redazione il torinese

MPP e Comitato Autonomia Piemont sulla fusione Lu e Cuccaro Monferrato

“Nessun fusionista in lista. Prima gettano il sasso, poi nascondono la mano”
 
L’esito sulla presentazione delle liste alle elezioni nel neonato Comune di Lu e Cuccaro Monferrato deve indurre tutti coloro che sono a favore delle fusioni di enti locali ad una profonda riflessione. Nessuno dei protagonisti della fusione – a prescindere dal numero delle liste depositate, ammesse o in contestazione che siano – decretata con i voti dei consigli comunali e con la susseguente legge regionale, incurante dell’esito referendario, è infatti presente, né gli ex sindaci, né gli ex assessori, né gli ex consiglieri comunali fusionisti, quasi a voler nascondere la mano dopo aver gettato il sasso. Peccato che questo sasso abbia, di fatto, cancellato, la vita di due comuni, uno dei quali vanterebbe i natali o quanto meno le origini di Cristoforo Colombo, l’altro uno dei nomi di comune più corti d’Europa, se non del mondo. Di qui è d’obbligo domandarsi come si sia potuti arrivare a questo risultato. Se il nuovo comune fosse stato davvero sentito, veramente ed al di là dei giochi delle parti e delle prese di posizione pro o contro, avremmo assistito ad una maggiore corsa per avere una presenza nella sua prima amministrazione. Questo, invece, è un segnale che, prima di tutti deve cogliere la Regione Piemonte per il futuro, e anche per il presente, per porre correttivi sugli esiti dell’istituzione referendaria prevista nell’iter legislativo delle fusioni di comuni che, lo abbiamo detto, lo ribadiamo e lo ripeteremo nelle sedi politiche e legislative opportune, utilizzando tutti gli strumenti di partecipazione che lo Statuto della Regione Piemonte mette a disposizione perché i cittadini siano parte attiva e non passiva di scelte di pochi. In Piemonte abbiamo assistito ad alcuni iter di legge regionale sulle fusioni che non sono meramente espressione della volontà popolare, bensì semplicemente di indirizzi degli organi deliberativi. Il pensiero corre immediatamente a Cuccaro Monferrato ma che dire di Gattico e di Veruno dove si è proceduto nonostante l’espressione contraria in sede referendaria di entrambe le popolazioni dei comuni interessati? La legge regionale, partendo da queste considerazioni, va cambiata introducendo dei correttivi che, come forze autonomiste, chiederemo al nuovo Presidente della Regione Piemonte, ai nuovi assessori, ai nuovi capigruppo consigliari, dopo l’insediamento successivo alle elezioni del 26 maggio prossimo. L’autogoverno e l’autonomia delle comunità regionali e locali o sono tali alla base o non lo sono. E se non avremo risposta procederemo con tutti i mezzi che la legge regionale e lo Statuto del Piemonte ci consentono. Nello specifico, per le comunità di Lu e Cuccaro Monferrato, di cui cogliamo il grido di dolore, riteniamo sia ancora possibile fare ‘retromarcia’ come per tutti quei comuni che sono stati soppressi contro la volontà popolare. Come Movimento Progetto Piemonte e Comitato Autonomia Piemont è bene chiarirlo qui non siamo contrari per principio alle fusioni, siamo contro quelle fusioni che sono fatte non tenendo conto del volere dei cittadini. Questo concetto è stato ampiamente ribadito proprio nel recente incontro che si è svolto a Quagliuzzo dedicato appunto alle fusioni dei comuni ed ai motivi della nostra contrarietà.
 

Movimento Progetto Piemonte – MPP

Comitato Autonomia Piemont

 

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AVVISO  Il quotidiano “il Torinese” mette a disposizione questo spazio gratuito per tutti i candidati, liste, partiti e movimenti politici che partecipano alle elezioni europee, regionali e amministrative del Piemonte. Per pubblicare  comunicati stampa, programmi, annunci di convegni, comizi, iniziative elettorali scrivere alla mail: edizionibest@libero.it

Toro, la Champions League non è più un “pensiero indecente”

I granata fanno loro lo scontro diretto col Milan

Decidono i centri di Andrea Belotti (su rigore) al 58′ e di Alejandro Berenguer al 69′
 
Un Torino sempre più convinto dei propri mezzi si aggiudica lo scontro diretto col Milan, agganciando i meneghini a quota 56 punti (ma scavalcandoli per la classifica avulsa). La bella vittoria sui rosso-neri, frutto di una partita attenta e “da Toro”, ufficializza l’inserimento dei granata nella corsa per un posto in Champions League: attualmente la quarta piazza (ultima utile per l’accesso all’ex Coppa dei Campioni) è appannaggio dell’Atalanta, con 59 punti, seguita a ruota dalla Roma a 58 e dalla coppia formata da Toro e Milan a 56 (senza dimenticare la Lazio a 55). Chiuso il primo tempo sullo 0-0, il Torino sblocca la situazione a inizio ripresa, grazie a un calcio di rigore concesso per un fallo di Kessie su Izzo e freddamente trasformato da capitan “Gallo” Belotti (58′): dopo una traversa colpita al 67′ dal rosso-nero Bakayoko (una volta tanto la Dea bendata si è ricordata dei granata…), al 69′ arriva il 2-0 torinista, con Alejandro Berenguer che insacca con un destro che s’infila nel “sette” alla sinistra del portiere ospite Donnarumma. Realizzato il raddoppio, gli uomini di mister Walter Mazzarri controllano la partita, rischiando solamente all’80’, quando un bel colpo di testa di Bakayoko viene prodigiosamente respinto dell’ottimo Salvatore (di nome e di fatto) Sirigu, sempre più meritevole della maglia da titolare della Nazionale azzurra. Finisce, quindi, col meritatissimo successo granata: per il Toro è un ritorno alla vittoria contro il Milan, dopo un’attesa che durava dall’1-0 (con rete di Cristiano Lucarelli al 26′) della decima giornata della stagione 2001-2002, cioè dal 4 novembre 2001. Gioia doppia per il presidente Urbano Cairo, sotto la cui gestione (cioè dal 2005) il Toro non era ancora riuscito a battere i rosso-neri. I tre punti conquistati al cospetto del “Diavolo” meneghino “iscrivono”, quindi, i granata alla corsa alla Champions League, con gli ultimi impegni di campionato (nell’ordine, in trasferta con la Juventus, in casa col Sassuolo, in trasferta con l’Empoli e in casa con la Lazio) che diventano sostanzialmente quattro finali, dalle quali racimolare il maggior numero possibile di punti, in modo da conquistare quel piazzamento Champions che fino a qualche settimana or sono pareva un “pensiero indecente” e che, invece, è diventato una possibilità concreta. Il grande ritorno nella “Coppa dalle grandi orecchie” sarebbe un modo straordinario per onorare la memoria degli Invincibili, di quel Grande Torino tragicamente scomparso quel maledetto 4 maggio 1949: da lassù, anche loro tiferanno per i granata attuali. Sognare la Champions? Non solo si può, ma si deve.

Giuseppe Livraghi

 

Volt: Innovazione Under 30, Politica e Impresa

La sezione locale di Volt Italia, il primo partito Paneuropeo, giovedì 9 maggio alle ore 20.45 alla sala polifuzionale Loft di Via Principessa Clotilde 80 organizza #startEUp – Innovazione Under 30, Politica e Impresa.
 
Si tratta di una tavola rotonda con alcuni dei più brillanti giovani innovatori piemontesi, per scoprire che il nostro Paese può e deve scommettere su giovani, cultura, formazione ed impresa per potersi rialzare. Gli ospiti della serata saranno:
Federica Vinci, Presidente di Volt Italia, partito nazionale del network di Volt Europa, il primo partito paneuropeo fondato da Andrea Venzon.
Fabio Daniele, cofondatore di Apical, startup per i professionisti di viaggi ed eventi
Gianluca Manitto, CEO e cofondatore di EpiCura, startup per facilitare l’accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali.
Giovanni Rastrelli, amministratore delegato di EDIT Torino, Eat Drink Innovate Together, una realtà per favorire il networking e promuovere percorsi. enogastronomici di qualità
Modererà la serata Riccardo Pinto, city lead di Volt Torino.
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Alla Venaria Reale la bella rivoluzione dell’"Arte Nuova"

“Art Nouveau. Il trionfo della bellezza”
“Mi hai reso immortale. D’ora in poi lavorerai per me, al mio fianco. Ti amo già!”: parole entusiaste che si racconta siano state rivolte niente meno che dalla “divina” Sarah Bernhardt – la “voix d’or” del teatro francese fra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento – al pittore d’origine ceca Alphonse Mucha, fra i grandi protagonisti dell’”Art Nouveau” internazionale. Era il Natale del 1894 e a far andare in brodo di giuggiole la Diva fu un poster pubblicitario realizzato proprio da Mucha, che la ritraeva in occasione del suo debutto nella commedia “Gismonda” di Victorien Sardou. Un’immagine di estrema raffinatezza e assoluta modernità per i tempi; un fascinoso mix di “influssi bizantini” e “stilemi dell’art nouveau”, che piacque così tanto all’attrice da indurla a stipulare con l’artista ceco un contratto della durata di sei anni, durante i quali Mucha disegnò per lei manifesti, scenografie teatrali, costumi e gioielli. Un lavoro intenso e di grande impegno, di cui si ha prova nella litografia a colori “Sarah Bernhardt” realizzata nel 1897 (il viso dai tratti infantili ma fascinosi dell’attrice, incorniciato da una folta incontenibile chioma e decorato con ghirlande floreali) che, insieme al manifesto pubblicitario, sempre a firma di Mucha, del 1896 per le cartine di sigarette “Job” (anche qui l’immagine è di una donna dai lunghi capelli, “sfrontata” nell’esibizione, allora blasfema, di una sigaretta fra le dita che descrive nell’aria sinuose e larghe curve di fumo), fa parte delle oltre 200 opere – fra manifesti, dipinti, sculture, mobili e ceramiche – assemblate nella mostra “Art Nouveau. Il trionfo della bellezza”, ospitata nelle “Sale dei Paggi” della Reggia di Venaria fino al 26 gennaio dell’anno prossimo.
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Provenienti dagli Arwas Archives, dalla Fondazione Arte Nova e dalla Collezione Rodolfo Caglia, sono “pezzi” che raccontano attraverso un allestimento innovativo che riproduce gli ambienti abitativi della Parigi di inizio Novecento, la non lunga ma intensa e formidabile stagione dell’”Art Nouveau” che cambiò a fondo il gusto fra gli anni di fine Ottocento e i primi del Novecento, influenzando tutte le arti figurative, l’architettura e le arti applicate con esasperati – perfino a volte esageratamente esibizionistici – rimandi alla natura, al mondo vegetale e a un’immagine nuova della figura femminile come femme damné, emancipata, libera e sensuale. Concepita, dunque, come “arte totale”, come “arte della libertà” (“che fa dell’erotismo, del naturalismo e dell’esotismo i propri punti cardinali”), il Modern Style se fu per i francesi e gli inglesi “Art Nouveau”, diventò “Tiffany” negli Stati Uniti, “Jugendstil” in Germania, “Sezession” in Austria, “Nieuwe Kunst” nei Paesi Bassi, “Modernismo” in Spagna e, passando attraverso altre lande d’Europa, “Liberty” in Italia, nome derivato dai magazzini londinesi, particolarmente attenti al nuovo gusto, di Arthur Liberty. Prodotta e organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con Arthemisia e curata da Katy Spurrell, la rassegna si articola in cinque sezioni, focalizzate su quelle che furono le principali fonti di ispirazione per gli artisti iniziatori, debitori anche, in alcuni casi, della vittoriana lezione preraffaellita, non meno che – di conseguenza – di un raffinato simbolismo alla Gustav Klimt. Accomunati da un ridondante amore per l’arabesco, così come per l’intrigante “peccaminosa” sensualità di figure femminili e di motivi floreali e naturali lasciati liberi di abbracciare il mondo, particolarmente interessanti sono, in mostra, le opere di Georges de Feure (sua l’“Affiche pour la 5° exposition du Salon des Cent” del 1894), così come “Les Paons” di Alfredo Muller e la sottile “Extravagance” del 1897 di Eugène Grasset. Oltre ai nomi del già citato Alphonse Mucha, accanto a quelli di Emile Gallé, Daum Frères, Louis Majorelle, Henri de Toulouse-Lautrec e Eugène Gaillard. Notevoli anche i bronzi, i vasi, le ceramiche, le lampade e i mobili intarsiati ospitati in una rassegna che non dimentica l’importanza fondamentale per la conoscenza e lo sviluppo dell’”Art Nouveau” di una città come Torino, che nel 1902 con l’ Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna diede il via al “Liberty” in Italia. A partire dalla città, all’epoca in espansione. Ne sono testimonianza alla Venaria, l’installazione di fotografie appositamente realizzate da Pino Dell’Aquila, raffiguranti 11 edifici, capolavori dell’epoca, che rendono l’esatta dimensione di una città che allora si rivestì abbondantemente del nuovo stile e che ben a ragione può essere ancor oggi definita (con il suo centinaio di edifici “Liberty” disseminati sul territorio) la capitale italiana dell’”Ars Nova”.

Gianni Milani

“Art Nouveau. Il trionfo della bellezza”
Reggia di Venaria – Sale dei Paggi, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992333 o www.lavenaria.it
Fino al 26 gennaio 2020
Orari: dal mart. al ven. 9/17; sab. dom. e festivi 9/19,30; lunedì chiuso
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Nelle foto

– Alphonse Mucha: “Sarah Bernhardt”, Litografia a colori, 1897
– Alphonse Mucha: “Job”, Litografia a colori e doratura, 1896
– Georges de Feure: “Affiche pour la 5° exposition du Salon des Cent”, Litografia a colori, 1894
– Alfredo Muller: “Les Paons”, Litografia a colori, 1903
– Eugène Grasset: “Extravagance”, Litografia a colori, 1897
– Muller Frères: “Lampe aux coquelicots”, Vetro, ca. 1900

 
 
 

The Phair, fotografia e innovazione

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Una innovativa  fiera di fotografia si svolge dal 3 al 5 maggio all’ex Borsa Valori in via San Francesco da Paola 28 a Torino: The Phair, la sintesi di Photografy e Fair. Si tratta di un progetto di  Roberto Casiraghi e Paola Rampini,  per valorizzare un linguaggio artistico  vivace ma con pochi contesti di rifermento, rivolto  a collezionisti, curatori, e  direttori di musei e collezioni pubbliche e private, che si confronteranno sull’innovazione e riflessioni sull’immagine . La Fiera è inviti , con  le migliori gallerie italiane, 35 in spazi di venti mq. uguali per tutti. Tra le gallerie partecipanti:  1/9 uno su nove di Roma, Francesca Antonini di Roma, Alfonso Artico di Napoli , Raffaella De Chirico di Torino, Tiziana Di Caro di Napoli, Doppelgaenger di Bari, Fabbrica EOS di Milano , Studio G7 di Bologna, Gagliardi & Domke di Torino, Guidi &Shoen di Genova , In Arco di Torino, Giò Marconi di Milano, Materia di Roma,  Davide Paludetto di Torino, Francesco Pantaleone di Palermo, Pinksummer di Genova e Z 2o Sara Zanini con sede a Roma. Una grande varietà di artisti contemporanei italiani e stranieri, nomi affermati a livello internazionale ed emergenti, tra cui Anri Sala, Tomas Saraceno, Paola De Pietri, Olivo Barbieri, Guido Guidi, Myriam Laplante, Mario Airò, Annette Kelm, Lida Abdul, Giovanno Ozzola, Andy Warhol, Luca Vitone, Robert Capa.

thephair.com

 

Torna Circonomìa, festival dell'economia circolare

Sarà di scena a Torino per le due tappe finali CIRCONOMÌA, il Festival nazionale dell’economia circolare e delle energie dei territori, giunto quest’anno alle quarta edizione. L’ambizione di Circonomìa è di mettere in scena l’incontro tra buona economia e ambiente sano, valori contenuti nell’economia circolare. L’appuntamento è per il 4 e il 5 giugno con un calendario fitto di incontri consultabile sul sito www.circonomia.it Per la giornata del 5 giugno, gli incontri organizzati da Circonomìa, si inseriscono nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS.

Torino: dove il Gypsy Jazz Manouche è di casa

Django Reinhardt, noto compositore gitano manoucheè nuovamente nel cuore di Torino e dei suoi appassionati

Django, gitano del ceppo manouche che negli anni 30’ visse nei pressi di Parigi, divenne  (nonostante la menomazione  della sua mano sinistra, che a causa di un incendio avvenuto allinterno della sua roulotte gli  fece perdere luso delle tre dita) uno dei musicisti compositori chitarristi numero uno al mondo, considerato un punto di riferimento assoluto. Il suo genio e la sua spettacolare creatività  illuminarono ed entusiasmarono nel tempo i grandi interpreti  del jazz  come Duke Ellington , Benny Carter , Louis Armstrong, Louis Vola, Bill Coleman, Rex Stewart, Stephane Grappelli  ecc.. diventando una vera e propria icona insormontabile  di questo genere musicale.  Le sue tradizioni, come la sua cultura, la sensibilità artistica , creativa e il virtuosismo ineccepibile che lo contraddistinguono per quella sua” musica, fecero da catalizzatore per tutti coloro che lo seguirono e che  ancora oggi lo seguono. La sua musica, facilmente contaminabile con qualsiasi genere musicale:  il soul , il pop, il rock  , il jazz , continua a creare un connubio di situazioni musicali davvero eclettiche, capaci di sorprendere grandi e piccini, esperti e profani. Il suo valzer musette , le sue sonate dolci, accattivanti e melodiche e quel  virtuosismo davvero unico”  , che sulla chitarra diviene  protagonista assoluto di uno spettacolo dal sapore retrò ma al tempo stesso innovativo, appassiona il pubblico e incentiva  i grandi musicisti del mondo del jazz, classici e contemporanei. Anche quei giovani musicisti emergenti scoprono tramite la sua musica  un filone davvero rappresentativo da inseguire per chi dispone di talento. In Europa e nel mondo tutto ,sono oggi  davvero tanti i gruppi musicali di  gypsy jazz manouche. I festival aumentano anno per anno , le programmazioni nei jazz club si animano con questa musica,  addirittura le fiction televisive , colonne sonore di film premiati dalla critica e non solo , jingle pubblicitari eccsi fanno spesso facilmente contaminare da questa melodia, estrapolando in essa situazioni rappresentative davvero speciali.Dati davvero singolari questi che altro non fanno che attestare la veridicità di questo effetto bomba” di passione, dove la musica e la sua eccellenza fa davvero da padrona.

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LAssociazione Jazz Manouche Django Reinhardt di Torino” che fu la prima in Italia a creare in questa città il Festival Internazionale Gypsy Jazz Manouche con le sue 7 edizioni ,e che ancora oggi, dopo 15 anni,  continua a lavorare e a battersi per dare sempre più forma a queste incredibili iniziative, ha come Presidente limprenditore Andrea Chiusano (Chiusano & C. Immobiliare) che con dedizione , impegno e grande generosità si attiva personalmente, al fine di ottimizzare sempre di più questo progetto musicale,  la cui finalità è quella di continuare a proporre a Torino questa musica, soprattutto nel rispetto di soddisfare la frequente richiesta del pubblico che anno dopo anno si dimostra sempre più numeroso, nel rispetto anche di quei giovani talenti che studiano per affinare questo genere musicale, affrontando sacrifici che alimentano le loro speranze e i loro risultati, spesso davvero talentuosi. Questanno , in occasione del TJF (Torino Jazz Festival) , lAssociazione Jazz Manouche Django Reinhardt, è nuovamente stata chiamata  dallorganizzazione del festival e dalle Istituzioni per portare una nuova formazione musicale alla programmazione di questa meravigliosa iniziativa. Per cui, in occasione dello spettacolo che si terrà il 3 maggio presso lAuditorium S.Paolo di Torino, si esibiranno gli ACCORDIDISACCORDI , gruppo musicale torinese ormai noto che sta spopolando in Europa e nel mondo calcando palchi importanti internazionali e riscontrando dalla critica meriti davvero eccellenti.

In quartetto con loro si esibirà il famoso violinista FLORIN NICULESCU, protagonista estremo della musica gypsy jazz manouche (che in giovane età ebbe anche lonore e la capacità  di suonare con il grande Stephane Grappelli). Artista dal valore artistico indiscutibilmente eclettico e emozionante. Inoltre, in esclusiva con questo  sorprendente quartetto , presenzierà lattore GIORGIO TIRABASSI che in questa insolita occasione si presterà in una performance davvero unica, nella quale suonerà  la chitarra originale che Django Reinhardt utilizzo in gran parte dei suoi innumerevoli concerti (chitarra donata per loccasione dal collezionista Alberto Guizzetti – www.hendrixguitars.com) Unappuntamento davvero unico per questa grande manifestazione, tale da aver fatto sold-out in soli cinque giorni dallemissione dei biglietti per il concerto in programmazione sul sito del Torino Jazz Festival. Una grande soddisfazione questa per lAssociazione Jazz Manouche Django Reinhardt e i suoi organizzatori , che attesta nuovamente la calorosa presenza del suo pubblico e quella di tutti coloro che da anni seguono in questa città levoluzione di questo genere musicale. A fronte di tutto ciò, sarebbe quindi un vero peccato non riproporre questa iniziativa nel tempo, affinché questa possa davvero diventare unappuntamento fisso. < /span>C’è bisogno di qualità e di livelli artistici eccellenti per iniziative originali e appassionanti , affinché Torino possa nuovamente vantare la sua unicità , la sua storia, la sua creatività e le sue origini che da sempre la contraddistinguono. Buon spettacolo a tutti!

Monica Di Maria di Alleri

Danza e coreografia si incontrano al Teatro Nuovo

Atteso ritorno al teatro Nuovo di Torino, il 4 e 5 maggio prossimi,della rassegnaCoreografica”, giunta alla sua seconda edizione nella veste di concorso per danzatori, coreografi, compagnie  e scuole di danza

Organizzatrici della manifestazione, che vedrà la partecipazione di cinquecento danzatori, appartenenti a decine di scuole di danza e compagnie di ballo, sono Adriana Cava ed Enrica Patrito, che si avvalgono del collaborazione di Opus Ballet. In occasione della manifestazione,  patrocinata dalla Città di Torino in collaborazione con Regione Piemonte, Torino Metropoli, Piemonte dal Vivo, Ministero dei Beni ed Attività Culturali, è stato creato il premio “Torino Città coreografica, rivolto a scuole, gruppi e compagnieprofessionali emergenti, ed a giovani coreografi desiderosi di visibilità e confronto.  Torino Città coreografica nasce dalla necessità spiegano Enrica Patrito ed Adriana Cava –  di proporre un nuovo spazio di incontrocon le tante altre realtà nazionali ed internazionali legate al mondo di Tersicore. La rassegna si sviluppa in collaborazione con “DanzaFirenze“, promossa da OpusBallet e giunta quest’anno alla sua diciottesima edizione. Coreografica ” diventa, così, una preziosa occasione di crescita per molti giovani danzatori ed un evento nuovo per la piazza torinese“.

 

Mara Martellotta

Primo Maggio a Torino, le reazioni della politica

Torino – Ferrero (la Sinistra): basta repressione, il primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori

“La piazza del primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori, non è la Questura che può decidere, manu militari, chi può manifestare o meno in base alle opinioni che vengono espresse dai diversi spezzoni di corteo”, così Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea  al termine del corteo del primo maggio a Torino. Per Ferrero “si è ripetuto anche quest’anno un comportamento increscioso da parte delle forze di polizia con le cariche rivolte contro il movimento No Tav. Cariche del tutto ingiustificate, motivate solo dalla volontà di dividere in due il corteo tra buoni e cattivi. Una divisione che rifiutiamo con forza. La lotta contro il Tav è la lotta contro il partito trasversale degli affari, contro la distruzione ambientale, per l’affermazione di una prospettiva di lavoro pulito, dignitoso, ecocompatibile  . Basta con la repressione di un movimento che rappresenta un riferimento e una speranza non solo per la Valsusa ma per l’insieme del nostro Paese”.

 

PRIMO MAGGIO, MARRONE – MONTARULI – ROSSO – GHIGLIA (FDI): SOLIDARIETÀ ALLE FORZE DELL’ORDINE
“Vogliamo esprimere la massima solidarietà al personale delle Forze dell’Ordine impegnate oggi nell’ordine pubblico a Torino: i ragazzi in divisa costretti a subire le aggressioni antagoniste andate in scena del corteo del Primo maggio sono i veri lavoratori di questa giornata, ma nessuno da abbastanza riconoscimento ai loro diritti” affermano Maurizio Marrone, candidato di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Piemonte, e Augusta Montaruli, parlamentare FDI, che commentano “La piazza di oggi si conferma ogni anno più teatro delle contraddizioni della sinistra, che non lasciano quasi spazio alle istanze del lavoro. Sarà il caso di immaginare nuovi futuri eventi realmente a difesa del lavoro che manca, soprattutto nella nostra Torino colpita da disoccupazione record”.

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“Se partecipiamo si lamentano, se non partecipiamo si infuriano. Quelli della sinistra italiana si lagnano sempre di noi, invece che guardare a casa propria e alle loro enormi contraddizioni interne. Non ultima la questione Tav che anche oggi ha visto una parte della sinistra violenta, i no Tav, tentare di sfondare il corteo e la parte vicina alle banche, più interessata alla nostra presenza che ai reali problemi del lavoro”. Così Roberto Rosso, candidato alla Regione Piemonte per Fratelli d’Italia e presente al corteo torinese del primo maggio, commenta le critiche dell’Anpi. “Secondo loro noi non avremmo dovuto partecipare, come se l’associazione partigiani avesse l’esclusiva sul mondo del lavoro. Però se non ci fossimo stati, saremmo stati tacciati di scarso interesse per un tema invece fondamentale: meno tasse, meno burocrazia, più facilità di assunzione e maggiore convenienza a lavorare in Italia. Sono queste le ricette di Fratelli d’Italia, piaccia o meno al Pd o agli ex partigiani”. Rosso spiega: “Non avendo argomenti concreti, sanno soltanto guardare alle nostre presenze o assenze. Un rito che si ripete ogni anno tra il 25 aprile al primo maggio. Forse questo modo di fare politica da barzelletta, però, ultimamente non li sta premiando molto alle urne. Tanti lavoratori onesti ci votano e noi abbiamo il dovere di rappresentarli anche ai cortei”.

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DANIELA  RUFFINO (FI), SEMPRE CON FORZE DELL’ORDINE E CONTRO VIOLENZA
 La capogruppo del M5s al Comune di Torino poteva risparmiarsi le sue critiche infondate e immotivate alle forze dell’ordine meritevoli invece di encomio per come hanno saputo contenere e neutralizzare i soliti gruppi di violenti e facinorosi pronti a menar le mani. Volevano inquinare la manifestazione per la festa dei lavoratori, che non appartiene a nessun partito ma appartiene solo ed esclusivamente al mondo del lavoro, e sono stati tempestivamente bloccati dalle forze dell’ordine, cioè da quella categoria di lavoratori che anche oggi ha lavorato con la consueta abnegazione.Non voglio partecipare alle polemiche strumentali pro o contro il Pd, perché è dalla strumentalizzazione di giornate di festa come questa che si è finito col togliere significato a tutto, al 25 aprile o al Primo maggio. La politica manifesta ancora una volta un livello spaventoso di immaturità perché una campagna elettorale permanente sta distruggendo valori e simboli attorno ai quali è stato costruito nel tempo il senso di appartenenza a una stessa comunità. È venuto il momento di dare un colpo di freno, di restituire il senso vero e compiuto alle feste che da decenni riuniscono gli italiani per festeggiare la liberazione o il mondo del lavoro, senza dividersi, almeno nelle celebrazioni, e senza prestarsi agli strumentalizzi di questa o quella forza politica.