Massimo Iaretti, piemontese di Casale Monferrato, è il responsabile nazionale per il settore Sicurezza sul Lavoro di APIDGE (Associazione Professionale Insegnanti di Scienze Giuridiche ed Economiche ). Docente di diritto e di economia politica in Provincia di Alessandria, con un lungo periodo maturato nella formazione professionale nel settore specifico, Iaretti, era stato coordinatore piemontese dal 2014, pochi mesi dopo la nascita dell’Associazione, incarico nel quale ha ceduto il testimone al nuovo coordinatore Manuela Martino. La designazione a responsabile è stata fatta dal Presidente APIDGE, Ezio Sina. Spiega Iaretti nel delineare le prime linee di azione nello svolgimento dell’incarico: “L’impegno è quello di diffondere la cultura della sicurezza dei luoghi di lavoro e della tutela della salute dei lavoratori a partire dal percorso scolastico con l’obiettivo che questa materia diventi parte curricolare. Come APIDGE abbiamo sempre stimolato questo passaggio, come è stato anche sottolineato recentemente nel convegno svoltosi al Salone del Libro al Lingotto di Torino. Ed è significativo che si sia partiti da Torino e che il Piemonte diventi il primo laboratorio, per allargarsi a tutta Italia, se si tiene conto dei drammatici fatti che si sono verificati negli anni passati. Come APIDGE intendiamo, da un lato, sensibilizzare i colleghi docenti di diritto e di economia politica, a sentire e fare propria questa materia per il ruolo che gioca nella società e nel mondo del lavoro, soprattutto alla luce dei riflessi concreti che ha, e le Istituzioni, scolastiche e non, per la realizzazione di percorsi e di momenti di confronto e di approfondimento”.
Quale futuro per l’ex Moi? Oggi si sono incontrati il Rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, il Rettore del Politecnico, Marco Gilli, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e la Sindaca di Torino, Chiara Appendino per discutere della situazione dell’ex villaggio olimpico . Tutti i soggetti – si legge nella nota congiunta – hanno
confermato la volontà di ripartire dal progetto scientifico originario per verificarne la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica. Alla luce dell’avvio dell’iter che porterà all’autorizzazione del progetto del Parco della Salute bisognerà ripensare quali saranno le modalità di integrazione di quell’area. Entro fine settembre, i due Rettori, il presidente Chiamparino e la Sindaca Appendino si ritroveranno per valutare le considerazioni di merito e decidere sulla fattibilità del progetto”.
(foto: il Torinese)
Le moschee con i soldi del petrolio?
Caro direttore, sembra che a Torino siano ripartiti i lavori per la moschea in via Urbino, in un vecchio immobile acquistato con il contributo finanziario del Ministero degli Affari Religiosi del Marocco. Come se un Ministero italiano investisse dei soldi per realizzare delle chiese cristiane in giro per il mondo! Veramente curioso. Ma non basta. Il Marocco avrebbe mal accettato la mancata adesione per la moschea dell’Unione Musulmani Italiani, e della Comunità Religiosa Islamica Italiana. Tutte beghe tra islamici che forse verranno “sanate” con l’apertura della nuova moschea ? Non si sa! Ma se poi pensiamo che a Roma, vicino al Vaticano, culla del cattolicesimo, esiste la più grande moschea d’Europa, non dobbiamo stupirci se a Torino le moschee cresceranno come funghi grazie ai soldi dei Paesi Islamici che ci vendono il petrolio, cioè grazie ai nostri soldi!
Marbert
E’ scattato l’allarme bomba alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, a causa di una telefonata anonima alla centrale del 118 che annunciava: “esploderà tra quattro ore”. Le forze di sicurezza hanno iniziato immediatamente la bonifica, con l’aiuto degli
artificieri. I treni, al momento, sono regolari e si è deciso di non evacuare la stazione. Se, come si spera, si tratta di un falso allarme, sarebbe opportuno punire severamente gli imbecilli irresponsabili, dovessero mai essere scovati.
(foto: il Torinese)
L’Aie, associazione degli editori riunitasi questa mattina a Milano ha calato la mannaia sul salone di Torino. Gli editori, dopo un vivace dibattito, hanno deciso che il progetto “MiBook”, presso la Fiera di Rho, è il migliore. La città della Mole – anticipa La Stampa – organizzerà comunque il suo Salone del Trentennale al Lingotto. Neanche la notizia di Massimo Bray,
già ministro della Cultura, alla presidenza della Fondazione per il Libro, gli interventi del sindaco Appendino e del presidente Chiamparino e l’endosement pro-Torino del ministro della Cultura Franceschini sono riusciti a salvare Librolandia. E’ un giorno pessimo per la nostra città.
(foto: il Torinese)
La tesi di laurea era contenuta nel computer rubato e i ladri le chiedono un riscatto di 300 euro. I due marocchini, di 37 e 39 anni, che hanno tentato l’estorsione sono stati arrestati dai carabinieri, La ragazza si era infatti rivolta ai militari della stazione Po Vanchiglietta. In collaborazione con il Nucleo Operativo della compagnia San Carlo hanno messo in trappola i due marocchini, probabili responsabili di altri furti con riscatto. la studentessa li ha incontrati per consegnare loro i trecento euro pattuiti e lì sono scattate le manette.
(foto: il Torinese)
Pipita: “Felice di essere qui”
Sul proprio Internet della squadra la Juventus saluta Gonzalo Higuain.”Bienvenido Pipita” L’attaccante argentino ha firmato un contratto di cinque anni, mentre al Napoli andranno 90 milioni di euro pagabili in due tranche annuali. La squadra partenopea sul suo sito aveva confermato il trasferimento dell’attaccante alla Juve. “Sono contento di essere qui, pronto per cominciare questa nuova avventura”. sono le parole di Higuain dopo la festosa accoglienza dei tifosi all’aeroporto di Caselle. Il calciatore, tra un autografo e l’altro, si è recato al Jmedical per le visite mediche.
Circolare, circolare
Piazza del Cavallo, uno dei luoghi più antichi di Casale Monferrato, era il punto di incrocio di via Saffi, via Duomo, via Roma e via Lanza. A dir la verità portava il nome di Giuseppe Mazzini ma per i casalesi, in ragione della presenza, al centro, della statua equestre di Carlo Alberto, era rimasta la Piazza del Cavallo. Un sabato mattina, giorno del mercato contadino, la gente incuriosita guardava, con stupore e diffidenza, il semaforo nuovo di zecca che proprio quel giorno prendeva servizio. Accanto al palo zincato che sorreggeva il marchingegno con i tre segnali luminosi stazionava, autorevolmente impettito nella sua uniforme, un imponente vigile urbano. Da Gravellona Lomellina a lì, la distanza non superava i quaranta chilometri e Arduino Borlazza, alla veneranda età di novantuno anni, non mancava – quando la bella stagione lo consentiva – di salire sul primo autobus del mattino e, con poco più di un’oretta di viaggio, togliersi lo sfizio di bighellonare nell’area del mercato, curiosando. Anche quel giorno, complice la tiepida giornata di fine primavera, fece così. Attratto dal capannello di persone che sostava nei pressi del semaforo il vecchietto, curioso più che mai, si mise a guardare pure lui. Quando il vigile, allo scattare del verde, ordinò a gran voce “Circolare, circolare”, attraversando la strada, Arduino lo seguì con passo deciso. Giunto dall’altro lato della via, oltre le strisce bianche del passaggio pedonale, il vigile si voltò e, al successivo scattare del verde, si riavviò dall’altra parte della strada intimando con risolutezza il suo “Circolare, circolare”. Il vecchio Borlazza, messo in soggezione, toltosi il cappello iniziò a grattarsi la testa, perplesso. Deciso a non far figure, all’ordine dell’uomo in divisa, non esitò a seguire con fare remissivo il pubblico ufficiale. La stessa scena si replicò due, quattro, sei volte quando, ad un certo punto, il
vecchietto, rosso in volto e con le gambe doloranti, sbottò: “Ma basta là , con stò circolare, circolare. Non circolo più un bel niente e non mi muovo più di qui. Sono venuto per vedere il mercato ed è tutta mattina che mi fa andare avanti e indietro. Ho le gambe che mi fanno male e chissà cosa penserà mai mia moglie che mi aveva detto di aspettarla da questa parte della strada per il tempo che andava all’emporio. Sono stanco, caro il mio vigile. Spenga pure quella roba lì che fa le luci tanto io non mi muovo più, l’ha capito?”. L’agente di polizia municipale gli rivolse lo sguardo di coloro che incontrano, loro malgrado, uno fuori di testa e pensò proprio ad uno svitato. Intanto, raggiunto dalla signora Clementina, il vecchio Borlazza prese sotto braccio la moglie e disse: “E’ meglio che andiamo via. Ho visto poco o niente ma mi sa che d’ora in poi andrò solo alla fiera di Mortara perché qui hanno messo delle macchine che fanno le luci e il vigile fa correre tutti di qua e di là della strada. Secondo me è una maniera come un’altra per sfinirci e farci venire un colpo, così risparmiano anche sulla pensione”. “Ma dai, dici?”, rispose la moglie. E lui, tirandola per un braccio, borbottò: “Dico, dico. Dico di sì. Quello lì è matto. Magari lo è diventato a forza di guardare quella macchina con le luci che ti tira scemo. Dai, andiamo via”.
Marco Travaglini
Le e-mail opportunità o fonte di stress?
L’utilizzo improprio della posta elettronica è una delle principali cause di inefficienze e di perdita di tempo nelle attività lavorative quotidiane nelle aziende
di Paolo Pietro Biancone*
Nel dubbio mando una e-mail. L’uso delle e-mail e dei messaggini è sempre più diffuso e all’ordine del giorno. Assolve diverse funzioni: permette di comunicare direttamente e diffusamente, inserendo anche più destinatari o persone interessate, di contattare persone al momento irraggiungibili per ragioni di spazio e di tempo. Senza contare che “scripta manent” – come ci insegnano i latini –, le comunicazioni scritte restano tracciate e questo porta a una certezza di comunicazione e contenuti.
Il rischio alto e concreto è la sovrabbondanza di comunicazione tramite mail, il non rispetto di orari e bon ton che portano a forme di stress e dipendenza. Questo fenomeno peggiorato dagli smart phone, che ci lasciano sempre in contatto con mail e chat di lavoro e non.
Una volta era il telefono, o meglio l’uso che ne facevano i dipendenti in ufficio, a preoccupare, ora le email per questioni private, ma anche come strumenti lavorativo d’informazioni, richieste, memorandum, dossier di numerose pagine.
L’utilizzo improprio della posta elettronica è una delle principali cause di inefficienze e di perdita di tempo nelle attività lavorative quotidiane nelle aziende. Non a caso si registrano cambiamenti di rotta delle grandi aziende, tra cui spiccano Microsoft, Halton, Ferrari, Volkswagen, Bmw e altre che hanno deciso di introdurre misure straordinarie per far “disintossicare” i collaboratori dalle email, per lavorare di più e fare squadra. La Ferrari, a esempio, ha deciso di dare un taglio a tutto questo spam interno: la Casa di Maranello ha risolto il problema dando un’indicazione semplice e chiara, ossia parlarsi di più e scrivere di meno. Per incentivare una comunicazione più efficace e diretta – si legge sul sito della Casa di Maranello – è stato infatti deciso di limitare fortemente il numero delle email inviate. In particolare, ogni dipendente Ferrari potrà inviare la stessa mail internamente solo a tre persone. Da oggi infatti i dipendenti parleranno di più con i colleghi.
Insomma, il must è comunicare di più. Lo sostengono anche Brunello Cucinelli, Atos, Microsoft, Halton. Mentre Deutsche Telecom, Volkswagen, Bmw, Bayer e Procter&Gamble tirano un ulteriore freno impedendo di scrivere mail dopo le 18. C’è poi chi ha deciso di vietarle in vacanza.
Persino la nuovissima sede della Bce di Francoforte stravolge la vecchia logica solipsista, introducendo spazi comuni per permettere ai banking di “fare gruppo”.
La più integralista sul tema è Atos, multinazionale d’information technology con 80 mila dipendenti nel mondo e quattro sedi in Italia, che ha imposto tolleranza zero nei confronti dell’invasione di posta. Questo dopo aver individuato un algoritmo, realizzato dai responsabili delle risorse umane di Atos, che hanno verificato come 9 messaggi di posta elettronica su 10 sono inutili: i dipendenti spendono tra le 5 e le 20 ore settimanali per smistare notizie spesso inutili.
Sempre più in ostaggio dello smart phone e dei messaggi che sempre ci recapita. La prospettiva è di crescita del fenomeno, da qui il fiorire degli esperti in netiquette Il termine netiquette, termine che nasce dalla fusione di “Network” dall’inglese: Rete, ed “Étiquette” dal francese: Buona educazione; e si riferisce al buon comportamento nell’uso delle risorse di interazione web come le email, soprattutto in campo aziendale. Si tratta in sostanza di un insieme di regole che si potrebbe tradurre in “Galateo (Etiquette) della Rete (Net)” che consiste nel rispettare e conservare le risorse di rete e nel rispettare e collaborare con gli altri utenti. Puntare sulla netiquette in azienda è punto di forza per il buon rapporto tra colleghi e per l’immagine fornita all’esterno dai propri collaboratori con l’invio di mail appropriate e rispettose.
*Professore Ordinario di Economia Aziendale dell’Università di Torino
Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management
L’assestamento di bilancio di Palazzo Civico deve essere approvato entro il 31 luglio .E si presenta la prima prova con le schermaglie d’aula per la maggioranza pentastellata che per la prima volta potrebbe fare i conti con l’ostruzionismo delle opposizioni, in particolare da parte della Lega Nord, che deciderà il da farsi dopo avere esaminato le proposte della Giunta sui tagli da effettuare. Ad oggi l’assessore al Bilancio Sergio Rolando ha messo in evidenza un disallineamento tendenziale annuo tra le imposte e le previsioni di bilancio di circa 6 milioni di euro. Il pareggio di bilancio si potrà ottenere con i tagli delle spese correnti del 3,3% per ciascun settore mantenendo però le risorse per il welfare, la scuola, i contratti di servizio in essere, come con Amiat. In Comune si evidenzia che i risparmi ottenuti con i tagli sugli staff e sui dirigenti fiduciari pari al 56%, consentiranno di utilizzare 740mila euro di competenza del 2016 per ridurre l’impatto dei tagli sui settori. Confermato il fondo a sostegno dei giovani per 5 milioni di euro, uno per ogni anno di mandato. Malumore tra i presidenti delle Circoscrizioni che temono di essere il bersaglio dei tagli più significativi.
(foto: il Torinese)