redazione il torinese

Al Conservatorio "Tra Armenia ed Islam"

conservatorioMagistrali suggestioni, condotte dal Direttore Guido Maria Guida. Le musiche sono del compositore Giulio Castagnoli

Questa sera alle ore 21,00 si terrà il concerto per coro ed orchestra “Tra Armenia ed Islam”. Ieri sera alle prove col pubblico, l’esibizione ha commosso e coinvolto i partecipanti, per le magistrali suggestioni, condotte dal Direttore Guido Maria Guida. Coro ed Orchestra dell’Accademia Stefano Tempia Tra gli interpreti, tutti peraltro di grande rilievo, ricordiamo al violino Massimo Marini, al viola Maurizio Redegoso Kharitian, Violoncello Dario Destefano,. Tra le voci Francesca Rotondo, Devis Longo e Alejandro Escobar che si distingue per l’interpretazione e la bravura. le musiche sono del compositore Giulio Castagnoli.

Rosso: "Più sicurezza sul territorio significa maggiore crescita per Torino"

Telecamere in tutti i condomini, vigili in strada, nuove linee di metropolitana e incentivi alle imprese: questo il programma del candidato sindaco Roberto Rosso

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Per la seconda volta si presenta come candidato sindaco di Torino per una Torino diversa e più onestà l’onorevole Roberto Rosso. Nel 2001 a votarlo, nello scontro con Sergio Chiamparino, furono 266 mila torinesi. Il suo motto oggi è ” Più sicurezza più sviluppo”. Non si può negare, infatti, che lo sviluppo sociale e il miglioramento della qualità della vita apportino un aumento del grado di sicurezza della città. “La sicurezza di una città passa attraverso quella dei suoi abitanti – afferma Roberto Rosso – A Torino ci sono 11 mila condomini e la Torino del futuro dovrà essere una città tutta cablata, in cui ogni condominio sia dotato di telecamera interna e esterna, per un totale di circa 33 mila telecamere. Queste funzionerebbero da deterrente per la microcriminalità che imperversa con furti, truffe ai danni dei più deboli, scippi e violenze che sconfinano in pericolosi episodi di bullismo. Le telecamere, inoltre, potranno permettere l’individuazione anche degli autori di delitti efferati. Saranno collegate con la centrale unica della Polizia Municipale, che potrà intervenire con maggiore tempestività”. “È anche necessario creare un apposito Assessorato alla Sicurezza, alla Polizia Municipale e all’Immigrazione – precisa il candidato sindaco Roberto Rosso – capace di confrontarsi con la Prefettura e le Forze dell’ Ordine.ROSSO2 Torino in materia di sivurezza è al 103esimo posto su 116 capoluoghi di provincia. È fondamentale, quindi, che la metà del Corpo municipale, che conta oggi 1860 vigili, sia impiegato direttamente sulle strade, in qualità di vigili di quartiere per una migliore prevenzione e repressione degli episodi di insicurezza. I vigili di quartiere dovranno essere attivi anche nelle periferie e organizzati sulla base degli antichi borghi cittadini, e non delle attuali anonime circoscrizioni. Deve essere assicurata la sicirezza sulle strade, nei mercati ambulanti, nei parchi e nei giardini. Purtroppo intere zone di Torino sono diventate veri e propri ghetti, anche a causa dell’attraversamento della città da parte della linea 4, che taglia in due Torino”.”È veramente pesante – aggiunge Roberto Rosso- la mancanza a Torino di una vera e propria rete metropolitana, già pensata dai lontani anni Settanta. Noi proponiamo la progettazione di due nuove linee di metropolitana e l’interramento della linea del 4. Con una linea di metropolitana interrata a partire dalla Falchera, attraverso corso Giulio Cesare, piazza della Repubblica, fino a Mirafiori, si cambierebbe radicalmente la qualità dei trasporti, dei servizi e dei commerci in quelle zone. La seconda linea di metropolitana dovrebbe passare da Venaria, Rebaudengo, arrivare fino a Porta Palazzo, ritornare verso Nord verso Regio Parco e la zona del Campus Einaudi, fino a Settimo. I trasporti verrebbero interrati. Vogliamo anche arginare gli palazzo civicosprechi negli investimenti fatti a Torino e poi scarsamente utilizzati. Sono stati, per esempio, sprecati quasi 300 milioni di euro per costruire due grandi parcheggi alla Falchera e a Mirafiori. In realtà la linea 4 non viene utilizzata se non raramente dalle persone che provengono in auto da Milano e che lasciano l’auto al parcheggio, prendendo il tram per andare in centro. A fare da deterrente la scarsa sicurezza presente su questa linea e la presenza frequente di scippatori”.

“Un altro problema che ci sta a cuore – conclude Roberto Rosso – è quello dei rom. La sicurezza di Torino passa attraverso lo sgombero dei campi rom. Diverse migliaia di loro delinquono e rubano il rame, compiono piccoli furti. Bisogna, inoltre, assolutamente impedire che i bambini rom vivano allo stato brado e non vadano a scuola. Devono, invece, essere seguiti da assistenti sociali e giudici. Infine la mia volontà è anche quella di far tornare le imprese a lavorare e investire nel territorio torinese. Devono trovare nuova destinazione gli immobili pubblici come le Ogr, le ex Carceri Nuove, l’ex Villaggio Olimpico Moi, oggi in evidente stato di degrado. Devono essere liberati i centri sociali e l’area della Cavallerizza di via Verdi dagli squattrinato. È anche fondamentale attivare dei bandi internazionali aperti a artisti e artigiani stranieri. Purtroppo Torino è una delle città d’Europa che ha un maggiore indebitamento, con un debito di 5 miliardi di euro a fronte di un bilancio di 1 miliardo di euro. Le due grandi fondazioni bancarie cittadine, la Fondazione Sanpaolo e quella della Cassa di Risparmio di Torino, non devono solo più ripianare i debiti del Comune di Torino, ma orientare i loro finanziamenti a nuovi progetti di sviluppo e crescita occupazionale sul territorio cittadino”.

 

 Mara Martellotta

Al via ilcampionato di twirling di serie A

Dopo i successi delle scorse settimane nei campionati regionali di serie C e B, è stata la volta di Alessia Ignelzi, l’atleta più giovane del campionato maggiore

twirling2twirlingPartito il campionato di twirling di serie A il weekend 19-20 marzo a Loano, l’ASD L’Arcobaleno di La Loggia ha dato nuovamente prova di una preparazione di ottimo livello. Dopo i successi delle scorse settimane nei campionati regionali di serie C e B, è stata la volta di Alessia Ignelzi, l’atleta più giovane del campionato maggiore. A soli dodici anni, Alessia ha conquistato il 14° posto in classifica generale su 32 atlete a livello nazionale, classificandosi 12° nell’esercizio di free-style.
La sua grande determinazione le ha permesso di mantenere la concentrazione dopo una prestazione non particolarmente brillante negli obbligatori di sabato, facendole risalire ben dieci posizioni il giorno successivo grazie ad un esercizio che ha esaltato le sue doti fisiche ed atletiche. Prossimo appuntamento per la serie A il 16-17 aprile a Busto Arsizio.

Torino "anomala": nelle urne la sfida del Pd è con i grillini

LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

Il centrodestra è spappolato e la sinistra di Airaudo si pone come principale obbiettivo (ahimè, una certa sinistra non cambia mai!) di far perdere Fassino e il PD

sala rossa palazzo civico

L’appuntamento elettorale amministrativo di giugno è importante e il suo risultato sarà politicamente significativo. Innanzitutto perché vanno al voto le quattro più grandi città: Roma, Milano, Napoli e Torino, oltre ad una miriade di comuni medi e piccoli. E poi perché saranno trascorsi allora circa due anni e mezzo dall’avvio del governo Renzi e sarà quindi forte la tentazione di dare al voto anche un valore politico.E in ciò si nasconde un’insidia seria, quella di scordarsi che si vota per eleggere sindaci e consigli comunali e che si tratta quindi di valutare i risultati amministrativi, confermando chi ha lavorato bene ed, eventualmente, sostituendo chi ha mal governato.

A Torino siamo particolarmente interessati a difendere il carattere amministrativo del voto, giacché la giunta Fassino, soprattutto se confrontata con quelle di altre città, ha operato bene, garantendo il mantenimento del livello dei servizi e insieme avviando un risanamento del bilancio, messo a dura prova dall’impegno olimpico.Il voto torinese vede una situazione che un tempo avremmo considerato anomala: non il classico testa a testa fra centrodestra e centrosinistra, ma un confronto fra quest’ultimo e il Movimento Cinque Stelle. Il centrodestra è spappolato e la sinistra di Airaudo si pone come principale obbiettivo (ahimè, una certa sinistra non cambia mai!) di far perdere Fassino e il PD.

La tentazione dell’assenteismo o di un voto di protesta appare diffusa per il perdurare della crisi (da cui si sta uscendo troppo lentamente) e per il confuso e irrazionale desiderio di dare una spallata contro l’esistente, a prescindere da ciò che possa succedere. Per questa ragione è indispensabile intensificare il dialogo con i cittadini, sollecitando la testa e non la pancia degli elettori. L’amministrazione uscente ha operato con serietà, superando grandi difficoltà finanziarie, e ha creato le condizioni per una nuova fase di sviluppo.

Le trasformazioni urbane, realizzate o progettate, hanno cambiato il volto della città, rendendola più vivibile e attrattiva. L’idea di Torino città della ricerca, della cultura e della tecnologia ha iniziato a prendere corpo, con centomila studenti (di cui un terzo stranieri) che affollano la nostra Università e il Politecnico. I servizi sociali ed educativi hanno mantenuto il loro consolidato livello di eccellenza. C’è un ritardo nella ripresa dell’occupazione, nonostante la crescita dell’export, che pesa sui giovani e sui lavoratori di mezza età espulsi dalle ristrutturazioni produttive. Il Comune su questo non può sostituirsi allo Stato o all’Unione Europea ma continuerà nella sua azione per attrarre nuovi investimenti, valorizzando le attitudini della nostra comunità, da sempre polo industriale di livello internazionale. Automobile, magari a trazione elettrica, telecomunicazioni, nuove tecnologie ambientali sembrano essere le prospettive più interessanti, su cui già si cimentano un gran numero di piccole imprese innovative. Certo si può e si deve fare ancora di più ed è questo il nostro impegno per gli anni a venire.

“Eu model”, foreign fighters ma non solo

eumodel ruffinoconsiglio lascarisDal 21 al 24 marzo il Campus Einaudi di Torino ospita circa novanta studenti provenienti da tutta Italia, che partecipano al progetto realizzato in collaborazione con il Movimento studentesco per le organizzazioni internazionali (Msoi), Europae (rivista di affari europei) e Movimento Giovani federalisti

Una simulazione delle attività di Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue per imparare come si decide a Bruxelles. È questo l’obiettivo dell’iniziativa “Eu model Torino”, promossa dalla Consulta regionale europea e presentata a Palazzo Lascaris.

“La presenza di numerosi studenti che partecipano a questo progetto – ha sottolineato la vicepresidente del Consiglio –  è un segnale concreto dell’interesse maturato dal mondo giovanile nei confronti delle tematiche europee. Anche la Consulta intende offrire, attraverso le proprie iniziative, un  contributo alla formazione di una cultura europea nella società piemontese e nei giovani in particolare”.

Dal 21 al 24 marzo il Campus Einaudi di Torino ospita circa novanta studenti provenienti da tutta Italia, che partecipano al progetto realizzato in collaborazione con il Movimento studentesco per le organizzazioni internazionali (Msoi), Europae (rivista di affari europei) e Movimento Giovani federalisti.

Quattro giorni, dunque, all’insegna dell’Europa e del “riavvicinamento degli ordinamenti nazionali rispetto a norme penali comuni sull’incriminazione dei foreign fighters”. Il tema proposto per questa edizione di Eu Model rappresenta un importante appuntamento ispirato ai recenti fatti che hanno coinvolto tutta l’Europa, per offrire agli studenti una visione del lavoro svolto dagli organismi comunitari.

“I giovani – ha proseguito la vicepresidente –  devono sentirsi protagonisti e destinatari di un messaggio europeo da parte della politica e del mondo istituzionale, che deve garantire un percorso di lavoro e di relazioni sociali soddisfacente per i cittadini del domani, ai quali affidare un’Europa finalmente compiuta”.

Eu Model Torino è un’iniziativa incentrata sulla procedura legislativa ordinaria dell’Unione e si articola di un momento di studio e uno di simulazione dei lavori delle Istituzioni europee.

Nel corso dell’anno accademico il progetto ha sviluppato un ciclo di conferenze nelle quali gli studenti hanno approfondito temi di attualità, grazie al contributo di accademici ed esperti.

La conclusione dell’attività è invece stata la simulazione dell’iter di un progetto legislativo, nel ruolo, da parte degli studenti, di membri del Parlamento europeo o del Consiglio dell’Unione.

dr – www.cr.piemonte.it

Il Piemonte e Torino puntano sul turismo con gli occhi a mandorla

Lingua, bon ton, caratteristiche degli itinerari richiesti, comportamenti da seguire nelle trattative commerciali sono alcuni degli argomenti messi a fuoco per formare i professionisti del settore ad accogliere i turisti cinesi

CINA BANDIERA

Un successo di presenze il corso rivolto a 160 operatori del turismo, provenienti da tutte le province del Piemonte, tenutosi nei giorni scorsi a Torino. Si è trattato in realtà di ben due corsi di formazione per conoscere le esigenze e le abitudini del turista cinese. Il Piemonte si apre al mondo e i riscontri turistici gli danno ragione.

“Lingua, bon ton, caratteristiche degli itinerari richiesti, comportamenti da seguire nelle trattative commerciali sono alcuni degli argomenti messi a fuoco per formare i professionisti del settore ad accogliere i turisti cinesi. Il primo corso è rivolto agli operatori dell’accoglienza (strutture ricettive, ristoranti, guide turistiche, il secondo ai tour operato”, spiegano i promotori del Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte), ente regionale.

 I corsi si sono svolti  presso l’Aula Magna dell’Ateneo torinese, realizzati in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università di Torino. “Il territorio piemontese – sostiene l’assessora al Turismo della Regione Piemonte, Antonella Parigi – con il suo paesaggio, le eccellenze enogastronomiche, i campi da golf, gli outlet e le montagne, possiede tutte le caratteristiche della destinazione richiesta dal turismo cinese. Non a caso ci attestiamo tra le regioni italiane più visitate dai cinesi, ma abbiamo ancora ampi margini di crescita e non possiamo perdere l’opportunità di intercettare i movimenti di un mercato che si sta rapidamente trasformando. I turisti cinesi stanno per diventare i principali “big spender” a livello internazionale. Per questo abbiamo avviato un programma di attività articolato, finalizzato a generare un aumento di visibilità del brand Piemonte, che prende il via con questi due corsi di formazione sul territorio”.cina

L’Osservatorio Turistico Regionale indica la preferenza dei turisti cinesi per città d’arte, shopping, enogastronomia. Il territorio più visitato è quello di Torino e Provincia (38%), seguito da Alessandria e provincia (33%), Distretto Laghi (8%), Langhe Roero (7%). La permanenza media è di tre giorni. I flussi 2014 e la variazione 2014/2013 fanno registrare un trend molto positivo, con 19.330 arrivi (+27,02%) e 57.228 presenze. (+37,23%).

Fiera dei fiori in Monferrato, un successo

L’edizione numero 70 della Mostra Regionale di San Giuseppe chiude con un grande afflusso di pubblico. Domenica fermato per 25 volte l’accesso

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“Ringrazio tutti gli espositori, vecchi e nuovi, che hanno creduto ancora una volta in questa Mostra, il Comune di Casale Monferrato per la rinnovata fiducia, Amc Energia sponsor per il secondo anno e Coniolo Fiori per averne contribuito all’abbellimento”. C’è soddisfazione nelle parole di Carlo Manazza, socio della Manazza Gefra Srl, la società di Cassolnovo (Pavia) che ha organizzato la settantesima edizione della Mostra Regionale di San Giuseppe al PalaFiere del Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato. Domenica, alle 21, dopo dieci giorni, è calato il sipario con un afflusso di pubblico superiore agli altri anni. Nella sola giornata di domenica, infatti, l’organizzazione – tra le 15.30 e le 19 – ha dovuto bloccare l’entrata dei visitatori per 25 volte. Ma se domenica c’è stato il picco – superiore dunque anche a quello della domenica precedente quando le fermate erano state 16 – un buon passaggio di pubblico, continuo e regolare senza flessioni, si era avuto anche durante casale4tutte le sere della settimana, e già sabato, giorno di San Giuseppe, si erano registrati almeno due “stop” temporanei all’ingresso. Visitatori ed espositori, dunque, hanno mostrato di aver gradito anche quest’anno la formula che prevedeva l’ingresso gratuito ed il percorso a giorni alternato. E un buon successo l’hanno avuto anche due “classiche” che da anni camminano insieme alla Mostra, “Arteinfiera” (“ha saputo catalizzare l’attenzione di giovani e meno giovani” spiega il curatore ed ideatore Piergiorgio Panelli) e Casale Comics con gli eroi di carta della Sergio Bonelli Editore, a cura dello staff di Monferrato Eventi e di Luigi Corteggi “Cortez”, padre nobile del fumetto italiano. Un altro punto di attrazione, e di fermata, è stata la Piazzetta del Gusto, con i sapori dell’enogastronomia monferrina, piemontese ed italiana, mentre la novità dell’edizione 2016 è stata la presenza di Coniolo Fiori, quasi a stabilire un legame ideale con “Riso e Rose in Monferrato”, giudicata “molto positiva” da Vincenzo Amich, sindaco di Coniolo. Oltre allo stand curato dai Vivai Varallo e da 2 incontri pubblici, è stata effettuata la presentazione, in prima regionale della Guida di Comuni Fiori d’Italia di Asproflor. E tra gli espositori, istituzionali e non, da segnalare il ritorno, dalla lontana Sicilia, dei tavoli in pietra lavica e delle splendide ceramiche di Caltagirone. A fare da corona alla Mostra, poi, ci sono stati tutti gli eventi collaterali organizzati ogni sera nella Sala Convegni. Tutti hanno saputo catalizzare pubblico,fiori peonie 3 dallo spazio dedicato alla storia con la “Grande Guerra” a cura dell’Associazione 11° Battglione Fanteria Casale, a quelli musicali con il Festival canoro di San Giuseppe ormai diventato una classica grazie all’impegno della pro loco Casale e di Federico Marchese, alle esibizioni dell’Istituto Soliva, dei Roundabout Rockband , al Centro Esperienze Musicali, sino al d Doctorvoice, allo sport con il ritorno del pugilato nella partecipata serata organizzata dall’Associazione Pugilistica Valenzana, all’interessante convegno su “Cicloturismo e sviluppo del territorio” svoltosi nella cornice delle vedute del Monferrato, colte dall’obiettivo di Pier Giuseppe Bollo, “Il fotografo in bicicletta”, all’incontro sul Controllo del vicinato che ha battezzato la nuova sezione Piemonte, agli spettacoli teatrali de “La Banda dal dus” e dei “Giovani Artisti”, alle suggestive immagini del mondo sommerso a cura del Circolo Subacqueo Casale Monferrato. Sono stati questi tutti ingredienti che hanno contribuito al successo dell’edizione 2016 e permettono di guardare con fiducia verso il futuro di una manifestazione che è sempre in grado di catalizzare l’attenzione non soltanto di Casalesi e Monferrini ma di un’area molto più ampia che comprende le province e le regioni vicine.

 

Cassa integrazione record, Torino è sempre la prima città italiana. Il Piemonte quarta regione

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A livello nazionale nel primo bimestre di quest’anno, sono state autorizzate 117.097.805 ore di cassa integrazione

Un record (negativo) ormai consolidato da tempo: Torino è la provincia più cassaintegrata della nostra regione e  il Piemonte si trova al primo posto fra le regioni italiane. I lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori sociali sono stati in media 79.400 al mese: la crescita è di 29.217 unità rispetto ai mesi di gennaio-febbraio  2015. Qual è l’andamento delle ore nelle province piemontesi? Nel primo bimestre 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, ecco la situazione: Torino +143,8%, Vercelli -0,1%, Biella -39,7%, Alessandria -44,7%, Verbania -58%, Cuneo -69,5%, Novara -77,1%, Asti -93,7%.  A livello nazionale nel primo bimestre di quest’anno, sono state autorizzate 117.097.805 ore di cassa integrazione. L’ incremento è del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2015. Nella nostra regione, la richiesta nello stesso periodo è stata di  oltre 26.997.000 ore, in aumento di 58,2%  punti percentuali rispetto all’anno prima (-56,3% ordinaria, +122,2% straordinaria, -25% deroga).

 
 

Le stelle cadevano a briciole

ORTA1Dalla fine del cinquecento, il complesso religioso dedicato a San Francesco, proprio grazie a questa sua specificità – l’essere dedicato ad un santo anziché alla vita di Cristo o di Maria – si differenzia nettamente dagli altri Sacri Monti

Questa notte, diciassette novembre, il cielo verrà  illuminato dalle Leonidi, le “lacrime del leone”, stelle cadenti d’inverno. Il cielo è terso e si vedranno bene, qui dal Sacro Monte d’Orta. Chissà se sarà come due anni fa, quando all’improvviso lo sciame di luminoso fece irruzione nel cielo e migliaia di stelle caddero a briciole, ardendo in volo fino a dare l’impressione di spegnersi nei boschi che dominano le due sponde del lago. Come lucciole d’estate, belle ed effimere. Il lago è immobile, liscio, senza rughe. Pare un volto di ragazza. Non c’è vento e in cielo appaiono immobili quelle rare nuvole, di cui s’intuisce a malapena il color fuliggine. Né scure,né chiare. Sembrano le lenzuola della signora Beatrice quando, fresche di bucato, vengono lasciate stese dal Nando, suo marito, dalla parte sbagliata della casa; non sulla facciata che dà sul piccolo frutteto ma su quella opposta, a pochi metri ORTA2dalla ferrovia. Cammino e sento un peso in me, quasi portassi una croce. Forse perché sale ripida quest’antica via che da piazza Motta porta al bivio tra il viale del Sacro Monte e, sulla destra, il piccolo cimitero del paese. I miei passi risuonano appena sull’acciottolato , quasi che le foglie ingiallite fossero state sparse da una mano discreta per soffocare i rumori e non disturbare questo silenzio che avvolge e ovatta ogni cosa. Tra belle ville e case di pietra, in poco tempo  guadagno qualche centinaia di metri di questa salita . Mantengo un buon passo, nonostante la sensazione – non piacevole – che qualcosa non stia andando per il verso giusto. Più un fastidio che un male vero e  proprio. Dev’essere la pressione che mi provoca lievi vertigini. Poca cosa, solo un accenno. Molto meno di quelle che si provano uscendo dall’osteria della Maria , in quelle sere d’inizio autunno quando i bicchieri si riempiono di  quel vino novello fatto con l’uva americana. Asprigno e dolciastro,al tempo stesso; è un vino di contrasti e di piaceri. Ma, soprattutto, è un vino che tradisce chi lo beve. Non serve abusarne per farti segare le gambe e portarti, leggero come una piuma, a immaginare di  toccare le nuvole.  E’ “il vino degli aviatori”, come lo chiama Ludovico, l’usciere della Pretura che frequenta – pure lui – l’Osteria dei Gabbiani quando sente il bisogno “ di un buon bicchiere per cacciar via dalla gola tutta la polvere dei faldoni delle udienze”. Scaccio quest’ immagine dalla testa ORTA STELLEche mi gira. M’appoggio al vecchio muro, tirando il fiato. Non l’ho mai trovata così lunga  questa strada a salire. Nemmeno d’estate quando il caldo è soffocante o, nei giorni più freddi dell’anno, a gennaio, quando respirando a bocca aperta si prova la sensazione spiacevole dei polmoni  che prendono fuoco , arsi dall’aria ghiaccia. Riprendo a salire, senza fretta e finalmente arrivo al Sacro Monte. L’insieme delle cappelle sembra protendersi sul lago, sovrastando  l’abitato di Orta. Dalla fine del cinquecento, il complesso religioso dedicato a San Francesco, proprio grazie a questa sua specificità – l’essere dedicato ad un santo anziché alla vita di Cristo o di Maria – si differenzia nettamente dagli altri Sacri Monti. E’, come dire, più popolare, alla portata di tutti, credenti e non credenti. Senza voler togliere nulla agli altri Sacri Monti, per carità. Però questo di Orta ha un qualcosa in più che non saprei spiegarvi ma che si sente, si vede e quasi si può toccare. Il portone della chiesa è chiuso ma sento distintamente il canto dei vespri. Frate Gioacchino mi ha spiegato che sono la preghiera del tramonto , cioè una delle maggiori ore canoniche  della Chiesa.  Sono divisi in due parti: la salmodia, cioè il canto dei salmi, e una seconda parte con preghiere varie. Tra i canti, lo sento bene, s’erge poderoso il Magnificat. “Magnificat anima mea Dominum,et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo.Gloria Patri et Filio  et Spiritui Sancto, sicut erat in principio et nunc et semper  et in saecula saeculorum. Amen”.  Non sono un credente. Anzi, forse credo a modo mio, al di fuori dagli schemi e ORTA5dalle logiche di chi afferma di esserlo e lo fa sapere ai quattro venti. Io ho sempre creduto nel riserbo e nella misura. E comunque non è questo che conta o che possa interessarvi. Ascolto i canti ma non oso aprire il portone e varcare la soglia della chiesa. Restò lì, esposto all’alito freddo del vento. Mi vengono in mente tante cose. Ad esempio la frase del Cantico delle Creature di San Francesco che ho visto al Convento del Monte Mesma, non molto distante da quassù, ad Ameno: “Laudate sie mi Signore, per sora acqua, la quale è molto hutile, et humile et preziosa et casta”. Quanto sia utile e preziosa l’acqua lo sanno  bene i frati del Mesma. “Il fontanino” è l’unica sorgente naturale sul Monte e sebbene povera d’acqua, non è mai capitato che si prosciugasse completamente. I frati ,per sopperire alla mancanza d’acqua, già secoli or sono pensarono di utilizzare l’acqua piovana, quella che “la provvidenza regala generosamente ai buoni e ai cattivi”. L’ingegno, ai francescani, non mancava.  L’acqua piovana, da allora, è  raccolta con appositi canali nel primo chiostro. Da qui, passando attraverso a filtri di sabbia e di carbone, giunge purificata nel secondo chiostro in una cisterna che termina con una caratteristica costruzione a forma di tempietto.  Un’opera , quella dei due chiostri, ultimata nella prima metà del ‘600 e utilissima nei secoli a venire, con il pluviometro per la raccolta dei dati utili alle statistiche sulle precipitazioni in tutto il bacino del Cusio. Non so perché mi è venuto in mente questo fatto ma adesso sento che il freddo mi intorpidisce. Guardo giù verso il lago. E’ buio e si notano le luci nelle case e nelle vie. Paiono fiammelle tremolanti. Improvvisamente il cielo s’illumina al passaggio di due, tre, quattro stelle cadenti che, rapidissime, disegnano un arco che attraversa da parte a parte il lago. E poi altre, in sequenza, come quando scoppiano i fuochi di San Vito a Omegna. E’ uno spettacolo che lascia senza fiato: le “lacrime del leone”, al loro passaggio, arabescano il cielo. Anche quest’anno non mi hanno tradito. La fatica che ho fatto per arrivare quassù, per non mancare all’appuntamento, è stata ripagata.

Marco Travaglini

 

Il Carpe Diem di Varoufakis, il movimento della speranza

VAROUFAKIS1Sarà il tempo a decidere se Diem 25 potrà modificare l’Europa e, con essa, la storia dei prossimi anni. Al momento, però,  questo vento di cambiamento sembra dare risposte a chi si sentiva sperduto e deluso, regalando un nuovo sogno, una via diversa da percorrere

È partito partito da Torino il percorso italiano di Carpe Diem 25 (Diem 25) il movimento di idee e pensiero lanciato, qualche settimana fa, a Berlino, dall’ex ministro delle finanze ellenico Yanis Varoufakis finalizzato alla democratizzazione di un’Europa che sta perdendo la sua integrità morale e la sua anima. Al Campus Luigi Einaudi, giovedì 17 marzo 2016, Varoufakis ha ricevuto la cattedra ad honorem all’International University College, un riconoscimento che ha definito un “magnifico onore” e ha tenuto un’intensa lectio magistralis dal titolo “The Political Economics of an Epic Struggle”, durante la quale ha ripercorso i mesi che l’hanno visto coraggioso protagonista di una politica di sfida alle regole imposte dalla troika alla Grecia, regole inique destinate a far sprofondare ancora di più nella crisi e nell’indigenza un popolo impoverito e disperato, la sua battaglia solitaria contro la Germania, lotta conclusasi con le dimissioni a sorpresa il giorno successivo allo storico referendum con il quale i cittadini greci avevano pronunciato il proprio no forte e deciso a nuove politiche di austerità, ultimo disperato tentativo di difendere la primavera di Atene. Dopo alcuni mesi, Yanis Varoufakis torna ancora protagonista con un nuovo progetto, un nuovo modello che si pone come obiettivo quello di salvare un’Europa composta da democrazie, maVAROUFAKIS2 senza uno spirito democratico, in cui il demos è privato dei propri diritti e in cui sono un gruppo di tecnocrati a prendere le decisioni. Il manifesto sul quale si fonda Diem 25 parte dalla considerazione che i popoli europei hanno il diritto e il dovere di riprendere il controllo della loro Europa, basandosi su quattro fondamentali principi: nessun popolo europeo può essere libero se la democrazia di un altro viene violata; nessun popolo europeo può vivere nella dignità finché un altro ne è privato;  nessun popolo europeo può sperare di avere prosperità se è precipitato nell’insolvibilita’ e nella depressione permanenti; nessun  popolo europeo può svilupparsi senza impegni mentali per i suoi cittadini più modesti, senza sviluppo umano, equilibrio ecologico e determinazione a svincolarsi totalmente dalle energie fossili, in un mondo che cambia i suoi modi di funzionamento e non il clima del pianeta. Varoufakis, ancora una volta, offre un’opportunità, quella di riappropriarsi di una libertà di pensiero e di decisioni che ci è stata sottratta senza che nemmeno ce ne accorgessimo, rendendo i popoli europei sempre più simili agli uomini del mito della caverna nella Repubblica di Platone che, incatenati nell’oscurità, non sanno che il sole brilla all’esterno, che esiste un altro mondo, un’altra realtà e che, spesso, basta sfidare l’ostilità della massa, dei contemporanei, per raggiungerla, basta avere coraggio di andare controcorrente, di guardare oltre le ombre proiettate sul muro, di uscire a contemplare le stelle. L’indicazione per creare un’ “Europa della Ragione, della Libertà, della Tolleranza e dell’Immaginazione” arriva ancora una volta dall’appello di un figlio di quella terra che ha VAROUFAKIS3regalato al mondo intero la filosofia, la politica, la retorica, l’epica, la poesis, l’arte e la mitologia, da quella terra di dei, eroi e grandi ideali che ha insegnato al mondo che, liberati tutti i mali, sul fondo del vaso di Pandora rimase la consolazione più grande: la speranza. È una forte speranza quella che domina il pensiero che anima Diem 25, la speranza di poter far scaturire un cambiamento, la speranza di costruire un’Europa di uomini con lingue e culture diverse, ma con l’obiettivo comune di realizzare una società nella quale dominio pace e solidarietà, in cui si annullino le diseguaglianze, i nazionalismi, i fanatismo, gli estremismi, i razzismi.Varoufakis, nel libro “È l’economia che cambia il mondo”, intensa riflessione dedicata alla figlia Xenia: scrive: “È incredibile la facilità con cui tendiamo a considerare logica, naturale e giusta la distribuzione della ricchezza che abbiamo sotto gli occhi, specialmente se ci favorisce. Quando ti sembra di propendere per questo tipo di pensieri, ricorda: tutti i bambini nascono nudi, ma per alcuni è già stata pronunciata la condanna alla fame,  allo sfruttamento e alla miseria. Non cedere mai alla tentazione di accettare una spiegazione logica per le disuguaglianze che finora, da ragazza che sei, hai ritenuto inaccettabili”. In questa frase credo sia racchiuso tutto il senso del nuovo progetto dell’ex ministro greco. Sarà il tempo a decidere se Diem 25 potrà modificare l’Europa e, con essa, la storia dei prossimi anni. Al momento, però,  questo vento di cambiamento sembra dare risposte a chi si sentiva sperduto e deluso, regalando un nuovo sogno, una via diversa da percorrere.

Barbara Castellaro