redazione il torinese

Agli Internazionali del Minitennis a Roma anche i bimbi del Asd Pozzo Strada

TENNIS MINI1Sabato e domenica si è svolta a Roma la prima edizione degli Internazionali del Minitennis sui campi del Foro Italico, gli stessi sui quali da lì a poche ore sono poi scesi i campioni di oggi del tennis mondiale

L’iniziativa è nata per volontà della Federazione Italiana Tennis (FIT), da anni impegnata assieme all’Istituto superiore di formazione “Lombardi”, a promuovere il gioco del tennis sin dall’età di 5 anni.

TENNIS MINI 2La manifestazione, riservata agli allievi delle scuole tennis di tutta Italia di età compresa tra i 5 e gli 8 anni, si è aperta sabato pomeriggio con i saluti del Presidente della FIT, Angelo Binaghi, davanti a centinaia di bambini accompagnati da genitori e da maestri.

Agli Internazionali del Minitennis 2016, hanno partecipato circa un migliaio di bambini appartenenti a 200 squadre e, tra queste, due sono state le rappresentative piemontesi: il DLF di Alsessandria e l’Asd Pozzo Strada di Torino. Sono stati allestiti circa 50 campi da minitennis all’interno del mitico Stadio dei Marmi per consentire a tutti i bambini di giocare il maggior numero di match possibile.

Inutile dire che per i bambini che hanno partecipato si è trattata di un’esperienza indimenticabile.

La squadra torinese Asd Pozzo Strada ha schierato le sue piccole, ma già ben determinate promesse: Giacomo Roccato (2009), Edoardo Gallo (2008), Ludovico Bava (2008) e Gabriel Armandi (2009).TENNIS MINI5

Con l’euforia e l’entusiasmo che ha contraddistinto questa iniziativa, i baby giocatori torinesi si sono classificati primi del proprio girone battendo prima il New Country Frascati per 13-5, poi, il Tc Foligno per 10-8 ed, infine, il Tc Maglie per 12-6. Dominio quindi della squadra torinese grazie agli imbattuti Roccato, Gallo e Bava ed alla bella prestazione di Armandi, autore di un’avvincente vittoria vinta al terzo set.

L’entusiasmo e le capacità tecniche dimostrate sui campi da gioco da queste giovani promesse fanno ben sperare per tutto il movimento tennistico torinese.

“Si è trattato di una bella e coinvolgente iniziativa. I bambini si sono divertiti giocando e sfidandosi come dei veri campioncini ed è innegabile che lo scenario del Foro Italico ha reso questa prima edizione degli Internazionali del Minitennis ancora più emozionante. Un ringraziamento va ai bambini ed a tutti i genitori senza i quali queste e altre iniziative non sarebbero comunque realizzabili”, ha dichiarato il tecnico nazionale, Marco Canevarolo, capitano dell’Asd Pozzo Strada.

Manuela Savini

TORINO CAPITALE DEI DIRITTI: INCONTRO CON SILVIO VIALE E LAURA ONOFRI

AGLIETTA RADICALILunedì 16 maggio, alle ore 18 presso il Comitato elettorale di Piero Fassino Sindaco in via Pavia 18, a Torino, si terrà un incontro con i candidati del Partito Democratico alle prossime elezioni in Consiglio comunale Silvio Viale e Laura Onofri dal titolo: “Torino città dei diritti”.L’incontro con gli elettori torinesi sarà moderato da Andrea Trigolo. Sarà l’occasione di approfondire i temi legati ai diritti civili in Italia dopo l’approvazione in Parlamento della legge sulle Unioni civili e di illustrare le proposte e le azioni da realizzare per costruire una Torino capitale dei diritti.

Un grazie di cuore (granata) a mister Ventura

toro caroselloGrazie Mister!

Era l’11 giugno 2006 quando il Delle Alpi festeggiava un’inaspettata promozione in serie A conquistata grazie a una partita di ritorno stupenda contro il Mantova. Un miracolo sportivo. Il neonato Torino F.C. di Urbano Cairo aveva impiegato solo un anno per riconquistare la massima serie e i tifosi sognavano la rinascita di un grande Toro dopo la fallimentare esperienza del duo Ciminelli-Romero. L’anno successivo la squadra riesce a salvarsi tra mille difficoltà e conquistata la permanenza nel massimo campionato i tifosi sentono che il ritorno nel calcio che conta è a un passo. Tutte le aspettative andarono però in fumo. La società granata sognava di diventare grande, ma diventava sempre più piccola, giocatori venivano acquistati, ma arrivavano grandi nomi poco motivati e fuori forma. Alla fine dopo due anni complicati il club di Cairo tornò in serie B, ma questa volta vi resterà per ben tre anni. Un periodo veramente difficile. Gli allenatori venivano cambiati con una frequenza allarmante e ognuno di loro arrivava esclamando a gran voce che aveva accettato perchè convinto dal progetto. Un progetto inesistente che sarebbe finito poche settimane dopo con il loro esonero. Alla fine della stagione 2010-11 viene toccato il fondo con la mancata conquista dei playoff.  Lerda viene esonerato e al suotoro ventura posto in estate viene scelto Giampiero Ventura. La piazza è ormai depressa e il tecnico genovese sembra uno dei tanti che dovranno salutare dopo poco tempo. Tuttavia il Mister si presenta subito in un modo diverso rispetto a coloro che lo avevano preceduto. Non arriva convinto dal progetto, ma è lui che ne porta uno: ricostruire lo spirito Toro. Il suo approccio è differente anche con i tifosi, infatti al momento del primo allenamento in Sisport non si fa problemi ad andare faccia a faccia con i tifosi e spiegare loro le sue intenzioni. I supporter tuttavia negli ultimi anni ne hanno sentite tante e vogliono essere convinti dal campo. Detto fatto. I Granata portano avanti una stagione incredibile e arrivano secondi conquistando la promozione diretta in A. La stagione successiva mantengono tranquillamente la serie, ma la piazza, compreso il sottoscritto, storce un po’ il naso per la brutta gestione e il seguente addio di Capitan Rolando Bianchi.

Tuttavia il tecnico genovese ci mette poco a convincere i tifosi che fosse meglio così. L’anno seguente infatti il Toro assiste all’esplosione di Cerci e Immobile e la squadra conclude la stagione al settimo posto che, viste le vicende societarie del Parma, significa Europa League. Incredibile. In tre stagioni il Mister ha portato i Granata dall’Inferno al Paradiso convincendo un Presidente, che aveva sbagliato molto prima del suo arrivo, a seguire i suoi consigli e trasformando la società in un punto di attrazione per tantissimi giovani calciatori italiani viste le storie di Cerci, Immobile, Darmian, Glik, Maksimovic, ecc… La stagione seguente sia Cerci che Immobile partono, ma Ventura resta e vuole toro bandierastupire ancora. La stagione inizia male, ma una volta ingranata la marcia il Toro diventa inarrestabile:  conquista gli ottavi di finale dell’Europa League grazie a una storica vittoria al San Mamès contro l’Athletic Bilbao, sfiora i quarti giocandosela da grande squadra contro lo Zenit, vince il derby dopo 20 anni e sfiora per il secondo anno consecutivo l’Europa League.

La stagione attuale non è stata delle migliori, ma, se è vero che il calcio è ingrato, molti tifosi lo sono ancora di più. Grazie a lei ora c’è un vero progetto e, a differenza di 5 anni fa, si è tornati a tifare Toro per quello che si vede e non più per quello che si spera di vedere in un futuro lontano. Quindi, qualunque sia la sua decisione dopo la partita con l’Empoli, penso che sia doveroso per tutti i tifosi dirle Grazie per tutto ciò che ha fatto sperando che non sia un addio, ma solo un arrivederci prima di vederla lavorare per gli stessi colori anche la prossima stagione.

Filippo Burdese

Centomila penne nere hanno invaso Asti per la grande festa nazionale degli Alpini

alpini asti 3Centomila gli alpini che hanno sfilato ad Asti in occasione della 89/esima Adunata nazionale. “Gli Alpini danno un servizio alla patria e sono ricchezza per la nostra società, lievito buono per il nostro Paese”, dice il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che aggiunge: ” questa Adunata è un’esperienza bellissima e al tempo stesso molto forte, perché tiene unite le persone. Non per sfilare, ma per fare del bene al Paese. Il saluto del Papa è stato emozionante-e ha dimostrato come gli alpini riescano ad arrivare dappertutto e molto in alto”. Tra le penne nere  anche l”artiglierie’ Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte.

alpini asti 2

C’erano anche la delegazione del Sud Africa, 60 alpini, le penne nere di America latina, Australia, Canada, Brasile e la sezione Gran Bretagna, la più antica all’estero, fondata nel 1928,  anticipata da un suonatore di cornamusa. Infine la Germania, con lo striscione “l’Italia l’abbiamo nel cuore. “Custodi della memoria e orizzonte della gioventù”: così era scritto sullo striscione che apriva il corteo, dopo,  la fanfara militare, i reparti alpini di formazione, Ufficiali e Sottufficiali  e i gonfaloni della Regione e delle istituzioni locali. Presenti in forze anche i ‘veci’, le penne nere più anziane come  Domenico Bo, 100 anni, di Mombaruzzo (At), ex professore universitario.

ALPINI ASTI

(Foto: Associazione Nazionale Alpini)

Chiusa la 15a edizione dell'International Book Forum

salone 12Moresco, Agnello Hornby, Simoni fra gli autori più richiesti

Si è conclusa  sabato 14 maggio la quindicesima edizione dell’Ibf  International Book Forum, l’area b2b del Salone Internazionale del Libro di Torino dedicate alla vendita e allo scambio di diritti di traduzione. Un’edizione da record. Presenti quest’anno oltre 700 operatori – tra editori e agenti letterari – da tutto il mondo, di cui 620 preaccreditati online e un centinaio direttamente al Salone. Sono stati oltre 250 gli operatori stranieri giunti al Centro Congressi del Lingotto, per un totale di 41 Paesi rappresentati, dato che stabilisce un record per l’Ibf. Fra le new entries, Taiwan eArmenia. Spagna, Francia e Germania sono stati i Paesi con il maggior numero di delegati, con 27 rappresentanti dalla Francia, tra cui Flammarion, Gallimard e Xo; 33 dalla Germania, tra cui Piper,Suhrkamp, Kunstmann, Hanser e Alexander e 32 dalla Spagna, tra cui Anagrama, Narcea, Sexto Piso. Non è mancata una nutrita delegazione di editori turchi, con 8 rappresentanti tra cui Kalem Agency, Everest Publishing e Tudem Publishing Group.Grande soddisfazione è stata espressa dalla Presidente del Salone, Giovanna Milella: «Più Paesi e più operatori presenti, sia italiani sia stranieri, per una letteratura senza frontiere che realmente aiuta ad avvicinare i popoli e le culture».

Gli affari

Nato per favorire gli incontri tra i grandi player dell’editoria, l’Ibf nel corso degli anni si è rivelato una significativa occasione di contatti internazionali anche per la piccola editoria indipendente, contribuendo alla crescita dei volumi di vendita di diritti editoriali di titoli italiani all’estero. Numerosissime le trattative concluse nei 3 giorni di evento, che ha visto oltre 6.000 incontri in formula speed date, preorganizzati grazie a un’agenda online che ottimizza automaticamente le disponibilità e gli interessi di ciascun partecipante. Un software sviluppato appositamente per la kermesse dalla società torinese Risolviamo e ancora oggi unico in Europa, invidiato da tutte le maggiori fiere internazionali, London Book Fair e Buchmesse comprese. Carmen Prestia, dell’agenzia letteraria Alferj e Prestia, ha annunciato che i diritti di traduzione del nuovo libro di Simonetta Agnello Hornby, Caffè Amaro (Feltrinelli, uscito il 28 aprile) sono già stati venduti in 20 Paesi tra cui Spagna, Francia, Germania e Albania. Mentre La tempesta di Sasà diSalvatore Striano (Chiarelettere) è stato venduto in Francia, Germania, Spagna e Lituania. Il romanzoterzo paradiso pistoletto contemporaneo La collezionista di libri proibiti di Cinzia Giorgi (Newton Compton, in uscita nelle prossime settimane) è già stato trattato con editori francesi, spagnoli e olandesi. LeeAnn Bortolussi, rights manager di Giunti, è entusiasta dell’iniziativa: “Qui si incontrano agenti che a Londra e Francoforte non si trovano. L’Ibf per noi è l’appuntamento più importante d’Europa” Giunti all’Ibf 2016 ha venduto alla danese Forlaget Palomar Come fossi solo di Marco Magini, titolo che ha vinto il premio Italo Calvino ed è arrivato 3° al Premio Strega giovani”.  Dall’agenzia letteraria francese Mon agent et compagnie si dicono molto soddisfatti perché hanno ricevuto offerte da parte di una casa editrice olandese per la traduzione del libro La petit boutique japonaise di Isabelle Artus, titolo già acquistato in Italia da La Nave di Teseo e in uscita nel 2017. Bene anche la sezione audiolibri: Roberta Oliva dell’agenzia Natoli & Oliva ha chiuso un accordo con la tedesca Emons per la vendita dei diritti di un audiolibro di Marcello Simoni. Sabine Schneider, agente tedesca della ScoutingLiteraturAgentur ha avviato trattative molto avanzate con 10 Paesi per la vendita di due libri di Carlo Grande (Terre Alte – Ponte alle Grazie e La via dei Lupi – Tea Libri) e delle opere di Antonio Moresco. Malpaso, editore spagnolo, è in trattativa avanzata per oltre 10 titoli di editori italiani; gli egiziani diOsiris sono molto interessati ai titoli delle case editrici Minimum Fax, Sosia e Pistoia, Giunti e Il Castoro. I turchi di Tudem hanno in corso trattative avanzate con gli italiani di Ampi Margini e con i francesi di Ed. Denoel.

L’International Book Forum 2016 è una iniziativa del Salone Internazionale del Libro di Torino, realizzata dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e sostenuta dalla Regione Piemonte, che può contare, anche per questa edizione, sul supporto e la collaborazione di ICE-Agenzia.

Piemonte regione virtuosa, impiega il 100 per cento dei fondi europei

REGIONE PALAZZOBoom dell’impiego dei fondi europei in Piemonte, con 170  milioni già stanziati nell’ambito del programma operativo regionale del Fondo sociale europeo (Fse)  2014-2020.

Lo screening è stato effettuato dal nuovo Comitato unico di sorveglianza,  composto da Regione, Governo, Commissione europea, enti locali, associazioni di categoria, sindacati, Università, che ha il compito di vigilare sull’andamento dei due programmi europei Fse e Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale).

L’assessore al Lavoro Gianna Pentenero, ha commentato: ” le accuse spesso rivolte alle Regioni di non essere capaci di spendere le risorse europee non sono fondate nel caso del Piemonte: in questi giorni, infatti, gli uffici proporranno la certificazione di un miliardo di euro della precedente programmazione dell’Fse, pari al 100 per cento delle risorse disponibili. In un contesto economico ancora caratterizzato dalla crisi e in una fase non semplice per il bilancio regionale, i fondi comunitari rappresentano uno strumento sempre più importante per lo sviluppo del territorio, consentendo investimenti in politiche per la coesione sociale, contro la dispersione scolastica, per rafforzare la formazione professionale o favorire la riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori”.

La Regione intende impiegare queste risorse anche per  realizzare il “Piano di contrasto alla povertà” già a partire dai prossimi mesi e che richiederà la capacità di coniugare, nei territori, il sostegno al reddito con progetti di reinserimento sociolavorativo delle persone.

L’assessora ai Diritti Monica Cerutti ha invece detto che ” le pari opportunità rappresentano una priorità trasversale nei fondi strutturali. Si tratta di un approccio culturale ma anche di azioni concrete, come quelle volte alla conciliazione dei tempi lavorativi e familiari, i voucher e la promozione di nuove forme di organizzazione del lavoro, ad esempio. Inoltre, la necessità di guardare anche all’inserimento lavorativo di migranti e richiedenti asilo richiederà sempre di più una programmazione coordinata con altre risorse”regione giunta

Il Fesr, la spesa pubblica certificata dalla Regione alla Commissione Europea sulla programmazione 2007-2013 è di circa 1074 milioni di euro, pari al 105% del previsto: pienamente utilizzato e certificato, ovvero tutto il budget disponibile del programma, con ampio overbooking di spesa. La buona performance finanziaria potrebbe migliorare ancora una volta completate tutte le verifiche tecnico amministrative sui progetti attuati (in termini di spesa) negli ultimi mesi del 2015.

Grazie ai contribuiti pubblici del Fesr sono stati realizzati da parte del sistema delle imprese e degli enti locali quasi 2 miliardi di euro di investimenti sul territorio, con forte concentrazione nei settori della ricerca e dell’innovazione (1 miliardo) e dell’energia (356 milioni).

(Foto: il Torinese)

Grandine e vento: alberi caduti e allagamenti

grandineIl temporale di ieri con pioggia mista a grandine, che si è abbattuto sul Torinese, ha provocato alcuni disagi. Molte le chiamate ai vigili del fuoco, difficoltà  in particolare nella zona di San Mauro e di Settimo per alcuni allagamenti, alberi caduti e disagi al traffico.Segnalati  allagamenti di garage e cantine a Poirino, a Santena ci sono state infiltrazioni d’acqua in una casa. A Torino, in piazza Fontanesi, i vigili del fuoco hanno rimosso alcuni alberi caduti sulle auto parcheggiate, mentre in corso Casale è crollato il ballatoio di una casa, senza provocare feriti. La foto ci è stata inviata dalla lettrice Ylenia.

Juve-Samp 5-0 e i campioni festeggiano per la quinta volta

JUVE SAMP2Gran finale per la Juventus che ha battuto 5-0 la Sampdoria nell’ultimo turno di campionato guadagnandosi la vittoria del quinto scudetto consecutivo. Nel primo tempo le reti di Evra e di Dybala, con doppietta su rigore.  Nel secondo tempo goleada con Chiellini e Bonucci. Lo striscione a salutare i campioni:  “Poche squadre sono entrate nella storia, solo una è leggenda”. Allo  ‘Stadium’ all’inizio della partita la passerella e la  festa in onore dei  bianconeri. Ricordati  gli scudetti del quinquennio  anni Trenta e prima della partita è stato premiato capitan Buffon che per i tifosi della Juve  è stato il miglior giocatore dell’anno.

Karim, il foreign fighter dalla parte dei buoni

karimFinalmente un foreign fighters in positivo, che ha scelto di stare dalla parte dei buoni

E’ il 26enne Karim Franceschi (figlio di un ex partigiano italiano e una marocchina) che nel 2015 ha raggiunto Kobane per unirsi ai curdi dell’Ypg (Unità volontaria di protezione del popolo) contro Daesh.

E’ l’autore de “Il combattente” (Rizzoli) -resoconto di questa sua straordinaria esperienza- che ha presentato in questi giorni al Salone del libro di Torino, dove ha fatto da calamita a una folla di giovani che non smettevano più di applaudirlo. Lui, occhi profondi e dolcissimi, ha detto di non ritenersi un eroe né una persona speciale; però l’entusiasmo che ha suscitato racconta una versione un po’ diversa. E per come la vediamo noi, speciale lo è, eccome.

Intanto, partito per portare aiuti umanitari nei campi profughi al confine con la Turchia, è stato l’unico ad entrare in zona di guerra armato solo di una “temibile “calza piena di caramelle destinate ai bambini. Poi la sofferenza di un popolo ha fatto il resto e lui, che non aveva mai imbracciato un fucile, è diventato partigiano a fianco dei curdi che fronteggiano l’Isis e si è trasformato in cecchino. Ha rischiato la vita spinto da un ideale: difendere un popolo e il suo diritto di autodeterminarsi, di separarsi dalla sharia e costruire un federalismo democratico.

Per Karim il Salone è in un vortice di incontri, dirette tv ed interviste, come quella che mi concede a fine giornata, stanco, ma disponibilissimo e carico di entusiasmo.

Iraq esodo

Tua mamma come aveva preso la tua decisione?

«In realtà non avevo pensato al fronte, ma di andare a Kobane per dare supporto logistico, scavare buche o cose simili. Anche così lei ha cercato di fermarmi in tutti i modi. Però quando sono tornato era molto fiera di me, anche se non lo avrebbe mai ammesso fino in fondo».

E una volta arrivato cos’è successo?

«Non ho potuto restare indifferente. Mi sono anche reso conto che gli altri erano ancora più inadeguati di me che non avevo avuto alcun addestramento militare. Così ho deciso di imbracciare le armi e dare una mano»

Com’è vedere la morte in faccia a 25anni e quando hai rischiato di più?

«Quando ero in una buca col dito nella spoletta di una granata, pronto a farmi saltare in aria, pur di non cadere in mano ai miliziani. In quei momenti pensavo alle persone che amavo e che mi amavano, vedevo mia madre in lacrime».

Come metabolizzavi il pensiero che la morte poteva arrivare da un momento all’altro?

« Avevo la foto di un momento felice con la mia compagna sulle montagne russe, la tenevo sempre nella giacca, sopra il cuore e spesso la immaginavo trapassata da un proiettile e insanguinata. Era un’immagine che trovavo in sintonia con la tragedia dei tanti giovani partigiani che perdevano la vita. Sarebbe stato scorretto e sbagliato pensare che quel dramma non coinvolgesse anche me».

La prima volta che ti hanno sparato addosso?

«Ho pensato oddio, mi colpiranno. Ero nel panico e iniziai a urlare ripetutamente “stanno sparando a me!”. Un mio compagno si girò e mi disse “beh, non so se stanno sparando proprio a… te”. E mi tirò su il morale».
Come ti sei sentito la prima volta che hai ucciso?
«Probabilmente è stato quando ci assaltarono con una superiorità numerica di 10 a 1, senza mai fermarsi, ruotando su 2 linee. Arrivavano come orde di zombi. Noi eravamo pochi e inesperti. Restammo svegli 3 giorni e 3 notti e sparai almeno un migliaio di proiettili. Dopo trovammo tantissimi cadaveri a terra, ma non so chi ho colpito».
Che idea ti sei fatto dei miliziani dell’Isis e del loro modo di combattere?

«Sono combattenti formidabili, dei veterani in grado di reggere condizioni pietose. Il punto è che sono finanziati anche da paesi della Nato, ed hanno armi di ultima generazione. Soprattutto non gli importa di morire, purché uccidano anche altri. Per questo la loro tattica di guerra, falangi di barbuti suicidi, rappresenta delle autentiche autobombe».

Loro sgozzano i prigionieri; voi invece come vi comportavate?

«Se li prendevamo vivi, dovevamo trattarli bene e non infierire assolutamente. Questo era molto chiaro, altrimenti ci saremmo contraddetti. Non combattevamo per imporci, ma per liberare un popolo che loro massacrano».

Come si può fermarli?

«Sconfiggerli militarmente non basta. Perché dietro al loro apparato militare ce n’è un altro. Fatto di stato, ideologi, imam, internet, media, soldi, petrolio e sostegno da parte di potenze economiche. Come il Qatar, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi. Ma più di tutti la Turchia che li lascia entrare in Siria, li arma e lo fa in chiave anti curda, minacciando così anche l’Occidente. Non si sconfigge l’Isis se prima non si sanziona chi lo finanzia».

Qual è la forza dei curdi che combattono in prima linea e perché hai detto che è una resistenza al femminile?

«Metà delle nostre formazioni partigiane era costituita da donne. Straordinarie, molte giovanissime, mingherline, resistenti a freddo, fame, privazione del sonno e lo facevano col sorriso. Quando mi dicevo che non ce l’avrei fatta e volevo tornare a casa, guardavo loro che infondevano coraggio a tutti noi maschietti».

Quanto sono strategiche le combattenti curde?
«A Kobane la resistenza è al femminile. La città è stata liberata da una donna straordinaria, nome di battaglia “vendetta di sangue”, che arrivò a fine ottobre quando della città erano rimaste pochissime vie. Pensavamo che avrebbe ordinato la ritirata. Invece prese le redini della difesa, radunò i capisquadra e disse “libereremo Kobane in 3mesi, buon lavoro, tornate ai vostri posti”. Ed è quello che fece questa quarantenne, un po’ cicciottella, col sorriso da maestra elementare, ma lo sguardo di una leonessa».

Immagino che la guerra cambi una persona, a te cosa ha dato e cos’ha tolto?

«Il Karim entrato a Kobane non è lo stesso che ne è uscito. Mi ha insegnato che nella vita contano gli ideali con cui cresci e che ti danno uno scopo per andare avanti. Che nulla è impossibile e non è importante essere muscolosi o avere un addestramento militare. Le donne curde, alle quali avevano detto che non erano adatte al fronte, mi hanno insegnato che ciò che serve sono coraggio e determinazione. Mi ha tolto i migliori amici che abbia mai avuto, perché in quelle situazioni si instaurano legami fortissimi, ancor più che fraterni».

Cosa diresti ai giovani che magari pensano di emularti?

«Di non farlo, anche perché oggi le unità di protezione sono abbastanza forti e non hanno bisogno di volontari stranieri. I giovani possono fare molto di più da qui».

Laura Goria

 

Il Terzo Paradiso di Pistoletto al Salone, 10 mila libri lo compongono

Come ci spiega lo stesso artista, durante l’incontro nella sala azzurra del Salone, il Terzo Paradiso rappresenta la creazione. I due cerchi agli estremi sono le diversità, la tesi e l’antitesi ad esempio, mentre il cerchio centrale è l’elemento che unisce, la sintesi

terzo paradiso pistoletto

Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto è approdato al Salone Internazionale del Libro di Torino e la sua anima è fatta di oltre 10 mila libri. I volumi sono stati salvati dal macero e regalati dalla Cooperativa Arcobaleno, dal fondo editoriale della Regione Piemonte e dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, quest’ultimo ha collaborato alla realizzazione del Terzo Paradiso. Ad ospitare l’installazione è l’area dedicata ai più giovani, il Bookstock Village, la locazione potrebbe non essere un caso se ripercorriamo il significato del simbolo pistolettiano.  Il Terzo Paradiso nasce nel 2003 dalla manipolazione, nel senso buono del termine, del simbolo dell’infinito. Come ci spiega lo stesso artista, durante l’incontro nella sala azzurra del Salone, il Terzo Paradiso rappresenta la creazione. I due cerchi agli estremi sono le diversità, la tesi e l’antitesi ad esempio, mentre il cerchio centrale è l’elemento che unisce, la sintesi. Quindi il Terzo Paradiso del Salone cos’è se non un inno alla vita, alla cultura, ai giovani. A supportare questa tesi è una performance che avverrà lunedì e chiuderà il Salone smantellando l’opera e donando ogni pezzo, cioè un libro, a ciascun presente. Ed ecco che il cerchio della creazione si chiude, si compie per poi avere una nuova avventura nella vita di ciascuno di noi. Ma c’è di più ed è lo stesso Michelangelo Pistoletto a spiegarcelo, l’installazione al Salone presenta delle affinità con la “Venere degli Stracci”. Se nella Venere erano gli stracci a rinascere grazie alla bellezza della donna, in questo Terzo Paradiso i libri destinati al macero attraverso la partecipazione avranno nuovi occhi che li leggeranno e nuovi posti che li ospiteranno.

Federica Monello