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Schianto nella notte, muoiono sul colpo tre ventenni

soccorso cto ambulanza ospedaleIn base agli accertamenti della Polizia Municipale, la Fiat Punto su cui erano a bordo verso Beinasco è stata urtata da un’altra Fiat Punto, il cui conducente ha perso il controllo
 

Una tragica notte, quella tra sabato e domenica. Sono morti tre giovani di 18, 20 e 21 anni in un incidente stradale avvenuto in piazza Cattaneo, a Mirafiori. In base agli accertamenti della Polizia Municipale, la Fiat Punto su cui erano a bordo verso Beinasco è stata urtata da un’altra Fiat Punto, il cui conducente ha perso il controllo. La vettura è così andata a schiantarsi contro il palo di un semaforo. Tre dei quattro ragazzi sono morti sul colpo, mentre  un quarto è rimasto ferito ed è stato trasportato in ospedale in condizioni non gravi.

Giovane motociclista muore sulla pista a Trofarello

MOTOCROSSSull’incidente è stata aperta un’inchiesta
 

Sulla pista di motocross di Trofarello è morto Fabio Marra, di  23 anni, residente a Bra. Era uno dei centauri che si stava allenando sul campo di gara. Si è  schiantato mentre guidava una Sukuzi 250, contro una collinetta che invece avrebbe dovuto scavalcare. Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta dal pm Laura Ruffino della procura della repubblica di Torino.

Sit-in davanti al Comune contro il progetto del Michelotti

“PROFONDO ROSSO PER IL MICHELOTTI: A TORINO L’AMMINISTRAZIONE INSISTE PER L’AGGIUDICAZIONE TRENTENNALE “AL BUIO”, SENZA VERIFICARE I CONTI 2015 DI ZOOM”

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Giovedì 10 dicembre 2015 il Comune di Torino ha assegnato provvisoriamente “per trent’anni” l’area del Parco Michelotti a Zoom Torino Spa, società che gestisce il sedicente bioparco di Cumiana, a tutti gli effetti uno zoo. Il bando per la concessione del Michelotti, una volta scartatati dal Comune i progetti precedenti, è stato così specifico da rendere Zoom l’unico soggetto adatto a proporre un progetto compatibile. Nella riunione di Sesta Commissione del 4 febbraio 2016, Zoom Torino Spa ha esposto quelle che, a suo dire, sarebbero le ricadute positive sulla città per via dalla presenza del nuovo bioparco, più volte definito “zoo” dallo stesso rappresentante di Zoom, con animali imprigionati da barriere invisibili: per i rappresentanti del Coordinamento No Zoo presenti, nonché per diversi consiglieri, si è trattato di dati e prospettive fantasiosi, adatti a riempire le slides, ma privi di qualunque concretezza. Per questo il Coordinamento No Zoo tramite i propri contabili ha esaminato i bilanci depositati e relativi allegati degli esercizi 2011, 2012, 1013, 2014 della società che dovrebbe gestire la succursale torinese di Zoom: ne è emersa una situazione che ha ampie probabilità di trasformare il progetto nell’ennesima incompiuta.

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Davanti alla Commissione del 4 febbraio avevamo informato l’Assessore Lavolta dei dati rilevati riferiti cumulativamente alla Spa ed srl: 5 milioni di perdite in quattro anni e 16 milioni di indebitamento al 31 dicembre 2014. Per questo motivo abbiamo chiesto all’Assessore che non si procedesse ad alcuna aggiudicazione definitiva prima di aver valutato i bilanci approvati relativi al 2015 , il cui termine di deposito scadrà fra circa tre mesi, ma ci è stato risposto che la volontà politica è quella di aggiudicare a Zoom ugualmente, come se la solvibilità dell’aggiudicatario fosse un elemento secondario in un progetto che presuppone iniezioni per 15 milioni di euro. «E questo sarebbe un piano sicuro? Tutt’altro. Denunciamo ancora una volta tutte le criticità del progetto di privatizzazione di Parco Michelotti finalizzato alla costruzione di un nuovo zoo – dichiarano i rappresentanti del Coordinamento – e chiediamo a gran voce che ci si fermi prima che sia troppo tardi».

zoo3Le criticità del progetto di affidamento a Zoom Torino Spa del Parco Michelotti sono molteplici: • quelle contabili, relative ai fantomatici 15 milioni di euro che Zoom (Spa + Srl), società in profondo rosso, sostiene di volere/dovere investire: 7 milioni traendoli da fonti interne (soci) e 8 milioni traendoli da non meglio precisate fonti esterne (terzi) • quelle etiche, legate alla realizzazione di un nuovo luogo di detenzione di animali, in una logica di sfruttamento delle altre specie oggi inaccettabile; • quelle legate all’impatto paesaggistico, urbanistico, ambientale e sociale che comporterebbe la privatizzazione di un parco storico, di cui per anni i cittadini non hanno potuto usufruire e che andrebbe restituito integralmente alla città. Per questo lunedì 22 febbraio, dalle ore 16.30 alle 18.30, il Coordinamento No Zoo scenderà nuovamente in piazza con un sit-in di fronte al Municipio, informando la cittadinanza sullo scarsissimo livello di avvedutezza e prudenza con cui l’Amministrazione intende affidare i propri beni comuni, che è già assai preoccupante che il Comune non sappia gestire direttamente.

La Juve pareggia 0-0 a Bologna, Allegri: "Non si può vincere sempre"

Quando lunedì  al San Paolo arriverà il Milan il Napoli potrà sperare nel sorpasso

Allegri

La Juve pareggia 0-0 a Bologna e quando lunedì  al San Paolo arriverà il Milan il Napoli potrà sperare nel sorpasso. Massimiliano  Allegri, che annuiva il suo tifo per i rossoneri nel match partenopeo dice su Bologna: “Ai  miei ragazzi non posso rimproverare nulla, è stata una partita davvero complicata”. E il tecnico bianconero aggiunge: “adesso niente ansia o pessimismo, perché un pareggio non deve e non può cancellare tutto cio che abbiamo fatto. Non si può pensare di vincere sempre, ci sono anche avversari come iil Bologna, che ha davvero giocato una gran bella partita”. La Juve si ferma così  a 15 vittorie consecutive.

La biodiversità delle praterie alpine nelle Alpi Occidentali

MONTAGNA FOTOA Bussoleno – Borgata Argiassera, ex Scuole elementari.  Da sabato 20 febbraio

Il Museo Regionale di Scienze Naturali e l’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie presentano, dal 20 febbraio al 30 giugno 2016, la mostra itinerante “La biodiversità delle praterie alpine nelle Alpi Occidentali”, nella sede del nuovo Laboratorio Ambiente Cultura Montana del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè presso le ex scuole elementari, Borgata Argiassera, Bussoleno.

La mostra, a cura di Bruno Bassano, Antonello Provenzale e Ramona Viterbi, è realizzata in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Parco Nazionale Gran Paradiso e il Parco Naturale Orsiera-Rocciavré.

L’esposizione propone un centinaio di fotografie dedicate alla biodiversità delle praterie alpine, alla complessa rete di rapporti trofici cheMONTAGNA GALLI caratterizza questi ecosistemi e alle strategie utilizzate da piante e animali per affrontare le difficoltà associate all’ambiente di alta montagna.

Attraverso l’esempio delle praterie d’alta quota, viene proposto un approccio “ecologico” che privilegia la presentazione dei meccanismi che regolano la dinamica degli ecosistemi e rendono possibile la diversità degli organismi viventi. Vengono anche evidenziati i cambiamenti in corso nell’ambiente montano, a causa del riscaldamento globale e della modifica delle pressioni antropiche.

La mostra rappresenta un progetto di divulgazione che, unendo la passione e la competenza dei fotografi naturalisti che hanno fornito le immagini con le attività di ricerca scientifica, intende costruire una piccola “storia naturale per immagini” delle praterie alpine e della biodiversità che esse ospitano.

 
MONTAGNA VOLPISede:  Laboratorio Ambiente Cultura Montana, presso ex scuole elementari, Borgata Argiassera, Bussoleno (To)
Inaugurazione:  20 febbraio 2016, ore 16,00
Periodo: 20 febbraio  – 30 giugno  2016
Orario apertura: terza domenica di ogni mese e 2 giugno, ore 14.00 – 18.30
Altri giorni visita su appuntamento /  Visite guidate riservate alle scuole
Info: Tel +39 0122 47064 | info.alpicozie@ruparpiemonte.it  www.parchialpicozie.it

Taxi "unico", due numeri per un solo servizio più efficiente

taxi xxtaxiSi cercherà di dimezzare i tempi di attesa e di evitare  lo spreco di carburante

Le due cooperative RadioTaxi e ProntoTaxi da oggi costituiscono una sola rete di impresa. I numeri telefonici “storici” restano gli stessi – 5730 e  5737 – ma tra le due realtà non ci saranno differenze. L’obiettivo è un servizio migliore da parte di una flotta di mezzi che per la città e l’area metropolitana può contare su 1400 auto bianche. Si cercherà di dimezzare i tempi di attesa e di evitare  lo spreco di carburante.

 
(Foto: il Torinese)

Il programma di Rosso dal bonus anziani al rilancio delle periferie

“Più vigili in strada, con l’obiettivo di garantire la sicurezza alle nostre donne e ai nostri bambini e non per sanzionare i cittadini. In tal modo, la nostra Torino diventerebbe una delle città più sicure d’Europa”

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Il programma elettorale di Roberto Rosso, che si presenta candidato sindaco di Torino con il sostegno di Ncd, Udc e diverse liste civiche è stato presentato nella sede elettorale di via Alfieri 18.  “Intendiamo rilanciare Torino, rendendola più competitiva, attraente e sicura” dice Rosso. Tra gli obiettivi precipui vi è quello di dare precedenza ai torinesi nel settore sanitario, assistenziale, case popolari e asili nido. Come il bonus pater familias, il quale principalmente si occupa di garantire lo stato di benessere dei propri figli, anche la pubblica amministrazione deve tutelare in primis i propri cittadini. Particolare attenzione sarà riservata ad anziani e disabili, categorie che beneficeranno di una molteplicità di agevolazioni.

“Per i primi istituiremo il “bonus anziani”, – spiega il candidato – consistente in un’agevolazione sulla fiscalità comunale, dipendente dall’età e dal reddito, e rivisiteremo gli abbonamenti speciali per gli over 65 su tutte le linee GTT. Mentre per la seconda categoria garantiremo il diritto alla mobilità attraverso l’eliminazione delle barriere architettoniche a attraverso la stipulazione di una convenzione con le compagnie di taxi. Per incrementare il livello di efficienza e produttività delle partecipate comunali occorre modificare il ruolo del Comune, da imprenditore al mero compito di indirizzo e di controllo, nelle aziende da essa partecipate”

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Rosso è convinto che “soltanto debellando il sistema clientelare, che da anni regna a Torino,  l’utente potrà beneficiare di un servizio più efficiente al minor costo. Per fronteggiare il crescente bisogno di sicurezza sarà installata una telecamera per ogni condominio, finanziata per il 50% dal Comune, collegata alla Centrale Unica della Polizia Municipale, la quale tempestivamente potrà reprimere gli atti delinquenziali. Più vigili in strada, con l’obiettivo di garantire la sicurezza alle nostre donne e ai nostri bambini e non per sanzionare i cittadini. In tal modo, la nostra Torino diventerebbe una delle città più sicure d’Europa”.

ROSSO3Prosegue il candidato: “Torino da anni è suddivisa in due categorie: quella di seria A, il centro storico, e quella di serie B, tutte le periferie, le quali necessitano di una impellente riqualificazione. Si provvederà allo sgombero dei campi rom, nei quali vige la totale anarchia, e alla destinazione degli edifici pubblici, liberati dagli squatter e dai clandestini, ai giovani talenti in cerca di strutture per poter esprimere il proprio talento”.

Nell’ambito dei trasporti, invece “sarà realizzata la linea 2 della metropolitana, attraverso l’interramento della linea 4 tramviaria, che collegherà verticalmente, da Linghotto a Falchera, la città e la linea 3 da Settimo a Venaria, un arco che attraversa l’area universitaria, la zona della Dora e Porta Palazzo. L’interramento della ferrovia, il cosiddetto passante ferroviario, proseguirà fino al Lingotto con l’edificazione di una nuova moderna Stazione. La stazione di Porta Nuova verrà chiusa al traffico ferroviario, conservando le sue parti esterne e diventando un attraente Museo, sull’esempio della Gare d’Orsay a Parigi. Al posto della ferrovia si potranno edificare edifici di pregio, comprensivi di spazi commerciali innovativi, pienamente integrati nel contesto urbano, grandi viali alberati e spazi per la cultura, l’aggregazione e l’attività ludico-sportiva. Insomma, nascerebbe il Grand Boulevard, da Porta Nuova fino al Lingotto, tratto distintivo della Torino del XXI secolo”.

Il programma di Roberto Rosso è partecipativo: chiunque può far pervenire una propria istanza sul sito internet www.robertorossosindaco.it.

 
(Foto: il Torinese)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Addio a Umberto Eco, il grande scrittore "mandrogno"

eco umberto2Eco nacque ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, senza mai dimenticare le sue origini e abbandonare i suoi tratti caratteriali “mandrogni”
 

Umberto Eco, celebre scrittore, filosofo e semiologo è morto a 84 anni, ieri sera, nella sua abitazione. La famiglia ne ha dato notizia al quotidiano “la Repubblica”, con il cui gruppo editoriale ha collaborato per decenni (sull’Espresso con la rubrica ‘storica’ “La bustina di Minerva”). Eco nacque ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, senza mai dimenticare le sue origini e abbandonare i suoi tratti caratteriali e l’accento “mandrogni”. Nella città piemontese, dove lo scrittore frequentò il Liceo Classico “Plana”, il suo ricordo è ancora vivo. “Baudolino”, una delle sue opere è intitolata al santo patrono della città. A Torino  studiò al Collegio universitario Renato Einaudi. Immortale tra i suoi libri ‘Il nome della rosa’ scritto nel 1980 (da cui venne tratto l’omonimo film che divenne successo mondiale) e ‘Il pendolo di Foucault’, nel 1988). Il suo ultimo lavoro, ‘Numero zero’, è stato pubblicato lo scorso anno. Eco ha scritto, inoltre, saggi di semiotica, estetica medievale, e filosofia.

L’Italia dello zero virgola

garauIL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau *

La ripresa continua a essere debole e la speranza di lasciarsi alle spalle gli anni più bui della crisi si scontra con prospettive internazionali di grande incertezza, con rischi complessivi in aumento. Capacità di innovazione, agricoltura e territorio, coniugate in una visione di sostenibilità, sono le parole chiave per uscire dalla crisi che ci attanaglia.

Certo gli indicatori economici del nostro paese hanno cambiato segno da un po’ di tempo a questa parte ed evidenziano movimenti verso l’alto nell’ordine di qualche decimale di punto percentuale. Variazioni molto contenute e sempre a rischio. E’ l’Italia dello zero virgola, come l’ha descritta il Censis solo qualche settimana fa nel suo 49° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2015, un’Italia in letargo, che riparte solo per piccoli gruppi, che paga uno scollamento tra la “politica” e il corpo sociale. Un’Italia, dice il presidente del Censis Giuseppe De Rita citando Filippo Turati, fatta di “mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone”.piemonte italia

Il mercato del lavoro continua a segnare il passo, dopo il rimbalzo conseguente all’entrata in vigore del Jobs Act, che comunque non ha portato neppure lontanamente a recuperare la situazione pre-crisi. E’ una situazione di blocco, molto diversa dalle condizioni presenti in molti paesi europei, che registrano un calo della disoccupazione più marcato. In Italia chi è senza lavoro ha perso anche la speranza di trovarlo. Se esaminiamo l’occupazione giovanile (15-24 anni) il tasso di disoccupazione si è attestato a dicembre 2015 al 37,9%, il tasso più basso degli ultimi tre anni, ma ancora incredibilmente elevato, considerato che è praticamente raddoppiato in sei anni, con un picco del 42,7% nel 2014.

Il tasso di inflazione rimane bloccato, nonostante gli sforzi della BCE, gli investimenti sono nulli. Chi ha le risorse non si sogna certo di impiegarle nell’attività economica e chi ha idee e volontà di intraprendere nuove iniziative non riesce a accedere al credito.

E’ un corto circuito continuo, quando sembra che si stia superando la crisi in un’area del pianeta, Europa o Stati Uniti, ecco che la stessa si riaccende in Asia, Giappone o Cina, in una situazione di precarietà continua. La guerra diventa fisiologica in contesto di incertezze di questo tipo e appare come “la continuazione della politica con altri mezzi”, come affermava il Generale e teorico militare Carl von Clausewitz. “Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli”, ha avuto modo di affermare senza mezzi termini Papa Francesco.

renzi matteo2Il modello economico che ha conquistato il pianeta nel secolo appena trascorso si é incartato su se stesso, anche la Cina e le economie dei paesi emergenti sono coinvolte nella crisi ormai globale e navigano a vista, eppure non si rinuncia alla speranza che tutto possa rimettersi in carreggiata, recuperando le condizioni di sviluppo precedenti.

Puntare a una ripartenza dell’economia, ma per andare dove?

Nella scrittura cinese la parola “crisi” è composta con due ideogrammi, uno rappresenta il pericolo, l’altro indica l’opportunità. In una stagione di grandi difficoltà occorre cogliere le opportunità, avere il coraggio di individuare i percorsi nuovi che possono produrre miglioramenti effettivi, nell’interesse di tutti e non solo di qualche ristretto gruppo, per ricostruire una prospettiva e una speranza nel futuro.

E’ ancora il rapporto del Censis che ci evidenzia che qualche cosa accade, che gli italiani, comunque, provano a muoversi. Certo non più come collettività, non dentro un “progetto generale di sviluppo” che non esiste più da tempo, ma da singoli, all’interno magari di piccoli territori, o di piccoli gruppi sociali.

Qualcosa dell’Italia migliore è rimasto: “lo scheletro contadino”, che non è un mero attaccamento alle radici. Vince chi esporta (l’export vale il 29,6% del Pil), chi riesce a inventare “un nuovo stile italiano” riuscendo a innovare i settori tradizionali, coniugando “qualità, saper fare artigiano, estetica, brand”. Vince un settore trasversale per vocazione come quello creativo-culturale e vince l’agroalimentare, che nell’anno dell’Expo fa il boom di esportazioni e riconquista la leadership nel mercato mondiale del vino (con oltre 3 miliardi di export). Vince il settore turistico che registra un costante incremento dei flussi anche in questi anni di crisi.AGRICOL SAN GIORGIO

Sono queste le risorse su cui il nostro paese deve puntare, la capacità di innovazione, il settore della cultura e del turismo, l’agroalimentare, l’agricoltura. Un’agricoltura multifunzionale, capace di garantire la custodia e la qualità del nostro prezioso territorio, dei nostri paesaggi agrari, di valorizzare la nostra ricchezza di biodiversità e di tradizioni. Certo il modello non può essere quello di un’agricoltura industriale e produttivi sta, occorre scegliere la strada di un’agricoltura biologica, valorizzando un settore che continua a crescere pur in una situazione di contrazione dei consumi alimentari, che ottiene la fiducia dei consumatori e che contribuisce in maniera significativa all’export del nostro settore agroalimentare.

La nostra agricoltura, dunque, la nostra filiera agroalimentare non è solo uno dei primi motivi per i quali il mondo intero ama l’Italia. Non è solo uno dei comparti più forti del made in Italy. È anche quello che più di altri, in modo più maturo e articolato, ha fatto della green economy una leva per crescere. È tra quelli più dinamici e innovativi, anche grazie al numero crescente di giovani che scelgono un mestiere decisamente rivalutato rispetto a qualche anno fa; quello del contadino.

Territorio è un’altra parola chiave. Negli ultimi anni, nei tanti e diversi territori del nostro paese sono nate le espressioni imprenditoriali migliori di quella “green economy” sempre più concreta, a partire proprio dal mondo dell’agricoltura e, soprattutto dell’agricoltura biologica. Nei territori sono nate le più grandi storie imprenditoriali italiane.

I distretti rurali, i distretti agroalimentari di qualità, i distretti artigianali e industriali che si sono sviluppati in Italia rappresentano frequenti storie agriturismodi successo. Per le piccole imprese rappresenta l’opportunità di compensare gli svantaggi della ridotta dimensione aziendale con l’elevata specializzazione, flessibilità nell’uso dei fattori produttivi, e sviluppo di reti di collaborazione e informazione.

Anche l’esperienza dei bio-distretti sta crescendo in Italia (e in Europa). Il Bio – Distretto è l’accordo mediante il quale i soggetti interessati alla crescita economica sostenibile del loro territorio si impegnano a definire e a sviluppare un progetto comune attento alla conservazione delle risorse, alla compatibilità             ambientale e alla valorizzazione delle differenti opportunità della loro realtà territoriale.

L’avanguardia non è più la “grande impresa”, ma le tante realtà, dal nord al sud del paese, che sono riuscite e che si stanno impegnando per sviluppare un progetto territoriale.Le strade per uscire dalla crisi sono tracciate, occorre riconoscerle e percorrerle con convinzione.

*Presidente ItaliaBio
ciao@italiabio.net
 
 

LA DIASPORA DEL TESTOSTERONE

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PUNTI DI (S)VISTA /

di Tersilla Garella

 
Cresciute a pane e Walt Disney, all’inizio cerchiamo il principe azzurro, in seguito l’infame che ci fa piangere, ma poi no, stiamo troppo male e torniamo a volere il bravo ragazzo. Se ci guardiamo intorno è una disfatta su tutta la linea. Il maschio alfa con l’ego smisurato romperà pure, ma per favore riprendetevi

Ieri, fermandomi per un giro da Sephora in via Roma, mi sono imbattuta – mio malgrado- in una scena terrificante. Una ragazza accompagnata dal fidanzato che usava quest’ultimo come consigliere di make up, chiedendogli quale colore di fondotinta scegliere e quale mascara preferisse. Come fosse la sua migliore amica con qualche pelo in più. Tocca ammettere che anche noi donne abbiamo una piccola parte di responsabilità in questo sfacelo di portata apocalittica.

Sì, perché cresciute a pane e Walt Disney, all’inizio cerchiamo il principe azzurro, in seguito l’infame che ci fa piangere, ma poi no, stiamo troppo male e torniamo a volere il bravo ragazzo, però no dai, la storia non è abbastanza travagliata e tutti i film insegnano che non esiste vero amore senza qualche intoppo.

Sì, forse li abbiamo leggermente disorientati. E adesso la situazione è quella che è. Se date un rapido sguardo al web, capirete di cosa io stia parlando. Fino a qualche anno fa eravamo abituate a foto di uomini sexy, con lo sguardo seducente. Ebbene, pare si siano rincretiniti tutti. A partire da quel figo di Banderas che si è rinchiuso nel mulino a parlare con Rosita.

Durante la mia indagine, quattro sono i soggetti tipo che sono rimasti impressi – ahimè- nella mia mente. All’ultimo posto, l’uomo che cerca di simulare uno sguardo magnetico ed ammaliante, quasi sempre con il cielo plumbeo a far da sfondo, come fosse il protagonista di “Cime tempestose”. Senza invece rendersi conto di essere un morto di fuffa qualsiasi.

Al terzo posto, c’è l’uomo che si fa il selfie ravvicinato indossando gli occhiali da sole polarizzati, con lo scopo di mostrare il paesaggio riflesso nelle lenti.  Almeno allontanati un po’ dalla fotocamera. Riesco a vederti i peli nel naso.

Al secondo posto, il pavone esibizionista che sceglie la suspense e non mostra il proprio volto, ma solo i propri addominali. Come se avere la tartaruga scolpita lo rendesse automaticamente appetibile. Da donna non so se essere più sconcertata pensando alla scarsa considerazione che uno così possa avere del mio cervello o all’idea che magari qualche volta questa sua trovata geniale del muscolo esibito abbia pure funzionato.

E al primo posto troviamo lui. Quello che si fa il selfie con la boccuccia, facendo finta di mandare un bacio a chissà chi. Molto probabilmente alla mamma, la sua unica fan.
Insomma, se ci guardiamo intorno è una disfatta su tutta la linea. Il maschio alfa con l’ego smisurato romperà pure, ma per favore riprendetevi.