redazione il torinese

Al Poli il ministro Giannini conferma l'impegno per Architettura a Torino Esposizioni

poli anno accdemico 2016Nuovo bando per dottorati di ricerca: 1.300 euro netti mensili per l’importo delle borse, il più alto tra le Università pubbliche in Italia. Investimento complessivo di 2,6 milioni di euro l’anno. Il budget per i dottorati è aumentato del 50% rispetto all’anno scorso

 

Superchiampa fa i miracoli? Sì, secondo il ministro: “Tolgo la maglia nera che avevo dato alla Regione Piemonte: i dati a cui mi riferivo erano fermi  al 2014, ma in un solo anno di amministrazione di Sergio Chiamparino la posizione è decisamente cambiata. E’ infatti passata  dal 52% all’85% nell’assegnazione delle risorse per le borse di studio universitario”. Il titolare dell’Istruzione Stefania Giannini ha fatto queste dichiarazioni a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico.”Non è ancora la maglia rosa ma certo è un grande balzo in avanti”, ha aggiunto.

 

Ma la vera notizia (ora ufficiale) è che il ministero dell’Università collaborerà finanziariamente alla realizzazione del Polo di Architettura e Design a Torino Esposizioni. Lo stesso ministro  Giannini  ha confermato l’impegno nell’ambito dell’l’intervento che, complessivamente, costerà circa 100 milioni. Il Poli ne ha già stanziati 10.

 

Alla cerimonia il sindaco di Torino Piero Fassino ha intanto invocato “un sostegno forte dello Stato e del ministero dell’Istruzione. E’ necessario superare il blocco del turnover, inadeguato e contraddittorio con gli obiettivi che ci poniamo, obiettivi di sviluppo della ricerca e dell’università. Il Politecnico è un punto di eccellenza del sistema universitario di questa città e del Paese. E’ il cuore della strategia che punta a fare di Torino una città universitaria”.

 

Il Politecnico, nel frattempo,  avvia  un nuovo bando per dottorati di ricerca, definendo 1.300 euro netti mensili per l’importo delle borse, il più alto tra le Università pubbliche in Italia: l’investimento complessivo è di 2,6 milioni di euro l’anno. Il budget per i dottorati è aumentato del 50% rispetto all’anno scorso. 

 

Uno dei ricercati della Audi gialla si presenta in questura a Torino: "Sono innocente"

audi giallaDice di voler chiarire quello che secondo lui è stato un errore, in relazione alle foto apparse sul web  

 

Si è presentato spontaneamente alla questura di Torino uno dei ricercati  nella vicenda della Audi gialla. Dice di voler chiarire quello che secondo lui è stato un errore, in relazione alle foto apparse sul web. L’uomo è un albanese di 32 anni e afferma che anche le altre due persone ritratte nelle fotografie diffuse sono estranee ai fatti. L’Ansa informa che secondo i social network lui sarebbe uno dei  tre ricercati. E’ senza permesso di soggiorno e lo scorso 13 gennaio avrebbe dovuto lasciare il territorio nazionale entro sette giorni, ed è  stato trattenuto al Cie di corso Brunelleschi. Avrebbe spiegato alla polizia che conosce anche le altre due persone riprese nelle foto scattate presso un distributore nel Nord Est e circolate in rete: due albanesi che, sostiene, oggi si trovano nel loro Paese e uno sarebbe in carcere. la polizia avrebbe accertato che è rimasto sempre a Torino.

Malosti ripropone L’Arialda di Testori con i diplomati della Scuola per Attori dello Stabile

arialda 22arialda 23Le vicende dell’Eros e del suo amore non sporcato per il giovane Lino, a distanza di più di cinquant’anni, non intorbidano più nessuna sensibilità. Ma rimangono vive e vitali, come quelle dell’Arialda con tutto il suo desiderio d’amore, cercato e sempre negato

 

Ancor tempo prima una decina danni di frastornare il mondo letterario e teatrale del nostro paese con un terremoto linguistico che lo portò alla scrittura della “Trilogia degli Scarrozzanti”, con un insieme di fusioni, di storpiature, di termini disinvoltamente slungati o ridotti o imbruttiti, tra dialettismi lombardi o francesismi addomesticati (Giovanni Raboni lo definì “il più instancabile sperimentatore della letteratura italiana di questi ultimi decenni”), Giovanni Testori critico darte tra i più raffinati, amante di aree ben precise, tra Piemonte e Lombardia, poeta, romanziere e omosessuale colpevolizzato incrociò con il testo dell’Arialda la stretta democristiana degli Andreotti, dei Scelba, dei Gronchi (Morelli, Stoppa e Orsini che, nel tentativo di chiarire e di liberare una situazione senza via d’uscita, salgono al Quirinale da un Presidente che si rifiuta di riceverli) e l’accusa di oscenità, incorrendo in censure, in riduzioni, in ostacoli, in quelle cancellazioni che alla ripresa milanese impedirono alla commedia di andare in scena. Così per il palcoscenico; e così per il cinema, dal momento che la stessa autorità s’accanì sulle immagini di Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, risultato della collaborazione tra il regista e lo scrittore, essendo alla radice del film Il ponte della Ghisolfa e La Gilda di Mac Mahon, insieme all’Arialda tasselli di quell’affresco che sono I segreti di Milano.

 

I tempi sono cambiati, il nome di Testori s’è anche per troppi annebbiato e le vicende dell’Eros e del suo amore non sporcato per il giovane Lino, a distanza di più di cinquant’anni, non intorbidano più nessuna sensibilità. Ma rimangono vive e vitali, come quelle dell’Arialda con tutto il suo desiderio d’amore, cercato e sempre negato, con il suo mondo abitato dai morti in cui rifugiarsi, come quelle del Gino, con la sua giovanile irruenza, o del maturo Candidezza, che portano attraverso un nebbioso panorama dell’hinterland milanese, fatto di strade e prati e cavalcavia come pure di stanze spoglie che s’affacciano sui lunghi ballatoi, come di palestre o bar fumosi, ad una rete fitta e umanissima di amori scabrosi, frettolosi, feroci e colti nell’inganno. Un presepe ferito di figurine che palpitano anche nell’ipocrisia, nella ferocia, negli atti finali di una vita sconvolta, nel desiderio fatto di bene e di male d’affermarsi, nei fantasmi tangibili (certe situazioni sentono l’influenza di Pirandello) che nel loro essere invisibili costruiscono un attimo di reale presenza.

 

Ha fatto bene Valter Malosti a riproporre il testo, a farne sentire ancora oggi la bellezza della scrittura, a immergerlo nel vuoto che è il palcoscenico delle Fonderie Limone di Moncalieri, soltanto lo scheletro di una porta a delimitare entrate e uscite, alcune soltanto, qualche tavolo, qualche sedia, ha fatto bene a giocare con la prepotenza di quei corpi (anche per immagini, l’armoniosità di certe Deposizioni lascia segni nella memoria) e di quelle voci, facendo quasi scontrare un personaggio con l’altro e riuscendo a creare un grandioso affresco di lotte, di rancori, di fragili vittorie e di sottomissioni. Tutto questo con l’apporto dei diplomati della Scuola per Attori del Teatro Stabile torinese da lui stesso guidata, alcuni fattisi apprezzare su differenti gradi in recenti spettacoli fatti in casa e qui desiderosi di mettersi in gioco totalmente. Qualcuno, se le rose fioriranno, sarà da tener d’occhio nelle stagioni a venire. Ricordiamo tra tutti Beatrice Vecchione che è una fervida Arialda, tutta la forza e la sfrontatezza di Matteo Baiardi (Gino), Roberta Lanave, Gloria Restuccia e la efficace prova di Camilla Nigro, buttatasi senza risparmio nel personaggio di Mina. Si replica sino a domenica 31 gennaio.

 

 (Foto: A. Macchia)

Elio Rabbione

Finge rapina da 25mila euro per pagare debiti di gioco

carabinieri bloccoI carabinieri hanno trovato l’intera somma di denaro

 

Nei giorni scorsi aveva denunciato una rapina nell’agenzia di scommesse di Trofarello, in cui lavora. Ma  era tutto falso.  Cercava di nascondere una grossa perdita al gioco e di impossessarsi di 25mila euro. A casa del dipendente infedele, un italiano di 25 anni, i carabinieri – informa l’Ansa –  hanno trovato l’intera somma di denaro. Il giovane è stato denunciato per simulazione di reato e appropriazione indebita.

Il vino bio conquista i consumatori europei

VINO BIOGARAU2IL MONDO DEL BIO /

di Ignazio Garau*

 

Quasi il 35% degli Europei beve vini bio. Il 50,5% dei consumatori regolari di vini bio sono donne, il 23% dei consumatori hanno meno di 35 anni, mentre il 59,6% dei consumatori considerano l’ambiente come una priorità e l’86,9% dei francesi che comprano vini bio sono disposti a spendere di più pur di preservare l’ambiente.

 

Lo rivela un’indagine di Sudvinbio, l’associazione nata dai produttori bio della Languedoc-Roussillon nel 1991, oggi in prima fila nella promozione dei vini bio con il salone Millésime Bio (che si svolgerà a Montpellier dal 25 al 27 gennaio prossimi). Il sondaggio ha interessato 4 paesi: la Francia, la Germania, il Regno Unito e la Svezia.

 

Nello studio Sudvinbio mancano dati sui consumi italiani, ma possiamo affermare che quelli registrati nei quattro paesi interessati dalla ricerca evidenziano una tendenza generale che si riscontra un po’ in ogni dove, pur se con percentuali diverse: dall’Europa, agli Stati Uniti, all’Asia, dove il Giappone in particolare da molti anni è un mercato di sicuro interesse per i vini bio italiani, ma anche la Cina, da un po’ di tempo a questa parte, è diventata curiosa delle nostre produzioni biologiche e non è raro trovare i vini dei nostri produttori sugli scaffali dei negozi in molte città.

 

In un’analisi Wine Monitor – Nomisma su dati FIBL – predisposta in occasione di Vinitaly 2015 – emergeva, infatti, uno sviluppo della viticultura biologica pari a +235% in Europa e +273% nel mondo, nel periodo 2002/2013. Nel 2015 in Italia, sempre secondo Wine Monitor – Nomisma, il tasso di penetrazione del vino bio è stato in netta crescita: il 16,8% degli italiani (18-65 anni) ha consumato, in almeno una occasione un vino a marchio bio. Balzo importante se si pensa che nel 2013 il consumo di vino bio coinvolgeva il 2% della popolazione e nel 2014 l’11,6%.

 

Lo studio Sudvinbio 2015 conferma che il vino biologico esce dal consumo di nicchia e conquista l’interesse dei consumatori in Europa, dove il 34,9% dei wine lover dichiara di aver bevuto almeno una volta una bottiglia di buon vino bio, incontrando il maggior gradimento tra le donne e tra i giovani. Emerge anche un altro dato interessante: in Europa il paese in cui il vino è più popolare  non è la Francia, come in tanti avrebbero pensato, ma bensì la Svezia, dove il vino è apprezzato dal 72,5% della popolazione, mentre in UK la percentuale é del 71%. In Francia la percentuale si attesta al 69,5%.

 

Il 51,2% degli svedesi consuma vino biologico, contro il 35,8% dei francesi, il 31,5% dei tedeschi ed il 21% degli inglesi, ma le percentuali sono ben diverse se si considerano solo i consumatori abituali, con i vini bio scelti dal 40,4% dei francesi, dal 35,1% degli inglesi, dal 26,7% degli svedesi e dal 23% dei tedeschi.

 

Il 59,6% degli appassionati considerano l’ambiente come una priorità, con i picchi di Francia e Svezia e le eccezioni di Germania e Regno Unito, dove la scelta del vino bio è legata principalmente a una questione di palato. I consumatori abituali di vini bio, infine, sono disposti (86,9% in Europa) a pagare fino a 1,20 euro in più per una bottiglia di vino bio ed è proprio il prezzo il limite principale indicato dai wine lover francesi, mentre nel resto del Continente il vero ostacolo è la scarsa conoscenza dei vini bio.

 

In ciascuno dei paesi oggetto dello studio, la preoccupazione per la tracciabilità alimentare riguarda la grande maggioranza degli intervistati (77,8% degli europei). Inoltre, il 69,4% degli europei sono preoccupati per il futuro del pianeta e il 60,4% ritiene che il biologico è la soluzione migliore per la salute.

 

I consumatori, in generale, sentono l’esigenza di avere maggiori informazioni sul vino biologico e di essere sicuri sulla qualità e l’origine del loro cibo.Per ritornare all’Italia, Il concorso Biodivino, che nel 20015 è giunto alla sua XII edizione, è un osservatorio dal quale si è potuto assistere alla crescita costante sia del numero delle aziende certificate, sia della qualità dei vini bio.

 

Il nostro paese è ai primi posti nel mondo per la produzione di vino bio, al secondo posto per superficie vitata in Europa, dopo la Spagna, con dati e numeri, appunto, in costante aumento: crescita di aziende e di superfici, ma soprattutto crescita di attenzione da parte dei consumatori. Il successo e l’interesse nei confronti del vino bio sono legati all’ottimo posizionamento in termini di qualità, percepita superiore rispetto ai vini convenzionali dal 49% dei consumatori (un ulteriore 45% giudica la qualità dei 2 prodotti identica). Tale valutazione diventa ancor più forte tra chi consuma vino bio: il 68% degli user considera superiore la qualità dei vini a marchio bio.

 

I dati del 2014 ci dicono che gli ettari destinati alla viticoltura bio in Italia ammontano a oltre 72 mila ettari, aumentati del 6,5% rispetto al 2013, La superficie vitata biologica è arrivata a toccare l’11% di quella totale. Le cantine biologiche certificate in Italia sono circa 1.300 che vinificano, secondo metodiche definite dal Regolamento europeo sul vino biologico 203/2012, con una produzione di circa 4,5 milioni di ettolitri di vino bio.

La scelta della produzione biologica si conferma una carta vincente da giocare per il futuro della viticoltura.

 

 

* Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

 

JUVENTUS-ROMA 1-0: PERLA DI DYBALA. I BIANCONERI SI RIPORTANO A -2 DAL NAPOLI

juve romajuve bandiereRETE: st 32’ Dybala.

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner ( 21’ st Cuadrado), Khedira, Marchisio, Pogba, Evra; Dybala ( 40’ st Morata), Mandzukic. A disp. Neto, Audero, Caceres, Rugani, Sturaro, Alex Sandro, Padoin, Asamoah, Hernanes, Zaza. All. Allegri.

 

ROMA (3-4-2-1): Szczesny; Manolas, De Rossi, Ruediger; Florenzi (dal 48’ st Torosidis), Pjanic, Vainqueur (26’ S. Keita), Digne; Salah ( 45’ st Sadiq), Nainggolan; Dzeko. A disp. De Sanctis, Lobont, Castan, Gyomber, Totti, Iago Falque, Emerson. All. Spalletti

 

Il grande appuntamento tra Juve e Roma non delude. Una partita molto tattica e senza tante occasioni da gol. Solo nel secondo tempo Dybala, con una splendida giocata manovrata da Pogba, sblocca il risultato. La Juventus si è ben ripresa e resta piantata dietro il Napoli in lotta per lo scudetto, mentre la Roma sprofonda al quinto posto con 35 punti.

 

L’avvio è piuttosto blando, Spalletti stravolge la Roma in modo da limitare gli attacchi bianconeri il più possibile, ma già al decimo arriva il primo sussulto da parte della squadra di Allegri. Con una punizione dal limite, Dybala calcia di potenza ma non mette in difficoltà Szczesny. Per oltre un quarto d’ora la Roma resta schiacciata nella propria metà campo, Florenzi prova a smuoversi affacciandosi dalle parti di Buffon con una conclusione personale, ma il numero uno della Juventus blocca senza grossi problemi. La vecchia signora continua a spingere; prima con Evra, che ci prova due volte con il sinistro ma senza precisione e poi con Pogba, che non centra la porta ma alza di troppo il colpo di testa. Si va così al riposo sullo 0-0, senza grandi emozioni se non con qualche nervo teso tra Mandzukic e De Rossi. Nella ripresa i giallorossi sembrano scendere in campo con il giusto spirito, ma il ritmo non sembra cambiare. Allegri decide di inserire Cuadrado al posto di Lichtsteiner che subito prova un rasoterra non proprio irresistibile. Al 28’ arriva una ghiotta occasione per i bianconeri: Cuadrado crossa per Pogba, tacco al volo per Mandzukic bravo a vedere l’inserimento di Evra che praticamente solo davanti la porta spinge addosso a Szczesny. Ormai è solo la Juventus a farsi sentire e, alla mezz’ora del secondo tempo, gli sforzi vengono premiati: l’argentino coglie benissimo l’azione manovrata da Pogba, assist perfetto del francese e Dybala trafigge Szczesny con una stoccata che si infila nell’angolino basso. Risuona l’undicesima vittoria consecutiva per la vecchia signora, mentre Spalletti, appena rientrato nella capitale, sembra confermare il tabù che non lo vede mai vincente contro la Juventus.

 

Roberta Perna

NASCE EUSALP, LA MACROAREA ALPINA DI 48 REGIONI

montagneE’ la prima volta che i temi della montagna e delle Alpi entrano nel ‘software’ europeo

 

Nasce a Brdo, in Slovenia, la macroregione alpina Eusalp. Ne fanno parte 48 Regioni di 7 stati con 70 milioni di abitanti. Secondo il presidente Uncem, Borghi, si tratta della prima volta che i temi della montagna e delle Alpi “entrano nel ‘software’ europeo, e in omaggio al principio di sussidiarietà molta responsabilità verrà data alle Regioni per attuare misure nel campo dello sviluppo sostenibile, della connettività, della tutela culturale e ambientale”.
  

(Foto: il Torinese)
   

"Il labirinto del silenzio" al cinema per il Giorno della Memoria

LABIRINTO SILENZIOUn film intenso sui giorni in cui i tedeschi hanno scoperto gli orrori dei lager nazisti e hanno dovuto iniziare davvero a fare i conti con la propria storia più recente. Il giovane protagonista, il procuratore Johann Radmann, scopre che alcune istituzioni di primo piano e dei rami del governo sono immischiati in un complotto per coprire i crimini dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale

 

Mercoledì 27 gennaio, in occasione delle celebrazioni dei  Giorno della Memoria, in dieci sale cinematografiche piemontesi verrà proiettato in contemporanea – alle 10,30 –  il film “Il labirinto del silenzio” di Giulio Ricciarelli.  Due le sale in città a Torino: il cinema Ambrosio (Corso Vittorio Emanuele II) e la Multisala Reposi (Via XX Settembre). L’iniziativa, gratuita e riservata agli studenti delle scuole secondarie, è promossa dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte in collaborazione con Agiscuola. Il film sarà preceduto da un breve messaggio in streaming del Presidente del Consiglio, Mauro Laus, e del Vicepresidente Nino Boeti che parleranno dell’importanza della ricorrenza del 27 gennaio, data destinata a cambiare la storia del Novecento, che ricorda il giorno del 1945 in cui le  truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono a Oświęcim (in tedesco Auschwitz), abbattendo i cancelli del campo di concentramento nazista, sormontati dalla scritta “Arbeit macht frei”(Il lavoro rende liberi). Candidato tedesco ai prossimi Oscar nella categoria Miglior Film in lingua straniera, “Il labirinto del silenzio” è satto girato in Germania dal regista italiano naturalizzato tedesco, Giulio Ricciarelli. Un film intenso sui giorni in cui i tedeschi hanno scoperto gli orrori dei lager nazisti e hanno dovuto iniziare davvero a fare i conti con la propria storia più recente. Il giovane protagonista, il procuratore Johann Radmann, scopre che alcune istituzioni di primo piano e dei rami del governo sono immischiati in un complotto per coprire i crimini dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film si ispira a fatti realmente accaduti, ma poco noti come quelli che portarono la Germania alla scoperta della vera realtà di Auschwitz, ricostruiti accuratamente dal punto di vista storico, ma anche con una maestria che genera una narrazione potente, emozionante, profondamente coinvolgente.

 

Marco Travaglini

Ciclista investito da auto muore in corso Dante

polizia munL’uomo, di origine cinese,  è stato investito mentre era in bici dalla Jeep guidata da un  italiano

 

Un uomo di origine  cinese, Dai Shen Shu, di 51 anni, è morto in un incidente stradale in corso Dante. E’ stato investito mentre era in bici dalla Jeep guidata da un  italiano. I vigili urbani, informa l’agenzia Ansa, hanno detto che il ciclista è stato sbalzato di diversi metri dalla bicicletta: è morto sul colpo. L’automobilista si è fermato per cercare di soccorrerlo.

 

(Foto: il Torinese)

Anche Rifondazione a SvegliatiItalia

famiglia corteo svegliaitaliaIl Partito della Rifondazione Comunista Torino ha aderito  e partecipato  alla mobilitazione nazionale promossa dalle associazioni GLBT sabato 23 gennaio

 

“ E’ORA DI ESSERE CIVILI.. #SVEGLIATIITALIA” è lo slogan delle iniziative  organizzate in tutte le principali città italiane, chiedendo al Parlamento di legiferare affinchè venga riconosciuta la piena dignità e pieni diritti alle coppie dello stesso sesso. E’ fondamentale garantire pari diritti all’autodeterminazione, alla salute, alla genitorialità, libertà di orientamento sessuale e di genere. Siamo rimasti l’unico paese dell’Europa occidentale a non riconoscere le unioni omosessuali. Occorre un’ inversione di tendenza a livello istituzionale.