redazione il torinese

E’ Morto Giorgio Barberi Squarotti

Di Pier Franco Quaglieni

E’ mancato  a Torino Giorgio Barberi Squarotti, docente universitario, critico letterario e poeta. Si era occupato di letteratura italiana moderna e contemporanea, spaziando da Manzoni a Verga, da Pascoli a Gozzano per giungere   ai principali autori di tutto il ‘900. Fu un lettore attento di Gabriele d’Annunzio ,contribuendo in maniera determinante a “sdoganare” uno dei più grandi poeti novecenteschi, condannato all’oblìo perché considerato un ispiratore di Mussolini e del fascismo.

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Tra i suoi interessi ci fu anche Machiavelli e Giordano Bruno. Il suo saggio su Camillo Sbarbaro del 1971 consacrò in modo definitivo il valore del poeta ligure. Veniva dalla scuola di Giovanni Getto, ma fu uno di quegli allievi che seppe serbare rispetto per il maestro, pur andando oltre il suo magistero. Di quella scuola torinese appare oggi il più fecondo, originale, aperto allievo che, forse, ha superato lo stesso maestro. Ricordo che nel clima buio del ’68 ,quando Getto venne contestato ed emarginato, la figura di Giorgio incominciò ad emergere in modo sicuro come un riferimento intellettuale di grande significato. Dopo la morte di Salvatore Battaglia diventò  direttore scientifico del  monumentale Grande dizionario della lingua italiana edito dalla Utet ,la più importante opera dopo il Dizionario di Niccolò Tommaso. In questa fatica si avvalse soprattutto  del lavoro diuturno e meticoloso di Loris Maria Marchetti che coordinò quel progetto. Nel 1971 creò la Biennale  di poesia ad Alessandria  con Gianluigi Beccaria, Marziano Guglielminetti e Giorgio Caproni. Era un uomo aperto al dialogo che non si irrigidì mai nell’accademismo astratto, pur mantenendo ,come è doveroso per un grande studioso, il necessario distacco critico. Negli anni in cui  spadroneggiavano i furori ideologici ed Edoardo Sanguineti ,altro allievo di Getto, si lasciò trascinare nella politica militante ed a volte faziosa, Barberi si mantenne sempre in disparte. Anche Guglielminetti si lasciò sedurre dal Pci e fece l’assessore al comune di Torino. Il nome di Giorgio rimase fuori dalla corsa di troppi intellettuali verso il Pci. Ci volle del coraggio e una notevole indipendenza di giudizio.

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Nel 1977 lo invitai-come feci tante altre volte nel corso degli anni- a parlare al Centro “Pannunzio”.
Si trattava di un incontro previsto nell’Aula Magna dell’Università di Torino e dedicato a Gabriele d’Annunzio. Il rettore  Giorgio Cavallo- che amava anche lui d’Annunzio, non foss’altro che per le sue origini abruzzesi- mi telefonò e mi disse che i contestatori avevano minacciato di occupare l’aula magna perché si parlava di un “fascista”. Risolse il problema Barberi suggerendo il tema: ”Le distanze da d’Annunzio”. Così si tenne, nell’indifferenza incolta dei potenziali disturbatori, il convegno dannunziano che ebbe grande successo di pubblico. Dieci anni dopo con l’editrice Paravia organizzai un convegno su d’Annunzio al teatro Colosseo con studenti provenienti da tutto il Piemonte. Anche in quella occasione Barberi fu,insieme ad altri studiosi di rango , fu protagonista. Più o meno in quello stesso periodo invitai Giovanni Getto ,quasi dimenticato da tutti, a tenere una lectio magistralis sui “Sepolcri” del Foscolo .Tanti vennero ad ascoltare il vecchio maestro, in primis Barberi Squarotti.
La cultura italiana ha perso un maestro, quella torinese un uomo coraggioso che seppe tutelare l’indipendenza dei suoi studi che ,ad un certo livello, sono solo cultura, anzi altissima cultura.

 

(foto Genesi Editrice)

Reati in calo ma livello di attenzione innalzato. La Polizia celebra 165 anni dalla fondazione

I reati sono in calo del 13,6% a Torino e in provincia. Sono i dati forniti dalla questura subalpina in occasione delle celebrazioni, tenutesi a Palazzo Madama, per i 165 anni della fondazione della Polizia, che a Torino, proprio nello storico palazzo, ebbe la sede della prima questura italiana. Tra il mese di marzo dello scorso anno e il febbraio 2017 i reati complessivi sono stati 129.730, rispetto ai 150.151 dello stesso periodo dell’anno precedente. “Il  nostro motto, riproposto per la celebrazione della  fondazione è ‘Esserci Sempre’, per  riaffermare il concetto  alla base della complessa azione per ls sicurezza, reale e percepita, dei cittadini”, così il questore Longo, che ha sottolineato l’importanza dell’attività di prevenzione per il contrasto del terrorismo. “E’ stato ulteriormente innalzato il già elevato livello di attenzione”, ha aggiunto.

 

(foto: il Torinese)

Otto arresti nell’inchiesta sul bar del Palagiustizia

Otto gli arresti disposti nell’ambito di un’inchiesta sull’appalto per la gestione del bar del Palazzo di Giustizia di Torino. La procura torinese procede per corruzione, turbativa d’asta e truffa aggravata ai danni del Comune. L’operazione e’ condotta dalla fiamme gialle. Al momento una delle misure cautelari non è ancora stata eseguita. Gli arrestati sono l’amministratore unico edue amministratori occulti della ditta che si era aggiudicata la gara d’appalto, un dipendente del Comune, un commercialista di Modena e due intermediari. Il bar del tribunale aveva chiuso nel giugno del 2016, a sei mesi dall’affidamento degli spazi, a causa del mancato pagamento dei canoni di affitto. La gara fu vinta dauna società di Verona, la Services Companies, per 205 mila euro all’anno su una base d’asta di 130 mila. La polizia tributaria della Guardia di finanza ritiene che la figura chiave della vicenda sia uno degli amministratori occulti della società – formalmente amministrata da un prestanome – già noto alla giustizia per reati di mafia, che sarebbe riuscito a pilotare l’appalto con alcuni complici – grazie alla corruzione di un dipendente comunale. Quest’ultimo, secondo l’accusa, avrebbe  favorito l’aggiudicazione dell’appalto con la corruzione del pubblico ufficiale. Gli inquirenti sostengono che la turbativa della gara sarebbe avvenuta tramite falsità nella domanda di partecipazione, con la sostituzione dell’offerta originaria con una nuova dopo la rivelazione di quelle presentate dagli altri partecipanti alla gara e con la predisposizione di documentazione falsa sui requisiti previsti dal bando di gara prima dell’aggiudicazione definitiva. Poiché si e’ verificato un danno per il Comune di Torino, è stato poi contestato, ad alcuni degli arrestati il reato di truffa.

 

(foto: il Torinese)

La strage di Copti nel Sinai

FOCUS / di Filippo Re

Si fugge come disperati da El Arish mentre ad Al-Azhar si parla di tolleranza e di pace ma nel Sinai i cristiani, considerati “prede” da cacciare, vengono brutalmente eliminati. I copti di El Arish muoiono uno dopo l’altro, uccisi e bruciati, e se ancora vivi, costretti a scappare dalla ferocia dei miliziani del gruppo locale dello “Stato islamico”. La violenza islamista si abbatte sulla comunità cristiana con ferocia e nell’indifferenza del mondo. Anche il nord del Sinai si svuoterà di cristiani, come avviene in Siria e in Iraq, a Mosul, nella Piana di Ninive o a Raqqa ? Trascorse poche settimane dagli ultimi massacri, la fuga dei copti dal Sinai sembra non importare più a nessuno, oscurata da altre vicende e dalla volontà del regime di farla passare in secondo piano ma proprio qui, in questo minuscolo angolo del mondo, si accanisce la persecuzione contro i cristiani. E così accade che sulla stampa egiziana sono sparite velocemente le notizie sulle violenze sui copti mentre per il governo la crisi sembra superata dopo aver inviato nei luoghi degli eccidi, nel nord della penisola del Sinai, qualche convoglio di aiuti umanitari e di viveri.

Troppo poco e tutto ciò a dispetto dei tanti segnali di tolleranza e di cordialità lanciati nei giorni scorsi dal maestoso simposio internazionale organizzato dall’ Università di Al-Azhar, la massima autorità dell’Islam sunnita, sui temi della libertà religiosa e della cittadinanza, alla presenza di centinaia di personalità religiose e laiche provenienti da 50 Stati e con la partecipazione di cinque Patriarchi e decine di vescovi mediorientali. Non sono calati gli attacchi ai cristiani sotto la presidenza di Al Sisi nonostante i suoi proclami quando nel luglio 2013 il generale si presentò al mondo come un campione di liberalità verso le minoranze. Ad Al-Arish, capoluogo del Governatorato del Sinai del nord, dove si è scatenata la furia omicida dei jihadisti, i cristiani, sempre meno difesi dalle forze di sicurezza egiziane, sono quasi spariti. Come già ai tempi di Bin Laden, anche oggi l’Isis promette una nuova “pulizia religiosa” cacciando i cristiani dalla penisola. Sono almeno 300 le famiglie copte (oltre 1500 persone) fuggite a causa delle violenze che nell’ultimo mese hanno causato la morte di una decina di persone. L’improvvisa catena di attacchi ha seminato terrore e panico tra i copti che vivono nella città costiera che dista soltanto una cinquantina di chilometri da Gaza. Tre anni fa, nella penisola sul mar Rosso, l’Isis dichiarò guerra contro lo Stato egiziano prendendo di mira non solo polizia e soldati ma anche i cristiani accusati di collaborare con le autorità. I guerriglieri fanatici di Ansar al-Maqdis, gruppo jihadista locale, affiliato al Daesh, comiciarono a sparare all’impazzata contro la popolazione, senza risparmiare nessuno, compresi capi tribali e musulmani moderati come i sufi, considerati però “eretici” dagli integralisti. Già nell’estate del 2013 a El Arish ci furono gravi episodi di intolleranza e da quel periodo il Sinai è sempre sfuggito al controllo dell’esercito egiziano e molti cristiani sono stati costretti a cercare rifugio in altre città a causa della violenza estremista. Proprio a El Arish, nel giugno scorso, era stato ucciso padre Rafael Moussa, prete della chiesa di San Giorgio, e il monastero di Santa Caterina, metà tradizionale di migliaia di pellegrini è da tempo chiuso per motivi di sicurezza. Tra i fatti recenti più violenti, l’attentato suicida dell’11 dicembre scorso nella chiesa copta ortodossa di San Pietro e Paolo al Cairo, accanto alla cattedrale di San Marco, con 29 vittime. Ma era solo l’inizio della persecuzione contro gli “infedeli” e contro i musulmani moderati. I tagliagole del Califfo avevano già atrocemente colpito i copti due anni fa sgozzando sulle spiagge libiche di Sirte 21 egiziani cristiani rapiti dall’Isis che prima di morire avevano voluto perdonare i loro killer.

La comunità copta d’Egitto è da sempre nel mirino degli estremisti islamici, sia qaedisti che Fratelli musulmani e Daesh, per aver sostenuto nel 2013 la destituzione dell’ex presidente Morsi, leader della Fratellanza. Non votarono per Morsi perchè si rischiava una pericolosa deriva islamista ma per i generali vicini ad Al Sisi che poi andò al potere. E proprio dal golpe militare del 3 luglio 2013 che ha rovesciato il governo dei Fratelli musulmani, il nord del Sinai è diventato un’area molto pericolosa al confine con Israele e la Striscia di Gaza, covo di gruppi radicali jihadisti, terroristi, trafficanti di armi e migranti, dove è in atto uno scontro frontale con i reparti dell’esercito egiziano, le forze di polizia e la minoranza cristiana. Non esistono dati ufficiali ma i copti cristiani sarebbero il 10% della popolazione egiziana (90 milioni) e rappresentano una delle più antiche comunità della regione. I cristiani egiziani appartengono in gran parte alla Chiesa copta ortodossa e sostengono il regime del presidente Al Sisi nella speranza di subire meno discriminazioni nella vita quotidiana. Sono infatti svantaggiati, rispetto ai musulmani, soprattutto nel lavoro e nell’istruzione. Malgrado il presidente Abdel Fattah al-Sisi aumenti i segnali di attenzione verso i cristiani le disparità di trattamento con la maggioranza musulmana restano ampiamente presenti nel Paese. L’obiettivo dei terroristi è quello di indebolire il governo, destabilizzare l’Egitto, allontanare i turisti colpendo duramente l’economia e costringere i copti ad abbandonare il Paese nel segno di un’ostilità anti cristiana sempre più marcata. Ma la lotta jihadista minaccia anche Israele che fa finta di nulla pur vedendo che l’Isis è in grado di seminare il terrore e la morte in una città come El Arish a una trentina di chilometri dal confine con lo Stato ebraico oppure di lanciare razzi verso la città israeliana di Eilat, generalmente intercettati dall’Iron Dome, le sofisticate batterie antimissile in dotazione alle Forze armate di Gerusalemme. La situazione nel nord della penisola pare fuori controllo e neppure i 30.000 soldati egiziani schierati sul territorio sono riusciti in due anni a sconfiggere poche migliaia di guerriglieri, a mantenere l’ordine e a difendere la grande comunità copta a rischio estinzione.

Filippo Re

dal settimanale “La Voce e il Tempo”

 

 

 

 

Gli imprenditori e i professionisti di Torino hanno una nuova opportunità di crescita

La seconda tappa di un percorso di crescita che offre una nuova importante opportunità a imprenditori e professionisti di Torino, per investire sulla propria capacità di leadership e sullo sviluppo di relazioni lavoro efficaci.

L’evento si svolgerà martedì 11 aprile a Torino, presso il Centro Congressi Santo Volto in via Borgaro 1, dalle ore 7:00 alle ore 11:30. Questo incontro si pone l’obiettivo di rispondere ad alcune esigenze specifiche. Come sviluppare le proprie capacità di leadership? Seguendo le indicazioni del migliore nel suo genere, il mental coach che da più di 25 anni aiuta a far emergere il leader che c’è in ognuno di noi, Roberto Re, che interverrà per insegnare a far leva sui nostri punti forza per trovare nuova energia da convogliare verso l’aumento del nostro successo personale e del nostro business. Come concretizzare le teorie e l’approccio mentale? Verrà dimostrato come, per accelerare lo sviluppo del proprio business, è importante convogliare l’ambizione di crescita facendo squadra, creando network efficaci per lo sviluppo del business, promuovendosi e facendosi promuovere, gratuitamente, in quanto saranno la qualità e l’eccellenza a fare la differenza. Come avere garanzie che tutto questo funzioni? “Perché tutto questo funzioni occorre essere strutturati e farlo in modo metodico, con regole e supporti, attraverso formazione personale e condivisione dei casi di successo. Tutto questo è BNI (Business Network International), la più grande organizzazione mondiale che supporta imprenditori e professionisti nell’aumento del loro business e nello strutturare relazioni significative e durature.” Sono le parole di Paolo Mariola, il National Director di BNI Italia, che sarà presente all’evento e potrà testimoniare come questo metodo si sta sviluppando con successo in tutto il territorio nazionale. BNI oggi rappresenta oltre 5.400 imprenditori e professionisti in tutta Italia, con un volume d’affari sviluppato pari a 110 milioni di euro nel 2016. “Di questi più di 1.200 si trovano a Torino e Provincia, che rappresentano territori leader sul panorama italiano – afferma Andrea Borghi, tra i Responsabili della Region BNI Torino – in quanto hanno saputo applicare e sviluppare questa metodologia di marketing referenziale in modo efficace, ottenendo risultati oltre le attese.”

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Per ulteriori informazioni: eventi.bnitorino@gmail.com https://www.facebook.com/events/1258347710921249/

Segreteria: 011 207.62.36

Parla la “sposa bambina”: “Non voglio che le mie sorelline facciano la mia stessa fine”

Temo che le mie sorelline possano fare la mia stessa fine. Che un giorno vengano costrette a sposare qualcuno che non amano. Non voglio che questo succeda. Non devono passare quello che ho passato io; aiutate anche loro per favore”. Questa, come riportato dai media,   è la richiesta di aiuto che Rashida, una ragazzina di 15 anni, ha fatto agli agenti del Commissariato Barriera di Milano che, qualche settimana fa, l’hanno sottratta al terribile destino di sposare contro la sua volontà un uomo più grande di lei di 10 anni. Da qualche giorno la ragazza vive nella comunità che l’ha accolta e sembra aver ritrovato la serenità che le era stata portata via dalla sua famiglia (di origine egiziana), quando l’aveva promessa in sposa ad un commerciante di Porta Palazzo molto più grande di lei. Per opporsi a quella decisione, Rashida era anche arrivata a tentare il suicidio ma era stato tutto inutile visto che la sua famiglia era determinata a mandarla in Egitto dalla futura suocera, dove non avrebbe più potuto ribellarsi. La sua salvezza è stata quella di confidarsi con la sua migliore amica che, capita la gravità della situazione, l’ha convinta a denunciare il tutto chiamando il numero del Servizio di emergenza Infanzia. Fortunatamente l’intervento della polizia, guidato dal vice questore del Commissariato Barriera di Milano di Torino, Alice Rolando, è stato repentino: Rashida è stata immediatamente tolta alla madre e affidata alle cure della comunità in cui ora vive ed è serena. L’unica preoccupazione della ragazzina è per le sue sorelline di tre e sei anni, poichè è convinta che la madre possa riservare anche a loro lo stesso terribile destino. La situazione familiare è ovviamente monitorata dagli assistenti sociali che tengono sotto controllo la madre di Rashida; la donna nonostante sia stata denunciata anche per abusi contro la ragazza, nega ogni cosa. La polizia inoltre sta cercando anche l’uomo che avrebbe dovuto essere il futuro marito di Rashida, in quanto anche se in fin dei conti lui non ha commesso alcun reato, nel momento in cui avesse convolato a nozze con una quindicenne e oltretutto contro la sua volontà, avrebbe commesso violenza sessuale e abusi nei confronti di una minorenne. L’uomo però per il momento non si trova e “voci di corridoio” dicono che sia già fuggito in Egitto per paura di ripercussioni legali. Per avere un aiuto nelle ricerche è già stato attivato il consolato.

Simona Pili Stella

(foto: archivio)

Archeologia industriale, 692 i siti in Piemonte

Sono 692 i siti di archeologia industriale in Piemonte. Dalle miniere aurifere di Ceppo Morelli e di Macugnaga ai lanifici e cotonifici del Biellese, dai vari sistemi di mulini che alimentavano gli opifici alle carbonaie legate ai sistemi di trasporto e lavorazione del legname, dalle fornaci di Mondovì alle cave di marmo di Paesana. Antichi edifici di fabbriche, centrali idroelettriche, cartiere, lanifici che nei secoli sono stati fonti di lavoro e di ricchezza per interi territori oggi rimangono vuoti e inutilizzati per mancanza di fondi per la ristrutturazione dei locali.

Si è parlato anche di questi beni da valorizzare nella seduta della Commissione Urbanistica di oggi che ha poi espresso parere negativo a maggioranza alla proposta di legge 150, presentata dal Movimento 5 Stelle, sugli “Interventi per la valorizzazione e la promozione del patrimonio di archeologia industriale.

“La bocciatura di questa proposta non esprime disinteresse per i siti di archeologia industriale – precisa Nadia Conticelli, presidente della II Commissione – ma vuole evitare di moltiplicare leggi su argomenti molto simili, preferendo invece un quadro normativo unico e ben organizzato. Stiamo lavorando per arrivare entro l’estate alla votazione del Piano paesaggistico regionale (già approvato dal Ministero) che comprende anche seicento siti di archeologia industriale censiti dall’assessorato. Il nostro scopo è valorizzare i siti industriali dismessi ed il territorio in cui sono inseriti, anche coinvolgendo investitori privati”.

La prima firmataria della proposta di legge, Francesca Frediani (M5S), si dice “disponibile a modificare il testo della pdl poichè il censimento è già stato realizzato, ma dobbiamo occuparci anche degli Ecomusei già esistenti. A noi preme restituire parti di territorio che ora sono semplicemente zone industriali abbandonate. Vogliamo valorizzare la loro storia e restituire questi immobili ai cittadini perchè li possano utilizzare per iniziative culturali”.

Alla discussione hanno partecipato anche i consiglieri del Movimento 5 Stelle, del Pd, del Movimento Democratico Progressista e di Forza Italia.

 

(foto: il Torinese)

FC – www.cr.piemonte.it

Appello di Legambiente ai Sindaci: “Basta diserbanti tossici, le alternative ci sono”

“Abolire l’utilizzo di prodotti chimici ad azione erbicida, fungicida, insetticida e acaricida al fine di tutelare la salute pubblica”. E’ quanto chiede Legambiente in una lettera indirizzata ai sindaci di tutti i comuni del Piemonte, alla Città Metropolitana di Torino e alle province piemontesi alla vigilia della consueta “guerra alle erbacce” portata avanti in tanti centri urbani, lungo le ferrovie e le strade extraurbane con l’arrivo della primavera. Una battaglia spesso esagerata, a base di prodotti chimici contenenti spesso sostanze potenzialmente cancerogene. La loro pericolosità riguarda in primo luogo gli operatori che effettuano il diserbo, ma non solo: gli effetti dannosi si ripercuotono fortemente sulla salute dei cittadini, della fauna locale e degli ambienti acquatici, dal momento che le sostanze irrorate vengono dilavate dalla pioggia e finiscono nei corsi d’acqua.

 

“Ci rivolgiamo ai Sindaci, in qualità di primi responsabili della salute pubblica, perché mettano fine all’uso di erbicidi, una consuetudine così pericolosa e al tempo stesso diffusa sul nostro territorio –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Una buona gestione del verde urbano, con un’attenzione alla salute umana e all’ambiente, è possibile ricorrendo a mezzi meccanici, per lo sfalcio delle strade, e con l’utilizzo della lotta biologica e dei principi attivi permessi in agricoltura biologica, per difendere le piante da parassiti, patogeni e infestanti. Il ricorso a pratiche più sostenibili è tra l’altro previsto dalle linee guida europee adottate su scala nazionale e regionale”.

 

L’invito di Legambiente è quello di procedere ad una revisione dei piani comunali di gestione del verde urbano adottando le “Linee di Indirizzo regionali per l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e nelle aree agricole ad esse adiacenti” approvate dalla Regione Piemonte il 20 giugno 2016 in attuazione al Piano d’Azione Nazionale (PAN). In merito alla definizione delle aree frequentate dalla popolazione, oltre a quelle suggerite dalla disposizione regionale, Legambiente invita i Comuni ad includere anche le abitazioni, affinché siano vigenti i divieti di distribuzione di prodotti molto tossici, nelle fasce di 30 metri delle aree agricole adiacenti alle abitazioni.

Gravi due operai nella cisterna di acido

Grave incidente sul lavoro stamane a Moncalieri in una azienda specializzata nel trattamento di metalli. Sono gravi due operai che stavano pulendo una cisterna di acido cloridrico in zona industriale di Vadò. sono intervenuti i sanitari del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. L’incidente è accaduto alla Zincoplating, l’operaio più grave ha  una cinquantina d’anni, è stato trasportato intubato al Cto.  L’altro ferito, di 46 anni, all’ospedale Santa Croce di Moncalieri, la prognosi è riservata per entrambi. Il 46enne, responsabile dello stabilimento, sarebbe intervenuto per soccorrere l’operaio di 54 anni che si è sentito male mentre si stava occupando della pulitura di una cisterna di acido cloridrico.

JUVE, TUTTO SOTTO CONTROLLO… CHIEVO ARCHIVIATO E ORA SOTTO COL BARÇA!

La galleria fotografica completa su: www.fotoegrafico.net

di Claudio Benedetto

La Juve supera il Chievo con qualche brivido di troppo e ora si prepara alla doppia sfida con i catalani. Due gol di Higuain, perle e magie sopraffine di Dybala, qualche apprensione di troppo all’inizio del secondo tempo, figlie soprattutto della difficoltà nel raddoppiare e mettere subito al sicuro il risultato, ma vittoria  sostanzialmente meritata.

Il Chievo è stato ottimo avversario, ha risposto bene alla supremazia tecnica dei bianconeri e alla fine esce con onore dallo Stadium, sicuramente una delle migliori squadre viste quest’anno da queste parti.

La Juventus gioca a ritmo ridotto, segno evidente che, come detto, l’attenzione e la concentrazione anche energetica sono tutte verso la partita di martedì sera, vero obiettivo di questo periodo sì vincente ma sicuramente un po’ contrastato dal punto di vista del gioco.

I pericoli li crea soprattutto Dybala, in serata di grazia prima della sfida a Leo Messi, ma i gol li segna entrambi il Pipita, uno per tempo: al 23′ in girata di destro sul palo più lontano, e all’84’ con potenza e precisione dall’area piccola, entrambe le azioni ispirate da ubriacanti e ficcanti azioni di Dybala. Tra i due gol, oltre alle giocate della Joya argentina, qualche pericolosa azione dei veneti che non sono certo stati a guardare. Pericolosi soprattutto Pellissier e Meggiorini, per entrambi evidentemente contro la Juve… sempre clima speciale da derby!

I bianconeri con questa vittoria, la 32a consecutiva in casa, tornano a +9 sulla Roma che giocherà domani a Bologna e possono davvero concentrarsi sulla sfida con il Barcellona… martedì tutti si aspettano i fuochi d’artificio!