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redazione il torinese

Pattini d’oro per l’Ice Club Torino al Trofeo Nazionale sul ghiaccio del Palavela

Il 25 e il 26 marzo si è svolto al Palavela di Torino il Trofeo Nazionale di pattinaggio artistico. Si sono confrontati i primi 24 atleti italiani delle diverse categorie, selezionati nelle gare di qualificazione. Vince ancora una medaglia d’oro in questa stagione l’italorussa Maria Grott Gribinic nella categoria Esordienti B femminile, pattinando sulle musiche di Cats, mentre si aggiudica il bronzo Greta Accossato che ha interpretato musiche ungheresi. Entrambe le pattinatrici sono allenate da Cristiana  Di Natale, Edoardo De Bernardis e Fabiana Di Natale.Primo posto va anche a Gioia Casciani negli Esordienti A,  che ha pattinato su musiche classiche.Altri due primi posti sono arrivati nelle gare maschili con Nikita Dossena negli Esordienti e con Luca Giaccone nei Principianti, entrambi allenati da Renata Lazzaroni e Serena Angeli. Claudia Masoero, direttrice tecnica dell’Ice club Torino, al termine della gara, ha affermato: “Tutti i nostri atleti che hanno partecipato a questo Trofeo Nazionale si sono comportati molto bene. Sono soddisfatta. Il livello tecnico dei giovanissimi si sta alzando notevolmente”.

M.Tr.

IL QUARTIERE CROCETTA È ‘CARDIO PROTETTO’: OGGI LEZIONE GRATUITA

Per imparare a usare i primi 3 defibrillatori esterni installati a Torino

 

Il quartiere Crocetta di Torino è ‘cardioprotetto’ da tre defibrillatori disponibili per tutti collocati all’esterno di una chiesa e di due farmacie, grazie all’Associazione Crocetta Shopping e alll’Associazione Piemonte Cuore onlus. Si tratta dei primi tre apparecchi esterni installati a Torino.

Per insegnare ai cittadini i gesti salvavita e diffondere la cultura della defibrillazione precoce, è stata organizzata una lezione gratuita di prova aperta al pubblico e agli organi di stampa

lunedì 27 marzo 2017,  dalle ore 17.30 alle ore 19.30

al CENTRO INCONTRO di via Dego, 6 – Torino

 (apertura della sala e registrazione partecipanti a partire dalle 17.00)

Si tratta di un’occasione per imparare a salvare una vita, con gesti fondamentali come la rianimazione cardiopolmonare e l’uso del defibrillatore in caso di arresto cardiocircolatorio.

 Grazie alla raccolta fondi dell’Associazione Crocetta Shopping, sono stati acquistati i primi tre defibrillatori esterni della città di Torino e si trovano fuori dalla Chiesa B.V. delle Grazie  (Corso Einaudi, 21) e dalle farmacie Borgo Crocetta (Corso De Gasperi, 6) e Magno  (via Cristoforo Colombo, 42).

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In Italia, ogni anno, sono oltre 50 mila i decessi per morte cardiaca improvvisa, che rappresenta oltre il 50% di tutti i decessi dovuti a malattie cardiovascolari (fonte ministero Salute).

Secondo un recente report di ricerca, pubblicato a marzo 2017 da ‘Il Pensiero Scientifico Editore’ dal titolo “La morte cardiaca improvvisa in Italia. Dimensioni, percezioni, politiche e impatto economico-finanziario” (di Mario Del Vecchio, Professore Associato di Economia Aziendale, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi, Firenze e Luigi Padeletti Cattedra di Cardiologia, Istituto di Clinica Medica e Cardiologia, Università degli Studi, Firenze), l’incidenza della morte cardiaca improvvisa è paragonabile a quella determinata dalla somma dei principali tumori conosciuti e 10 volte superiore a quella legata agli incidenti stradali e circa 50 volte superiore rispetto alla mortalità dovuta all’Aids. Duecento morti ogni giorno, uno ogni 8 minuti, molte in giovane età, molte evitabili. La percentuale di sopravvivenza è strettamente legata alla tempestività dell’intervento di soccorso. Per questo, in attesa dell’arrivo del personale sanitario, chi è testimone di un evento drammatico deve essere in grado di intervenire. Non tutti sanno che l’utilizzo entro pochissimi minuti di un defibrillatore semiautomatico esterno (Dae), potrebbe salvare la vita alle persone colpite da arresto cardiaco in almeno il 35% dei casi. Questo significa che in Italia 25 mila persone potrebbero essere salvate, se conoscessimo come iniziare la rianimazione e avessimo un defibrillatore a disposizione.

“La Stampa”, in mostra a Palazzo Madama 150 anni della nostra storia

STAMPA EDICOLA GIORNALIelkann jakiSono quasi cinquecento gli scatti fotografici esposti per narrare la storia del quotidiano La Stampa. La mostra, dedicata al quotidiano nato a Torino nel 1867, è ospitata a palazzo Madama, in piazza Castello, nella corte medievale dell’edificio. L’esposizione, che racconta anche un secolo e stampa mostramezzo di storia d’Italia si intitola ‘La Stampa fotografa un’epoca. Scatti che raccontano 150 anni della nostra storia’. “Un giornale radicato a Torino e nel Nord-Ovest, ma capace di guardare al resto del Paese e al mondo”, ha dichiarato all’inaugurazione John Elkann, presidente di Itedi, società editrice de La Stampa. In mostra  stampa mostra 2 fotografie originali e documenti dell’archivio storico del quotidiano: un patrimonio di oltre 5 milioni di immagini: da quelle storiche, alle immagini ritoccate a tempera e matita come si faceva prima della invenzione del  Photoshop, altre ancora sgualcite. “Sono state selezionate perché ‘hanno addosso’ il lavoro di questi 150 anni ,in cui sono passate di mano tra fotografi, archivisti e giornalisti”, commenta Cynthia Sgarallino, art director della Stampa e curatrice dell’esposizione. La mostra sarà aperta fino a fine maggio.

 

(foto: il Torinese)

Cocktail Week: sette giorni, cinque spirits

Arriva a Torino la prima edizione della Cocktail Week, da lunedì 27 marzo a domenica 2 aprile, una settimana dedicata ad assaggiare cocktail innovativi preparati da bartender professionisti, nei locali più esclusivi di Torino.

Il format è semplice: sette giorni, cinque spirits differenti con giornate dedicate a gin, whisky, rum, vermouth e vodka oltre 30 i locali e cocktail bar aderenti con bartender di fama internazionale, masterclass, workshop e il Cocktail Village, dislocato nel piacevole spazio all’interno dell’Hotel NH Santo Stefano, a due passi dalle Porte Palatine. L’elemento indispensabile del Festival, è il cocktail pass, che garantisce sconti sui cocktail, ma anche la partecipazione a workshop e masterclass organizzati per l’occasione e l’accesso al Cocktail Village. Si può comprare online a 15 euro e permette di avere quattro cocktail al giorno a cinque euro per tutta la durata della manifestazione. I drink scontati si potranno scegliere fra quelli che ogni locale ha ideato per il tema della giornata: gin, whisky, rum, vodka e vermouth, vino liquoroso e aromatizzato, tipico piemontese nato a Torino nel 1786.

Aderiscono all’iniziativa Affini, Barz8, Drogheria, Distilleria Quaglia, Le Panche, Mago di Oz, Opposto, Pastis, Smile Tree, Wallpaper  e Zero Bar, solo per citarne alcuni, quanto il lussuoso Carlina Restaurant & Bar bar d’hotel di fama internazionale e la gloriosa ed elegante enoteca e ristorante Tre Galli.L’unica limitazione riguarda la quantità di cocktail ordinabili durante le serate, non più di 4 in una sola serata, per promuovere ad un comportamento responsabile e senza eccessi.

Non mancheranno, inoltre, le proposte analcoliche così da poter accontentare tutti i gusti. A fare da contorno tantissimi ristoranti, convenzionati, che forniranno menù appositi con piatti tipici della tradizione e non, abbinati alle degustazioni. Lo spirito invaderà tutta la città da Crocetta a Vanchiglia, da San Paolo al Quadrilatero Romano, i bartender sono pronti a versare, mescolare e agitare, per far vivere appieno un’esperienza di degustazione d’altissimo livello che spazierà tra ottimi drink e food.La Torino Cocktail Week è organizzata da Lemon e Fa.st, agenzie di produzione e organizzazione eventi che lavora da anni sul territorio. La direzione tecnica è stata affidata a Sweet&Sour, accademia di bartender professionisti.

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Il ricco programma della Torino Cocktail Week è consultabile sul sito www.cocktailweektorino.it 

Arbe, una strada e una storia

Martedì 28 marzo, alle 18.00, nella sala “Sala Memoria delle Alpi” dell’Istoreto di Torino ( al 3° piano di via del Carmine,13), gli storici Eric Gobetti, Marco Buttino e Bruno Maida parleranno della richiesta al comune di Torino di rinominare via Arbe, in via “vittime del Campo di Concentramento di Arbe”. Nel gennaio di quest’anno Eric Gobetti – studioso della Jugoslavia e collaboratore dell’Istoreto – lanciò l’iniziativa con una petizione che è stata sottoscritta da decine di storici e studiosi torinesi e da più di duecento cittadini. I principali quotidiani, non solo torinesi, ne hanno parlato diffusamente. Il campo di concentramento sito sull’isola di Arbe (Rab in croato) è stato il peggiore luogo di detenzione creato nella seconda guerra mondiale dall’esercito italiano. In poco più di un anno vi sono morte 1500 persone, quasi tutti civili croati e sloveni, tra cui molti bambini. Perché questo fenomeno storico così  rilevante, questa pagina drammatica della nostra storia non è diventata memoria comune? Come si è potuto dimenticare questa tragedia al punto di nominare inconsapevolmente una via col nome di una località dove si è consumato il martirio di centinaia di innocenti? Da queste domande e dal bisogno di trovare delle risposte adeguate  è scaturita l’iniziativa della richiesta di apporre la targa commemorativa, per ricordare le vittime del campo, in corrispondenza del cartello col nome della via.

Elena, la regina “pacifista” dimenticata dalla scuola

Di Pier Franco Quaglieni*

Domenica 26 marzo alla Basilica di Superga c’è stata una importante ed affollata manifestazione per ricordare la seconda regina d’Italia , Elena del Montenegro, insignita nel 1937 della massima onorificenza della Cristianità dal Papa Pio XI, la Rosa d’oro della cristianità ,per la sua opera caritativa di donna di elette virtù cristiane .

Di essa è stata avviata la causa di beatificazione e nel 2001 è stata proclamata Serva di Dio, a dimostrazione della eccezionalità della sua  opera, anche se non pochi sono i santi e i beati in casa Savoia. Era presente con la fascia tricolore il presidente del consiglio comunale di Torino Fabio Versaci, un giovane che mi ha sùbito dato non solo un’ottima impressione ,ma un’apertura di idee, come si richiede a chi dirige i lavori del consiglio comunale di una grande città. Simile a lui, io ho conosciuto solo Domenico Carpanini. Dopo la Messa in basilica si è tenuta una rievocazione nella cripta in cui sono sepolti molti Savoia dispersi tra Superga, Altacomba, il Pantheon e l’esilio che ancora viene riservato ai morti, tra cui l’ultimo sovrano d’Italia Umberto II.

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C’era tanta gente, tanta gente di popolo, raccolta attorno le insegne dell’associazione o.n.l.us. “Regina Elena”, organizzazione internazionale presieduta dal principe Sergio di Jugoslavia e dal professor Ilario  Bortolan. Un’organizzazione dedita soprattutto alla beneficenza, oltre che al ricordo storico, notissima ed apprezzata a livello internazionale. Anche recentemente ha dato aiuto e soccorso ai terremoti delle Marche in modo cospicuo. Sono stato chiamato io a ricordare la regina Elena e mi sono commosso a parlare -in quel luogo per me  così inusuale, davanti alla tomba di Carlo Alberto-anche perché si tramandavano in  casa mia dei  ricordi che mio nonno mi ha trasmesso, il nonno che nel novembre del 1952 ,quando l’esule morì a Montpellier, non esitò in piena notte a  partire  per la Francia per partecipare ai suoi semplici funerali, come semplice era stata tutta  la sua vita.  Le uniche distrazioni della regina furono la fotografia, la pesca e la coltivazione dei fiori. Con il marito non visse nei fasti del Quirinale ,ma a Villa Ada, poi ribattezzata Savoia, forse nota solo perché lì il 26 luglio 1943 venne arrestato Mussolini. Ogni mattina l’”arido” marito, dopo la solita passeggiata nel giardino, le metteva in un angolo della casa un fiore raccolto per lei,  senza proferire parola.

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Scrissero della regina Fogazzaro, Capuana, Bersezio , Pascoli, d’Annunzio ed altri. Un ragazzetto  torinese, tanto coccolato da certa cultura radical-chic, che ha scritto un libello del 2014  su Vittorio Emanuele III pubblicato dal Sole 24 ore, ebbe l’ardire e la sfrontatezza di affermare che ,mentre il re era al fronte  durante la Grande Guerra, ella  ebbe una storia con un generale. Quel fatto incredibile, quel pettegolezzo che non fa onore ad uno storico, sia pure alle prime armi, che ovviamente non ho citato nella commemorazione torinese, mi ha portato a parlare con foga e passione della regina, forse troppa. Ma si è trasferita in me ,quasi senza che me ne rendessi  conto, l’indignazione che mi suscitò la lettura del passo di quel libello. La regina, giovane e bellissima, si era sposata con una austera cerimonia nuziale  dopo la sconfitta di Adua nel 1896, era ascesa al trono d’Italia nel 1900 ,quando l’anarchico Bresci aveva assassinato Umberto I, nel 1908, aveva partecipato personalmente al soccorso dei terremotati di Messina (dove nel 1960 le fecero erigere un monumento ) e di Reggio Calabria , le cui vittime furono circa centomila. Durante la Grande Guerra trasformò il Quirinale in un ospedale per curare i feriti. Nelle tenute reali di San Rossore, Valdieri, Racconigi  c’è ancora vivo il suo ricordo di donna sempre disponibile a chi fosse in difficoltà. Non a caso, sono intervenuti molto numerosi i Sindaci delle Valli di Cuneo, con in testa quello di Valdieri, tutti in fascia tricolore.

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Nel 1939 scrisse una lettera alle regine dei paesi non ancora coinvolti nella follia della II Guerra mondiale ,invocando il valore della pace, al di là delle alleanze foriere di guerra, dell’Italia fascista  con la Germania. Un atto coraggioso che va ricordato a suo onore. Ebbe 5 figli e seppe educarli personalmente nel migliore dei modi.  Fu un anticipatrice e una sostenitrice della lotta contro male secolo, il cancro. Una lotta che sostenne con generosità e con competenza, avendo studiato medicina per poter partecipare a quella che allora era una crociata avveniristica. Quando seppe, solo nell’aprile 1945, della morte della figlia Mafalda nel  terribile campo tedesco  di Buchewald dove era stata imprigionata dopo l’8 settembre 1943, pianse fino ad avere la vista ottenebrata,come è stato ricordato.  Elena- disse proprio a Torino all’indomani della sua morte,al teatro Carignano di Torino, Carlo Delcroix ,grande invalido di guerra e splendido oratore- unì  all’amore la pietà, alla fierezza di essere italiana la devozione per il popolo. Tanti anni dopo conobbi Delcroix che mi regalò e mi dedicò  alcuni dei suoi libri. Ad Albenga nel 2011, in un convegno per i 150 anni dell’Unità, conobbi anche sua figlia e ne trassi molto piacere.  La regina meritava di essere ricordata a Torino ,culla di quel  Risorgimento  che unificò l’Italia, città  in cui l’oblio del passato è diventato una regola quasi di vita. La scuola, ad esempio, non credo parli mai, ad ogni livello, della Regina di quasi cinquant’anni di storia italiana. 

*Direttore del Centro Pannunzio

Dossier Arpa: dal campo nomadi diossine, pm10, idrocarburi

Il verdetto dell’Arpa – Agenzia regionale per l’Ambiente conferma che l’aria attorno al campo nomadi di via Germagnano è inquinata da sostanze tossiche. Ora il dossier elaborato dai tecnici è nelle mani della procura ed è stato  trasmesso a Comune, Regione e prefettura. Sarebbero presenti in modo rilevante diossine, pm10, idrocarburi, varie  sostanze tossiche e cancerogene. La massima concentrazione  dei veleni è nei campi rom: ma il vento sposta le nubi tossiche provocate dai roghi sui quartieri vicini, tanto che alcuni vigili urbani del nucleo nomadi sono stati contaminati: sono 14,  sottoposti all’esame del capello, ma il numero potrebbe aumentare in futuro . “Faremo richiesta al Comune e al comando della polizia municipale di avviare la procedura medica di decontaminazione dei colleghi  ammalati. Andremo avanti nella battaglia per tutelarli”, dice all’Ansa il segretario regionale del Silpol, Ferdinando Minello, che aggiunge: “ora sappiamo che i nostri timori erano fondati. Il quadro emerso dal dossier dell’Arpa è inquietante”.

Ragazza ferita da carro di carnevale trasferita in eliambulanza al Cto

Ha 19 anni la ragazza  investita, oggi pomeriggio a Giaveno, da un carro allegorico durante la sfilata di carnevale. E’ stata trasferita con l’eliambulanza al Cto di Torino con prognosi  riservata. I carabinieri di Rivoli cercano di ricostruire la dinamica dell’incidente per capire se la giovane era a bordo del carro ed è caduta o se era in strada. I testimoni danno versioni discordanti.

 

(foto: archivio)

Cous cous Fest in Tour

Domenica 2 aprile 2017 – Ore 12.30 International School of Turin Strada Pecetto 34 – Chieri (complesso Bonafous) da San Vito Lo Capo il Cous Cous Fest approda per la quinta volta a Torino e Chieri dal 30 marzo al 2 aprile con una GRANDE FESTA per sostenere i progetti di OAF-I Quinta edizione per il “COUS COUS FEST in Tour”: il prestigioso evento gastronomico internazionale approda anche quest’anno a Torino direttamente dalla località siciliana di San Vito Lo Capo per sostenere i progetti solidali di OAF-I (Organizzazione di Aiuto Fraterno Italia) in Mozambico. Le chef siciliane Maria Piera Spagnolo (del Ristorante Thaam) e Caterina Abrignani (della Trattoria Gnà Sara) saranno protagoniste, tra Torino e Chieri, della Grande Festa del Cous Cous (domenica 2 aprile, a Chieri), di due Laboratori (29 e 31 marzo, a Torino presso la Cookin’ Factory) e di una Cena di Gala (30 marzo, a Torino presso il Sermig

Scopre la fidanzata in discoteca con un altro e lo accoltella

Scopre la fidanzata in discoteca insieme a un altro uomo, un amico marocchino, e lo accoltella all’uscita del locale. L’aggressore è un italiano di 37 anni, poi  rintracciato dai carabinieri di San Salvario e arrestato con l’accusa di tentato omicidio. La vittima ha  32 anni, ed è ricoverato alle Molinette, non sarebbe in pericolo. L’aggressione è avvenuta  al ‘Life’ di corso Massimo d’Azeglio, dove il trentasettenne ha aggredito il “rivale” accoltellandolo alle gambe e all’addome, sfiorando appena l’arteria femorale