la prima banca islamica retail d’Italia com’è stato già fatto in Inghilterra, Germania e Francia sia investire alle emissioni di prestiti obbligazionari sukuk per la raccolta di capitali da investire sul territorio.

 

Il workshop sull’innovazione islamica ha raccolto 160 ricerche sul tema provenienti da diversi Paesi, tra questi Malaysia, Indonesia, Usa, Uk, Afganistan, India, Italia. I temi trattati spaziano dala valutazione delle innovazioni finanziarie islamiche alla stabilità finanziaria del settore della finanza islamica, alle innovazioni finanziarie islamiche proposte, ai ruoli dei vari soggetti interessati alle innovazioni finanziarie islamiche. In particolare, di rilievo uno studio condotto da ricercatori del Dipartimento di Management dell’Università di Torino per rivitalizzare il nostro sistema di equity crowdfunding. Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (“folla” o crowd) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa. Si parla di “equity-based crowdfunding” quando, tramite l’investimento on-line, si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società. L’Italia è il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding, tuttavia i numeri dimostrano un interesse modesto da parte degli investitori per questo sistema di finanziamento: nel 2014 su 10 progetti presentati, solo 3 sono stati finanziati. È un problema culturale: nel nostro Paese l’attitudine all’investimento è scarsa. Questo gap può essere superato aprendo ad investitori islamici, con accortezze legate al rispetto delle regole islamiche. Lo studio ha dimostrato che il modello di equity crowdfunding può essere compatibile con le regole della finanza islamica e, quindi, è opportuno aprire a questo mercato di finanziatori per la diffusione in Italia e in Europa.

 

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin

 

 

Dal Rotary un logo sulla Mole contro la poliomielite

mole blu polioL’idea, realizzata in concomitanza con il 70° anniversario Onu per il quale la Mole si è illuminata di blu, nasce dalla volontà di abbinare il simbolo che più rappresenta la Città di Torino al progetto internazionale di maggior rilievo portato avanti dal Rotary International: la lotta contro il virus della Poliomielite

 

Il Rotary Club Torino Lagrange, in collaborazione con il Comune di Torino, ha organizzato la proiezione sulla cupola della Mole Antonelliana di Torino – che si è tenuta dalle 18.00 del 23 ottobre alle 2.00 del 24 ottobre, lato via Po – del logo Rotary «End Polio Now», insieme al logo del Rotary International. Un evento di forte impatto, pensato per sensibilizzare il pubblico e raccogliere fondi a favore della lotta contro la Poliomielite, malattia altamente contagiosa che può causare paralisi e talvolta la morte, e che colpisce ancora soprattutto i bambini di età inferiore ai cinque anni in alcune parti dell’Africa e dell’Asia meridionale.

 

L’idea, realizzata in concomitanza con il 70° anniversario Onu per il quale la Mole si è illuminata di blu, nasce dalla volontà di abbinare il simbolo che più rappresenta la Città di Torino al progetto internazionale di maggior rilievo portato avanti dal Rotary International: la lotta contro il virus della Poliomielite. La cura definitiva di questa malattia non esiste, ma con soli 60 centesimi di dollaro di vaccino orale un bambino può essere protetto per tutta la vita. L’iniziativa Global Polio Eradication è portata avanti da un partenariato pubblico-privato che comprende anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i Centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’UNICEF e la Bill & Melinda Gates Foundation. “La nostra speranza – afferma Jonathan Bessone, Presidente del Rotary Club Torino Lagrange – è che il pubblico sia sensibilizzato su questo tema e, cogliendo questo messaggio d’impegno, si unisca al Rotary e ai suoi partner nello sforzo storico di eliminare definitivamente questa malattia”.

 

Il Museo del Cinema dedica una vetrina a Mario Celso, imprenditore valsusino

È stato l’inventore di uno strumento per raddrizzare la corrente e eliminare lo sfarfallio sullo schermo cinematografico

film cinema

Il Museo Nazionale del Cinema ha dedicato una vetrina permanente, inaugurata lo scorso 14 ottobre, a Mario Celso. Si tratta di un personaggio particolarmente noto ai Valsusini, perché fondatore della Irem, Industria Raddrizzatori Elettromeccanici, da anni leader nel mondo in questo settore. Ma forse non tutti sanno che è proprio questo imprenditore a dare un importante contributo all’innovazione tecnologica applicata al cinema, tanto da meritarsi,  nel 1992, il Premio Oscar Scientific and Technical Award “per il suo lavoro pionieristico nel progetto,  nello sviluppo e nella produzione di apparecchi per l’alimentazione degli archi a carbone, delle lampade Xenon e per gli accenditori usati nella produzione cinematografica”.

 

Nato a  Sant’Antonino di Susa nel 1917, lavorò come fresatore e aiuto recordista,  conoscendo famosi registi quali Goffredo Alessandrini e stringendo amicizia con Mario Soldati. Appassionato fin da ragazzo di elettrotecnica e di cinema, verso la fine degli anni Quaranta riuscì a concretizzare il suo sogno giovanile realizzando il primo raddrizzatore elettromeccanico per archi a carbone utilizzato per le proiezioni cinematografiche. Da questo primo raddrizzatore nascerà un linea completa di prodotti dedicata all’alimentazione e accensione delle lampade a scarica a gas. Dopo la seconda guerra mondiale iniziò la sua carriera imprenditoriale fondando la Irem e brevettando diverse apparecchiature tecnologicamente innovative.

 

A Mario Celso è anche stata intitolata, con una cerimonia tenutasi il 31 maggio del 2013, la nuova centrale idroelettrica Enel di Bardonecchia Rochemolles.  Infatti proprio il fondatore di Irem, con l’obiettivo di produrre energia pulita,  si è anche impegnato nella produzione di piccole turbine idroelettriche per produrre energia dall’acqua,  fonte rinnovabile e facilmente reperibile sul territorio della Val di Susa. Con la passione che ha sempre contraddistinto la sua intera esistenza, ha seguito personalmente la progettazione e l’installazione delle prime turbine idroelettriche,  facendo attenzione ad ogni piccolo dettaglio e studiando le soluzioni più idonee ed efficaci rispetto alla necessità di consumo ed alle caratteristiche del territorio. 

 

Oggi le microcentrali idroelettriche prodotte dalla Irem sono installate in tutto il mondo. L’impianto idroelettrico di Bardonecchia  è entrato in funzione nel 1921. La produzione avviata da Mario Celso, nei decenni, si è, così, arricchita con l’introduzione degli stabilizzatori a pressione, e, a partire dalla fine degli anni Ottanta, Irem ha presentato sul mercato una nuova gamma di prodotti destinati a ottimizzare la gestione degli impianti di illuminazione. Oggi, dopo il conferimento,  nel 1992 a Los Angeles,  del Premio Scientific and Technical Award,  giunge un nuovo importante riconoscimento da parte del Museo del Cinema di Torino. In collaborazione con la famiglia Celso, il Museo ha deciso di dedicare una vetrina a Mario Celso. Accanto alle foto e ai documenti realtivi alla cerimonia di premiazione dell’Oscar sono esposti i diversi modelli delle invenzioni di questo imprenditore valsusino, a partire dal primo  esemplare datato 1946 fino a quello elettronico per lampade allo Xenon, in uso oggi.

 

 Mara Martellotta

Equilibrio di genere nelle Regioni, l'odg di Laus

I presidenti  intendono “farsi parte attiva perché ciascun Consiglio approvi i necessari provvedimenti legislativi in materia elettorale per sancire il principio di parità, se ancora non recepito”

 

consiglio lascarisAssicurare l’equilibrio di genere nelle leggi elettorali regionali: è questo l’obiettivo di un ordine del giorno, proposto dal presidente Mauro Laus, approvato dall’Assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, che si è svolta a Milano il 22 ottobre. Oltre al Coordinatore, presidente Franco Iacop (Friuli Venezia Giulia), e al presidente del Consiglio lombardo Raffaele Cattaneo, erano presenti i presidenti Piero Lacorazza (Basilicata), Nicola Irto (Calabria), Simonetta Saliera (Emilia-Romagna), Francesco Bruzzone (Liguria), Antonio Mastrovincenzo (Marche), Vincenzo Niro (Molise), Mauro Laus (Piemonte), Giovanni Ardizzone (Sicilia), Donatella Porzi (Umbria), Marco Vierin (Valle d’Aosta), i vicepresidenti Roberto Bizzo (Bolzano) e Giuseppe Longo (Puglia).

 

 “All’approvazione della proposta di legge nazionale, oggi all’esame della  Camera – spiega Laus   nelle nostre Regioni nessun intervento legislativo in materia elettorale potrà prescindere dalla parità di genere. Ma resterà la zona grigia dell’immobilismo. Nessun obbligo sarà previsto infatti per quelle assemblee che non intendano modificare le norme vigenti nel loro territorio ed è proprio qui che si inserisce il dispositivo del mio ordine del giorno. Con il via libera all’atto di indirizzo la Conferenza ha inteso spronare le Regioni ad attestarsi spontaneamente sui migliori standard in materia di parità e tra queste il Piemonte da troppo attende un’iniziativa di legge”.

 

 Il documento proposto da Laus punta infatti a garantire l’equilibrio di genere nei Consigli regionali, anche in vista del fatto che è in discussione in Parlamento un disegno di legge, giunto ormai a fine corsa, sui principi fondamentali da recepire nelle leggi elettorali delle Regioni.

Condividendo “il principio sotteso alla proposta parlamentare di incentivare gli strumenti atti a permettere alle donne e agli uomini le stesse opportunità di accesso alle competizioni elettorali a livello regionale”, sulla base dell’ordine del giorno i presidenti  intendono “farsi parte attiva perché ciascun Consiglio approvi i necessari provvedimenti legislativi in materia elettorale per sancire il principio di parità, se ancora non recepito”.

 

Il testo del documento:

 

 ORDINE DEL GIORNO MISURE PER EQUILIBRIO DI GENERE NEI CONSIGLI REGIONALI

 

 I Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riuniti in Assemblea plenaria a Milano il 22 ottobre 2015

 CONSIDERATO CHE

–           il momento storico attuale è cantiere di grandi cambiamenti istituzionali per il Paese e per il nostro sistema di democrazia rappresentativa;

–           espressione di una democrazia pienamente compiuta è certamente una presenza femminile nelle Istituzioni tale da permettere una rappresentanza equilibrata dei sessi ed una pari opportunità per donne e uomini di essere protagonisti nelle scelte sociali e politiche decisive per la collettività;

–           l’impegno riformatore di questa fase storica può animare le migliori energie della politica, della società civile e dell’economia e permettere alle Istituzioni di selezionare le classi dirigenti ampliando il bacino di concorrenza con le risorse, competenze e abilità detenute dalla parte femminile e maggioritaria della popolazione;

–           la sfida comune da parte delle assemblee legislative regionali è stata accolta già a seguito delle elezioni regionali del 2010 con il Forum nazionale delle Elette conclusosi con l’impegno di trasformare l’esito del dibattito in interventi comuni da portare avanti nei Consigli regionali;

–           molte Regioni hanno modificato le discipline elettorali e previsto meccanismi di incentivazione e, in questo modo, la presenza femminile nelle assemblee legislative regionali è passata dal 12% nel 2010 al 17,5% nel 2015;

–           il tendenziale processo di rafforzamento della presenza femminile nelle assemblee legislative – ma non ancora vicino all’equilibrio di genere – seppur connesso ad una pluralità di fattori da considerare a seconda dei contesti in cui operano, non può prescindere da strumenti anche elettorali capaci di rimuovere gli ostacoli che impediscono la pari effettività tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive.

 TENUTO CONTO CHE

–           la Costituzione affida alla Repubblica il compito di promuovere la pari opportunità tra donne e uomini ed alle leggi regionali il compito di promuovere «la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive» e rimuovere «ogni ostacolo che impedisce la piena parità delle donne e degli uomini nella vita sociale, culturale ed economica»;

–           tutte le Regioni hanno inserito disposizioni statutarie di principio e specifiche previsioni normative nelle leggi elettorali tesi alla promozione dell’equilibrio di genere;

–           passi avanti in tale direzione sono stati fatti negli ultimi tempi dalla legge 23 novembre 2012, n. 215, che inserisce tra i principi fondamentali che devono ispirare le legge elettorali regionali anche la «promozione della parità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l’accesso del genere sottorappresentato alle cariche elettive»;

–           nell’ultima legislatura la legge 65/2014 di modifica del sistema elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, la legge 52/2015 sul nuovo sistema elettorale della Camera dei deputati e la legge 149/2013 di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti hanno introdotto nuove disposizioni volte a garantire l’effettività di una competizione equilibrata tra donne e uomini a livello nazionale ed europeo.

 VISTE

–           le proposte di legge all’esame del Parlamento su più stringenti princìpi fondamentali dettati dalla legge 165/2004;

–           la proposta di legge di riforma costituzionale all’esame del Parlamento che  modifica l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, affidando in modo esplicito alla legge statale la determinazione dei principi fondamentali per promuovere l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.

 

RITENUTO

–           che nel rispetto delle competenze dello Stato, le Regioni concorrono con tutti gli enti costitutivi della Repubblica alla realizzazione della democrazia paritaria e allo sviluppo di un sistema ispirato ai principi della eguaglianza sostanziale e delle pari opportunità;

–           che nell’assetto costituzionale la parità di accesso alle cariche elettive è un principio assolutamente meritevole di tutela e deve essere promosso e garantito da parte del legislatore statale e regionale;

–           che nell’accesso alle proprie cariche elettive le Regioni sono chiamate a creare le condizioni per la realizzazione di una effettiva parità di occasioni per donne e uomini, implementando le doverose azioni volte a realizzare una democrazia sostanzialmente paritaria;

–           che la scelta del sistema elettorale regionale consente al legislatore anche la scelta tra i vari e diversificati mezzi rivolti al riequilibrio e al raggiungimento dell’eguaglianza sostanziale, fermo restando che il risultato finale debba essere effetto delle libere scelte degli elettori, a cui la legge offre strumenti utilizzabili a loro discrezione (Corte cost. sentenza n. 4/2010).

 RILEVATO

–           che le leggi elettorali regionali che sono state approvate hanno disposto meccanismi volti alla promozione delle pari opportunità con diversi livelli di intensità;

–           che la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive costituisce innanzitutto una questione di civiltà giuridica e sociale e, conseguentemente, dovrebbe essere superfluo o ridondante inserire in legge il principio dell’equilibrio di genere

 CONDIVIDONO

il principio sotteso alla proposta parlamentare di incentivare gli strumenti atti a permettere alle donne e agli uomini le stesse opportunità di accesso alle competizioni elettorali a livello regionale;

 RITENGONO

conformemente alle competenze legislative che la Costituzione vigente attribuisce, di farsi parte attiva perché ciascun Consiglio regionale approvi i necessari provvedimenti legislativi in materia elettorale per sancire il principio di parità, se ancora non recepito.

Giovane pedone muore schiacciato da un taxi

polizia pedone

Nella notte tra via XX Settembre e via Arcivescovado

 

La polizia municipale ne ha dato notizia questa mattina su Twitter: un ragazzo di 28 anni, Morris Divorziati, residente a Ciriè, è morto travolto da un taxi finito sul marciapiede dopo un violento scontro nella notte nel centro di Torino, all’incrocio tra via XX settembre e via Arcivescovado. Il taxi guidato da un 22enne si è scontrato con una Fiat 500 condotta da un diciannovenne. Insieme alla vittima c’era un 27enne napoletano, ora  ricoverato in prognosi riservata al Cto.

IL COMUNE PROCEDE CON LA PRIVATIZZAZIONE DEL "PARCO MICHELOTTI"

Riceviamo e pubblichiamo

 

“COME SI SOSPETTAVA, AL BANDO DI GARA HA PARTECIPATO UN SOLO SOGGETTO : LO “ZOOM” DI CUMIANA. NE CONSEGUE CHE I CITTADINI SI TROVERANNO ESPROPRIATI DI UN LORO BENE E CON UN NUOVO ZOO CON ANIMALI “DA FATTORIA” IN CASA.TUTTO QUESTO AVVIENE IN QUELLA CHE VUOL SEMBRARE ESSERE LA “CIVILISSIMA” TORINO”

 

ZOO LEONELo scorso 14 ottobre, in Comune si è proceduto all’apertura delle buste inviate dai partecipanti al bando di gara per la “Concessione per valorizzazione” dell’area dell’ex zoo all’interno del “Parco Michelotti”, da cui é emerso che è stata presentata una sola offerta, quella di “Zoom”, già tristemente noto per gestire il “Bioparco” di Cumiana (TO), dove sono detenuti animali provenienti da ogni parte del mondo, ovviamente contro la loro volontà, a scopo di lucro, con la mercificazione delle loro esistenze.Dai giornali apprendiamo che l’Assessore Lavolta si è congratulato del fatto che “Zoom” abbia deciso di partecipare al bando per riqualificare un’area da trent’anni chiusa, inanellando – una dopo l’altra – tutta una serie di inesattezze e di omissioni e confermando che non poteva essere altrimenti:

 

  • il parco non è stato chiuso e lasciato degradare da trent’anni da un’entità aliena : è stato CHIUSO dal Comune e lasciato al degrado, espropriando ai cittadini la possibilità di fruirne;

  • diversi soggetti, come dichiarato dallo stesso Assessore Lavolta, avevano presentato, nel corso degli ultimi anni, altri progetti di riutilizzo dell’area, che, però, non sono stati mai resi pubblici e neppure discussi. Anzi, in Assessorato affermano addirittura di non sapere dove siano finite quelle “manifestazioni di interesse“: come mai?

  • come conferma la cronaca, a questo bando non poteva che partecipare un solo soggetto, quello che di fatto ha poi partecipato, viste le ben determinate specifiche richieste.

Contestualmente troviamo assolutamente inconcepibile ed assai di cattivo gusto che si attribuisca a “Zoom” anche il ruolo di “educatore e sensibilizzatore ambientale”, cioè ad un soggetto che non ha il fine di difendere gli habitat e, quindi, gli animali e gli umani che lì vi abitano, ma ha solo l’obiettivo di RICREARE DEGLI AMBIENTI FALSI, DOVE POTER COLLOCARE DEGLI ANIMALI, COME SE FOSSERO IN UN VIDEOGIOCO, e di guadagnare lautamente da queste simulazioni. Quindi, attribuire a “Zoom” questo importante ruolo sociale e sperare che lo svolga al meglio, è insultare l’intelligenza e la sensibilità delle persone!

 

Altrettanto scandaloso e mistificante è ritenere che senza animali esotici uno zoo non sia uno zoo; una prigione è una prigione, sia per un leone che per una mucca, anche senza le minuscole gabbie : chi crede veramente che un leone non viva meglio in una savana africana ed una mucca in un pascolo alpino piuttosto che in una sedicente “Zoom City” ? Ancora, una farfalla o un serpente preferirebbero vivere in una stanza ed in una teca oppure liberi nei loro habitat ? Quale specie animale si individua, poi, come “fauna tipica fluviale” da relegare al secondo piano del “rettilario” ? Non è che, oltre alle “scatole” (teche) per i rettili, siano previste anche delle “bocce” per i pesci, magari presi dal fiume Po?E che cosa insegneranno ai bambini, che è giusto imprigionare altri esseri viventi ed usarli come oggetti solo per guadagnarci?Inoltre, come si fa a ritenere che gli animali possano vivere in condizioni di benessere in un luogo così urbanizzato, tra congestionate arterie stradali, smog e rumori di ogni tipo (dai botti ai concerti, dalla movida allo sfrecciare delle automobili)?

 

Certi nostri amministratori pubblici non considerano, per le loro decisioni, neppure alcuni tragici recenti episodi, come quello accaduto lo scorso 7 giugno presso il “CANC” (Centro Animali Non Convenzionali) di Grugliasco (TO), dove, durante i festeggiamenti con i botti, alcuni animali, precedentemente salvati, sono poi morti per i botti, trovandosi ristretti, anche se per essere curati, in ambienti a loro non consoni.Riteniamo pertanto che, per tutti questi motivi, tale progetto sia altamente diseducativo e sia da abbandonare al più presto, considerato anche il fatto che migliaia di persone condividono tale nostraposizione, come dimostrano ampiamente le firme apposte alla petizione contro la riapertura di uno zoo mascherato da “bioparco”.Ma purtroppo l’imbroglio non è finito qui, perché questa ipotesi di sfruttamento di altri esseri senzienti è fondata sulla privatizzazione di un’area pubblica di proprietà di tutti noi cittadini.

 

Il Comune di Torino, in sostanza, ha sentenziato che un parco – per essere vivo – invece di essere aperto alla libera fruizione dei cittadini, deve essere privatizzato, e perché sia redditizio (solo, beninteso,per chi fa l’operazione), è necessario che al suo interno si insedino attività commerciali, ricettive e di ristorazione (come da Delibera); che poi sia concesso in modo esclusivo per 30 anni ai gestori di tali attività e che, ciliegina sulla torta, per accedervi occorra pagare un biglietto!

 

Tutto questo per la modica, risibile cifra base annua di 58.540 € per ben 32.000 mq, ovvero 1,829 euro al mq., di ricavo per il Comune di Torino.

Essendoci stato un solo partecipante, riteniamo, infatti, che la cifra offerta si discosterà pochissimo da quella di base. A fronte di tali semplici considerazioni, è evidente che, nella vicenda, non esiste un interesse pubblico e che l’unica valorizzazione che si intravede, riguarda solo il portafoglio del vincitore della gara ! Dove è, inoltre, il rispetto della prevista finalità dell’individuazione di nuove funzioni, in linea con le esigenze della collettività?Con meschine scuse contabili, si continua a privare i cittadini dei loro beni e del diritto di godere della Città e della loro qualità della vita, privatizzando e mercificando ora anche il loro tempo libero nelle aree verdi.

 

Chiediamo agli Assessori Passoni e Lavolta di pubblicare i costi annui di manutenzione del Parco, così che la cittadinanza possa valutare il suo impatto percentuale sul bilancio totale delle aree verdi ed a quanto ammonti tale importo sul totale dei contribuenti.Chiediamo all’Assessore Passoni se, per una cifra così ridicola, che non servirà certamente a rimpinguare le ristrette casse comunali, si possano svendere i diritti dei cittadini e segnare negativamente il destino di molti altri esseri viventi.Chiediamo agli Assessori Passoni e Lavolta di fare un atto di coraggio : destinare gli introiti derivanti dal Michelotti alla gestione di una nuova “Cascina Falchera“, cioè rimodulata senza la presenza di alcun animale.

 

Chiediamo agli Assessori Passoni e Lavolta perché – per rilanciare il parco – il Comune non potesse proporre una collaborazione con Associazioni (formali e non) animaliste ed ambientaliste per realizzare un vero progetto di educazione ambientale ed animale, SENZA FINI DI LUCRO, utilizzando le competenze e le capacità del personale comunale che si occupa e si è occupato di laboratori scolastici, che hanno rappresentato un fiore all’occhiello per le precedenti Amministrazioni comunali.Questo sì che sarebbe stato un bel progetto per la “civilissima” Torino!

 

Chiediamo, quindi, al Sindaco FASSINO che il Comune abbandoni subito questo aberrante progetto di “Concessione per valorizzazione”, che non convalidi l’unica offerta pervenuta e che il “Parco Michelotti” rimanga per sempre pubblico e liberamente fruibile dai cittadini, senza permettere, inoltre, l’arrivo di altri animali, oltre a quelli che già, secondo natura, vi abitano o vi transitano. Ribaltiamo l’attuale risultato – ZOOM : 1 – TORINO : 0 – ricordandoci che, alle prossime consultazioni amministrative, gli attuali politici potrebbero non essere più rieletti, mentre l’orrore/errore della loro decisione, affrettata e sbagliata, si trascinerà per i prossimi 30 anni.

 

Associazioni che compongono il “Coordinamento No Zoo”:

Oltre la specie Onlus; L.I.D.A. (Lega Italiana per i diritti degli animali); Pro Natura TorinoLAV (Lega AntiVivisezione); L.N.D.C. (Lega Nazionale per la Difesa del cane); Le Sfigatte onlusO.I.P.A. Italia onlus(Organizzazione Internazionale Protezione Animali); Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori – Comitato torinese; M.E.T.A.- Sezione di Torino; Progetto Sirio; Coordinamento Antispecista torinese; S.O.S. Gaia.

Sindacati uniti scendono in piazza sotto la Mole contro la "buona scuola" di Renzi

scuola corteo

“Vogliamo un cambiamento radicale della legge”, dicono i rappresentanti dei lavoratori:  “Abbiamo voluto fare questa manifestazione in piazza per dare un senso di coralità” 

 

Tutte le sigle sindacali hanno aderito alla manifestazione svoltasi in piazza Castello in segno di protesta contro la riforma della “buona scuola” del governo Renzi. Al di là della partecipazione limitata di circa 150 persone, come riporta l’agenzia Ansa, è significativa la compattezza sindacale su questo tema. “Le riforme Moratti e Gelmini sono state approvate e poi bloccate con la terza faremo lo stesso”. Così il segretario nazionale Flc-Cgil, Luigi Rossi, “Vogliamo un cambiamento radicale della legge”, dicono i sindacati:  “Abbiamo voluto fare questa manifestazione in piazza per dare un senso di coralità”. La nuova forma di protesta fa seguito a quella delle scorse settimane da parte degli  studenti delle superiori torinesi che hanno sfilato per le vie del centro e anche in periferia. Una trentina di universitari degli Studenti Indipendenti e di Alterpolis avevano anche occupato il gasometro dell’Italags di corso Regina Margherita. La protesta era stata organizzata contro l’affidamento a  imprese private della costruzione e la gestione della nuova “casa dello studente” nel polo universitario del campus Luigi Einaudi: “Il progetto del Comune – sostengono gli universitari – è solo propaganda che nasconde una speculazione edilizia facendola sembrare un’attività a beneficio degli studenti.

 

   

Voce del verbo moda, ultimo giorno al Circolo dei Lettori

In scena il racconto della moda attraverso un fitto programma di incontri, workshop, itinerari, progetti e confronti, con grandi ospiti italiani ed internazionali

 

moda2Il tessuto – e il suo possibile futuro con l’avanzare della tecnologia – è la chiave di lettura della 3° edizione di “Voce del verbo moda”, la rassegna organizzata dal Circolo dei lettori di Torino, che dal 22 al 25 ottobre trasforma il capoluogo subalpino in una runway su cui sfilano designer, stilisti, imprenditori, costumisti, scrittori, storici del costume,  fotografi, antropologi e chef.   In scena il racconto della moda attraverso un fitto programma di incontri, workshop, itinerari, progetti e confronti, con grandi ospiti italiani ed internazionali; lungo 4 giorni dedicati alla “sapienza dell’intreccio” ovvero ai passaggi che dal filato portano al prodotto finito, che non è solo il risultato di materie prime e chimica, ma alchimia di conoscenze, storia e persone.

 

Il viaggio inizia giovedì pomeriggio, con “Fashion Pills”, maratona aperta al pubblico (dalle 17 alle 20,30). Coinvolge 20 boutique del centro che, tra eventi e performance, reinterpretano il tema della rassegna. Un appuntamento irrinunciabile per le fashion victim che potranno imparare l’uso creativo del  foulard, creare la trama personalizzata del loro occhiale, scoprire storia e creatività del marchio spagnolo Camper nella rassegna fotografica di Bertolini&Borse, assistere alla realizzazione dal vivo dell’iconico tubino nero dello stilista Walter Dang, diventare protagoniste di uno shooting fotografico in cui indossare gioielli pensati per l’occasione…e tanto  altro ancora. Poi tutti all’inaugurazione ufficiale, alle 21, al Circolo dei lettori con il fotografo di moda Giovanni Gastel (nipote di Luchino Visconti) in “La fotografia: un viaggio verso la meraviglia”.

 

Nei giorni a seguire non resta che scegliere tra:

 

-“Storie sul  filo”, incontri e conversazioni dedicati al tessuto. Tra i protagonisti: la Factory Missoni che da sempre accarezza la filosofia  dell’intreccio tra colori e filati; la designer indiana Asha Sarabhai che collabora con Issey Myake e difende la tradizione del Khadi (il tessuto lavorato interamente a mano, tipico della sua terra); Daniel Roher, project e product manager della nuova linea di tessuti “F-ABRIC” (del brand svizzero “Freitag”); il dialogo a tre voci delle stiliste di ricerca Genevieve Xhaet, Laura Strambi e Paola Volpi che confrontano le loro visioni sumoda3 copricapi e turbanti ispirati agli anni 20, abiti in fibre rigorosamente ecofriendly e biologiche, gioielli che rimandano alla trama del tessuto.

 

Invece, come fare impresa lavorando tessuti con macchinari degli anni 50 lo racconta il collezionista e imprenditore tessile Giovani Bonotto che svela la sua filosofia aziendale e si  confronta con  la curatrice di arte contemporanea Caroline Corbetta;  mentre sei grandi aziende raccontano il genoma dell’eccellenza biellese nei filmati di  “St.Of.Fa. Stories of fashion”.

 

-“Non solo stoffa” è la panoramica a 360° su stile e moda che coinvolge varie discipline: dal cinema alla fotografia passando per la letteratura. Tra gli appuntamenti, quello con il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Luca Guadagnino e i suoi “Fashion Films”, ovvero pillole cinematografiche che raccontano la moda, al Cinema Classico (piazza Vittorio Veneto) e introdotte dal direttore del Museo Nazionale del Cinema Alberto Barbera.

 

Di tempo, moda e linguaggi (tra scrittura, musica e cinema) discettano invece il regista Andrea Jublin, lo scrittore e bassista Marco Malvaldi e la scrittrice Letizia Muratori, coordinati dalla giornalista Nicoletta Polla Mattiot. Da non perdere poi “Un eterno istante. Angeli caduti” 22 immagini di Giovanni Gastel in mostra all’Ersel (Piazza Solferino, dal 23 ottobre al 20 novembre).

 

-Massima contemporaneità per il progetto “Denim street style” che racconta come il camaleontico  denim venga indossato tutti i giorni e lo fa con le foto on the road degli studenti di alcune scuole di formazione sulla moda (di Torino, Milano e Bologna). Gli scatti più interessanti saranno mostrati domenica (25 ottobre, ore 15,30) nell’incontro  “Finchè  c’è jeans…c’è speranza” e commentati dal direttore creativo di Diesel (azienda leader del settore) Maurizio Crivellari. 

 

moda1La liaison tra moda e cibo è poi al centro dell’appuntamento “Couture Kitchen” che  domenica mette a confronto lo stilista Walter Dang, l’esperta di cibi e vini Eleonora Guerini e il giornalista Luca Ferrua.

 

– Ma “Voce del verbo moda” continua anche nei percorsi museali dedicati all’impiego del tessuto nei secoli e realizzati in collaborazione con Palazzo Madama, Museo Egizio e MAO; nei workshop per adulti e bambini in cui apprendere la storia, le tecniche di lavorazione e l’ impiego dei tessuti, o con uno sguardo all’oriente nel “Japanese  Wrapping” dedicato alla tecnica “furoshiki” di “incartare i regali con il tessuto”.

 

E last but not least: il Circolo dei lettori dilata il clima di “Voce del verbo moda” in alcuni itinerari  di stile che (tra fine ottobre e inizio dicembre) condurranno in aziende sia italiane che straniere. Tra le mete: il Museo Maga di Gallarate e a Zurigo la fabbrica  Freitag che ha reinventato l’uso di teloni di camion, airbag e camere d’aria adattandoli agli accessori moda.

 

Laura Goria

 

Informazioni sul programma completo su: www.circolo lettori.it