redazione il torinese

Il Car sharing sotto la Mole fa sempre più tendenza per una mobilità pulita e comoda

Sotto la Mole arriveranno 400 vetture e 700 colonnine entro 3 anni, investimento complessivo di 13 milioni di euro. Marie Bollorè, amministratore delegato del gruppo, ha presentato il piano al Politecnico

POLITECNICOTorino è la prima città d’Italia nella quale il  gruppo Bollorè ha deciso di lanciare il car sharing elettrico, dopo diverse città francesi come Parigi, Lione, Bordeaux e anche Indianapolis, per poi puntare prossimamente a Londra. Sotto la Mole arriveranno 400 vetture e 700 colonnine entro 3 anni, investimento complessivo di 13 milioni di euro. Marie Bollorè, amministratore delegato del gruppo, ha presentato il piano al Politecnico. La produzione avverrà  a Torino nello stabilimento di Bairo, ex Pininfarina, e in uno stabilimento francese. “Abbiamo agito nella direzione della mobilità sostenibile – ha detto il sindaco Piero Fassino – e scommettere sulla mobilità elettrica è una scelta coerente. In più il car sharing di Bollorè rappresenta una ideale sinergia tra pubblico e privato”. Il car sharing è una realtà già presente nel capoluogo piemontese. Sull’argomento vi riproponiamo il servizio realizzato nelle scorse settimane da Veronica Bosco per il “Torinese”.

FILOSOFIA DEL CAR SHARING SOTTO LA MOLE / RIVOLUZIONE COPERNICANA NELLA PERCEZIONE DELL’AUTO: UNO SLITTAMENTO DALL’ACCESSO ALLA PROPRIETÀ ALL’ACCESSO ALLA SODDISFAZIONE DEL BISOGNO DI TRASPORTO.

La città della Fiat e l’auto in condivisione, a grandi passi verso la smart mobility

di ilTorinese pubblicato lunedì 29 febbraio 2016

I vantaggi di guidare una shared car sono indubbiamente considerevoli: riduzione dei costi fissi di manutenzione per coloro che utilizzano l’auto per spostamenti brevi, accesso alla ZTL e, dal lato della vivibilità urbana, minor numero di veicoli per servire un maggior numero di persone – in media, un’auto condivisa sostituisce quindici auto di proprietà – sebbene l’utilizzo dell’auto in condivisione sia conveniente solo al di sotto di un kilometraggio massimo (tra i 5000 e i 7000 km all’anno)

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Torino, novembre 2002: ha inizio il progetto “IoGuido” per la mobilità sostenibile, il servizio di carsharing gestito da CarCityClub, società a capitale misto GTT, Leasys e AMC. L’obiettivo? Ridurre l’impatto e la congestione causata dall’alto numero di veicoli circolanti in città, fonte di considerevole abbassamento della qualità della vita e di elevati livelli di inquinamento.
Nella città che è stata il centro nevralgico della produzione automobilistica italiana, e che è al secondo posto in Italia per quanto riguarda il rapporto abitanti-autovetture – 850 auto ogni 100 abitanti, seconda solo a Roma -, si può parlare di rivoluzione copernicana nella percezione dell’auto, uno slittamento dall’accesso alla proprietà all’accesso alla soddisfazione del bisogno di trasporto.park car sharing

Certo, non è questo l’inizio della pratica del carsharing in sè e per sè, in quanto esso affonda le sue radici addirittura negli anni Cinquanta, a Zurigo, e per i primi, consistenti, prodromi della diffusione delle car-sharing organizations deve far riferimento alla Francia e all’Olanda degli anni Settanta e Ottanta.

Dal 2002 ad oggi, poi, sempre più forti si sono fatte le spinte economico-sociali promotrici dell’economia dell’accesso (in vece di quella della proprietà). La crisi del 2008, da una parte, e il sempre maggior desiderio di vivibilità all’interno del contesto cittadino, nonchè la dilagante e crescente sensibilità ambientale, dall’altra, hanno favorito lo sviluppo delle car-sharing organization, tanto che nell’aprile 2015, dopo Milano, Roma e Firenze, Torino ha aperto le porte a Enjoy e Car2Go, servizi di carsharing free-flow.

car sharing
Al contrario della flotta appartenente a IoGuido, infatti, le Fiat 500 e le SmartForTwo dei servizi in questione si possono posteggiare in qualsiasi parcheggio interno al perimetro dell’area urbana torinese, ivi compresi i parcheggi blu, di cui esse possono fruire gratuitamente, e il loro accesso è consentito tramite app per smartphone, senza la necessità di prenotazione (obbligatoria, invece, per le auto del CarCityClub).

I vantaggi di guidare una shared car sono indubbiamente considerevoli: riduzione dei costi fissi di manutenzione per coloro che utilizzano l’auto per spostamenti brevi, accesso alla ZTL e, dal lato della vivibilità urbana, minor numero di veicoli per servire un maggior numero di persone – in media, un’auto condivisa sostituisce quindici auto di proprietà – sebbene l’utilizzo dell’auto in condivisione sia conveniente solo al di sotto di un kilometraggio massimo (tra i 5000 e i 7000 km all’anno). Certo è, comunque, che in un contesto di crescente urbanizzazione ed inquinamento, il carsharing può risultare uno strumento efficace e di larga adesione per attutire tali problemi e ridurre l’incidenza dell’auto nel progressivo peggioramento della qualità della vita in aree urbane.car sharing33

Leader nell’adesione alla sharing mobility è, in Italia, la città di Milano, che costituisce l’80% del mercato delle car-sharing organizations, e per prima ha introdotto il sistema free-flow (dicembre 2013); inoltre, dal luglio 2015, i milanesi possono usufruire dell’implementazione di 150 scooter della flotta Enjoy, noleggiabili con gli stessi schemi delle auto. L’appetibilità del mercato milanese ha consentito la sua penetrazione da parte di nuove organizzazioni, quali Share’n Go (che utilizza veicoli elettrici) e Twist, e ha contestualmente permesso l’adozione di una flotta più consistente , sia per quanto concerne le 500 del gruppo ENI (944 veicoli contro i 400 di Torino), che per le Smart del gruppo Daimler-Benz (700 contro le 450 torinesi), ma il Turin Action Plan for Energy, stilato in previsione di una riduzione delle emissioni di CO2 di 1 360 941 tonnellate dal 20015 al 2020, presenta tra gli strumenti per la razionalizzazione del trasporto privato, anche l’incentivazione e l’estensione del servizio di car-sharing.

tabella car sharing

La città piemontese, inoltre, da marzo 2016 vedrà l’introduzione del car-sharing elettrico, gestito da BlueSolution del gruppo Bollorè, la cui prima BlueCar venne progettata al fianco di Pininfarina, e la cui costruzione è sita a Bairo, nel Canavese; l’obiettivo è arrivare, dalle 30 vetture iniziali e le 15 colonnine di ricarica, ad una flotta di 400 veicoli e 700 colonnine di ricarica aperte anche ai privati. Una Torino che si avvia a grandi passi ad essere sempre più smart.

Veronica Bosco

(foto: il Torinese)

Stress, ansie e fobie del cane

cani9TU PORTI LUI O LUI PORTA TE?!
Di Enrico Coscarelli
 
 

Buongiorno carissimi lettori, oggi vediamo come stress,cani96 ansie e fobie possono rovinare la vita del cane, dei padroni e l’idea dell’animale domestico. A riguardo c’è una premessa da fare, la maggior parte dei miei colleghi tende a dare la colpa a qualsiasi atteggiamento strano, o poco normale, a queste cause: stress, ansia e fobia; a parer mio è esagerato dal punto di vista del comune proprietario, perché ci sta che quest’ultimo non abbia le capacità ed il tempo che necessita per curare ogni minimo dettaglio, un minimo di stress si può accettare se gestibile, ma se diventa troppo devo acconsentire. Lo stress subentra quando il cane non è in grado di saper far fronte a ciò che lo circonda, l’ansia è lo stadio successivo allo stress, la fobia è l’insieme della paura, del terrore e del panico, il peggior stato che si può raggiungere, e per forza di cose il più difficile da recuperare. Io sono per il benessere del cane, allo stesso tempo capisco i proprietari, ma è fondamentale che imparino a gestire il proprio compagno, e quindi ipotizziamo, un cucciolo arriva in una casa e comincia a mordicchiarci, è normale, si deve fare i denti ed è tutto da scoprire agli occhi suoi, ma il proprietario la mette sul ridere, poi cresce ed inizia a parlarci, no, dai, basta, ma senza ottimi risultati, comincia a mangiucchiare i mobili di casa in nostra presenza e soprattutto non, ed infine il cane è adulto, ognicani9 2 oggetto a portata di bocca è suo, provi a sgridarlo ti mostra i denti, cominci ad intimorirti, e la situazione è fuori controllo, perché non si è stati in grado di spiegare a modo suo che era sbagliato. Tra gli esempi più comuni possiamo citare, il guinzaglio tutto rovinato in passeggiata, il cane che non si rilassa mai, il mordersi fino a ferirsi, il grattarsi in maniera eccessiva, queste sono azioni causate da stress e dove per certo posso pensare che il nostro fedele amico non sta bene, negli ultimi due esempi, la soluzione non sono i farmaci! I motivi possono essere innumerevoli, per poi passare all’ansia dove il cane inizia ad ansimare, sbavare, fino a rimettere. Il padrone tende sempre a dare una giustificazione a questi sintomi, se ansima è perché ha caldo, se sbava è perché ha particolarmente appetito e se rimette è perché ha mangiato qualcosa che non gli ha fatto bene, ma la verità è che per il bene del cane è sempre meglio sentire il parere di un esperto, a maggior ragione se il veterinario vi dice che è in salute.cane coscar3

Infine la fobia, il concentrato di paura, terrore, e panico, nei confronti di oggetti piuttosto che di persone, non solo si fanno vivere momenti tremendi al cane, ma possono portare ad avere disturbi neurologici, il che è davvero qualcosa di indecente che nessuno dei nostri quattrozampe merita.

Potremmo davvero andare avanti per molto tempo con storie realmente accadute ed esempi, ma finchè ogni singolo proprietario non cerca di essere obbiettivo e disponibile ad un po’   di autocritica non finiremo mai. Sono tutti bravi a postare foto e dichiarazioni d’amore superbe sui social-media, essere distrutti quando purtroppo arriva il giorno della loro “fine”, ma l’unico modo per ripagarli di tutto quello che ci donano è garantirgli una vita serena. Arrivederci alla prossima puntata, con le differenze di comportamento tra casa e fuori.

Enrico Coscarelli

Facebook  DogLand Camp

349 65 58 270

enrico.coscarelli87@gmail.com

L’albumina, uno dei fondamentali antidoti anti cellulite

uovoUn solo grammo di albumina può richiamare nel torrente circolatorio diciotto grammi di acqua; per questo motivo si tratta di una sostanza fondamentale per il mantenimento della normale pressione oncotica del plasma

“L’albumina è carpanedouna proteina del plasma – spiega il personal trainer Rodolfo Carpanedo – prodotta dalle cellule epatiche. È’ contenuta anche nel latte e nell’albume dell’uovo, da cui prende il nome. Per quantità e funzioni, l’albumina è considerata una delle proteine più importanti dell’organismo. Viene sintetizzata dal fegato ed è contenuta soprattutto nei liquidi interstiziali e nel plasma, dove rappresenta, da sola, circa la metà delle proteine circolanti (55-65% della protidemia totale).  Un solo grammo di albumina può richiamare nel torrente circolatorio diciotto grammi di acqua; per questo motivo si tratta di una sostanza fondamentale per il mantenimento della normale pressione oncotica del plasma. Quando le concentrazioni plasmatiche di albumina si abbassano, l’acqua diffonde nello spazio interstiziale (presente tra una cellula e l’altra). I bambini colpiti da severa malnutrizione presentano un addome particolarmente rigonfio proprio a causa della ridotta concentrazione di albumina nel plasma (ipo-albunemia)”.

Bassi livelli di albumina = stravaso di liquidi nei tessuti interstiziali

Conseguenza

EDEMA / GONFIORE

In parole povere l’albumina – prosegue Rodolfo Carpanedo – è un importante trasportatore di acqua intracellulare . Quindi se vogliamo ridurre la quantità di acqua extracellulare tipica della cellulite, consiglio di iniziare a dare importanza al bianco d’uovo. L’albume d’uovo (parte di un uovo da 60 gr) apporta circa 15 calorie, albumina, proteine ad altissimo valore biologico, pochi lipidi e sali minerali .  Se volete coadiuvare la riduzione degli inestetismi della cellulite assumete almeno 6/8 bianchi a settimana suddividendoli tra frittate bianche, all’interno delle vostre insalate e perché no anche a colazione . Per quanto riguarda l’attività fisica, tenendo in considerazione il fatto che quando si parla di CELLULITE si intende uno stato infiammatorio sottocutaneo con edema locale, sconsiglio attività intervallate che superino la soglia anerobico-lattacida, attivita’ ad alto impatto con salti e balzi ed esercizi isometrici. Sono preferibili camminate veloci, nuoto/acquagym, esercizi di pesistica con recuperi lunghi (per evitare stati di acidosi locale), stretching fasciale e posizioni a candeliere con le gambe in alto”.

 
 

Rodolfo Carpanedo

Personal Trainer 

General Manager

Palestre I-FIT Torino 

 

Elezioni comunali, la corsa dei seimila alla conquista di Palazzo Civico e dei quartieri

palazzo civicoLe liste potrebbero essere una trentina. Nel centro-destra è ancora caos, con il notaio Alberto Morano unico punto fermo in quanto candidato di Lega e Fratelli d’Italia, (oltre ad un possibile sostegno nei suoi confronti del consigliere regionale azzurro Vignale) e Osvaldo Napoli in stand by per la candidatura in solitario di Forza Italia

Un migliaio di candidati aspiranti al seggio di consigliere comunale e circa 5mila per la “poltroncina” di consigliere delle 8 circoscrizioni (due in meno con la recente riforma). Insomma, la carica dei seimila sta per partire alla conquista del Comune.  Le liste potrebbero essere una trentina. Nel centro-destra è ancora caos, con il notaio Alberto Morano unico punto fermo in quanto candidato di Lega e Fratelli d’Italia, (oltre ad un possibile sostegno nei suoi confronti del consigliere regionale azzurro Vignale) e Osvaldo Napoli in stand by per la candidatura in solitario di Forza Italia. Poi c’è Roberto Rosso con le sue liste civiche: ne vuole fare una decina. Nel centrosinistra, tutto regolare con Fassino che si ripresenta, appoggiato dal Pd e da qualche lista di sostegno. I Cinque Stelle forti dei sondaggi più che incoraggianti, corrono da soli con Chiara Appendino. Scendono in pista a sinistra-sinistra Giorgio Airaudo e il comunista Marco Rizzo che avrà  tre liste a sostenerlo. Per la Destra Nazionale scede in campo Roberto Salerno, mentre l’Italia dei Valori corre con il candidato  Mario Cornelio Levi che non appoggia Fassino. Poi la lista “La piazza” che candida Pier Carlo Devoti.  Si calcola che il rapporto tra candidati e cittadini (questi ultimi quasi 900 mila)  sia di un candidato ogni 150-160 abitanti. In un clima di antipolitica mai visto prima d’ora.

Cristiano Bussola

(Foto: il Torinese)

Le holding in crescita alla prova bilanci

Il concetto di gruppo pubblico locale è ben noto alla dottrina da oltre un decennio e proprio dalla Scuola torinese sulla Ragioneria Pubblica dell’Università di Torino è partita la prima sperimentazione di realizzazione del bilancio consolidato del Gruppo pubblico Comune di Torino: questo ancor prima che il concetto di gruppo pubblico locale assumesse forma di legge

bilancio biancone

di Paolo Pietro Biancone*

Il panorama delle Holding italiano è destinato a cambiare decisamente a partire dal 2016. Agli oltre 5mila gruppi aziendali privati si affiancheranno gradualmente gli 8mila gruppi comunali: a partire dal 2016-2017 saranno via via obbligati alla redazione di bilanci consolidati. Nell’ambito del percorso normativo di progressiva introduzione dell’armonizzazione contabile, il 2016 si presenta di fondamentale importanza per l’avvio generalizzato della contabilità economico-patrimoniale (secondo la nuova impostazione) e per l’obbligo di redazione del bilancio consolidato, che nondimeno presuppongono alcuni adempimenti preliminari per garantire la corretta predisposizione dei referti (nel corso del 2017).

Il legislatore integra il concetto di “gruppo” nel senso più ampio superando le indicazioni poste in dottrina della necessaria “omogeneità” dei componenti: si tratta quindi di “consolidare” tutte le partecipazioni, qualunque sia la forma di gestione: società di capitali, aziende speciali, fondazioni, associazioni.

L’introduzione di tali strumenti era prevista, per le realtà con popolazione superiore a 5.000 abitanti, già con il 2015, seppure con facoltà di proroga al 2016 (di cui si sono avvalsi praticamente tutti gli enti), mentre per gli enti di minore dimensione era stata la stessa normativa a disporne la disapplicazione fino al 2017.

In Piemonte, i Comuni che saranno obbligati alla redazione del bilancio consolidato sono 1064, rispetto a un totale di 1.202.

Al di là delle scadenze, è evidente che il panorama dei gruppi aziendali sta cambiando e realtà di gruppi pubblici locali diventeranno numericamente più ingombranti rispetto a holding private: sulla carta, la prospettiva è di un modello di gestione degli enti locali e delle aziende del gruppo, erogatrici di servizi pubblici, più razionale e fortemente orientato agli stakeholder (portatori di interesse).

Il concetto di gruppo pubblico locale, peraltro, è ben noto alla dottrina da oltre un decennio e proprio dalla Scuola torinese sulla Ragioneria Pubblica dell’Università di Torino è partita la prima sperimentazione di realizzazione del bilancio consolidato del Gruppo pubblico Comune di Torino: questo ancor prima che il concetto di gruppo pubblico locale assumesse forma di legge.

Proprio il gruppo comunale di Torino secondo i dati emersi in occasione della presentazione del Popular Financial Reporting (www.comune.torino.it) la scorsa settimana (si veda articolo del 13 marzo scorso), con quasi tre miliardi di fatturato che rappresentano il 2,37 del PIL regionale, oltre 20mila dipendenti e un notevole numero di servizi che il Gruppo consolidato Città di Torino (il Comune più una quindicina di società partecipate, tra controllate e collegate, una ventina di fondazioni e cinque consorzi) assicura quotidianamente nel capoluogo piemontese a migliaia di cittadini, si pone come secondo gruppo aziendale del Piemonte. Un’attività grande, articolata, complessa e con un impatto non indifferente sull’economia reale del territorio.

*Presidente del corso di studi in Professioni Contabilità

Coordinatore del corso di dottorato in Business & Management

Università di Torino

 

Caselle a febbraio vola alto: +13.8% contro il 9,8 nazionale

caselleE’ addirittura il ventiseiesimo mese di crescita consecutivo

Vola l’aeroporto “Pertini” di Torino che  registra a febbraio 321.833 passeggeri, ovvero il 13,8% in più rispetto allo stesso mese dell’anno prima, a fronte di un incremento nazionale del 9,8%. E’ addirittura il ventiseiesimo mese di crescita consecutivo, e cresce anche il numero di movimenti: 3.736 a febbraio, +8,4% rispetto a febbraio dello scorso anno. I dati  sono di Assaeroporti e sono stati comunicati dalla Sagat, la società di gestione dello scalo di Caselle. Nei primi due mesi dell’anno l’aeroporto ha trasportato oltre 620 mila passeggeri, con una crescita complessiva dell’11,5% rispetto ai primi due mesi del  2015.

Derby della Mole alla Juve con capitan Buffon da record

juve toro derbyil portiere con la più lunga imbattibilità nel campionato italiano

Il derby della Mole va alla Juventus che ha battuto 4-1 il Torino. Nel primo tempo i bianconeri sono in vantaggio con Pogba, su punizione, e Khedira. Ed è record di capitan Buffon, il portiere con la più lunga imbattibilità nel campionato italiano. Al 4′ del derby è arrivato a 930′ senza mai subire gol, e ha superato Sebastiano Rossi, detentore fino ad oggi con 929′. In serie A l’ultimo a battere Buffon è stato Antonio Cassano, nell’incontro Sampdoria-Juventus. Torniamo al match di oggi: la squadra granata pareggia poi con Maxi Lopez, ma si materializza il fuorigioco, l’arbitro annulla con i tifosi torinisti che protestano. La doppietta di  Morata ferma il Torino che rinuncia anche,  per infortunio,  a Immobile che  non potrà presentarsi  alla convocazione di Conte in Nazionale. Anche  Dybala esce per infortunio al 31′ del primo tempo, mentre Kedira viene espulso nel finale per proteste.

Sei camelie in cerca d’autore

camelie fiori 2La Mostra della Camelia e dei Fiori di Primavera, giunta alla sua trentesima edizione, tra i tanti eventi ha ospitato anche la presentazione del libro “Sei camelie in cerca d’autore” a cura di Laura Travaini, presidente dell’Associazione “Scrittori e Sapori”

A Gozzano (Novara)  , l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune ha organizzato il 19 e 20 marzo la Mostra della Camelia e dei Fiori di Primavera. La manifestazione, giunta alla sua trentesima edizione, tra i tanti eventi ha ospitato anche la presentazione del libro “Sei camelie in cerca d’autore” a cura di Laura Travaini, presidente dell’Associazione “Scrittori e Sapori”. Partendo dal fascino di questa pianta originaria dell’Estremo oriente, molto apprezzata per il fogliame di un bel verde lucente e per la fioritura abbondante in molte sfumature di colori, che ha trovato nel clima mite dei laghi Maggiore e d’Orta il suo habitat ideale, sei autori hanno raccontato sei diverse specie di camelia. Così, “un po’ per gioco e un po’ per necessità”, come racconta Laura Travaini, questo lavoro ha visto “ogni autore lasciarsi prendere da una camelia, filo connettivo di tutto il percorso, declinando la narrazione secondo al propria sensibilità, fantasia, luogo di provenienza”. Sei brevi trame narrative, abbinate ad un fiore particolare, che hanno vistocamelie fiori all’opera la stessa Laura Travaini ( “Natura morta con il notes, la camelia e il pesce” con l’Alba Plena, bianca come il latte), Alfonso La Licata (“Tra i petali di una camelia” con la rossa Gran Sultano), Marco Travaglini (“Una camelia a Corconio” con la General Coletti, color panna e fragola), Barbara Visca e Luca Ciurleo (“L’ha detto la camelia”, con la bianca, rosa e rosso ciliegia Lavinia Maggi), Sabrina Minetti ( “The beautiful Boy” con l’omonima purpurea camelia). “ A sorpresa, scompigliando le carte – dice Laura Travaini – si inserisce tra questi miniplot una creazione musicale, scritta per l’occasione dal musicista Antonio Disabato. Il suo brano “Giochi di colore” è una delicata composizione descrittiva che dapprima osserva dal punto di vista estetico una camelia “Compte De Gomer”, tra le poche specie profumate, e poi si immerge al suo interno arrivando ad asprirarne la sottilissima fragranza”. Le emozioni e le suggestioni che vengono proposte da “Sei camelie in cerca d’autore” rappresentano un omaggio a questa splendida pianta da fiore che ha trovato “casa” nei terreni soffici e acidi dei laghi e che nei suoi luoghi di origine, vale a dire in Cina ed in Giappone, è uno splendido arbusto legnoso che supera anche i dieci metri di altezza.

In Municipio la sala matrimoni dedicata ad Alberto Musy

Alberto-MusySi affaccia su via Garibaldi, a poche decine di metri da dove avvenne l’agguato

 La Sala Matrimoni, al secondo piano di Palazzo Civico è stata dedicata alla figura di Alberto Musy,  consigliere comunale e avvocato ucciso a colpi d’arma da fuoco il 21 marzo del 2012. “In tempi in cui spesso la politica non è vista con favore dalla gente, Alberto Musy ci ricorda che esiste anche una buona politica, fatta con onestà e disinteresse per il bene comune”. Questo il ricordo del sindaco di Torino, Piero Fassino. Alla cerimonia erano presenti  la moglie Angelica e la sorella di Musy  Antonella, con i presidenti del Consiglio comunale e regionale, Giovanni Porcino e Mauro Laus, oltre a numerosi consiglieri comunali da cui è nata l’iniziativa dell’ intitolazione, della sala che si affaccia su via Garibaldi, a poche decine di metri da via Barbaroux, dove avvenne l’agguato che portò alla morte di Musy. Attraverso una nota, il cordoglio di Alberto Morano, candidato sindaco appartenente al centrodestra: “era uomo di grande qualità umana, che con spirito di servizio e abnegazione verso la Città, conciliava la professione di avvocato con l’impegno pubblico in Sala Rossa.”

Il gran divertimento e l’ironia dei "tre moschettieri"

C’è un gran ritmo, niente e nessuno dà segni di stanchezza tanto da far supporre di voler abbassare le armi, tutto procede con divertimento e vivacità. Un divertimento confezionato pensando alla testa prima che alla pancia

MOSCHETTIERI - TEATRO

Il figlio di Alexandre Dumas diceva che suo padre era come un fiume, capace di sprigionarsi in una vivace vitalità senza confini. Arrivati alla quarta puntata del progetto promosso da Beppe Navello e dal suo TPE, la regista Myriam Tenant ricordandosi appieno dell’affermazione viaggia con il vento in poppa, grazie anche ai fatti avventurosi con cui ha a che fare e alla drammaturgia firmata a suo tempo da Ettore Capriolo. Nel quarto appuntamento in scena all’Astra sino a mercoledì 23 marzo ripercorriamo tra l’altro il viaggio solitario di D’Artagnan (i suoi compagni d’avventura e di viaggio, Athos Porthos e Aramis, sono stati per il momento messi fuori combattimento con vari tranelliMOSCHETTIERI TEATRO dalle guardie del Cardinale) a Londra per incontrare Buckingam e per informarlo della necessità di riconsegnare a Parigi i puntali alla Regina per salvare il suo onore, una volta tornato in tempo a corte per il gran ballo. I duelli emozionanti sono lì man mano che s’avanza, c’è ancora un gran cavalcare “a bordo” di cavalli bipattino e dalle teste finemente scolpite che corrono a zigzag attraverso il lungo spazio predisposto da una scenografia, un grazie a Luigi Perego (anche per i costumi, davvero belli), che ogni sera mOSCHETTIERI A TEATROsprigiona piccoli miracoli, dall’insidioso porto di Calais c’è una Manica da attraversare. Ed ecco quindi che, tra canzoncine e musiche orecchiabilmente piacevoli, una parte della scena si fa nave, place des Vosges lascia il passo alle vele sconquassate dal vento, finalmente s’attracca sulla costa opposta. C’è un gran ritmo, niente e nessuno dà segni di stanchezza tanto da far supporre di voler abbassare le armi, tutto procede con divertimento e vivacità. Un divertimento confezionato pensando alla testa prima che alla pancia. Quasi sempre se ne sente il bisogno. Con la convinzione che il pressapochismo giochi dei brutti scherzi. E se qui il movimento e l’avventura la fanno da padroni, con il coinvolgimento pieno dello spettatore, non da meno è stato nella terza puntata, anche se là si privilegiava il dialogo e i sentimenti e i duelli per un attimo tacevano. Il testo lo si doveva a quel gran uomo di teatro che fu Aldo Trionfo e la regia a Piero Maccarinelli, precisa, attenta, finemente calibrata, che ancora oggi ha saputo trarre un paio di momenti di eccellente messa in scena dai dialoghi tra il Cardinale e Bonacieux come tra quello e il sovrano, coinvolgendo Antonio Sarasso, Fabrizio Martorelli e Gianluigi Pizzetti in un perfetto gioco di perfidia, di timori e di vacuità tutto da godere. Insomma, aspettiamo di arrivare alla fine, ma certo il giudizio più che positivo non cambierà, perché è chiaro che I tre moschettieri continua a rivelarsi come una delle proposte teatrali più divertenti, ironiche e vitali dell’intere stagione teatrale.

Elio Rabbione