redazione il torinese

Le fotografie dalla Gipsoteca Troubetzkoy

 In mostra al “Brunitoio” di Ghiffa 

ghiffa

Sarà inaugurata alle 17.30  di sabato 2 aprile a Ghiffa (Vb) la mostra fotografica di Gianbattista Bertolazzi (1937-2015), organizzata dall’associazione “Il Brunitoio” , l’officina di Incisione e Stampa che promuove l’arte e la cultura, presso la Sala Esposizioni Panizza in corso Belvedere 114.  La mostra verrà presentata da Vera Agosti, che ne ha curato l’allestimento insieme al Brunitoio. Verranno esposte circa 25 fotografie dei gessi dello scultore Paolo Troubetzkoy (del quale quest’anno ricorre il 150° anniversario della nascita) conservati al Museo del Paesaggio di Verbania. Gianbattista Bertolazzi , di Ceredo di Ghiffa, è stato un appassionato fotografo e socio del Brunitoio, che già espose nel 2009 nella sede dell’associazione le sue foto dedicate al maestro liutaio Giacomo Bisiach. Bertolazzi è ricordato soprattutto per la pubblicazione di due importanti libri fotografici sulle camelie antiche del Lago Maggiore, realizzati con Piero Hillebrand per l’editore Alberti. La mostra sarà aperta fino al 24 aprile, dal giovedì alla domenica, dalle 16.00 alle 19.00.

Addio a Gianmaria Testa, il cantautore degli "ultimi"

gianmaria_testaSu Facebook sono moltissimi i fan  che scrivono il loro cordoglio

A 57 anni è morto il cantautore piemontese Gianmaria Testa. Aveva 57 anni. Già lo scorso anno aveva annunciato che era affetto da un tumore non curabile .  Su Facebook sono moltissimi i fan  che scrivono il loro cordoglio. L’artista è morto questa mattina nel Centro di Riabilitazione Ferrero di Alba, dove era ricoverato da giorni. Con lui la moglie Paola e il cognato Oscar Farinetti. Il cantautore nacque a Cavallermaggiore dove svolse anche l’attività di ferroviere. Nel 1993 al Festival di Recanati vinse il primo premio. Realizzò otto dischi:  Montgolfières (1995), Extra-Muros (1996), Lampo (1999), Il valzer di un giorno (2000), Altre Latitudini (2003), Da questa parte del mare (2006), il live “SOLO – dal vivo” (2009), Vitamia (2011) e l’ultimo, Men at work (2013). Sono stati tremila e oltre  concerti in Francia, Germania, Austria, Belgio, Canada, Stati Uniti. Numerose  le collaborazioni con altri musicisti come Enzo Pietropaoli e Paolo Fresu e con attori e scrittori come Erri De Luca a Marco Paolini. sarà ricordato come il cantautore dei poveri e degli ultimi.

Treno con 200 passeggeri fermo per un guasto

FRECCIA ROSSA MURATORIAlla fine i passeggeri sono stati fatti scendere e hanno continuato il viaggio su bus sostitutivi per Torino e Milano

A causa di un guasto sulla ferrovia internazionale Torino-Modane, in Valle di Susa un convoglio del Tgv Parigi-Milano è rimasto bloccato con 200 passeggeri a bordo. Il treno si è fermato tra Meana e Bussoleno, poi è stato rimorchiato in stazione, ma  le operazioni hanno richiesto due ore. Alla fine i passeggeri sono stati fatti scendere e hanno continuato il viaggio su bus sostitutivi per Torino e Milano, messi a disposizione da Trenitalia. si sono verificati problemi di circolazione anche per gli altri treni sulla Torino-Modane, costretti a viaggiare su un unico binario tra le due stazioni.

(Foto: archivio il Torinese)

Il parco più grande, pedonale e ciclabile sarà al Gerbido

bikesharinginceneritoreLe opere verranno realizzate grazie all’accordo di programma per la compensazione ambientale legati al termovalorizzatore

Nuovi interventi per una Torino sempre più ecologica e a due ruote. In arrivo una pista ciclabile, una passerella ciclopedonale e la riqualificazione di un’area che diventerà uno dei più grandi parchi urbani della città. Sono queste le opere che verranno realizzate grazie all’accordo di programma per la compensazione ambientale legati al termovalorizzatore del Gerbido. Il “patto” è stato firmato da Trm e dai Comuni interessati. Verrà completata la ciclopista di via Anselmetti (1,7 mln) e costruita una passerella ciclopedonale fra Torino e Beinasco (1,8 mln) entro un anno. Altri 2,3 mln sono invece dedicati al rifacimento del Parco del Sangone, ora in fase di progettazione.

 
(foto: il Torinese)

Viagra in volo, 200 pastiglie di contrabbando a Caselle

VIAGRA L’ italiano di 40 anni che possedeva il carico, arrivava da Cuba via Parigi

Aveva con sé una partita di 200 pillole di Viagra di contrabbando, che è stata scoperta es sequestrata dalla guardia di finanza all’aeroporto di Caselle. L’ italiano di 40 anni che possedeva il carico, arrivava da Cuba via Parigi, ed era sprovvisto della documentazione necessaria: è stato denunciato. L’uomo, per evitare di farsi scoprire,  non aveva ritirato il bagaglio appena sceso dall’aereo, ma era andato all’ufficio oggetti smarriti. Insospettiti, gli uomini delle fiamme gialle lo avevano seguito. Aperta la valigia non ha potuto fare altro che mostrare le pastiglie nascoste..

“ L’anciové sota sal”, il sogno dell'acciugaio della Val Maira

Va in scena sabato sera a Dronero lo spettacolo teatrale proposto dalla “Compagnia Marco Gobetti”
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Sabato sera,  2 aprile, alle  21.00, sul palcoscenico del Cinema Teatro Iris di Dronero andrà in scena “ L’anciové sota sal” , spettacolo proposto dall’Associazione culturale “ Compagnia Marco Gobetti” nell’ambitodella stagione “Il teatro fa il suo giro”, a cura di Santibriganti Teatro. “L’acciugaio sotto sale” è la storia di un uomo sogna una notte di essere un venditore di acciugheche finisce sotto sale fra le sue stesse acciughe, dentro al barile che le contiene. Un  sogno che lascerà il suo segno nella vita dell’uomo e in quella delle persone che incontrerà: “A val nen tant ël seugn: / col seugn a l’é la spluva ch’a ‘nvisca ‘l feau. / A val còsa ch’a l’é capitàie dòpgobetti1(Non vale tanto il sogno: / quel sogno è la scintilla che accende il fuoco. / Vale ciò che è capitato dopo). Marco Gobetti, porta con se sulla scena “l’anciové”, l’acciugaio: un burattino dagli occhi grandi e acquosi e dal naso triste, opera di Andrea Rugolo,   scenografo, illustratore e costruttore di pupazzi animati. L’attore torinese sperimenta un uso poetico e contemporaneo del dialetto piemontese, in un allestimento intrigante. Nell’”Anciové sota sal“si evoca un mestiere ormai scomparso, raccontandolo nel contesto di un’immaginaria vicenda attuale, dove la lingua piemontese e la trama della storia intrecciano il filo attorno all’incredibile vicenda degli acciugai della Val Maira. Loro, gli acciugai (anchoiers in occitano, anciuè in piemontese, anciuat in lombardo), sul  finire dell’estate, terminati i lavori nei campi o la monticazione sui pascoli alti , scendevano a valle per vendere acciughe e pesce conservato. La merce la compravano in Liguria, prima tappa del loro girovagare per il Piemonte, la Lombardia e talvolta persino in Veneto ed Emilia. Così, durante i lunghi mesi invernali, in attesa digobetti 4 tornare al lavoro dei campi, “battevano” strada per strada, cascina per cascina, di paese in paese, nelle campagne o nelle aspre vallate alpine, tirando o spingendo il loro “caruss” carico di pesce salato, alla ricerca di qualche acquirente. Sul carretto tipico, venivano caricati i barilotti e le latte con i prodotti da vendere. Robusto, capiente e adatto all’esposizione della merce, era abitualmente in legno di frassino e costruito a Tetti di Dronero.  Coprivano distanze importanti, gli acciugai, viaggiando anche trenta e più chilometri al giorno; e, giunta la sera, dormivano dove capitava, magari offrendo in cambio del ricovero qualche acciuga . Anche per i pasti si aggiustavano alla bell’e meglio, al risparmio, magari accompagnando con il pane qualche acciuga, dopo averla  sbattuta ben bene  contro le aste del carretto per far cadere il sale. Un pasto che portava sete e che richiedeva un goccio di vino ad accompagnare il tutto e, considerato che tra i suoi migliori clienti figuravano gli osti e i gestori delle trattorie, il vino non mancava. Così la storia narrata da Marco Gobetti cammina sul filo dei ricordi e “L’acciugaio sotto sale”, al suo  risveglio, sente il sale pizzicare sulla pelle e questa sensazione si traduce in bisogno e desiderio di comunicare. Da lì inizia  il suo nuovo viaggio, alla riscoperta degli altri e di se stesso. Una metafora gobetti2della vita, in fin dei conti, con l’acciugaio pronto a partire con il suo carretto carico di acciughe in barile e di parole nuove . Gira così le piazze , urlando il suo messaggio: “Un euro e cinquanta per due grissini e un’acciuga! Chi vuol comprare il buonumore!?”. Non conta più nemmeno il nome che si ha ricevuto in dono alla nascita: “il mio nome è libertà“, dice. E per essere liberi bastano il barile pieno di sale e acciughe, buone gambe e un cappello per le monete. Una libertà che si respira come aria buona, mentre scorrono i primi articoli della nostra Costituzione, dal primo al dodicesimo, a ricordarci pari dignità, diritti e doveri. La pièce teatrale comunica con sguardi e  gesti, oltre che con le parole. Così l’acciugaio di Marco Gobetti lascerà ad un suo simile il  carretto e la sua eredità, per compiere l’ultima tappa del viaggio alla ricerca di se stesso. Un viaggio a  piedi nudi per sentire la sua terra, per raggiungere gli “altri”, per spogliarsi di tutto e stringersi le mani in un saluto. Forse un addio, ma senza tristezza. Perché all’anciovè basta poco. Basta e avanza il profumo delle acciughe, anche se sono poche, anche se fosse  una sola.

Marco Travaglini

Dal 22 aprile Torino Jazz Festival spazia dalla musica alla letteratura

jazz musicaPiazza Castello sarà la sede principale ma i concerti si terranno anche in altri luoghi e teatri

Dal 22 aprile al primo maggio, una kermesse di dieci giorni per celebrare il jazz in quella che sarà la più lunga edizione,  la quinta, del Torino Jazz Festival che quest’anno comprende anche il Fringe Festival e il Festival manouche. Il 30 aprile si tiene la Giornata Internazionale Unesco del Jazz. La manifestazione è patrocinata dalla Città di Torino,  Intesa Sanpaolo, Iren main partner, e Poste Italiane, Toyota Lexus e Seat Pagine Gialle  come main sponsor. Il jazz è il filo conduttore ma la rassegna tocca teatro, danza, cinema, fotografia e letteratura.  Piazza Castello sarà la sede principale ma i concerti si terranno anche in altri luoghi e teatri. Protagonisti il batterista inglese Tom Bancroft per l’inaugurazione in  gemellaggio con il Festival Jazz di Edimburgo, e il pianista americano Robert Glasper, vincitore di due Grammy, Roy Paci con l’Orchestra, Fabrizio Bosso Quartet, Gonzalo Bergara Quartet.

Il pm Spataro: "Si proceda contro Salvini per vilipendio ai magistrati"

salvini giavenoGli accertamenti sono già conclusi ma il codice, per procedere, prevede l’autorizzazione  da parte del ministero.

Si deve procedere contro il leader leghista Matteo Salvini per vilipendio dell’ordine giudiziario. La decisione è della procura di Torino che ha fatto la richiesta al ministro della giustizia su iniziativa del procuratore capo Armando Spataro. Salvini e’ indagato per aver detto che la  “magistratura è un schifezza” il 14 febbraio scorso durante un suo intervento  a Collegno, in occasione del congresso della lega  piemontese. Gli accertamenti sono già conclusi ma il codice, per procedere, prevede l’autorizzazione  da parte del ministero.

(Foto: il Torinese)

Denuncia i mafiosi ma deve risarcire mezzo miliardo

TRIBUNALE 1Era finito nel 2009 nelle mani di una associazione legata alla ‘ndrangheta

Ha detto di essere  pronto a gesti estremi “se mi venisse pignorato tutto quello che ho per darlo a personaggi criminali che sono stati condannati e sono in carcere”. Lui è Mauro Esposito, un imprenditore torinese, finito nel 2009 nelle mani di una associazione legata alla ‘ndrangheta. L’uomo rischia di perdere il patrimonio, dopo due sentenze civili che danno torto alla ditta di cui è titolare. Infatti la Corte d’Appello di Torino, in sede civile, ha ribadito la nullità dei contratti di progettazione che la società  aveva sottoscritto nel 2006, definendo anche l’obbligo di restituire i compensi. Tra interessi e spese processuali, Esposito dovrebbe sborsare tra 500 e  600 mila euro.

(foto: il Torinese)

Al Museo Nazionale della Montagna " Semplicemente famiglia rurale"

L’essenza della vita quotidiana di alcune famiglie rurali narrata attraverso gli scatti di Moreno Vignolini

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Raccontare l’essenza della vita quotidiana delle famiglie rurali, fermare nel tempo per fotogrammi tanto i loro momenti più privati quanto quelli più strettamente lavorativi, per spiegare tramite fermo-immagini la decisione di ritornare ancora oggi alla terra, è alla base del progetto fotografico “Tout simplement…Famille rurale”, realizzato da Moreno Vignolini con il patrocinio di Cipra Italia, in esposizione al Museo Nazionale della Montagna di Torino dal 18 marzo scorso fino al 29 maggio prossimo.

Il fedele obiettivo di Vignolini ha seguito tre giovani famiglie rurali tra l’estate 2013 e l’autunno 2014 con l’intento di illustrare al visitatore della mostra in maniera più ampia possibile quel modello di “famiglia rurale” non solo tornato di attualità, ma addirittura in continua crescita negli ultimi anni.

E’ attraverso i volti di Ruben e Roberta, con il loro allevamento caprino e la loro produzione di formaggi, quelli di Davide e Sylvie, dediti al loro allevamento bovino, e infine quelli di Elisa e Davide, visti nella loro fattoria didattica, nel loro agriturismo e produzione da piccoli frutti, che Vignolini mostra quanto sia innovativo il modo di queste giovani famiglie di rapportarsi al territorio e alle sue risorse, pur seguendo il filo di una lunga tradizione agro-pastorale.

E’ ponendosi al loro fianco, sia nelle lunghe giornate di lavoro sia nei momenti di quotidianità familiare, che Vignolini racconta per immagini quanto la scelta di ritornare alla terra, pur in assenza di una tradizione familiare alle spalle, rappresenti non tanto una voglia di ritorno al passato, quanto un desiderio di futuro, di “..mangiare il futuro!”, come dice lo stesso Vignolini che, parlando della sua opera, spiega: “..Sono tasselli silenziosi, operosi, nascosti, con una gran voglia di fare, che è importante sostenere. Certo ogni azienda è una storia a sé, una storia fatta di impegno, sacrificio, amore, passione, tenacia, sogni realizzati e sogni in divenire … per ora ho scelto di raccontarne tre, non mi dispiacerebbe con il tempo riuscire a raccontarne altre, in altri territori, per delineare storie di contesto alpino”.

Tutto ciò è lì, fermato in quei 50 scatti in bianco e nero e nei pannelli descrittivi che li accompagnano, fornendone al visitatore una chiave interpretativa bilingue (italiano-francese), edita da Testolin Editore.

Una panoramica ancor più ampia del lavoro è data dall’esposizione, oltre ai 50 scatti della mostra, di immagini aggiuntive, scattate nello svolgimento del progetto, capaci di fornire una visione ancor più completa della vastità del lavoro, grazie anche ai testi di Lorenza Bravetta e di Federica Corrado, che arricchiscono e completano l’accuratezza dell’intero progetto.

Stefania Tagliaferro