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Empowering women: Grazia Isoardi, artigiana tessile

Sabrina Allegra è una sociologa freelance specializzata in temi riguardanti il genere. Con il fotografo Stefano Di Marco ha realizzato un reportage  (Empowering women through their job and passion) focalizzando l’attenzione sull’empowerment delle donne attraverso la loro professione. Il reportage comprende sei storie di donne, corredate di foto

Di Sabrina Allegra www.womensocialinclusion.org 

foto  di Stefano Di Marco www.stefanodimarco.com

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1 / GRAZIA ISOARDI, ARTIGIANA TESSILE
 
 

É il 20 febbraio, sono le 10 di mattina in punto e il sole, ancora un po’ timido, fa capolino su Torino. Ci troviamo in una zona caratteristica della città, ai piedi della collina di Torino. Grazia ci aspetta nella sua abitazione dove ci attende un’accoglienza inaspettata: caffè e torcetti. Ci sistemiamo e cominciamo la nostra piacevole chiacchierata.

CHI É GRAZIA ISOARDI?

Grazia, ideatrice del marchio IsoardiTorino, è una raggiante “quasi cinquantenne”  artigiana tessile, specializzata nella produzione di copricapi e accessori, con una forte impronta etica a favore dell’ambiente e del lavoro sostenibile. Spesso l’età delle donne viene rimossa nei discorsi che le riguardano. In questo caso Grazia non ne fa mistero: la sua età testimonia una volta in più il suo vasto bagaglio culturale e professionale accumulato lungo il suo percorso. Per capire chi è Grazia oggi bisogna considerare il suo background formativo e culturale profondamente influenzato dagli studi in Sociologia e dal suo interesse per tutto ciò che è Cultura Materiale. Queste le premesse che, inizialmente, la portano ad investire le sue competenze nello sviluppo locale del suo territorio, nell’area di confine tra Moncalieri e Chieri, dove Grazia è cresciuta. Per oltre 15 anni Grazia coordina i progetti promossi dalla sua Associazione, che si distingue per la promozione di valori di sostenibilità ambientale e di integrazione sociale, aspetti che non abbandoneranno mai la vita professionale di Grazia. La crisi finanziaria e la crescente riduzione delle risorse pubbliche, fondamentali per il sostentamento dei progetti,  determinano  la fine di questa esperienza. Grazia decide così di reinventarsi attingendo ad una sua vecchia passione di quand’era ragazza: l’artigianato tessile.

COME NASCE LA PASSIONE PER LA CREAZIONE DI COPRICAPI?

La passione di Grazia per i cappelli nasce fin da piccola:“se mio fratello faceva dei viaggi io gli chiedevo di portarmi un cappello”  racconta. Da ragazza impara per caso a usare la macchina da cucire di un suo amico, a quel tempo ancora a pedali.Un giorno nota in una rivista un cappello cloche di velluto azzurro e nero che le piaceva molto. Provò a farlo e dopo qualche giorno di lavoro fu un gran successo tra le sue amiche. Da lì nacque la voglia di provare a realizzare ciò che le piaceva e di vendere al Balon.Dopo un Master di Ecomoda presso la Fondazione Pistoletto di Biella, storico epicentro del tessile laniero in Italia, acquisisce una formazione a 360° che fonde la sua passione per la produzione tessile con l’attenzione per l’impatto ambientale e sociale che essa ha sul Pianeta.Il momento decisivo nella sua carriera di artigiana arriva tre anni dopo la conclusione del suo Master, grazie a un progetto di micro-credito che le permette di fare davvero il salto di qualità, un momento che ricorda come illuminante e decisivo.Grazia parla anche dell’importanza del coraggio come di uno dei più importanti insegnamenti trasferitole in fase di formazione.Il coraggio di credere nel proprio progetto, di proporsi al mondo esterno, di immettersi sul mercato con i propri prodotti contribuisce enormemente al processo di self-empowerment, di autostima e sicurezza di sé, così fondamentali in ambito professionale.

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QUALI SONO LE DIFFICOLTÁ INCONTRATE IN AMBITO PROFESSIONALE?

Il momento più critico nella vita professionale di Grazia risale alla fase di transizione dal vecchio al nuovo mestiere, durata circa un anno, in cui le sue energie erano concentrare su entrambi i fronti.Nel mestiere di artigiana un aspetto cruciale è la risorsa limitata del tempo, da investire non solo nella parte di design e di produzione ma anche in quella  commerciale. Essere artigiana indipendente rappresenta per Grazia un valore aggiunto ma è allo stesso tempo molto impegnativo. Uno degli effetti collaterali del suo lavoro è quello di poter dedicare meno tempo alle relazioni sociali e d’affetto, per esempio con il fratello e gli amici.

 

IN QUANTO DONNA?

Essere donna nel mondo dell’artigianato non ha mai rappresentato un ostacolo per Grazia. Guardando alla precedente professione, Grazia confessa che nelle relazioni con l’amministrazione pubblica locale il suo ruolo di Coordinatrice veniva in qualche modo sottovalutato, velatamente preso poco in considerazione.

 

DA DOVE NASCE L’ISPIRAZIONE DURANTE LA CREAZIONE?

É la passione a motivare Grazia ogni giorno nella sua professione. Nella fase di creazione di nuovi modelli racconta di ispirarsi agli insegnamenti dell’artista e designer Bruno Munari, come per esempio è avvenuto nella brillante idea del cappello coi lacci, nato come se fosse un foglio di carta.Per liberare la mente si dedica invece alle lavorazioni di rifinitura e di tagli e cuci presso il CUCITO CONDIVISO MAI-GAD, al Cortile del Maglio di Torino, uno spazio aperto da Silvia Maiorana dove il professionista ha a disposizone una postazione attrezzata.Dalla strada e dagli incontri non previsti nascono inoltre nuove ispirazioni e idee per il futuro…

QUANTO É IMPORTANTE AVERE UNA PERSONA DI RIFERIMENTO SU CUI CONTARE?

Grazia ammette quanto sia cruciale avere un partner in grado di supportarla, viste le sue lunghe giornate lavorative.

OGGI LE DONNE SONO DAVVERO LIBERE DI SCEGLIERE IL LORO DESTINO?

Grazia parte da una considerazione interessante: sul genere maschile pesano forti pressioni sociali e culturali che vogliono l’uomo come figura di riferimento per la coppia e attorno cui ruota principalmente il bilancio familiare.Seguendo questo ragionamento le donne potrebbero avere maggiori opportunità di esplorare il loro potenziale, rispetto ai loro partner, proprio in virtù delle aspettative meno vincolanti in ambito professionale.Una lama a doppio taglio a ben vedere che non consente alle donne di investire al 100% nelle loro competenze e nei loro progetti professionali, senza contare le difficoltà oggettive determinate dalla scarsità di servizi alla famiglia che non conciliano affatto la vita privata con quella professionale.

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QUANTO É IMPORTANTE SOGNARE?

Grazia non ha mai smesso di sognare. Da piccola sognava di diventare archeologa o astronauta. Amava l’idea dell’avventura che in qualche modo ritrova nella sua professione di artigiana. Per vendere bisogna avventurarsi, racconta, e lei coglie volentieri questa necessità viaggiando per l’Italia tra Torino, Lodi, Parma e Modena.Sognare per Grazia è una necessità, nonostante l’incognita del futuro in Italia. Per la prima volta Grazia e il suo partner prendono, infatti, in considerazione l’ipotesi di emigrare all’estero ripartendo da zero.

GRAZIA ISOARDI IN SINTESI?

Determinata, fantasiosa e concreta.

Non è la Bbc, è la Rai Tv. Troppi piemontesi non ricevono il segnale

rai 1RADIO1E’ un problema che tocca probabilmente fra i 600 e i 700 mila cittadini

No, non è la BBC: questa è la Rai, la Rai Tv. E 15% dei piemontesi non riceve del tutto, o ha problemi, con il segnale Rai regionale. Da sempre le maggiori difficoltà sono nel Novarese, nel Casalese, nel Biellese e nelle zone montane. Il dato emerge da un’indagine del Corecom regionale, che  ha inviato a tutti i Comuni un questionario sulla qualità percepita del segnale. Fino a febbraio ha risposto al questionario il 31% delle amministrazioni, 368 Comuni, per un totale di 1 mln e 25 mila abitanti. Dai riscontri avuti si evince che il 15%, oltre 149 mila persone, non riceve il segnale della Tv pubblica,  un problema che tocca probabilmente fra i 600 e i 700 mila cittadini. “Una parte importante di piemontesi – commenta il presidente del Corecom, Bruno Geraci – non può vedere il Tg Piemonte. Il canone si giustifica soprattutto perché si offre un servizio pubblico, se però non arriva ai cittadini che servizio pubblico è?”. Questa è la Rai, la Rai Tv.

 
(Foto: il Torinese)

A 9 anni venduta dalla madre e violentata da quattro uomini: condannati

violenza17 anni di reclusione alla mamma, da quattro anni e otto mesi a 11 anni per i quattro violentatori

La madre l’aveva “venduta” a  quattro uomini allo scopo di farla prostituire. La ragazzina, allora bambina, venne violentata dai  nove anni ai  12, finché trovò la forza di ribellarsi. La bambina romena che oggi è ancora  minorenne ed è residente a Torino, si è riscattata in parte grazie alle  cinque condanne pronunciate dal tribunale presieduto dal giudice Diamante Minucci: sono stati dati 17 anni di reclusione alla mamma, da quattro anni e otto mesi a 11 anni per i quattro violentatori, uno dei quali già in carcere per altre imputazioni. La ragazzina era rappresentata in aula dal legale del Comune di Torino, infatti dopo che la drammatica storia fu scoperta dalla polizia, la sua tutela venne affidata al vicesindaco Elide Tisi.

Settant’anni di voto alle donne, due piemontesi alla Costituente

Per la prima volta le donne poterono votare ed essere votate: 21 donne, tra cui due piemontesi, Teresa Noce e Rita Montagnana, vennero elette 

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Sono trascorsi 70 anni dal primo voto femminile in Italia: il 10 marzo del 1946, per la prima volta, le donne italiane che avevano compiuto 21 anni poterono recarsi alle urne. Così, con  la liberazione dal nazifascismo e la fine della guerra, le donne ottenevano finalmente il diritto di essere protagoniste a pieno titolo della vita politica e sociale del nostro paese. Una successione di 5 domeniche (10, 17, 24, 31 marzo e 7 aprile 1946) compose la prima tornata amministrativa dell’Italia liberata. La seconda qualche mese dopo, tra ottobre e novembre. In mezzo tra i due appuntamenti, il referendum del 2 giugno, la scelta tra monarchia e repubblica e la contestuale elezione dell’assemblea costituente. Per la prima volta le donne poterono votare ed essere votate: 21 donne, tra cui due piemontesi, Teresa Noce e Rita Montagnana,voto-alle-donnevennero elette all’Assemblea Costituente. Le cronache locali raccontarono quel “nuovo inizio”: “..le donne sono state la grande novità di queste elezioni: popolane e signore, vecchie e giovani, sole o in compagnia. Parecchie mogli hanno potuto dividere con il marito l’attesa e poi l’emozione del voto; si sono viste giungere intere famiglie, magari divise nei pareri ma a braccetto. Anzi l’elemento femminile è accorso per primo davanti alle sezioni. Molte donne uscite dalle chiese dopo la prima Messa si sono recate subito a votare per poter tornare a casa ad accudire alle faccende domestiche..”. Si trattava di donne costituenteun primo passo, ottenuto grazie al ruolo fondamentale svolto da tante donne durante la Resistenza e che avrebbe poi trovato formale riconoscimento nella Costituzione promulgata nel 1948, di un lungo e faticoso percorso di emancipazione che tante tappe avrebbe ancora dovuto affrontare, e che per molti versi ancor oggi non può dirsi concluso. A settant’anni di distanza, in un paese ed in una società profondamente diversi, ma ancora debitori delle lotte e delle conquiste di allora, è necessario ricordare le vicende e le protagoniste di quella stagione.

Marco Travaglini

Ragazza di 26 anni muore dopo lo schianto in tangenziale

autostradaLa vittima era sul sedile posteriore ed è stata sbalzata all’esterno dell’abitacolo

In serata, ieri, sulla tangenziale sud verso Piacenza ieri sera una ragazza di 26 anni, Alice Toledo, residente ad Asti è morta in un incidente stradale. Si trovava a bordo di una Lancia Ypsilon con altre due ragazze astigiane, che sono rimaste ferite ma non si trovano in pericolo di vita e sono state ricoverate al Cto. Le tre giovani stavano rientrando  a casa quando,  poco dopo l’uscita di Santena è avvenuto lo schianto. La vittima era sul sedile posteriore ed è stata sbalzata all’esterno dell’abitacolo. Sulla dinamica indaga la polizia stradale. Sembra non ci siano altre auto coinvolte.

 

PRESIDIO DI LANZO, SAITTA: “LA REGIONE INTENDE ACQUISTARE L’IMMOBILE"

“Garantiti il servizio oncologico e il PPI. La Direzione sta lavorando a progetti di implementazione dei servizi”

Lianzo saitta

“Tutte le promesse fatte sul presidio di Lanzo sono state mantenute. Il Direttore Generale dell’ASLTO4 sta portando avanti progetti di implementazione e di innovazione, e come Regione stiamo lavorando per garantire una prospettiva futura attraverso l’acquisto dell’immobile ora di proprietà della Fondazione Mauriziano. La Regione, dopo una lunga trattativa, è riuscita a giungere ad un’intesa con la Fondazione relativamente alle strutture di Lanzo e di Valenza. Come è noto è dal 2008 che la Regione non versa i relativi canoni. L’accordo prevede che la Regione saldi tutti i canoni dal 2008 al 2016 e questo impegno ha permesso di scongiurare ogni ipotesi di rischio di sfratto che avrebbe sancito la chiusura del presidio di Lanzo. Non solo, a fronte degli importanti lavori di manutenzione e di messa in sicurezza che sarà necessario fare, e che richiederanno un impegno di 20 milioni di euro, abbiamo iniziato con la proprietà una trattativa finalizzata all’acquisto dell’immobile di Lanzo per l’utilizzo del quale attualmente la Regione paga un canone annuo di circa 574,000 euro. Evidentemente se la nostra intenzione è acquistare la struttura, è perché vogliamo garantirne un futuro”: così ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Antonio SAITTA che questa mattina ha incontrato, insieme al Direttore Generale dell’ASLTO4 Lorenzo Ardissone, i rappresentanti del Comitato a difesa dell’ospedale di Lanzo, presenti i Sindaci di Lanzo Ernestina Assalto e di Viù Daniela Majrano, l’On. Francesca Bonomo e il consigliere regionale Daniele Valle. “In più occasioni ho dichiarato che Lanzo non avrebbe perso nessuna delle sue offerte sanitarie, e mi fa piacere che sia riconosciuta la validità del percorso fin qui fatto. Agli amministratori locali e ai rappresentanti del Comitato che hanno posto il problema relativo alla presenza dell’anestesista, oggi è stato spiegato che il Punto di Primo Intervento (PPI) non è in alcun modo messo in discussione, ma si stanno cercando soluzioni, anche con il coinvolgimento di associazioni di professionisti, per poter garantire la presenza dell’anestesista sia per le attività chirurgiche sia per l’emergenza. È già operativo l’accordo con il 118 che prevede interventi non solo per i pazienti che si rivolgono al PPI ma anche per quelli ricoverati. Per quanto riguarda il Day Hospital oncologico ed oncoematologico, il servizio resta assolutamente attivo a Lanzo. Verranno garantiti tre giorni per le terapie ambulatoriali orali e una volta al mese per le terapie più complesse con un anestesista dedicato, ovviamente per i pazienti che possono essere gestiti in sede con assoluta sicurezza. Fermo restando che le terapie più rischiose, per le quali è necessaria la presenza della terapia intensiva come previsto dalle norme nazionali, saranno effettuate a Ciriè ma garantendo sempre  il ricovero a Lanzo per il paziente che ne avesse necessità. Inoltre, con la Rete oncologica coordinata da Oscar Bertetto si sta approfondendo la fattibilità di un progetto di onco-geriatria”.

Residenza Crocetta, dove si valorizza la socialità dell'anziano

Quattro Associazioni di volontariato e un’assistenza di alto livello fanno sentire l’anziano una persona

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Sono le Rsa a rappresentare oggi la nuova frontiera nel campo dell’assistenza agli anziani, che costituiscono un universo sempre più variegato e bisognoso di percorsi non solo di lunga degenza, ma anche riabilitativi. A Torino una delle Rsa di eccellenza è la Residenza Crocetta del gruppo Segesta che fa capo alla multinazionale francese Korian. Si trova nel cuore dell’omonimo quartiere residenziale, in via Cassini 14.

raviglione” La residenza Crocetta – spiega il direttore gestionale Raffaele Raviglione – è una Rsa direi atipica, in quanto molto attenta, oltre alla parte relativa alla presa in carico e alla cura, anche alla componente sociale dell’anziano, che riteniamo fondamentale nel mondo della terza età. Offriamo molti luoghi di incontro capaci di favorire la socializzazione tra gli ospiti e un contatto continuo con i parenti. La vicinanza del mercato rionale è un fattore positivo per gli ospiti più autonomi, che possono recarvisi anche quotidianamente. La nostra Rsa accoglie anche l’antica chiesa dell’ Opera Pia Convalescente alla Crocetta, che conferisce il nome al quartiere”.

“Il mondo degli anziani d’altronde – aggiunge Raffaele Raviglione – oggi si presenta sempre più variegato e comprende anche, accanto ad ospiti autosufficienti o parzialmente, pazienti non autosufficienti, in stato vegetativo e colpiti da malattie neuro-degenerative. La nostra Rsa è diventata, ormai, un braccio operativo degli ospedali, in grado di colmare quel gap che purtroppo è presente in campo assistenziale sul territorio. La degenza ospedaliera, infatti, ha oggi un costo troppo elevato da sostenere, pari a 600- 1000 euro al giorno, e, quindi, realtà come la nostra stanno diventando un valido e indispensabile supporto per la cura delle pluripatologie. Vantiamo una capienza di 190 posti letto, distribuiti in camere singole, doppie e a 3/4 posti letto. La nostra struttura offre innovazioni impiantistiche rilevanti, tra cui ossigeno centralizzato, impianti di chiamata, un sistema di riciclo e raffrescamento dell’aria e tutte le più moderne attrezzature di ausilio”.

“Abbiamo ospiti che sono autosufficienti – precisa Raffaele Raviglione – altri che presentano una demenza lieve e altri ancora con demenza conclamata. Una retta per un ospite che presenta una demenza, in convenzione con l’ASL, va dai 35,78 ai 47,86 euro a giornata. E’ l’unità valutativa geriatrica (UVG) dell’ASL di competenza a stabilire il punteggio sociale sanitario per accedere alle graduatorie assistenziali per ricoveri in convenzione. In regime privato, invece, sono presenti diverse fasce assistenziali che partono dai 64 euro e per le fasce più compromesse, sui 115 euro. La nostra residenza ha conseguito il 15 dicembre 2015 la certificazione di qualità ISO”.

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“La residenza Crocetta è anche specializzata – aggiunge Raviglione – nella cura dei disturbi di personalità prrsenti in tutti i tipi di demenza senile, ovvero in quei pazienti che presentano disturbi del comportamento e, in linea generale, in quelli che tendono a manifestare forme di aggressività, vagabondaggio e progressiva perdita dell’orientamento. Anche la conformazione dei nuclei e degli arredi consente una gestione ottimale e il monitoraggio costante di questi pazienti”.

In questi anni, con grande successo, la residenza si è anche contraddistinta nell’organizzare sia convegni a tema, quali quelli dal titolo “Etica nella cura”, “Ed io avrò cura di te”, “Alzheimer: idee per la qualità della vita”, ma anche eventi di “rottura”, secondo la definizione amata dal direttore Raffaele Raviglione, cioè dal carattere ludico-culturale, capaci di favorire preziosi momenti socializzanti sia per gli ospiti sia per i loro familiari, aperti a tutta la comunità e anche ai cittadini torinesi.

La nostra struttura, la cui casa madre francese vanta circa 70 mila posti letto tra Italia, Germania, Belgio e Francia, potrà offrire servizi in piu seguendo i pazienti sul territorio, con servizi di prossimità, assistenza domiciliare, assistenza in ospedale, visite mediche, prelievi e sostegno psicologico. Nella struttura sono presenti un’assistenza infermieristica diurna e notturna sulle 24 ore, servizio psicologico, fisioterapico, infermieristico e assistenziale, nonché quello medico. Fondamentale è anche l’impegno nella residenza del mondo del volontariato, localizzato in un’ala della struttura, con la presenza quotidiana di ben quattro associazioni, l’ AVO, l’ AVUSS,   l’ AMAR e il SEA, Servizio Assistenza Anziani, diretto da Maria Paola Tripoli, una donna di risorse inesauribili. Di prossima inaugurazione la biblioteca interna.

 

Mara Martellotta

Letteratura, cibo e mondo contadino nel libro di Vullo

libro vulloPresso il Laboratorio Didattico Il Germoglio, via Silvio Pellico, 42 – Pinerolo

LETTERATURA, CIBO, MONDO CONTADINO

Presentazione del libro di Salvatore Vullo

DI TERRA E DI CIBO Fra le pagine di Leonardo Sciascia

Prefazione di Carlo Petrini – Salvatore Sciascia Editore

Con una appendice di piatti e specialità agroalimentari “Sciasciane” e relative ricette

Ne parlano, assieme all’Autore del libro, Franco Agliodo, Assessore al Commercio e Turismo Comune di Pinerolo, Roberta Falzoni, Assessore alla Cultura Comune di Pinerolo E’ prevista una degustazione di alcune specialità ispirate al tema dell’incontro, preparate dal Consorzio per la Formazione e la Qualità e presentate daldirettore del Consorzio Giampiero Monetti

Scienze strategiche, conclusa settimana di orientamento

arsenale stemma esercitoAl Campus Einaudi e a Palazzo Arsenale

Si è concluso il periodo di orientamento universitario realizzato in collaborazione fra l’Università degli Studi di Torino ed il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Centinaia gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado interessati al percorso formativo di Scienze Strategiche che si sono recati nelle sedi di Bra, Alba, Asti, presso il Campus Luigi Einaudi di Torino ed infine a Palazzo Arsenale. A fornire chiarimenti sulle modalità di iscrizione e sull’offerta didattica si sono avvicendati docenti universitari, ufficiali del quadro permanente, frequentatori dell’Istituto di studi campus universita 1militari e studenti civili dei corsi di Laurea in Scienze Strategiche. Per l’occasione è stato attivato un apposito percorso orientativo sulla Piattaforma Orient@mente (www.orientamente.unito.it) e presto sarà disponibile un’area di test di logica matematica e cultura generale utile alla preparazione dei candidati al test di ammissione. A suscitare interesse e decretare il successo del corso di laurea in Scienze Strategiche concorrono fattori quali l’internazionalizzazione degli studi, il carattere fortemente innovativo e la spiccata multidisciplinarità di un percorso il cui obiettivo è formare professionisti in grado di affrontare situazioni sempre più complesse in un modo globalizzato.

 

RADICALI: SOLO 7 PARLAMENTARI PIEMONTESI NELL’INTERGRUPPO EUTANASIA LEGALE

perna foto mole mongolfiera“Mentre la maggioranza dei cittadini chiede di discutere i parlamentari che fanno?”

Riceviamo e pubblichiamo

E’ finalmente iniziato in Parlamento l’iter in Commissione della legge che chiede la legalizzazione dell’eutanasia. Dei 67 Deputati e Senatori piemontesi solo 7 hanno aderito all’Intergruppo Eutanasia legale. Si tratta di Elena Ferrara, Elena Fissore e Fabio Lavagno del Partito Democratico; Eleonora Bechis e Manuela Repetti di Alternativa Libera; Giorgio Airaudo e Celestino Costantino di Sinistra Italiana – SEL. 3 su 35 del PD, 2 su 2 di AL, 2 su 2 di SI-SEL, nessuno dei 9 eletti del Movimento 5 Stelle e nessuno appartenente agli altri gruppi di centro-destra.

Dichiarazione dei Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Igor Boni, Silvja Manzi e Laura Botti:

«Torino è la città del record di firme raccolte in calce alla proposta di legge di iniziativa popolare promossa dai Radicali che chiede la legalizzazione dell’eutanasia. Dal Piemonte Dominique Velati, con il suo coraggio, ha lanciato un appello al Parlamento per chiedere la discussione della legge, prima di recarsi in Svizzera per morire utilizzando un diritto a noi italiani precluso dall’assenza di una legge. La scarsa presenza di parlamentari piemontesi nell’intergruppo sottolinea il netto contrasto con una società che avanza, malgrado l’arretratezza della politica e dei suoi rappresentanti. La discussione deve essere affrontata, prendendo atto che legalizzare, come sempre, è meglio che proibire e che regolamentare consente di meglio controllare una pratica che esiste sotto traccia e senza controllo in molte realtà del nostro Paese. Mentre la maggioranza dei cittadini chiede di discutere i Parlamentari piemontesi che fanno? Di nuovo sono i Radicali a lanciare la palla avanti e a promuovere diritti contro conservatorismi di destra e sinistra. “Parliamone, parliamone!” invocava Dominique prima di morire. Parlatene e decidete, è ora di sfondare anche questo muro e costruire una civiltà dove poter scegliere di porre fine alle proprie sofferenze non sia un tabù.»