redazione il torinese

Al Museo Nazionale della Montagna " Semplicemente famiglia rurale"

L’essenza della vita quotidiana di alcune famiglie rurali narrata attraverso gli scatti di Moreno Vignolini

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Raccontare l’essenza della vita quotidiana delle famiglie rurali, fermare nel tempo per fotogrammi tanto i loro momenti più privati quanto quelli più strettamente lavorativi, per spiegare tramite fermo-immagini la decisione di ritornare ancora oggi alla terra, è alla base del progetto fotografico “Tout simplement…Famille rurale”, realizzato da Moreno Vignolini con il patrocinio di Cipra Italia, in esposizione al Museo Nazionale della Montagna di Torino dal 18 marzo scorso fino al 29 maggio prossimo.

Il fedele obiettivo di Vignolini ha seguito tre giovani famiglie rurali tra l’estate 2013 e l’autunno 2014 con l’intento di illustrare al visitatore della mostra in maniera più ampia possibile quel modello di “famiglia rurale” non solo tornato di attualità, ma addirittura in continua crescita negli ultimi anni.

E’ attraverso i volti di Ruben e Roberta, con il loro allevamento caprino e la loro produzione di formaggi, quelli di Davide e Sylvie, dediti al loro allevamento bovino, e infine quelli di Elisa e Davide, visti nella loro fattoria didattica, nel loro agriturismo e produzione da piccoli frutti, che Vignolini mostra quanto sia innovativo il modo di queste giovani famiglie di rapportarsi al territorio e alle sue risorse, pur seguendo il filo di una lunga tradizione agro-pastorale.

E’ ponendosi al loro fianco, sia nelle lunghe giornate di lavoro sia nei momenti di quotidianità familiare, che Vignolini racconta per immagini quanto la scelta di ritornare alla terra, pur in assenza di una tradizione familiare alle spalle, rappresenti non tanto una voglia di ritorno al passato, quanto un desiderio di futuro, di “..mangiare il futuro!”, come dice lo stesso Vignolini che, parlando della sua opera, spiega: “..Sono tasselli silenziosi, operosi, nascosti, con una gran voglia di fare, che è importante sostenere. Certo ogni azienda è una storia a sé, una storia fatta di impegno, sacrificio, amore, passione, tenacia, sogni realizzati e sogni in divenire … per ora ho scelto di raccontarne tre, non mi dispiacerebbe con il tempo riuscire a raccontarne altre, in altri territori, per delineare storie di contesto alpino”.

Tutto ciò è lì, fermato in quei 50 scatti in bianco e nero e nei pannelli descrittivi che li accompagnano, fornendone al visitatore una chiave interpretativa bilingue (italiano-francese), edita da Testolin Editore.

Una panoramica ancor più ampia del lavoro è data dall’esposizione, oltre ai 50 scatti della mostra, di immagini aggiuntive, scattate nello svolgimento del progetto, capaci di fornire una visione ancor più completa della vastità del lavoro, grazie anche ai testi di Lorenza Bravetta e di Federica Corrado, che arricchiscono e completano l’accuratezza dell’intero progetto.

Stefania Tagliaferro

 

Il successo della app contro lo spreco di cibo targata Torino

mercato sebatopoliSi chiama  Last Minute Sotto Casa

Ogni mese, per un anno e mezzo ha salvato 2,5 tonnellate di cibo, di cui 1 tonnellata nella città di Torino. Proprio sotto la Mole è nata la  start up nell’incubatore del Politecnico, che oggi sta per  sbarcare anche oltre confine, in Spagna e Portogallo. Si chiama  Last Minute Sotto Casa, app che combatte lo spreco alimentare e vuole espandersi all’estero grazie a un accordo con Day Gruppo Up e con il network LifeGate. Sono più o meno 50 mila in Italia gli utenti registrati sulla app e 300 gli esercizi commerciali che propongono a prezzi scontati i prodotti in eccedenza.

(Foto: il Torinese)

Valentina, piemontese, la più veloce al mondo sugli sci

greggio sci valentinaLa venticinquenne di Pallanza è scesa a 247,083 km/h, superando  di oltre 4 km/h il primato della svedese Sanna Tidstrand

Valentina Greggio, piemontese,  ha conseguito il  nuovo record mondiale di velocità in campo femminile, sulla pista di Chabrières a Vars, in Francia. La venticinquenne di Pallanza è scesa a 247,083 km/h, superando  di oltre 4 km/h il primato della svedese Sanna Tidstrand detenuto dal 2006 con 242.590 km/h. Pochi giorni fa Valentina, sempre a Vars, ha vinto con due gare d’anticipo la Coppa del mondo di sci di velocità con cinque primi posti consecutivi, ripetendo il risultato conseguito nel 2015.

Empowering women: Elisa Sasso, artigiana ceramista

Sabrina Allegra è una sociologa freelance specializzata in temi riguardanti il genere. Con il fotografo Stefano Di Marco ha realizzato un reportage (Empowering women through their job and passion) focalizzando l’attenzione sull’empowerment delle donne attraverso la loro professione. Il reportage comprende sei storie di donne, corredate di foto

Di Sabrina Allegra  www.womensocialinclusion.org

 Foto  di Stefano Di Marco www.stefanodimarco.com

 
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6 / ELISA SASSO, ARTIGIANA CERAMISTA

CHI È ELISA SASSO?

Elisa, quasi trentatreenne, è un’artigiana ceramista formalmente da un anno con il suo brand Elisa Sasso Creazioni Ceramiche, anche se in realtà lavora la ceramica da circa otto anni. Inizia a vendere i suoi prodotti prima nella cerchia di amici e parenti e poi nei circuiti dei mercatini. Oggi Elisa è impegnata, oltre che nella produzione   e vendita delle sue ceramiche, nella conduzione di laboratori per le scuole. Elisa ci confida inoltre che, presso il suo laboratorio di Pinerolo, ci saranno presto delle novità per gli aspiranti ceramisti.

 

COME NASCE LA PASSIONE PER LA CERAMICA?

Elisa inizia a frequentare 3-4 cicli di un corso di ceramica presso l’Associazione Aquarius di Torino. Affascinata da questo mondo, continua a svolgere workshop e corsi più brevi sulle tecniche minori e sulle alte temperature. Ciò che appassiona Elisa è il lavoro manuale in sé, ma soprattutto è il concretizzare un’esperienza in un prodotto finito, che capita di dover ripetere in decine e decine di pezzi per i suoi affezionati clienti.

Non so più se si tratta di passione o di necessità, nel senso che molto spesso mi ritrovo a mettere pezzi di vita vissuta, ricordi ed esperienze negli oggetti che realizzo.

Le sue creazioni, specialmente quelle che piacciono alle persone, partono sempre da qualcosa di intimo e personale. L’argilla diventa un canale privilegiato di espressione personale. La sua passione la porta poi in Turchia, grazie a un progetto europeo sull’apprendimento di alcune tecniche di decorazione. Un’esperienza che si rivela di alto valore umano, oltre che tecnico. La ceramica, arte diffusa in tutto il mondo, ha il potere di unire i popoli e le loro culture. Ogni tradizione ceramica racchiude un fascino unico per Elisa, fatto di tecniche e materie prime differenti che rendono irripetibile ogni manufatto.Due anni e mezzo fa si conclude un’altra esperienza che segna fortemente il cammino di Elisa: il Giappone. Tre mesi di apprendimento intensivo di lavorazione della porcellana, presso un rinomato e giovane maestro a 40 km dalla città di Nagoya. Elisa racconta di quanto i ceramisti siano venerati dai giapponesi, godono infatti di sasso12un considerevole rispetto che rimanda alla millenaria tradizione del tè, dei suoi rituali e dell’eccellente cura dei dettagli. La porcellana è un materiale meraviglioso, ma molto costoso e difficile, che Elisa non esclude un giorno di cominciare a lavorare.

Elisa parte per questa avventura senza pensarci su, lascia tutto, ma una volta arrivata a destinazione ad aspettarla non trova le condizioni lavorative tipiche dell’apprendistato. La realtà in cui si ritrova è ben diversa: 9 ore di lavoro in una piccola fabbrica, per sei giorni su sette, a contatto con polvere e sotto stress. Ma non basta perché, oltre a tutto ciò, Elisa affronta un altro ostacolo: in base a qualche precetto della tradizione giapponese, le donne non possono stare al tornio, sono adibite a mescolare i colori, a lavori molto più poveri e all’utilizzo degli stampi.

Il Giappone ha cambiato parecchio Elisa e sono tanti i risvolti personali che si porta dietro. La prova è stata dura più che mai, sia a livello fisico che psicologico, ma è proprio da qui che torna a casa con la massima certezza di ciò che vuole fare nella sua vita.

LA FONTE DI ISPIRAZIONE NELLA SUA PROFESSIONE?

L’ideale per Elisa è un viaggio, sia per rigenerarsi che per far nascere nuove idee. Quando non è possibile è sufficiente il riposo totale dalla ceramica, trascorrere del tempo con un’amica o andare in montagna con la cagnolina Petra. Lo stile di Elisa lo riconosci tra gli altri per i suoi elementi decorativi fantasiosi e freschi che rimandano a mondi onirici e simbolici. Elisa ci apre la porta del suo giardino segreto, mostrandoci gli angoli più intimi e personali. Ci presenta i pois e le righe, che nelle sue creazioni non mancano mai. Ci sono poi le casette da appendere al collo, alle quali lei tiene tanto. Per esempio, la sua prima casa di ceramica è nata dal bisogno di avere finalmente una sola casa, dopo averne cambiate ben undici. E poi ci sono le sue amatissime mongolfiere, simbolo di un grande amore che dopo tanti anni finisce e come una mongolfiera si alza in volo. La ceramica è per molti un’attività terapeutica ed entra a far parte della vita di Elisa in un momento in cui era indispensabile ritagliarsi uno spazio e un tempo tutto suo. Manipolare l’argilla, racconta Elisa, ha dei risvolti curativi per l’anima: attraverso la materia riesce ad esorcizzare le esperienze sia positive che negative che le capitano. L’argilla ha infatti delle proprietà eccezionali, tra cui quella di assorbire gli stati d’animo di colui o colei che la lavora.

QUANTO É IMPORTANTE AVERE UNA PERSONA DI RIFERIMENTO SU CUI CONTARE?

Lei si ritiene molto fortunata, può contare su qualcuno che capisca le sue esigenze e creda in lei. Fra le tante persone incontrate che hanno segnato il suo percorso professionale, Elisa ricorda la sua prima insegnante. Una persona molto dura, ma che vede in lei fin da subito qualcosa di diverso dalla semplice hobbista. Nel processo evolutivo dell’artista è necessario superare i maestri per andare oltre e trovare se stessi. Elisa lungo il suo cammino di ceramista ha incontrato persone che nel bene e nel male l’hanno aiutata a far tesoro dell’esperienze vissute. Esiste un’altra persona che ha sempre creduto in Elisa ed è una delle due sorelle, capace di dire la cosa giusta al momento giusto e di esserci nel momento del bisogno.

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QUALI SONO LE DIFFICOLTÁ INCONTRATE IN AMBITO PROFESSIONALE?

Tanti e diversi gli ostacoli incontrati. All’inzio erano più di tipo concreto, come il procurarsi le materie prime necessarie e trovare uno spazio adeguato. Tutto ciò di cui aveva bisogno se l’è conquistato un po’ per volta con le sue forze. Un percorso tortuoso che inizia con il suo primo tornio acquistato quando ancora studiava all’università. Elisa ha affrontato difficoltà economiche ma anche emotive, perchè ci sono quei momenti in cui ti scoraggi. L’emotività e la sensibilità, che caratterizzano Elisa, se da un lato rappresentano degli elementi tangibili nelle sue creazioni, in certi momenti facilitano la deconcentrazione dal suo lavoro.Essere artigiana e imprenditrice di se stessa, com’era già emerso nella storia di Grazia Isoardi, comporta avere una limitata disponibiità di tempo. Una risorsa preziosa che va razionalizzata al massimo oltre che per la propria attività professionale, per la vita affettiva. Elisa in laboratorio è molto abile a massimizzare il tempo: per produrre una ciotolina di ceramica il tempo medio è di circa 45 minuti. Ci sono molti passaggi da considerare e in generale la tecnica di Elisa è molto sperimentale e “anarchica”: ammette che per questo le capita di sbagliare ma sovente il risultato è sorprendente ed è fiera di farsi guidare dall’istinto.

 

IN QUANTO DONNA?

Elisa racconta di avere un compagno che l’aiuta tantissimo a casa, c’è un rapporto paritario e generalmente le cose si fanno insieme. Quella domestica rimane tuttavia una questione da tenere a mente e da organizzare, finendo per sommarsi al resto degli impegni.

A proposito dell’essere una ceramista, Elisa parla del magico legame esistente tra la donna e l’argilla. I ceramisti uomini sono tanti e sicuramente la forza fisica può aiutare, così come il coraggio nell’utilizzo del fuoco o dell’alta tensione. Ma, secondo Elisa, la manipolazione e la creazione di oggetti che contengono” rimandano a qualcosa di intrinsecamente connesso all’essere donna.

COSA SOGNAVA DA PICCOLA ELISA?

Elisa da piccola adorava gli animali e sognava di diventare veterinaria. Nei primi anni dell’adolescenza era molto affascinata dal diritto e la scelta universitaria vacillava tra due ambiti molto diversi fra loro, l’Accademia delle Belle Arti e Giurisprudenza. Alla fine Elisa segue un percorso diverso da entrambi, Scienze dei beni culturali, in cui lo studio di Storia dell’arte le trasmette il senso dell’estetica che lei applica con sapienza nelle sue creazioni.

OGGI LE DONNE SONO DAVVERO LIBERE DI SCEGLIERE IL LORO DESTINO?

Rispetto alle sue coetanee e amiche Elisa è da considerarsi un’eccezione. Non sono molte le donne che conosce ad aver preso in mano la loro vita. Spesso ci si accontenta di un lavoro che non piace ma di cui si ha bisogno o che non si ha il coraggio di cambiare. Elisa fin da molto giovane sapeva che avrebbe fatto il possibile per non diventare un’adulta alienata dal suo lavoro. Un atto di coraggio e di responsabilità è sicuramente quello di concedersi almeno una volta nella vita la possibilità di provarci, di darsi fiducia. I fallimenti possono capitare e forse servono anche per farsi le ossa. A livello familiare il gene dell’audacia non manca per niente. Le donne della sua famiglia sono state intraprendenti e audaci, a partire dalla nonna materna, commerciante di abiti per quasi cinquant’anni, che con sua sorella ha iniziato l’attività imprenditoriale negli anni ’60. La mamma di Elisa è stata un altro modello di tenacia e determinazione. Elisa ricorda di avere sei anni quando la mamma si laurea in Psicoterapia all’Università di Padova, un settore dove all’epoca le donne erano quasi inesistenti.

 Nel mondo dell’artigianato e del libero professionismo, il “fare rete” ha un ruolo non trascurabile. Essere artigiane comporta passare del tempo in solitudine, per esempio in laboratorio, e la presenza di una rete di colleghe/i a cui fare riferimento può rappresentare un punto di forza. Elisa fa parte di un collettivo composto da 12 artigiane di Pinerolo e partecipa all’ambizioso progetto Ceramica: singolare, femminile promosso da DonnArgilla, un collettivo di ceramiste provenienti da tutta Italia. Attraverso la raccolta fondi #adotta una mostra verrà finanziata l’esposizione delle loro creazioni che si terrà a Roma il prossimo ottobre.

 

SOGNI E PROGETTI PER IL FUTURO?

Oggi Elisa è una persona serena che ha concretizzato la sua passione nella sua attività di artigiana ed è in attesa di un bimbo o una bimba. Elisa augura a suo/a figlio/a di non dover vivere le ansie e le pressioni derivanti dal mondo circostante, che in parte lei ha vissuto, ma di riuscire a trovare la propria strada, qualsiasi essa sia. Elisa farà di tutto per educare questa nuova vita alla libertà di pensiero, e quale modo migliore di farlo se non attraverso il viaggio! Elisa ama molto viaggiare, lei e il suo compagno sono due viaggiatori e non vedono l’ora di programmare il loro primo viaggio in tre!

ELISA SASSO IN SINTESI?

Eclettica, emotiva e tenace.

La realtà dei campi profughi in mostra all’Urp di palazzo Lascaris

“Rafaat” in lingua somala significa “sofferenza” e il lavoro esposto è frutto di una serie di missioni condotte a Hargeysa e Berbera, all’interno del programma Mida Somalia

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Sguardi intensi e segnati dalla sofferenza: è quanto vuole trasmettere la mostra fotografica “Rafaat – sguardo dai campi profughi del Somaliland”, organizzata dal Consiglio regionale e curata da Suad Omar e Davide Rigallo, aperta ai visitatori nei locali dell’Ufficio relazioni con il pubblico (Urp, via Arsenale 14/g, Torino), da martedì 29 marzo. “Rafaat” in lingua somala significa “sofferenza” e il lavoro esposto è frutto di una serie di missioni condotte a Hargeysa e Berbera, all’interno del programma Mida Somalia. Le immagini documentano i momenti principali del viaggio della speranza e della disperazione che molti giovani intraprendono dal sud del Paese verso le regioni del nord. La precarietà e le dure condizioni di vita nei campi dove sono accolti gli sfollati induce i più a proseguire il cammino attraversando il deserto e il Mediterraneo, per arrivare in Europa oppure imbarcarsi verso lo Yemen.Lunedì 4 aprile alle 17 la mostra sarà ufficialmente inaugurata alla presenza dell’assessora alla Cooperazione decentrata internazionale, al Commissario regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità, Suad Omar e al rappresentante piemontese dell’Aiccre (Associazione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), Laura Gaudenzi. Sono previste, nel corso della presentazione, alcune letture significative a cura di Vesna Scepanovic e Ikram Mohamed. L’allestimento è visitabile gratuitamente fino a mercoledì 20 aprile, dal lunedì al venerdì con orario 9-13 e 14-16.

 

Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it

Il Buondì non è servito a salvare l'ex Bistefani

La Bauli chiude a Villanova ma propone di riassorbire tutti i dipendenti. Ma l’idea del trasferimento a Verona porta a scelte non facili per i lavoratori

Bistefani

I Buondì, unico tra i marchi e le produzioni passate nel 2013 di proprietà dalla Bistefani alla Bauli non sono stati sufficienti a salvare lo stabilimento di Villanova Monferrato. Stefano Zancan, amministratore delegato della società di Castel d’Azzano (Verona) dall’inizio dell’anno, lunedì non ha avuto mezzi termini nell’incontro con i sindacati in cui ha annunciato la chiusura, spiegando che i costi fissi di produzione dell’impianto monferrino sono altissimi e che l’acquisizione della struttura da parte del precedente managment dalla famiglia Viale, era stata un errore. “All’epoca c’erano state dichiarazioni di impegno nel potenziare la fabbrica – dice Marco Malpassi di Flai Cgil – ma non si è mai visto un piano industriale. Zancan ha rilevato che gli altri marchi acquisiti sono marginali (Girella, Yo Yo, e i Krumiri Bistefani), mentre il Buondì, nonostante un calo di produzione da 160mila quintali a circa 80mila è un qualcosa in cui credere, di qui la proposta di riassorbire tutti i 114 dipendenti dello stabilimento di Villanova Monferrato”. E sin qui va bene, ma il rovescio della medaglia è che chi accetterà dovrà trasferirsi a Verona dove saranno spostate le produzioni. Si tratta di una scelta certamente non facile e che in questo momento divide trasversalmente i lavoratori, soprattutto quelli più avanti negli anni, con famiglia e magari un mutuo da pagare che vedrebbero completamente stravolta la loro vita. Proprio per questa motivo non sono state al momento messe in campo iniziative particolari, anche in attesa di quello che sarà l’esito dell’incontro che si terrà tra la proprietà e le organizzazioni sindacali il 31 marzo prossimo all’Unione industriale ad Alessandria. “E’ un altro duro colpo all’economia del Casalese – dice Valerio Scarrone, direttore del Consorzio Servizi Unione Artigiani di Casale – che avrà sicuramente dei riflessi sulle nostre imprese che tradizionalmente costituiscono indotto, in settori come la manutenzione o i trasporti, andando ad impoverire il territorio”. Non mancano le reazioni da tutto il mondo politico. Da Roma, sul proprio sito, il deputato Fabio Lavagno spiega di aver interrogato il Governo per chiedere l’apertura di un tavolo nazionale di confronto per tutelare la continuità occupazionale dei dipendenti e, raggiunto telefonicamente aggiunge che “per quanto difficile sarebbe importante che qualche imprenditore potesse prendere in mano il destino produttivo del sito di Villanova, pertanto ho voluto portare all’attenzione della Regione questa grave crisi”. Proprio a Torino il consiglio regionale si è occupato dei lavoratori ex Bistefani. “Dobbiamo impegnarci tutti – ha detto il consigliere Domenico Ravetti – in una riflessione su ragionie possibili opportunità per superare questo momento”. Prossimamente il consiglio dedicherà un’intera seduta alle questioni alessandrine legate all’occupazione. Federico Riboldi (che ha presentato un’interrogazione in Provincia) ed il consigliere Emanuele Capra, da un lato, chiedono ai sindaci di Casale e Villanova Monferrato di intervenire, dall’altro propongono “alla proprietà di ispirarsi a Natuzzi, che, a offerto 12mila euro per operaio ad altre aziende che si impegnassero a riassumerlo con un contratto fisso oltre ad un indennizzo al dipendente”.

Massimo Iaretti

 

Chieri diventa “Una città a misura di bambino”

bambini ragazzi gioco minori

L’amministrazione comunale metterà in campo una nutrita serie di progetti e di iniziative rivolti alle famiglie con figli di età tra gli zero ed i sei anni

Per tre mesi, da aprile sino a giugno, Chieri diventa “Una città a misura di bambino”. L’amministrazione comunale metterà in campo una nutrita serie di progetti e di iniziative rivolti alle famiglie con figli di età tra gli zero ed i sei anni. Sono previsti il “Borgo dei Bimbi”, regno dei laboratori e degli spazi creativi a misura di bambino, gli “Slow time”, incontri organizzati al parco ed in biblioteca per prendersi e regalarsi momenti di qualità con i propri figli. Inoltre ci sarà l’apertura ufficiale delle pre – iscrizioni ai Nici comunali. Il tutto verrà presentato agli organi di informazione dal vice sindaco Manuela Olia, mercoledì 30 marzo, alle ore 15, in sala giunta.

Massimo Iaretti

 

Scanderebech (Pd): "Come è cambiata e come cambierà Torino"

scande scooterMastica pane e politica da quando aveva 6 anni. Tutto sommato il suo destino era già segnato. Così a soli 21 anni, Federica Scanderebech diventa la più giovane Consigliera Comunale d’Italia

Mastica pane e politica da quando aveva 6 anni. Unica bambina a conoscere, e a spiegare ai suoi compagni delle elementari il significato della parola parcondicio. A 8 anni si divertiva a seguire e a distribuire volantini per il partito del padre, Deodato Scanderebech, pronta a consegnare rose all’ingresso delle convention. Tutto sommato il suo destino era già segnato. Così a soli 21 anni, Federica Scanderebech diventa la più giovane Consigliera Comunale d’Italia. Ora a soli 31 anni con già due mandati in sala rossa alle spalle, é pronta per una nuova corsa come candidata del Consiglio Comunale di Torino, con il Partito Democratico al fianco di Fassino.

In questi ultimi cinque anni com’é cambiata Torino? 

sala ROSSAFare un elenco completo è impossibile, in questi anni la città é andata avanti, ha saputo fronteggiare la crisi e ha avuto un enorme apertura culturale. Una città che ha saputo stare al passo con i tempi, diventando un punto di riferimento per i giovani e una grande meta turistica. Siamo una città policentrica, su misura del cittadino che ha saputo creare nuove opportunità. A partire dalla Fiat che ha un ruolo importantissimo per la nostra città, ma non è più il nostro unico punto di riferimento, ne abbiamo molti altri. Offriamo sempre più attività e progetti per far trovare lavoro ai giovani, come l’iniziativa di Io lavoro al Pala Alpitour. Una grande opportunità, che per chi riesce a iscriversi e a mandare il cv è una grande occasione, e negli ultimi due anni l’offerta non è solo in ambito turistico. Stiamo diventando una città sempre più smart , oltre al funzionamento della Gtt, stanno prendendo sempre più piede le iniziative di bike e car sharing. La mia ultima proposta, prendendo spunto da Milano, è quella di far prendere piede anche allo scooter sharing.

Com’è il mondo politico per una giovane donna? 

comune palazzo civicoMi piace ripetere che la politica o la si ama o la si odia, per me questo è un grande amore a cui dedico davvero tutta me stessa. Richiede impegno e sacrificio, visto anche gli orari stravaganti che facciamo, spesso tutto questo lavoro non viene percepito dal mondo esterno. Io non ho mai trovato delle difficoltà nel confrontarmi con gli altri uomini, c’è sempre rispetto e aiuto reciproco. Io non credo nelle quote rosa, ma raccogliendo l’idea della Boldrini, abbiamo cambiato lo Statuto con il nuovo linguaggio di genere. Da quando io ho iniziato a lavorare di donne in Consiglio eravamo circa 5, così da quest’anno abbiamo introdotto una grande novità nella scheda elettorale. Per la prima volta verrà introdotto il sistema della doppia preferenza di genere.

Cosa vuol dire la doppia preferenza di genere? 

Vuol dire che sulla scheda elettorale accanto a ogni partito ci saranno due righe a disposizione del votante, sulla prima si potrà scrivere il cognome di una donna, sulla seconda riga il cognome di un uomo. É necessario che i due candidati siano dello stesso partito e candidati entrambi per il Consiglio Comunale.

SCANDECome vedi il tuo futuro politico? 

Spero di ottenere il mandato al Consiglio Comunale e di continuare a lavorare sempre con passione. Per me è importante che ci sia dialogo e comunicazione, giro nelle vie di Torino e nelle piazze proprio per farmi conoscere, per abbattere quel timore che spesso i cittadini hanno nei confronti di un politico. Io non voglio fare delle promesse, perché sarebbe ridicolo specie se non riuscissi a rispettarle. Sono a disposizione di Torino e dei cittadini, pronta ad ascoltare tutte le loro problematiche. A partire da quelle più semplici, come la richiesta di un cassonetto vicino più vicino casa, a una proposta più articolata come organizzare un mercatino nell’area mercatale per favorire la vendita dei prodotti e creare una grande occasione di socializzazione. Con la mia disponibilità voglio far in modo che la gente torni ad avere fiducia nelle istituzioni.

Roberta Perna

 

Turismo e cultura monopolizzano la Pasqua di torinesi e turisti (italiani e stranieri)

giardini23Sono state 3.100 le persone che durante le festività pasquali hanno invece visitato il Museo Nazionale del Risorgimento

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La riapertura dei Giardini reali, con rievocazioni storiche, sfilate di figuranti in costume e danze del Settecento,  una “caccia all’uovo con coniglietto pasquale”: ecco la principale attrazione pasquale sotto la Mole per migliaia di torinesi e turisti italiani e stranieri che hanno preso parte alle iniziative organizzate in giardini33collaborazione con la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani. Le presenze hanno superato quota 30 mila. Sono state 3.100 le persone che durante le festività pasquali hanno invece visitato il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino: 1.100  sabato 26 marzo, 1.050 domenica 27 marzo e circa 950 oggi, lunedì 28 marzo. Molto apprezzata anche la mostra “Torino e la Grande guerra 1915-1918”, che resteràgiardini reali3 aperta fino al 22 maggio 2016.Un successo che premia l’impegno del Museo per una sempre maggiore offerta di contenuti ed iniziative per il pubblico. Ma anche la Venaria Reale con i suoi 11.273 ingressi  registrati solo a Pasquetta, dopo i settemila e rotti di Pasqua, grazie ai giardini e alle mostre in corso nella residenza sabauda alle porte di Torino ha fatto la parte del leone, confermando che arte, storia e cultura sono il nuovo motore per il rilancio di Torino.

(Foto: il Torinese)

Poliziotto in pensione blocca a fa arrestare ladro d'auto

polizia via poL’ex agente ha notato un tipo sospetto  che frugava nell’abitacolo della macchina di un suo amico.

E’ andato in pensione ma non ha perso lo smalto del  poliziotto. Così ieri è riuscito a fare arrestare un ladro d’auto d’auto  in corso Trapani angolo via Monginevro. E lì che l’ex agente ha notato un tipo sospetto  che frugava nell’abitacolo della macchina di un suo amico. Il ladro si è allontanato, ma subito dopo  è stato visto nelle vicinanze dall’ex poliziotto e dal proprietario che  era stato chiamato per controllare l’entità dei  danni. Il ladro ha cercato di scappare su un’auto guidata da un complice, ma è caduto. Per non farsi prendere ha minacciato gli inseguitori con un paio di forbici da elettricista, ma il  poliziotto in pensione lo ha bloccato e fatto arrestare dagli ex colleghi della squadra volante. Il ladro, di 39 anni, aveva con sé un’autoradio risultata rubata e non sarebbe dovuto uscire, poiché già in regime di arresti domiciliari.