redazione il torinese

Giovanni Sartori fuori dagli schemi

di Pier Franco Quaglieni *

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La morte di Giovanni Sartori priva la cultura politica italiana di uno dei suoi maestri più autorevoli, uno dei più lucidi studiosi della democrazia liberale o,meglio, della liberaldemocrazia.

Era il maggior scienziato italiano della politica della seconda metà del Novecento,come Pareto e Mosca lo furono nella prima metà del ‘900. Tra i suoi allievi Giuliano Urbani, Domenico Fisichella, Stefano Passigli, tre studiosi molto diversi tra loro. Questa eterogeneità dimostra che Sartori era davvero un maestro e che non intendeva creare una sua scuola,commentano di fare sicuramente i cattivi o i mediocri professori. Sui temi sui cui Sartori si è cimentato ,raggiungendo livelli davvero internazionali, c’era stata una prevalenza in Italia, per lunghi decenni , degli ideologi rispetto agli studiosi. Egli superò questo divario che ha pesato in modo enorme sulle arretratezze del dibattito politico in Italia. Molti hanno un’idea di lui molto limitata,magari ricordandolo ospite brillante di molte trasmissioni televisive in cui prevaleva inevitabilmente il battutista rispetto allo studioso.

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Si potrebbe banalizzare Sartori ,definendolo in termini giornalistici come l’inventore del Mattarellum e del Porcellum,di cui vide acutamente i limiti. Si potrebbe parlare di lui come di uno dei primi antiberlusconiani e, successivamente, come di uno dei critici più corrosivi di Renzi e del renzismo. Sono famose le sue battute al vetriolo e la sua sincerità volte disarmante. esiste una vulgata sartoria che va tenuta distinta e distante dallo studioso di razza.Ma anche il batterista non fu mai a senso unico . Prese posizione a favore di Oriana Fallaci e si dichiarò ostile alla demagogia filantropica di Gino Strada, definì “cieco” un certo pacifismo che sventolava la bandiere arcobaleno,parlò di un paese “conformista che si è ormai seduto sulle poltrone”,con un definizione che faceva pensare a Ennio Flaiano.Rifiutò “l’equilibrismo che non è nella mia natura,”dicendo chiaro e tondo:”Io mi comprometto”. Aderì a “Libertà e Giustizia”, un covo di giacobini irrecuperabili e molto settari,ma successivamente ne prese le distanze perché il suo liberalismo non gli consentiva di stare insieme a certi compagni di strada.

 

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Sarebbe però ingiusto ricordare degli aspetti contingenti, e quindi effimeri, nei confronti di uno studioso che è stato ,insieme a Nicola Matteucci ,il più originale e insieme il più classico studioso di quella che Bobbio ha definito la “Democrazia realistica”. Sartori va oltre l’antitesi liberalismo /democrazia e va anche oltre Guido De Ruggiero, che nella sua storia del liberalismo aveva intravisto la necessità di superare quell’antitesi. Secondo Sartori <<nella seconda metà del XIX secolo l’ideale liberale e quello democratico sono confluiti l’uno nell’altro ma, fondendosi, si sono confusi>>.

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Lo studioso fiorentino aveva colto la confusione,denunciando anche l’opportunità di eliminarla . Molto opportunamente egli amava citare Tocqueville: <<Ciò che è il massimo di confusione nello spirito è l’uso che si fa delle parole democrazia e spirito democratico>>. La sua cultura lo portava a riprendere la lettura dei Classici,per dirla con Bobbio, <<senza il piacere di apparire un novatore(…),come se fossero arrivati i barbari a bruciare la biblioteca di Alessandria>>. Ancora Bobbio affermava che <<le biblioteche in genere non bruciano più ,ma si sono talmente ingrandite da assomigliare sempre più alla Biblioteca di Babele>>.Oggi la situazione è forse ancora peggiorata perché le biblioteche non sono più frequentate adeguatamente perché internet ha sostituito la carta stampata,una scorciatoia troppo facile e pressapochista verso un sapere superficiale e quindi assai vicino al non sapere. Giovanni non si è mai lasciato sedurre dalla demagogia che ha pervaso il confronto politico italiano e ha sempre ritenuto che la democrazia non sia un governo senza élites,ma il governo delle élites in concorrenza tra di loro. La democrazia per lui è infatti <<un sistema etico-politico nel quale l’influenza della maggioranza è affidata al potere di minoranze concorrenti>>.

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Quella di Sartori è una concezione politica coraggiosamente individualistica in un contesto in cui le masse sembrano essere diventate le protagoniste della storia,magari a loro insaputa e a posteriori. Uno spunto attualissimo della sua lezione è il ripudio di Rousseau e di una democrazia diretta che, riducendo i problemi a scelte radicali e contrapposte,impedisce la discussione,la sola che chiarisce le idee e consente di elaborare le soluzioni più idonee. La democrazia attraverso la rete è solo finzione,come dimostra anche la cronaca recente. Mi diceva una volta Spadolini,suo collega e amico a Firenze, che aver letto o non aver letto Croce faceva la differenza. Io ho vissuto di persona questa verità scomoda, fino a pochi decenni fa, totalmente controcorrente. Credo che aver letto o non aver letto Sartori o averlo liquidato come un rompiscatole incontentabile,ci consenta o non ci consenta di capire la profonda crisi in cui si dibatte la democrazia italiana. Lo stesso dibattito referendario dell’autunno 2016 ci ha rivelato l’arretratezza di classi politiche che non si sono anche formate sui libri,confondo gli slogan con la politica. Certo i libri non bastano,ma un politico non attrezzato culturalmente si rivela anche inadeguato a contribuire ad orientare l’opinione pubblica,specie nei momenti storici cruciali. Per Sartori i problemi della democrazia passavano anche attraverso la selezione ,oltre che la elezione,per consentire quella che Bobbio ha definito <<l’elezione del migliore>>.

 

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Il mio ricordo di Sartori passa inevitabilmente anche attraverso il magistero di Bobbio che fu “un liberale a tre quarti”,per dirla con Dino Cofrancesco. Bobbio vedeva dei limiti nella democrazia liberale perché il sistema economico liberista è amorale in quanto fondato esclusivamente sulla legge della domanda e dell’offerta,anche se Luigi Einaudi aveva affermato il primato della morale rispetto all’economia, senza ambiguità. Sartori fu anche un uomo divertente,con la battuta sferzante che non gli derivava solo dall’essere toscano. Amava la convivialità e le belle donne. Ho di lui ricordi molto piacevoli ed averlo frequentato a Firenze fu un’occasione per vivere qualche ora di puro diletto intellettuale e umano. Ricordo che una volta vicino a noi si sedette Fanfani in compagnia della moglie,a piazzale Michelangelo,nel giardino del ristorante “ Alla loggia”. Ebbi modo di conoscere attraverso il dialogo che nacque con Sartori, un Fanfani piacevolissimo,anche lui con la battuta mordace,un vero “maledetto toscano”,ma anche molto simpatico. Ascoltandolo nelle sue reprimende antidivorziste,non lo avrei mai immaginato così come mi apparve in un’estate della fine degli anni ’70.

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Ma di Sartori, oggi,nel momento della sua morte, prevale ,su tutto, il ricordo dello studioso di razza che ha onorato la cultura italiana nel mondo. Se l’Italia l’avesse ascoltato di più, se alcuni avessero letto qualche suo libro,non saremmo nella palude,forse non vivremmo in un momento cruciale in cui i populismi rischiano di soppiantare l’esile pianta della democrazia e di uccidere l’ancora più esile pianticella della libertà.Spero di essere troppo pessimista, ma i segni di una probabile catastrofe sono evidenti, quasi come nel primo dopoguerra italiano. Sartori anche oggi ci indica la strada maestra per vivere una nuova primavera italiana:la difesa della democrazia rappresentativa,la sola che possa consentirci di pensare all’Europa a cui guardarono Luigi Einaudi, Ernesto Rossi e Gaetano Martino; la difesa della politica intesa come passione civile e impegno etico, oltre le miopie settarie e le semplificazioni manichee, al servizio del Paese. In una parola, l’Italia civile contro l’Italia barbara a cui troppi italiani stanno guardando con simpatia.

* Direttore del Centro Pannunzio

Walter Rolfo testimonial del “Lions day”

Nel 2017 ricorre il centenario della fondazione del Lions Club International, la più grande associazione di servizio del mondo, che conta circa 1.400.000 soci organizzati in oltre 46.000 club di 210 Paesi. Per dare all’evento l’importanza che merita, il 9 aprile i Lions di tutto il mondo saranno nelle piazze delle loro città per celebrare l’anniversario insieme alla popolazione e per far conoscere a cittadini e turisti le iniziative e i progetti realizzati a favore del prossimo.

A Torino, il fulcro delle iniziative del Lions-Day sarà nella centralissima Piazza Bodoni, che per l’occasione verrà trasformata in un villaggio. Nel “Villaggio Lions” saranno allestiti gazebo che rappresentano le quattro aree di intervento individuate a livello internazionale per il centenario: i “Giovani”, la “Vista”, la “Lotta alla fame” e “Ambiente”.

Nello spazio riservato ai ”Giovani” sarà dato ampio risalto al service creato per supportarli nell’ingresso nel mondo del lavoro e all’iniziativa “Guidiamo sobri, guidiamo sicuri”. Per l’area rivolta alla “Vista”, settore storico d’intervento dei Lions, noti in tutto il mondo come “I cavalieri della luce per i non vedenti”, saranno presenti come testimonial due cani guida donati dall’associazione a persone non vedenti. Inoltre ci sarà un’unità mobile che effettuerà screening gratuiti per la maculopatia negli adulti e l’ambliopia per i bambini. Sempre in questa sezione ci saranno i “donatori di voce”, pronti a fornire informazioni sul progetto “Libro parlato” e a simulare letture, mentre altri volontari raccoglieranno occhiali usati da donare a chi ne ha bisogno, ma non se li può permettere. I service “Bambini nel bisogno” e “Colazioni solidali” saranno i protagonisti dello stand riservato alla Lotta alla fame. I progetti “Verde pubblico”, “Missione agenti pulenti, puliamo i monumenti” e “Mani in alto, educhiamo i piccoli all’igiene delle mani”, animeranno invece il padiglione “Ambiente”.

All’interno del villaggio torinese ci sarà anche una quinta area dedicata alla Salute delle donne. “Un modo per festeggiare, oltre al centesimo compleanno dell’associazione, anche i trent’anni dall’ingresso delle donne nel Lions Club International”, spiega Gabriella Gastaldi, Governatore del Distretto 108 Ia1, che comprende i 73 Club del Piemonte Occidentale e della Valle d’Aosta, per un totale di circa 2.400 soci. In quest’area sarà allestito un ambulatorio che offrirà la possibilità di sottoporsi gratuitamente ad elettrocardiogramma e visita cardiologica. Verrà inoltre distribuito un questionario che consentirà di partecipare ad un’indagine epidemiologica, primo tassello del più ampio progetto denominato “Il cuore delle donne”.

Durante la giornata la cittadinanza sarà accompagnata dai volontari Lions lungo un viaggio tra le iniziative più importanti realizzate a favore della comunità. Un percorso che si concluderà alle 18,00 al Conservatorio Giuseppe Verdi, con lo spettacolo di Walter Rolfo, autore e conduttore televisivo, docente universitario ma soprattutto illusionista di fama internazionale: “L’arte di realizzare l’impossibile: 100 anni di successi Lions”, sotto la regia di Alessandro Marrazzo. “Uno spettacolo – precisa il Governatore – che ben rappresenta la storia del Lions Club International. Realizzare l’impossibile è stata la grande sfida vinta dai Lions in questi primi 100 anni, e altrettanto possibili diventeranno le sfide per i prossimi 100 anni”. “I soldi raccolti con lo spettacolo conclude Gabriella Gastaldi saranno utilizzati per lacquisto di un Autorefrattometro, strumento di diagnostica indispensabile per la diagnosi di problematiche visive”.

Rulli di tamburi, giocolieri e artisti di strada il giorno precedente improvviseranno spettacoli lungo le vie del centro, distribuendo inviti al Lions-Day e illustrando il programma di una giornata destinata ad entrare nella storia. 

Quasi 5 milioni di presenze: Piemonte meta del turismo italiano, ma “non passa lo straniero”

Una sempre maggior presenza di turisti in Piemonte da tutte le regioni è quanto emerge dai dati relativi allo scorso anno elaborati dall’Osservatorio turistico regionale. Il 2016 conferma il trend di crescita del turismo in Piemonte, sia nelle presenze (+2,41%), sia negli arrivi (+2,67%), con 4 milioni e 800mila turisti e superando la soglia dei 14 milioni di pernottamenti. L’estate è il periodo di maggiore attrattività per il territorio, contribuendo infatti per oltre il 60% ai flussi turistici. L’incremento è il risultato di un ottimo andamento del mercato italiano, che ha registrato una crescita del 7,1% negli arrivi e del 6% nelle presenze, per un totale di 3 milioni di arrivi e 8 milioni 100mila presenze. Sebbene i turisti piemontesi costituiscano ancora una quota significativa del mercato italiano, con 3milioni e 300mila presenze, sono infatti numerose le regioni, non solo del nord Italia, che nel 2016 hanno registrato aumenti significativi, sia in termini assoluti che percentuali. La Lombardia, che costituisce la seconda regione di provenienza, con 1milione e 400mila pernottamenti e una crescita del 18% negli arrivi e del 15% nelle presenze; a seguire il Lazio, quasi 178mila arrivi (+17%) e quasi 480mila presenze (+19%) e la Liguria, con 164mila arrivi (oltre +12%) e 471mila notti (+13%).

Lo scorso anno ha registrato una flessione dei mercati esteri rispetto al 2015, quando l’aumento degli arrivi internazionali aveva fatto registrare dati da record, pari circa al 20%. I flussi internazionali hanno comunque registrato il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni, con oltre 1milione 800mila arrivi e 5milioni e 800mila presenze. I dati indicano una flessione di alcuni mercati, in particolare Germania, che rimane comunque il primo mercato estero per il Piemonte, Francia e Regno Unito. Crescono invece i flussi dai Paesi del nord Europa: il primo, per percentuale di incremento, è il BeNeLux, con +19% di arrivi e +17% di presenze, a seguire la Svizzera, con +13% di arrivi a +14% di presenze, e la Scandinavia (+5% arrivi e +2% presenze).

L’elevato  tasso di crescita, grazie anche alle componenti estere, è dovuto anche ad alcuni prodotti turistici d’eccellenza, come l’area collinare del sud del Piemonte. Grazie all’attrattività del comparto enogastronomico, infatti, nel 2016 aumentano gli arrivi, che superano quota 786mila (+7%) e le presenze raggiungono quota 1milione e 765mila (+6%): un risultato ottenuto grazie al contributo positivo della componente italiana, ma in particolare di quella estera, che vale quasi il 50% delle presenze totali e conferma la vocazione sempre più internazionale dell’area.

Torino e la prima cintura seguono e in qualche misura trainano l’andamento dei flussi regionali. Rispetto all’anno precedente si registra un saldo positivo negli arrivi (+1%) e un ottimo incremento nelle presente (+7%): l’incremento è trainato soprattutto dal mercato italiano, mentre l’estero, dopo il forte incremento dell’anno scorso, rallenta nel numero di arrivi (-13%), ma aumenta dell’1% i pernottamenti.

Presenza estera  significativa anche nell’area dei laghi, in particolare per la stagione estiva, dove le presenze crescono e raggiungono quasi la soglia dei 2milioni 690mila (+3%), con un +6%  dall’estero e una crescita anche degli arrivi pari quasi al 4%. Complessivamente, però, gli arrivi registrano una flessione, fermandosi a quota 732.363.

La montagna, per quanto riguarda la stagione invernale 2015/2016 ha chiuso con un +7% di arrivi esteri  e –12% di presenze. Stesso andamento per il periodo estivo:  saldo degli arrivi  positivo, con un incremento del numero di turisti pari al 5%, ma si registra una flessione delle presenze dovuta alla componente estera. I dati delle presenze si assestano quindi a 1milione 351mila per l’inverno e a 1milione 580 mila per l’estate. Una situazione che, nel segmento estivo, porta a una contrazione dei flussi internazionali della montagna torinese, a fronte invece di un aumento nel Cuneese e nell’area della Valsesia e di Vercelli. Nella stagione invernale, rallentano le località cuneesi e torinesi, mentre la montagna della Valsesia aumenta anche in questo caso i flussi turistici, in particolare la quota italiana.

In termini assoluti le Atl di Turismo Torino e Provincia e del Distretto dei Laghi si confermano come le più attrattive,  rispettivamente con 6milioni e 800mila e oltre 3milioni e 400mila pernottamenti. Delle nove Aziende turistiche locali del Piemonte a registrare le migliori performance di crescita del 2016, con percentuali significativamente superiori alla media regionale, sono quella di Langhe e Roero (+9,6% di arrivi e +7,4% di presenze) e quella di Asti (+11,3% di arrivi e +8,7% di presenze).

Sant’Agostino, mobili e design all’asta

Giovedì 6 aprile 2017, ore 15.30 e ore 20

Dopo il grande successo delle precedenti aste, giovedì 6 aprile 2017, alle ore 15.30 e alle ore 20, presso la sede della Sant’Agostino Casa d’AsteCorso Tassoni 56 a Torino, verranno venduti all’incanto 480 lotti tra oggetti e mobili di design. L’esposizione è aperta fino a mercoledì 4 aprile 2017, con orario continuato dalle ore 10 alle ore 19. Alla 141^ asta della Sant’Agostino verranno esitati importanti oggetti e mobili di design di produzione italiana e internazionale, veri oggetti d’arredo e modelli di gusto raffinato. Lampadari, vetri, mobili, poltrone e divani occupano le sale della storica casa d’aste torinese, suscitando un interesse non solo locale, ma internazionale. Tra questi spiccano la rarissima lampada da terra mod. 1067 disegnata dall’architetto Gino Sarfatti e prodotta da Arteluce nel 1956, molto ambita dai collezionisti in quanto di difficile reperimento sul mercato.

Significativa è la presenza della lampada da tavolo con montatura in ottone brunito e diffusore in tessuto prodotta negli anni ’50 da Max Ingrand.Importanti pezzi unici, disegnati per Casa Cirio nel 1953, sono le poltrone firmate Romano Augusto con struttura in legno di faggio e imbottitura rivestita in velluto.Intramontabili sono i mobili, le sedie e le poltrone firmate Giò Ponti; tra queste meritano particolare attenzione la coppia di poltrone disegnate per il Transatlantico Augustus e la coppia di poltrone mod. 803. Non mancano lampade di Fontana Arte e Arredoluce, i tavolini progettati da Ico Parisi, gli oggetti ideati da Piero Fornasetti.Tra i top lot della 141^ asta è importante rilevare la coppia di poltrone firmata Augusto Bozzi con etichetta originale degli anni ’50 del produttore “Fratelli Saporiti” e il maestoso lampadario della serie poliedri di Venini in vetro soffiato a due colori degli anni ’60.

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L’asta verrà battuta giovedi 6 aprile in due tornate: lotti 1-313 ore 15.30; lotti 314-480 ore 20, presso la sede della Sant’Agostino Casa d’Aste.

Allarme bomba in metropolitana

Un falso allarme bomba, nel pomeriggio, dopo l’allarme incendio causato dallo smog nei giorni scorsi alla fermata Nizza, alla stazione della metropolitana di piazza Massaua . A provocare sospetti uno zaino, contenente libri di scuola, dimenticato su un treno. I carabinieri hanno fermato il convoglio e lo hanno evacuato per  verificare il contenuto della borsa e per mettere in sicurezza l’area. La metropolitana è stata ferma dalle 13.45 alle 13.59.  Anche ieri, in questo caso   alla stazione Racconigi, si era verificato un episodio analogo per una moto giocattolo abbandonata alla fermata.

Cinque lustri per Piazzolla, Torino a tutto tango

Nel 2017 cade il venticinquennale della scomparsa di Astor Piazzolla. A Torino, capitale italiana del tango, un pomeriggio nel cuore popolare taurinense tra botteghe dalle atmosfere vintage e modernariato, per la Prima italiana di un concerto performance reading – e con ballo per tutti – per condividere l’amore, le passioni e gli scontri dell’Anima musicale più controversa del tango. Nel quartiere di Borgo Dora, dove è nato il primo festival di tango di strada a Torino, debutta “CINQUE LUSTRI PER PIAZZOLLA” il tributo collettivo tra musica, ballo e teatrodanza per il venticinquennale della scomparsa del creatore di Libertango. Domenica 9 aprile ore 15 – 20 In occasione del Gran Balon, l’Associazione Commercianti Balon presenta nel Cortile del Maglio in anteprima italiana il concerto reading spettacolo PIAZZOLLA’S DAEDALUS con Piazzolla Modern Quartet diretto dal M° Raffaele Tavano, Etnotango LCMM Friends e i diplomati scuola Holden Giulia Filippone e Francesco Nappi. Soggetto, regia e voce narrante di Monica Mantelli. Opere a palco dell’artista Dovilio Brero. Ma il ricco pomeriggio non finisce qui poiché è prevista una Milonga in Bianco per gli appassionati tangueros provenienti da varie parti d’ Italia per celebrare il Maestro fondatore del Tango Nuevo. Ampia pista in linoleum per ballare e aperitivo convenzionato nei locali del Borgo. L’iniziativa ha il patrocinio di Circoscrizione 7, l’ingresso è libero.

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

 

 

Sexy autista per tremila euro al mese: “Meglio che lavorare”

Guadagnava tremila euro al mese (esentasse) il ‘sexy driver’ italiano di 50 anni arrestato dai Carabinieri di Torino nell’operazione che ha sgominato un gruppo criminale che spacciava droga e gestiva la prostituzione nella periferia sud dlla città . “Molto meglio questo che fare l’operaio”, spiegava agli amici. Lui gestiva una quindicina di ragazze dell’Est Europeo: per 15 euro le andava a prendere e le riportava a casa con una Fiat Punto, per altri 80 affittava la sua casa per gli incontri con i clienti. 

Regina Margherita: rubavano i giocattoli dei bimbi malati

Sono in corso perquisizioni da parte dei  carabinieri del Nas di Torino presso l’ospedale infantile Regina Margherita. L’operazione è scattata in seguito a una segnalazione dell’azienda ospedaliera a causa di alcuni eventi sospetti, tra cui furti subiti negli ultimi mesi: sarebbero stati rubati persino i giocattoli dei bimbi malati.

“Partizani”, la Resistenza italiana in Montenegro

Inizierà da Condove (To), giovedì 6 aprile ( ore 21.00, Biblioteca Comunale “Margherita Hack”) il ciclo di proiezioni del docufilmPartizani. La Resistenza italiana in Montenegro”. Alla serata parteciperà il Vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti. Il secondo appuntamento, venerdì 7 aprile, sempre alle 21.oo, con la proiezione a Casale Monferrato ( Cappella del Castello- piazza Castello). Realizzato dallo storico Eric Gobetti con il supporto dell’Istoreto e del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, il documentario ha ottenuto la qualifica di film d’essai, aggiudicandosi il premio Opera prima  al 22° San Giò Verona Video Festival. Il documentario si avvale di moltissime immagini di repertorio del tutto inedite, ritrovate presso le famiglie dei reduci e conservate oggi all’Archivio cinema d’impresa di Ivrea oltre ai materiali dell’Archivio della televisione di stato della Serbia (Rts) e dell’ Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini (Anvrg). La colonna sonora originale è stata realizzata dal noto chitarrista (ex-CSI), Massimo Zamboni. Il cuore del film è rappresentato dalle testimonianze di reduci, in gran parte piemontesi, che hanno vissuto l’esperienza straordinaria della Divisione partigiana italiana Garibaldi. Si tratta di circa ventimila soldati italiani che, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, decisero di non arrendersi e di aderire alla Resistenza jugoslava. Un’esperienza eroica e drammatica, che si concluse nel marzo 1945 con il rientro a casa di meno della metà dei primi partigiani. Questo film contribuisce dunque a dare il giusto riconoscimento alla vicenda della divisione Garibaldi, una storia in gran parte caduta nell’oblio, mai entrata veramente nella memoria pubblica italiana. Le proiezioni – in tredici località della Regione – saranno a ingresso libero e gratuito. Sarà sempre presente l’autore per presentare il film e condurre il dibattito dopo la proiezione.

 

Il calendario delle proiezioni

 

data

CITTA’

06/4

CONDOVE (TO)

7/04

CASALE MONFERRATO (AL)

24/4

OMEGNA (VB)

24/4

BAVENO (VB)

25/4

TRINO  (VC)

26/4

ALESSANDRIA

26/4

IVREA (TO)

27/4

BORGOSESIA (VC)

29/4

BOBBIO PELLICE (TO)

2/5

CUNEO

3/5

CANDELO (BI)

4/5

TORINO

06/5

ASTI

Borgo Aurora:”Scritte anarchiche? Basta!”

Gli anarchici sfidano le Istituzioni ricoprendo di scritte la nuova sede Lavazza  e lo Iaad in via Bologna -Parma in Borgo Aurora. E’ inaccettabile che i cittadini siano costretti a vedere questo scempio ripetuto più volte nel nostro Borgo” commenta PAtrizia Alessi, consigliera di Fratelli d’Italia della Circoscrizione 7.  “I cittadini incontrati questa mattina nelle vicinanza della Lavazza dicono tutti la stessa cosa, e cioè che finchè viene  permesso agli anarchici di occupare case e in particolare l’Asilo, si sentono forti e indistruttibili. I cittadini sperano che  questo ennesimo atto vandalico serva a far capire alle Istituzioni che così non si può andare avant”i. Questa mattina i vetri di Lavazza sono stati subito ripuliti dalle scritte e ora stanno già  pulendo anche i muri. Conclude Alessi. “Aspettiamo un segnale dal Sindaco e dal Prefetto affinchè trovino una soluzione all’Occupazione abusiva dell’Asilo di Via Alessandria che dista a pochi metri dall’increscioso fatto”.